MB LUGLIO/SETTEMBRE MILLENOVECENTONOVANTACINQUE LE SINDROMI ATOPICHE CUTANEE NELLA DINAMICA PNEI a dermatite atopica è una patologia cutanea cronica o piuttosto un modulo reattivo infiammatorio cronico che colpisce soprattutto neonati, bambini ed adolescenti, più raramente gli adulti. Un recente studio americano pone in rilievo il fatto che la dermatite atopica colpisce 7 soggetti su 1000. Descritta già agli albori dell’800 come “affezione del sistema nervoso collegata ad emozioni mentali” specie di tipo depressivo, nel 1891 Brocq e Jaquet propongono il termine di “neurodermatite disseminata” che enfatizza la base emozionale del disturbo. Nel 1892 Besnier conia il termine di prurigine diatesica e ne sottolinea la frequente associazione con asma bronchiale e rinite allergica. Finalmente nel 1923 Coca e Cooke introducono il termine di “atopia” riferendosi ad una reazione fuori luogo, insolita, indesiderabile. Nel 1930 Sulzberger e coll. propongono il termine di “dermatite atopica” da sostituire agli altri. Il termine “dermatite atopica” aveva infatti il vantaggio di rendere implicito il rapporto tra le manifestazioni cutanee, l’asma e la rinite allergica. La dermatite atopica è una malattia cronica a lunga evoluzione. Le sue manifestazioni non sono costanti ed i periodi di recrudescenza si alternano a quelli di remissione. Il sintomo principale è il “prurito” generalmente intenso che provoca grattamento. L’alterazione si presenta in qualsiasi momento a partire dai due mesi di vita. L D.ssa Maria Corgna Specialista in Endocrinologia 31 Generalmente le prime lesioni compaiono tra il secondo ed il sesto mese di vita, meno frequentemente nella seconda infanzia intorno ai cinque anni o nel corso della pubertà. In ognuna di queste età le manifestazioni sono diverse e rappresentano fasi diverse della malattia. Fase del lattante Esordisce tra il secondo ed il sesto mese di vita. E’ caratterizzata da prurito intenso, arrossamento della pelle e dalla comparsa di papule e vescicole a contenuto liquido e cupola sottile. Tali lesioni sono espressione dell’edema intercellulare o spongiosi. La rottura delle vescicole provoca la fuoriuscita di un essudato che seccandosi forma croste. A questa fase fa seguito la desquamazione. Le lesioni si distribuiscono in genere sul viso, sulle guance, sulla fronte o sul cuoio capelluto e da queste zone si estendono al resto del corpo. Le fasi di acuzie tendono a coincidere con la dentizione o infezioni respiratorie o disturbi emotivi. Fase infantile Può iniziare tra i quattro ed i dieci anni. Le lesioni più frequenti sono papule o placche di pelle ispessita e secca, ben delimitate. In queste forme non si ha di regola nè secrezione di liquido nè croste. Le lesioni sono localizzate sulle superfici flessorie di gomiti e ginocchia, sulle regioni laterali del collo, polsi e caviglie. La malattia può guarire spontaneamente o persistere fino alla fase successiva. MB Fase dell'adolescenza e dell'età adulta Comincia nel corso della pubertà. Le lesioni predominanti sono costituite da placche di pelle ispessita localizzate sulle spalle, sul dorso, sul cuoio capelluto, sulle superfici palmari e plantari nonchè sulle dita della mano e del piede. La pelle può apparire rugosa ed accompagnarsi ad ittiosi volgare. Altri sintomi includono - Linea di Morgan: pronunciamento o raddoppio della piega della palpebra inferiore, iperlinearità del palmo delle mani. - Dermografismo bianco: comparsa di una linea bianca quando si tocca la pelle con un oggetto dalla punta arrotondata. - Lichenificazione - Alterata pigmentazione cutanea - Superinfezioni batteriche (S. aureo) - Lingua a carta geografica - Cataratta nel 20% dei casi Esaminiamo il profilo psicologico del soggetto affetto da DA (Fig. 1). La malattia presenta fasi di esacerbazione in concomitanza con la dentizione, situazioni stressanti o periodi di tensione emotiva. Sono soggetti che vanno incontro ad episodi di ansia alternati a depressione, inquieti a volte iperattivi, aggressivi, eccitabili, incapaci di gestire situazioni stressanti (inability to cope nella letteratura internazionale). Quest’ultimo aspetto si correla secondo uno studio pubblicato di recente con i livelli di IgE circolanti. Secondo un’altro studio, lo stato depressivo di tali soggetti abbasserebbe notevolmente la soglia del prurito. Sappiamo infatti che la depressione amplifica la percezione del prurito; perfino ratti tenuti in isolamento sociale nell’infanzia sviluppano lesioni ulcerative indotte dal forte grattamento. Nei soggetti studiati sono state riscontrate a livello del liquor cefalo rachiadiano alte concentrazioni di CRF mediatore fisiologico della sintesi di acth e beta endorfine (la sin- LUGLIO/SETTEMBRE MILLENOVECENTONOVANTACINQUE 쐽 ANSIA-DEPRESSIONE (p SOGLIA DEL PRURITO) 쐽 INQUIETUDINE 쐽 IPERREATTIVITÁ 쐽 AGGRESSIVITÁ 쐽 ECCITABILITÁ 쐽 INCAPACITÁ DI GESTIRE LO STRESS (IgE: > 100 UI/ml) Fig. 1: Profilo psicologico. tesi di acth è ulteriormente stimolata dall’interleuchina 1 di provenienza macrofagica). Dunque l’aumento dei livelli di oppioidi medierebbe il fenomeno della diminuzione della soglia del prurito e per converso la terapia della depressione sempre secondo questo studio, migliorerebbe la sintomatologia del prurito. D’altro canto, situazioni stressanti, cioè situazioni inquadrabili come risposte dell’organismo a richieste di modificazioni esercitate su di esso, sia nei loro correlati biologici che comportamentali, mediano la reattività immunologica grazie ad un trait d’union di fondamentale importanza quale il sistema nervoso autonomo o SNA (Fig. 2). Il SNA, nelle sue due sezioni orto e parasimpatica, è costituito da talune strutture corticali e da centri subcorticali come l’ipotalamo, la corteccia limbica, nuclei bulbari e gangli situati fuori dal nevrasse. Il sistema limbico, centro delle attività emozionali e vegetative, è stato definito anche cervello emozionale ed è la struttura che media la valutazione cognitiva degli eventi esterni e l’attivazione viscerale che si accompagna all’eccitamento emotivo. La cute proprio per le sue funzioni di difesa meccanica e immunitaria, per la sua importanza nella termoregolazione e nella eliminazione dei rifiuti del metabolismo, può essere considerato un organo complesso 32 con funzioni adattative e difensive. La cute ha una ricchissima innervazione vegetativa e reagisce in modo estremamente sensibile a stress di varia natura che comportino una attivazione emozionale. Il pattern di tale risposta vegetativa in realtà dipende dalla costellazione genetica dell’individuo o diatesi e dalle precedenti esperienze che hanno condizionato il tipo e l’entità della risposta emozionale somatica nel singolo individuo. L’azione di controllo integrazione e mediazione tra ambiente esterno ed interno esercitata dal SNV si manifesta anche a livello del sistema immune le cui cellule sono provviste tra l’altro di recettori specifici per agenti alfa e beta adrenergici e colinergici. L’attivazione emozionale risultante dai rapporti psicosociali o dalla elaborazione intrapsichica dello stimolo può influenzare il sistema immune o direttamente (come dimostrano alcuni studi secondo i quali stress gravi produrrebbero significative alterazioni funzionali dei linfociti T e delle cellule immuni bypassando l’attivazione endocrina oppure conseguenti a quest’ultima con alterazione dei livelli di PRL e GH o attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Filogeneticamente il sistema immune è una modalità di elaborazione dello stimolo presente nella materia vivente fin dal livello più elementare mentre i sistemi endocrino e MB LUGLIO/SETTEMBRE MILLENOVECENTONOVANTACINQUE nervoso fanno la loro comparsa in organismi strutturalmente più complessi e differenziati, parallelamente allo sviluppo delle prime strutture nervose e ciò implica anche una gerarchizzazione funzionale dal punto di vista dell’azione diretta dei vari stressors, sui tre sistemi relazionali; infatti, dall’azione diretta ed immediata degli stressors sul SNV, si passa all’azione più mediata sul sistema endocrino, fino ad arrivare all’attivazione immune, più indiretta e profonda. Sia nei linfociti T che B è stata definitivamente accertata, la presenza di numerosi e specifici recettori, per vari mediatori biochimici alfa e beta adrenergici, presenti solo sulle cellule mature. Le alterazioni dell’immunità cellulo mediata presenti nei soggetti affetti da dermatite atopica, potrebbero dunque, rivelare anche una problematica a livello neurotrasmettitoriale. Esaminiamo da ultimo, il quadro immunologico dei soggetti affetti da DA (Fig. 3). Si è constatato che la predisposizione a soffrire di dermatite atopica si trasmette ereditariamente in oltre il 70% dei casi. Nel 50-80% dei soggetti affetti da DA è presente un innalzamento dei livelli di IgE circolanti, spesso, proporzionalmente alla gravità della malattia. Tale aumento delle IgE non è solo da mettere in relazione con una sensibilizzazione specifica nei confronti di determinate sostanze. Anche i test allergometrici (cutireazione e prick test) effettuati in fase acuta, possono evidenziare sostanze non presenti, nè l’eliminazione delle stesse, comporta necessariamente un miglioramento della malattia. In realtà, il sistema immunitario dei soggetti atopici funziona in modo anomalo di fronte a numerosi stimoli. Ricordiamo il ruolo fondamentale delle cellule di Langherans, cellule simili ai melanociti, ma situati ad un livello più superficiale dell’epidermide. Derivano da precursori emopoietici, originanti dal midollo osseo, ed appartengono alla linea cellulare dei monociti/macrofagi, pur possedendo un’attività macrofagica debole e selettiva. Esperienze precedenti (memoria) Attivazione del SNC Stimolazione esterna Valutazione cognitiva Attivazione del SNV Attivazione del SE Struttura genetica Comportamento Modificazioni somatiche Azione sul SI Fig. 2: Stimolazione emozionale ed attivazione fisiologica. Le cellule di Langherans, cosiddette dendritiche, anche perchè stabiliscono contatti con numerosi neuroni, esprimono alti livelli di proteine di classe 1 e 2 del sistema HLA, sono positive all’antigene comune per i linfociti e mancano dei recettori per le IG e il C3. Le cellule di Langherans raccolgono e processano l’antigene alla periferia viaggiando poi nella linfa come cellule “velate” che si stabilizzano, nella zona paracorticale T del linfonodo di drenaggio. Qui la cellula di Langherans, completata la sua maturazione, effettua il cosiddetto “priming” dei linfociti T “naive” cioè scatena la sensibilizzazione iniziale all’antigene. Inoltre a livello cutaneo stimolerebbe la proliferazione dei linfociti T helper e macrofagi attivati i quali oltre a produrre interleuchine ed in particolare interleuchina 1 con attivazione dell’asse ipotalamo ipofisi surrene, indurrebbero mediante varie linfochine, la proliferazione epidermica e la neosintesi di collagene ad opera dei fibroblasti. I soggetti affetti da dermatite atopica presentano un deficit dell’immunità cellulo mediata. Grazie all’utilizzazione di anticorpi monoclonali diretti verso gli antigeni di superficie dei linfociti T4+helper, T8+suppressor ed un antigene comune a tutte le cellule T, si 33 è evidenziato un quadro di questo tipo: - diminuzione dei linfociti T3+ - diminuzione dei linfociti T8 s+suppressor - aumentato rapprto T4+ , T8+ Un’ipotesi unificante propenderebbe per un deficit del sottogruppo di cellule T helper necessarie per attivare i linfociti T citotossici. I linfociti T4+ helper sarebbero così in grado di stimolare l’espansione di cloni specifici di linfociti B ed anche facilitare l’espressione di cellule autoreattive nei confronti della cute (deficit della funzione citotossica). Le cellule T sono in grado, lo ricordiamo, di liberare fattori di induzione e di soppressione delle immunoglobuline E in presenza dell’antigene specifico. Infine è stata evidenziata nei soggetti affetti da DA una diminuzione dell’attività dei recettori beta adrenergici (minore numero dei beta recettori o presenza di anticorpi antibeta recettore ?). Ciò viene provato da due fenomeni distinti: ipersudorazione da iperrisposta allo stimolo colinergico e dal fatto che la sintesi di DNA nelle cellule di soggetti affetti da DA non viene inibita dall’esposizione ai beta agonisti per cui una ridotta risposta beta adrenergica potrebbe essere alla base della lichenificazione osservata. MB Tale blocco beta adrenergico sarebbe dovuto alla produzione abnorme di istamina e prostaglandine e rappresenterebbe l’anello mancante nella catena eziologica multifattoriale della Dermatite Atopica. Ricordiamo infatti che la ghiandola pineale, ghiandola deputata alla gerarchizzazione dei ritmi endocrini dell’organismo e svolgente un ruolo fondamentale nella termoregolazione, nella sensibilità al dolore, nella risposta immunitaria, nella funzione riproduttiva e negli stati ansioso depressivi, possiede un’innervazione beta adrenergica. I pazienti AD possono dunque essere divisi in due grandi gruppi: nel primo gruppo gli allergeni interagendo con le IgE presenti sulle superfici delle mast cellule e dei basofili, provocherebbero il prurito. Il secondo gruppo prescinderebbe dagli allergeni e dall’ipergammaglobulinemia E. (pz. con asma intrinseca, bassi livelli di IgE non allergici). Entrambi i gruppi presenterebbero una iperreattività cutanea intrinseca con abbassamento della soglia del prurito per stimoli meccanici e chimici. Elicitata la risposta del prurito grazie alla iperreattività vascolare, o degranulazione dei linfociti e basofili, o per squilibrio tra recettori adrenergici e colinergici, il grattamento faciliterebbe l’ulteriore introduzione di antigeni dalla superficie cutanea. TERAPIA La dermatite atopica colpisce da un punto di vista costituzionale diatesico o genotipico i soggetti carbopsorici e fosfotubercolinici. Nei primi la dermatite atopica sarà piuttosto da collegare ad una genesi dismetabolica e sarà soprattutto, per così dire, da “eliminazione” con quadro immunologico silente: sono i soggetti nei quali non si osserva ipergammaglobulinemia E. Nei secondi la dermatite atopica avrebbe come substrato etiologico la disreattività immunologica caratteristica del soggetto fosfotubercolinico con alterazione dei livelli circolanti di IgE. LUGLIO/SETTEMBRE MILLENOVECENTONOVANTACINQUE 쐽 IPERGAMMAGLOBULINEMIA NEL 50% - 80% DEI CASI 쐽 CELLULE DI LANGHERANS: PRIMING LINFOCITI T PROLIF. LINF. T E MACROFAGI ATTIVAZIONE IL-1 (ATT. IPOFISO-SURRENALICA) 쐽 DEFICIT DELL’IMMUNITÁ CELLULO-MEDIATA p LINFOCITI T3 p LINFOCITI T8 SUPPRESSOR n T4+ /T8+ 쐽 BLOCCO BETA ADRENERGICO (ALTERATA FUNZIONALITÁ DELL’EPIFISI?) Fig. 3: Quadro immunologico. La fisiopatologia del soggetto carbonico in relazione agli aspetti atopici pone in rilievo l’importanza delle turbe metaboliche che determinano condizioni di autointossicazione con sforzo dell’organismo finalizzato alla eliminazione tossinica: affezioni atopiche con alternanze patologiche (dermatiti, asma, riniti allergiche, etc.). A questa fase segue l’esaurimento funzionale dell’organismo con evoluzione in senso sclerotico. La fisiopatologia del soggetto fosforico è caratterizzata da risposte immunologiche improvvisate, disordinate, guidate fondamentalmente dal prevalere della cinetica tireo simpatica che disidrata, ipermetabolizza e demineralizza. Ad una prima fase di accelerazione metabolica caratterizzata da astenia, turbe digestive, eliminazioni tossiniche (bronchiti, diarree, etc.) disreattività immunologica (dermatiti, riniti allergiche, asma di tipo allergico, etc.) fa seguito la demineralizzazione ed il rallentamento metabolico per carenza energetica. La terapia omeopatica/omotossicologica verterà dunque su alcuni presidi terapeutici fondamentali: 쐽 Farmaci diatesico costituzionali serie carbonica: Calcarea carbonica Graphites 34 Sulfur Hepar sulfur Barita carbonica Lycopodium Psorinum serie fosforica: Calcarea fosforica Sulfur iodatum Pulsatilla Natrum muriaticum Phosphorus Tubercoline La diluizione appropriata sarà eventualmente verificata mediante i test elettronici. In caso di sindrome atopica da collegare a fattori specifici soprattutto psichici sarà opportuno somministrare i: 쐽 Farmaci di eziologia psichica - Phosphoricum acidum: problemi emotivi, sentimentali - Ignatia: dispiaceri, perdita di persone care - Causticum: eccessiva partecipazione ai problemi altrui - Stophisagria: vessazioni - Lachesis: Gelosie - Camomilla: Problemi legati alla dentizione 쐽 Fiori di Bach Qunado ve ne sia l’indicazione si somministreranno il o i nosodi secondo la similitudi- MB LUGLIO/SETTEMBRE MILLENOVECENTONOVANTACINQUE ne eziologica o sintomatologica. I nosodi più frequentemente indicati saranno quelli a tropismo cutaneo/intestinale: - Staphylococcinum - Streptococcinum - Coli - Enterococcinum - Proteus - Aerobacter - Clostridium paraputrificum - Salmonella typhi - Pneumococcinum - Coxsackie - Tubercolinum, etc. Seguiranno i farmaci composti di drenaggio, di impregnazione tossinica ed attivazione emuntoriale: - Lycopodium compositum - Solidago compositum - Thuya compositum - Arnica compositum - Pulsatilla compositum - Fucus compositum - Galium Heel - Vis Heel - Lymphomyosot - Engystol - Hepeel - Sulfur Heel Farmaci sintomatici: - Apis Homaccord - Mezereum Homaccord - Graphites Homaccord - Belladonna Homaccord - Acidum formicicum - Hypophysis - Glandula suprarenalis, etc. - Sympathicus suis - Verifica delle allergie alimentari con esame EAV - Eventuale impiego degli Allergyplex - Catalizzatori del ciclo di Krebs (Cis-Aconitum, Fumarico, Malico) - Chinoni. 왏 Bibliografia (1) Fitzpatrick Eisen Wolf Freedberg “Dermatology in general medicine”. Enciclopedia di medicina e salute “La Pelle” ediz. Ermes srl. Milano (2) Gupta e coll: “Depression modulates pruritus perception : a study of pruritus in psoriasis, atopic dermatitis and chronic idiopathic urticaria” Psychosomatic medicine 56:36-40 (1994). (3) Pancheri Paolo “Stress, emozioni e malattia” Ediz. scientifiche e tecniche, Mondadori (4) Roitt Ivan “Essential Immunology” 8 ediz. Blackwell Scientific Publications (5) Bianchi Ivo “Argomenti di Omotossicologia” vol.2; Guna Editore, Milano. (6) Matarese S. “La PNEI nell’anziano” Atti dell’8 convegno di omotossicologia. (7) Zissue Guillaume “Materia Medica Omeopatica” Ediz. Marrapese (8) Scheich Florin “Personality characteristics and serum IgE levels in patients with atopic dermatitis” Journal of Psychosomatic research vol. 37- pag. 637-642 1993. (9) Goodman e Gilman “Le basi farmacologiche della malattia” Grasso Editore. Organoterapici suis in base all’organo affetto e ad azione di regolarizzazione generale: - Cutis suis - Splen suis - Hepar suis - Glandula parathyroidea suis - Glandula Thymi suis Organoterapici PNEI specifici: - Corpus pinealis suis - Cerebrum suis - Hypothalamus 35