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Le origini della polifonia
dal IX secolo all’Ars Antiqua
Intorno alla seconda metà del IX
secolo, un autore dal profilo
tuttora imprecisato scrisse in un
luogo anch'esso imprecisato del
territorio franco-occidentale un
trattato dal titolo Musica
enchiriadis (con l'accento sulla
seconda i; la parola viene da
enchirídion, "manuale"): una
"musica in veste manualistica",
un manuale di musica. La
datazione alla seconda metà del
secolo IX si evince dall'esame dei
manoscritti.
Una pagina del trattato anonimo Musica Enchiriadis (AWn, Cod. Vindob. 55, c. 168v) la cui prima redazione è
databile intorno all'anno 900. La copia, con l'aggiunta di
una mano guidoniana, è necessariamente posteriore.
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Il Musica Enchiriadis ci offre la prima descrizione, abbastanza particolareggiata,
dell’organum vale a dire della più antica forma di polifonia, nata probabilmente
dall’incontro spontaneo di voci virili e voci bianche.
L’organum più antico (la parola viene probabilmente da organizzare cioè mettere
insieme più voci) è formato da:
una vox principalis: così è chiamato il canto gregoriano preesistente posto
all’acuto
una vox organalis: cioè una voce organizzata posta inizialmente una quinta sotto
la principalis (diapente)
Le due voci si muovono poi parallelamente, nota contro nota (punctus contra
punctus, da cui l’espressione contrappunto) mantenendo la distanza di quinta.
Se, inoltre, la vox principalis veniva raddoppiata all'ottava bassa e la vox
organalis all'ottava superiore, abbiamo il rigoroso organum composito alla
quinta.
vox principalis (canto gregoriano preesistente)
vox organalis (voce organizzata)
II trattato Musica Enchiriadis del IX secolo propone diversi modi di comporre un
organum. Angelus ad pastores ait è eseguito in organum parallelo in diapente
(distanza di quinta), con la vox organalis al disotto della principale e successivamente
raddoppiato all'ottava. Si tratta di una pratica d'improvvisazione che non richiedeva
alcun supporto scritto.
Angelus ad pastores ait: annuntio vobis gaudium magnum quia natus est nobis hodie
salvator mundi, alleluia.
L'angelo disse ai pastori: vi annuncio una grande gioia, perché oggi è nato per noi il
salvatore del mondo, alleluja
Angelus ad pastores ait
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Nella Musica enchiriadis una quantità di esempi musicali è notata su un sistema con
un numero di linee variabile (da quattro fino a diciotto), gli spazi tra le quali
rappresentano i successivi gradi della scala. Al posto delle note o di simboli simili
vengono scritte le sillabe del testo nei corrispondenti spazi, come si vede nel facsimile
(il testo dice: Tu patris sempiternus es filius
Gli intervalli precisi vengono indicati mediante i cosiddetti segni dasiani [dal nome
greco del simbolo base] scritti sul lato sinistro del sistema. Il sistema dasiano, che è
una imitazione medievale dell'antica notazione greca, usa quattro segni fondamentali
per i suoni del tetracordo fondamentale: re, mi, fa e sol (col semitono al centro). Da
questi derivano, attraverso capovolgimento o rovesciamento da destra a sinistra,
ulteriori segni per un tetracordo più basso e per due tetracordi e mezzo più alti, i quali
stanno esattamente in rapporto di quinta con il tetracordo fondamentale, come
segue:
Tetracordo fondamentale
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In Musica Enchiriadis viene descritto anche l’organo per quarte nel quale tale
intervallo è raggiunto gradualmente per evitare l’intervallo di tritono.
Infatti, bisogna tenere bene a mente che l'incontro delle due voci viene fondato [...]
sull'ordinamento (scala) dasiano: poiché in tale ordinamento sotto il do c’è il si
bemolle, se la vox organalis alla fine di un segmento dovesse procedere
ulteriormente per quarte avremmo una dissonanza (inconsonantia), ovvero il tritono
(si bemolle – mi) [...]
La soluzione indicata è perciò la seguente:
Esempi simili si trovano anche nel Micrologus di Guido d’Arezzo
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L’impiego di organa a terze parallele fu invece ristretto alle Isole britanniche e
alla Scandinavia. L’esempio più noto è l’Inno a S. Magno del XII secolo.
All’inizio dell’XI secolo si affermò il discanto nel quale è introdotto il principio del
moto contrario tra le parti.
Nel discanto la vox principalis passa al grave; superiormente ad essa si pone la vox
organalis.
Esempio
Sul Kyrie– tropo Cuncipotens genitor meus fu realizzato un discanto. Esso figura in
calce a un trattato anonimo Ad organum faciendum del secolo XI, conservato nella
Biblioteca Ambrosiana di Milano (e per questo definito “trattato di Milano”).
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audio
Le origini della polifonia
L’ORGANUM MELISMATICO
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All’inizio del secolo XII nella Francia meridionale e nella
Spagna settentrionale, e precisamente nei centri monastici di
S. Marziale di Limoges e di Santiago di Compostella, si
affermò un nuovo tipo di organum che, per i suoi caratteri
stilistici è stato chiamato melismatico.
E’ superato il procedimento nota contro nota: qui, invece, ad
ogni singola nota della vox principalis (al grave) ne
corrispondono molte nella vox organalis.
L’esempio riprodotto di seguito proviene dal Codex
Caslistinus (1140 ca.) conservato nella Biblioteca della
Cattedrale di Compostella.
Audio
Audio 2 (2° versione)
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Origini della polifonia: XII secolo
LA SCUOLA DI NÔTRE– DAME
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Il passo più importante per un ulteriore sviluppo
della polifonia fu la notazione del ritmo. Verso la fine
del XII secolo va definendosi un sistema per
annotare l’esatta durata delle note.
Il gruppo dei musicisti che rese possibile questa
importante innovazione è detto modernamente
Scuola di Notre Dame perché pare gravitasse
intorno alla celebre cattedrale parigina e a quel
gruppo di professori e studenti che nel 1215 verrà
riconosciuto come “Università di Parigi”.
Nôtre-Dame – Parigi
Parigi, capitale della musica europea (XIV sec)
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Il primo compositore di cui si ha notizia (il primo
compositore professionista in assoluto nella storia
della musica occidentale) è Magister Leoninus che
dovrebbe essere vissuto nella seconda metà del XII
secolo. La fonte che ci testimonia la sua identità è un
trattato Anonimo, noto come Anonimo IV, che ci dice
che Leoninus fu «optimus organista» (cioè
compositore o esecutore di organa) e che compose un
grande libro di organa (Magnus liber organa, andato
perduto ma sopravvissuto in copie risalenti al XIII e al
XIV secolo) per amplificare il servizio liturgico.
Tutti gli organa attribuibili all’epoca di Leonino sono a
due voci e si basano su un canto gregoriano preesistente
(nessuno porta il nome del compositore).
SI tratta, in sostanza, di organa melismatici, con un tenor
(canto gregoriano) scritto con note di durata
indeterminata e un duplum soprastante le cui note
hanno durata determinata.
Il rapporto fra tenor e duplum è di una nota per il tenor
contro una media di 10 – 15 del duplum.
Non tutte le sezioni dell’organum sono polifoniche, ma
come le stesse fonti dell’epoca ammettono, sono rese
polifoniche solo le parti solistiche dei canti responsoriali.
Si può avere un’idea più precisa osservando lo schema
che segue, riferibile a un alleluja gregoriano.
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L’esecuzione dell’Alleluja gregoriano
Esecuzione
solista: alleluia (solo intonazione)
coro: alleluia più melisma (jubilus)
solista: verso
coro: concl. del verso
solista: alleluia (soltanto intonazione)
coro: jubilus (-a)
Trasformazione polifonica di un Alleluja gregoriano alla Scuola di Notre-Dame
Esecuzione
Stile
solista: alleluia (solo intonazione)
polifonico
coro: alleluia più melisma (jubilus)
monodico
solista: verso
polifonico
coro: concl. del verso
monodico
solista: alleluia (soltanto intonazione)
polifonico
coro: jubilus (-a)
monodico
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Come si vede, solo le parti solistiche del canto gregoriano di partenza
sono polifoniche. Quelle destinate al coro, invece, restano monodiche.
Una simile scelta può sembrare paradossale a una sensibilità moderna:
verrebbe spontaneo, infatti, pensare il contrario, ossia che le parti
originariamente destinate al coro diventassero polifoniche e quelle
solistiche restassero monodiche.
Per capire le ragioni della scelta contraria, bisogna invece considerare
che proprio ai solisti erano assegnate le parti più difficili del canto e che
proprio per questo motivo sembrò del tutto naturale che proprio ai
solisti, cioè ai cantori più bravi e preparati, venissero assegnate le parti
polifoniche, mentre il coro continuasse a esprimersi secondo i canoni
della monodia.
Possiamo schematizzare un organum del tempo di Leonino (un Alleluia)
come segue:
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Come si vede dallo schema, esistono due tipi diversi di scrittura polifonica.
Quello tipico dell’organum melismatico, in cui il tenor è a valori ampi e
indeterminati, chiamato organum purum…
e un altro indicato come discanto (per la precisione clausole in stile di discanto)
Nel discanto il tenor accelera fino a procedere con valori simili a
quelli della voce sovrastante (duplum). Queste sezioni in discanto
coincidono di norma con i melismi del canto gregoriano per i quali
sarebbe impensabile mantenere valori tanto ampi al tenor.
Dicevamo prima che nell’organum purum, ad una nota del tenor
ne corrispondono anche 10–15 del duplum. Ora, considerando
che i melismi gregoriani possono estendersi anche per 50 note,
questo significherebbe estendere il duplum fino a 750 note! Ecco
perché, invece, il tenor accelera fino a muoversi quasi nota contro
nota col duplum.
Possiamo osservare ora un organum completo:
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Audio
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clausola in stile discanto
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Origini della polifonia
VIDERUNT OMNES
Fonte
gregoriana
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Viderunt (musica)
Viderunt Audio
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Com’è ovvio i cantori apprezzavano particolarmente le clausole in stile di
discanto, poiché tutte le parti erano egualmente impegnate nel canto.
Il successore di Leonino, Magister Perotinus (1155/60 – 1225), compose
infatti delle nuove clausole da inserire al posto degli originali. In pratica i
cantori che si accingevano ad eseguire un organum avevano due
possibilità:
a) eseguire l’organum originale con le clausole in stile di discanto
originali
b) eseguire l’organum originale con le clausole nuove (clausole
sostitutive di quelle originali) composte da Perotinus.
Va detto, tuttavia, che i compositori della generazione di Perotinus
prediligevano una polifonia più ricca: quindi non solo clausole a due
voci, ma anche a tre e a quattro. Sicché qualora i cantori avessero
optato per una clausola con un numero di voci superiore a due,
durante l’esecuzione dell’organum, e solo in corrispondenza della
clausola, le voci aumentavano da due a tre, fino a quattro.
Clausola originale di Leonino su Nostrum
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Clausola sostitutiva su Nostrum
L’inizio delle due clausole a confronto: quella originale a) e quella sostitutiva b)
a)
b)
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Non pago di aver inserito nuove clausole nei vecchi organa, Perotino compose
anche nuovi organa a tre o a quattro voci, la cui struttura è tuttavia simile a
quella degli organa a due voci di Magister Leoninus.
Audio
Viderunt
Il mottetto
Oltre all’organum, il periodo in esame (tardo XII fino alla fine del
XIII, definito periodo dell’Ars vetus o Ars Antiqua) diede vita a un
secondo genere destinato a vita lunga e feconda: il mottetto.
Nasce dalla pratica di aggiungere testi alle clausole sostitutive che,
in quanto coincidenti con i melismi dell’originale gregoriano, ne
erano prive.
In pratica il mottetto nasce grazie a una tardiva applicazione del
principio della tropatura.
Poiché in francese il termine ‘parola’ viene detto mot, la clausola
tropata prese il nome di mottetto.
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Il mottetto del Duecento divenne presto una composizione
autonoma i cui testi trattavano frequentemente argomenti
profani. La sua caratteristica più importante è che oltre a
essere generi polifonici erano anche politestuali: il tenor (cui
poteva essere aggiunta un’altra voce strumentale detta
contratenor) era strumentale, mentre le altre voci (il
motetus detto anche duplum, e il triplum) erano cantate e
fornite di testi differenti, a volte persino scritti in lingue
diverse (latino o francese).
Nonostante la diversità dei testi gli argomenti però sono
affini: se una voce descrive l’arrivo dell’autunno, l’altra parla
della primavera; se una voce parla dell’amata, un’altra
dell’amato; se il mottetto è affidato alla voce di tre
ipotetiche sorelle, ciascuna voce rappresenterà ognuna di
esse: la più giovane la più acuta, la mezzana quella di mezzo,
la vecchia quella grave.
Oltre a essere differenziate nel testo, le voci del mottetto si distinguevano
anche perché scorrevano con velocità diverse.
In genere il tenor procedeva a note lunghe; il motetus o duplum andava più
velocemente mentre il triplum procedeva con un ritmo ancora più serrato.
Era quasi una riproduzione in scala del movimento degli astri: per la
concezione tolemaica la terra era immobile al centro dell’universo, mentre
intorno ad essa il cielo della luna, quello del sole, quelli dei pianeti e delle
stelle ruotavano a velocità sempre crescente in proporzione alla loro distanza
dalla terra, poiché le orbite che dovevano percorrere ogni giorno erano
progressivamente sempre più ampie.
D’altra parte non va dimenticato che i primi autori di mottetti erano professori
e studenti dell’Università di Parigi, frequentatori delle discipline del
quadrivium.
Fra questi ricordiamo Adam de la Halle, troviere oltreché mottettista.
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Il conductus
Un altro genere musicale dell’Ars Antiqua era il conductus. Esso consisteva
in canti in lingua latina di argomento profano, spesso politico o celebrativo.
La sua principale particolarità era che il tenor anziché essere tratto da una
composizione gregoriana preesistente (come nell’organum o nel mottetto)
era composta appositamente.
Possiamo considerare il conductus come il primo genere musicale
polifonico in cui tutte le voci sono di libera invenzione. Ma una simile
libertà d’invenzione non era evidentemente troppo confacente alla
mentalità del tempo, visto e considerato che ebbe vita breve e circoscritta
alla sola Ars Antiqua.
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La Scuola di Nôtre-Dame
LA NOTAZIONE A NOTRE DAME
Notazione modale (Modi ritmici)
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Le ligature
A seconda della scrittura adottata era possibile stabilire il ‘modo ritmico’
di appartenenza di un brano (nell’esempio i modi sono cerchiati in rosso)
Firenze, Bibl. Laurenziana plut. 29
(serc. XIII) Clausola -GO (Virgo)
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Trascr. Clausola
Audio Clausola
La polifonia
VERSO L’ARS NOVA: L’EVOLUZIONE DELLA
NOTAZIONE MUSICALE DURANTE IL XIII SECOLO
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Poco dopo la metà del Duecento, ancora nell’ambito di quella che oggi viene
definita l’Ars Antiqua, fu applicato per la prima volta – seppure parzialmente –
un principio su cui si baserà la semiografia musicale successiva: l’equivalenza fra
segno scritto e significato sonoro.
A partire dal trattato Ars cantus mensurabilis di Francone di Colonia – un
tedesco attivo anche a Parigi e forse professore di quell’università, che scrisse il
suo volume fra il 1260 e il 1280 – i diversi valori delle note iniziarono a essere
espressi da figure differenti, inaugurando quella che sarà definita musica
mensurale, ossia musica misurabile.
Le regole stabilite da Francone per le relazioni fra la longa e la breve sono le
seguenti:
a) una Longa è perfetta quando è seguita da un'altra longa o da 2 o 3 brevi;
b) una Longa è imperfetta se viene seguita da 1 o più di 3 brevi; la prima B
rende imperfetta la L, e le restanti B vengono raccolte in gruppi di 3
ciascuno; se avanza una B, essa rende imperfetta la L seguente; se
avanzano due B ha luogo l'alterazione della seconda
Inoltre poteva essere a volte aggiunto un punto (punto divisionis) che
indicava una divisione tra due perfezioni.
Principi simili regolavano le relazioni tra la breve e la semibreve.
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Triplum
Duplum
Alle psallite cum luya not. orig.
Alle psallite not moderna
Audio
Tenor
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Col passare del tempo il mottetto subì una sostanziale trasformazione
ritmica.
L'artefice principale di tale trasformazione fu un compositore della fine del
XIII secolo, Petrus de Cruce, che arricchì le teorie mensurali di Francone.
I mottetti di Petrus, mostrano in effetti numerose figurazioni ritmiche
irregolari nel triplum (terzine, quintine, e addirittura gruppi di nove suoni)
che implicano necessariamente l'uso di valori più piccoli della breve
(semibreve). In pratica secondo il sistema petroniano, da due a nove
semibrevi racchiuse fra due punti, hanno il valore di una breve.
esempio.
SSS. SSSSS. SS = terzina, quintina, duina
Audio
Triplum: E' un uomo che scrive canti ispirati da un amore che lo riempie
di gioia
Motetus: "Per lungo tempo mi sono trattenuto dal scrivere canti" - si
legge nel motetus- "Ma ora l'amore che provo verso la più bella dama del
mondo ha rotto il mio silenzio"
Tenor: Strumentale - tratto dal c.g.
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Audio
On parole de batre/A Paris soir et matin/Frese nouvele! (3 voci)
Trpilum: E' un uomo intento a descrivere il piacere che prova nel
discorrere di buon vino, capponi grassi, canto, gioco, belle donne, ecc.
tutto ciò si trova a Parigi.
Duplum (è un invito a recarsi a Parigi)
Giorno e notte a Parigi
c'è buon pane e buon vino
carne e pesce
e tutti i generi di amicizie
[...]
Tenor: Fragole fresche! Belle more!
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