SCHEDE DI ASCOLTO (da Norton Anthology of Western Music) Organum di San Marziale, Jubilemus, exultemus. L’organum Jubilemus, exultemus è contenuto in un manoscritto degli inizi XII sec., copiato a Limoges o nelle vicinanze, nel ducato di Aquitania, una regione della Francia sud-occidentale. Oggi il manoscritto si trova nella biblioteca nazionale di Parigi, ma è stato per secoli conservato nell’Abbazia di San Marziale di Limoges. Per questi motivi lo stile rappresentato in questo brano viene definito come polifonia d’Aquitania o polifonia di San Marziale. L’anonimo compositore del brano ha combinato da una a diciassette note nella parte superiore per ogni nota della parte più grave (detta tenor). I teorici dell’epoca distinguevano due tipi di stili polifonici che sono qui entrambi esemplificati. Lunghi passaggi con solo una, due o tre note per ogni nota del tenor venivano definiti come stile di discanto. Passaggi nei quali la parte superiore è relativamente melismatica rispetto al tenor venivano definiti come organum. Quest’ultimo tipo viene oggi definito organum floridum (fiorito) per distinguerlo dagli altri tipi. Quando le due voci si muovono simultaneamente, il movimento è principalmente per moto contrario, anche se possono verificarsi anche altri tipi di moto. Dal momento che spesso per ogni nota del tenor vi sono due o più note nella parte superiore, le sonorità create dalle due voci sono molto più varie e includono molte più dissonanze rispetto all’organum nota-contro-nota. Similmente invece allo stile più antico le fini di frase sono contrassegnate dall’unisono o dall’ottava, raggiunti di solito per moto contrario, il che crea un forte senso di conclusione. Jubilemus exultemus, intonemus canticum Redemptori plasmatori, salvatori omnium. Hoc nathali salutari omnis nostra turmula Deum laudet sibi plaudet per eterna secula. Qui hodie de Marie utero progrediens Homo verus rex atque herus in terra apparuit. Tam beatum ergo natum cum ingente gaudio Conlaudantes, exultantes benedicamus Domino.