Ipoadrenocorticismo o malattia di Addison L’ipoadrenocorticismo è una malattia endocrina causata da una ridotta produzione di mineralcorticoidi (aldosterone) e glicocorticoidi (cortisolo) da parte delle ghiandole surrenali, due organi pari situati in addome, davanti ai reni. È una malattia rara nel cane, ancora di più nel gatto. Si possono distinguere due forme: 1. Ipoadrenocorticismo Primario o Malattia di Addison 2. Ipoadrenocorticismo Secondario. MALATTIA DI ADDISON O IPOADRENOCORTICISMO PRIMARIO E’ la forma più frequente, caratterizzata dalla distruzione o da un malfunzionamento di almeno il 90% della corteccia delle ghiandole surrenali. La causa più frequente è una disfunzione immunitaria, anche se possono essere invocate cause infettive, coagulopatie, disturbi ematici e neoplasie. IPOADRENOCORTICISMO SECONDARIO E’ più raro ed è legato ad una disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisi con conseguente mancata stimolazione delle ghiandole surrenali. La causa può essere spontanea, per neoplasie o processi infiammatori a livello ipotalamo-ipofisario o indotta da un’errata somministrazione di farmaci per la terapia del Cushing (mitotano o trilostano). SINTOMI I sintomi sono vaghi e aspecifici. Normalmente si hanno inappetenza, abbattimento, perdita di peso, vomito, rigurgito, diarrea, poliuria, polidipsia. Il cane si presenta svogliato, stanco, meno reattivo, con tremori, tremiti e fascicolazioni muscolari. Nei casi più gravi si hanno anche ipotermia, polso debole e bradicardia. Per l’aspecificità dei sintomi la diagnosi non è semplice e richiede un’accurata valutazione da parte del medico veterinario, attraverso esami del sangue e test specifici. ESAMI DIAGNOSTICI È opportuno effettuare un esame emocromocitometrico, esami biochimici e delle urine. L’emocromcitometrico spesso risulta normale. Talvolta rileva anemia lieve ed aumento dei globuli bianchi. ESAMI BIOCHIMICI L'esame biochimico mostra gli effetti della mancanza di aldosterone, che è il responsabile dell’assorbimento del sodio (e di acqua) a livello renale. Il sodio verrà perso con le urine e con lui anche il cloro, mentre si avrà un aumento di potassio nel sangue. A causa dell’ipovolemia e della disidratazione il rene filtrerà con più difficoltà, con un conseguente aumento di urea, creatinina, e fosforo. L’ipercalcemia che si osserva in alcuni casi è un dato ancora non spiegato. In rari casi si può avere ipoglicemia. E’ possibile riscontrare una riduzione delle albumine. ESAME DELLE URINE Il peso specifico delle urine in cani affetti da malattia di Addison è in genere minore di 1030, questo a causa dell'incapacità dei reni a concentrare le urine, per la riduzione di aldosterone e la conseguente perdita di acqua. TEST DIAGNOSTICI TEST DI STIMOLAZIONE CON ACTH Se il medico sospetta il morbo di Addison suggerirà l'esecuzione di test specifici, in primo luogo, quello di stimolazione con ACTH. L’ACTH è l’ormone prodotto dall’ipofisi che stimola le ghiandole surrenali. Si somministra ACTH sintetico per via intramuscolare. Il sangue viene prelevato subito prima dell’iniezione e a distanza di un’ora da essa. Una concentrazione di cortisolo post-ACTH inferiore a 40 nmol/l permette di confermare la diagnosi. In una piccola percentuale di casi di ipoadrenocorticismo, tuttavia, il cortisolo post-ACTH può raggiungere un valore pari a 80 nmol/l. E’ da notare che un valore superiore ai limiti (500-800nmol/l) difficilmente indica una condizione di iperadrenocorticismo, ma piuttosto la presenza di stress metabolico o di altre patologie la cui sintomatologia appare simile a quella dell’ipoadrenocorticismo. L’esito del test può essere influenzato dalla somministrazione di glicocorticoidi esogeni. Il prednisolone non dovrebbe essere somministrato nelle 24 ore precedenti l’esecuzione del test di stimolazione con ACTH Dosaggio dell’aldosterone In alcuni casi è importante valutare la risposta dell’aldosterone al test di stimolazione con ACTH. Anche nel caso in cui la concentrazione di cortisolo post ACTH sia compresa tra 40 e 80 mmol/l è opportuno dosare l’aldosterone. I valori normali di aldosterone dopo la stimolazione con ACTH sono compresi tra 100 e 600 pmol/l. TEST DI MISURAZIONE DELL’ACTH ENDOGENO Serve per differenziare l'ipoadrenocorticismo primario da quello secondario. Nel primo caso l’ACTH è aumentato perché il problema è situato primariamente a livello delle ghiandole surrenali. Nell’ipoadrenocorticismo secondario i livelli di ACTH sono diminuiti (l’ipofisi ne produce poco). Terapia La cosiddetta crisi addisoniana richiede un trattamento immediato ed urgente. E’ necessario correggere la disidratazione correggere gli squilibri elettrolitici correggere l’acidosi fornire un apporto immediato di glicocorticoidi e mineralcorticoidi. Si deve incannulare il paziente con un catetere endovenoso per permettere la somministrazione di fluidi per l’idratazione. Il fluido di scelta è la soluzione fisiologica allo 0,9% che consente un apporto di sodio e cloro. Se l’iperpotassiemia è grave si può somministrare furosemide in bolo a 2 mg/kg per incrementarne l’eliminazione renale. Se i valori non si abbassano si può ricorrere alla somministrazione di insulina rapida alla dose di 0,06-0,125 UI/kg per aumentare l’ingresso di potassio a livello intracellulare e quindi diminuirne la concentrazione nel sangue. La somministrazione di insulina deve essere accompagnata dalla somministrazione di soluzione glucosata al 10% per evitare l’ipoglicemia. Anche la somministrazione di bicarbonato favorisce l’ingresso di potassio nelle cellule. Se il paziente è ipotermico è necessario riscaldarlo con coperte termiche. Solo dopo aver stabilizzato il paziente si inizia la terapia con glicocorticoidi e mineralcorticoidi. Terapia iniettabile Idrocortisolo sodio succinato (gluco e mineral corticoide) 10 mg/kg per via endovenosa ripetuto ogni 3-6 ore. Valutare l’emogas almeno ogni 12 ore. Terapia orale Fludrocortisone acetato La dose iniziale è di 15 mg/kg una volta al dì (è possibile dividerlo in 2 somministrazioni). A volte, almeno all'inizio, va associato ad un dosaggio bassissimo di prednisolone (0,1-0,2 mg/kg una volta al dì in genere è sufficiente). Il dosaggio del Fludrocortisone di solito va regolato sulla base dell’emogas con Cloro e della stimolazione con ACTH dopo 7 giorni di terapia. Raramente si arriva anche fino a 30 mg/kg al dì ma generalmente 1820 mg /kg sono sufficienti. L'iponatremia è la complicanza più difficile da risolvere, è quindi necessario aggiungere sempre del sale nella dieta (0,1mg/kg/die.) ESAMI DI LABORATORIO PER IL MONITORAGGIO TERAPEUTICO È opportuno controllare sempre i valori di urea e creatinina per assicurarsi che lo stato di idratazione sia adeguato. Gli elettroliti dovrebbero essere controllati ogni settimana nel primo mese, poi mensilmente e poi ogni tre mesi. Nei molti casi in cui è necessario aumentare i dosaggi del fludrocortisone è anche consigliabile monitorare periodicamente il quadro elettrolitico. La sintomatologia clinica, invece non può essere considerata un buon indicatore della qualità del controllo terapeutico.