PRIMI SOCCORSI In caso di malattia o incidente in un pappagallo, bisogna agire molto velocemente per evitare di perdere il vostro amico. In voliera gli incidenti possono arrivare velocemente (uccello incastrato tra le sbarre o altrove). Per quanto riguarda le malattie i pappagalli sono molto abili a nasconderle il loro stato di salute e a volte è impossibile per il proprietario accorgersene in tempo. Se voi sorvegliate e manipolate regolarmente il vostro pappagallo, vi sarà più facile di accorgervi di una degradazione del suo stato generale di salute : COMPORTAMENTO DI UN UCCELLO MALATO Perdita di peso : cercare di pesare regolarmente l' uccello e di toccargli lo sterno. Se c'è una perdita di peso importante significa che c'è un problema. Il piumaggio ha un colore opaco : un buon uccello in salute dovrebbe avere un piumaggio brillante Comportamento triste, smette di mangiare, rigurgita, respirazione faticosa : tutti cambiamenti di comportamento che dovrebbero inquietarvi. Piumaggio gonfio come a palla permanente : l'uccello ha freddo e gonfia le piume per una migliore isolazione, per un uccello da compagnia gonfiare le piume durante le coccole è normale. Dormire sulle due zampe : un uccello in buona salute dorme in principio su una zampa. Anomalia nelle feci : le feci degli uccelli sono composti normalmente di tre elementi : Feci : porzione solida consistente dal colore verde chiaro a marrone dopo l'alimentazione. (parti nere, presenza di rosa e rosso, aspetto grumoloso, presenza di muco, colore giallo o arancione = MALATTIA). Uretri : parti solide estratte dai reni, bianche ad aspetto pastoso, sono irregolarmente deposte sulle feci. (colore giallo/arancio = MALATTIA). Urine : liquidi trasparenti senza odore e chiara, ripartita sulle feci, piccole quantità tranne in caso di volo, stress o alimentazione ricca di frutta e legumi. (Presenza di sangue, verde colante, colore giallo/arancione = MALATTIA). Se vi accorgete di un tale problema bisogna in un primo tempo (se lo stato non è drammatico altrimenti fare una consultazione d'urgenza presso un veterinario specializzato) piazzare il vostro uccello in una gabbia "ospedaliera" a circa 39°C con il minimo di manipolazioni, poi mettete dei fogli bianchi sul fondo della gabbia per poter analizzare visivamente lo stato delle feci e annotate tutti i segni particolari in maniera di portare un massimo di informazioni al veterinario se non ci sono segni di miglioramento. Non scordate di portare pure le annotazioni di peso se ne avete fatte. Nel 90% dei casi la salute dell'uccello si ristabilisce velocemente. Mantenere l'uccello al caldo di preferenza con una lampada infrarossa (che scalda il corpo dell'uccello) facendo attenzione a non "cuocerlo". Un termostato è consigliato per regolare la temperatura. Date da bere dell'acqua tiepida con un apporto vitaminico, e se l'uccello non mangia più bisogna alimentarlo con una siringa o per mezzo di un tubicino ma questa pratica richiede un'esperienza, altrimenti rischiate di ucciderlo mandandogli il prodotto nei polmoni invece che nel gozzo. Potete far fare questo lavoro a un allevatore di uccelli nelle vostre vicinanze. Importante : dovete tutti i giorni lasciare l'uccello malato alla luce, infatti è stato provato che la maggior parte dei decessi avvengono la notte. E' dunque necessario mantenere il vostro uccello sveglio in modo di stimolare il suo sistema immunitario. Quando lo stato del vostro uccello sarà stabilito e che voi avrete preso nota dei sintomi, consultate il vostro veterinario di fiducia che potrà agire con molta più precisione. Se il vostro uccello si rimette da solo, una cura di vitamine si impone. Non dimenticate che bisogna sempre avere sotto mano l'indirizzo di un veterinario specialista di pappagalli o veterinario aviario. Pensate soprattutto alla prevenzione delle malattie con una buona alimentazione, cure di vitamine e vermifughi (consigliato soprattutto per uccelli in voliere esterne). COLLOCAZIONE DEI VOLATILI AMMALATI (testo Vet. Gino Conzo) Ogni volatile malato andrebbe prontamente separato da eventuali altri soggetti presenti nello stesso ambiente sia per limitare le possibilità di contagio della malattia (nel caso si tratti di una patologia ad eziologia infettiva), che per offrire al malato la maggiore assistenza possibile. Idealmente il soggetto sofferente andrebbe collocato in un luogo a temperatura sufficiente alta in modo che il volatile possa evitare la dissipazione di calore e reagire al meglio alle cure prestate. Bisogna sapere che la temperatura corporea normale degli uccelli supera, nella maggior parte delle specie, i 40°C ed è opportuno che la temperatura ambientale del luogo di ricovero non sia inferiore ai 30°C. Per raggiungere questo scopo conviene porre il malato in una delle cosiddette “gabbie infermeria” in cui la temperatura può essere regolata e resa stabile da un elemento riscaldatore munito di termostato. In commercio vi sono appositi contenitori, talora molto sofisticati, in cui è possibile operare un perfetto controllo di temperatura, umidità, ventilazione e filtraggio d’aria in modo da porre il malato nelle migliori condizioni possibili di ricovero. In alternativa è possibile ricorrere a costruzioni artigianali che, se fabbricate con accortezza, raggiungono ugualmente lo scopo ad un costo decisamente inferiore. Comunque sia è importante che il contenitore (detto anche “scatola calda”) destinato ad ospitare il volatile malato sia costituito da materiale facilmente lavabile e disinfettabile, con perfetto isolamento delle parti metalliche ed elettriche in modo che non possano venire raggiunte dall’ospite. Nei contenitori di costruzione artigianale il riscaldamento avviene ad opera di cavetti o tappetini termici (come quelli utilizzati, ad esempio, in terraristica), mentre una vaschetta piena d’acqua assicura il necessario grado di umidità (meglio se controllato attraverso un igrometro) onde prevenire la possibile disidratazione del malato. In conformità alla taglia della specie in questione è possibile immettere nella scatola calda direttamente il volatile (pappagalli di media e grossa taglia, merli indiani, ecc.) oppure una piccola gabbia che lo contenga (piccoli pappagalli e passeriformi). Limitare le capacità di movimento del volatile in una gabbia di piccole dimensioni è sempre consigliabile per evitare al malato un eccessivo e pericoloso dispendio di energie. In mancanza di gabbia infermeria, volendo comunque apportare calore all’animale malato, è possibile avvicinare alla gabbia, come fonte di calore, una lampada. Tale sistema presenta l’inconveniente di rendere difficile la valutazione del grado termico apportato ed in molti casi si è osservata disidratazione ed ustioni cutanee in uccelli così trattati. E’ quindi sempre consigliabile per un allevamento che si rispetti procurarsi una gabbia infermeria da utilizzare nelle emergenze. Le scodelle di cibo ed acqua devono essere poste in posizione facilmente accessibile al malato (non distanti dal posatoio) e sul fondo della gabbia nel caso in cui il volatile non sia in grado di stazionare sul posatoio. Il volatile sofferente deve essere alimentato, in accordo con le esigenze nutrizionali di ciascuna specie, con cibi facilmente digeribili, meglio se sottoposti preventivamente a cottura. Gli uccelli anoressici dovrebbero essere sottoposti ad alimentazione forzata, meglio se dopo aver consultato il veterinario. Tale operazione, infatti, può presentare rischi elevati per la salute del volatile nel caso in cui esso mostri una sintomatologia (vomito, grave dispnea, sintomi nervosi) considerata incompatibile con la normale progressione del cibo forzatamente immesso nel gozzo. Sebbene nei casi di emergenza può risultare utile somministrare al malato dell’acqua tiepida contenente miele, in modo da apportare liquidi e sostanze energetiche (zuccheri) di pronto utilizzo per l’organismo, l’impiego delle formule per l’allevamento a mano dei pappagalli, presenti in commercio, trovano una più efficace applicazione nel sostentamento degli uccelli malati che rifiutano di alimentarsi. EMERGENZE (testo Vet. Gino Conzo) Qui di seguito vengono dati alcuni suggerimenti per intervenire in particolari condizioni di emergenza in modo da aumentare le possibilità di salvare la vita degli uccelli ed agevolare il lavoro del veterinario cui appena possibile converrà rivolgersi, data la gravità della situazione. Il veterinario potrà ospedalizzare il paziente e continuare, in molti casi, il trattamento instaurato dal proprietario correggendolo in base all’evoluzione della patologia. Un altro vantaggio rappresentato dall’ospedalizzazione è quello di poter eseguire, a seconda del caso, ulteriori esami strumentali (radiografie, ecografie, ECG, endoscopie) e di laboratorio per meglio diagnosticare e trattare la patologia in questione. Emorragie La perdita di sangue consegue, generalmente, ad un evento traumatico, ma può essere dovuta anche ad intossicazioni (ad esempio per assunzione di alcuni veleni per topi), gravi infiammazioni intestinali, deficienza di vitamina K, malattie epatiche, papillomi ed altre neoformazioni orali e cloacali. Mentre nella gran parte delle emorragie interne solo lo stato anemico dell’animale è indice della patologia, e quindi le possibilità di intervento del proprietario sono limitate, nelle emorragie esterne è importante arrestare la perdita di sangue attraverso la semplice pressione digitale, mantenuta per alcuni minuti, sulla sede di emorragia. Se ciò non è sufficiente ad arrestare la fuoriuscita del sangue occorrerà tamponare la fonte emorragica con ovatta imbevuta di farmaci antiemorragici (ad es. Tranex o Botropase). Una volta arrestata l’emorragia sarà opportuno procedere alla disinfezione della lesione, dopo aver asportato le piume dell’area circostante, con dell’acqua ossigenata avendo cura di non staccare, con tale intervento, il coagulo appena formatosi. Nel caso in cui l’emorragia sia dovuta a frattura di una penna di recente fuoriuscita converrà asportare immediatamente tale penna e, successivamente, procedere all’emostasi ed alla disinfezione come sopra descritto. Ustioni Non è raro che gli uccelli cui sia permesso la libera circolazione in ambiente domestico possano procurarsi ustioni cutanee al contatto con varie fonti di calore (fornelli, stufe, radiatori, acqua calda, ecc.). L’area cutanea ustionata andrebbe subito lavata con acqua fredda e successiva applicazione di compresse di garza intrise di acqua fredda (o contenenti ghiaccio) in modo da impedire che l’effetto del calore giunga i profondità ed il grado dell’ustione si aggravi. Successivamente sarà opportuno applicare una pomata antibiotica in modo da evitare infezioni sulla parte ustionata. Ustioni profonde o molto estese richiedono l’immediato intervento veterinario, volto, dapprima, a risolvere la condizione di shock che si instaura. Colpo di calore Se gli uccelli sono esposti al calore diretto del sole senza alcuna zona di ombra come protezione o con poca acqua a disposizione è facile che la temperatura corporea aumenti sensibilmente ed i meccanismi corporei di termoregolazione non siano in grado di abbassarne i gradi. Ciò avviene anche in ambienti caldo umidi in assenza di sufficiente ventilazione o qualora il volatile venga trasportato in contenitori poco ventilati in giornate molto calde. Il respiro diviene, allora, molto affannoso con le ali tenute distanti dal corpo. Il collasso può giungere molto rapidamente. Il pericolo maggiore in questi casi è rappresentato dall’instaurarsi di gravi danni cerebrali, cui si può tentare di opporsi sottoponendo il volatile a bagni ed impacchi (in particolare alla testa) con acqua fredda. Nel momento in cui si osservano miglioramenti nella sintomatologia si può condurre il volatile dal veterinario. Ovviamente la macchina adibita al trasporto deve essere ben ventilata. Inalazione di fumo Nel caso in cui nell’ambiente che ospita gli uccelli vada a fuoco un qualsiasi materiale (ligneo, cartaceo, plastico, tessile, ecc.) si sviluppa una grande quantità di fumo che svolge azione tossica nell’apparato respiratorio aviare attraverso l’ossido di carbonio in esso contenuto che, legandosi all’emoglobina in luogo dell’ossigeno, impedisce al volatile la normale respirazione. Tale evenienza si verifica anche quando gli uccelli sono esposti al gas di scarico delle automobili. La tempestività di intervento in questi casi è fondamentale ed il volatile andrebbe condotto immediatamente all’aria aperta od, ancora meglio, posto in una delle sopraccitate gabbie infermeria cui sia possibile introdurre ossigeno ed indurre, quindi, iperventilazione nel sistema respiratorio dell’uccello. E’ quindi conveniente raggiungere subito il veterinario che provvederà anche a trattare lo stato di shock dell’animale. Convulsioni Anche negli uccelli è possibile osservare convulsioni e crisi epilettiche conseguenti, generalmente, a traumi, intossicazioni o malattie infettive. E’ descritta anche l’epilessia idiopatica in alcune specie (maine in particolare). Il soggetto colpito andrebbe subito condotto dal veterinario ed in attesa che ciò avvenga andrebbe posto in una gabbia o scatola priva di accessori e foderata con materiale morbido (spugna, gomma, asciugamani) onde prevenirne gli autotraumatismi durante le crisi. Tutti gli stimoli esterni andrebbero ridotti al minimo per cui si consiglia di porre la gabbia in un ambiente con scarsa illuminazione ed evitare i contatti con esseri umani od altri animali. L’impiego del Diazepam (Valium), fino a 1 mg/kg per via intramuscolare (e fino a 3-4 mg/kg per via orale), permette di risolvere momentaneamente le crisi convulsive in attesa che venga stabilita la causa primaria. Ritenzione dell’uovo Sebbene possa essere riscontrata in volatili di qualsiasi specie, la ritenzione dell’uovo è più comune nei canarini, nei diamanti di Gould, negli ondulati, negli inseparabili ed in altri pappagalli di piccola taglia. La femmina che non riesce a deporre l’uovo giace nel nido o sul fondo della gabbia; il respiro è affannoso e l’addome appare rigonfio. Spesso è possibile palpare l’uovo ritenuto attraverso la sottile parete addominale. Nei casi meno gravi la deposizione può essere stimolata esponendo la regione cloacale della femmina ad una fonte di calore umido, rappresentato ad esempio dall’acqua in ebollizione in un pentolino. La regione cloacale può essere, inoltre, lubrificata con olio o glicerina liquida. Nel caso questi semplici rimedi non sortissero alcun effetto è importante affidare il volatile al veterinario che potrà intervenire in modo più efficace, farmacologicamente o chirurgicamente. Fratture ossee Le fratture delle ossa delle zampe (tibiotarso e tarsometatarso) sono, negli uccelli da gabbia, più frequenti di quelle delle ali, a differenza di quanto si riscontra negli uccelli selvatici. Per una perfetta guarigione della frattura occorre che ne sia diagnosticato al meglio il tipo (attraverso un esame radiografico) per eseguire il trattamento di riduzione più adatto al caso. In attesa di condurre il volatile dal veterinario occorrerebbe immobilizzare al meglio l’arto sede della frattura e porre il malcapitato in una gabbia di piccole dimensioni, od in un trasportino, in modo che siano limitati al minimo i movimenti dell’animale; tale tecnica può essere impiegata nelle fratture di tibiotarso e tarsometatarso di piccoli uccelli, ma non può essere utilizzata con successo per le fratture del femore. In ogni caso, perché la frattura guarisca perfettamente senza riduzione chirurgica, è fondamentale che i capi ossei siano perfettamente in asse. Per l’immobilizzazione dell’ala è opportuno ricorrere alla classica fasciatura “ad 8”. Materiale che è consigliato includere nella “farmacia” dell’allevamento Acqua ossigenata, Alcool, Betadine: per Disinfezione Forbicine, Pinzetta, Tronchesina, Forbice taglia anello: per Interventi cosmetici (taglio unghie, becco troppo lungo, ecc.), Asportazione anello Cotone idrofilo, Bende e garze (anche sterili), Cerotto poroso: per Medicazioni e bendaggi Cotone emostatico, Farmaci emostatici, Matita al nitrato d’argento: per Emorragie Siringhe: per Alimentazione forzata Contagocce, Catetere o sonda bottonuta: per Varie Pomata cortisonica: per Traumi ed insulti cutanei Pomata antibiotica oftalmica: per Infezioni oculari Contenitore sterile per feci: per Invio materiale al laboratorio