LAUDATO SII MI’ SIGNORE! Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! È risuonato il grande annunzio: abbiamo il Papa! L’annunzio atteso dalla moltitudine dei cristiani, e anche da moltissimi uomini, è stato dato alla città e al mondo: “Abbiamo il Papa, l’eminentissimo e reverendissimo Signore Giorgio Mario, Cardinale della Santa Romana Chiesa Bergoglio, che ha scelto il nome Francesco”. Quel giorno sono partito dalla Sardegna per Roma e ho avuto la fortuna di essere presente in Piazza San Pietro nel momento in cui è apparsa la fumata bianca nel comignolo della Cappella Sistina. Un grido di esultanza è sgorgato dalla folla straripante al vedere il segno dell’elezione del Papa. L’emozione era alle stelle nel cuore dei giovani e dei bambini, delle famiglie e di tutto il popolo. E all’apparire del Papa, al vedere il suo volto rasserenante, al sentire le sue dolcissime parole, la commozione è salita fino al cielo. Nella storica piazza era presente tutto il mondo, risuonavano le lingue di tutti i popoli e la fede è sfociata in una preghiera universale. La fede è luce alla nostra gioia: vedendo il Papa andiamo incontro a Cristo! Lo Spirito Santo con la sua sorpresa ha donato al mondo un meraviglioso “buon pastore” e ci ha fatto comprendere il mistero: l’umiltà di Benedetto XVI ha aperto la strada all’umile Papa Francesco! È un uomo semplice e buono, è un uomo di preghiera, è un uomo del popolo. E prima di donarci la sua benedizione ha domandato la nostra preghiera perché Dio lo benedica. Benedetto sia Francesco! La Chiesa per proclamare il “Vescovo di Roma” ha scelto dai tempi antichi la voce degli angeli di Betlemme, che annunziarono ai pastori la nascita del Messia: “Vi annunzio una grande gioia: oggi è nato per voi nella città di David il Salvatore, che è il Cristo Signore!” (Luca 2,10-11). È il segno splendente dell’altissima missione di Pietro, chiamato da Gesù alla guida della Chiesa universale. L’apostolo Pietro era stato scelto personalmente da Gesù. Il suo primo successore San Lino fu designato da San Pietro. Ben presto la scelta fu affidata alla comunità ecclesiale: il popolo veniva esortato a confermare con la sua acclamazione la designazione dei presbiteri. E anche nel nostro tempo, nel quale sono i cardinali a eleggere il Vescovo di Roma, i credenti sono stati invitati a “entrare” nel Conclave con la preghiera, per accogliere con affetto e gratitudine il Papa che lo Spirito Santo stava per donare alla Chiesa. Il fondamento soprannaturale della elezione è sempre stata l’invocazione dello Spirito Santo, cercato nella preghiera e talvolta nei segni prodigiosi: il Papa Fabiano nell’anno 236 fu scelto perché sul suo capo si era posata una colomba! Sul comignolo della Sistina è apparsa una cicogna perché stava per nascere una nuova vita. Il “vescovo di Roma” era chiamato “servus servorum Dei”. Si cominciò a chiamarlo “papa” per indicare la sua “paternità” con la parola greca familiare ai bambini: “pappas”. La prima testimonianza è in una autorizzazione concessa al diacono Severo dal “Papa Marcellino” attorno all’anno 300. Il Papa Francesco, che da cardinale era “Eminenza” e ora è “Santità”, ama esser chiamato semplicemente “Padre”. La sua paterna “tenerezza” rinnoverà i cuori degli uomini e delle donne che sceglieranno come stile la “bontà”. Il Papa appena eletto viene invitato a scegliere il “nome”, mentre nei primi secoli manteneva il nome di battesimo. Ne è nata una consuetudine, che non è normativa, tanto che molti eletti mantennero il nome battesimale. Il Cardinale Giorgio Mario Bergoglio “gesuita col saio francescano” ha scelto il nome “Francesco”. Noi innalziamo al cielo l’inno della gioia: “Laudato sii, mi’ Signore, per il nostro Papa Francesco!”. 13 marzo 2013! Abbiamo implorato dal Signore il dono del nuovo “buon pastore” e accogliamo con esultanza il Papa Francesco con lo spirito di fede del Papa Benedetto XVI nel suo ultimo saluto: “La Chiesa è di Cristo, il quale non le farà mancare la sua guida e la sua cura”. + Pietro Meloni Vescovo Emerito di Nuoro