DERMATITE ATOPICA La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della cute di tipo eczematoso che si associa frequentemente a iperproduzione di IgE e a familiarità atopica. Nei paesi occidentali essa colpisce circa il 10% della popolazione infantile, mentre nell'età adulta l'incidenza è ridotta oscillando intorno all'1 3% della popolazione. Di particolare rilievo sul piano eziologico appaiono i rapporti tra DA e allergia all'acaro Dermatopha¬goides pteronyssinus (DP). Infatti circa il 70 80% dei pazienti con DA severa produce IgE specifiche verso il DP e l'esposizione ad alte concentrazioni del suddetto allergene induce un sensibile peggioramento della sintomatologia, mentre il rispetto di alcune regole igienico ambientali, che consentono di ridurre la concentrazione dell'acaro, determina un significativo miglioramento della sintomatologia. Del resto gli allergeni derivati dall’acaro DP svolgono il loro effetto anche per passaggio transcutaneo. Circa il 25% dei pazienti con dermatite atopica ha anticorpi IgE specifici per i comuni allergeni alimentari, quali uova, latte, frumento e pesce, ecc. I sintomi conseguenti all'ingestione di tali alimenti possono essere, oltre ad una riacutizzazione delle lesioni eczematose, anche rappresentati da angioedema delle labbra e del volto, orticaria generalizzata. Il peggioramento della DA avviene generalmente a distanza di 8 24 ore . E’ stato anche osservato che i pazienti con DA presentano un peggioramento dei sintomi in seguito all'ingestione di alimenti ricchi di additivi (conservanti e coloranti), mentre l'adozione di una dieta il più possibile priva di tali sostanze induce un certo miglioramento della sintomatologia. La DA è certamente una malattia con un importante substrato genetico. Analogamente a quanto dimostrato per l'asma bronchiale allergico, anche nella DA le cellule primariamente coinvolte nell'induzione e nel mantenimento della flogosi a livello cutaneo, così come nell'iperproduzione degli anticorpi della classe IgE, sono i linfociti T di tipo Th2. E’ stata evidenziata nelle sedi di lesione la presenza di granulociti eosinofili in fase di attivazione. Il riscontro di eosinofili e il loro stato di attivazione sono anche indirettamente dimostrati dal costante riscontro di MBP, ECP e di EPO a livello delle lesioni cutanee di tipo eczematoso. Le citochine prodotte dai linfociti Th2 attivati sarebbero a loro volta in grado di reclutare e di attivare gli eosinofili, i quali rappresentano le principali cellule effettrici del danno tissutale. Il reclutamento di eosinofili e l'ulteriore accumulo di linfociti nella sede di lesione sarebbero resi possibili dall'espressione di molecole di adesione indotta dalle citochine prodotte dai linfociti Th2 e dall’effetto chemiotattico delle chemochine. ISTOPATOLOGIA Le lesioni tipiche delle manifestazioni acute sono rappresentate da iperplasia dell'epidermide con edema intercellulare e formazione di piccole vescicole. E’ anche presente un intenso infiltrato epidermico costituito prevalentemente da linfociti e rari macrofagi. A livello del derma si osserva invece un infiltrato perivascolare di linfociti e macrofagi. Nelle lesioni croniche lichenificate prevalgono gli aspetti di ipercheratosi; a livello epidermico è presente un modesto infiltrato linfocitario, mentre nel derma si ritrovano sia linfociti, sia monociti macrofagi in sede perivascolare. SINTOMATOLOGIA La DA si manifesta nel 60% dei casi entro il primo anno e, nel 90% dei casi, entro il quinto anno di vita. Le manifestazioni cliniche caratteristiche della DA sono rappresentate da secchezza cutanea, prurito e lesioni eczematose in sedi peculiari. Il quadro clinico della malattia assume aspetti particolari a seconda dell'età della vita in cui essa compare. Nel lattante, le lesioni sono localizzate principalmente alle guance, alla fronte, al cuoio capelluto, in sede retroauricolare e soltanto secondariamente al tronco e alle estremità e assumono carattere prevalentemente essudativo anche a causa delle frequenti infezioni microbiche sovrapposte. In questa fase sono spesso presenti insonnia e irrequietezza e soprattutto dopo il terzo quarto mese si associano anche lesioni da grattamento. Nell’infanzia, le sedi più frequentemente interessate dalle lesioni cutanee che mostrano un aspetto più lichinificato e meno essudativo, sono le pieghe del gomito, delle ginocchia, i polsi, le caviglie, le mani e la regione laterale del collo. Nell’adolescenza, la DA assume aspetti del tutto simili alla forma infantile ed è caratterizzata da un prevalente interessamento del volto e delle pieghe cutanee dove predominano aspetti di lichenificazione. E’ abbastanza frequente la localizzazione palmare e plantare che impone la distinzione nei confronti della dermatite da contatto. La DA si associa frequentemente ad altre condizioni morbose, soprattutto a carico dell’occhio. La DA presenta un andamento cronico-recidivante ed ha una tendenza alla risoluzione spontanea entro la pubertà in circa il 20-25% dei casi ed entro i 50 anni in circa il 40% dei casi. Deve essere tenuto presente che i soggetti affetti da DA fino dai primi anni di vita, nel 80% dei casi sviluppano nell’adolescenza una rinite allergica o AB allergico. DIAGNOSI La comparsa di sintomi peculiari quali secchezza della cute, prurito e lesioni eczematose in sedi caratteristiche in un soggetto con familiarità atopica rende la diagnosi di DA relativamente facile. Tuttavia, poiché non esiste né un quadro istopatologico, né un marker di laboratorio specifico della malattia, la diagnosi deve basarsi su appositi criteri. Di grande importanza sul piano pratico è l’effettuazione delle prove allergologiche cutanee, al fine di svelare la presenza di una eventuale sensibilizzazione verso i più comuni allergeni, sia inalanti che alimentari. Va precisato che le prove cutanee forniscono frequentemente risultati non univoci a causa delle particolari condizioni della cute. E’ pertanto opportuno ricorrere anche alla determinazione delle IgE sieriche specifiche mediante RAST. Di una certa utilità risulta anche la determinazione delle IgE sieriche totali (RIST); nei casi in cui la DA sia associata ad asma e rinite e sia documentabile la presenza di IgE specifiche per numerosi allergeni, i livelli di IgE totali risultano particolarmente elevati. Nel bambino la diagnosi differenziale deve essere posta con la dermatite seborroica e con la scabbia, mentre nell’adulto con la dermatite seborroica e con la dermatite eczematosa da contatto. E’ da rilevare che la dermatite seborroica si distingue per l’aspetto non essudativo delle lesioni cutanee, per l’incostante presenza di prurito, peraltro mai intenso e per l’assenza di elevati livelli di IgE sieriche. Il raro riscontro di familiarità e di associazione con malattie atopiche, di elevati livelli di IgE sieriche specifiche per allergeni inalanti ed alimentari, nonché la rara insorgenza in età infantile costituiscono i principali caratteri distintivi della dermatite da contatto. Infine la diagnosi di dermatite da contatto si basa anche sulla positività dei patch test per una o più sostanze chimiche semplici (apteni).