Content Symposium
S E R I ES
LA XEROSI:
CONQUISTARE
LA BARRIERA
EPIDERMICA
Relatori:
Nunzia Maiello - Dipartimento di Allergologia Pediatrica “F. Fede”,
II^ Università di Napoli
Carlo Mazzatenta - U.O. Dermatologia, Ospedale di Lucca
Attilio Varricchio - U.O. Otorinolaringoiatria, Ospedale S. Gennaro di Napoli
La Xerosi: conquistare la barriera epidermica
VI Congresso Nazionale FIMP, Genova 26-29 Settembre 2012.
ISSN: 2239-6853
Content Symposium Series
Reg. del tribunale di Roma n. 216/2011
del 6 luglio 2011
Anno 2, n. 9 del 2012
Comitato Editoriale
Giorgio Bianchi
Laura Brogelli
Alessandra Di Tullio
Nadia Mirante
Produzione
Erika Costrini
Silvia Merlini
Content Ed Net srl
Piazza Irnerio, 57
00165 Roma, Italia
©2012 Content Ed Net srl
Finito di stampare nel mese di xxxxxx 2012 da Litografia Bruni - Pomezia (RM)
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Ogni prodotto menzionato deve essere utilizzato in accordo con il Riassunto delle Caratteristiche di Prodotto fornito dalle Case Produttrici.
Si ringrazia Avantgarde Spa per il supporto incondizionato.
Indice
Introduzione............................................................................................ 2
Approccio terapeutico .............................................................................. 3
Studio: valutazione “real-life” nelle dermatiti irritative
di un prodotto contenente nanosilisomi (nanosilicio in nanoliposomi)............... 5
Applicazioni per la terapia delle otiti esterne ............................................... 6
Conclusioni.............................................................................................. 8
Key message........................................................................................... 8
INTRODUZIONE
L’epidermide è una struttura multistrato. Durante il
Fattori endogeni
1
percorso di maturazione, i cheratinociti perdono orAtopia
ganuli e nucleo e si compattano nello strato corneo,
Allergia da contatto
il quale risulta strutturalmente suddiviso in due parti
Fattori esogeni
(disgiunto e compatto). La funzione barriera è data
Detergenti aggressivi
Clima
principalmente dal corneo compatto. L’integrità della
Microtraumi
cute è in relazione alla barriera del corneo e al fattore
3
2
di idratazione naturale (NMF), che nel complesso forma un film protettivo. La perdita di funzionalità della
barriera cutanea può dipendere da fattori sia endogeni che esogeni (Figura 1).
Nella patogenesi delle dermatiti irritative caratterizzate da cute secca, arrossata e presenza di prurito (Figura 2), esistono diversi fattori che vanno a confluire Figura 1. Dalla cute sana alla cute irritata (da 1 a 3). L’esposizione ad agenti irritanti, anche in assenza di atol’uno con l’altro, in particolare il background genetico pia, provoca una alterazione della barriera.
(inteso come alterata barriera cutanea e deviazione
immune) sul quale vanno ad influire fattori ambientali
Dermatite da pannolino
(fisici o infettivi). Nel neonato la funzione di barriera Dermatiti da leccamento
non è ancora a livelli ottimali: infatti anche in un neo- Dermatiti da sfregamento
nato non affetto da dermatite la funzione di barriera Dermatiti da freddo
Dermatiti da vento
sfiora l’inefficienza(1).
Dermatiti da sudore
Una buona barriera cutanea deve avere un ottimale Dermatiti da retinoidi
equilibrio tra proteasi, inibitori delle proteasi e filag- Figura 2. Numerose sono le cause di dermatite irritativa
grina. Mutazioni dei geni per la filaggrina provocano in età pediatrica.
un aumento di pH con conseguente aumentata attitante citochina pruritogena, libera allergeni nascosti (compovità delle proteasi, alterazioni dei desmosomi dello strato
nenti di membrana e/o intracellulari dei cheratinociti) il che
corneo e della sintesi dei lipidi. La conseguenza finale è
in definitiva induce la formazione di IgE contro proteine self
l’alterazione di barriera. La barriera cutanea svolge anche
derivate dai cheratinociti e perpetua ed aggrava l’infiammaun ruolo fondamentale nel regolare la sensibilizzazione
(2-4)
zione cutanea.
allergica . Un’alterata funzione di barriera può rappreUn ruolo particolare è svolto dallo Staphylococcus aureus, i cui
sentare il punto di partenza per l’iniziazione delle cellule
superantigeni sono potenti adiuvanti per le risposte Th2 allerdi Langerhans, che raggiungono i linfonodi e inducono la
gene-specifiche. Lo S. aureus inoltre secerne sfingosindeacilasi
produzione di citochine Th2 in vari organi distanza (la coe glicerofosfolipidi che possono interferire con la formazione
siddetta “marcia allergica”).
delle lamelle lipidiche e incrementare la sintesi della citochina
Inoltre il grattamento della superficie cutanea, secondario
pruritogena IL-3, con conseguente danno di barriera(5-8).
all’infiammazione cutanea e alla liberazione di IL-3, impor-
2
APPROCCIO TERAPEUTICO
Intervenire su una cute irritata significa ricompattare il corneo, ricostituire il NMF e ridurre la flogosi. In passato l’approccio alla dermatite era di tipo “reattivo”, basato essenzialmente su corticosteroidi in una prima fase e successivamente
idratanti. Nonostante tale metodo sia in grado di controllare
gli episodi di riaccensione acuti della malattia, alcuni pazienti
sperimentano ripetute esacerbazioni alla sospensione della
terapia a causa di un’infiammazione subclinica. Infatti anche
nella cute apparentemente sana non lesionata si trovano le
stesse alterazioni infiammatorie presenti nella cute lesionata, anche se in misura ridotta. Pertanto è stato introdotto il
concetto di terapia “proattiva”, che consiste nel controllare la
flogosi in una fase iniziale e poi effettuare dei richiami di terapia antinfiammatoria(9-11).
Effetti dei corticosteroidi sulla barriera cutanea
L’impiego inappropriato di corticosteroidi può provocare
atrofia cutanea (come risultato dell’inibizione della sintesi di
collagene e glicosaminoglicani) e riduzione fino al 70% dello spessore dello strato corneo, facilitando la penetrazione
di irritanti e allergeni e quindi la comparsa di riacutizzazioni. Terapie con corticosteroidi topici portano ad un’alterata
produzione dei corpi lamellari (che non vengono riempiti in
misura normale) e ad una dispersione di lipidi dallo strato
granuloso verso l’alto, con cute che risulta quindi assottigliata e funzionalmente incompleta nella sua costituzione
lipidica (Figura 3)(12,13).
Barriera lipidica intatta
Barriera lipidica alterata dopo
terapia con betametasone
Figura 3. Nella cute sana non c’è secrezione di
lipidi dai corpi lamellari fino allo strato granuloso, con conseguente ininterrotto strato corneostrati lipidici. Dopo terapia con betametasone,
invece, c’è prematura secrezione dei contenuti
dei corpi lamellari, con strati lipidici incompleti e
atrofia epidermica.
Riparazione di barriera con lipidi
L’applicazione di lipidi non fisiologici sulla cute danneggiata porta ad un effetto immediato, riducendo per occlusione la TEWL (transepidermal water loss, perdita di acqua transepidermica) ma senza modificare la sottostante
riparazione della barriera. I lipidi fisiologici (colesterolo,
ceramidi, acidi grassi) hanno un effetto meno immediato, ma sono in grado di penetrare fino agli strati nucleari
dell’epidermide dove sono metabolizzati dall’apparato di
Golgi con comparsa di corpi lamellari.
Questo fenomeno aumenta la velocità di riparazione
della barriera e si osserva dalle 2 alle 4 ore dopo l’applicazione di lipidi. I corpi lamellari hanno un ruolo centrale
nella permeabilità di barriera e nella barriera antimicrobica. Essi derivano dall’apparato di Golgi del quale è richiesta una acidificazione affinché il processo proceda
normalmente. Dopo una lesione acuta della barriera si
assiste ad una marcata accelerazione nella formazione
dei corpi lamellari(14,15).
Ruolo degli emollienti
Gli emollienti alleviano la secchezza cutanea riducendo la
TEWL. Tra di essi un ruolo fondamentale viene svolto dai
cosiddetti “riparatori di barriera”, ovvero prodotti brevettati
per uso topico con un rapporto ceramidi-colesterolo-acidi
grassi ottimale (in genere 3:1:1), che forniscono alla cute
componenti essenziali capaci di riparare lo strato corneo
danneggiato. Non vanno applicati insieme o immediatamente prima del farmaco antinfiammatorio in quanto
possono diluirlo o prevenirne la penetrazione nella cute (è
consigliabile un intervallo di almeno un’ora tra le due applicazioni) (Figura 4)(16,17).
Il punto chiave del trattamento delle dermatiti irritative in età pediatrica è intervenire tempestivamente alla
comparsa dei primi sintomi quali prurito, sbiancamento,
lieve rugosità o lieve arrossamento. Se a questo punto
compare il grattamento è verosimile che si stia per verificare una riaccensione dell’eczema. In caso di sintomatologia lieve è possibile intervenire con dermocosmetici idratanti, in caso contrario vanno somministrati
corticosteroidi già in una fase precoce.
3
H2O
H2O
H2O
H2O
Ceramidi
H2O
H2O
Colesterolo
Allergeni, Patogeni
Acido grasso
H2O
H2O
H2O
H2O
Figura 4. Dermocosmetici topici efficaci nel ripristinare la funzione di
barriera, forniscono componenti essenziali per la riparazione della cute.
La loro applicazione impedisce la penetrazione di allergeni e patogeni.
Tecnologia
innovativa
e brevettata
Elevata
biodisponibilità
Migliore
assorbimento
cellulare
Figura 5. Nanoparticelle con nanosilicio. Il nanosilisoma ha una struttura simile a quella della membrana cellulare, caratterizzata da un doppio
strato fosfolipidico ad elevata purezza con teste idrofile rivolte verso
l’esterno e code idrofobe rivolte verso l’interno, ha dimensioni ridotte
(50 nm) e contiene nanosilicio (10-20 nm).
Tra i prodotti in grado di intervenire efficacemente ai primi
sintomi tipici delle dermatiti irritative in età pediatrica c’è un
dermocosmetico che contiene CARBOSSIMETIL-GLUCANO e
NANOLIPOSOMI CON NANOSILICIO (Figura 5), il quale:
• è un componente di complessi proteoglicani che si
intreccia con il collagene e contribuisce alla integrità
strutturale della barriera cutanea;
• favorisce la sintesi di prolina e idrossiprolina, elementi centrali nella definizione della sua struttura
primaria e secondaria;
• ha la capacità di legare acqua e normalizzare il con-
4
tenuto cutaneo in proteoglicani;
• aumenta stabilmente la quota lipidica dell’epidermide per fusione dei liposomi con le membrane
cellulari;
• possiede un elevato effetto barriera a livello dell’epidermide (riduzione della TEWL);
• possiede un significativo effetto antiossidante
(inattivazione dei radicali liberi).
Si tratta di un prodotto topico efficace e sicuro, capace di
penetrare in profondità ed agire dall’interno verso l’esterno
dello strato cutaneo(18,19).
STUDIO: VALUTAZIONE “REAL-LIFE” NELLE DERMATITI
IRRITATIVE DI UN PRODOTTO CONTENENTE NANOSILISOMI
(NANOSILICIO IN NANOLIPOSOMI)
Valutazione clinica dei pazienti
Media OLS totale, segni clinici
Razionale per l’uso del prodotto:
8• Il Silicio contribuisce a tenere unite
67le fibrille di cheratina compattando
56il corneo.
54• I lipidi dei nanosilisomi fondendosi
43alle membrane cellulari contribui32scono a ricostituire il fattore di idra21
tazione naturale (NMF).
100• Il CarbossiMetil-Glucano è un riconoMedia OLS
Media OLS
Molto
Efficace
Poco
Non
totale T0
totale T21
efficace
efficace
efficace
sciuto antinfiammatorio.
Metodi:
Figura 6. Risultati dello studio dimostrano come la media dei segni
• 15 pazienti (7 maschi e 8 femmine) la clinici si riduca dopo trattamento con un dermocosmetico a base
di Nanosilisomi e CM-glucano.
cui selezione è stata orientata verso
quelli trattabili solo con emollienti,
in quanto la vera fase acuta di una
dermatite irritativa non può prescindere dall’uso di corticosteroidi.
• Affetti da patologie diverse accomunate dall’essere in una fase irritativa con segni di flogosi e xerosi.
• Applicazione del prodotto due volte al giorno per tre settimane.
• Valutazione complessiva con sommatoria di scale OLS (Overall Lesion Severity) per eritema, xerosi e
desquamazione (min=0, max=12).
•Efficacia percepita dal paziente
valutata con scala OLS (Non efficace=0. Poco efficace=1. Efficace=2.
Molto efficace=3).
Figura 7. Esempi di miglioramento della sintomatologia dopo trat-
Risultati:
tamento per 3 settimane con un dermocosmetico a base di NanoQuesto studio ha dimostrato come la silisomi e CM-glucano.
media dei segni clinici si riduca dopo
il trattamento, il quale risulta molto efficace e ben tollerato
storia di atopia. Un prodotto a base di Nanosilisomi e
nella maggior parte dei pazienti (Figura 6 e 7).
CM-Glucano ha mostrato una ottima attività ristruttuNelle dermatiti irritative l’alterazione della barriera cutanea
rante e lenitiva nelle dermatiti a componente xerotiè un fattore patogenetico importante, anche in assenza di
ca/irritativa in età pediatrica
5
APPLICAZIONI PER LA TERAPIA DELLE OTITI ESTERNE
2) infettive (acuta e cronica):
- batterica: edema circoscritto o diffuso, con otodinia
intensa (da S. aureus)
- virale: bollosa-emorragica (otorragia); da H. Zoster
(otalgia intensa, paralisi del VII)
- micotica: nei frequentatori di piscine, con prurito intenso (da Candida)
Orecchio Esterno
- mista (Aspergillus, Candida, S. aureus)
Patologie dermatologiche
Il distretto otologico viene suddiviso, con criterio anatomofunzionale, in tre siti: orecchio esterno, medio ed interno
(Figura 8).
S. CocleoVestibolare
Orecchio Interno
Patologie
oto-neurologiche
Orecchio Medio
Patologie respiratorie
Figura 8.
Le patologie dell’orecchio esterno sono essenzialmente di
tipo dermatologico. La cute riveste il condotto uditivo esterno fino alla membrana timpanica; guardando la faccia esterna della membrana timpanica si vede la cute più sottile del
corpo umano, praticamente trasparente. C’è una porzione
esterna cartilaginea ed una porzione interna ossea. La cute
aderisce intimamente con il pericondrio e con il periostio.
Questo è il motivo per cui appena l’otite esterna travalica
i confini della cute porta ad un dolore incredibile poiché il
pericondrio ed il periostio sono piccole membrane innervate
esternamente quindi dolentissime se attaccate da patologie.
Il primo sintomo tipico è il prurito, correlato alla alterazione
della funzione di barriera della cute, che si associa spesso
all’otodinia (termine con il quale si intende un dolore auricolare causato da patologie proprie dell’orecchio)(20-23).
Classificazione delle Otiti Esterne
1) infiammatorie (soprattutto l’eczema):
- acuta: eritema, otodinia, a volte insostenibile
- cronica: desquamazione intensa, con prurito intenso
6
Cosa è fondamentale fare nel caso di un’otite
esterna?
1) detersione dell’orecchio esterno (acido borico)
2) dopo la detersione, il trattamento è essenzialmente
topico
3)nel caso di forme infettive ricorrenti, prima di iniziare la terapia è fondamentale praticare un tampone auricolare per accertamenti microbiologici.
• Otite esterna batterica: si utilizzano gocce otologiche (ciprofloxacina 3%) e medicazioni del condotto
mediante otobenda.
• Otite esterna virale bollosa emorragica: in questo
caso il dolore può essere violento. Si possono utilizzare gocce
otologiche contenenti antiinfiammatori ed analgesici, purché in soluzione oleosa (e non acquosa) riscaldata a 37 °C.
• Otite esterna micotica: utilizzare emulsioni (e non soluzioni alcoliche perché molto dolorose) e poi medicazioni
mediante otobenda.
• Otite esterna eczematosa acuta: in questo caso il trattamento si avvale di creme cortisoniche (nella forma acuta semplice), preparazioni galeniche (pomate o unguenti) cortisoniche
con acido acetilsalicilico (nella forma seborroica) e creme cortisoniche e/o antibiotiche (nella forma complicata da infezione).
• Otite esterna eczematosa cronica: in bambini con
patologie dell’orecchio esterno è fondamentale capire se sotto c’è un problema di otite esterna(24).
In questo caso il trattamento si può avvalere di un
nuovo dermocosmetico topico a base di Nanosilisomi
e CM-Glucano, dal momento che:
- Nanosilisomi: svolgono la funzione di carrier formando
un involucro che permette il rilascio all’interno della cellula di
A
12 -
TEWL
10 86420-
Tempo 0
Dopo 20 gg
Dopo 40 gg
- CM-Glucano: ha capacità di ricicatrizzare ed, infatti, viene
usato nella rino-chirurgia . Inoltre protegge da detergenti e
raggi UV stimolando la sintesi di cheratinociti.
Corneometria, unità
nanosilicio che migliora la funzione di barriera e l’idratazione
della cute e, inoltre, è efficace nel ridurre l’eritema e la sensazione di prurito (Figura 9).
B
50 40 30 20 10 0-
Tempo 0
Dopo 20 gg
Dopo 40 gg
Figura 9. Riduzione del TEWL (-30%, A) e aumento significativo della corneometria (50%, B) in uno
studio effettuato in 30 volontari sani femmine sottoposti a trattamento con Nanosilicio per 40 giorni(24).
CONCLUSIONI
“Conquistare la barriera epidermica” rappresenta una grande
vittoria. Gli attuali stili di vita, come bagni frequenti, uso regolare di sapone, aria condizionata e deumidificatori possono accelerare il malfunzionamento della barriera cutanea.
Il riscaldamento costante, la ridotta ventilazione, i pavimenti
coperti di tappeti verosimilmente incrementano la concentrazione di acari della polvere e i livelli di allergeni con i quali
i soggetti possono venire in contatto. Questi ambienti, che
espongono la cute ad irritanti meccanici ed allergici, possono scatenare segnali di danno che attivano le cellule di
Langerhans, rappresentando una delle cause di aumentata
prevalenza nei paesi industrializzati di dermatiti irritative con
cute secca, arrossata e con prurito. Inoltre mutazioni nella
filaggrina sono associate non solo con la dermatite atopica
ma anche con l’asma atopica, la rinite allergica e l’allergia alimentare, il che sottolinea l’importanza della sensibilizzazione
percutanea quale fattore innescante primario della cascata
atopica. Quindi agire sulla cute può rappresentare un target
anche per la prevenzione della marcia atopica.
Poiché l’alterazione della barriera cutanea è l’iniziale evento
patogenetico nelle dermatiti irritative, tutte le misure volte
alla riparazione del difetto di barriera non dovranno solo essere considerate “cosmetiche”, ma essenziali per una efficace
terapia e prevenzione anche della sensibilizzazione allergica.
KEYMESSAGE
LA RIPARAZIONE DELLA BARRIERA CUTANEA MIGLIORA
PRURITO, IRRITAZIONE, CUTE SECCA E LESIONATA,
ROMPENDO IL CIRCOLO VIZIOSO PRURITO-GRATTAMENTO.
7
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Cute secca, eritema, dermatiti irritative
Dermocosmetico ai Nanosilisomi e aI CM-Glucano
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Cod. 15023207
Crema
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Flacone da 50 ml
• 1 o 2 applicazioni
2 volte al giorno
• massaggiare
per favorirne
l’assorbimento
• 1 o 2 spruzzi 3 volte al giorno
• spargere uniformemente
• consente un’agevole
applicazione nelle pieghe
cutanee e nelle zone pilifere
micro elementi
macro risultati
GRUPPO