Le Politiche di contrasto alla povertà Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012 1 Definizione di povertà La povertà rappresenta l’impossibilità dell’attore sociale di prendere parte agli stili di vita socialmente condivisi. Povero è chi non riesce ad accedere a risorse “normalmente” (nella norma) disponibili. Si tratta di un fenomeno storicamente dinamico: il “povero” cambia in base a considerazioni morali, culturali e condizioni socio-economiche delle società specifica 24/03/11 Relatività storico-sociale Fino all'800 (prima della nascita dei sistemi di Welfare): povero è deviante da “rieducare” alle norme sociali Società fordista del pieno sviluppo economico: povertà è fenomeno residuale che tende a sparire meccanicamente; se persiste… è attribuibile a comportamento “sbagliato” (deviante) Società post-industriale - nuove povertà: disoccupazione di massa; de-standardizzazione delle biografie; differenziazione delle forme familiari; crisi dei sistemi di Welfare. 24/03/11 Definizioni (1) La povertà è la mancanza di risorse, espresse in denaro, in beni materiali ed in servizi erogati da enti pubblici o privati, che permettono agli attori sociali di vivere in condizioni accettabili, di seguire le “normali abitudini” e di svolgere le “normali” attività [Townsend]. Individui e famiglie non sono in grado di far fronte autonomamente alle situazioni di crisi, perché resi deboli da uno o più fattori di rischio, diretta conseguenza dell’organizzazione disuguale della società, del differente grado di accesso alle risorse economiche, simboliche, relazionali [Benassi]. 24/03/11 Definizioni (2) È una condizione di tipo economica, perché imprescindibilmente legata alla capacità di spesa e consumo, ma anche sociale perché implica ed agisce sulle relazioni tra soggetti. La povertà è una relazione di disuguaglianza tra chi ha accesso alle risorse e chi non è in grado di fruirne. 24/03/11 Multi-dimensionalità Dimensione economica: denaro (cibo) Dimensioni extra-monetarie: Salute Istruzione Mercato del lavoro Sistema di Welfare Abitazione Relazioni sociali (familiari) Per le misure di welfare contro la povertà si analizza solo la dimensione economica 24/03/11 Il calcolo della soglia 1. Totale redditi (o reddito necessario per determinati consumi) disponibili (somma reddito familiare) 2. Calcolo del reddito “medio” disponibile in una data società 3. Per convenzione è considerato povero chi non è in grado di raggiungere una quota di reddito “medio”: scelta del livello di reddito: 40-50-60% 4. Questo reddito rappresenta la soglia di povertà “individuale” (es: 1.000€), ma… Per il calcolo della soglia si usano le scale di equivalenza… 24/03/11 Scale di equivalenza (1) All’interno del nucleo familiare c’è una redistribuzione di risorse e costi “Economia di scala”: i costi (affitto, auto) pagati da un nucleo di 2 persone sono inferiori al doppio di quelli di un single Assunti: Ogni individuo ha a disposizione una quota del reddito familiare pari agli altri (x/reddito familiare) I costi comuni (familiari) sono distribuiti equamente 24/03/11 Scale di equivalenza (2) … permettono il confronto tra nuclei familiari di diversa composizione Esercizio: Tre famiglie: (A): 1.000€ - tre persone (B): 1.000€ - una persona (C): 3.000€ - tre persone Chi sta meglio? Chi peggio? È necessario trovare una misura equivalente dei redditi familiari che superi la differenza di composizione del nucleo. 24/03/11 Esempio di scala di equivalenza (OCSE) Tipologia familiare OCSE Anziano/a solo 1 Single 1 Coppia senza figli 1.7 Monogenit. con 1 figlio minore 1.5 Monogenit. con 2 figli minori 2 Coppia con 1 figlio minore 2.2 Coppia con 2 figli minori 2.7 Monogenit. con 1 figlio maggiore 1.7 24/03/11 * Se lavorano entrambi i genitori Scale di equivalenza Scala di equivalenza rende ogni nucleo equiparabile agli altri (annulla la diversa composizione, numerica e “sociale”) Soglia reddituale x valore della scala di equivalenza = soglia di povertà familiare “equivalente” 1 persona: 1.000€ x 1 2 persone: 1.000€ x 1,7 (+0,7) 2 persone (una minorenne): 1.000€ x 1,5 (+0,5) 24/03/11 Coeff. Soglia 1 500 Coppia senza figli 1,7 850 Coppia con 1 figlio maggiorenne 2,4 1.200 Coppia con 1 figlio minorenne 2,2 1.100 Coppia con 1 figlio maggior. e 1 figlio minor. 2,9 1.450 Coppia con 3 figli minorenni 3,2 1.600 Monogenitore con 1 figlio minorenne 1,5 750 2 1.000 Single Monogenitore con 2 figli minorenni 24/03/11 RMI 1999-2000 prime sperimentazioni sul RMI Ispirato al revenu minimum d’insertion francese: sostegno economico affiancato a misure di empowerment (percorsi formativi, inserimento lavorativo) 39 Comuni, soprattutto nel Sud, nel biennio successivo esteso a 267 Tentativo di integrazione di forme di sussidiarietà verticale ed orizzontale Competenze ai Comuni: garantire adattamento a specificità locali e attivazione attori del territorio (al Sud più interventi socio-assistenziali, al Nord più legati al lavoro) 13 RMI – i problemi 1) Scarso accompagnamento dei Comuni, mancanza di direttive (ad es. arbitrarietà, stesso tipo di famiglia vale 182 € a Caserta, 839 a Cologno Monzese, discrezionalità degli operatori senza possibilità di ricorrere in Tribunale) 2) Scarso controllo e coordinazione (mancanza di verifiche, no integrazione con le politiche del lavoro, della famiglia..) 3) Gestione dei senza reddito/lavoro nero (come distinguere?) 14 L’RMI – i problemi 4) Personale non formato adeguatamente e senza strumenti adatti alla gestione di situazioni multiproblematiche e progetti di reinserimento complessi. 5) Impossibilità di reinserimento lavorativo dove lavoro non c’è (differenze tra regioni, relazione con politiche del lavoro) 6) Scarsa capacità di sviluppare reti di attori locali nuove o rafforzare quelle più deboli 7) Necessità di supportare i comuni coinvolgendo regioni e province 15 RMI - conclusione Nel 2001 la sperimentazione è stata sospesa Viene proposto l’RUI (reddito di ultima istanza): sussidi più bassi, gestiti dalle regioni Mai implementato perché... … sentenza Corte Costituzionale contro compartecipazione finanziaria Stato-regioni su misure di competenza esclusiva regionale … manca la definizione di LEPS (livelli di prestazione sociale) di competenza statale 16 L’RMI - conclusione Qualche regione ha preso provvedimenti simili con sperimentazioni (es: Campania, Basilicatala cittadinanza solidale) C’è consapevolezza di necessità di interventi di questo tipo ma manca omogeneità nei criteri di accesso e nel tipo di intervento proposto (assistenziale vs inserimento) 17