Michele Grillo Concorrenza ed equità Casa della cultura Fare clic per modificare lo stile del sottotitolo dello schema Scuola di cultura politica 2015-2016 Sabato, 12 marzo 2016 1 Mercato e concorrenza Un mercato è un contesto sociale nel quale le decisioni relative alla organizzazione della divisione sociale del lavoro sono decentrate. Un mercato è perfettamente concorrenziale se nessun soggetto ha potere di mercato. Un soggetto ha potere di mercato se, modificando le proprie scelte economiche, può modificare il prezzo di equilibrio dei beni. 2 Concorrenza e Pareto-efficienza 1° Teorema dell’economia del benessere: gli equilibri di mercati perfettamente concorrenziali corrispondono a situazioni sociali efficienti (nel senso di Pareto). Efficienza nel senso di Pareto: una situazione sociale è Pareto-efficiente se non esiste alcun’altra situazione sociale preferita da tutti i soggetti. La proprietà di efficienza nel senso di Pareto definisce una condizione di consenso: se una situazione sociale non è Pareto-efficiente allora è possibile in principio modificarla con il consenso unanime di tutti i soggetti sociali in un’altra situazione (che la domina nel senso di Pareto). 3 Pareto-efficienza ed equità Se equità è il «diritto di ogni persona a essere trattata con uguale considerazione e rispetto» (Dworkin) … … la nozione di equità – quando si cerchi di applicarla all’allocazione sociale delle risorse – «si parla poco» con la nozione di Paretoefficienza (sebbene le due nozioni non siano del tutto «l’un l’altra mute»). Così, per esempio: (1) Una situazione sociale equa è «priva di lusinga» se esiste un’altra situazione – anch’essa equa – che la domina nel senso di Pareto. (2) Quando le risorse sono rilevanti per assicurare a ogni persona uguale considerazione e rispetto, non è possibile modificare una situazione Pareto-efficiente ma non equa senza sottrarre risorse anche a una sola persona; e ciò pone un problema politico non irrilevante di consenso. 4 (continua) … Il trade-off tra efficienza ed equità … (continua) (3) Se un’allocazione delle risorse Pareto-efficiente ma non equa è l’esito di un processo di decisioni decentrate («di mercato»), modificarla per correggerla in senso equitativo comporta sempre uno spreco di risorse (e quindi una perdita di efficienza in senso di Pareto), in quanto introduce una prospettiva che è fonte di incentivi perversi per i soggetti decisori: - se la società riconosce a un individuo una pretesa sulle risorse nel mercato maggiore di quella che lo stesso è in grado di assicurarsi, il soggetto ha incentivo a «non fare bene la propria parte» nell’organizzazione della divisione sociale del lavoro. 5 In un mercato «ideale» efficienza ed equità devono essere trattate disgiuntamente 2° Teorema dell’economia del benessere (enunciato formale): qualsiasi allocazione Pareto-efficiente può essere ottenuta come equilibrio di un mercato di perfetta concorrenza a partire da una appropriata distribuzione iniziale delle risorse. 2° Teorema dell’economia del benessere (interpretazione): in un contesto ideale di mercato è sempre possibile correggere un’allocazione Pareto efficiente non equa in un’allocazione equa (e Pareto-efficiente); a tal fine, però, occorre agire non sulle modalità con cui opera il mercato, ma sulla distribuzione iniziale delle risorse. 6 Il punto di vista su efficienza ed equità dal XIX secolo ai nostri giorni Il liberalismo economico ottocentesco riteneva che l’intervento dello Stato nell’economia (non solo, ma anche, per realizzare finalità redistributive) dovesse essere finanziato con una imposizione che gravasse su due fonti che non interferiscono sulla concorrenza e sugli incentivi : (i) le rendite differenziali dei 7 Equità ed efficienza nei mercati «reali»: (1) le esternalità Nei mercati reali (imperfetti) lo Stato ha motivi sia di efficienza, sia di equità, per intervenire. L’analisi economica si concentra generalmente sulle ragioni di efficienza. In generale, il mercato è inefficiente perché le conseguenze dei comportamenti dei soggetti economici ricadono solo in parte su chi li ha messi in atto (esempio: le esternalità ambientali). Ma la circostanza che le conseguenze ricadono su altri soggetti fa sì che esiti non efficienti si accompagnano intrinsecamente a esiti non equi. Quando lo Stato interviene in mercati reali (imperfetti), motivi di efficienza e di equità sono compresenti e non c’è ragione di ritenere che quei motivi siano, in principio, in conflitto. Perseguire in modo compatibile efficienza ed equità è pertanto possibile (la non equità può essere rimossa rimuovendo l’inefficienza). Più in generale però occorre essere avvertiti che la condizione 8 di (2) Equità e alea: (2.1) la lotteria alla nascita Le società si pongono però un problema di equità anche per una seconda ragione, ben diversa dalle «esternalità»: la presenza ineliminabile di un elemento aleatorio che condiziona in generale le conseguenze delle azioni di ciascun soggetto. La lotteria alla nascita è la prima, la più evidente e la più pressante delle motivazioni sociali a sostegno della domanda di equità. La correzione degli esiti associati ai rischi della lotteria alla nascita si propone come l’immagine più immediata dell’intervento pubblico per motivi di equità. 9 (2) Equità e alea: (2.2) le lotterie dopo la nascita L’alea investe ampiamente la responsabilità del soggetto dopo la nascita. In queste circostanze, poiché gli individui sono avversi al rischio, a un’esigenza di equità può rispondersi con (l’accesso a) un’assicurazione. Il problema è però complicato dal fatto che, anche osservando le conseguenze, non è in generale possibile separare la responsabilità dall’alea; ciò è fonte di comportamenti potenzialmente opportunisti. Di fronte al dilemma tra responsabilità individuale e assicurazione, qualsiasi disegno di organizzazione sociale è costretto a operare una scelta di principio tra due alternative: (i) (ii) lasciare all’individuo la responsabilità di tutte le conseguenze delle sue scelte (anche quando queste dipendono da fattori aleatori); oppure assicurarlo dalle conseguenze indesiderabili delle sue scelte (anche quando il comportamento può avervi influito). 10 Una tensione ambigua tra mercato ed equità: il dibattito odierno sul Welfare State (1) E’ possibile classificare le diverse forme di organizzazione sociale facendo leva sulle due alternative. In quest’ottica, il giudizio diffuso è che il «mercato» preferisce la prima alternativa. Questo giudizio ispira il modo in cui il trade-off tra efficienza ed equità è riproposto oggi: è preferibile che sugli individui ricadano tutte le conseguenze rischiose delle loro scelte, anche quando gli esiti avversi sono interamente attribuibili a fattori aleatori, piuttosto che lasciare che le relazioni sociali siano infestate dal moral hazard (che accompagna sempre la mutua assicurazione e in modo tanto più intenso quanto più la compagine sociale è ampia). 11 Una tensione ambigua tra mercato ed equità: il dibattito odierno sul Welfare State (2) La vicenda può essere però raccontata anche da una diversa prospettiva. Il mercato è rischioso, ma gli operatori del mercato sono avversi al rischio. Pigou (1920): il mercato capitalistico fa leva su crescita e innovazione ma, per sostenerle, ha bisogno di assicurazione … … che, in molti casi, non è in grado di offrire al suo interno (perché i mercati assicurativi sono intrinsecamente imperfetti). L’assicurazione è funzione fondamentale degli istituti del Welfare State: – – ciò che appare un trasferimento di risorse tra i membri della società (con fini di equità distributiva) è, intrinsecamente, un’assicurazione; dal punto di vista dell’equità, il Welfare State – bene inteso nella sua prospettiva assicurativa – è il principale strumento per realizzare, nelle società di mercato, a fronte di una alea immanente, una condizione generale di eguaglianza delle risorse. 12