LASIK e PRK per la correzione di MIOPIA, ASTIGMATISMO ed IPERMETROPIA a cura di Lucio Buratto BIOGRAFIA DELL’AUTORE Nel settore della chirurgia oculare il Dr. Buratto si occupa della correzione laser e chirurgica di miopia, astigmatismo e ipermetropia; in questo settore ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Così come per il trattamento chirurgico della cataratta. Egli ha iniziato nel 1986 ad eseguire, primo in Italia, la cheratomileusi miopica, la tecnica di correzione chirurgica per la miopia elevata (ora chiamata LASIK). Nel 1989, primo a livello mondiale, ha iniziato a utilizzare il laser ad eccimeri all’interno della cornea per la correzione della miopia elevata. Fino ad oggi ha eseguito parecchie migliaia di interventi di miopia, astigmatismo ed ipermetropia ed ha acquisito una esperienza ed una competenza unica in Italia. Per le sue ricerche e per i suoi risultati nel campo della miopia ha conseguito nel 1992 al congresso internazionale di San Diego (California) il primo premio per la miglior nuova tecnica chirurgica con laser ad eccimeri. Nel 1995 è stato insignito del riconoscimento internazionale “Keratomileusis Study Group” per le sue ricerche ed innovazioni apportate nel campo della chirurgia della miopia. Nel 1996 ha ideato ed utilizzato per primo al mondo la nuova tecnica di “Lasik Down up”, perfezionamento della procedura Lasik per la correzione della miopia. Nel 1998 in coincidenza con il congresso internazionale dell’American Academy of Opthalmology di New Orleans è stato nominato “Chirurgo Refrattivo dell’Anno”. Nel 1998 è stato insignito dalla Società Oftalmologia Italiana del riconoscimento di “Maestro dell’Oftalmologia Italiana”. Nel 1999 in coincidenza del Congresso Europeo di Nizza dell’ESCR ha ricevuto dal “Lasik Institute” il riconoscimento “Pioniere in Chirurgia Refrattiva”. Nel 1999 è stato insignito della medaglia d’oro “Peter Choyce” al congresso della Società Inglese UKISCRS per i suoi studi nella Lasik. Nel 2000 ha ricevuto il massimo riconoscimento internazionale per un chirurgo refrattivo, il premio “Barraquer” per le sue ricerche ed innovazioni sulla chirurgia refrativa con laser al Congresso Internazionale di Dallas dell’American Academy of Ophthalmology. continua in IIIº di copertina LASIK e PRK per la correzione di MIOPIA, ASTIGMATISMO ed IPERMETROPIA a cura di Lucio Buratto © Copyright 2007 Centro Ambrosiano di Microchirurgia Oculare Piazza Repubblica, 21 - 20124 Milano http://www.buratto.com - e-mail: [email protected] Tutti i diritti sono riservati È vietata ogni riproduzione totale e parziale. Realizzazione: ATTIVA srl - Lurago Marinone - Como Tel. 031 93 88 07 - Fax 031 93 88 17 - e-mail: [email protected] PREFAZIONE 1 Questo fascicolo è dedicato a tutti quei pazienti che soffrono di uno dei seguenti difetti, detti “refrattivi”, dell’occhio: • miopia • ipermetropia • astigmatismo In Italia circa venti milioni di persone sono affette da uno dei suddetti difetti di refrazione; nella maggioranza dei casi l’handicap è poco importante ed è ben correggibile con una protesi esterna, cioè con un paio di occhiali o di lenti a contatto; in parecchi casi però il difetto può condizionare la vita lavorativa, professionale, sportiva, affettiva e sociale al punto da richiedere soluzioni più complete e definitive. La chirurgia refrattiva consente al paziente una nuova esperienza di vita, un senso particolare di libertà che permette scelte di vita che prima non erano possibili perché erano ostacolate dagli occhiali o dalle lenti a contatto. In questi ultimi anni in medicina sono stati fatti importanti progressi ed ora l’oculista con un intervento di chirurgia refrattiva è in grado di correggere con ottimi risultati i suddetti “difetti” ed eliminare o ridurre la dipendenza dall’occhiale o dalle lenti a contatto. Il laser ad eccimeri ha aperto una nuova era per queste persone e con gli importanti perfezionamenti apportati dalla sua introduzione in chirurgia (1989) è ora in grado di fornire risultati molto precisi e attendibili, quando vengono rispettate le regole che ne indicano l’uso. La decisione di trattare il difetto spetta solamente al paziente. Il paziente deve avere aspettative realistiche e la decisione deve essere basata su fatti e non su speranze o su idee sbagliate. Questo fascicolo si propone di fornire una spiegazione elementare di ciascuno di questi difetti, di dare una descrizione semplice ma chiara delle possibilità di correzione per ciascun handicap e di mettere in evidenza i vantaggi ma anche i possibili rischi legati all’intervento. Raccomando perciò di leggerlo con molta attenzione. È particolarmente importante leggere il capitolo “Inconvenienti, rischi e complicazioni della PRK e della LASIK” ed il capitolo “Precauzioni e prescrizioni post-operatorie”. Prima dell’eventuale intervento è indispensabile che il paziente legga, comprenda e firmi il Consenso Informato; esso autorizza il chirurgo ad eseguire l’intervento in base alle informazioni contenute in questo fascicolo. Lucio Buratto (1) Il presente fascicolo viene stampato ad uso esclusivo dei pazienti in cura presso il Centro Ambrosiano di Microchirurgia Oculare S.p.A. 3 INDICE pagina Anatomia dell’occhio 7 Emmetropia 10 Difetti di refrazione 11 Chirurgia refrattiva 14 La miopia 15 Tipi di miopia 17 Astigmatismo 18 Ipermetropia 20 Presbiopia 21 Il laser ad eccimeri 23 Esami preoperatori 26 PRK 27 LASIK 30 Differenze tra PRK e LASIK 36 Il fenomeno della insufficiente correzione e della regressione 38 Impianto di anello intracorneale 40 Impianto di cristallino artificiale 41 Chi può sottoporsi e chi no ai trattamenti con laser ad eccimeri ed alla chirurgia refrattiva in generale 43 Condizioni particolari in cui la chirurgia refrattiva è di particolare aiuto 44 Confronto fra lente a contatto, occhiale e LASIK o PRK 45 Inconvenienti, rischi e complicazioni della PRK e della LASIK 46 In preparazione al trattamento con laser ad eccimeri 50 Anestesia 50 Intervento in ambulatorio 51 Precauzioni e prescrizioni postoperatorie 52 PRK: decorso postoperatorio 54 LASIK: decorso postoperatorio 55 Conclusioni 56 Servizio urgenze 56 Questionario 57 Domande e risposte 59 Principali attività del Centro Ambrosiano di Microchirurgia Oculare 68 Glossario 71 ANATOMIA DELL’OCCHIO L’occhio si compone di varie strutture anatomiche ognuna delle quali deve avere caratteristiche ben precise per consentire una visione corretta. La parte anteriore è costituita dalla cornea: una struttura di forma convessa costituita da tessuto trasparente; proprio sulla cornea viene eseguita la maggior parte degli interventi “refrattivi” che consentono cioè la correzione dei difetti di refrazione (miopia, astigmatismo, ipermetropia). Ai lati la cornea si continua alla periferia con un tessuto quasi bianco, la sclera. Appena dietro la cornea c’è l’iride; quando si dice che una persona ha gli occhi azzurri ecc. ci si riferisce appunto al colore dell’iride. L’iride ha al centro un foro che è la pupilla, il diametro della quale varia con l’intensità della luce ambiente regolando così la quantità di luce idonea all’occhio per vedere correttamente. Dietro la pupilla e l’iride c’è il cristallino; si tratta di una lente trasparente, un po’ più grande di una lenticchia. Fig. 1 - Le varie componenti dell’occhio in sezione 7 Il cristallino ha lo scopo di filtrare e convergere la luce che entra nell’occhio in modo da convogliarla sulla retina; il cristallino ha la proprietà di cambiare la sua forma e quindi la distanza focale della luce che entra nell’occhio (processo di accomodazione); in tale maniera l’occhio è in grado di mettere a fuoco un oggetto situato a varie distanze, sia esso lontano o vicino. Dopo i 40 anni il cristallino perde progressivamente la sua capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini (ad esempio i caratteri della scrittura); è l’inizio della presbiopia, un fenomeno naturale di senescenza del cristallino. Se il cristallino diviene opaco in parte o completamente si ha la cataratta; in una tale evenienza occorre procedere chirurgicamente; per creare delle condizioni visive il più possibile vicine a quelle di un occhio normale, è importante inserire un cristallino artificiale al posto di quello opaco che è stato rimosso. (Consultare il fascicolo Cataratta). Fig. 2 - Le parti anteriori dell’occhio Dietro il cristallino, c’è il vitreo, una sostanza gelatinosa e trasparente che riempie tutta la parte centrale posteriore dell’occhio. 8 Sulla superficie posteriore dell’occhio, internamente, è situata la retina che è la membrana visiva dell’occhio; paragonando l’occhio ad una macchina fotografica essa ha le stesse funzioni della pellicola. La luce dopo esser passata attraverso la cornea, la pupilla, il cristallino, il vitreo raggiunge la retina; qui stimola alcune speciali cellule chiamate fotorecettori; esse trasmettono lo stimolo ad altre cellule che attraverso dei prolungamenti vanno a formare il nervo ottico. Il nervo ottico è costituito da prolungamenti delle cellule retiniche e trasporta gli impulsi nervosi dalla retina al cervello. Il cervello in una sua area chiamata corteccia visiva riceve gli impulsi nervosi dall’occhio, li elabora e ne permette la loro identificazione. Solo a questo punto si può parlare di visione e perché ciò avvenga correttamente è necessario che tutte le strutture fino ad ora menzionate siano integre e funzionanti. Da un punto di vista strettamente refrattivo, cioè ottico, le due strutture più importanti sono la cornea ed il cristallino; ed è su queste due che si può agire chirurgicamente per modificare la refrazione di un occhio e quindi correggere i cosiddetti difetti di vista (miopia, astigmatismo, ipermetropia) e talora anche la presbiopia. 9 EMMETROPIA Quando un occhio è privo di difetti di refrazione si dice emmetrope; esso può quindi vedere correttamente e non necessita di occhiali. Nell’occhio emmetrope i raggi della luce, che entrano nell’occhio in modo parallelo vengono focalizzati dalla cornea e dal cristallino esattamente sulla retina in un singolo punto e producono una visione chiara e normale (stato di emmetropia). Il paziente emmetrope giovane quindi vede bene ad ogni distanza; perciò quando legge o scrive (visione da vicino) oppure quando guarda la televisione o guida la macchina (visione da lontano) non necessita di occhiali. Quando invece l’immagine non va a fuoco sulla retina può essere messa a fuoco dietro (ipermetropia) o davanti ad essa (miopia) o in più di una zona (astigmatismo); in tali casi si ha un “difetto di refrazione”; nella gran parte dei casi essi possono essere risolti facilmente con lenti da occhiale o con lenti a contatto; in alternativa possono essere corretti con una procedura laser o chirurgica. Fig. 3 - Occhio emmetrope, cioé normale: l’immagine è a fuoco sulla retina. Non occorrono lenti correttive 10 DIFETTI DI REFRAZIONE I tre difetti o errori o handicap o vizi di refrazione fondamentali sono: • miopia: il paziente vede bene a distanza ravvicinata ma male per lontano; è il difetto più comune perciò in questo fascicolo se ne parlerà estesamente; • ipermetropia: l’occhio vede bene da lontano ma con difficoltà a distanza ravvicinata; Fig. 4 - Occhio ipermetrope: l’immagine va a fuoco dietro la retina. Occorre una lente positiva per farla cadere sulla retina oppure un intervento. • astigmatismo: la persona astigmatica vede con difficoltà sia da vicino che da lontano e le immagini che percepisce sono un po’ allungate. La presbiopia non è un vero difetto refrattivo ma più un problema dell’età. Richiede l’uso degli occhiali per leggere. Spesso gli errori di refrazione sono già presenti alla nascita; nel caso della miopia invece frequentemente il difetto insorge nell’infanzia o nell’adolescenza ed aumenta con il passare degli anni. 11 La correzione ottica degli errori refrattivi si realizza nella maggior parte dei casi con lenti per occhiali e con minor frequenza mediante lenti a contatto; le une e le altre permettono di modificare il percorso dei raggi della luce e di metterli a fuoco sulla retina e quindi permettono di ottenere una visione normale, o quasi; ciò si verifica soprattutto nei difetti lievi e medi; in quelli forti, malgrado l’occhiale o la lente a contatto, spesso la visione rimane disturbata e talvolta ridotta per la coesistenza di lesioni interne (soprattutto danni alla retina); l’occhiale forte provoca anche distorsioni e aberrazioni ottiche che riducono l’efficacia delle lenti. Quando una persona non riesce o non vuole portare l’occhiale e non tollera le lenti a contatto è indicata una procedura con laser ad eccimeri o un intervento chirurgico per ridurre o eliminare la dipendenza dall’occhiale o dalla lente a contatto. Fig. 5 - Occhio miope: l’immagine va a fuoco avanti alla retina. Occorre una lente negativa per farla cadere sulla retina oppure un intervento. 12 Fig. 6 - Simulazione del modo di vedere di un occhio miope: gli oggetti posti a distanza ravvicinata vengono visti correttamente a fuoco; quelli lontani appaiono tanto più sfocati ed indistinti tanto più la miopia è elevata. Fig. 7 - Simulazione del modo di vedere di un occhio ipermetrope: gli oggetti posti a distanza ravvicinata appaiono sfocati ed indistinti; gli oggetti distanti vengono visti a fuoco, soprattutto se entra in funzione l’accomodazione. Fig. 8 - Simulazione del modo di vedere di un occhio astigmatico: le immagini vengono percepite deformate lungo una certa direzione che dipende dalla direzione dell’astigmatismo; la deformazione è tanto maggiore, tanto più elevato è il grado di astigmatismo. 13 CHIRURGIA REFRATTIVA La chirurgia refrattiva si propone l’obiettivo di correggere i difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo) modificando chirurgicamente cornea o cristallino. L’intervento con il laser ad eccimeri ha lo scopo di modificare la curvatura della cornea su tutta o quasi la sua estensione (miopia e ipermetropia) o solo in alcuni settori (astigmatismo) in modo da far sì che i raggi luminosi vengano focalizzati in un solo punto della retina. La chirurgia refrattiva dell’occhio in questi ultimi anni ha compiuto passi da gigante; oggi i nuovi tipi d’intervento e l’impiego di tecnologie sempre più sofisticate, come il laser ad eccimeri, garantiscono risultati quasi perfetti nelle miopie lievi e molto affidabili nelle miopie medie e forti. Le principali tecniche di chirurgia refrattiva sono: • PRK o fotocheratectomia di superficie e le sue parenti LASEK ed EPILASIK, tutte con laser ad eccimeri • LASIK o fotocheratectomia all’interno della cornea con laser ad eccimeri o cheratomileusi miopica • Impianto di anello intracorneale • Impianto di cristallino artificiale: senza rimozione di quello umano oppure con sostituzione del cristallino umano con uno artificiale • Radiofrequenza • Cheratotomia radiale* • Cheratotomia astigmatica* • Termocheratoplastica con laser ad olmio* * Sono tecniche ormai non più in uso 14 LA MIOPIA La miopia è il più diffuso difetto di vista; in Europa alcune decine di milioni di persone sono affette da tale problema; in Italia invece i miopi sono circa dodici milioni. La miopia è un’imperfezione che riduce la vista per lontano; il miope cioè vede bene a distanza ravvicinata mentre a distanza di qualche metro vede sfocato. Nella miopia semplice l’occhio è sano, cioè non ha alterazioni, per cui con una appropriata lente può vedere anche 10/10 cioè avere il massimo dell’acuità visiva. Nella miopia elevata (miopia patologica o malattia miopica) invece la retina è spesso danneggiata per cui l’occhio anche con le lenti adeguate ha una visione ridotta ed inferiore a quella normale (a volte 7/10, a volte 3/10 e in certi casi anche meno di 1/10). Il miope per correggere in parte o completamente il suo difetto può ricorrere all’uso di occhiali o di lenti a contatto; in alternativa può ricorrere ad un trattamento laser o chirurgico della miopia; le principali tecniche utilizzabili sono: • PRK o fotoablazione corneale di superficie con laser ad eccimeri: la tecnica utilizza il laser sulla superficie • LASIK o cheratomileusi miopica con laser ad eccimeri: la tecnica utilizza il laser all’interno della cornea (tecnica mista, in parte chirurgica in parte laser). Per la correzione della miopia esistono poi altre metodiche, puramente chirurgiche, di uso meno frequente: • inserzione di cristallino artificiale senza rimozione del cristallino umano (tecnica del doppio cristallino); • sostituzione del cristallino umano trasparente con inserzione al suo posto di un cristallino artificiale (tecnica dello scambio del cristallino): è uguale all’intervento di cataratta. • cheratotomia radiale: è in via di abbandono; • impianto di anello intracorneale (tecnica chirurgica): serve soprattutto nel trattamento del cheratocono (una malattia della cornea) Queste varie metodiche vengono usate di volta in volta a seconda dell’entità del difetto da correggere; più esattamente: 15 • Miopia lieve: si usa la fotoablazione corneale di superficie con laser ad eccimeri (PRK). In pratica, con un fascio di luce ultravioletta si “scolpisce” la superficie della cornea per una profondità e per una estensione tali da appiattirla e quindi ottenere la correzione della miopia. • Questa tecnica è semplice, rapida ed eseguibile ambulatoriamente in anestesia topica; non richiede il bendaggio dell’occhio. Ha tempi di guarigione e di recupero visivo lenti. • Miopia lieve media ed elevata: si usa la fotoablazione corneale all’interno della cornea con laser ad eccimeri (LASIK, chiamata anche cheratomileusi miopica). Essa consiste nell’eseguire il trattamento laser ad eccimeri all’interno della cornea dopo incisione “lamellare” della stessa. L’operazione viene eseguita in anestesia topica, in ambulatorio; è completamente indolore e non richiede punti o punture e nemmeno bendaggio dell’occhio. Ha tempi di guarigione e di recupero visivo rapidi. • Miopia molto forte: nella maggioranza dei casi si usa un cristallino artificiale ed ogni singolo caso va valutato singolarmente. In parecchi casi il difetto è tale che può essere corretto utilizzando solo una tecnica. In alcune situazioni è necessario associare due tecniche in tempi diversi per sfruttare i vantaggi di una e dell’altra; naturalmente è compito del medico oculista esperto di chirurgia refrattiva suggerire la tecnica più idonea; ciò solitamente viene fatto in base al tipo di occhio, all’età del paziente, alle esigenze visive, oltre che in base all’esperienza chirurgica del singolo operatore ed alle strumentazioni disponibili. Conclusioni per la miopia La tecnica attualmente più utilizzata è la LASIK; consente di correggere un’ampia gamma di difetti miopici, comporta un rapido recupero visivo ed una precoce stabilizzazione del risultato (specialmente se applicata utilizzando “Intralase” un nuovo e importante laser che lavora a femtosecondi). Consente anche l’intervento contemporaneo dei due occhi (vedere più avanti “Vantaggi e inconvenienti dell’intervento bilaterale”). 16 TIPI DI MIOPIA Miopia lieve o semplice Miopia forte o malattia miopica 1. Il paziente usa occhiali leggeri e lenti sottili (lenti comprese fra 1 e 3-4 diottrie) 1. Gli occhiali sono pesanti e le lenti sono spesse all’esterno e sottili al centro (lenti di 8 diottrie o più) 2. La miopia tende a fermarsi al completamento dello sviluppo fisico 2. La miopia tende a progredire più o meno per tutta la vita ed in maniera irregolare 3. L’occhio ha forma e dimensioni normali (la lunghezza varia fra 22 e 24 millimetri) 3. L’occhio è più grande e più sporgente (la lunghezza varia fra 24 e 36 millimetri) 4. L’occhio è sano e tutte le strutture che lo compongono hanno un aspetto normale 4. L’occhio miope è più o meno “malato” cioè presenta alterazioni in quasi tutte le sue strutture; particolarmente colpita è la retina (degenerazione maculare, emorragie, rotture, etc) ed il nervo ottico 5. La visione (con le lenti) è più o meno normale cioè 10 decimi oppure 9 o 8 decimi 5. La visone è più o meno ridotta (anche con lenti) a seconda della maggiore o minore gravità delle alterazioni miopiche dell’occhio (7 o 6 decimi o anche meno) 6. Il trattamento con laser ad eccimeri (PRK o LASIK) consente, nella maggioranza dei casi, di eliminare la miopia. L’acutezza visiva senza occhiali sarà uguale a quella che c’era prima con gli occhiali. 6. Il trattamento (LASIK) consente, nella maggioranza dei casi, di eliminare o di ridurre drasticamente l’entità della miopia ed in parecchi casi di eliminarla. L’acutezza visiva senza occhiali o con occhiali più leggeri sarà più o meno eguale a quella esistente prima dell’intervento con gli occhiali. La miopia media (fra 4 e 8 diottrie) si comporta in maniera intermedia cioé a volte come una miopia leggera, a volte come una miopia forte. 17 ASTIGMATISMO La cornea in un occhio normale, emmetrope, ha, all’incirca, la forma di una sezione di sfera; in caso di astigmatismo essa è ovoidale (ha cioè la superficie più simile a quella di un uovo che di una sfera). Questo tipo di curvatura corneale non permette la messa a fuoco delle immagini sulla retina in un punto solo ma ciò avviene su diversi piani; ciò comporta una scarsa visione sia per lontano che per vicino. Nella maggioranza dei casi l’occhiale o la lente a contatto forniscono un risultato apprezzabile; in alternativa il difetto è anche correggibile chirurgicamente o con tecniche laser. A seconda dell’entità del difetto e della sua associazione o meno con miopia, ipermetropia, si adopera una tecnica od un’altra; le procedure più utilizzate sono: • PRK astigmatica o fotoablazione corneale astigmatica di superficie con laser ad eccimeri: essa sfrutta il potere di ablazione del laser ad eccimeri; con tale procedura viene asportata una piccolissima quantità di tessuto in alcuni settori della superficie corneale e di conseguenza la sua curvatura viene modificata in modo da farla divenire più simile ad una sfera. Questa procedura viene solitamente riservata per la correzione di difetti astigmatici di lieve entità. La PRK astigmatica presenta all’incirca gli stessi pregi e inconvenienti della PRK per miopia al quale si rimanda. Se sono contemporaneamente presenti, come spesso accade, miopia ed astigmatismo, si possono correggere i due difetti contemporaneamente; in tal caso il risultato della correzione, è un poco meno preciso di quello che si ottiene per la semplice miopia o per il semplice astigmatismo. • LASIK astigmatica: la procedura è simile alla Lasik con la differenza che l’ablazione con il laser ad eccimeri viene fatta con modalità differenti; viene riservata di solito ad astigmatismi medi e forti, ma funziona molto bene anche in quelli leggeri. 18 • Interventi di “cheratotomia astigmatica”: essi comportano l’esecuzione di due-quattro incisioni sulla cornea periferica, con bisturi di diamante o con laser a femtosecondi. • L’intervento è prevalentemente destinato alla correzione di astigmatismi elevati; viene praticato poco per la prevalente utilizzazione del laser ad eccimeri. Conclusioni per l’astigmatismo La scelta del tipo di procedura dipende dall’entità del difetto, dall’età del paziente, dalle condizioni dell’occhio, dalla presenza o meno di altri difetti (miopia e/o astigmatismo).La grande maggioranza degli astigmatismi possono essere corretti e l’intervento fornisce, in generale, ottimi risultati, specialmente se si utilizza la Lasik. Sempre più i risultati migliori vengono forniti dalla LASIK. 19 IPERMETROPIA L’ipermetropia è quel difetto che consente di vedere bene gli oggetti posti a distanza, mentre rende difficoltosa la visione di quelli vicini. L’ipermetropia lieve può essere compensata con un certo sforzo visivo; quella media o elevata invece richiede l’uso permanente di occhiali o lenti a contatto. Nell’ipermetropia, in alternativa all’occhiale o alle lenti a contatto si può ricorrere ad un trattamento laser o ad un intervento misto chirurgico e laser. Le tecniche utilizzabili sono: • PRK ipermetropica: si usa per difetti lievi soprattutto in pazienti giovani. La procedura viene eseguita con lo stesso laser ad eccimeri utilizzato per il trattamento della miopia ma l’asportazione di tessuto avviene con modalità diverse; l’anestesia, il trattamento, il decorso postoperatorio ed i risultati visivi hanno un comportamento simile a quello della fotoablazione corneale di superficie per miopia al quale si rimanda. • LASIK ipermetropica: si utilizza per difetti medi e forti, ma funziona molto bene anche per quelli lievi. La procedura è molto simile alla LASIK miopica ed utilizza le stesse strumentazioni; differisce perché il laser ad eccimeri rimuove tessuto in maniera diversa. • Impianto di cristallino artificiale: con o senza rimozione di quello umano; è utilizzabile in casi ben selezionati per ipermetropie superiori alle 6-7 diottrie. • Radiofrequenza: per difetti leggeri in pazienti di età superiore a 40 anni. Conclusioni per l’ipermetropia Benché l’ipermetropia sia il difetto più difficile da correggere i risultati sono molto positivi, specialmente quando si utilizza la LASIK con laser ad eccimeri di quarta generazione. 20 PRESBIOPIA L’occhio dei giovani riesce senza difficoltà a vedere oggetti posti a differenti distanze perché l’accomodazione permette di mettere a fuoco con facilità oggetti lontani e vicini; l’occhio della persona che ha superato i 40 anni invece non può vedere nitidamente a meno di venticinque centimetri; anzi man mano che l’età avanza è richiesto un progressivo allontanamento dell’oggetto per avere una visione nitida: questa è la presbiopia. Sia l’ipermetrope che il presbite vedono male per vicino; i due difetti sono però diversi; il primo è soprattutto un difetto di nascita; il secondo è dovuto ad un processo di invecchiamento del cristallino che perde la sua capacità di accomodazione. La presbiopia è un fenomeno fisiologico che interessa tutte le persone che hanno superato i 40 anni. La presbiopia viene facilmente corretta con un occhiale; il primo è leggero, ma ogni tre - cinque anni (fra i quaranta e i sessant’anni) è necessario aumentare il potere delle lenti; intorno ai sessant’anni si ha poi una certa stabilizzazione. I pazienti di età superiore ai 40 anni che ottengono la correzione del loro difetto di miopia, o astigmatismo o ipermetropia devono comunque utilizzare un occhiale per la visione da vicino. Recentemente sono state proposte alcune tecniche per correggere la presbiopia ed esse cominciano ad essere utilizzate in alcuni centri di avanguardia. Interventi chirurgici Esistono parecchie possibilità di tipo chirurgico per il trattamento della presbiopia ma sono tutte in via di perfezionamento. Laser L’utilizzo di tecniche con i laser di superficie come il laser ad eccimeri o altri tipi di laser presenta ancora dei punti di studio e di affinamento per consentire qualità di vista soddisfacenti per lontano e per vicino. 21 Cristallini artificiali Alcuni tipi possono essere inseriti all’interno dell’occhio in sostituzione del cristallino umano; nello stesso modo in cui un cristallino artificiale sostituisce la cataratta, essi possono consentire una buona visione sia per lontano sia per vicino senza la necessità di utilizzare occhiali. Esistono lentine di tipo multifocale che sono composte da diversi sottili anelli concentrici con diverso potere proprio per sfruttare al meglio la visione da lontano e da vicino. Altri tipi di lentine invece sono chiamate accomodative, in quanto mimano il fisiologico meccanismo della messa a fuoco, del cristallino umano asportato. Tali tecniche, con cristallino multifocale o accomodativo, sono indubbiamente molto interessanti e ormai ben collaudate, ma richiedono un’attenta selezione del paziente per il loro utilizzo e una preparazione ad alto livello del chirurgo. Conclusioni La presbiopia pur rappresentando un problema comune per tutti, oltre una certa età... può essere affrontata serenamente con possibilità di correzione idonea per ciascuno. Dal classico e collaudato occhiale multifocale fino a sofisticate e raffinate tecniche chirurgiche per evitare gli occhiali. I cristallini artificiali multifocali rappresentano, in questo ambito, una soluzione indubbiamente interessante e con diversi vantaggi, in considerazione anche del fatto che il tipo di intervento è ormai ampiamente collaudato e sperimentato, poiché è il medesimo utilizzato per la cataratta. I punti di forza di tale metodica sono rappresentati dalla prevedibilità del risultato e dalla stabilità nel tempo della correzione ottenuta. Per maggiori informazioni sulla presbiopia vedere il depliant sull’argomento. 22 IL LASER AD ECCIMERI Il laser ad eccimeri è uno strumento che emette una luce ultravioletta tale da esercitare sui tessuti un particolare effetto chiamato ablazione; il risultato è che la parte più superficiale del materiale colpito viene disintegrata, trasformata in vapore. L’ablazione oltre ad avvenire con precisione inferiore al millesimo di millimetro è “selettiva” cioè avviene solo nella zona di cornea prescelta per il trattamento, ad una profondità e su una estensione di ampiezza prestabilita ciò grazie anche al fatto che il laser è controllato da un computer. Il risultato di tutto ciò è che la superficie corneale viene ridisegnata, rimodellata in modo tale da ottenere la correzione del difetto di vista (miopia, astigmatismo ed ipermetropia). L’applicazione clinica del laser ad eccimeri è stata preceduta da lunghe e attente valutazioni che hanno evidenziato come esso agisca senza conseguenze significative per i tessuti circostanti e senza determinare alcun indebolimento per il bulbo oculare (sono già passati quasi venti anni dal primo trattamento con laser ad eccimeri). Inoltre il trattamento è ripetitivo; ciò vuol dire che il laser può ripetere il trattamento sempre nella stessa maniera senza variazioni, cosa non possibile in un intervento chirurgico il cui risultato dipende parecchio dalla mano del chirurgo (che è diversa di volta in volta). Il laser ad eccimeri può essere utilizzato con due modalità diverse: sulla superficie della cornea con una procedura chiamata PRK (e altre varianti tipo Lasek/Epilasik)o all’interno della cornea con una procedura chiamata LASIK. Ambedue queste procedure possono correggere con ottimi risultati la miopia ma anche l’astigmatismo e l’ipermetropia. Altre informazioni sul laser ad eccimeri I laser ad eccimeri per correggere la miopia sono stati utilizzati per la prima volta nel 1987. Da allora in tutto il mondo sono stati trattati con grande successo circa venti milioni di persone affette da miopia ma anche da astigmatismo e da ipermetropia. 23 I primi laser ad eccimeri, pur essendo tecnologicamente molto elaborati, non hanno fornito i risultati che scienziati e pazienti si attendevano e ciò per varie ragioni; innanzi tutto i raggi laser emessi dagli strumenti di prima generazione non erano abbastanza omogenei; inoltre venivano utilizzati per trattare solo una piccola porzione di cornea (zona ottica piccola), inoltre spesso si “ablava” dalla cornea troppo tessuto, ed a volte si cercava di correggere miopie troppo forti; altre volte il paziente muoveva l’occhio durante la procedura alterando la precisione stessa del trattamento, altre volte sorgevano problemi durante il decorso postoperatorio. Attualmente con gli apparecchi di quarta generazione si hanno fasci laser molto più omogenei e controllabili di quelli prodotti all’esordio di questa procedura perciò si ottengono trattamenti di qualità migliore e quindi risultati refrattivi più precisi; inoltre con i trattamenti cosiddetti “tissue saving” si ottengono, a parità di miopia trattata, ablazioni meno profonde ma più ampie; tutto ciò consente una stabilità maggiore del risultato refrattivo ottenuto ed un maggior comfort visivo. I laser di quarta generazione sono inoltre in grado di evitare i problemi legati ai possibili movimenti dell’occhio durante il trattamento; ciò grazie ad un sofisticato sistema di “eye tracker”. Questo dispositivo consente al laser di “seguire” l’occhio durante anche i più lievi movimenti favorendo così la perfetta esecuzione della procedura. Un’altra importante innovazione riguarda la possibilità di fare dei trattamenti laser personalizzati; questa è un’importante modalità che consente notevoli miglioramenti visivi per il paziente. In pratica prima dell’intervento con un dispositivo computerizzato si esegue una mappatura dell’occhio da trattare (aberrometria); le informazioni ottenute da questo esame vengono inserite nel computer del laser; questo esegue il trattamento in base alle informazioni ricevute. Tutto ciò è un importante elemento di precisione e di perfezionamento che comporta un’ulteriore ottimizzazione dei risultati, specialmente in situazioni particolari. 24 La radiazione laser, asportando tessuto sulla cornea, scolpisce una specie di lente (simile alla lente a contatto) e corregge così il difetto esistente Nella miopia il laser a luce ultravioletta agisce attraverso una vaporizzazione di una minima porzione di tessuto della cornea centrale ciò consente di cambiare la sua curvatura e quindi di correggere il difetto. Nell’ipermetropia invece il laser rimuove tessuto soprattutto nella porzione semiperiferica della cornea; nell’astigmatismo invece l’ablazione di tessuto viene effettuata soprattutto lungo un meridiano. La quantità di tessuto asportato dipende dall’entità del difetto che si vuole correggere; nella maggioranza dei casi il laser non rimuove più del 10% del tessuto corneale. Un laser ad eccimeri di quarta generazione è uno strumento di prezzo elevato (500.000 Euro circa), e necessita di manutenzione continua e costosa (circa 50.000 Euro l’anno); per questi interventi inoltre occorrono numerose altre strumentazioni accessorie. Eseguire dei trattamenti laser non è, economicamente parlando, alla portata di tutti i chirurghi e di tutti i pazienti; questo spiega i costi relativamente elevati della PRK e della LASIK. Quattro semplici regole per ottenere un buon risultato: 1) Idoneità dell’occhio all’intervento: una accurata e precisa visita consente attraverso una serie di esami di valutare se l’occhio è idoneo all’intervento. 2) Un chirurgo esperto e competente in chirurgia rifrattiva è di grande importanza per utilizzare nel migliore dei modi le informazioni ottenute nella visita preoperatoria, per adoperare nel migliore dei modi il laser e per prevenire le complicazioni. 25 3) Strumentazione: l’uso di un laser di terza o, meglio, di quarta generazione (cioè dotato di eye tracker, riconoscimento dell’iride, trattamenti personalizzati) è di grande utilità per ottimizzare il risultato; lo strumento va però correttamente e frequentemente sottoposto a manutenzione 4) Corretta informazione: il paziente deve essere ben informato su vantaggi e svantaggi, limiti e risultati dell’intervento e le sue aspettative devono essere congrue con quello che l’operazione può offrirgli. GLI ESAMI PREOPERATORI Oltre a quelli che normalmente vengono eseguiti durante una visita oculistica, alcuni esami sono importantissimi e servono a stabilire l’idoneità dell’occhio all’intervento. La pachimetria: serve a misurare lo spessore della cornea: se è troppo sottile, l’intervento può essere controindicato. La topografia corneale: serve a fare una precisa mappatura della cornea; se si riscontrano delle irregolarità, l’intervento può essere controindicato. La pupillometria: serve a misurare il diametro della pupilla: se la pupilla è molto ampia può essere sconsigliata l’operazione. Aberrometria: serve ad identificare e quantificare eventuali piccole anomalie della cornea e dell’occhio in generale; in tal caso esse possono essere eliminate o ridotte con un trattamento “personalizzato”. 26 PRK Le miopie lievi, l’astigmatismo lieve e l’ipermetropia lieve vengono attualmente trattate con la PRK o fotoablazione corneale di superficie mediante laser ad eccimeri; questa tecnica consente di ottenere risultati sufficientemente precisi, sicuri e stabili nel tempo, specialmente con i laser di terza e quarta generazione cioè con quelli di più recente produzione. La PRK viene usata soprattutto per correggere i lievi difetti di refrazione dell’occhio. Per brevità ora verrà descritta la PRK nella miopia ma quanto detto in seguito vale, sia pure con qualche piccola differenza, anche per l’astigmatismo e l’ipermetropia. Tecnica di esecuzione della PRK e decorso postoperatorio La procedura è indolore, rapida ed eseguibile ambulatoriamente in anestesia topica. Al paziente viene richiesto di sdraiarsi sul lettino sotto al laser e poi viene instillata qualche goccia di collirio anestetico. Poi viene rimosso l’epitelio, cioè lo strato più superficiale di cellule che ricoprono la cornea per esporre lo strato subito sottostante all’azione del laser: Al paziente viene poi richiesto di fissare, restando immobile con ambedue gli occhi aperti, una luce rossa situata entro al laser. L’operatore esegue il trattamento laser vero e proprio che dura dai 30 ai 60 secondi circa. Durante il trattamento occorre che il paziente stia immobile e che fissi con attenzione la luce di riferimento del laser tenendo ambedue gli occhi ben aperti.A fine procedura viene applicata una lente a contatto terapeutica. L’intera procedura è indolore; al massimo il paziente può sentire toccare o può avvertire una lieve pressione. La durata totale della procedura è di circa 10 minuti. Nelle ore che seguono il trattamento può invece comparire dolore, talvolta anche di una certa intensità; esso è conseguenza della “ferita” indotta dalla rimozione dello strato di cellule che ricoprono la cornea e dalla “ferita” provocato dal trattamento laser; frequente è pure la lacrimazione, il fastidio alla luce ed un certo bruciore all’occhio trattato. 27 Il dolore viene sensibilmente controllato con farmaci antidolorifici e dalla lente a contatto “terapeutica” applicata; essa viene rimossa alcuni giorni dopo l’intervento. La guarigione anatomica dall’intervento (cioè la guarigione della ferita provocata dalla rimozione dell’epitelio e dall’applicazione laser) avviene in tre-cinque giorni; solo quando la superficie corneale ha riacquistato il suo aspetto normale la visione comincia a divenire limpida; la completa guarigione funzionale cioè il completo recupero visivo richiede un tempo maggiore (una o due settimane) mentre la stabilizzazione definitiva necessita talvolta anche alcuni mesi. I due occhi si possono operare nella stessa seduta o in tempi diversi; solitamente fra il primo ed il secondo intervento trascorrono una-due settimane il tempo cioè che il primo occhio cominci a vedere nitidamente. Fig. 9 - La parte colorata in verde corrisponde all’area in cui è stato rimosso lo strato di cellule che ricopre la cornea e all’incirca coincide con quella che verrà sottoposta al trattamento laser. Fig. 10 - Il raggio laser rimuove il tessuto dalla superficie corneale: visione di profilo. 28 Pregi della PRK Il trattamento di superficie con laser ad eccimeri fornisce una visione di ottima qualità e corregge con buona esattezza la miopia lieve (e anche l’astigmatismo e l’ipermetropia lievi); è invece soggetto ad imprecisioni nella miopia media e non fornisce risultati apprezzabili in quella forte (stessa cosa vale per l’astigmatismo e l’ipermetropia). I pregi di questa tecnica consistono nella sua semplicità di attuazione, nel fatto che è una procedura di superficie e che non presenta rischi di rilievo. Gli inconvenienti, i rischi e le complicazioni della PRK sono trattati più avanti. Fig. 11 - Il disegno mostra in rosso l’entità di tessuto rimosso con il laser. Fig. 12 - Alla fine della procedura viene applicata una lente a contatto terapeutica (schematizzata in verde), a scopo antidolorifico e protettivo. 29 LASIK Il trattamento con laser ad eccimeri sulla superficie corneale anteriore, cioè la PRK, fornisce risultati molto buoni nel trattamento di difetti leggeri (miopia, astigmatismo ed ipermetropia lieve); se il difetto è un po’ più forte conviene eseguire il trattamento laser all’interno della cornea; l’intervento si chiama “LASIK o cheratomileusi miopica con laser ad eccimeri”. Nelle pagine seguenti verrà descritta la LASIK per miopia, ma la procedura è pressoché eguale nel caso dell’astigmatismo e dell’ipermetropia. Indicazioni della LASIK La LASIK è la procedura di scelta quando si voglia correggere la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia di grado medio ed elevato, ma corregge molto bene anche nei difetti leggeri. La LASIK è inoltre preferita alla PRK tutte le volte che si voglia ottenere un recupero visivo rapido e una veloce stabilizzazione visiva; anche ogni qual volta si desideri evitare dolore ed in generale tutti i disturbi conseguenti all’intervento; è inoltre la procedura di scelta nei pazienti non più giovani (in cui i tempi di riformazione dell’epitelio sono allungati); si adopera la LASIK anche quando il paziente vuole operare contemporaneamente i due occhi. Pregi della LASIK L’operazione viene effettuata in anestesia topica (cioè anestesia a base di soli colliri), è completamente indolore e viene eseguita in ambulatorio cioè senza ricovero; non richiede punti di sutura o punture e l’occhio operato non necessita di bendaggio. La durata dell’intervento è di circa 10 minuti. Abitualmente si opera prima un occhio ed il secondo dopo alcuni giorni, ma si possono operare anche ambedue gli occhi contemporaneamente (per i vantaggi e gli svantaggi dell’intervento simultaneo vedere l’apposita tabella). Dopo l’operazione, contrariamente a quanto succede nella PRK, il paziente non ha dolori o lacrimazione o fastidio alla luce, ma ha solo una modesta sensazione di corpo estraneo. 30 Il recupero visivo è rapido ed avviene in poche ore; la stabilizzazione della visione richiede invece qualche giorno ed il processo di guarigione si completa in alcune settimane. Il trattamento laser effettuato all’interno della cornea è tollerato meglio dall’occhio (rispetto a quello di superficie) e comporta una minor risposta riparativa da parte dei tessuti. L’intervento è ben collaudato, non riduce la robustezza della cornea e non induce modificazioni sulle strutture interne dell’occhio (spesso alterate da fatti patologici nei miopi elevati). La LASIK offre risultati duraturi nel tempo anche se non è in grado di evitare l’eventuale progressione della miopia che spesso, soprattutto nel caso di difetti forti, si protrae per tutta la vita. La riuscita refrattiva è tanto più precisa quanto minore è il difetto ed è migliore quando il difetto trattato è singolo (solo miopia senza astigmatismo); essa può essere calcolata con una precisione di circa l’85-90% per le miopie forti, ossia se si vogliono correggere 7 diottrie il risultato può oscillare di 1/2-1,0 diottria in più o in meno. È invece del 90-95% per le miopie di minor entità. Qualora con l’intervento non si ottenga una correzione sufficiente è possibile eseguire un ritocco dopo 6-12 settimane (nel caso della PRK occorre attendere circa un anno). La LASIK è l’intervento più usato a livello internazionale per correggere la miopia; stessa cosa vale per l’astigmatismo e l’ipermetropia. Gli inconvenienti, i rischi e le complicazioni della LASIK sono trattati più avanti. Tecnica di esecuzione della LASIK Il paziente viene fatto sdraiare sotto al laser e poi vengono applicate alcune gocce di collirio anestetico. L’operazione di LASIK consta di due parti: la prima consiste nell’eseguire una cosiddetta “incisione lamellare” sulla cornea cioè nel tagliare in maniera incompleta un sottile strato semicircolare di tessuto superficiale (per un diametro di 8-10 mm e ad una profondità di circa il 25% dello spessore totale della cornea); 31 questa fase viene fatta con un particolare apparecchio chiamato microcheratomo (che funziona in maniera simile ad una pialla da falegname) o meglio, con un laser a femtosecond; il chirurgo solleva poi il sottile strato di tessuto tagliato e lo appoggia di lato proprio come si apre la pagina di un libro. La seconda parte dell’intervento consiste nell’eseguire, nella parte interna della cornea così esposta, il trattamento con il laser ad eccimeri. Infine la lamella tagliata viene poi riposizionata senza necessità di dare punti di sutura e senza bendaggio; basta un paio di occhiali scuri. Il laser a femtosecondi Con il laser a femtosecondi o Intralase, che taglia al posto della lama metallica, si compie così un altro passo avanti verso una vista sempre migliore! Intralase è uno strumento che lavora in femtosecondi, cioè in tempi infinitamente brevi; l’energia laser focalizzata in un punto induce la “vaporizzazione” di una micro porzione di tessuto; eseguendo migliaia di vaporizzazioni, una vicino all’altra, su un piano orizzontale, si ottiene la separazione di lamelle di tessuto e ciò equivale ad un taglio orizzontale; mettendo, invece, le vaporizzazioni in piano verticale, si ottiene un’incisione. L’Intralase trova la sua applicazione principale in chirurgia refrattiva, nella Lasik, ma può servire per numerose altre applicazioni specialmente nel campo dei trapianti di cornea. I benefici del taglio con Intralase. 1) “Taglio senza lama” scompare l’uso delle lame metalliche; il paziente può avere una “procedura” completamente laser; la chirurgia è programmabile e ripetibile in quanto non “chirurgo dipendente”; 2) Massimo controllo e accuratezza nella esecuzione del lembo corneale: sia per spessore che per diametro che per centratura; 3) Riduzione delle complicazioni relative all’uso del microcheratomo e/o delle lame metalliche; 32 4) Taglio indipendente dalle caratteristiche anatomiche dell’orbita e dell’occhio; perciò, possibilità di operare occhi con scarsa esposizione, palpebre strette, occhi piccoli, bulbi infossati. I due svantaggi - Costo elevato del laser, della manutenzione e degli accessori chirurgici; - Dipendenza da una sofisticata tecnologia. Fig. 13 - Visione di profilo di una cornea non ancora trattata. Fig. 14 - Dopo aver eseguito il taglio lamellare, viene sollevato il sottile strato di tessuto ottenuto: visione di profilo. Fig. 15 - Dopo aver eseguito il taglio lamellare, viene sollevato il sottile strato di tessuto ottenuto: visione dall’alto. 33 Fig. 16 - Viene già eseguito il laser sulla superficie corneale esposta. Fig. 17 - Il disegno mostra in rosso l’entità di tessuto rimosso con il laser in caso di miopia. Fig. 18 - Dopo il trattamento il sottile strato di tessuto viene riposizionato in sede senza suture: la linea blu nel disegno evidenzia il segmento precedentemente sollevato. 34 LASIK Intervento nei due occhi insieme Intervento nei due occhi separatamente Operando i due occhi nello stesso giorno si fa una sola seduta chirurgica; ciò vuol dire che il paziente ha un solo stress chirurgico ed emotivo. Quando si opera prima un occhio e dopo alcuni giorni l’altro occorrono due sedute chirurgiche. Dopo l’intervento i due occhi recuperano la vista insieme per cui sono più equilibrati. Hanno inoltre la stessa qualità di vista e migliorano insieme. Il paziente inoltre si adatta meglio alla nuova situazione. Nel periodo che intercorre fra un intervento e l’altro l’occhio operato vede in un modo (bene...) e quello non operato in maniera diversa (male...). L’occhio non operato è in difficoltà perché non può usare la lente a contatto (in previsione dell’intervento) e perché l’occhiale non viene tollerato (per la differenza fra un occhio e l’altro). L’intervento fornisce un risultato più simile nei due occhi perché le condizioni chirurgiche ed ambientali sono uguali. Operando prima un occhio e successivamente l’altro si ha il tempo di valutare il risultato ottenuto con il primo intervento e di programmare eventuali modifiche per il secondo intervento. C’è minor dispersione di tempo e di energia. È importante per chi lavora, studia o per chi, non abitando nella città ove viene eseguito l’intervento, deve viaggiare e stare fuori casa. Operando prima un occhio, lasciando qualche giorno di intervallo e poi operando l’altro si perdono alcuni giorni in più. Nei giorni successivi i due occhi seguono la stessa cura e vengono controllati insieme. Occorre effettuare le cure e le visite di controllo prima per un occhio e poi per l’altro. In ogni intervento di qualunque tipo eseguito sul corpo umano c’è la possibilità di infezione; nella chirurgia laser della cornea il rischio di una infezione grave è di circa 1 caso ogni 4-5000 interventi. Con l’intervento contemporaneo dei due occhi c’è la possibilità che l’infezione colpisca ambedue gli occhi. Nel caso di intervento in un solo occhio, il rischio di infezione riguarda solo l’occhio interessato. Una grave infezione può comportare serie ripercussioni sulla cornea, ma non così importanti da compromettere in maniera totale la vista. In conclusione L’intervento simultaneo dei due occhi offre un recupero visivo globale più rapido e nell’insieme è più comodo. In caso di problemi è più facile che essi interessino ambedue gli occhi. L’intervento separato riduce il rischio che un’eventuale infezione colpisca ambedue gli occhi, ma comporta per il paziente maggiori disagi, maggior perdita di tempo, un recupero visivo globale più lento ed un maggior stress emotivo. 35 DIFFERENZE TRA PRK E LASIK PRK per la correzione della miopia leggera LASIK per la correzione della miopia lieve, media e forte 1. È una procedura laser 1. È una procedura mista chirurgica e laser 2. Fornisce ottimi risultati nella miopia lieve, scarsi in quella media o forte 2. Fornisce risultati molto buoni nella miopia media e forte, ma anche in quella lieve. 3. L’occhio da trattare viene anestetizzato con alcune gocce di collirio anestetico 3. L’occhio da trattare viene anestetizzato con alcune gocce di collirio anestetico 4. Vengono inserite nel computer del laser le informazioni necessarie a correggere il difetto del paziente 4. Vengono inserite nel computer del laser le informazioni necessarie a correggere il difetto del paziente 5. L’oculista “raschia” la cornea in superficie sulla zona in cui verrà eseguito il trattamento laser (rimuove cioè l’epitelio, lo strato di cellule che riveste la cornea). Dopo l’intervento poi l’epitelio impiega 4-5 giorni per riformarsi completamente e quindi anche il recupero visivo si fa attendere. 5. L’oculista applica sull’occhio il “microcheratomo” oppure posiziona il laser a femtosecond, cioè l’apparecchio che consente di tagliare un sottile strato di tessuto corneale (poco più di un decimo di millimetro); il lembo tagliato viene poi sollevato come fosse la pagina di un libro 6. Il laser viene centrato esattamente sulla superficie anteriore della cornea corrispondente al centro della pupilla; esso viene poi attivato dal chirurgo ed esegue il trattamento previsto in un tempo che varia fra i 30 ed i 60 secondi. 6. Il trattamento laser viene eseguito sulla parte interna della cornea esposta durante la fase precedente. Come per la procedura di superficie, ogni colpo di laser asporta un quarto di micron cioè un quarto di millesimo di millimetro. 7. L’occhio viene poi protetto con una speciale lente a contatto terapeutica 7. Il “libro viene chiuso”, cioè la porzione di cornea sollevata per il trattamento laser, viene riposizionata senza necessità di sutura e l’occhio rimane sbendato 8. L’intera procedura dura poco meno di dieci minuti e può essere utilizzata anche per correggere l’astigmatismo leggero e l’ipermetropia leggera 8. L’intera procedura dura meno di dieci minuti; essa può essere utilizzata anche per la correzione di astigmatismi e ipermetropie lievi, medi e forti 9. Il paziente viene medicato con un collirio antibiotico e dopo pochi minuti viene dimesso con l’occhio protetto da un occhiale da sole 9. Il paziente viene medicato con un collirio antibiotico e viene dimesso con l’occhio protetto da un paio di occhiali da sole 36 10. Il trattamento in se stesso è completamente indolore. L’occhio è fastidioso e dolente nelle prime 24 ore. I fastidi persistono per 4-5 giorni cioè fino a quando le cellule rimosse con la “raschiatura” iniziale non si saranno in parte riprodotte. L’epitelio si riforma tanto più lentamente, tanto più l’età del paziente aumenta. 10. L’intervento ed il decorso postoperatorio sono indolori. Dopo l’intervento è presente solo una modesta sensazione di corpo estraneo che dura qualche ora. Il bulbo oculare non è dolente anche perché la ferita chirurgica si chiude rapidamente cioè in poche ore. 11. L’occhio comincia a vedere dopo 4-5 giorni ed il completo processo di guarigione richiede alcuni mesi 11. L’occhio comincia a vedere già 4-5 ore dopo l’intervento; il processo di guarigione si completa poi nel giro di qualche settimana 12. Per eseguire eventuali ritocchi è preferibile attendere almeno un anno dal primo intervento 12. Fare un eventuale ritocco è possibile dopo 6-12 (e preferibilmente non oltre 16) settimane dall’intervento 13. Si opera preferibilmente un occhio per volta ma si possono operare anche contemporaneamente; 13. l’intervallo è di una-due settimane 13. Si possono operare anche ambedue gli occhi insieme (per i vantaggi e svantaggi dell’intervento simultaneo vedere apposita tabella) In conclusione la PRK è più semplice da eseguire; dopo l’intervento però l’occhio è spesso dolente, è lento a guarire ed il recupero visivo si fa attendere. In conclusione la LASIK è un poco più difficile da eseguire; dopo l’intervento però il paziente non soffre e recupera rapidamente la vista. 37 Il fenomeno della insufficiente correzione e della regressione. Poter scolpire la superficie dell’occhio con una precisione di millesimi di millimetro per mezzo di un raggio di luce, quasi senza toccare l’occhio, è qualcosa di estremamente affascinante; a questo trattamento così preciso però non sempre corrisponde un’altrettanta esatta correzione del difetto; infatti con una frequenza valutabile dal 5 al 10% dei casi (a seconda dell’entità del difetto) la correzione ottenuta può essere imprecisa o regredire. Ciò significa che una certa percentuale di pazienti dopo il trattamento non ottiene il risultato desiderato o vede regredire parte della correzione ottenuta con il trattamento. Ciò accade soprattutto con i difetti medio-forti (miopia, ipermetropia ed astigmatismo) ma raramente con quelli lievi. Perché può succedere questo, visto che il laser ad eccimeri è precisissimo, è cioè in grado di asportare il tessuto con esattezza di di millesimo di millimetro? In parte accade perché il tessuto corneale può essere leggermente diverso da caso a caso ed interagire quindi in maniera leggermente differente con il laser ad eccimeri. In parte accade perché “la risposta riparativa dei tessuti” cioè il processo di guarigione del paziente è spesso un po’ diverso da paziente a paziente e comunque non è sempre standardizzabile e prevedibile; in generale si può affermare che la risposta dei tessuti è più elevata (e quindi meno prevedibile) se il trattamento avviene in superficie (PRK) che all’interno della cornea (LASIK) e che è tanto più elevata quanto più profonda è il trattamento cioè quanto più è elevato il difetto da correggere. Ecco perché il laser ad eccimeri viene utilizzato in superficie quasi solo nelle miopie lievi (PRK) mentre viene usato quasi sempre all’interno della cornea nelle miopie medie e forti (LASIK); infatti se la procedura laser viene effettuata in superficie (PRK) per correggere una miopia lieve si ha la rimozione di piccolissime quantità di materiale per cui la reazione dei tessuti stessi al trattamento è minima e quindi la precisione del risultato e la sua stabilità è buona. 38 Se invece il trattamento di superficie (PRK) viene effettuato per correggere una miopia elevata essa comporta rimozione di maggior tessuto ed una risposta più forte e duratura; ciò comporta una maggiore reattività dei tessuti ed in una maggiore imprecisione e regressione del risultato. Non è così quando la procedura viene eseguita all’interno della cornea (LASIK); il tessuto in questa sede è poco reattivo anche in caso di trattamenti fatti per correggere difetti forti per cui la risposta riparativa è inferiore; in conseguenza di ciò il risultato anatomico, refrattivo e visivo è più stabile anche quando si trattano difetti elevati. In pratica l’imprecisione correttiva o la regressione accadono perché fattori estranei alla mano del chirurgo ed alla precisione del laser e dell’intervento possono influenzare il trattamento o la guarigione e quindi il risultato. In parte ciò dipende anche dall’entità del difetto. Più questo è forte maggiore è la possibilità che residui qualcosa. In tale eventualità è possibile fare un ritocco per perfezionare il risultato dopo alcune settimane per la LASIK e dopo circa un anno nella PRK. È importante che il paziente sia al corrente di questo. 39 IMPIANTO DI ANELLO INTRACORNEALE Si tratta di una procedura che serve per correggere miopie lievi; consiste nell’inserire dentro alla cornea uno anellino in speciale materiale sintetico. Per la miopia, l’operazione è poco utilizzata; trova, invece, maggiore applicazione per il trattamento di una malattia della cornea, il cheratocono, specialmente negli stadi iniziali. L’operazione si esegue in anestesia locale in maniera ambulatoriale ed è reversibile (cioè qualora il paziente non sia soddisfatto del risultato ottenuto può richiedere l’estrazione dell’anello e tornare nelle condizioni iniziali). Questo intervento ha trovato con l’introduzione del laser a femtosecondi un importante e significativo perfezionamento che ha consentito una notevole semplificazione nell’atto chirurgico ed un importante miglioramento dei risultati. Fig. 19 - Anello intracorneale in sede. 40 IMPIANTO DI CRISTALLINO ARTIFICIALE La procedura consiste nell’introdurre un cristallino artificiale dentro l’occhio. È una procedura indicata per la correzione di miopie elevate, ma anche per forti astigmatismi o importanti ipermetropie soprattutto per occhi in cui non sia consigliabile o non sia possibile eseguire la LASIK. L’intervento va sempre preceduto da una serie di meticolosi esami che consentono di valutare lo stato di salute dell’occhio. Si esegue in anestesia locale, in modo ambulatoriale. L’operazione si può eseguire con due tecniche fondamentali. Tecnica dei due cristallini Si lascia in sede il cristallino umano e si inserisce un cristallino artificiale; quest’ultimo può essere posizionato dietro all’iride cioè “a contatto” della superficie anteriore di quello umano o al davanti di essa. L’intervento va sempre preceduto da una serie di accertamenti e misure che permettono di calcolare se esiste spazio sufficiente per posizionare il cristallino artificiale. Cornea Cristallino umano e fibre zonulari Iride e corpo ciliare Cristallino artificiale in camera posteriore Sclera Palpebre 41 Cornea Cristallino umano e fibre zonulari Iride e corpo ciliare Cristallino artificiale in camera anteriore Sclera Palpebre Tecnica di sostituzione del cristallino Se la miopia è elevata è possibile correggere il difetto anche eseguendo l’estrazione del cristallino trasparente o affetto da cataratta ed inserendo un cristallino artificiale al suo posto; la procedura è esattamente eguale a quella dell’intervento di cataratta. Quando si esegue questo intervento sarebbe utile e necessario impiantare un cristallino multifocale in modo da correggere contemporaneamente il difetto visivo per lontano, ma anche quello per vicino (presbiopia). La tecnica della sostituzione del cristallino è l’intervento di prima scelta quando oltre a una miopia elevata (o ad un forte astigmatismo o ad una importante ipermetropia) comincia a formarsi un po’ di cataratta oppure quando il difetto non sia correggibile con altra procedura; è inoltre preferibile, per lo più, eseguirlo in pazienti di età superiore ai 40 anni. Fig. 22 - Cristallino artificiale in sede dopo estrazione di cristallino umano trasparente o di cataratta 42 CHI PUÒ SOTTOPORSI E CHI NO AI TRATTAMENTI CON LASER AD ECCIMERI ED ALLA CHIRURGIA REFRATTIVA IN GENERALE Una persona affetta da miopia, astigmatismo o ipermetropia lieve, media o forte che non tollera o non vuol portare l’occhiale o la lente a contatto, e necessita di una buona visione per ragioni di lavoro, di rapporti sociali, di vita affettiva, di sport o di vita quotidiana in generale, può e deve prendere in considerazione un trattamento laser o chirurgico del proprio difetto. L’intervento è inoltre fortemente consigliato quando il difetto interessa un solo occhio (mentre l’altro è normale) oppure quando esiste una significativa differenza fra il difetto di un occhio e quello dell’altro; l’operazione è utile perché elimina o riduce lo scompenso visivo causato da tale differenza. L’intervento può essere eseguito in qualunque stagione dell’anno e deve essere preceduta da una accurata visita che ne stabilisca l’idoneità. L’idoneità all’intervento deve essere accertata dal medico oculista esperto in chirurgia refrattiva dopo un’accurata visita oculistica, che comprenda tutti gli esami necessari a fare una completa valutazione dell’occhio. L’intervento, è da evitare salvo rare eccezioni, in pazienti di età inferiore ai 18 anni ed in occhi con difetto non stabilizzato. L’intervento è anche sconsigliabile quando l’occhio è affetto da altri problemi medici di una certa entità (malattie della cornea, glaucoma grave, ecc.). Sconsigliata è pure l’operazione a quei pazienti che dall’intervento si aspettano la certezza di eliminare l’occhiale; infatti allo stato attuale delle conoscenze non è sempre possibile garantire la totale eliminazione dell’occhiale. In caso di dubbio comunque è sempre bene seguire il parere dell’oculista esperto di chirurgia refrattiva; egli può suggerire con scienza e coscienza quando conviene operare e quando è meglio attendere o rinviare. 43 CONDIZIONI PARTICOLARI IN CUI LA CHIRURGIA REFRATTIVA È DI PARTICOLARE AIUTO Lavoro • ambienti polverosi: lavoratori dell’industria o dell’edilizia etc. • ambienti con vapori chimici: dipendenti di laboratori, lavanderie etc. • ambienti caldi: lavoratori dell’industria siderurgica, vetrai, fornai etc. • ambienti con alta percentuale di vapore o umidità: cuochi etc. • bandi di concorso: parecchi giovani non possono accedere per difficoltà visive (polizia, guardie forestali, accademia navale etc.) Sport • tutti gli sportivi hanno grosse difficoltà con gli occhiali; molti sono in difficoltà anche con le lenti a contatto (chi immagina un giocatore di basket, uno sciatore con gli occhiali? O un tennista o un golfista?) Ragioni estetiche • modelle o modelli, musicisti e cantanti etc. • gente di spettacolo (televisione, cinema, teatro etc.) Patente • non è permesso averla se un occhio è molto diverso dall’altro. Impossibilità ad usare lenti a contatto • per intolleranza da parte dell’occhio • per scarsità di lacrime • per uso eccessivo e sconsiderato • per secrezione grassa • per difficoltà ad inserirle ed a toglierle • per tendenza alla formazione di abrasioni e ulcere • per lavoro in ambienti polverosi, fumosi. Impossibilità a portare l’occhiale • scomodità • peso elevato • lenti spesse Ragioni psicologiche • quando l’occhiale o la lente a contatto è sentita come un handicap • quando l’occhiale provoca un senso di costrizione o di insofferenza • quando l’occhiale è causa di introversione o di insicurezza 44 CONFRONTO FRA LENTE A CONTATTO, OCCHIALE E LASIK O PRK Vantaggi LENTE A CONTATTO OCCHIALE LASIK O PRK Visione nitida Buona visione Indipendenza da mezzi protesici Estetica Integrità della lacrimazione Estetica Integrità della lacrimazione Ampio campo di sguardo Limitato campo di sguardo Ottima correzione del difetto Adatta per attività sportive Semplicità e praticità Possibilità di svolgere ogni attività Costo medio Costo ridotto Interventi ben collaudati Non idonea per tutti È una protesi nota a tutti Accurata selezione LENTE A CONTATTO OCCHIALE LASIK O PRK Necessità di manutenzione Peso sul naso e sulle orecchie Utilizzabili solo in età adulta Training per un corretto uso Spessore delle lenti Modesto fastidio dell’intervento Alterazione della lacrimazione Estetica Necessità di visite postoperatorie Limitazione oraria giornaliera Limitazione del campo visivo periferico Possibilità di incompleta correzione Costo di uso (liquidi, ricambio lenti etc.) Lenti che si rovinano Costo della chirurgia Ricambio frequente Rischio di rottura Temporanei disturbi postoperatori Limitazioni ambientali (luoghi polverosi, vapori chimici...) Distorsioni visive periferiche da lenti Possibilità di complicazioni chirurgiche o post-chirurgiche Scarsa funzionalità ai videoterminali Difficoltà a svolgere alcune attività (sportive, lavorative, etc) A volte difficoltà nella guida notturna Svantaggi 45 INCONVENIENTI, RISCHI E COMPLICAZIONI DELLA PRK E DELLA LASIK Miopia, astigmatismo ed ipermetropia, che fino a pochi anni fa potevano essere corretti solo con occhiali o lenti a contatto, possono ora trovare una valida alternativa terapeutica trattamento effettuato con laser ad eccimeri. La chirurgia refrattiva trova le applicazioni più vantaggiose quando, escluso il semplice desiderio estetico di non portare una correzione ottica, esistono condizioni oculari ed ambientali che impediscono l’utilizzazione al meglio della capacità visiva. L’accurata selezione delle caratteristiche cliniche e dei motivi che conducono all’intervento, nonché al tipo di intervento, è resa necessaria dalla considerazione che l’atto chirurgico non è reversibile e dalla possibilità del verificarsi di complicazioni, modificazioni secondarie o effetti indesiderati possibili in tutti gli interventi chirurgici. Va inoltre rilevato che ogni atto di chirurgia refrattiva, quale che sia la tecnica adoperata, si rivolge alla risoluzione delle sole caratteristiche ottiche, ma non modifica quelle patologiche che possono essere associate al difetto di vista. In altre parole, ad esempio, un miope con alterazioni retiniche che compromettono parte della sua funzionalità visiva non può sperare di vedere risolto questo problema da un intervento chirurgico a scopo refrattivo, né esso può costituire una “assicurazione” verso complicanze successive o verso possibili progressioni future della miopia. L’intervento potrà, però, ragionevolmente mirare ad una riduzione del potere dell’occhiale o, nei casi più favorevoli, alla sua completa eliminazione con diminuzione dei problemi che ad essi si accompagnano. Pertanto, per non andare incontro ad errori ed incomprensioni sui programmi prefissi e sui risultati raggiunti, è indispensabile che il paziente venga informato in modo esauriente dal medico, cosìcchè il suo consenso all’intervento sia motivato e convinto. 46 Chieda al medico oculista che lo ha in cura, se il suo caso può trarre vantaggio dall’uso della tecnica del modellamento corneale eseguita con laser ad eccimeri. Questi interventi sono a bassissimo rischio e forniscono nella grande maggioranza dei casi ottimi risultati. Non sono però interventi perfetti. Come risultato conseguente o effetto secondario al trattamento laser si può talvolta avere: • Una correzione inferiore a quella prevista: è l’inconveniente più comune e più frequente; esso comporta comunque una considerevole riduzione del difetto e delle distorsioni provocate dall’occhiale e quindi un miglioramento della funzione visiva non corretta; talvolta rimane necessario l’uso dell’occhiale, almeno alcune ore al giorno. La possibilità che il difetto non venga corretto del tutto aumenta con l’aumentare del difetto stesso ed è più frequente quando si cerca di correggere più di un difetto insieme (miopia + astigmatismo, ipermetropia + astigmatismo etc). Quando il risultato refrattivo desiderato non viene ottenuto è possibile un ritrattamento dopo alcune settimane o mesi dalla prima procedura; un ritocco va messo in programma abbastanza spesso quando si trattano difetti forti; un terzo trattamento è però da evitare. • Da non escludere è pure una correzione superiore al necessario; questa è più rara e comporta ancora l’uso dell’occhiale. • Possibile è anche, in una modesta percentuale dei casi, una certa regressione, cioè un parziale ritorno del difetto; appropriate terapie utilizzate al momento opportuno possono limitare tale inconveniente. • La miopia è talora un difetto che tende a progredire con il tempo e l’intervento non è in grado di arrestare l’evoluzione del difetto e/o delle relative alterazioni retiniche, ecc.. • Uso di occhiali: qualora il trattamento laser sia in grado di eliminare l’uso dell’occhiale per lontano occorre ricordare che 47 a 40 anni circa inizia la presbiopia e che quindi occorre un occhiale per vicino (scrittura, lettura etc). • Velature transitorie della cornea nell’ambito del processo di cicatrizzazione: queste opacità, che determinano iniziali riduzioni dell’efficienza visiva, si associano frequentemente alla regressione; esse tendono a ridursi progressivamente in un arco di tempo che oscilla generalmente intorno ai sei mesi. • Talvolta la visione pur essendo buona senza dover ricorrere alle lenti correttive non è così nitida e chiara come lo era prima con le lenti. • Dolore: può comparire soprattutto subito dopo il trattamento con PRK, mentre esso è raro dopo la LASIK; • Abbagliamenti, fotofobia, fluttuazioni visive, aloni, immagini sdoppiate, soprattutto in condizioni di dilatazione pupillare, cioè in visione notturna; questi disturbi accompagnano di frequente le prime fasi postoperatorie e tendono poi a ridursi progressivamente; essi sono tanto più frequenti tanto più il difetto iniziale è forte e quanto più la pupilla ha tendenza a dilatarsi in presenza di scarsa luce o al buio. In pazienti con pupilla molto ampia e/o affetti da difetti importanti tali disturbi possono rendere difficoltosa la guida notturna. I disturbi sopra menzionati sono più evidenti e più frequenti subito dopo la chirurgia e tendono a diminuire con il passare del tempo; in una percentuale ridotta di casi possono rimanere a permanenza. • Talvolta inoltre può accadere che l’intervento possa essere sospeso pochi minuti prima della sua esecuzione od anche durante la sua esecuzione e che debba essere eseguito o completato in altra giornata. • La reattività postoperatoria è influenzabile in senso positivo dal trattamento medico ed è pertanto di importanza basilare seguire le prescrizioni del chirurgo. 48 • Fattori estranei alla mano del chirurgo ed alla precisione del laser e dell’intervento possono influenzare la guarigione e quindi il risultato. Variazioni dal risultato ricercato possono essere possibili e non possono e non devono essere considerate insuccessi. Quasi tutti gli inconvenienti su menzionati, relativamente frequenti con gli apparecchi laser di prima e seconda generazione, si verificano più raramente con le macchine di terza e quarta generazione; il paziente può quindi ora affrontare la correzione dei difetti visivi con maggior possibilità di avere un trattamento che risolva in maniera migliore il suo difetto. • Estremamente raro ma possibile è pure il rischio di infezioni, emorragie o di alterazioni permanenti della cornea e di altre strutture; nei casi più gravi esse possono condurre anche a gravi ripercussioni sulla vista.A conoscenza di chi scrive fino ad ora non è mai stato riportato in letteratura alcun caso di infezione grave al punto tale da provocare la completa perdita della vista. Quando si operano contemporaneamente i due occhi i suddetti rischipossono riguardare ambedue gli occhi. 49 IN PREPARAZIONE AL TRATTAMENTO CON LASER AD ECCIMERI Almeno quindici giorni prima dell’intervento occorre sospendere l’uso delle lenti a contatto morbide nell’occhio da operare; se le lenti sono rigide invece vanno sospese almeno tre settimane prima; il trucco alle palpebre invece va arrestato almeno tre giorni prima; occorre inoltre sospendere eventuali terapie locali a base di colliri, pomate ecc. Il giorno dell’intervento evitare di utilizzare profumi, dopobarba, ecc. Prima di uscire di casa per l’intervento lavare il viso e le palpebre con sapone; utile è anche munirsi di un paio di occhiali da sole da utilizzare dopo l’operazione. ANESTESIA La PRK e la LASIK sono interventi che abitualmente vengono eseguiti in anestesia topica cioè con l’applicazione di alcune gocce di collirio anestetico; esse sono più che sufficienti ad evitare ogni dolore durante l’esecuzione della procedura ed hanno il vantaggio di lasciare l’occhio libero di muoversi per fissare la luce del laser; questo è molto importante per una precisa esecuzione del trattamento. Con l’anestesia a base di gocce l’intervento è fastidioso circa come fare una visita oculistica. L’anestesia per iniezione locale si usa soprattutto quando si impianta un cristallino artificiale; essa consiste nell’iniettare l’anestetico nell’area circostante all’occhio in modo da rendere insensibile al dolore la parte da operare. 50 INTERVENTO IN AMBULATORIO La LASIK e la PRK vengono eseguite in ambulatorio cioè senza ricovero e quindi dopo l’intervento il paziente può essere dimesso. Egli può rientrare a casa se abita nelle immediate vicinanze del centro laser. Invece se abita lontano è preferibile che si fermi a dormire in prossimità del centro laser perché dopo il trattamento è molto importante qualche ora di sonno e perché il giorno dopo comunque è necessario un controllo del chirurgo. È comunque utile che, per l’intervento, il paziente sia accompagnato da un familiare (Uno solo è sufficiente! Due sono troppi!) e che questo lo accompagni a casa, preferibilmente in macchina piuttosto che a piedi o con i mezzi pubblici. PRK e LASIK non richiedono ricovero in quanto sono interventi che riguardano solo una piccola parte della cornea cioè lo strato più anteriore dell’occhio; inoltre sono interventi che non alterano le condizioni fisiche generali del paziente anche perché non richiedono iniezioni di anestetico e nemmeno anestesia generale ma solo l’instillazione di gocce anestetiche. L’intervento ambulatoriale riduce di molto la componente emotiva della procedura ed evita pratiche burocratiche. 51 PRECAUZIONI E PRESCRIZIONI POSTOPERATORIE Nei primi giorni seguenti al trattamento laser l’occhio è fragile e va protetto; occorre perciò utilizzare un paio di occhiali leggermente scuri nelle ore diurne e proteggere l’occhio con una conchiglia di plastica durante la notte; per i primi 4-5 giorni essa impedisce involontari strofinamenti o traumi durante il sonno. L’attività sportiva leggera (corsa, ginnastica, ecc.) può essere ripresa anche dopo 2-3 giorni; per fare sport più pesanti (sci, pallone, ecc.) attendere due-tre settimane. L’uso del computer, della televisione, dell’auto può iniziare uno-due giorni dopo se il paziente si sente di farlo. Sesso a discrezione del paziente due-tre giorni dopo. È molto importante non strofinare l’occhio sottoposto al trattamento laser; questa precauzione è bene sia mantenuta durante le prime quattro-sei settimane. Nelle prime due-tre settimane seguenti all’intervento non fare bagni in piscina o al mare (a meno che non si usi una maschera), non truccare gli occhi, non esporsi a prodotti spruzzati da bombolette spray, etc. Da evitare sono pure gli ambienti con prodotti irritanti (ambienti con gas chimici, locali fumosi, posti polverosi etc); per qualche giorno evitare pure che shampoo e sapone entrino nell’occhio operato (la doccia può essere fatta fin dal giorno dopo, tenendo gli occhi chiusi quando si usa lo shampoo). Nelle prime settimane è inoltre preferibile non esporsi a lungo alla luce intensa del sole specialmente in alta montagna o al mare senza un’adeguata protezione con occhiali scuri dotati di filtro contro i raggi ultravioletti; un occhiale da sole di buona marca è sufficiente a tale scopo. 52 Le cure postoperatorie vanno iniziate 2-4 ore dopo l’operazione. Consistono nell’instillare uno o più colliri a base di antibiotici, antinfiammatori e lacrime artificiali; il paziente deve applicarli sull’occhio operato con la frequenza e per il periodo richiesto dal chirurgo; solitamente si applicano uno o due colliri 5-6 volte al giorno. L’immediato decorso postoperatorio è diverso a seconda che sia stata eseguita una PRK o una LASIK o un’altra procedura rifrattiva. 53 PRK: DECORSO POSTOPERATORIO Nei primi giorni successivi all’intervento (ma ciò si verifica soprattutto nelle prime 24 ore) è possibile che compaia dolore, più o meno accentuato, all’occhio operato; esso può essere adeguatamente controllato con opportuna terapia medica. Facile è anche che l’occhio lacrimi abbondantemente, che “bruci”, che sia arrossato, che abbia fastidio alla luce; la visione è molto annebbiata; c’è inoltre difficoltà a tenere gli occhi aperti. I suddetti disturbi sono attenuati dall’applicazione a fine intervento di una speciale lente a contatto (detta “terapeutica”); consigliabile è inoltre l’uso di un occhiale affumicato; ciò oltre a proteggere dalla luce, serve a riparare l’occhio da traumi o contusioni (che nella prima fase postoperatoria possono essere dannosi essendo l’occhio momentaneamente “sensibilizzato” dall’atto chirurgico). Fin dalle prime ore dopo l’intervento il paziente può utilizzare senza problemi l’occhio non operato per leggere, scrivere, guardare la televisione etc. (mettendo un cerotto dietro la lente dell’occhiale dell’occhio operato). Solitamente dopo 4-5 giorni dall’intervento, quando le cellule epiteliali della cornea rimosse per fare il trattamento laser, si sono riformate, si rimuove la lente a contatto terapeutica applicata dopo l’intervento. Nei giorni e nelle settimane successive all’intervento la visione migliora progressivamente; talvolta rimangono degli aloni ed un certo fastidio alla luce, specialmente durante la guida notturna, inoltre la visione è soggetta a fluttuazioni cioè a variazioni nelle varie ore della giornata ecc. Con il passare del tempo si ha la progressiva scomparsa di gran parte dei suddetti disturbi. Il secondo occhio può essere trattato contemporaneamente al primo o una settimana dopo, cioè quando la visione comincia ad essere discreta. Il rientro al lavoro nella maggioranza dei casi può avvenire una settimana dopo l’operazione. 54 LASIK: DECORSO POSTOPERATORIO Nelle prime ore post-operatorie è possibile che l’occhio bruci più o meno lievemente, che abbia una sensazione di corpo estraneo, che lacrimi un poco, che la luce dia fastidio e che la visione sia offuscata. Subito dopo l’intervento è molto importante che il paziente tenga gli occhi chiusi per 3-4 ore o meglio ancora che dorma qualche ora; al suo risveglio l’occhio sarà migliorato nettamente ed i suddetti fastidi si saranno notevolmente attenuati o saranno scomparsi. Inoltre la visione comincerà ad essere già discreta. Il giorno dopo l’intervento l’occhio solitamente il paziente non ha quasi più disturbi e la visione sarà ulteriormente migliorata; due giorni dopo, il paziente può, nella quasi totalità dei casi, tornare al lavoro ed alla guida dell’auto. Nei giorni successivi all’intervento l’occhio guarirà ulteriormente e la visione si stabilizzerà progressivamente; la completa guarigione poi richiederà alcune settimane; è però importante che l’occhio sia regolarmente medicato. Se nel decorso postoperatorio l’occhio dovesse improvvisamente diventare dolente, cominciare a lacrimare abbondantemente e subire un calo importante della vista, è bene chiamare subito l’oculista curante e avvisarlo dell’accaduto; il più delle volte si tratta solo di un lieve spostamento del lembo sollevato per fare il trattamento laser all’interno della cornea. 55 CONCLUSIONI L’oculista degli anni 2000 può correggere con ottimi risultati la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo e può offrire a milioni di persone la visione senza l’impedimento di occhiali e senza l’obbligo di lenti a contatto; questi interventi sono molto precisi ed a basso rischio, non sono però perfetti. Infatti non è sempre possibile correggere esattamente il numero di diottrie che paziente e chirurgo desiderano; talvolta un residuo di difetto può quindi rimanere; in tal caso si riduce notevolmente la dipendenza dall’occhiale o dalle lenti a contatto, anche se non si elimina; nella grande maggioranza dei casi si ottiene però il risultato completo cioè la correzione permanente e definitiva del difetto. SERVIZIO URGENZE In orario di ufficio (9.15-12.15/13.30-19.00) chiamare lo studio di Piazza Repubblica 21 al numero 02-6361191 e comunicare il motivo dell’urgenza. Solo per i pazienti operati degli ultimi tre giorni e solo in caso di vera necessità esiste un servizio di reperibilità; esso è operante negli orari di chiusura dell’ufficio (se possibile, evitare le chiamate notturne). Chiamare il numero telefonico indicato nel foglio di terapia che viene dato alla dimissione; è il numero di un telefono cellulare, in caso di difficoltà ripetere la chiamata o inviare un sms o lasciare il messaggio in segreteria telefonica dicendo chiaramente e lentamente nome e cognome e numero di telefono (ripetere due volte il numero telefonico). Per appuntamenti, informazioni o esigenze di normale amministrazione, chiamare in giorni feriali ed in orario di ufficio lo studio di Piazza Repubblica 21, preferibilmente al mattino, al seguente numero: 02-6361191. 56 Questionario che aiuta a prendere la decisione di sottoporsi o meno alla chirurgia refrattiva. La chirurgia refrattiva è una procedura di scelta, una chirurgia di elezione. Non è una chirurgia necessaria per motivi di salute o di sopravvivenza. È un’offerta della tecnologia attuale e della medicina moderna, una opzione dell’era contemporanea che può migliorare notevolmente la qualità della vita e dare maggior libertà di azione. Come ogni genere di chirurgia ha i suoi rischi ed ha i suoi costi. Per il paziente i vantaggi sono superiori agli inconvenienti e ai costi? La risposta si trova sia nella personalità del paziente che nei risultati della chirurgia. Visto che la decisione se operare o meno spetta al paziente è stata preparata una lista di domande per aiutarlo a decidere se può essere contento dopo un intervento chirurgia refrattiva. La LASIK o la PRK può essere presa in considerazione se la maggioranza delle seguenti affermazioni è valida. 1) Sono stanco del fatto che ogni mattino quando mi sveglio devo infilare gli occhiali o applicare le lenti a contatto per poter iniziare la mia giornata. 2) Da qualche tempo tollero poco le lenti a contatto. 3) Ho sempre tollerato male le lenti a contatto e mi sono sempre sforzato a portarle. 4) Sono una persona molto attiva che desidera libertà nel praticare sport o altre attività. 5) Penso che il mio aspetto sia migliore senza occhiali. 6) Ho paura di trovarmi in difficoltà se perdo i miei occhiali o una lente a contatto. 7) Avere una visione abbastanza buona senza dover ricorrere alle lenti correttive ha più importanza per me che avere una vista perfetta con le lenti. 57 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) Sono disponibile ad accettare qualche inconveniente (aloni serali ecc.) per non dipendere dall’occhiale o dalle lenti a contatto. Sarei contento se la mia vista naturale venisse migliorata, anche se avessi bisogno delle lenti correttive alcune ore al giorno. Accetto bene i cambiamenti e mi entusiasmo per le novità. Sono un tipo calmo e non mi agito facilmente. Mi piacciono le cose ordinate ma non sono un perfezionista. Avrei maggiori possibilità nella mia professione e nei miei passatempi se la vista non dipendesse dagli occhiali o dalle lenti a contatto. Ho sempre un po’ invidiato le persone che non avevano bisogno di portare gli occhiali o le lenti a contatto. Fin dall’infanzia ho sognato in futuro di poter togliere gli occhiali. Sono disponibile ad accettare qualche fastidio pur di migliorare la mia vista senza occhiali. La dipendenza dalle lenti correttive mi fa sentire handicappato. Penso che essere senza occhiali o lenti a contatto migliori la qualità della vita. Chi pensa di essere un buon candidato, sentito il parere dell’oculista specialista in chirurgia refrattiva può affrontare l’intervento. 58 DOMANDE E RISPOSTE QUESITI CHE IL PAZIENTE PONE CON MAGGIOR FREQUENZA PRIMA DI UN INTERVENTO DI CHIRURGIA REFRATTIVA 1. Si parla tanto degli interventi con il laser ad eccimeri per correggere la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia, di che cosa si tratta? Sono ormai quasi vent’anni che vengono praticati interventi con un particolare tipo di laser, chiamato laser ad eccimeri, che “modella” la superficie della cornea asportando in sede appropriata alcune decine di centesimi di millimetro di tessuto, correggendo così molte imperfezioni dell’occhio eliminando o riducendo l’uso di occhiali o lenti a contatto. 2. Su quale parte dell’occhio viene fatto il laser? Sulla cornea, che è la parte più anteriore dell’occhio. La cornea è una sottile calotta sferica perfettamente trasparente, posizionata davanti all’iride, la parte colorata dell’occhio. La sua trasparenza è indispensabile per consentire ai raggi luminosi di arrivare all’interno del bulbo oculare. Al suo centro è spessa circa mezzo millimetro. In generale più tessuto si rimuove più difetto si corregge; nella maggioranza dei casi il trattamento laser ad eccimeri asporta meno di 50 micron (cioè 50 millesimi di millimetro), l’equivalente dello spessore di un capello umano. 3. C’è un solo sistema operatorio? Esistono due tecniche principali: sono la PRK, o cheratectomia fotorefrattiva, e la LASIK, o cheratomileusi con laser ad eccimeri. La prima impiegata per le miopie leggere, e la seconda per quelle medie ed elevate, ma anche per quelle leggere. Stessa cosa per l’astigmatismo e l’ipermetropia.Esistono altre tecniche come la Lasek o la Epilasik che sono “parenti” strette delle prime due. 59 4. Qual è la differenza fra PRK e LASIK? Nella PRK il laser modifica la superficie corneale anteriore; nella LASIK invece il laser modifica la porzione interna della cornea; per fare ciò occorre una sottile incisione semicircolare che permette di sollevare un fine strato di tessuto, come si apre la pagina di un libro, per accedere agli strati interni. 5. Quali difetti dell’occhio si possono correggere con un trattamento laser ad eccimeri? La miopia lieve e media può essere trattata con ottimi risultati; nella miopia lieve si usa la PRK, nella miopia media, ma anche in quella lieve, la LASIK.Anche l’astigmatismo e l’ipermetropia si prestano bene ad essere corrette con una PRK o con una LASIK. 6. Dopo l’intervento si possono abolire completamente gli occhiali? Nessuna tecnica e nessun chirurgo può garantire con certezza la completa abolizione delle lenti; ciò può essere ottenuto nella grande maggioranza dei casi, soprattutto nei difetti lievi; nei difetti medi e forti può succedere che rimanga una parte del difetto; esso comunque può essere rimosso con un ritocco eseguito alcune settimane dopo l’intervento; l’occhiale talvolta può però essere richiesto, anche dopo l’operazione, almeno per alcune ore del giorno; in generale esso avrà lenti più leggere e montature più facili da portare. A circa 40 anni comincia la presbiopia, cioè la necessità di portare occhiali per lettura. I pazienti di età superiore ai 40 che vengono operati di miopia dovranno portare occhiali per vicino. 7. Si può trattare a qualunque età e in qualunque condizione? È bene trattare solo in età adulta cioè a maturazione fisica completata (dopo i 18 anni); comunque ogni procedura è eseguibile solo quando l’occhio non presenta patologie oculari e dopo un’accurata visita che ne dimostra l’idoneità. 60 È bene anche che il difetto sia stabilizzato; in caso contrario è possibile che la miopia pian piano possa ricomparire. Non è così per l’astigmatismo e per l’ipermetropia, che, solitamente, non sono difetti evolutivi. 8. Il trattamento si esegue con il laser o strumenti chirurgici? Alcuni trattamenti di chirurgia refrattiva possono essere eseguiti solo con il laser ad eccimeri, cioè con un raggio di luce (PRK); altri sono fatti con una tecnica mista (LASIK cioè laser e chirurgia); altri ancora devono essere fatti con un’operazione chirurgica (impianto di cristallino artificiale, inserzione di anelli intracorneali). 9. Come avviene l’intervento di PRK con il laser ad eccimeri? Nei difetti leggeri il trattamento preferito è la “fotoablazione corneale superficiale” o PRK ed avviene in questa maniera: l’operatore applica sull’occhio del paziente una goccia di collirio anestetico, con un apposito strumento asporta poi lo strato di cellule che copre la cornea in superficie; programma poi su computer del laser l’entità di miopia da correggere; il paziente viene invitato a fissare una luce di riferimento; l’operatore preme poi sul pedale del laser ed in alcune decine di secondi il trattamento viene completato. Viene poi applicata una lente a contatto terapeutica per consentire la guarigione della superficie corneale trattata. Il tutto, compresa la preparazione dell’occhio, e l’impostazione dell’apparecchio, non supera in genere i dieci-quindici minuti. L’intervento si esegue con anestesia a base di gocce, non richiede punti ed è completamente indolore (non così però il decorso post-operatorio). 10. Come avviene l’intervento di LASIK? Nei difetti medi e forti, ma anche in quelli leggeri di miopia, astigmatismo e ipermetropia si utilizza la LASIK. 61 Il chirurgo applica alcune gocce di collirio anestetico, poi con uno strumento chiamato microcheratomo o meglio con un laser a femtosecondi esegue un sottile taglio semicircolare sulla cornea; solleva poi il sottile strato di tessuto tagliato (come si apre la pagina di un libro); invita poi il paziente a fissare la luce di riferimento del laser ed in alcune decine di secondi effettua il trattamento laser.“La pagina del libro” cioè il sottile strato di tessuto viene riposizionato e l’operazione è completata. L’intervento si esegue in anestesia a base di gocce, non richiede punti ed è completamente indolore e consente il rapido recupero della vista. 11. E come si fa a stare fermi durante l’intervento? Per ottimizzare il trattamento il paziente deve fissare una luce di riferimento situata entro al laser; egli deve restare immobile e tenere ambedue gli occhi aperti. Poiché il tempo reale del trattamento laser dura qualche decina di secondi non ci sono problemi; anche perché il trattamento è completamente indolore. Comunque i laser di quarta generazione dispongono di un sistema di puntamento, chiamato eye-tracker, che riesce a seguire l’occhio, quando questo si sposta, mantenendo la giusta centratura del trattamento sulla cornea; di aiuto per ottimizzare i risultati è anche il cosiddetto “riconoscimento computerizzato dell’iride”che consente ancora maggiore precisione. 12. Trattamenti personalizzati: cosa sono? Ogni occhio è diverso dall’altro... Oltre a correggere la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia sarebbe utile correggere anche altre piccole anomalie dell’occhio (aberrazioni); in tal modo si può migliorare la qualità della vista e, talvolta, anche la quantità (se prima il paziente vedeva 10/10 con gli occhiali o le lenti a contatto... si può arrivare anche a 11 o 12/10) trattando tali aberrazioni. 62 13. Gli esami da eseguire prima della visita quali sono ed a che servono? Gli esami sono importantissimi e servono a stabilire l’idoneità dell’occhio all’intervento; oltre a quelli di una normale visita oculistica, sono necessari: - La pachimetria per misurare lo spessore della cornea: se è troppo sottile, l’intervento può essere controindicato. - La topografia corneale: serve per una precisa mappatura della cornea; se si riscontrano delle irregolarità, l’intervento può essere controindicato. - La pupillometria: serve a misurare il diametro della pupilla: se la pupilla è molto ampia può essere sconsigliata l’operazione. - Aberrometria: serve ad identificare e quantificare eventuali piccole anomalie della cornea e dell’occhio; in tal caso esse possono essere eliminate o ridotte con un trattamento “personalizzato” 14. Occorre anestesia? Per la PRK e la LASIK e per quasi tutti gli interventi refrattivi si utilizza un’anestesia a base di sole gocce sull’occhio; questa è sufficiente ad eliminare ogni dolore durante l’esecuzione della procedura. Il paziente però sente premere sull’occhio ed ha un po’ di fastidio, per lo più tollerato con facilità. 15. Occorre una preparazione particolare prima di fare una PRK o una LASIK o un trattamento chirurgico? Occorre sospendere l’uso delle lenti a contatto nell’occhio da operare almeno quindici giorni prima se le lenti sono morbide e almeno tre settimane prima se sono rigide; sospendere eventuali terapie locali a base di colliri, pomate ecc. ed il trucco alle palpebre almeno tre giorni prima. Occorre inoltre evitare anche di mettersi addosso profumi e dopobarba. 63 16. Il trattamento lascia conseguenze estetiche sull’occhio o sul viso del paziente? L’avvenuto trattamento laser o chirurgico può essere rilevato (e non sempre...) solo da un oculista. 17. Quanto dura l’effetto di un intervento di chirurgia refrattiva? Se la miopia era già stabilizzato prima dell’intervento il risultato ottenuto rimane stabile nel tempo. Invece se il difetto era ancora in evoluzione; esso continuerà ad evolvere anche dopo l’intervento; in questi ultimi casi quindi si può avere un ritorno parziale del difetto con il passare degli anni; molto dipende dal tipo del difetto, dalla sua entità, dalle condizioni dell’occhio, dall’età del paziente e dal tipo di procedura utilizzata. Nel caso dell’ipermetropia e dell’astigmatismo,invece, di solito il difetto viene corretto per sempre. 18. Quanta visione si recupera dopo il trattamento (laser o chirurgico) di un difetto refrattivo? Quando l’intervento elimina completamente il difetto visivo, la visione sarà eguale a quella che il paziente aveva prima dell’intervento con le lenti a contatto o con l’occhiale; cioè se l’occhio prima dell’intervento aveva un’acuità visiva massima con lenti a contatto o con occhiali di 6/10 dopo l’intervento avrà ancora più o meno 6/10 però senza lenti a contatto o senza occhiale (o comunque con un occhiale molto più leggero). Il trattamento laser può correggere il difetto ma non elimina e non guarisce eventuali altre alterazioni presenti spesso nell’occhio. 19. L’intervento può migliorare l’acutezza visiva? Se l’occhio oltre alla miopia ha anche aberrazioni in quantità rilevante eliminando quest’ultima con un trattamento personalizzato si può anche migliorare l’acuità visiva; cioè, se prima il paziente vedeva 10/10 si può anche arrivare a 11 o 12/10. 64 20. I due occhi si possono operare insieme? Quanto tempo deve intercorrere fra la procedura del primo occhio e quella del secondo? Quando si esegue la PRK è preferibile che fra la procedura di un occhio e quella dell’altro trascorrano almeno 5-10 giorni; per la LASIK basta attendere uno-tre giorni; è possibile anche operare i due occhi contemporaneamente; per i vantaggi e svantaggi dell’intervento contemporaneo nei due occhi vedere l’apposita tabella contenuta in questo fascicolo. 21. Sono dolorosi questi interventi? La maggioranza degli interventi vengono eseguiti in anestesia topica proprio perché non sono dolorosi; il paziente ha solo qualche lieve fastidio. Per quanto riguarda il decorso postoperatorio invece le condizioni variano a seconda se sia stata eseguita una PRK o una LASIK (vedere apposito capitolo all’interno di questo fascicolo); comunque la PRK è più dolorosa. 22. Quanto dura una procedura refrattiva, una PRK o una LASIK? Questi interventi solitamente durano meno di 10-15 minuti. 23. Occorre ricovero per queste procedure? Questi interventi vengono tutti eseguiti in ambulatorio cioè senza ricovero in quanto sono eseguibili in anestesia topica e non alterano le condizioni fisiche generali del paziente. Solitamente il paziente può lasciare il centro laser mezz’ora dopo l’intervento, indossando un semplice paio di occhiali scuri. 24. A casa come si torna? A casa cosa occorre fare? È senz’altro preferibile andare in macchina piuttosto che con i mezzi pubblici; se il paziente abita vicino (un’ora, un’ora e mezza dal centro laser) può rientrare a casa altrimenti è preferibile che vada in albergo, nelle vicinanze del centro chirurgico. Naturalmente a guidare non sarà la persona operata; arrivato a 65 casa o in albergo è molto importante che il paziente dorma qualche ora. Ciò aiuta a far guarire meglio e più rapidamente l’occhio.Deve inoltre mettere le gocce prescritte dal chirurgo e seguire le sue istruzioni con molta precisione. 25. Quali difetti è possibile correggere? Oggi è possibile correggere quasi tutti i difetti visivi; il migliore risultato si ottiene quando, oltre all’esperienza del chirurgo, c’è la disponibilità di un’attrezzatura moderna e quando il paziente segue correttamente le indicazioni del chirurgo. 26. Quali disturbi si hanno dopo l’operazione? Dopo la PRK nelle prime ore c’è dolore, più o meno intenso, oltre che lacrimazione e fastidio alla luce; c’è invece solo un leggero fastidio dopo la LASIK. 27. In quali casi è consigliabile trattare? Le procedure di chirurgia refrattiva sono consigliabili quando esistono sufficienti motivazioni psicologiche, lavorative, estetiche, sportive etc. e soprattutto quando gli occhiali o le lenti a contatto non vengono tollerati o vengono tollerati male ma ancora più importante è che la visita preoperatoria abbia, attraverso una serie di esami, determinato l’idoneità all’intervento. 28. Quali sono i rischi maggiori a cui si va incontro sottoponendosi a un trattamento refrattivo? Possibile è l’incompleta o l’inadeguata correzione del difetto; possibile è il fastidio alla luce e la visione di aloni intorno alle luci serali (tanto più fastidiosi quanto più il difetto è forte e quanto più la pupilla si dilata al buio), il residuare di lievi cicatrici corneali; possibile è l’insorgenza di infezioni o di alterazioni interne all’occhio che in casi gravi, molto rari, possono comportare gravi conseguenze sulla funzione visiva (per maggiori informazioni vedere all’interno del fascicolo). 66 29. Quando il trattamento non consente di eliminare tutto il difetto è possibile ritrattare per completare il risultato? È raro dover ricorrere ad un ritocco ma esso è quasi sempre possibile; il “ritocco” è più facile dopo una LASIK che dopo una PRK. Il ritocco si rende tanto più frequente quanto più il difetto iniziale era forte. Esso va eseguito nel periodo che intercorre fra le 8 e le 16 settimane dell’operazione. 30. È ancora possibile usare lenti a contatto dopo una PRK o una LASIK o un’altra procedura refrattiva sulla cornea? Dopo il trattamento l’uso delle lenti a contatto nella maggioranza dei casi non presenta difficoltà se erano già ben tollerate precedentemente e in tal casi è preferibile utilizzare lenti a contatto morbide ad uso giornaliero 31. Perché il paziente deve firmare il consenso informato? Perché le nuove disposizioni in materia sanitaria lo richiedono; con il consenso informato il paziente autorizza il chirurgo ad eseguire l’intervento e prende conoscenza dei vantaggi e dei rischi che esso può comportare. 67 PRINCIPALI ATTIVITÀ DEL CENTRO AMBROSIANO DI MICROCHIRURGIA OCULARE Chirurgia: Cataratta Miopia Astigmatismo Ipermetropia Glaucoma Terapia Laser: Miopia (laser ad eccimeri) Opacità secondaria Malattie della retina Glaucoma Diagnostica: Aberrometria computerizzata Autorefrattometria computerizzata Biometria Ecografia Fluorangiografia OCT del segmento anteriore e posteriore Ortottica Perimetria computerizzata Pachimetria ultrasonica Topografia corneale Tonometria ad aria 68 Ambulatorio di microchirurgia oculare È un centro attrezzato per eseguire la chirurgia dell’occhio senza ricovero ed in piena sicurezza. I pregi in questa modalità chirurgica sono: - assenza di ricovero - elevata professionalità - assistenza personalizzata - massima sicurezza Nell’ambulatorio di Microchirurgia Oculare sono eseguibili, fra gli altri, interventi chirurgici per: - cataratta - glaucoma - miopia - astigmatismo - ipermetropia e altri 69 Com’è un ambulatorio di Microchirurgia Oculare? Un ambulatorio per Chirurgia Oculare senza ricovero è un insieme di ambienti progettati appositamente per la chirurgia oculare e dotati dei più moderni e sicuri sistemi di assistenza per il paziente: - ha due modernissime sale chirurgiche realizzate ed attrezzate appositamente per la chirurgia dell’occhio; - ha attrezzature per anestesia locale e generale; - dispone di personale altamente specializzato fra cui un medico anestesista. E’ costruito secondo i più avanzati sistemi di sicurezza per il paziente; dispone fra l’altro di: - impianto elettrico ad alta sicurezza dotato di alimentazione autonoma di emergenza - aria condizionata sterile - gas di emergenza - impianto autonomo di sterilizzazione - pavimenti e tappezzerie antistatici e antipolvere. E’ dotato dei più moderni e sofisticati strumenti per chirurgia oculare; dispone fra l’altro di: - due microscopi operatori - quattro facoemulsificatori - un vitrectomo - due laser ad eccimeri - un laser a femtosecondi - due microcheratomi ed altri strumenti necessari per la microchirurgia oculare. L’ambulatorio è stato ispezionato ed approvato dai competenti Organi Sanitari di Controllo. 70 GLOSSARIO • Anestesia: procedura per cui si rende indolore l’intervento chirurgico; può essere topica (a base di gocce), locale (con iniezione) o generale. • Astigmatismo: è un difetto di refrazione dovuto ad una curvatura ovoidale della cornea; comporta affaticamento visivo, mal di testa e visione ridotta. • Chirurgia refrattiva: ogni tipo di intervento chirurgico che si propone di correggere un difetto di refrazione (miopia, astigmatismo, ipermetropia, ecc.). • Cornea: struttura trasparente situata nella parte anteriore dell’occhio; serve a concentrare la luce sulla retina. Sulla cornea vengono eseguiti la maggior parte dei trattamenti di chirurgia refrattiva. • Cristallino umano: lente situata nella porzione interna dell’occhio, dietro al foro pupillare; serve a focalizzare la luce sulla retina. • Cristallino artificiale: è una piccola lente, costituita da materiale sintetico trasparente; serve a correggere una miopia elevata o a rimpiazzare il cristallino umano quando questo viene rimosso. • Decimi di vista: unità convenzionale di misura per valutare quantitativamente l’acuità visiva di un soggetto; non ha corrispondenza con le diottrie che il paziente usa sull’occhiale o sulla lente a contatto. Una persona ha dieci decimi quando può leggere le lettere più piccole che vengono mostrate durante la visita oculistica; ha 5/10 o 1/10 solo quando legge i caratteri di media grandezza o solo quelli più grandi. • Diottria: è l’unità di potere refrattivo; tanto più un difetto di refrazione è forte tanto più elevato sarà il numero di diottrie; tante più sono le diottrie tanto più spesso è l’occhiale e tanto più esso è necessario. Tante più sono le diottrie del difetto tanto meno il paziente vede senza la correzione. • Emmetropia: condizione per la quale un occhio è privo di difetti di refrazione. • Epilasik: parente stretto della PRK (vedi). • Errore o difetto di refrazione: è una anomalia dell’occhio per cui occorre una lente affinché l’occhio veda correttamente (miopia, astigmatismo, ipermetropia). • ICL: Intraocular Contact Lens ossia lente a contatto intraoculare; è un cristallino artificiale che serve a correggere elevati difetti di miopia ed ipermetropia. • Ipermetropia: difetto di refrazione per cui l’occhio vede male a distanza ravvicinata e meglio per lontano. 71 • Lasek: parente stretto della PRK (vedi). • Laser ad eccimeri: moderni strumenti in grado di emettere precisi fasci di luce che consentono la correzione di difetti visivi. • LASIK: intervento e laser per la correzione della miopia lieve, media ed elevata; viene utilizzata anche per l’astigmatismo e l’ipermetropia. • Lente a contatto: sottile disco di materiale plastico che viene applicato sulla parte anteriore dell’occhio cioè sulla cornea per correggere alcuni difetti di refrazione (miopia, astigmatismo, ipermetropia, afachia). • Lente intraoculare: è stessa cosa di un cristallino artificiale. • Miopia: difetto di refrazione per cui un occhio vede bene per vicino e male per lontano. • Oculista: medico specializzato nella cura delle malattie dell’occhio; fra gli oculisti meno del 10% eseguono chirurgia refrattiva. • Ottico: è un artigiano diplomato che ha il compito di eseguire l’occhiale prescritto dal medico oculista e di consigliare lenti che correggono semplici difetti visivi. • Optometrista: è un diplomato abilitato a prescrivere lenti per la correzione dei difetti di vista e ad applicare lenti a contatto; l’optometrista non può prescrivere medicine, curare malattie, fare operazioni, ecc. • Presbiopia: anomalia per cui un occhio non riesce ad “accomodare”, non riesce cioè a mettere a fuoco a distanza ravvicinata; richiede occhiali per ogni attività svolta nel raggio di 20-50 centimetri o meno. • PRK: consiste nella disintegrazione mediante laser ad eccimeri di uno strato sottilissimo di cornea anteriore; si utilizza prevalentemente per la correzione delle miope lievi e medie, ma anche per l’ipermetropia e l’astigmatismo. • Visus o acuità visiva: capacità dell’occhio a vedere; un occhio che vede bene ha 10/10 di visus (cioè il 100 per 100 di vista) un occhio che vede poco ha 1-2/10 cioè il 10-20% della visione totale; la minore o maggiore acuità visiva dipende in generale dalle condizioni di salute dell’occhio. • Visione da vicino: quando una persona guarda qualcosa situata ad una distanza inferiore ai 50 cm circa dal suo occhio si dice che utilizza la visione per vicino; è in pratica la visione che serve per leggere, scrivere, ecc. • Visione da lontano: quando una persona guarda qualcosa situata a 3 metri od oltre si dice che usa la visione per lontano; è in pratica la visione che serve per vedere la televisione, per guidare la macchina ecc. Si usa invece la visione intermedia quando si guarda fra i 50 cm ed i 3 metri. 72 continua dalla IIº di copertina Nel 2004 per i suoi studi sulla chirurgia della cataratta e chirurgia refrattiva, ha ricevuto la “Binkhorst Medal” durante il XXII Congresso Europeo dell’ESCRS a Parigi. Nel febbraio 2006 ha ricevuto il premio “Fyodorov” durante il Congresso Annuale dell’HSIOIRS ad Atene per i suoi studi sulla chirurgia refrattiva. Nel 2006 ha eseguito, primo in Europa, trapianti di cornea utilizzando il Femtosecond Laser. È stato fondatore e Presidente della Associazione Italiana di Chirurgia della Cataratta e Refrativa. È attuale Presidente Onorario dell’AISO, Accademia Italiana di Scienze Oftalmologiche. Dal 1980 ha diretto 55 corsi di aggiornamento sulla chirurgia della cataratta e della miopia ed ha tenuto 70 corsi per l’insegnamento della chirurgia oculare. A tutt’oggi ha pubblicato cinque trattati dedicati alla correzione laser o chirurgica della miopia; fra questi Il trattato di chirurgia “LASIK Principles and Techniques” è stato il best seller internazionale nel 1998. Il trattato “Lasik Surgical Techniques and Complications” pubblicato nel gennaio 2000 è stato tradotto in tre lingue diverse.