coperta_coperta 16/07/14 11:52 Pagina 3 ITALIA e LIBIA Il cammino delle Donne libiche verso la Democrazia Donne e Diritti Progetto “La condizione giuridica e sociale delle donne in Libia” Minerva e Law International M con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri italiano coperta_coperta 16/07/14 11:52 Pagina 4 Si ringraziano La Direzione Affari Politici e Sicurezza del MAE diretta dall’Ambasciatore Sandro De Bernardin: il Vice Direttore Min.Plen. Mauro Conciatori il Cons. Andrea Catalano S.E Giuseppe Buccino Grimaldi, Ambasciatore d’Italia in Libia Il Ministero della Cultura del Governo libico: Mr. Abdulrazag Abara, Vice Ministro della Cultura e della Società Civile Prof. Rubens Piovano, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura L’Ambasciata libica a Roma e il Consolato libico a Milano I giornalisti: Marco Clementi,Redazione Esteri Tg1 RAI Sarina Biraghi, Condirettore de “Il Tempo” un grazie allo staff organizzativo di Minerva e Law International Riccardo Severi, Project Manager Olga Mammoliti Severi, Editorial Producer Simona Lanzellotto, Legislative and legal documentation Beatrice Mancini, Administration Francesca Ceci, Press Office Donatella Trebbi, Segreteria Minerva definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 3 ITALIA e LIBIA Il cammino delle Donne libiche verso la Democrazia Progetto “La condizione giuridica e sociale delle donne in Libia” Minerva e Law International con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri italiano Edizioni definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 4 il progetto Il progetto è stato pensato e realizzato come un insieme di azioni a sostegno dell’impegno della società civile libica nell’affermazione della dignità giuridica e sociale della donna e della sua tutela fisica e psicologica, attraverso attività di analisi, di formazione e orientamento e di confronto tra esperti del settore, rappresentanti del mondo istituzionale e giuridico e della società civile italiana e libica. In tal senso il progetto si inserisce nell’impegno dell’Italia per la stabilizzazione della Libia attraverso la affermazione di una democrazia solida, che necessariamente dipende anche in larga misura dal livello di supporto internazionale e che non può limitarsi alla mera stabilità economica del Paese. Il progetto ha mirato a creare spazi e forme di dialogo, di scambio professionale e culturale, e di diffusione di una cultura dell’uguaglianza donna-uomo, nell’ambito di una collaborazione tra l’Italia e la Libia volta ad individuare gli strumenti giuridici che, in questa fase di “state-building”, possono garantire la parità giuridica e sociale; la piena partecipazione delle donne nella vita economica, sociale e democratica del Paese; la fine di ogni violenza e discriminazione contro le donne; l’incoraggiamento di ruoli di leadership da parte delle donne. I risultati del progetto, che qui descriviamo, sono stati raggiunti in tre diversi momenti sia in Italia che in Libia, nel corso di eventi ai quali hanno partecipato un significativo panel di donne rappresentanti della società civile libica, di esperti e autorità libiche e italiane. 4 L’obiettivo generale che il progetto si è proposto di raggiungere può essere così riassunto: a) incrementare la consapevolezza e competenza delle donne libiche in materia di diritti della donna in Costituzione e nella legislazione; b) creare le basi per un contributo continuo e proficuo dell’Italia nella fase di “statebuilding” della Libia nello specifico settore della affermazione della tutela costituzionale e legislativa della donna. definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 5 A tal fine, il contributo da parte italiana si è espresso attraverso: - una analisi comparata della evoluzione legislativa, dei vincoli burocratici e amministrativi attorno alla condizioni giuridica e sociale delle donne in Europa, Italia e Libia - un percorso formativo sui principi legislativi/costituzionali di tutela della donna, sulla loro traduzione nel materiale codicistico del Paese, e sui sistemi di applicazione processuali di tali principi - iniziative locali attraverso incontri ed eventi di confronto e trasmissione di esperienze tra professionisti, magistrati, esperti e rappresentanti istituzionali/politici e della società civile italiani e libici Nell’arco di dodici mesi l’insieme degli obiettivi sono stati perseguiti attraverso le seguenti azioni: una missione preliminare in Libia; l’individuazione di enti e istituzioni locali da coinvolgere; un incontro di presentazione del progetto alla stampa; la raccolta di materiale per studio e analisi comparati della situazione delle donne in Europa, Italia e Libia; il primo Seminario a Roma, a cui hanno partecipano professionisti, magistrati, sociologi, esperti e rappresentanti istituzionali/politici e della società civile italiani e libici; le raccomandazioni al termine del Seminario; il secondo Seminario a Tripoli che è stata Paeseoccasione per presentare i risultati del primo seminario, e per approfondire in sessioni tematiche gli sviluppi ulteriori, per arrivare ad individuare e condividere in una discussione finale le priorità d’azione legislativa e in Costituzione il riconoscimento del principio dell’uguaglianza donna-uomo e la sua effettiva applicazione; l’approvazione unanime delle raccomandazioni conclusive. Tra cui la Costituzione di un Comitato di coordinamento, composto dai soggetti organizzatori e dalle donne partner libiche: il Comitato servirà a dare continuità ad un network di relatori iracheni e italiani per un collaborazione comune sui temi giuridici e legislativi e per successivi sviluppi dei risultati del progetto sulla Condizione giuridica e sociale delle donne in Libia. L’attività progettuale ha potuto contare sul sostegno e sulla costante collaborazione della Direzione Affari Politici e di Sicurezza del MAE, nella persona del Vice Direttore, Min. Mauro Conciatori, affiancato dal Cons. Andrea Catalano. Le parole del nostro Ambasciatore a Tripoli, S.E. Giuseppe Buccino Grimaldi, riassumono meglio di ogni altra considerazione il buon esito del progetto: “la possibilità che dal Seminario si possano sviluppare ulteriori iniziative di concerto con le finalità di cooperazione Italia e Libia in tema di diritti delle donne mi sembra una dimostrazione del pieno successo della vostra opera in questo Paese e per me motivo di soddisfazione”. 5 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 6 gli interventi istituzionali On. Marina Sereni Vice Presidente della Camera 6 “Sono particolarmente lieta di porgere il saluto delle deputate e dei deputati italiani ai partecipanti a questo importante seminario sullo stato giuridico e sociale delle donne nel processo di ricostruzione in Libia. Ringrazio in particolare il prof. Spangher, preside della Facoltà di Giurisprudenza che ospita questa iniziativa, Pierluigi Severi, responsabile del progetto Minerva, l’avv. Laura Guercio, presidente di LAW International e la signora Amal AlTaher El Haj, che, dopo anni d’impegno per i diritti delle donne nel suo Paese, si è recentemente candidata al premierato del suo Paese. La conferenza internazionale per gli aiuti alla Libia promossa dalla diplomazia italiana svoltasi il 6 marzo scorso, ha evidenziato i gravi ritardi nel processo di stabilizzazione post-bellica: le dimissioni (e la conseguente fuga all’estero) del primo ministro Zeidan costituiscono di fatto un successo per le milizie armate e confermano l’elevato grado di insicurezza che affligge il Paese. Allo stallo del processo politico – cui non sembra avere dato una risposta lo svolgimento delle elezioni per l’Assemblea costituente, tenutesi a febbraio – fa da corollario un evidente deterioramento delle condizioni di sicurezza. Le autorità centrali, prive del monopolio della forza, non sono in grado né di assicurare il controllo del territorio e dei confini terrestri e marittimi né di contrastare le attività di organizzazioni terroristiche e criminali. Parzialmente in derivazione da queste milizie, la Libia è divenuta il teatro operativo di formazioni estremiste, apertamente ostili ad un assetto aconfessionale dello Stato secolare, talvolta optando chiaramente per la lotta jihadista (in chiave locale o regionale), talvolta sostituendosi ad attività tipiche dello stato come il controllo territoriale o l’assistenza sociale. definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 7 A questa situazione di semi-anarchia del Paese si è aggiunta, dall’estate scorsa, anche la crisi nel settore dell’industria energetica. Diversi gruppi di miliziani e le guardie preposte al controllo degli impianti energetici, per diverse ragioni, economiche e politiche, hanno imposto lo stop delle infrastrutture determinando il collasso delle esportazioni libiche, a novembre 2013 ridotte a circa un terzo dei livelli pre-guerra. Sappiamo quanto la Libia sia importante per la nostra sicurezza energetica - è libico circa il 25% del petrolio che consumiamo – così come per la nostra credibilità internazionale e per la sicurezza delle nostre stesse frontiere. Non possiamo permetterci uno ‘Stato fallito’ a poche centinaia di chilometri dal nostro Paese. Da qui l’interesse prioritario del Governo italiano per il processo di transizione in Libia, per ogni iniziativa, anche di tipo economico, che possa aiutare la società libica a scegliere strade alternative a quelle della guerra e della violenza. Ma tutto ciò non basta, occorre affiancare agli aspetti di cooperazione economica altri progetti, come quello promosso da Minerva, a sostegno del processo di ricostruzione della società civile e della valorizzazione dei giovani e delle donne. Molte donne, soprattutto giovani, hanno partecipato attivamente alle ‘Primavere arabe’, prendendo parte sin dall’inizio alle manifestazioni, al dibattito pubblico e politico e alle elezioni, assumendo anche un ruolo attivo nella società civile, nei media sociali e sui blog. In Libia, come testimonia l’impegno coraggioso delle nostre amiche qui, la costruzione della democrazia richiede la piena partecipazione delle donne: la sfida principale sarà assicurare la partecipazione attiva delle donne negli organismi responsabili della stesura delle nuove costituzioni e fare in modo che le costituzioni riconoscano chiaramente la democrazia, i diritti delle donne e la parità di genere. All’indomani di un conflitto le donne costituiscono infatti il principale e più motivato attore del processo di ricostruzione di un Paese. La spiegazione è semplice: sono le donne a pagare più di tutti i costi dell’esclusione, dei conflitti accumulati, del mancato sviluppo del sistema economico, dell’assenza di democrazia. Il ruolo e la sicurezza delle donne nei paesi arabi in fase di trasformazione è decisivo per il futuro di questi paesi e si realizza anche attraverso una 7 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 8 gli interventi istituzionali 8 lotta senza tregua alla violenza di genere, per ripristinare ‘la verità necessaria’, per riprendere il titolo di una recente iniziativa della Camera premessa irrinunciabile per ogni credibile processo di riconciliazione postbellica”. Per questo è importante verificare l’attuazione del provvedimento, recentemente adottato dal governo libico, che riconosce come vittime di guerra le donne che hanno subìto violenza sessuale nel corso degli otto mesi della rivoluzione del 2011, garantendo loro una pensione mensile, cure mediche, un percorso di studi in Libia o all’estero, priorità negli impieghi pubblici e una assistenza nei processi contro gli stupratori. Su un piano più vasto, è importante per la nostra cooperazione allo sviluppo promuovere iniziative volte ad istituire meccanismi di accompagnamento e di sostegno a favore dell'imprenditoria femminile, anche attraverso la diffusione di informazioni, la protezione giuridica e la formazione in materia di avanzamento professionale e di gestione. Credo che un’altra priorità sia rappresentata dal sostegno di quei progetti di scambio che consentano alle organizzazioni di donne provenienti da paesi diversi di incontrarsi e condividere esperienze e conoscenze. In questa direzione considero significativo che l’Italia abbia recentemente co-sponsorizzato un evento specifico dedicato alla condizione della donna in Libia che si è svolto lo scorso 17 marzo presso l’ONU a New York in occasione della 58 esima commissione Onu sullo stato delle donne. La parità e il riconoscimento del ruolo femminile, in altre parole, passano attraverso una pluralità di interventi: promuovendo l’uguaglianza di genere attraverso riforme del quadro giuridico; appoggiando le organizzazioni della società civile in grado di perorare la causa dei diritti delle donne e di contribuire a rafforzare la loro partecipazione al processo decisionale; operando direttamente a livello delle collettività locali, allo scopo di modificare i comportamenti sociali e le tradizioni e di aprire spazi per le donne nella vita sociale, economica e politica delle loro collettività. Il Parlamento italiano è impegnato in questa direzione, innanzitutto sollecitando il Governo italiano a considerare prioritari i temi al centro di questo vostro seminario nell’ambito della più complessiva azione per la transizione democratica della Libia. Al tempo stesso ritengo che le donne parlamentari italiane possano offrire un aiuto concreto alla promozione della condizione femminile in Libia, definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 9 anche mettendo a disposizione l’esperienza maturata nell’ultimo anno attraverso la creazione di un apposito gruppo parlamentare di contatto, come quello che ho l’onore di presiedere con le donne afghane: la presenza di trentatré donne fra i componenti del Parlamento di transizione e di sei tra i sessanta costituenti, rappresentano dei primi segnali positivi dai quali si deve ripartire per rifondare un nuovo patto sociale inclusivo per la nuova Libia democratica. Non è casuale che il ruolo cruciale svolto dalle donne nel processo di transizione in Libia sia stato esplicitamente menzionato nelle conclusioni adottate in occasione della Conferenza Internazionale sul sostegno alla Libia svoltasi a Roma lo scorso 6 marzo e che recitano testualmente: “ Recognizing the critical role played by women in Libya’s revolutionary transition, Libya and international partners stressed the importance of full participation of women in Libya’s national decision-making process and in the establishment of national institutions at all levels.” Se, come ha giustamente sottolineato il nostro Ministro degli Esteri in occasione di quella Conferenza, “il problema della Libia non è militare ma principalmente politico, se la comunità internazionale può aiutare un processo di riconciliazione ma non sostituirsi ai protagonisti libici, allora è essenziale che tra questi protagonisti ci siano in prima fila le donne, le più pronte e le più interessate a costruire un futuro di pace e di democrazia per loro e i loro figli”. 9 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 10 gli interventi istituzionali Min. Plen. Mauro Conciatori Vicedirettore Generale della Direzione Affari politici e di Sicurezza del MAE 10 “Il MAE ha ricevuto la presentazione di questo progetto che ci è subito sembrato interessante e da sostenere perché si sposava bene con le linee direttrici della nostra azione in questo momento in Libia e più in generale nel Mediterraneo e perché prendeva in considerazione la Libia, priorità nella politica estera italiana, sottolineata dalla geografia e rafforzata da vincoli storici e culturali e da debiti morali iscritti nelle psicologie di entrambi i paesi. La nostra azione nel Mediterraneo cerca di partire da una analisi di quello che sta avvenendo in Libia e nei paesi del Mediterraneo in transizione. Noi pensiamo che nei Paesi della riva Sud del Mediterraneo sia in atto una trasformazione epocale innescata dal cambiamento di elementi demografici ed educativi e che si tratta di un processo che si scrive nella durata di cui non sarà possibile tirare un bilancio prima di molti anni e i cui esisti sono impregiudicati. Per questo motivo all’azione governativa e diplomatica noi cerchiamo di coniugare un’azione fatta attraverso la società civile, per potere fare in modo di contribuire, analizzare e capire questi profondi cambiamenti che sono in corso ricorrendo alle forze reali che li hanno messi in movimento e che hanno la possibilità di dargli una direzione. A livello governativo ci impegniamo per cercare di mettere i nuovi paesi in via di transizione nelle migliori condizioni di gestire il bene comune, senza intrometterci nelle dinamiche di politica interna, ma cercando di metterli in condizione di crescere in autonomia. Cerchiamo di fare appello alle forze vive della società italiana, alla società civile, ma anche al mondo produttivo, alle istanze partitiche, parlamentari, al mondo dell’informazione, alle autonomie locali, le regioni e i comuni, affinché avviino questa interazione che ci aiuti a comprendere dove vanno i paesi della riva sud del Mediterraneo per dare loro qualche chiave, qualche scambio di esperienza. La società civile per noi è attore centrale, chi si sforza di interessarsi al ruolo delle donne, fa un’azione meritevole perché si tratta di una delle definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 11 grandi forze capaci di contribuire al salto di questi paesi verso formule sociali più aperte ed economie sempre più efficaci. Sono curioso di conoscere percorsi professionali ma anche personali delle amiche libiche, avere da loro il polso della situazione per capire dove va e dove dovrebbe andare il loro Paese, e come il nostro Paese può contribuire ad aiutarlo in modo concreto e reale. Le donne libiche sono consapevoli che la problematica dei diritti femminili è parte di un cambiamento epocale che la Libia è chiamata ad affrontare che comporta la redazione di una nuova Costituzione, la legittimazione reciproca delle forze politiche e sociali, la nascita di una dialettica istituzionale corretta e completa. Animate da un forte senso di appartenenza ad un’unica comunità nazionale denunciano la difficile condizione di sicurezza, il divario territoriale, la debolezza delle istituzioni statali, l'urgenza del disarmo delle milizie, il valore dell’istruzione, il timore dell’incapacità di applicare correttamente le leggi ma senza ignorare la gradualità necessaria per questo processo. Come operatori istituzionali di politica estera interessati alle mutazioni nei paesi della riva sud del Mediterraneo, in particolare in LIbia, riteniamo che il successo dei processi di transizione dipenda dalle azioni di dialogo fra i vari segmenti della società tese a facilitare il percorso di stabilizzazione e modernizzazione;in questo il ruolo del Parlamento è fondamentale e giustifica pienamente la richiesta delle donne per la rappresentanza percentuale garantita. Attori del dialogo sono i partiti, cruciali per il funzionamento dello stato democratico, le organizzazioni sindacali, imprenditoriali, le autonomie locali ma anche le associazioni non governative che promuovono incontri tra esponenti qualificati della società libica, come in questa occasione, e consentono una diversa e più profonda compresione del radicamento storico di alcune problematiche. L'impegno del Governo italiano si è concretiz zato nell’organizzazione della Conferenza Internazionale sulla Libia che si è svolta lo scorso 6 marzo a Roma con la partecipazione di una delegazione inclusiva di tutte le diverse sensibilità libiche in modo che le diverse componenti potessero recepire il sostegno internazionale nel processo di transizione e assumersi al contempo la responsabilità di rispondere alle richeste per accelerarlo. Dopo la conferenza, che ha visto la partecipazione dei ministri di 40 paesi, il congresso ha stabilito una nuova road-map istituzionale, individuato una data per le elezioni parlamentari, aperto un dialogo con le minoranze etniche. La nuova Libia ha bisogno di un nuovo contratto sociale, di mettere intorno allo stesso tavolo tutte le forze che vedono la necessità, l’utilità 11 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 12 gli interventi istituzionali di una cornice unitaria affinchè il paese possa aspirare alla democrazia, solo una massa critica può isolare le forze antisistema, i terroristi e quanti hanno interesse a mantenere il caos per tornaconto politico o economico. Credo di aver individuato nelle donne libiche una forza determinata e concreta, nocciolo di quella massa critica in grado di creare una società moderna, coesa, prospera ed di allontanare lo spettro della somalizzazione”. Andreina Marsella Vice Capo Missione Ambasciata d'Italia a Tripoli 12 “è un piacere per me essere qui, in rappresentanza dell’Ambasciatore, all’apertura di questo importante seminario organizzato da Minerva e da Law International su una strategia collettiva per i diritti delle donne. L’Italia crede fermamente nel ruolo delle donne nella società così come in una collaborazione proficua con la Libia con l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle donne libiche nella società. Soprattutto nell’attuale periodo di transizione politica che la Libia sta affrontando, il contributo delle donne può essere molto significativo ma affinché le donne possano giocare il loro ruolo devono essere messe nelle condizioni di farlo e pertanto devono avere la possibilità di agire nel contesto economico, sociale e politico del loro Paese, così come devono avere la possibilità di sviluppare le loro capacità e le loro attitudini. Per questo sono particolarmente lieta di constatare che ambedue questi aspetti: far in modo che le donne possano agire nel loro Paese e aiutarle a sviluppare le loro capacità e le loro attitudini, saranno trattati durante i due giorni del seminario. Il problema della violenza contro le donne è un definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 13 tema trasversale, nessun Paese né in Europa, né nel Mediterraneo ne è esente. In Italia siamo arrivati a coniare la parola “femminicidio”, tanto è diffuso il fenomeno; Per prevenire la violenza contro le donne sono importanti le attività volte a rendere le donne consapevoli dei loro diritti e la creazione di una rete di assistenza e di protezione nei confronti delle donne che abbiano subito violenze. Per queste ragioni è importante il lavoro che farete in questi due giorni di seminario, durante i quali il tema della violenza contro le donne verrà trattato proprio da queste prospettive; La Libia sta facendo dei passi avanti, con la recente approvazione del decreto che equipara i crimini contro le donne ai crimini di guerra; L’Italia anche in questo momento di transizione rimane accanto alla Libia, con progetti come il progetto Ara Pacis e il progetto a favore del reinserimento delle famiglie delle vittime di Abu Slim. Ringrazio nuovamente Minerva e Law International per aver organizzato questo seminario e per l’opportunità che mi viene data di presenziare alla sua apertura. Vi auguro buon lavoro e sono certa che questi due giorni di attività saranno molto proficui per affermare ancora una volta i diritti delle donne nella società”. Abdulrazag Abara Vice Ministro della Cultura e della Società Civile “Vi è bisogno di un’autentica interpretazione islamica, la donna deve emergere, avere i diritti che le spettano e questo lo deve strappare con l’impegno perché i diritti non vengono mai da soli. C’è un fortissimo legame fra Italia e Libia, il Governo transitorio deve affrontare una situazione difficile in cui bisogna correggere gli errori imparando anche dal Paese esperienza italiana. Occorre lavorare insieme, perché non riconoscere i diritti delle donne in Libia, significherebbe fallire tutti”. 13 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 14 gli interventi istituzionali Rubens Piovano Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Tripoli 14 “L’Istituto Italiano di Cultura di Tripoli si sente particolarmente orgoglioso di aver fattivamente collaborato alla realizzazione del seminario organizzato con successo dalla Società Minerva e da Law International a Roma lo scorso marzo, e ancor più di aver reso possibile questo secondo incontro che inizia oggi a Tripoli, dove saranno analizzati approfonditi e discussi i risultati delle giornate romane. L’intero programma è finanziato con fondi del nostro Ministero degli Affari Esteri e si iscrive nell’azione di cooperazione che il nostro Paese attua verso la nuova Libia, ma l’Istituto che dirigo ha ritenuto che i temi e i problemi sul tappeto, sia pure affrontati sul versante giuridico e sociale, fossero anche di natura culturale. Le donne libiche possono dare un decisivo e sostanzioso contributo al risveglio culturale di un Paese che ha sofferto una deprivazione lunga 42 anni, con biblioteche chiuse, festival soppressi, sale di cinema e teatri chiusi, libri e strumenti musicali bruciati, poeti e scrittori perseguitati, l’apprendimento delle lingue straniere osteggiato. Nel corso dei 22 mesi che ho trascorso in Libia, mi ha fatto piacere sentire la voce di poetesse libiche nel tour che abbiamo fatto con i poeti internazionali, mi ha fatto piacere sapere di gruppi musicali femminili, mi ha fatto piacere vedere che c’era una maggioranza di ragazze tra gli studenti che hanno seguito i nostri seminari sull’arte murale. Certo potevano essere ancora più numerose, ma c’erano. Ma è una scelta culturale, e non solo politica, quella di favorire la parità di genere, che come recita una pubblicità governativa televisiva in Italia aumenta la creatività e il dinamismo dei consigli di amministrazione delle società pubbliche e private, aprendo nuove prospettive a tutta la società. Saluto dunque con ammirazione le donne libiche presenti oggi, che hanno avuto la forza e il coraggio di essere presenti, i nostri preziosissimi collaboratori Murad Heloni e Farida Haggiagi, l’eccellente lavoro svolto da Pierluigi e Riccardo Severi e da Laura Guercio, e concludo prendendo a prestito le parole pronunciate dall’Ambasciatore tedesco poco tempo fa a Tripoli: le rivoluzioni possono abbattere i muri che ci dividono, possono definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 15 abbattere i dittatori che ci opprimono, ma la vera rivoluzione deve avvenire nelle nostre teste e nei nostri cuori. Questa è senz’altro la strada che le donne libiche sapranno percorrere, il futuro di questo Paese sta anche nelle vostre mani”. Giorgio Spangher Preside Facoltà di Giurisprudenza Università La Sapienza “Buongiorno a tutti e grazie della vostra presenza. Sono particolarmente lieto di ospitare questo evento all’interno della Facoltà di Giurisprudenza. Inizio col dire che i miei rapporti con la Libia si intensificheranno nei prossimi giorni, sarò a Tripoli per un incontro che è stato organizzato nell'ambito della promozione e dell'evoluzione del sistema giudiziario in Libia, partendo proprio da un confronto con l'esperienza italiana. Io non sono mai stato in Libia e questa è una prima occasione di contatto che approfondirò direttamente nel territorio. In qualità di preside sono lieto di aver accolto l'invito a ospitare questa iniziativa per vari motivi: ci tengo che la facoltà riconquisti una sua centralità nella presenza culturale, questa non è un’iniziativa che nasce dai docenti, ma da alcuni amici che ringrazio e che mi hanno chiesto di ospitare questo evento e io l'ho fatto ben volentieri perchè credo che l'istituzione pubblica, se possibile e quando l'iniziativa è qualificata e si colloca in un contesto omogeneo e in questo senso la condizione giuridica attiene alla facoltà, deve aprirsi, deve crearsi le condizioni per diventare sede di dibattito e promozione, anche se quello che viviamo è un momento di difficoltà economica. La Sapienza, in quest'ottica, cerca di conquistare un ruolo centrale che superi quelle che sono le mere esposizioni della ricerca universitaria in senso stretto per assumere una dimensione più ampia. Sono per questo lieto di ospitare questo evento perchè ritengo abbia un significato profondo, credo che l'evoluzione femminile sia veramente l'elemento fondamentale per l'evoluzione dell'intera società nella quale si colloca. L'evoluzione dei comportamenti, dei modelli pur nella conservazione delle tradizioni, è un elemento che favorisce lo sviluppo del Paese e della democrazia. Vi ringrazio della vostra presenza che fa molto piacere alla Facoltà”. 15 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 16 gli organizzatori Pierluigi Severi Capoprogetto Minerva 16 L’idea guida del progetto su “La condizione giuridica e sociale delle donne in Libia” la sintetizzo così: “ Un cambiamento e uno sviluppo vero non avverrà nel mondo senza un cambiamento essenziale della condizione femminile”. l’obiettivo generale su cui si fonda il Progetto, di cui questo Seminario è parte, è affermare la parità tra donna e uomo come principio fondante della democrazia; l’obiettivo specifico è realizzare un programma di scambio formativo e di azioni utili ad una concreta traduzione dei diritti delle donne libiche in leggi e norme, nella difficile fase di transizione democratica che la Libia sta attraversando. Minerva, titolare del progetto insieme a Law Int, è una no profit impegnata da 30 anni sul tema dei diritti delle donne: nei decenni ha seguito, partecipato e favorito la grande mutazione della condizione femminile in Italia, le conquiste vertiginosamente ottenute in Italia e in Europa; in questi anni sta affrontando i rischi ed è impegnata a rimuovere gli ostacoli che l’uguaglianza donnauomo incontra ancora in Italia, in Europa, e laddove sono più forti le discriminazioni nel Mondo. Forte di questa pluriennale esperienza, e in collaborazione con l’associazione Law Int., realizza progetti di formazione e scambio di conoscenza nei paesi arabi, con il sostegno della DGAS del MAE. Ci tengo a sottolineare la parola “ Conoscenza”: essa è il nostro focus. Come diceva Norberto Bobbio, massimo filosofo italiano del diritto e della politica degli ultimi cinquant’anni, la CONOSCENZA è gioia di dialogare. La conoscenza è la più potente energia per costruire nuove opportunità, nuove solidarietà tra le persone e i popoli, energia necessaria per dare impulso alle spinte di cambiamento della società. In questo seminario, relatrici e relatori di entrambi i Paesi, si scambieranno esperienze e, appunto, conoscenza. Un’ultima osservazione. Il maggiore ostacolo al processo di costruzione della democrazia, nelle fasi di difficile transizione democratica- come è il caso della Libia-, si chiama instabilità e, con essa, la “paura”. Ma, ricordiamoci, dietro la paura si nasconde anche un grande senso di responsabilità e una grande speranza nel futuro. è su questo senso di responsabilità e su questa speranza che il popolo libico, le donne libiche, la comunità internazionale e l’Italia devono fare leva e agire, anche attraverso progetti come il nostro, per il riconoscimento e la protezione dei diritti umani, civili e sociali. Tra questi, in primo luogo, la piena partecipazione delle donne alla vita economica, sociale e democratica della Libia; la fine di ogni violenza e discriminazione contro le donne; l’incoraggiamento di ruoli di leadership femminile. definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 17 Laura Guercio Responsabile scientifica e “Vorrei, come mia abitudine, fare solo alcune brevi Presidente LAW Intenational considerazioni introduttive di carattere generale, essendo poi molto più interessata al lavoro che più mi appartiene e piace, ossia coordinare il lavoro di approfondimento sulla condizione giuridica della donna in Libia e lo scambio tra l’esperienza italiana e quella delle donne libiche che lottano per affermare i loro diritti, finalizzato a dare sostanza al contributo di noi italiani.Un contributo utile a individuare un terreno concreto di proposte e iniziative legislative, culturali, costituzionali che serva alle donne libiche a proseguire la loro azione nella travagliata e ancora incerta transizione democratica in Libia. Sinteticamente, ecco le quattro considerazioni. 1. L’affermazione dei diritti delle donne è una questione universale che, nel rispetto delle diversità delle culture, storie politiche, religioni, presenta tuttavia lo stesso impegno e le stesse tematiche in ogni realtà sociale del mondo. 2. Non siamo qui, pertanto, a insegnare, ma a condividere le stesse “battaglie” sia pure nella consapevolezza che i traguardi raggiunti e i punti da cui partire sono diversi, e che i metodi per raggiungere l’uguaglianza tra donna e uomo devono essere contestualizzati tenendo conto delle differenti realtà nazionali e talvolta anche interne ad ogni Stato. 3. Tanto è vero che anche in Italia il tema delle donne e del riconoscimento dei loro diritti e della loro dignità è un tema che accompagna la storia del nostro Paese fino ai giorni nostri. Si possono fare una serie di esempi: il delitto d’onore abolito solo nel 1984; il reato di violenza sessuale che solo dal 1996 è reato contro la persona fisica e non contro la morale; il dibattito sulla proposta delle “quote rosa” bocciata recentemente in parlamento; l’esigenza di una legge specifica sul femminicidio recentemente approvata; l’esigenza di una legge specifica sullo stalking. Qui mi fermo con gli esempi. 4. Scopo del progetto, in tutte le sue fasi attuative, è dunque creare uno scambio di esperienze di alto contenuto tecnico e scientifico in materia giuridica tra esperti e rappresenti della società civile dei nostri due Paesi. Non mi resta che augurare a tutti noi buon lavoro”. 17 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 18 il percorso del progetto Riccardo Severi, Project Manager Minerva e Ms Hend Saki, Member of the Libyan Women's Forum Nel rispetto dell’impegno assunto dal Governo italiano, il progetto “La condizione giuridica e sociale delle donne in Libia”, sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri, promosso e organizzato da MINERVA, la società cooperativa con esperienza trentennale sulle tematiche femminili nazionali e internazionali, in collaborazione con LAW International, onlus di avvocati e professionisti dei diritti umani e civili, nasce con l’obiettivo di contribuire alla creazione delle condizioni politiche e sociali per la rinascita della Libia, in cui il ruolo culturale e politico delle donne è fondamentale, e per aiutare il popolo libico a definire un nuovo patto sociale per costruire insieme un progetto democratico nazionale di larga condivisione politica. 18 Il Progetto, come prima indicato, è stato preceduto da un’intensa attività di ricerca e raccolta della documentazione legislativa, normativa, giuridica e sull’evoluzione storica dei diritti delle donne in Italia e in Europa, e del quadro di riferimento politico e sociale al fine di evidenziare le criticità/potenzialità nella difficile transizione democratica libica; ricerca coordinata da Laura Guercio, presidente Law Int. e responsabile scientifico del progetto, e da Pierluigi Severi, capoprogetto. definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 19 Ne è seguita la missione del dott. Riccardo Severi, project manager Minerva, e dell’avv. Laura Guercio su indicazione dell’Ambasciatore S.E. Giuseppe Buccino Grimaldi, dopo aver attentamente valutato le condizioni di sicurezza. Due soli giorni di permanenza “blindata” nell’Hotel Al Waddan durante i quali, grazie alla collaborazione delPaeseAmbasciata e al coinvolgimento del prof. Rubens Piovano, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Tripoli, per la Sua competenza ed esperienza della realtà libica, sono stati avviati contatti e incontri con numerose donne rappresentanti della società civile, del settore giustizia, delle istituzioni per definire le tematiche dei due Seminari, il primo a Roma, poi svoltosi il 19 e 20 marzo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza, il secondo a Tripoli nei giorni 14 e 15 maggio 2014. Laura Guercio, Presidente di Law International e Ms Hend Saki 19 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 20 l’incontro con le donne libiche 20 A precedere i due giorni di Seminario che si sono svolti il 20 e 21 Marzo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma, c’è stato un incontro con le relatrici libiche esponenti della società civile che si è svolto mercoledì 19 marzo alle ore 19.00, presso la Sala Cristallo dell’hotel Nazionale di Roma. Alla presenza del Min. Pl. Mauro Conciatori, Vice Direttore Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza del MAE, 10 donne libiche, tra cui una candidata a primo ministro, giudici, avvocati, presidenti di definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 21 a Roma associazioni femminili e imprenditrici, hanno dato vita ad un vivace e interessante dibattito sulla situazione politica, coordinato da Sarina Biraghi, condirettore del quotidiano IL TEMPO e Marco Clementi, giornalista del TG1 RAI, entrambi esperti della realtà libica per esperienza professionale e personale, come loro stessi hanno raccontato. Due ore di dibattito hanno permesso di conoscere attraverso le testimonianze dirette delle donne libiche il fondamentale ruolo che svolgono nella difficile fase di transizione democratica nel loro Paese. 21 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 22 l’incontro con le donne libiche Marco Clementi Redazione Esteri Tg1 RAI “Io la Libia l’ho scoperta nel periodo più difficile, ci sono stato 4 volte durante la Rivoluzione: 40 giorni a Bengasi sul fronte dei ribelli a febbraio del 2011, poi ci sono tornato ad agosto, poi ancora a Misurata quando è stato ucciso Gheddafi, infine l’anno scorso per cercare di capire cosa sta succedendo in questo Paese. Io faccio il giornalista sul campo, lavoro con le immagini, non sono un’analista cerco di raccontare quello che vedo. Per questo vi mostrerò un video, perché voglio mostrarvi cos’era la Libia nel 2011. Sono tornato qualche mese fa per cercare di capire la Libia di ora e sono stato a Misurata. Per questo sono curioso di ascoltare voi e le vostre testimonianze”. 22 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 23 a Roma Sarina Biraghi Condirettore del quotidiano IL TEMPO “Sono molto contenta di essere qui perché la Libia è un Paese al quale sono molto legata: io sono tornata dalla Libia esattamente 30 anni fa il 27 aprile 1984, dopo aver vissuto in Libia 5 anni. Non abitavo a Tripoli ma a Sebha, nel cuore della Libia, giovanissima con una bambina piccola, un marito ingegnere, direttore dei lavori di un aeroporto militare voluto da Gheddafi, un’esperienza entusiasmante. Ero una studentessa di architettura, non ancora una giornalista, li ho iniziato a lavorare in un’impresa edile italiana, ma non mi bastava, ho deciso di mettermi in gioco nell’ufficio di ragioneria, facevo le buste paga per gli operai e quindi ho imparato l’arabo e a confrontarmi con loro. La cosa più entusiasmante per me è stata di sicuro l’amicizia con le donne di quel territorio cosi lontano dalla città. Sono stata a Tripoli poche volte, ci sono tornata nel 2007, 7 anni in cui sono successe tantissime cose, fondamentali per i Paesi che hanno vissuto questa Primavera che 30 anni fa sembrava impensabile. In Libia ho lasciato un pezzo di cuore e la cosa che mi ha entusiasmato a partecipare questa sera è che vorrei sentire dalle vostre voci quanto è cambiata, quanto potrei ritrovare tornando a Sebha e quanto voi donne di Tripoli e della Libia vi sentite più vicine all’Italia, all’Europa, alle donne che possono fare quello che vogliono, almeno in apparenza. Perché, per fare un esempio, qui in Italia ci sono stati tre giorni di discussione 23 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:29 Pagina 24 l’incontro con le donne libiche sulla parità di genere, ci sentiamo emancipate ma anche noi dobbiamo conquistare tanto. Vorrei sentire da voi quanto siete fiere di quello che avete raggiunto, quanto la vostra nazione è vicina alla donne e quanto vi dà spazio”. Amal Al-Taher El Haj Prime Minister Candidate, Free Communications Development org - Board Director 24 “Cosa vi aspettate da una popolazione che ha vissuto 43 anni di dittatura? I nostri giovani sono entrati in battaglia e nessuno ha avuto cura per loro, per le conseguenze, per quello che è successo. Gheddafi faceva finta di difendere la donna ma in realtà lui ha creato una discriminazione molto profonda e radicata, non credeva affatto nell’emancipazione della donna, l’ha usata come alibi per un modernismo solo di facciata, per fare propaganda davanti al mondo e dare di lui l’immagine di un dittatore aperto, ma lui i odiava le donne. La prima marcia di rivoluzione a Benghasi è stata guidata dalle donne e nella parte iniziale della Rivoluzione lo sforzo delle donne era stato apprezzato da tutti, noi libici volevamo liberarci da Gheddafi. Quello che viviamo oggi dipende da molti fattori, da molte cause. La donna adesso deve ritrovare il suo posto perché ancora non ce l’ha, quando avremo un ruolo potremo fare di più, la società civile è delle donne, ma molte donne non ne hanno ancora consapevolezza. Noi ab- definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 25 a Roma biamo organizzato un tour nel Paese e da questa esperienza posso dirvi che molte donne non conoscono i loro diritti, cosa spetta loro e quando glielo spieghiamo si “svegliano” e trovano la forza di rivendicarli. Le donne non sono diverse, dal punto di vista di pensiero hanno le stesse aspirazioni, la sola differenza è che ce ne sono alcune più preparate, e molte povere, analfabete, non possiamo pretendere adesso che tutti rivendichino le stesse cose, quando c’è molto da fare. Io mi sono candidata alla Presidenza del Consiglio e la mia candidatura è tuttora in esame. Le donne guidano la società civile in Libia ma molte non hanno ancora consapevolezza, cultura. Prima della rivendicazione politica la donna deve ottenere pari opportunità sociale, economica, personale. Posso fare un esempio: la discriminazione inizia dai libri dove nella descrizione della giornata il papà lavora, la mamma cucina, la figlia lava i piatti e il fratello si siede. Questo è un modo di inculcare una visione distorta e discriminatoria del ruolo della donna. Nei primi due anni post rivoluzione la donna ha ottenuto dei traguardi, ma nell’ultimo periodo è tornata indietro, come se la donna avesse cominciato a dimenticare l’importanza del suo ruolo; lo dobbiamo ricordare. è in corso un tentativo di oscurare il ruolo della donna, chiunque ha seguito la rivoluzione sa che il primo anno post rivoluzione il suo ruolo era molto forte, ora è come se le Nazioni Unite, la comunità internazionale si fossero fermati a guardare, osservare. Non serve fare workshop di chiacchiere, perché alla fine non rimane niente, non rimane una sensibilizzazione della stampa. Dopo tre anni posso dire che purtroppo per me siamo fermi, la società internazionale fino a un certo punto ha appoggiato la donna libica e poi l’ha lasciata da sola. Mi è capitato di sentirmi dire: “Lei dice cose giuste, peccato che sia una donna”, questo dimostra a che livello siamo. Adesso c’è una linea unica fatta da uomini, io dico che noi abbiamo di due linee parallele perché insieme dovremmo costruire. Le donne devono conoscere i loro diritti, poi devono essere unite nel rivendicarli e noi donne libiche, in questa fase, siamo assetate di diritti e di sapere cosa ci aspetta, sappiamo che il nostro futuro non è solo cucinare o badare ai figli. Siamo in cammino, è un cammino lento, ma dobbiamo andare avanti”. 25 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 26 l’incontro con le donne libiche Samira El Masoudi President of The Lybian Women Union, Tripoli 26 “Sono Presidente dell’Unione delle Donne libiche di Tripoli, grazie al Ministero degli Affari Esteri e all’organizzazione per l’ospitalità a Roma. Prima della Rivoluzione in Libia c’erano leggi che garantivano i diritti delle donne, ma non c’era l’applicazione di quelle leggi per colpa di un regime corrotto, che la donna libica ha rifiutato, perché il regime guardava la donna come un nemico. Non vi era politica, ma un regime. Durante la Rivoluzione la donna libica ha avuto un ruolo molto attivo, a fianco dell’uomo, ha partecipato a tutte le fasi della rivoluzione: è diventata la mamma del martire, la sorella del martire, la figlia del martire, la vedova del martire. Secondo le ultime statistiche tutte le associazioni nella società civile sono presiedute da donne. Per quanto riguarda la partecipazione politica, durante la dittatura non c’era, ma adesso la donna si candida al Parlamento, anche se non possiamo negarlo, la società continua ancora ad avere una visione che la considera un po’ meno dell’uomo nonostante la Libia abbia firmato il protocollo per combattere ogni forma di discriminazione. Per questo nella fase post rivoluzione dobbiamo puntare molto sulla Costituzione e per noi è importante che sia ben redatta perché in questo momento di vuoto di potere, la carenza di sicurezza ci spaventa ed è un incubo e la donna continua a lottare per rivendicare i suoi diritti. Dobbiamo considerare poi che ci sono estremismi religiosi, noi vogliamo che le donna sia tutelata, che possa scegliere di portare il velo ma la re- definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 27 a Roma ligione gioca un ruolo determinante. I conflitti armati continuano, la società è imbevuta di questa discriminazione e la donna finisce al centro di lotte e conflittualità”. Amera Masoud Elmajdob Judge “Ho lavorato come giudice istruttore soprattutto dopo la Rivoluzione, sono attivista dei diritti umani, vicina alla società civile, perché ritengo che la società civile possa svolgere un ruolo centrale, molto importante nella costruzione di uno Stato di Diritto. Dopo la Rivoluzione c’è un vuoto di potere, una situazione che ha ripercussioni specie nell’ambito politico e legale e anche a livello di sicurezza c’è una fase di transizione che è naturale nella fase post Rivoluzione. Oggi c’è una stampa molto vigile, si cerca di garantire i diritti di tutti, ma abbiamo bisogno di tempo. l’uomo, ancora maschilista, tende a considerare la donna inferiore come capacità, competenza, specie nel settore economico, sociale, politico. La donna invece è molto attiva nel settore medico. Dobbiamo cambiare la mentalità culturale, non solo occupare seggi in parlamento, ma cambiare mentalità. Deve passare il messaggio che, in tutti i settori sociali e in tutti i mestieri, la donna è capace tanto quanto un uomo. Occorre poi considerare che la società libica è molto differenziata, in Me- 27 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 28 l’incontro con le donne libiche ridione c’è più arretratezza, nel Nord siamo più libere, le donne del sud più oppresse e soggette alla tradizione. Le leggi sono li, ci garantiscono, dobbiamo fare in modo che siano applicate. Per questo è importante la Costituzione a garanzia dei diritti delle donne,oltre che di tutti, donne e uomini. Noi vogliamo diventare uno stato di diritto che rispetti la legge per uomo e donna” Hend Khaled Saki Member of the Lybian Women's Forum and candidate to CSO 28 “Voglio dire che non c’è frattura tra noi donne libiche, io ad esempio sono berbera, quindi faccio parte di una minoranza, ma questo è ciò che si percepisce da fuori, noi come libici non lo sentiamo. Le donne libiche non sentono nessuna differenza tra est, ovest, nord e sud. Il ruolo della donna è essere garante di unità nazionale e tra lo stesso popolo. Adesso però purtroppo c’è il linguaggio delle armi e le donne non hanno posto, dobbiamo aspettare che si superi questa fase. Nel nostro ultimo Forum abbiamo deciso che le donne si uniranno tutte insieme, ma bisogna avere le idee chiare, dobbiamo riempire questo vuoto, questo varco che divide la società. La nostra sfida maggiore è avere un ruolo importante per convincere gli uomini a unirsi. Le mi- definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 29 a Roma lizie hanno creato questa frantumazione, noi donne dobbiamo unirci e unire, senza armi tutto sarà possibile, perché sono le armi che ostacolano qualsiasi riconciliazione, qualsiasi unificazione. Chi ha le armi è forte, chi è forte non cede e tutto diventa una lotta di potere in cui si rifiuta l’unificazione”. Yolanda Zaptia Entrepreneur “Prima della Rivoluzione, sotto la dittatura di Gheddafi, non c’erano giornalisti né mezzi di informazione liberi, non c’era un punto di vista indipendente. La gente aveva un pensiero, ma non era possibile esprimerlo, tutti erano uniformati e dipendenti dallo Stato. Dopo la rivoluzione si stanno cercando spazi di libertà, le donne sono insieme, ma ci sono ancora gli uomini che vogliono dividere, ricreare quella dipendenza. Il problema per le donne è cambiare il punto di vista, avere fiducia nelle loro possibilità di fare cose nuove e sottolineo quest’aspetto perché ci sono molti attivisti, ma tanti non hanno la forza di parlare con voce più forte. Per questo ci vuole ancora tempo. Ci sono donne del sud della Libia che hanno vita differente rispetto a quelle del nord. Le donne di Tripoli, Misurata e Bengasi ad esempio sono più aperte, le altre devono lavorare nella direzione di avere più fiducia e sicurezza, che magari hanno ma ancora non riescono ad espimere completamente. 29 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 30 l’incontro con le donne libiche Dobbiamo procedere con calma, ci sono donne che hanno mariti, fratelli che si impongono con forza, ma che vogliono cambiare la condizione di subalternità. Per cambiare occorre avere una strategia intelligente. Il cambiamento richiede tempo, non fretta. Le donne più impegnate hanno un programma, sul loro esempio altre le seguiranno. Siamo in un momento di transizione da affrontare con calma e strategia”. Alham Ben Taboun Head of Public Relations at the Ministry of Informationan - Human Rights activist 30 “Fin qui avete parlato di molti argomenti, io vi dico che non ci sono divisioni, io sono berbera di origine, anche se sono nata e cresciuta a Tripoli, e vi dico che siamo misti ma uniti, non c’è una frantumazione ma è vero che c’è una mancanza di sicurezza. In Libia c’è sicuramente una mancanza di cultura generale, io per prima come cittadina ignoro i miei diritti e doveri. Prima della Rivoluzione, Gheddafi si era costruito un’immagine femminista, mi riferisco alle Amazzoni, voleva dare un’immagine moderna, ma lui era antifemminista. All’inizio della Rivoluzione le donne hanno avuto un ruolo chiave: mentre gli uomini combattevano, loro protestavano. Dopo la caduta del definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 31 a Roma regime, le milizie hanno preso terreno e le volevano far tornare ancora peggio della dittatura di Gheddafi, costringendo le donne a non uscire se non per sposarsi o per un funerale, ad uscire solo accompagnate. Nonostante dettami religiosi di questo tipo, la donna continua in modo testardo a andare avanti, a candidarsi in parlamento, a ricoprire le cariche, ma la comunità internazionale che prima era al nostro fianco, adesso ci ha abbondonati. Non solo le donne, ma anche gli uomini”. 31 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 32 il seminario di Roma La condizione giuridica e sociale delle donne in Libia Università “La Sapienza” 20-21 Marzo 2014 Il Seminario di Roma ha visto la partecipazione di un prestigioso panel di relatori esperti giuridici libici italiani ed europei, che hanno affrontato il tema dei diritti delle donne in Libia, partendo dall’evoluzione legislativa, dal sistema giudiziario civile e penale in Italia ed Europa e dalla realtà giuridica libica; i diritti civili e politici, l’evoluzione del diritto di famiglia, l’assistenza e la sicurezza della donna nel lavoro, la protezione penale contro le violenze. 32 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 33 Ad aprire la prima sessione Women and society: development in civil and political rights La donna nella società: evoluzione dei diritti civili e politici, Esra Said Mhanna, operation manager of Libyan Private Sector Development Institutions (LPSDI) Programme and member of Ong Phoenix, Amal Al-Taher El-Haj Prime Minister Candidate, Free Communications Development org - Board Director , Carlo Guglielmo Izzo, Avvocato e già Magistrato del Tribunale di Roma, Ersilia Francesca, docente di “Gender politics” presso il Dipartimento Asia, Africa Mediterraneo dell’Università di Napoli. Nella sessione si sono focalizzati gli sviluppi dell’affermazione dei diritti civili e politici delle donna in Italia e in Libia. Esra Said Mhanna ha fatto un excursus della situazione in Libia prima della Primavera Araba e di quello che sta vivendo attualmente la donna in Libia, mentre Amal Al Taher El Haj ha evidenziato il significato e le aspettative delle donne in Libia dopo la rivoluzione. L’Avv. Izzo ha tracciato un interessante quadro della storia delPaeseacquisizione dei diritti civili e politici delle donne in Italia, quadro poi ripreso dalla Prof.ssa Ersilia in riferimento all’Europa e ai paesi del Medio Oriente. 33 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 34 il seminario di Roma Nella seconda sessione Legal Status of women and the protection of their fundamental rights Status legale della donna e la protezione dei suoi diritti fondamentali , sono intervenute il giudice Amera Masoud Elmajdob, Marco Pivetti, Magistrato della Corte di Cassazione, Barbara Terenzi, Portavoce del Comitato nazionale per la istituzione della Commissione indipendente per i diritti Fondamentali. Amera Masoud Elmajdob ha rappresentato come la giurisprudenza in Libia, con le componenti e le influenze della sharīa, diversamente da ciò che comunemente si accredita, tenda a tutelare le condizioni delle donne e come una delle questioni principali in Libia sia la mancanza delPaeseeducazione e della formazione corretta della legge islamica. Il Dott. Pivetti ha fatto un excursus della giurisprudenza della suprema corte italiana e della corte costituzionale a tutela della donna. Infine, la Dott.ssa Terenzi, ha parlato dell’esperienza della società civile in Italia e di come questa lavora al fine di colmare il gap tra le previsioni legislative e i dati di fatto. definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 35 Nella terza sessione Women in politics: representation and influence of women, sono intervenute Samira El Masoudi, President The Libyan Women Union Tripoli; Sofia Amoddio, parlamentare italiana, Luca Alteri, dottore di Ricerca in Sociologia Politica presso l’Università degli Studi La Sapienza. Sono state esaminate e dibattute le questioni più specificatamente attinenti agli impedimenti che trovano le donne nell’assumere un ruolo importante presso le sedi istituzionali e i centri di poteri decisionali. Samira El Masoudi ha parlato della questione delle “quote rosa” in Libia, ripresa poi dalla parlamentare italiana Sofia Amoddio, che è intervenuta sull’importanza del ruolo della donna nelle istituzioni sottolineando come sia essenziale la presenza femminile per lo sviluppo sociale e culturale del Paese. Un intervento teso a valorizzare la centralità della figura femminile in politica, sottolineando come l’attuale Parlamento italiano sia il primo nella storia con un numero di elette così alto che alle donne sono stati affidati ministeri strategici, come esteri e difesa, e che alla presenza delle donne si deve la ratifica della convenzione di Instanbul e l’approvazione della legge sul femminicidio. Attraverso un breve excursus, ha richiamato alcune leggi che sono il risultato delle lotte 35 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 36 il seminario di Roma femminili fuori e dentro il Parlamento: la conquista del diritto al voto nel ‘46 e la partecipazione alla costituente. Fondamentale per il cambiamento della società italiana la legge del 1950 per tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri voluta dalle costituenti Noce e Federici, segno dell’importanza delle donne in politica che tuttavia, nonostante la legislazione prodotta a tutela della condizione femminile, non garantisce una effettiva parità, dalla quale siamo ancora lontani. Luca Alteri ha illustrato i percorsi e le problematiche di carattere sociologico che sono di ostacolo alle donne nell’ottenere ruoli di rilevanza nei centri di potere decisionali, con un excursus critico anche sulle Istituzioni europee, specificando che la rappresentanza femminile nella settima legislatura del Parlamento europeo è pari al 34,6%. Sicuramente poco, per quanto gli ottimisti evidenzino la tendenza positiva, dal momento che nel 1979 (primo Parlamento europeo) le donne erano il 16,6%. 36 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 37 Alla quarta sessione, Legal Status of Women in the family. Condizione giuridica della donna nella famiglia, hanno partecipato Hend Khaled Saki, member of Libyan Women’s Forum and candidate to CSO, Donatella Pavone, giudice dell’Ufficio delle Indagini preliminari del Tribunale penale di Roma, Maria Grazia Benedetti, giudice Corte di Appello di Roma, Simonetta Matone, magistrato, Capo Dipartimento per gli Affari di Giustizia del Ministero di Giustizia. Hend Khaled Saki ha svolto un toccante intervento illustrando come le donne in Libia siano ancora oggetto di violazioni, abusi e limitazioni, anche a causa di una mancanza di protezione legislativa e giudiziaria. Simonetta Matone ha presentato un excursus sui diritti civili e politici delle donne in Italia con accenni al sistema penale. Donatella Pavone ha sviluppato il tema della tutela penale delle donne in Italia, con riferimento alle ultime legislazioni sullo stalking e sul femminicidio, mentre Maria Grazia Benedetti ha relazionato su come in Italia le norme penali sostanziali trovino una applicazione a livello processuale. 37 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 38 il seminario di Roma Il secondo giorno di seminario si è aperto con la sessione: Women and the labor market: safety and social care security- La donna nel mercato del lavoro: sicurezza ed assistenza sociale, nel corso della quale hanno preso la parola Adela Suliman, avvocato e codirettrice dell’International Women in Libya (IWIL), Yolanda Zaptia, imprenditrice, Antonella Marsala Capo Progetto del Programma “La Femme” per la gestione della conciliazione lavoro - famiglia- Italia Lavoro/Ministero del Lavoro, Elena Boghetich Giudice della II sezione lavoro del Tribunale di Roma. Adela Suliman è intervenuta sulla legislazione lavoristica in Libia e sulle norme legislative che affermano una parità di trattamento tra uomo e donna, sebbene poi non applicate nella pratica. La sua analisi della donna nel mercato nel lavoro è partita dal confronto tra due censimenti: quello del 1973 in cui la partecipazione 38 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 39 economica del mondo femminile nel mercato del lavoro rappresentava il 3% rispetto al 37% degli uomini, dunque, una percentuale molto bassa; e quello del 2013 che attesta che c’è stato un aumento, con le donne che hanno raggiunto il 43%, rispetto al 66% degli uomini. La percentuale della forza lavoro femminile resta bassa, ma ha registrato un sensibile aumento da cui si può partire. Yolanda Zaptia ha raccontato la sua esperienza personale come occidentale, sposata a un uomo libico, e come imprenditrice in Libia nell’ambito dell’informazione, sottolineando come per i media sia un momento di grande difficoltà, poiché ci sono gruppi che vogliono oscurare la verità. Tanti giornalisti sono morti, altri sono minacciati, a lei viene intimato di chiudere l’ufficio e non parlare in pubblico perché chiudere la bocca a chi vuole raccontare 39 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 40 il seminario di Roma la verità è un modo di arrestare il cammino verso la libertà e far tornare la Libia indietro nel tempo. Antonella Marsala ha aperto il suo intervento facendo notare come anche in Italia, i tassi di occupazione non siano molto diversi da quelli libici: in Italia la media nazionale è del 50% per le donne, del 70% per gli uomini. Ben 20 punti di differenza, considerando che in alcune aree del Paese le donne che lavorano sono sotto al 35%, specie nel mezzogiorno, ne emerge un quadro preoccupante con alcune regioni che sono molto in ritardo; Elena Boghetich ha rappresentato le difficoltà delle donne lavoratrici in Italia nel conciliare il lavoro con la famiglia e la relativa normativa sostanziale e processuale a loro tutela. 40 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 41 Nella seconda sessione The role of education and communication in the process of aff irmation women’s civil and fundamental rights. Il ruolo dell’educazione e dell’informazione nel processo di affermazione dei diritti civili e fondamentali della donna, sono intervenute Ahlam Ben Taboun, Direttore delle relazioni pubbliche del Ministero dell’Informazione e attivista per i diritti umani; Girolamo Lanzellotto, Presidente del Tribunale di Terni e Raffaele Federici, Professore di Sociologia dei processi culturali e della comunicazione, Università di Perugia Ahlam Ben Taboun ha raccontato la sua storia personale di attivista per i diritti umani minacciata di morte in Libia per il suo attivismo, rappresentando le difficoltà in Libia di poter parlare liberamente e di poter fare formazione ed educazione sui diritti umani. Ha sottolineato come nel periodo post rivoluzione, ci siano ancora alcune aree, specie nel sud, in cui è proibito alle ragazze di recarsi a scuola e siano ancora tantissime quelle vittime dei gruppi di estremisti religiosi che vogliono imporre loro di coprirsi il capo col velo, tanto che quelle che si rifiutano di indossarlo vengono espulse da scuole e università. Il tema della formazione e dell’educazione in Italia è stato affrontato da Girolamo Lanzellotto da un punto di vista normativo, con particolare riferimento a una vera e propria rivoluzione normativa nell’ambito del nostro diritto di famiglia, quella cioè che davanti alla legge ha equiparato la posizione dei figli nati al di fuori del matrimonio rispetto a quella dei figli nati 41 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 42 il seminario di Roma all’interno del matrimonio. Grazie a questa “rivoluzione” normativa, oggi non è più consentito di parlare di figli legittimi e figli naturali, si parla solo di figli. Il Prof. Federici ha parlato dei diversi modelli educativi in Italia e in Europa partendo dalla considerazione che nelle nostre società manca “amore”. Un intervento volto a valorizzare l’importanza di questa componente affettiva troppo spesso sottovalutata nei sistemi educativi, sottolineando, invece, come l’amore sia una chiave educativa fondamentale, perché senza non è possibile produrre una vera lotta per il riconoscimento sociale di qualsiasi diritto, soprattutto delle donne. Vocazione e amore sono le due chiavi affinché nessun bambino, nessun adulto rimanga indietro. Il percorso deve essere quello delPaese“inclusività” perché è l’unico modo che ci consente il confronto con l’altro; il riconoscimento dell’altro è possibile soltanto attraverso questo passaggio obbligato. Nella terza ed ultima sessione del secondo giorno, Protection and 42 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 43 health care of women - Tutela e assistenza sanitaria della donna, sono intervenuti Ibtesam El Oreibi, dal febbraio 2012 direttore dell’Ufficio Legale del Medical Center di Bengasi. Precedentemente, dal giugno 2011, consulente legale del Ministero della Salute – Medical Council, Giulia Malpica, medico Ginecologo, referente Consultorio Roma E, Rocco Agostino già Primario Pediatria e Neonatologia Ospedale Fatebenefratelli di Roma, docente presso le Scuole di Specializzazione in Pediatria delle Università “Tor Vergata” e “La Sapienza” di Roma. Ibtesam El Oreibi ha parlato delle forme di tutela sanitaria della donna in Libia, mentre la dott.ssa Malpica ha spiegato il funzionamento e lo scopo dei Consultori in Italia. Infine il prof. Agostino è intervenuto sui sistemi di tutela sanitaria delle donne nella loro dimensione genitoriale. Durante tutto il seminario, ogni sessione ha visto un acceso dibattito tra esperti italiani e libici e domande e interventi da parte del pubblico, in prevalenza studenti universitari. 43 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 44 il seminario di Tripoli Cooperazione tra Italia e Libia sui diritti delle donne attraverso una strategia comune 14-15 maggio 2014 Il Seminario, che si è tenuto a Tripoli lo scorso maggio, ha integrato e approfondito alcuni temi sulla condizione della donna in Libia affrontati nel Seminario di Roma, in particolare: la questione della quote e la partecipazione delle donne in politica; l’importanza di “educare” alla liberta’, fondamentale e necessaria in un contesto in cui per tanti anni i cittadini non hanno avuto libertà e non hanno maturato la concezione di libertà individuale, che li ha portati a restare legati a consuetudini, idee e cui sono abituati in modo acritico: la richiesta di una partecipazione delle donne che riguardi tutti i settori e tutti i livelli: la consapevolezza che la conquista dei diritti e di una partecipazione concreta e reale necessita di ulteriori battaglie perché la caduta del regime non cancella tutti i limiti e le discriminazioni di una società che resta culturalmente maschilista. 44 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 45 Il Seminario si è aperto con la prima sessione Libyan women: between the Mediterranean and the Maghreb; Samira Ali El Elazzab, Legal adviser at the Ministry of Oil and Gas, nel precisare l’importanza di considerare la Libia come area del Mediterraneo, a tal punto da proporre un esplicito richiamo in Costituzione, ha focalizzato l’attenzione sulle armi e le migrazioni illegali come tra i più gravi problemi, per il cui contrasto occorre fare pressione sul governo per rafforzare i punti di frontiera anche con la partecipazione delle donne. Ha poi evidenziato che occorre aumentare la partecipazione delle donne libiche anche ai congressi internazionali sulla Libia, denunciando come le donne, che hanno avuto un ruolo forte nella rivoluzione, sono poi state emarginate. 45 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:30 Pagina 46 il seminario di Tripoli Ha preso la parola il Prof. Canepa, professor of the Constitutional Right of Mediterranean Countries, Faculty of Political Sciences at University of Genoa, che ha rappresentato la situazione costituzionale di altri Paesi in merito alla identificazione della regionalità. Ha così precisato che nei testi costituzionali dei Paesi africani, c’è un Preambolo con l’attenzione alle regionalità: l’Algeria (1989) si definisce terra d’Islam, parte integrante del Maghreb. Nella costituzione del 1959 è fedele all’Islam, e alla famiglia araba; in Egitto, il popolo egiziano è definito parte della popolazione araba, e islamica, e fa parte del continente africano; il Marocco (2011), dichiara che opererà per l’unione del Maghreb, la cooperazione e solidarietà con i paesi africani. Ha poi posto un quesito: perché la tendenza ad affermare il regionalismo non fa parte del costituzionalismo europeo? Fornendo una serie di risposte che ha cosi motivato: in primo 46 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 47 luogo, perché con l’affermazione del regionalismo vi può essere il desiderio di fissare le linee politiche e strategiche per i futuri governi, e ciò contrasta con l’idea di centralità dello Stato europeo; in secondo luogo perche’ nel costituzionalismo europeo è preponderante sancire la legittimità dello Stato, rispetto ai fatti storici peculiari per i quali lo Stato è invece visto come una ingerenza. Quello che contraddistingue il mondo arabo è una ideologia panarabista che invece supera il concetto di Nazione per optare per una dimensione politica più ampia di quest’ultima. Nel corso della seconda sessioneThe presence of Libyan women in European and International meetings on Libya ha preso la parola Samira Al Massoudi, president of The Libyan Women Union, che ha illustrato un quadro di come le organizzazioni non governative abbiano un ruolo centrale nella attuale società civile libica, sottolineando che precedentemente il regime controllava e 47 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 48 il seminario di Tripoli 48 non permetteva iniziative libere, dando un’immagine negativa. Dopo la rivoluzione e la donna libica ha rafforzato la presenza nella società civile, anche se molto resta da fare. Farida Haggiagi, dell’Istituto di Cultura Italiano in Libia, ha sottolineato come le donne in tutto il mondo abbiano gli stessi desideri: conoscere e riconoscere le esperienze delle altre. La società libica è in fermento e dalle conferenze internazionali non si torna mai uguali. La donna è stata la scintilla della rivoluzione. ma bisogna continuare a lottare per garantirle una dignità duratura e una libertà reale. La Seconda Sessione Determining “female quotas” in political and economic decision-making bodies - si è aperta con l’intervento del giudice Amera Masoud Elmajdob, che ha sottolineato come sia necessario lavorare al fine di garantire la partecipazione della donna nelle istituzioni attraverso il riconoscimento di “una quota minima”. Il prof. Canepa ha illustrato un quadro della situazione costituzionale degli altri paesi dell’area mediterranea, e non solo, in merito alla questione delle quote. Si è richiamato, in particolare, definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 49 alla costituzione tunisina e ha analizzato la particolare situazione del Ruanda ove, a seguito del tragico genocidio degli uomini, si è verificata un’immissione forzata delle donne che ha avuto come risultato finale quello di cambiare il modo di fare politica: si è passati, cioè, da una concezione vetero-maschile della politica, intesa come potere e dominio fine a se stesso, a una concezione volta alla realizzazione, come quella che, tendenzialmente, dimostra di avere la donna nell’esercizio del potere. Aisha Al-Amari ha sottolineato come molte donne non abbiano consapevolezza del significato dei termini quale “quota rosa” nella Costituzione, precisando che la mancanza di diritti non è attribuibile solo a fattori religiosi, ma anche ad un deficit di partecipazione e che è perciò importante, a tal fine, garantire l’educazione fin dalle scuole elementari. Elham Ferjani, Head International Cooperation Department, and University Professor at the Faculty of Arts, ha voluto sottolineare e insistere sulPaeseimportanza della cultura quale mezzo di diffusione dei diritti politici delle donne. Il punto critico nella società libica è l’ignoranza. 49 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 50 il seminario di Tripoli Howida Shebani ha precisato come la religione islamica abbia sempre onorato la donna e come alcuni, strumentalmente, abbiano voluto distorcere la religione ponendola come un limite per i diritti civili e politici delle donne. Yolanda Zaptia ha evidenziato che vi è spesso una non corrispondenza tra quello che prevede la legge e quelle che sono le effettive possibilità di lavoro per le donne presentando una serie di interessanti schemi di possibili programmi di sostegno al lavoro e alla formazione delle donne. Il secondo giorno di Seminario si è aperto con la prima sessione The need for a strong regulation concerning violence against women: ha preso la parola Sara Elarani, Legal Consultant at Clyde & Co a British Law firn, che ha presentato una sequenza di slides sulle azioni che la società civile sta portando avanti a tutela della donna, illustrando alcuni casi di donne vittime di violenza. Ahlam Ben Taboun, Head of Public Relations at the Ministry of 50 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 51 Information and human rights activist, ha sottolineato come l’assenza della libertà individuale per molti anni abbia poi avuto ripercussioni negative nel momento della ricostruzione della società. Amera Masoud ha mostrato una serie di immagini raffiguranti le varie forme della violenza di genere, sottolineando come la donna libica abbia dovuto tacere per anni e come la Rivoluzione abbia rappresentato la rottura di una barriera e l’inizio di un cammino verso l’emancipazione. Purtroppo, la violenza e le discriminazioni sono ancora radicate nella cultura e influenzano ogni aspetto della condizione della donna, perché se è vero che il problema della violenza sulle donne è un problema mondiale, è altrettanto vero che in ogni Paese assume dei tratti specifici. Spesso le donne libiche accettano di essere oggetto di violenza da parte del marito per mantenere una sorta di quiete familiare, in questo modo incoraggiano il protrarsi dei comportamenti violenti. Come ogni altra vittima, la donna perde l’autostima e annulla la propria personalità. Nei casi di stupro il condizionamento culturale spinge a rinunciare alla denuncia, la vittima ha paura delle reazioni, di essere a sua volta accusata di aver provocato l’attenzione del maschio. Il governo non è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini, delle donne in particolare. La via da seguire è quella dell’educazione, cambiare le usanze a livello scolastico, nessuna punizione fisica, insegnare la non violenza. Tutte le donne combattono questo problema, ma non sono ancora capaci di opporsi con efficacia, devono capire che essere vittima non è essere colpevole, che è giusto chiedere un risarcimento morale e concreto, per interrompere questo ciclo di violenza. Donatella Pavone ha rappresentato un quadro sul sistema 51 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 52 il seminario di Tripoli normativo italiano e tutela delle donne e sugli strumenti processuali. Hend Khaled Saki, Member of the Libyan Women’s Forum and candidate to CSO, ha presentato una serie di casi di donne che hanno subito violenza, di cui si occupa personalmente, sottolineando che occorre un’implementazione concreta ed effettiva delle raccomandazioni internazionali. Maria Grazia Benedetti ha illustrato la Convenzione internazionale sulla condizione femminile ratificata dalla Libia. sottolineando la sua importanza come strumento di lotta contro la violenza delle donne in Libia. Esra Said Mhanna, Operations manager at the Libyan Private Sector Development Institutions (LPSDI) Programme and member of the NGOPhoenix ha evidenziato come molto spesso le violenze sono fatte con la complicità dello Stato. Ha inoltre precisato che sebbene la Libia abbia ratificato nell’ottobre 2000 la convenzione Onu 1325, questa di fatto non è applicata. Ha successivamente illustrato le violenze che le donne hanno subito durante la rivoluzione. 52 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 53 Nella Seconda Sessione Domestic strategies to educate and raise awareness on women’s rights. Freedom of communication and expression ha preso la parola il vicepresidente della stampa libica Reda Benmusa che nel suo intervento ha sottolineato come i grandi periodi riformatori della storia hanno sempre avuto come protagoniste le donne e l’obiettivo della stampa deve essere quello di diffondere ovunque i diritti delle donne. Ha fatto presente che quattro pubblicazioni in Libia sono attualmente gestite da donne, per questo la stampa può e deve essere uno strumento potente per la diffusione dei diritti. La prof.ssa Fiorenza Taricone ha illustrato un dettagliato quadro sociologico dello sviluppo dei diritti della donna in Italia sottolineando l’importanza dei programmi di comunicazione ed educazione. Fatma Alomrani ha evidenziato che per aumentare le capacità femminili bisogna affermare la dignità della donna come essere umano, uguale a quella degli uomini, sottolineando come anche i testi del Corano non siano contrari all’uguaglianza della donna rispetto all’uomo, ma come il problema principale riguardi la cultura sociale e il superamento di interpretazioni strumentali. Ha concluso sottolineando come le giornaliste siano oggetto di continui attentati volti a imporre il regime del silenzio e della censura. 53 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 54 gli inviti PANELISTS Mr Rocco Agostino, Former Chief Paediatrician and Neonatologist at Fatebenefratelli Hospital in Rome, Lecturer at the postgraduate paediatric programmes of Sapienza University of Rome and Tor Vergata University of Rome Ms Samira Ali I Elazzabi, Legal adviser at the Ministry of Oil and Gas. Ms Maria Grazia Benedetti, Judge at the Court of Appeal of Rome. Ms Ahlam Ben Taboun, Head of Public Relations at the Ministry of Information and human rights activist. Ms Elena Boghetich, Judge at the Court of Rome, II Labour and Employment Section. Ms Monica Cirinnà, Senator and member of the permanent Justice Commission of the Italian Senate. Mr Paolo De Nardis, Professor of Sociology at Sapienza University of Rome. Ms Amal Al-Taher El-Haj, Prime Minister Candidate, Free Communications Development org - Board Director. Ms Samira El Masoudi, President of The Libyan Women Union, Tripoli. Ms Ibtesam El Oreibi, Director of the Legal Office at the Medical Center in Bengasi and legal consultant for the Ministry of Health – Medical Council. Mr Emanuele Faraci, Lawyer. Mr Raffaele Federici, Professor of Sociology of cultural processes and communication at the University of Perugia. Ms Ersilia Francesca, Lecturer in “Gender politics” at the University of Naples, Department of Asian, African and Mediterranean Studies. Mr Dario Imparato, Lawyer. Mr Carlo Guglielmo Izzo, Lawyer and former Judge at the Court of Rome. Mr Girolamo Lanzellotto, Presiding Judge of the Court of Terni. Ms Simona Lanzellotto, Lawyer. Ms Angela Leonardi, Lawyer. Ms Giulia Malpica, Gynaecologist, formerly responsible for the Roma E local health centre. Ms Beatrice Mancini, Journalist. Ms Amera Masoud Elmajdob, Judge. Ms Simonetta Matone, Judge, Head of the Department for Justice Affairs of the Ministry of Justice. Ms Antonella Marsala, Project leader of “La Femme”, a programme to reconcile work and family - Italia Lavoro/Ministry of Labour. Ms Donatella Pavone, Judge at the Criminal Court of Rome, Office for Preliminary Investigations Mr Marco Pivetti, Judge at the Court of Cassation. Mr Francesco Ricciardi, Lawyer. Ms Esra Said Mhanna, Operations manager at the Libyan Private Sector Development Institutions (LPSDI) Programme and member of the NGO Phoenix. Ms Hend Khaled Saki, Member of the Libyan Women’s Forum and candidate to CSO. Mr Riccardo Severi, Journalist and sociologist. Ms Adela Suliman, Lawyer and co-director of International Women in Libya (IWIL). Ms Barbara Terenzi, Spokesperson of the National Committee for the Establishment of an Independent Commission for Fundamental Rights. Ms Yolanda Zaptia, Entrepreneur. e ocial ca e s i d i r iu one g ia ndizi ib ybia La co onne in L en in L d e l l e o f wo m d n io it co n d social al and g le e Th d by anize AL TION ar org ERNA T Semin IN W A L d n RVA a MINE 14 rch 20 st f Ma za” d 21 o Sapien a “L 20th an i Stud lasso ula Ca à degli A it rs e za en Univ risprud iu 5 , G i ro d o à M Facolt le Aldo Piazza Roma 54 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 55 PANELISTS Ms Samira Ali I Elazzabi, Legal adviser at the Ministry of Oil and Gas Ms Aisha Al-Amari Ms Shahrazad Al Maghrabi, President of forum of Libyan Women Ms Fatma Alomrani, Reporter Annaba TV Ms Asma Arabi Ms Faten Babaa, Activist and photographer Ms Ahlam Ben Taboun, Head of Public Relations at the Ministry of Information and human rights activist Ms Maria Grazia Benedetti, Judge at the Court of Appeal in Rome Ms Sarina Biraghi, Co-Editor Newspaper “Il Tempo” Mr Aristide Canepa, Professor of the Constitutional Right of Mediterranean Countries, Faculty of Political Sciences at University of Genoa Ms Howida Diab Ms Sara Elarani, Legal Consultant at Clyde & Co a British Law firm Ms Amal Al-Taher El-Haj, Prime Minister Candidate, Free Communications Development org - Board Director Ms Samira El Masoudi, President of The Libyan Women Union, Tripoli Ms Amera Masoud Elmajdob, Judge Ms Elham Ferjani, Head, International Cooperation Department, and University Professor at the Faculty of Arts Ms Mona Hadya, Active women from Al-khoms and now she is candidate in elections Ms Raham Halab, Lybian High National Election Commission Ms Naima Kilani, Judge Ms Esra Said Mhanna, Operations manager at the Libyan Private Sector Development Institutions (LPSDI) Programme and member of the NGO Phoenix Ms Farida Mohamed, President of Org. Saut El Haq of Libyan Women Ms Donatella Pavone, Judge at the Criminal Court of Rome, Office for Preliminary Investigations Ms Hend Khaled Saki, Member of the Libyan Women’s Forum and candidate to CSO Ms Howida Shebani Ms Adela Suliman, Lawyer and co-director of International Women in Libya (IWIL) Ms Fiorenza Taricone, Associate Professor in History of Political Doctrines, University of Cassino Ms Rydu Tubuly Ms Yolanda Zaptia, Entrepreneur Project Manager Riccardo Severi Mobile +39 338 6554330 • [email protected] Organization Committee Olga Mammoliti Severi –Editorial Producer Mobile + 39 347 9335952 • [email protected] Legislative and legal documentation Simona Lanzellotto Mobile +39 335 5393255 • [email protected] Administration Beatrice Mancini Mobile + 39 347 1072523 • [email protected] Press Office Francesca Ceci Mobile + 39 334 8896528• [email protected] Minerva Via Pacinotti, 13 – Rome- Italy Donatella Trebbi Tel.+39 6892972- Fax +39 06 68192977 [email protected] Coo on wom peration bet we en righ ts thro en Italy and ugh a c L ollectiv ibya e strate gy Semin ar orga nized by MIN ERVA a nd LAW INTERN 14 th an d 15 th ATION AL Hotel of May 201 Al Wad 4 d an Tripoli With th Libya e In colla support of th boratio e n with Italian Minis Italian tr Cultura y of Foreig n l Instit ute in Tr Affairs ipoli 55 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 56 le raccomandazioni di Roma La condizione politica e sociale delle donne in Libia Seminario 20-21 Marzo 2014 Università “La Sapienza” 56 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 57 Garantire una quota rosa nelle Istituzioni nazionali e regionali, al fine di includere le donne nei processi decisionali relativi a questioni economiche, politiche e sociali. Introdurre il concetto della dimensione mediterranea della Libia nella nuova Costituzione (che attualmente riconosce la dimensione africana e quella magrebina del Paese) inserendo uno specifico articolo nel testo costituzionale. Assicurare l’effettiva rappresentanza delle donne libiche nel Consiglio delle Nazioni. 57 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 58 le raccomandazioni Unite, nonché in tutte le organizzazioni e assemblee internazionali che contribuiscono alla definizione di un’agenda politica. Sollecitare l’Unione Europea affinché promuova il coinvolgimento delle rappresentanti delle donne libiche nel dibattito europeo sulla Libia. Attuare la Convenzione internazionale già ratificata dalla Libia (CEDAW Committee on the Elimination of Discrimination against Women) 58 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 59 Esercitare pressioni sul Governo libico affinché proceda all’attuazione della Risoluzione ONU n. 1325 mediante un programma di formazione specifica, la raccolta e l’analisi dei dati in materia, e la redazione di rapporti periodici. Potenziare e attuare le leggi nazionali per la tutela delle donne dalla violenza domestica e da ogni forma di violenza o molestie. 59 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 60 le raccomandazioni Potenziare e attuare le leggi nazionali sulla comunicazione e i mezzi di informazione, prevedendo l’adeguamento alla normativa internazionale in materia e istituendo dei centri per la tutela delle donne dalla violenza, nonché dei consultori che forniscano assistenza psicologica e legale alle vittime. Garantire alle donne libiche un’assistenza sanitaria di qualità. 60 Attuare una strategia nazionale per la diffusione delle conoscenze giuridiche in materia di diritti fondamentali delle donne attraverso i mezzi di informazione, l’istruzione, e l’organizzazione di eventi pubblici. definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 61 Sviluppare un programma didattico per i minori volto alla definitiva eliminazione di ogni forma di estremismo e discriminazione. Sviluppare e attuare una campagna d’informazione pubblica a livello nazionale che consenta alle donne libiche di venire a conoscenza dei propri diritti e della relativa tutela giuridica. 61 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 62 le raccomandazioni Supportare l’Organizzazione delle Donne locale e la collaborazione con il governo affinché in tutta la Libia, e in particolare nei villaggi o nelle piccole città, le donne acquisiscano consapevolezza dei propri diritti. Istituire e mantenere attiva una piattaforma nazionale per i diritti delle donne. 62 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 63 Promuovere la condivisione delle esperienze e l’effettiva cooperazione fra le donne italiane e libiche e la società civile, adottando una strategia collettiva che consenta di lavorare insieme sui diritti delle donne. Coinvolgere le donne libiche nel sistema di sicurezza pubblica (forze dell’ordine) per potenziare il supporto alle vittime di violenza. Realizzare dei programmi di formazione in materia di assistenza alle vittime di violenza (formazione rivolta ad agenti di polizia, avvocati, giudici, e psicologi) Implementare delle attività di 63 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 64 le raccomandazioni formazione per le donne finalizzate a migliorare le loro competenze professionali e a sviluppare le loro capacità, rendendo disponibili tali attività di formazione non solo nelle città più importanti, come Tripoli, Bengasi e Sebha, ma anche nelle zone rurali. Far sì che la comunità internazionale e le Nazioni Unite possano monitorare l’attività del governo libico relativamente alla partecipazione delle donne e al loro coinvolgimento in tutti i settori della società. 64 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 65 Dare piena attuazione alla normativa sui diritti delle donne e prevedere pene severe per le violazioni di tali diritti. 65 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 66 le raccomandazioni di Tripoli Cooperazione tra Italia e Libia sui diritti delle donne attraverso una strategia comune Seminario Tripoli, 14-15 maggio 2014 66 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:31 Pagina 67 1. Trovare mezzi e strumenti adatti per attuare una campagna di sensibilizzazione rivolta alle donne, facendo loro conoscere i propri diritti. 2. Creare dei punti di contatto fra la Libia e l’Italia nel settore inerente i diritti delle donne sfruttando le esperienze vissute da ambo i paesi nell’ambito di una reciproca cooperazione. 3. Far applicare le Convenzioni e gli Accordi internazionali stipulati dalla Libia e trovare il modo di renderli efficaci a livello locale. 67 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:32 Pagina 68 le raccomandazioni 4. Modificare le leggi libiche affinché possano essere coerenti con il rispetto dei diritti delle donne in modo particolare per quanto riguarda l’Articolo 424 che garantisce l’impunibilità allo stupratore nel caso accettasse di sposare la propria vittima. Fare sì che la vittima di stupro sia considerata vittima e come tale bisognosa di attenzioni psichiche e mediche per via dei rischi di contaggio di malattie, virali e sessualmente trasmissibili, alle quali potrebbe andare incontro, oltre ai danni psicologici. 68 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:32 Pagina 69 5. Il Legislatore è tenuto a stabilire le pene più severe contro gli stupratori, soprattutto nel caso in cui la vittima ne rimane incinta o portatrice di malattie, come per esempio l’Aids, o subisca conseguenze chirurgiche oltre naturalmente a tutti i danni psicologici. 6. Stesura dell’Articolo della costituzione libica in fase di redazione per quanto riguarda l’ugualianza fra uomini e donne nei diritti e doveri, e l’Articolo sulle Pari Opportunità fra i generi nell’esercizio dei diritti politici, economici e sociali. 69 definitivo_Layout 1 14/07/14 18:15 Pagina 70 le raccomandazioni 7. Formazione dei membri della società civile da parte di esperti affinché siano in grado di compiere il loro lavoro in modo corretto. 8. Formare un Team completo composto da medici, psicologi e sociologi, così come un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della società civile che operino nel settore della lotta contro la violenza e dell’assistenza alle vittime; una formazione mirata alla denuncia, alla raccolta di prove e documentazioni, ad una maggiore interazione con la Stampa e a tutte le forme necessarie di aiuto a proteggere la vittima. 70 definitivo_Layout 1 14/07/14 18:15 Pagina 71 9. Operare per la realizzazione di uno sviluppo volto all’eliminazione dell’analfabetismo, soprattutto per il genere femminile. 71 definitivo_Layout 1 14/07/14 18:15 Pagina 72 contributi stampa Vengono qui di seguito riportati alcuni contributi alla stampa delle relatrici libiche, scelti tra una rassegna media più ampia di articoli e interviste, anche radiofoniche LIBIA: AMAL EL-HAJ, PRIMA DONNA CHE PUNTA A DIVENTARE PREMIER Sbarca a Roma il volto femminile del post Gheddafi 72 Ha 45 anni, da tempo si batte per i diritti delle donne, e punta alla poltrona più scomoda della Libia: quella di premier. La notizia che Amal AlTaher El-Haj si sarebbe candidata alla guida dell’esecutivo attualmente presieduto dal ministro degli Interni, Abdullah Al Thani, dopo il voto di sfiducia del Congresso di Tripoli nei confronti dell’ex primo ministro Ali Zeidan, si era già diffusa a gennaio. E ora torna a ribadirla anche a Roma. In questi giorni, infatti, El-Haj è nella Capitale insieme ad altre 9 colleghe – attiviste, imprenditrici, avvocati, giudici, presidenti di associazioni femminili libiche – per partecipare a un seminario sui diritti delle donne nel Paese maghrebino – organizzato dalla società cooperativa Minerva e Law International, ONLUS di avvocati e professionisti dei diritti umani e civili, e sostenuto dal Ministero degli Esteri – alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza. ”Al vaglio del Congresso nazionale ci sono altri 17 potenziali candidati, tutti uomini”, racconta in un’intervista all’ANSA, a margine di un incontro organizzato in un hotel della Capitale El-Haj. Il terreno su cui intende sfidare i suoi avversari, come era immaginabile, è quello della sicurezza e il rilancio dell’economia. ”Due cose che potranno avvenire soltanto gradualmente”, afferma. ”Impossibile pensare che in un anno la Libia si trasformi in un Paese sicuro e stabile. Ci vorrà molto più tempo”, ammette. E proprio in questo ambito che l’ex premier Zeidan, sfiduciato dal Congresso e poi fuggito in Germania, ha perso la faccia. ”Zeidan non è stato in grado di mantenere la sicurezza e ricostruire un esercito nazionale, né tantomeno ha saputo imporre il potere centrale su tutto il Paese”, sottolinea El-Haj, che oltre a essere rappresentante libica del United State Institute for Peace e avere lavorato presso la Communications Association e la GM, è stata manager nelle risorse umane per alcune internazionali. ”Finora non è stato attuato nessun vero programma per la riconsegna delle armi e nessun vero passo avanti è stato compiuto per il dialogo e la riconciliazione nazionali”. La Cirenaica ne è un esempio. ”Inizialmente i separatisti chiedevano soltanto meno centralizzazione del potere e più autonomia, anche economica. Ora hanno alzato notevolmente il tiro. Ma sono tutti libici e devono essere coinvolti nel processo di riconciliazione nazionale”. Se dovesse essere confermata la sua candidatura, nel suo programma di governo El-Haj punterà su giovani, ”cui finora è stata offerta un’unica alternativa, diventare poliziotti o militari” – e donne. ”Gheddafi fingeva di sostenerle, ma in realtà le odiava e le utilizzava. Durante la rivoluzione sono riuscite definitivo_Layout 1 14/07/14 18:15 Pagina 73 a ricoprire un ruolo importante contribuendo alla rivoluzione”, rimarca. Oggi, invece, ”sono vittime di questa. E i religiosi emettono ancora fatwe contro di loro, cui gli ignoranti credono”. E anche la comunità internazionale ”ha perso interesse nei nostri confronti e ci ha abbandonato”. E proprio alla comunità internazionale e all’Italia in particolare, muove un’altra critica: ”A dispetto dei grandi proclami e delle grandi conferenze, non vedo un impegno serio in Libia”. In un quadro di forte instabilità e violenza, la sua candidatura sembra un sogno. Eppure, ci crede. ”Sono un’attivista nota e ho girato in moltissime località del Paese. In tanti mi mandano messaggi di incoraggiamento”. Per ora non è chiaro quando avverrà la nuova nomina al vertice dell’esecutivo. ”Al Thani, rimarrà almeno per un altro mese in carica”, anticipa. Quanto a elezioni generali e nuova Costituzione, qualsiasi previsione per ora sembra inopportuna. DONNE LIBICHE A ROMA PER SEMINARIO SU DIRITTI E FUTURO Si discuterà di donne e diritti, in Libia ma non solo, al seminario internazionale organizzato a Roma il 20 e 21 marzo. All’iniziativa “La condizione giuridica e sociale delle donne in Libia. Affermare la protezione legale e processuale delle donne” parteciperanno una decina di esponenti libiche di vari settori della società civile, politici, giudici, avvocati, imprenditrici e presidenti di associazioni femminili. Insieme a loro, animeranno il dibattito esperti, italiani ed europei, interessati a sviluppare uno scambio di opinioni, inquadrando il tema all’interno del più vasto processo di transizione democratica in corso nel Paese nordafricano. Per due giorni, presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza, si parlerà di diritti partendo dall’evoluzione legislativa, dal sistema giudiziario civile e penale in Italia e in Europa e dalla realtà giuridica libica. Tra i temi da affrontare nei vari panel, anche i diritti civili e politici, l’evoluzione del diritto di famiglia, l’assistenza e la sicurezza della donna sul lavoro e la protezione penale contro le violenze. Il seminario, sostenuto dalla Farnesina, è promosso e organizzato da Minerva, società cooperativa con esperienza trentennale sulle tematiche femminili nazionali e internazionali, in collaborazione con Law International, ONLUS di avvocati e professionisti dei diritti umani e civili. 73 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:32 Pagina 74 contributi stampa SEMINAR ON COLLABORATION BETWEEN ITALY AND LIBYA ON WOMEN’S RIGHTS By Libya Herald staff Photo: Sami Zaptia 74 Tripoli, 15 May 2014: Minerva and Law International, in collaboration with the Italian Cultural Institute hosted the 2-day seminar: “Cooperation between Italy and Libya on women’s rights through a collective strategy” at the Waddan hotel 14-15 May 2014. The Deputy Minister of Culture, Abdulrazag Abara and the Italian Consulate General in Tripoli, as well as the head of the Italian Cultural Institute in Tripoli, Mr. Rubens Piovano, officially welcomed the guests. A cross-section of women activists and NGOs attended and discussed issues of “female quotas” in politics and in management, training and professional development for women, and domestic violence against women. The event is the second leg of the event, as part one was held in Rome in March. The event was supported by the Italian Ministry of Foreign Affairs and the Italian Cultural Institute in Tripoli. definitivo_Layout 1 14/07/14 16:32 Pagina 75 Al Aiam 75 definitivo_Layout 1 14/07/14 16:32 Pagina 76 contributi stampa 76 definitivo_Layout 1 15/07/14 09:36 Pagina 77 Italia - Libia proseguire il cammino Il progetto ha contribuito ad affermare il principio e lo scopo indicati e che hanno motivato la sua realizzazione, ossia: fornire alle donne libiche specifici contributi in materia costituzionale e giuridica, come da loro richiesto nell’attuale fase costituente; esaminare insieme modalità e contenuti specifici per garantire una concreta applicazione del principio costituzionale di uguaglianza donna-uomo nelle leggi d’attuazione in ogni ambito di attività – “quote rosa” in politica, lavoro, famiglia, maternità, salute, informazione, cultura, ecc.-, punto particolarmente sensibile sui cui le donne libiche hanno insistito, mosse dal timore che la cultura maschilista, l’arretratezza culturale, l’estremismo islamista, possano vanificare l’effettivo riconoscimento della parità di genere in Costituzione. 77 definitivo_Layout 1 15/07/14 09:36 Pagina 78 La stesura di raccomandazioni e indicazioni operative sugli obiettivi e le modalità per raggiungerli, dopo una appassionata e professionalmente approfondita discussione, hanno trovato l’accordo unanime delle relatrici e relatori di entrambe le parti, italiana e libica. A dimostrazione che, nel rispetto delle differenze culturali/politiche/religiose, l’impegno per l’affermazione dei diritti delle donne libiche in Costituzione e nella società non è solo un problema di un singolo Paese ma è questione internazionale di massima rilevanza, che per essere affrontata e risolta si deve avvalere del confronto tecnico-culturale ad alto livello attorno a misure e strumenti riconducibile allo Stato di diritto, anch’essi non solo nazionali ma anche, se non soprattutto, conosciuti, adottati e condivisi in Paesi di consolidata democrazia e acquisiti in ambito sopranazionale. Al termine del progetto è stato altresì unanimemente auspicato di proseguire la cooperazione bilaterale creando un tavolo di confronto dialettico, di scambio di esperienze, che dia luogo ad una partneship italo-libica, giuridico-legislativo e in materia di strumenti e iniziative culturali, che favorisca, accompagni e monitoraggi nel tempo l’effettiva affermazione e tutela del ruolo della donna nella società e nelle istituzioni libiche, e più in generale il processo di costruzione democratica in Libia che, al momento e dopo tre anni dalla primavera araba, è sottoposto ad una allarmante instabilità politica e ad una incerta prospettiva. 78 coperta_coperta 16/07/14 11:52 Pagina 5 Foto © Archivio finito di stampare nel mese di luglio 2014 presso la stamperia DELGROSSO srl Via Aurelia 382/A - 00058 Santa Marinella (RM) Numero Verde: 800-609451 - Cell.: +39 335 1239516 [email protected] Donne e Diritti coperta_coperta 16/07/14 11:52 Pagina 2 M