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La Grande Barriera Corallina verso
la morte?
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Quando l’acqua si riscalda troppo i coralli diventano bianchi a causa dello stress,
e per sopravvivere devono superare un’incredibile prova di resistenza. Quando le
temperature superano di 2°C le medie massime, le alghe simbionti dei coralli,
chiamate zooxantelle, diventano tossiche e costringono i coralli ad espellerle.
Questo determina lo sbiancamento dello scheletro, mettendoli a rischio di inedia.
Un nuovo studio pubblicato da poco su Nature, sostiene che la Grande Barriera
potrà sopravvivere solo se verranno prese misure urgenti per ridurre il
riscaldamento globale e tenere sotto controllo la temperatura dell’acqua. Gli
effetti potrebbero infatti essere devastanti. Se le emissioni di gas a effetto serra
dovessero continuare al ritmo attuale, i coralli potrebbero sbiancarsi fino alla
morte entro il 2050. Il riscaldamento globale è infatti la minaccia numero uno per
la barriera corallina. Lo sbiancamento che si è verificato nel 2016 rafforza
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fortemente la necessità urgente di limitare il cambiamento climatico, come
concordato dai leader mondiali nell’Accordo di Parigi.
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La barriera ospita oltre 1500 specie di pesci, 6 delle sette specie di tartarughe
marine esistenti e 30 specie di cetacei marini. Se questo non bastasse, come sito
Patrimonio dell’Umanità UNESCO è un baluardo del turismo, che ha creato circa
70.000 posti di lavoro e contribuisce all’economia australiana con oltre 6 milioni
di dollari. Nonostante la ricerca sia stata condotta mesi fa, la sua pubblicazione
coincide con l’evento di sbiancamento più grave che abbia mai colpito la Grande
Barriera Corallina. La causa scatenante è stata El Niño, che complice il
cambiamento climatico ha devastato il 75% della parte settentrionale della
barriera, con uno schema che coincide con le previsioni fatte dai ricercatori.
Fonte: nationalgeographic.it