Regolamenti Edilizi e Leggi Regionali che prevedono scomputi degli extraspessori.
Provincia di Bolzano
19-feb-03
Legge provinciale
È previsto lo scomputo dal calcolo di indici e parametri edilizi e urbanistici di spessori aggiuntivi per il miglioramento
dell’isolamento termico e per la realizzazione di serre solari o spazi buffer.
Comune di Carugate (Mi)
04-mar-03
Regolamento edilizio
Si stabilisce che serre bioclimatiche e muri passivi non siano computati a fini volumetrici. Viene inoltre scomputato
l’aumento di 15 cm per gli edifici esistenti e di 30 cm per le nuove costruzioni nel rispetto di distanze e confini.
Comune di Corbetta (Mi)
05-apr-04
Regolamento edilizio
È consentito l’aumento del volume prodotto dagli aumenti di spessore di murature esterne realizzati per esigenze di
isolamento o inerzia termica o per la realizzazione di pareti ventilate fino a 15 cm per gli edifici esistenti e per tutto lo
spessore eccedente quello convenzionale minimo di 30 cm per quelli di nuova costruzione.
Città di Torino
10-ott-05
Regolamento edilizio
Nel computo della superficie utile lorda dei piani sono escluse le superfici relative: (…) ai maggiori spessori dei muri di
ambito degli edifici, oltre il valore di 30 cm, finalizzati all’incremento dell’inerzia termica.
Comune di Perugia
17-ott-05
Regolamento edilizio
Ai fini del calcolo della volumetria urbanistica e della superficie utile coperta degli edifici di nuova costruzione oppure oggetto di
interventi di recupero, non sono computati i seguenti extraspessori:
a)la parte delle murature d’ambito esterno, siano esse pareti portanti o tamponature, che eccede i 30 cm di spessore al finito.
La porzione di muratura non inclusa nel calcolo della volumetria non può comunque superare lo spessore massimo di 30 cm e
la sezione muraria nel suo complesso non può includere intercapedini vuote eccedenti 5 cm di spessore.
Nel caso di pareti ventilate è ammissibile una intercapedine vuota di spessore fino a 20 cm. Finalità e funzionalità della parete
vanno dimostrate in una specifica relazione redatta da un tecnico abilitato;
b)la porzione superiore e non strutturale dei solai eccedente mediamente i 10 cm di spessore, fino ad un extraspessore massimo
di 15 cm. Tali extraspessori non rientrano inoltre nel calcolo per la determinazione delle altezze massime ammesse per i
fabbricati, fatto salvo comunque il rispetto di eventuali limiti imposti dall’esistenza di specifici vincoli storici, ambientali e
paesaggistici.
Comune di Campi
Bisenzio (Fi)
05-dic-05
Regolamento per la
certificazione ambientale
ed i premi edificatori
Ai fini del calcolo delle volumetrie urbanistiche, delle superfici coperte e della Sul sono esclusi, inoltre, i seguenti extraspessori:
la parte delle murature esterne, siano esse portanti o tamponature, eccedente i 30 cm di spessore finito. La porzione di
muratura extraspessore non può in ogni caso superare i 30 cm, comprensivi di eventuali intercapedini vuote fino ad un
massimo di 6 cm. Nel caso di “pareti ventilate” è ammessa un’intercapedine vuota fino ad un massimo di 3 cm. Si deve
comunque evidenziare la funzione dal punto di vista dell’isolamento termico e/o acustico. Dovranno in ogni modo essere
rispettate le distanze minime dai confini di proprietà, dai fabbricati e dalle strade previste da leggi e regolamenti;
• la porzione superiore e non strutturale dei solai interpiano sino ad un extraspessore massimo di 15 cm ad interpiano
(evidenziandone la funzione dal punto di vista dell’isolamento termico e/o acustico). Le stesse modalità sono applicate alle
coperture praticabili. Nel caso di tetto verde o di tetto ventilato, l’incremento di spessore del pacchetto sarà funzionale alle
caratteristiche tecniche della soluzione prescelta.
•
Comune di Calenzano (Fi) Ai fini del calcolo del volume sono esclusi i seguenti extra spessori:
30-gen-06
• La parte delle murature esterne, siano esse portanti o tamponature eccedenti i 30 cm di spessore finito. La porzione di
Regolamento edilizio
muratura extra spessore non può in ogni caso superare i 30 cm, comprensivi di eventuali intercapedini vuote fino ad un
massimo di 6 cm. Nel caso di “pareti ventilate” è ammessa un’intercapedine vuota fino ad un massimo di 3 cm.
• La porzione superiore e non strutturale dei solai interpiano sino ad un extra spessore massimo di 15 cm ad interpiano
(evidenziandone la funzione dal punto di vista dell’isolamento termico e/o acustico).
Comune di Roma
20-feb-06
Regolamento edilizio
Al fine di favorire la costruzione di edifici a basso consumo energetico, si prevede che nel calcolo delle volumetrie degli edifici non
vengano computati, se superiori a 30 cm, gli spessori delle pareti e dei solai, nonché le serre solari e le torri del vento.
Comune di Ferrara
12-giu-06
Regolamento edilizio
Per chi raggiunge valori di trasmittanza inferiori a quelli obbligatori secondo il Regolamento edilizio si scomputano 15 cm dai muri
perimetrali e 20 cm dalle altezze.
Comune di Lentate
sul Severo (Mi)
29-nov-06
Regolamento edilizio
È consentito l’aumento del volume prodotto dagli aumenti di spessore di murature esterne realizzati per esigenze di isolamento o
inerzia termica o per la realizzazione di pareti ventilate fino a 15 cm per gli edifici esistenti e per tutto lo spessore eccedente
quello convenzionale minimo di 30 cm per quelli di nuova costruzione fino ad un massimo di ulteriori 25 cm.
E’ consentito altresì l’aumento di volume prodotto dagli aumenti di spessore delle solette intermedie per esigenze di isolamento
termico e acustico fino a 15 cm per gli edifici esistenti e per tutto lo spessore eccedente quello convenzionale minimo di 30 cm per
quelli di nuova costruzione fino ad un massimo di ulteriori 25 cm.
Regione Lombardia
20-apr-95
Legge regionale n. 26
I tamponamenti perimetrali e i muri perimetrali portanti, nonché i tamponamenti orizzontali e i solai delle nuove costruzioni di
qualsiasi genere soggette alle norme sul risparmio energetico e, indistintamente, di tutti gli edifici residenziali che comportino
spessori complessivi sia per gli elementi strutturali che sovrastrutturali superiori a 30 cm, non sono considerati nei computi per la
determinazione dei volumi e nei rapporti di copertura, per la sola parte eccedente i 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm
per gli elementi verticali e di copertura e di 15 cm per quelli orizzontali intermedi, se il maggior spessore contribuisce al
miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica.
Regione Veneto
30-lug-96
Legge regionale n. 21
I tamponamenti perimetrali e i muri perimetrali portanti, nonché i tamponamenti orizzontali e i solai delle nuove costruzioni di
qualsiasi genere soggette alle norme sul risparmio energetico e, indistintamente, di tutti gli edifici residenziali che comportino
spessori complessivi sia per gli elementi strutturali che sovrastrutturali superiori a 30 cm, non sono considerati nei computi per la
determinazione dei volumi e nei rapporti di copertura, per la sola parte eccedente i 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm
per gli elementi verticali e di copertura e di 15 cm per quelli orizzontali intermedi, se il maggior spessore contribuisce al
miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica.
Regione Puglia
13-ago-98
Legge regionale n. 23
I tamponamenti perimetrali e i muri perimetrali portanti, nonché i tamponamenti orizzontali ed i solai delle nuove costruzioni di
qualsiasi genere soggetti alle norme sul risparmio energetico e, indistintamente, di tutti gli edifici residenziali che comportino
spessori complessivi sia per gli elementi strutturali che sovrastrutturali superiori a 25 cm, non sono considerati nei computi per la
determinazione dei volumi e nei rapporti di copertura, per la sola parte eccedente i 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm
per gli elementi verticali e di copertura e di 15 cm per quelli orizzontali intermedi, se il maggior spessore contribuisce al
miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica.
33
Regolamenti Edilizi e Leggi Regionali che prevedono scomputi degli extraspessori.
Regione Basilicata
07-mar-00
Legge regionale n. 15
Gli spessori degli elementi edilizi strutturali e sovrastrutturali eccedenti 30 cm non vengono computati nella determinazione dei
volumi e nei rapporti di copertura:
• fino ad un massimo di ulteriori 25 cm, nel caso di tamponamenti perimetrali, murature portanti esterne e coperture a falda o a
terrazzo;
• fino ad un massimo di ulteriori 15 cm, nel caso di solai piani intermedi.
Regione Umbria
20-dic-00
Legge regionale n. 38
Ai fini del calcolo della volumetria urbanistica e della superficie coperta di un edificio, si assumono come non computabili i
seguenti extraspessori:
a)la parte delle murature d’ambito esterno, siano esse pareti portanti o tamponature, che ecceda i 30 cm di spessore al finito.
La porzione di muratura non inclusa nel calcolo della volumetria non può comunque superare lo spessore massimo di 30 cm e
la sezione muraria nel suo complesso non può includere intercapedini vuote eccedenti 5 cm di spessore.
Nel caso di "pareti ventilate" è ammissibile una intercapedine vuota di spessore fino a 20 cm.
Finalità e funzionalità della parete ventilata vanno dimostrate in una specifica relazione redatta da un tecnico competente;
b)la porzione superiore e non strutturale dei solai interpiano eccedente gli 8 cm di spessore, fino ad un extraspessore massimo di 15 cm.
Regione Calabria
16-apr-02
Legge regionale n. 19
Al fine di migliorare la qualità tecnologica e di agevolare l’attuazione delle norme sul risparmio energetico degli edifici, nuovi o
esistenti, non sono considerati nei computi per la determinazione dei volumi e dei rapporti di copertura:
a)i tamponamenti perimetrali per la sola parte eccedente i 30 cm, per le nuove costruzioni, e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm;
b)il maggiore spessore dei solai, orizzontali od inclinati, per la sola parte eccedente i 20 cm se contribuisce al miglioramento
statico degli edifici e/o al miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica.
Regione Abruzzo
11-ott-02
Legge regionale n. 22
Non sono considerati, e quindi non vanno computati, ai fini del calcolo della volumetria e della superficie coperta di un edificio, gli
extraspessori dei tamponamenti perimetrali e dei muri perimetrali portanti, superiori a 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 30
cm, nonché dei tamponamenti orizzontali e dei solai delle costruzioni, superiori, nella parte non strutturale, a 10 cm e fino ad un
massimo di ulteriori 15 cm, qualora il maggiore spessore contribuisca in maniera determinante al miglioramento dei livelli di
coibentazione termo-acustica e al contenimento dei consumi energetici.
Regione Molise
08-nov-02
Legge regionale n. 36
Gli spessori degli elementi edilizi strutturali e sovrastrutturali eccedenti cm 30 non vengono computati nella determinazione dei
volumi e nei rapporti di copertura:
• fino ad un massimo di ulteriori cm 25 nel caso di tamponamenti perimetrali, murature portanti esterne e coperture a falda o a
terrazzo;
• fino ad un massimo di ulteriori cm 15 nel caso di solai piani intermedi.
Regione Lazio
08-nov-04
Legge regionale n. 15
Al fine di favorire la costruzione di edifici a basso consumo energetico, i comuni devono, altresì, prevedere che nel calcolo delle
volumetrie degli edifici non vengano computati, se superiori a 30 cm, gli spessori delle pareti e dei solai nonché delle serre solari e
delle torri del vento.
Regione Toscana
03-gen-05
Legge regionale n. 1
Lo spessore delle murature esterne superiore ai minimi fissati dai regolamenti edilizi e comunque superiore ai 30 cm, il maggior
spessore dei solai necessario al conseguimento di un ottimale isolamento termico e acustico, le serre solari e tutti i maggiori
volumi e superfici necessari a realizzare i requisiti di accessibilità e visitabilità degli edifici non sono computati ai fini degli indici
di fabbricabilità stabiliti dagli strumenti urbanistici.
Regione Sicilia
22-apr-05
Legge regionale n. 4
Al fine di concorrere alla realizzazione degli obiettivi della politica energetica comunitaria e nazionale, di promuovere il
miglioramento dei livelli di coibentazione termo-acustica e di comfort ambientale nonché di favorire la sicurezza sismica degli
edifici pubblici e privati, nel territorio della Regione non vengono computati ai fini del calcolo del volume edificato e della superficie
coperta complessiva:
a)i maggiori spessori delle pareti perimetrali esterne, nella parte eccedente i 30 cm nel caso di nuove costruzioni ed i 50 cm nel
caso di recupero di edifici esistenti, fino ad un massimo di ulteriori 20 cm;
b)i maggiori spessori dei solai orizzontali e delle coperture, anche inclinate, nella parte eccedente la misura media di 25 cm e fino
ad un massimo di ulteriori 10 cm;
c) le maggiori altezze interne nette dei vani di unità residenziali, nella parte eccedente le misure minime di metri 2,70 e di metri
2,40 previste dai regolamenti edilizi comunali, fino ad un massimo di ulteriori 30 cm.
Perché incentivare lo scomputo degli extraspessori? La
possibilità di scegliere tecnologie di costruzione di nuovi edifici ritenute più idonee senza penalizzare le superfici utili abitabili e, quindi, contribuire fortemente, attraverso tale scelta,
al contenimento dei consumi energetici, rappresenta la finalità sostanziale per cui è sancita l’opportunità di svincolare lo
spessore di muri e solai di una costruzione dal calcolo della
volumetria del fabbricato. Infatti, prescrizioni rivolte a vincolare la volumetria dei fabbricati e non la superficie utile abitabile inducono inevitabilmente il progettista a sfruttare al massimo i limiti consentiti riducendo lo spessore delle pareti perimetrali. Questo atteggiamento porta necessariamente a pareti con bassa inerzia termica che, anche se isolate attraverso
l’impiego di coibenti specifici, e quindi efficienti durante il periodo invernale di funzionamento degli impianti di riscaldamento, rapidamente si raffreddano durante la fase di spegnimento degli impianti stessi. L’abbassamento della temperatura superficiale della parete può, inoltre, raggiungere valori
34
tali da favorire la formazione di indesiderate condense superficiali, anche in condizioni igrometriche di esercizio. Analogamente, nel periodo estivo la bassa inerzia termica di pareti e
solai non protegge dalle oscillazioni della temperatura
esterna, rendendo quindi inevitabile il ricorso ad impianti di
climatizzazione fortemente energivori. In entrambi i casi,
quindi, tale scelta tecnica compromette sensibilmente il risparmio energetico.
Ed a proposito di isolamento acustico… L’aumento dello
spessore delle pareti comporta inoltre un ulteriore e non marginale beneficio: la riduzione del disturbo acustico verso l’interno dei fabbricati. Sostituire una parete monostrato di
spessore finito di cm 33, intonacata, con una massa frontale
di 330 kg/m2, con una analoga parete, di spessore di 48 cm,
con massa frontale di 428 kg/m2, significa portare il potere fonoisolante da 46,5 dB a 49 dB, con un sostanziale dimezzamento del livello di rumorosità nell’ambiente abitato.
Prestazioni termiche
dell’involucro edilizio:
soluzioni costruttive
e metodi di valutazione
THE THERMAL
PERFORMANCE OF THE
BUILDING ENVELOPE:
CONSTRUCTION
SOLUTIONS
AND METHODS
OF ASSESSMENT
AND COMPARISON
di/by M. Medola
Il confronto, in termini di prestazioni energetiche e
condizioni di benessere, si è avvalso di simulazioni in
regime dinamico effettuate sia in periodo invernale,
sia in periodo estivo. A differenza di molti altri studi
condotti sul tema, non sono stati presi in esame
singoli elementi murari, ma ci si è riferiti a un caso
di studio concreto: un edificio in muratura pesante
progettato secondo strategie bioclimatiche. Per la
stagione di riscaldamento sono state inoltre svolte
ulteriori analisi mediante strumenti di calcolo operanti
in regime stazionario: in questo modo sono emersi
limiti e potenzialità dei vari metodi di valutazione oggi
disponibili per il progettista.
Di fronte alla necessità di ridurre l’impatto ambientale prodotto
dagli edifici, esigenza motivata tra l’altro da ragioni economiche,
sociali ed etiche, si sta finalmente diffondendo una maggiore
sensibilità sui problemi del risparmio energetico.
In merito, la Direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento
energetico nell’edilizia ha dato impulso a un rinnovamento
legislativo, che in Italia ha prodotto, a livello nazionale, il
Decreto 19 agosto 2005 n. 192 (ora corretto e integrato dal
Decreto 29 dicembre 2006, n. 311) e, a livello locale, una nuova
serie di regolamenti improntati alla riduzione dei consumi e alla
certificazione energetica.
Nei luoghi della progettazione, il tema ha prodotto effetti più o
meno profondi. Laddove esisteva già la volontà di confrontarsi
con questi argomenti, si è ricevuta una gratificante conferma
sulle scelte compiute: ne è nato un forte incoraggiamento a
proseguire verso la ricerca e la sperimentazione di paradigmi
progettuali innovativi.
In altri casi, invece, si è compiuto uno sforzo di minore rilievo,
per uniformarsi alle nuove esigenze del mercato, ritenendo
sufficiente il rispetto passivo e acritico dei limiti posti dalla
nuova normativa. Questo atteggiamento avrà conseguenze gravi,
perché incoraggia una pericolosa omologazione degli organismi
edilizi a livello europeo: gli innumerevoli esempi di edifici a
basso consumo che ci giungono dai Paesi centro-europei, Austria
e Germania in primis, hanno creato l’illusione che quei modelli
edificativi, spesso estranei alla tradizione costruttiva nazionale,
si possano imitare tali e quali sul territorio italiano, ripetendone i
successi in modo indiscriminato.
The comparison, in terms of energy
performance and conditions of
wellbeing, used simulations in a
dynamic regime both in winter and
summer; unlike many other studies
on the theme, single elements of
the building were not taken into
consideration, but the research
concentrated on a concrete study:
a heavy masonry building designed
in accordance with bioclimatic
strategies.
For the season when heating was
used, further analysis was done with
instruments operating in a stationary
regime: in this way, the limits and
potential of the various methods of
assessment available to the designer
emerged.
Faced with the need to reduce the
environmental impact of buildings, a
necessity motivated also by economic, social
and ethical reasons, at last there is greater
interest in energy savings.
At a legislative level, European Directive
2002/91/CE on the energy performance of
buildings provided input for a legislative
shake-up, which in Italy at a national level
resulted in Decree N°. 192 – 19/08/2005
(today modified and integrated in Decree
N°. 311 – 29/12/2006) and, at a local level,
in a new series of regulations aimed at
the reduction of energy consumption and
certification.
In the design field, the theme has had more
or less far-reaching effects. Where there
is the will to deal with these questions,
there was a welcome confirmation of the
choices made: stimulating encouragement
to proceed in the research and in
experimenting innovative design paradigms.
In other cases, however, there was a less
enthusiastic response to conform to the
new requirements of the market, holding
the passive and dogmatic respect of the
limits placed by the new regulations to
be sufficient. This attitude has serious
consequences, because it encourages a
dangerous homologation of the bodies in
the building trade at a European level: the
numerous examples of buildings with a low
energy consumption in Central-European
countries such as Austria and Germany first
and foremost have created the illusion that
these educational models, often foreign
to our tradition of construction, can be
imitated as they are on the Italian territory,
repeating the recipe with success.
What people have forgotten is that
the climatic ranges of Continental
Europe are quite different from those
35
Ci si dimentica che le sollecitazioni climatiche dell’Europa
continentale sono ben diverse da quelle dell’ambiente
mediterraneo, caratteristico di buona parte della Penisola.
Trattandosi in generale di climi freddi con estati miti, nel primo
caso è del tutto prioritaria la valutazione delle dispersioni in
periodo invernale; ma in molte parti d’Italia la situazione è
completamente diversa: si consuma più energia per raffrescare
che per riscaldare, con una abnorme proliferazione di
condizionatori, tanto che nell’estate del 2006, per la prima volta,
il picco dei consumi elettrici ha superato quello invernale.
È quindi indispensabile che, nel progetto quanto nell’ordinamento
normativo, la questione dell’efficienza energetica in periodo
estivo rivesta almeno la stessa importanza che già merita per il
periodo invernale.
La Direttiva 2002/91/CE sottolinea in più passaggi come
l’adozione di tecniche di raffrescamento passivo sia prioritaria nei
Paesi dell’Europa meridionale1, ma nei fatti essa è stata recepita
da un Decreto che ad oggi (si è in attesa dei decreti attuativi)
riporta scrupolose prescrizioni quantitative sull’isolamento
termico dell’involucro edilizio e sui rendimenti dell’impianto
di riscaldamento, mentre stabilisce disposizioni poco più che
qualitative per ciò che riguarda il raffrescamento passivo2.
Allo stesso modo di quanto accade con i modelli costruttivi, nelle
norme italiane nazionali e locali sono stati introdotti sistemi di
valutazione delle prestazioni energetiche mutuati da quelli di
altri contesti climatici, senza una seria verifica sulla loro efficace
applicabilità.
È ragionevole dunque temere la nascita di edifici certificati come
energeticamente efficienti, ma che invece potrebbero essere
poco adatti a rispondere alle reali sollecitazioni climatiche
dell’area mediterranea; d’altro canto, in assenza di strumenti di
valutazione ufficialmente riconosciuti, si corre il rischio di non
riuscire a comunicare con chiarezza e con completezza le reali
prestazioni di un edificio in relazione al clima nazionale.
In maniera molto riduttiva, i componenti dell’involucro edilizio
sono descritti da un singolo parametro, la trasmittanza termica,
intesa come capacità di trasmettere istantaneamente il calore
da un lato all’altro di una chiusura che separa ambienti a
temperatura diversa. Il rilievo attribuito a questa grandezza è
proporzionale all’esigenza di contenere le dispersioni termiche
invernali: bassa trasmittanza termica significa ,infatti, sempre
minore consumo energetico per riscaldamento.
Assumere la trasmittanza come unico indicatore consente
di eseguire analisi energetiche semplificate, cioè in regime
stazionario, per le quali sono sufficienti dati climatici molto
aggregati, su base mensile o addirittura stagionale.
Da questo approccio e dai suoi vantaggi semplificativi scaturisce
la cieca tendenza ad isolare sempre più: ma un isolamento
estremo può avere effetti incerti nel periodo estivo. Nei climi
caldi esso deve essere necessariamente affiancato da adeguati
sistemi per controllare e gestire i guadagni gratuiti (fonti di
calore all’interno dell’edificio, radiazione solare attraverso le
superficie trasparenti, ecc.), altrimenti si determina un sensibile
deterioramento delle condizioni di benessere e sorge la necessità
di raffrescare artificialmente. L’isolamento, che trattiene il
prezioso calore in inverno, durante l’estate svolge la medesima
funzione, determinando il potenziale surriscaldamento degli
ambienti.
36
of the Mediterranean environment that
characterises most of our peninsula: in
general these models are from cold climates
with mild summers, and in the first case the
priority is to assess the dispersion in winter;
but in many parts of Italy the situation
is completely different: more energy is
consumed for cooling than for heating, and
air-conditioning is widely used throughout
the territory, so much so that in the summer
of 2006, for the first time, the peak of
electrical consumption in summer exceeded
that of the winter.
Therefore it is essential for the project and
the legislation to give equal importance to
the question of energy efficiency in both
summer and winter.
Directive 2002/91/CE mentions several
times that the adoption of passive cooling
techniques is essential in Southern European
countries1, but this has been put into effect
by a decree which today (while waiting for
the decrees of implementation) quantifies
scrupulous prescriptions on the thermal
insulation of the building envelope and the
performance of the heating plant, with
little more than qualitative dispositions on
passive cooling2.
As with models of construction, systems for
the assessment of the energy performance
modified by those in other climatic contexts
have been introduced in Italian national
and local regulations, without verifying the
actual effectiveness of their application.
Therefore there may be a problem with
the construction of buildings certified as
energy efficient, but which could be quite
unsuitable for the real climatic conditions in
the Mediterranean area; on the other hand,
without officially acknowledged instruments
of assessment, there is the risk of not being
able to clearly and completely establish the
real performance of a building in relation to
our climate.
From a limited point of view, the
components of the building envelope
are described by a single parameter:
the transmittance, being the capacity
to instantly transmit heat from one side
to the other of a part of the envelope.
The importance given to this value is
proportional to the need to limit heat
dispersion in winter: low transmittance
always means less energy consumption for
heating.
Using the transmittance as the only
indicator makes energy analysis simpler,
in other words in a stationary regime, for
which all you need is a set of climatic data
on a monthly or even seasonal basis.
This approach, also because of the
advantages of simplifying, leads to the blind
tendency to use more and more insulation:
but extreme insulation can have adverse
effects in summer in hot climates and must
be combined with suitable systems to check
and manage free gains (heat sources inside
the building, solar irradiation through
transparent surfaces, etc.), otherwise
there is a considerable deterioration in
the conditions of wellbeing and the need
for artificial cooling. Insulation that traps
precious heat in the winter does the
same in summer, leading to the potential
overheating of the environments.
If you want to avoid realising an envelope
completely out of its context, with its own
independent microclimate, in which also
the exchange of air is managed artificially
and you can’t even open the windows,
Se non si desidera realizzare un involucro completamente slegato
dal proprio contesto, dotato di un suo microclima indipendente,
in cui anche i ricambi d’aria sono gestiti artificialmente ed
è vietato aprire le finestre, ma si vuole invece una casa che
interagisca e dialoghi con l’ambiente circostante, modulando
intrinsecamente, senza consumare energia, la complessità e
l’imprevedibilità del clima, allora occorre per forza rinunciare
all’approccio semplificativo e considerare anche le proprietà
dinamiche dell’involucro edilizio. Le chiusure opache dotate
di una massa consistente accumulano e rilasciano il calore in
maniera complessa, non solo smorzando i picchi di temperatura
dell’esterno, ma differendoli nel tempo: si tratta della cosiddetta
“inerzia termica”, che genera ripercussioni molto rilevanti sulle
prestazioni energetiche complessive, tanto in estate quanto
in inverno. L’adozione di strategie di raffrescamento passivo
basate su tali fenomeni richiede di condurre un’analisi in regime
dinamico, ponendosi cioè in una scala temporale molto ristretta,
dell’ordine delle ore; questo permette di considerare con il
giusto peso fattori come l’escursione termica giorno-notte e la
variazione dell’irraggiamento solare nel corso della giornata.
La ricerca, da cui questo articolo trae spunto3, ha analizzato le
prestazioni termiche di un edificio in muratura portante sito a
Pieve di Cento (BO), realizzato applicando con particolare cura le
strategie bioclimatiche (fig. 1)4.
Sono state confrontate, avvalendosi di simulazioni in regime
dinamico5, le prestazioni energetiche delle murature oggetto di
studio, costruite con laterizio alleggerito in pasta, rispetto ai
sistemi struttura-isolamento. In particolare, a differenza di altri
studi condotti sul tema, non sono stati presi in esame elementi
murari avulsi dal contesto, ma è stato fatto sempre riferimento
al progetto concreto, collocato in un clima “reale”. In questo
then you want a home that interacts
and communicates with the surrounding
environment, intrinsically modulating the
complexity and volatility of the climate
without consuming energy, then you have to
forget the simplified approach and consider
also the dynamic properties of the building
envelope. Opaque parts of the envelope
with a consistent mass accumulate and
radiate heat in a complex way, not only
dampening external temperature peaks,
but also differentiating the same in time:
this is called thermal inertia, which has
quite relevant repercussions on energy
performance, both in summer and winter.
Adopting strategies for passive cooling based
on this phenomenon requires an analysis in
a dynamic regime, in other words studying a
very narrow timescale, a question of hours;
this makes it possible to consider factors
such as the temperature range from day to
night and the variation of solar irradiation
during the day, in the right way.
The Research Study this article is based
on3 analysed the thermal performance of a
masonry building in Pieve di Cento, designed
by “Ricerca e Progetto, Galassi Mingozzi e
associati in Bologna”, applying bioclimatic
strategies (fig. 1)4 with particular care.
The research, using simulations in a dynamic
regime5, compared the energy performance
of the masonry subject to study, made of
lightened hollow brick, with respect to
structure – insulation systems; unlike other
studies on the theme, masonry elements out
of context weren’t taken into consideration,
but the concrete project in a real climate
was always referred to. In this way the
energy relations between the components
of the building envelope emerged, and it
was possible to observe how the reciprocal
influences affect the overall thermal
balance.
Fig. 1 - Viste dell’edificio bioclimatico a Pieve di Cento (BO) di “Ricerca e Progetto Galassi, Mingozzi e associati in Bologna”. In pianta si
evidenzia la differenziazione delle murature in funzione dell’orientamento.
Views of the bioclimatic building in Pieve di Cento (BO) by “Ricerca e Progetto Galassi, Mingozzi e associati in Bologna”. The design shows
the differentiation of the walls on the basis of the orientation.
37
modo sono chiaramente emerse le relazioni energetiche che
si stabiliscono tra i componenti dell’involucro edilizio ed è
stato possibile osservare come le reciproche influenze possano
condizionare il bilancio termico globale.
Le chiusure verticali in laterizio alveolato del caso in esame
non si limitano a rispettare i valori di trasmittanza imposti dal
D.Lgs. 192/05, ma sono il frutto di una riflessione più attenta sul
rapporto con il clima e con gli altri aspetti progettuali: esse sono
dotate delle opportune proprietà dinamiche in modo da modulare
l’impatto sole-aria, specialmente in estate, e sono differenziate
in relazione all’orientamento (figg. 1 e 2): a sud è stato scelto un
muro massiccio caratterizzato da isolamento diffuso, che meglio
valorizza e regola gli apporti solari; a nord, i pacchetti costruttivi
contengono anche strati di puro isolamento, per resistere meglio
al freddo e contenere al massimo le dispersioni.
Per rappresentare il sistema edilizio caratterizzato da soluzioni
costruttive di tipo struttura-isolamento, le simulazioni hanno
The vertical parts of the envelope made
of honeycomb insulating blocks in the case
in question don’t respect the values of
transmittance in Legislative Decree 192/05,
but are the result of a more attentive
reflection on the relationship with the
climate and with the other aspects of
the design: these have suitable dynamic
properties to modulate the impact of sun
and air, especially in summer, and are
differentiated in relation to the orientation
(figg. 1 and 2); to the south there is a solid
wall characterised by diffused insulation, to
exploit and regulate the solar irradiation in
the best way; to the north the construction
packages also contain layers of pure
insulation, to be more resistant to the cold
and reduce dispersion.
To represent the structure - insulation type
building system, the simulations were also
run on the twin building, which differs from
the project building only due to its lower
mass, due to the lighter walls and floors
(fig. 3). All the other characteristics, in
MURATURA ESTERNA PORTANTE INTONACATA. LATO SUD
EXTERNAL BEARING PLASTERED WALL, SOUTH SIDE
allettamento
mortar bed
blocco porizzato
block
intonaco a base di
calce idraulica
hydraulic lime
plaster
41 cm
Trasmittanza termica/Transmittance
0,37 W/m2 • K
Massa frontale/Front mass
405 kg/m2
Fettore di decremento (smorzamento)
Reduction factor (dampening)
Ritardo del fattore di smorzamento
(sfasamento)
0,06
19,02 h
Delay in dampening (shift)
INTERNO/
INTERNAL
ESTERNO/EXTERNAL
intonaco a base di
calce idraulica
hydraulic lime
plaster
Spessore complessivo/Overall thickness
1,5
38
1,5
41
41
MURATURA
ESTERNA PORTANTE CON FINITURA FACCIA A VISTA. LATO NORD
EXTERNAL BEARING WALL WITH VISIBLE FACE FINISH, NORTH SIDE
allettamento
mortar bed
blocco porizzato
block
muratura faccia a vista
visible brick face
intercapedine d'aria
air space
ESTERNO/EXTERNAL
lastra isolante
insulation
INTERNO/
INTERNAL
intonaco a base di
calce idraulica
hydraulic lime
plaster
12
1,5 5
25
Spessore complessivo/Overall thickness
45 cm
Trasmittanza termica/Transmittance
0,35 W/m2 • K
Massa frontale/Front mass
361 kg/m2
Fettore di decremento (smorzamento)
Reduction factor (dampening)
Ritardo del fattore di smorzamento
(sfasamento)
0,08
16,68 h
Delay in dampening (shift)
1,5
45
Fig. 2 - Particolari costruttivi e caratteristiche termiche delle principali murature utilizzate nell’edificio bioclimatico di Pieve di Cento
(BO).
Details of construction and thermal characteristics of the main walls used in the bioclimatic building in Pieve di Cento (BO).
38
CHIUSURA VERTICALE LEGGERA
LIGHT VERTICAL PART OF ENVELOPE
lastre in firbocemento
asbestos cement slab
intercapedine d'aria
air space
isolante in lana di roccia
rock wool insulation
Spessore complessivo/Overall thickness
22,5 cm
Trasmittanza termica/Transmittance
0,29 W/m2 • K
Massa frontale/Front mass
99 kg/m2
Fettore di decremento (smorzamento)
Reduction factor (dampening)
blocchi forati in gesso
gypsum perforated blocks
4,76 h
Delay in dampening (shift)
INTERNO/INTERNAL
ESTERNO/EXTERNAL
rasatura in gesso
plaster
Ritardo del fattore di smorzamento
(sfasamento)
0,75
2 4
8
8 0,5
Fig. 3 - Dettaglio di una delle chiusure leggere utilizzate per simulare l’edificio di tipo struttura - isolamento. Si noti che la trasmittanza
termica è pari a quella del muro portante con finitura faccia a vista.
Detail of one of the parts of the lightweight envelope used to simulate the structure - insulation type building. Note that the transmittance is equal to that of the bearing wall with a visible facade finish.
riguardato anche un edificio gemello, che si differenzia
dall’edificio di progetto soltanto per via della massa perimetrale
inferiore, dovuta a pareti e solai più leggeri (fig. 3). Tutte le altre
caratteristiche, in particolare le trasmittanze termiche, sono
state mantenute invariate.
L’analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata
condotta secondo le convenzioni ormai consolidate6, non
solo mediante la simulazione in regime dinamico, ma anche
con l’ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime
stazionario (Casaclima, EcoDomus, Edilclima), rappresentativi
dei vari livelli di approfondimento con cui si può condurre oggi
l’analisi termica degli edifici, al fine di dimostrare il semplice
rispetto dei limiti di legge, di certificare l’efficienza energetica
di un involucro edilizio, o di indagarne il rapporto con il clima nel
corso della progettazione.
Simulare il medesimo edificio utilizzando più strumenti, stazionari
e dinamici, ha consentito di mettere in chiara luce quali sono
le informazioni a cui si rinuncia scegliendo di utilizzare modelli
che tengono conto in misura nulla o molto limitata degli effetti
dinamici della massa e dell’inerzia termica. Gli strumenti
stazionari, che sono quelli più comunemente utilizzati nel dialogo
con le Istituzioni, le Amministrazioni e la società, hanno il pregio
della semplicità, ma non valorizzano in misura sufficiente le
differenze tra un edificio che si limita a rispettare i limiti di legge
ed uno progettato per rispondere in modo appropriato e naturale
alle sollecitazioni climatiche dell’ambiente circostante.
Seppure gli effetti più eclatanti della massa e delle proprietà
dinamiche dell’involucro si realizzano in periodo estivo, il loro
contributo alla riduzione dei consumi per riscaldamento invernale
non è affatto trascurabile.
Nel caso dell’edificio realizzato con sistema struttura
– isolamento, in cui la massa dell’involucro è stata volutamente
particular the transmittance, are the same.
The analysis of the energy requirements
for heating was done in accordance with
accepted conventions6, not only using the
simulation in a dynamic regime, but also
with the help of three computer instruments
operating in a stationary regime (Casaclima,
EcoDomus, Edilclima), representative of
the various levels of in-depth study that
the thermal analysis of buildings can
currently reach, to show the limits of the
law are respected, to certify the energy
efficiency of a building envelope, or to study
the relationship with the climate during
planning.
Simulating the same building using various
stationary and dynamic instruments, made
it possible to clearly ascertain which
information is lost if you use models
that don’t take the dynamic effects
of the mass and thermal inertia into
consideration, or do so in a limited sense.
The stationary instruments, those commonly
used to dialogue with the institutions,
administrations and society in general, have
the advantage of their simplicity, but they
don’t adequately assess the differences
between a building that simply respects the
limits of the law, and one designed to meet
the climatic changes of the surrounding
environment in an appropriate and natural
way.
While the most evident effects of the mass
and dynamic properties of the envelope are
realised in summer, their contribution to the
reduction of energy consumption for heating
in winter is also worthy of note.
In the case of the building realised with a
structure – insulation system, in which the
mass of the envelope was deliberately kept
low, the energy requirements calculated by
various instruments was quite homogeneous:
taking the transmittance as the sole
distinctive parameter of the walls may be an
39
scelta molto contenuta, il fabbisogno energetico calcolato dai
vari strumenti è risultato abbastanza omogeneo: assumere la
trasmittanza termica come unico parametro caratteristico delle
murature può essere, in tale circostanza, un’approssimazione
accettabile (tab. I).
Nel caso dell’edificio di progetto in muratura pesante, invece,
sorge un divario profondo: il modello dinamico stima un
fabbisogno energetico per riscaldamento fino al 30% inferiore
rispetto alle analisi in regime stazionario. La riduzione dei
fabbisogni energetici determinata dallo smorzamento dei picchi
di freddo acquisisce ora un peso assai rilevante, che solo la
simulazione in regime dinamico mette completamente in luce
(tab. II).
L’effetto modulante della massa è chiaramente osservabile
verificando in dettaglio l’andamento orario dei valori di
temperatura in una settimana rappresentativa del periodo
invernale; in fase progettuale, questa operazione è
possibile esclusivamente grazie alla simulazione in regime
dinamico.
All’esame dei grafici occorre premettere una considerazione
fondamentale: il benessere percepito in una stanza dipende
dall’effetto congiunto di due fattori, parimenti importanti:
la temperatura dell’aria e la temperatura delle superfici; la
prima interagisce con la superficie corporea tramite il contatto
diretto, mentre la seconda si manifesta attraverso gli scambi
radiativi. È per questo che in inverno, quanto meno i muri sono
freddi rispetto alla temperatura dell’aria ambiente, tanto più si
realizzano buone condizioni di comfort abitativo.
In figura 4 è rappresenta la temperatura esterna dell’aria, che
permette di visualizzare le reali variazioni climatiche; inoltre, sia
per l’edifico massivo, sia per l’edificio “leggero”, sono indicate la
temperatura dell’ambiente interno e la temperatura superficiale
interna di una parete orientata a sud. La simulazione che qui si
riporta è stata condotta seguendo le consuete standardizzazioni
per il calcolo dei fabbisogni energetici: impianto di riscaldamento
in regime di attivazione continua e ricambi d’aria costanti
nell’arco delle ventiquattro ore.
Appare chiaro come il muro leggero risponda molto più
prontamente alle sollecitazioni esterne; la trasmissione del
Tab. I - Bilancio energetico dell’edificio “leggero” stimato con
quattro differenti strumenti di simulazione (unità di misura:
MJ).
Energy balance of “light” building calculated using four different
simulation instruments (unit of measure: MJ).
Tab. II - Bilancio energetico dell’edificio in muratura pesante,
stimato con quattro differenti strumenti di simulazione (unità di
misura: MJ).
Energy balance of the building made of heavy masonry subject to
study, measured using four different simulation instruments (unit
of measure: MJ).
EnergyPlus Edilclima CasaClima EcoDomus
Perdite
dell’involucro
Losses of the
envelope
250363
254763
236708
Guadagni
gratuiti
Free gains
132639
121605
93921
Fabbisogno
energetico
Energy
requirements
40
117724
133158
142787
acceptable approximation (tab. I).
In the case of the project building in heavy
masonry however, there is a significant
difference: the dynamic model estimates
energy requirements for heating up to 30%
lower than the analysis in a stationary
regime. The reduction of the energy
requirements determined by dampening
the cold peaks now acquires a significant
importance, which only the simulation in the
dynamic regime shows completely (tab. II).
The modulating effect of the mass
can clearly be observed through the
detailed study of the hourly trend of the
temperature values in a subject week in
winter; in the planning phase this operation
is only possible thanks to the simulation in
the dynamic regime.
When examining the graphs a fundamental
consideration must be kept in mind: the
wellbeing perceived in a room depends
on the combined effect of two factors,
both of which are equally important: the
temperature of the air and the temperature
of the surfaces; the first interacts with the
surfaces of the body through direct contact,
while the second interacts with the body
through radiative heat exchange. For this
reason, in winter the less difference there
is between the temperature of the cold
walls and the temperature of the air in the
environment, the easier it is to realise good
conditions of comfort.
Figure 4 shows the external temperature of
the air, which lets you imagine the climatic
variations; furthermore, the temperature of
the internal environment and the internal
surface temperature of a wall facing south
are indicated both for the solid building
and the “light” building. The simulation
shown here was done on the basis of the
usual standardizations for the calculation
of energy requirements: heating system
running continuously and constant exchange
of air in a period of twenty-four hours.
It’s clear that the light wall’s response
was much quicker to external changes,
the transmission of heat between the two
sides of the part of the envelope is fast
(in the total absence of mass this would
be instantaneous); with a lower thermal
capacity, this type of wall accumulates less
energy and so is heated and cooled quicker:
this explains the abrupt temperature
EnergyPlus Edilclima CasaClima EcoDomus
241920
Perdite
dell’involucro
Losses of the
envelope
232588
254763
236708
241920
116489
Guadagni
gratuiti
Free gains
134444
133600
104815
116489
125431
Fabbisogno
energetico
Energy
requirements
98144
121163
131893
125431
/External air temperature
/Project building
/Temp. of internal surface
/Temp. of internal air
/Temp. of internal surface
/Temp. of internal air
/Light building
Fig. 4 - Andamento orario delle temperature nei due casi di studio, in una settimana rappresentativa del periodo invernale.
Comparison between the hourly trend of the temperature in the two cases being studied, in a representative week during winter.
calore tra i due lati della chiusura è rapida (in totale assenza
di massa sarebbe un fenomeno istantaneo); possedendo una
capacità termica inferiore, questo tipo di muro immagazzina
meno energia e quindi si scalda e si raffredda velocemente: così
si spiega l’andamento brusco delle temperature, che seguono con
sollecitudine le variazioni dell’impatto sole-aria.
Nel caso di un edificio massivo, invece, l’energia ricevuta
nelle ore più calde viene immagazzinata e immessa all’interno
in quantità dilazionata nel tempo; nell’immediato, dunque,
l’ambiente riceve meno calore, perché esso viene conservato
nella massa termica delle chiusure. La cessione di energia in
tempi successivi ha l’effetto di sopperire meglio alla richiesta
di riscaldamento quando la radiazione solare viene a mancare:
nei giorni nuvolosi e soprattutto di notte. Così si spiega il minore
fabbisogno energetico richiesto da parte dell’edificio di progetto
rispetto al caso struttura-isolamento.
changes that follow the variations of the
sun-air impact.
In the case of a solid building however,
the energy received in the hotter hours
is accumulated and emitted inside the
building over time; in the short term the
environment receives less heat, because
this is stored in the thermal mass of the
parts of the envelope. The release of
energy later has the effect of meeting the
heating requirements more appropriately
when there is no more solar irradiation: on
cloudy days and especially at night. This
explains the lower energy requirements of
the project building with respect to the
structure- nsulation case.
Furthermore, when the climate doesn’t
provide any free gains, the surface
temperature of the light wall decreases
much more quickly with respect to
the heavy wall, also reaching lower
minimum values: this means that the
41
Inoltre, quando il clima non apporta guadagni gratuiti, la
temperatura superficiale del muro leggero diminuisce molto più
velocemente rispetto al caso “pesante”, raggiungendo valori
minimi più bassi: ciò significa che il benessere ambientale che
si riscontra nell’edificio realizzato con muratura in laterizio
è migliore, perché la temperatura “operante”, media della
temperatura ambiente e della temperatura superficiale, si
mantiene più alta.
L’esame delle temperature orarie in periodo estivo, riportate in
figura 5, conferma e rafforza le osservazioni finora compiute:
la temperatura superficiale del muro in laterizio oscilla più
dolcemente, mantenendo la temperatura radiante su valori che
meglio soddisfano le condizioni di benessere. Inoltre, nel caso di
un edificio povero di proprietà inerziali, l’aria interna subisce la
trasmissione immediata del calore esterno, innalzando la propria
temperatura più marcatamente rispetto al caso della muratura in
laterizio.
I vantaggi dell’accumulo inerziale sono molteplici, al di là
dei semplici casi riportati. L’attenzione è di solito posta sulla
reazione alle sollecitazioni climatiche, mentre è importante
tenere presente che anche le fonti di calore interne possono
costituire fattori significativi nel determinare le condizioni di
benessere e incidere sui consumi energetici: un aumento brusco
e molto rilevante dei carichi termici può verificarsi, ad esempio,
in presenza di un numero elevato di persone. In tali casi, un
muro senza massa termica aumenta molto rapidamente la
propria temperatura superficiale, causando in estate un notevole
deterioramento del comfort interno.
Heavy building operating
temperature
Light building operating
temperature
environmental wellbeing in the building
realised with a brick wall is better, because
the operating temperature, the mean
ambient temperature, and of the surface
temperature, are maintained higher.
The examination of the hourly temperatures
in summer, shown in figure 5, confirms
and backs up the previous observations:
the surface temperature of the brick wall
oscillates more slowly, maintaining the
radiating temperature within values that
make it easier to satisfy the conditions of
wellbeing. Furthermore, in the case of a
building with low inertia properties, the
internal air is subject to the immediate
transmission of the external heat, raising its
own temperature more with respect to the
case of the brick wall.
There are many advantages with inertia
accumulation, apart from the simple cases
mentioned: attention is usually concentrated
on the reaction to climatic changes, but it is
just as important to remember that internal
heat sources can be significant factors in
determining conditions of wellbeing and
energy consumption: a sudden and relevant
increase in the thermal loads may occur
for example when there are a lot of people
in the building. In cases such as this a wall
without a thermal mass quickly increases its
own surface temperature, causing a notable
deterioration in the level of comfort in
summer.
CONCLUSIONS
The judicious use of the thermal mass has
a marked positive effect on the conditions
of wellbeing, on energy consumption, and
External air temperature
Fig. 5 - Confronto tra l’andamento orario delle temperature “operanti” nei due casi di studio, nell’arco di una giornata rappresentativa
del periodo estivo, in assenza di sistemi di condizionamento: i picchi raggiunti nell’edificio “leggero” oltrepassano di circa 1°C quelli
dell’edificio di progetto.
Comparison between the hourly trend of the operating temperatures in the two cases being studies, in the period of a representative summer day, without air conditioning systems: the peaks reached in the “light” building exceed those of the project building by roughly 1°C.
42
CONCLUSIONI
L’uso avveduto della massa termica ha un notevole effetto positivo
sulle condizioni di benessere, sui consumi energetici e sui carichi per
il raffrescamento, in particolare quelli di picco, che costituiscono uno
dei motivi dei blackout estivi. Nel valutare i costi energetici, bisogna
pertanto considerare sia i consumi complessivi, sia i carichi massimi,
che determinano il dimensionamento degli impianti di climatizzazione.
Se ben progettata, la massa funziona come volano termico, sia
d’inverno che d’estate, quando preserva la temperatura media
radiante e procura una vera sensazione di freschezza, diversa per
qualità da quella che produce il solo raffreddamento dell’aria.
La massa, naturalmente, non costituisce di per sé una soluzione
applicabile tout-court per migliorare automaticamente le
prestazioni energetiche. L’uso di un involucro pesante implica
una consapevolezza radicata delle proprietà dinamiche delle
chiusure ed è una soluzione che si sposa felicemente con le
strategie bioclimatiche, in un percorso progettuale sempre conscio
delle proprie scelte e volto a ricontrollarle in ogni fase. A livello
professionale è dunque importantissimo approfondire quanto
più possibile le analisi energetiche, dotandosi dei mezzi e delle
competenze per utilizzare gli strumenti che operano in regime
dinamico, gli unici che possono dare un’informazione completa,
tangibile sostegno alla progettazione.
on loads for cooling, in particular peak
loads, which are one of the causes of summer
blackouts. When assessing energy costs it
is necessary to consider both the overall
consumption and the maximum loads, which
dictate the size of the air-conditioning
plant.
If it is well designed, the mass functions
as a thermal accumulator both in winter
and summer, when it maintains a mean
radiating temperature and gives you a real
feeling of freshness, which is very different
to the quality of that produced by just
cooling the air.
Obviously mass alone isn’t a solution
that can be applied without criteria to
automatically improve energy performance:
the use of a heavy envelope implies a deeprooted knowledge of the dynamic properties
of the parts of the envelope, and is an
optimal solution with bioclimatic strategies,
in a design that is constantly considering the
available choices that are in turn controlled
again in each phase: at a professional level
it is very important to study energy analysis
in depth as far as possible, and therefore to
use means and have the competence to use
the instruments that operate in a dynamic
regime, the only regime that can provide
complete information as tangible support
for planning.
1. La considerazione 18 recita: “Negli ultimi anni si osserva una crescente proliferazione degli impianti di condizionamento dell’aria
nei Paesi del sud dell’Europa. Ciò pone gravi problemi di carico massimo, che comportano un aumento del costo dell’energia elettrica
e uno squilibrio del bilancio energetico di tali Paesi. Dovrebbe essere accordata priorità alle strategie che contribuiscono a migliorare il
rendimento termico degli edifici nel periodo estivo. Concretamente, occorrerebbe sviluppare maggiormente le tecniche di raffreddamento
passivo, soprattutto quelle che contribuiscono a migliorare le condizioni climatiche interne e il microclima intorno agli edifici.”
Deliberation 18 states: “In recent years there has been a proliferation of air conditioning systems in South European countries. This causes
serious problems with maximum energy loads, and causes an increase in the cost of electrical energy and an energy imbalance in these
countries. Priorities should be established with strategies that contribute to improving the thermal performance of buildings in summer. In
concrete terms, it is necessary to develop the techniques of passive cooling, especially those that improve internal climatic conditions and
the microclimate around the buildings.”
2. Prescrivere una massa superficiale di almeno 230 kg/m2 appare un provvedimento insufficiente: un’analisi condotta su sei pareti di
tamponamento correntemente utilizzate dimostra che porre un limite minimo alla massa superficiale non garantisce il raggiungimento di
adeguate prestazioni estive (C. Gargari, Laterizio: energia e qualità dell’abitare, Costruire in Laterizio n. 112, 2006).
A surface mass of at least 230 kg/m2 appears to be insufficient: an analysis of the six curtain walls currently used shows that setting a
minimum limit for the surface mass doesn’t guarantee reaching a suitable performance in summer (C. Gargari, “Laterizio: energy and living
quality”, Costruire in Laterizio n. 112, 2006).
3. L’indagine, intitolata “Analisi delle prestazioni termiche dell’involucro in laterizio valutate in regime dinamico nel ‘sistema-edificio’
in un contesto climatico mediterraneo”, nasce nell’ambito della convenzione stipulata tra il Consorzio Alveolater e il Centro Studi
di Progettazione “Edilizia Ecocompatibile” del Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale della Facoltà di Ingegneria
dell’Università degli Studi di Bologna. Tutori della borsa di studio sono G. Zanarini, direttore del Consorzio Alveolater, e A. Mingozzi e S.
Bottiglioni, rispettivamente presidente e socio di “Ricerca e Progetto, Galassi Mingozzi e associati” in Bologna, studio di progettazione al
cui interno l’autore ha maturato il bagaglio culturale e l’esperienza professionale indispensabili per sviluppare i temi trattati.
The study entitled “Analysis of the thermal performance of the brick envelope in a dynamic regime in the ‘building-system’ in a
Mediterranean climatic context”, was done within the scope of the agreement drawn up between the Alveolater Consortium and the “Ecocompatible Building” Institute of Design Studies of the Department of architecture and Territorial Planning of the Faculty of Engineering
of Bologna University. The people responsible for the study are G. Zanarini, the director of the Alveolater Consortium, A. Mingozzi and S.
Bottiglioni, respectively the president and partner of “Ricerca e Progetto, Galassi Mingozzi e associati” in Bologna: a design study in which
the author has gained the fundamental cultural knowledge and professional experience to develop the themes dealt with.
4. Il progetto di Pieve di Cento, elaborato in tutti i suoi aspetti nello studio “Ricerca e Progetto, Galassi Mingozzi e associati” in Bologna,
ha interessato un gruppo di lavoro multidisciplinare organizzato secondo i metodi della progettazione integrata. In particolare A.
Mingozzi è progettista e d.l. generale e architettonico; S. Bottiglioni è progettista degli impianti. Entrambi hanno curato gli aspetti di
controllo ambientale. L’edificio fa parte di un intervento residenziale su scala urbanistica, improntato alla sostenibilità, in cui la gestione
dell’impatto sole-aria ha profondamente motivato le scelte progettuali.
The Pieve di Cento project was developed in all aspects in the “Ricerca e Progetto study done by Galassi Mingozzi e associati” in Bologna,
and was done with a multidisciplinary work group organised on the basis of integrated planning methods. In particular A. Mingozzi is
the designer, general site engineer and clerk of works; S. Bottiglioni is the designer of the plants; and both dealt with the aspects of
environmental control. The building is part of an urban residential project, aimed at sustainability, in which the management of the sun-air
impact has deeply influenced the design.
5. Allo scopo è stato utilizzato EnergyPlus, programma sviluppato nel Lawrence Berkeley National Laboratory per il Dipartimento per
l’Energia degli Stati Uniti. Esso opera ad intervalli orari, nei quali calcola simultaneamente i flussi convettivi e radianti, e ricava una
soluzione basata sul bilanciamento del calore. È uno degli strumenti più evoluti per l’analisi energetica del sistema edificio-impianto
(http://www.eere.energy.gov/buildings/energyplus/).
For this purpose EnergyPlus was used, a programme developed in the Lawrence Berkeley National Laboratory for the US Department of
Energy. It operates at hourly intervals, in which it simultaneously calculates the convective and radiant flows, and produces a solution based
on the thermal balance. This is one of the most highly-evolved instruments for the energy analysis of the building-plant system (http://
www.eere.energy.gov/buildings/energyplus/).
6. Sono state seguite le indicazioni di: D.Lgs. 192/05, UNI EN 832, Raccomandazione CTI R 03/3, dati climatici UNI 10349.
The indications of the following documentation were observed: Legislative Decree 192/05, UNI EN 832, Recommendation CTI R 03/3, climate
data UNI 10349.
43
L’evoluzione del D.Lgs. 192/2005.
Verifiche e orientamenti
tecnico-costruttivi
di A. Campioli, S. Ferrari, M. Lavagna
Politecnico di Milano, Dipartimento BEST, Milano
La pubblicazione delle disposizioni correttive
e integrative al D.Lgs. 192/2005 (D.Lgs. n.311
del 29 dicembre 2006) modifica le regole del
regime transitorio, in attesa dei decreti attuativi e dello schema per la certificazione energetica degli edifici. Rimane ambiguo il quadro di riferimento delle modalità di calcolo e
verifica, mentre vengono proposti nuovi valori
limite e prescrizioni prestazionali che impongono maggiore attenzione alle scelte tecnicocostruttive.
A più di un anno e mezzo di distanza dall’emanazione del D.Lgs. 192 del 2005 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia” (vedi articolo “Gli involucri edilizi e il
rendimento energetico degli edifici”, Costruire in
Laterizio, n. 111, giu. 2006), mentre erano attesi i
decreti attuativi e i criteri generali per la certificazione energetica, è stato invece emanato il D. Lgs.
311/06 recante “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192”,
tramite il quale vengono apportate delle modifiche
alle prescrizioni già presenti nel primo decreto, soprattutto a quelle inerenti i requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici.
ATTESTATO DI QUALIFICAZIONE ENERGETICA VERSUS CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Per gli edifici di nuova costruzione viene introdotta, a partire da subito, l’obbligatorietà di un attestato di qualificazione energetica da presentare al
Comune contestualmente alla dichiarazione di fine
lavori. E’ responsabilità del direttore lavori asseverare sia l’attestato di qualificazione energetica, sia
la conformità delle opere realizzate al progetto e
alla relazione tecnica. La procedura per il calcolo
del fabbisogno di energia per il riscaldamento da
dichiarare nell’attestato deve fare riferimento a
norme tecniche, in particolare ai metodi elaborati
in ambito CEN, elencati nell’allegato M, e in particolare alla norma UNI EN 832 per gli edifici residenziali e alla norma UNI EN ISO 13790 per gli altri
edifici.
Per gli edifici esistenti viene imposto l’obbligo della
44
certificazione energetica al momento della vendita
dell’immobile, con tre soglie temporali: a decorrere dal 1 luglio 2007 per gli edifici con superficie
utile superiore ai 1000 m2, a decorrere dal 1 luglio
2008 per gli edifici con superficie utile inferiore ai
1000 m 2 in caso di trasferimento a titolo oneroso
dell’intero immobile con l’esclusione delle singole
unità immobiliari, a decorrere dal 1 luglio 2009 per
le singole unità immobiliari.
Resta aperto il problema del riconoscimento dei
soggetti abilitati a produrre le certificazioni. Fino
alla data di entrata in vigore delle “Linee guida
nazionali per la certificazione energetica degli edifici”, l’attestato di certificazione energetica degli
edifi ci è sostituito dall’attestato di qualifi cazione
energetica (a cura del direttore lavori) o da “una
equivalente procedura di certificazione energetica
stabilita dal Comune con proprio regolamento antecedente alla data dell’8 ottobre 2005”. Le procedure comunali decadranno con l’entrata in vigore
delle “Linee guida nazionali”. Al di là dunque dei
Comuni che avevano già legiferato in materia, non
sono state abilitate figure a emettere la certificazione energetica, per cui tutto rimane in sospeso
(nonostante la direttiva europea imponesse l’entrata in vigore della certificazione energetica a partire
già da gennaio 2006).
Altra questione aperta è quella della messa a punto
di una metodologia “nazionale” per il calcolo delle
prestazioni energetiche degli edifici. All’estero, in
attesa dell’emanazione del regolamento definitivo
in materia di certificazione energetica, Spagna,
Francia, Paesi Bassi, Germania, Danimarca e Belgio
hanno partecipato al progetto internazionale “Impact” (IMproving energy Performance Assessments
and Certification schemes by Tests), che aveva come obiettivo quello di testare sistemi di certificazione del patrimonio edilizio esistente, attraverso
casi pilota e di derivare da tali applicazioni delle raccomandazioni per migliorare tool, schemi di
certificazione, oltre che modalità per la formazione degli esperti accreditati e per la comunicazione
delle informazioni tra il settore tecnico e l’utenza
che utilizzerà l’edificio. Nel caso specifico della
Spagna, tale progetto si sta attualmente concentrando sulla certifi cazione di sedici edifi ci, di cui
undici residenziali, applicando due differenti software di calcolo: il codice EPA-NR, e la sua versione
per il residenziale EPA-ED, e il codice LIDER- CALENER, che sarà il tool ufficiale in Spagna per il residenziale e il terziario di piccole dimensioni, mentre
per quello di grandi dimensioni si utilizzerà sempre
il programma di calcolo CALENER basato però sul
più sofisticato codice DOE2.2.
L’obiettivo è comunque quello di mettere a disposizione a livello nazionale uno strumento condiviso,
sotto forma di software, utilizzabile dai certificatori (e dai progettisti).
In Italia, la mancata emanazione dei decreti contenenti i criteri generali e le metodologie di calcolo per la certifi cazione energetica degli edifi ci
sta determinando una proliferazione di strumenti
e metodi messi a punto da diversi soggetti, con
l’inevitabile risultato di provocare disorientamento
negli utenti finali, che ancora non hanno maturato
una grande esperienza sul fronte della certificazione energetica degli edifici e sugli aspetti energetici
del costruire in generale.
E il decreto “correttivo”, che si limita a demandare alle Regioni l’applicazione di un sistema di
certificazione energetica coerente con i principi
generali del decreto stesso, non ha certo posto le
basi per una soluzione del problema all’interno di
una quadro di riferimento coordinato a livello nazionale.
Su questo fronte la direttiva 2002/91/CE prevede
la possibilità di calcolare il rendimento energetico degli edifici in base a una metodologia, che può
anche essere differenziata a livello regionale, ma
sottolinea chiaramente anche come ogni interpretazione locale debba fare riferimento a “un’impostazione comune” allo scopo di creare un contesto
omogeneo che renda l’informazione sul rendimento
energetico degli edifici “un elemento di trasparenza
sul mercato immobiliare comunitario”. Nella direttiva si fa quindi riferimento allo sviluppo di metodologie di calcolo che portino a una armonizzazione
delle procedure a livello comunitario. In effetti il
CEN ha elaborato in questi anni una serie di norme
di riferimento per gli stati europei: le norme già
disponibili sono quelle relative al calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento (la norma UNI
EN 832 per gli edifi ci residenziali e la norma UNI
EN ISO 13790 per gli altri edifici), al calcolo della
trasmittanza termica di finestre e chiusure (UNI EN
ISO 10077-1), al calcolo del coeffi ciente di perdita per trasmissione per determinare la prestazione termica degli edifici (UNI EN 13789) e al calcolo
delle portate d’aria negli edifici residenziali per la
ventilazione (UNI EN 13465). Sono inoltre disponibili le norme per il calcolo dei ponti termici (UNI
EN ISO 10211-1, UNI EN ISO 10211-2, UNI EN ISO
14683). Molte altre norme tecniche sono in via di
definizione.
METODI DI CALCOLO E RISULTATI ATTESI
La questione delle modalità di calcolo di riferimento è il punto più delicato e ambiguo.
Il decreto privilegia l’uso di norme tecniche emesse
da organismi come UNI e CEN, ma indica la possibilità di avvalersi anche di altre procedure, purché “compatibili” nei risultati (“l’utilizzo di altri
metodi, procedure e specifiche tecniche sviluppati
da organismi istituzionali nazionali, quali l’ENEA, le
università o gli istituti del CNR, è possibile purché i
risultati conseguiti risultino equivalenti o conservativi rispetto a quelli ottenibili con i metodi di calcolo precedentemente detti”).
Inoltre va sottolineato che il decreto “correttivo”
mantiene la verifica del solo fabbisogno energetico
per il riscaldamento invernale, senza introdurre la
verifica del fabbisogno energetico estivo (che probabilmente sarà omessa anche nella certificazione
energetica degli edifici), nonostante nella direttiva
europea 2002/91/CE si faccia esplicito riferimento
alla “crescente proliferazione degli impianti di condizionamento dell’aria nei paesi del sud dell’Europa” e conseguentemente si indichi che “dovrebbe
essere accordata priorità alle strategie che contribuiscono a migliorare il rendimento termico degli
edifici nel periodo estivo”.
E in questa prospettiva sarebbe quanto mai opportuno che la considerazione dei consumi estivi venisse assunta all’interno del quadro di riferimento
normativo e nelle metodologie e negli strumenti
di calcolo del fabbisogno energetico di un edificio.
Spagna e Portogallo si sono mosse proprio in questa
direzione.
Al contrario, l’attenzione dedicata dalla maggior
parte degli stati europei si è incentrata sulla riduzione dei consumi invernali, trascurando la verifica
che le scelte tecnico-costruttive vantaggiose in periodo invernale siano efficaci anche in periodo estivo (sia sotto il profi lo dei consumi energetici, sia
sotto il profilo del comfort termico). La procedura
di calcolo prevista per la verifica del fabbisogno
energetico per il riscaldamento invernale contenuta nella norma UNI EN 832 conferisce un ruolo
fondamentale alla trasmittanza termica dell’involucro, non tenendo in debito conto il contributo
della massa termica e dell’inerzia nella riduzione
dei consumi energetici. Questo approccio privilegia
soluzioni tecniche di involucro leggere molto isolate, a detrimento di soluzioni con resistenza termica magari inferiore ma dotate di elevata capacità
termica, il cui effetto volano contribuisce non solo
al comfort termico, ma anche al contenimento dei
consumi energetici (sia invernali che estivi). Nella
UNI EN 832 la massa viene considerata per determinare il fattore di utilizzazione degli apporti di calore interni (guadagni dovuti alle sorgenti di energia interne e guadagni solari recepiti attraverso le
superfi ci trasparenti dell’involucro) ma non viene
45
debitamente computata in termini di controllo dei
fl ussi di calore esterni all’involucro (riconducibili
alle variazioni della temperatura dell’aria e dell’intensità di radiazione solare incidente sulle superfici
opache).
Un sistema di certificazione energetica che non
considera i consumi estivi, che fa riferimento a modalità di calcolo in regime stazionario basate solo
sulla trasmittanza termica e trascuranti la massa e
che non prevede verifi che di comfort termico appare uno strumento di certificazione poco calato e
adeguato rispetto al contesto climatico italiano.
Per tenere in debito conto il ruolo della massa termica e per valutare i consumi energetici estivi occorrerebbe fare riferimento a procedure di calcolo
“in regime dinamico”, attraverso l’uso di adeguati
strumenti informatici. Ma spesso la sofi sticatezza
delle procedure di calcolo per un avvicinamento
alla realtà si distanzia dalla necessità di semplificazione necessaria per rendere accessibile e praticabile la procedura di calcolo a un numero il più
possibile allargato di utenti: mentre i dati di input
e il controllo della procedura dei calcoli in regime
stazionario sono abbastanza semplici anche per un
“tecnico” non particolarmente esperto, i dati di
input e il controllo della procedura dei calcoli in
regime dinamico richiedono competenze specialistiche. Occorre quindi sottolineare come la necessità di predisporre modalità di calcolo “semplificate”
impedisca di fatto di considerare il contributo al
miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edifi cio legato all’insieme delle caratteristiche
dei materiali utilizzati e non soltanto in relazione
alla loro conducibilità termica.
Il dibattito sulle procedure di calcolo è dunque
aperto, ampio, complesso; ma è di fondamentale
importanza dal momento che crea orientamenti di
mercato, promuove tecnologie e scelte materiche,
indirizza la progettazione.
verifica del rendimento energetico degli edifici viene affi data a dati di input relativi alle proprietà
termiche dei materiali da costruzione attinti all’interno di repertori (CTI) o norme tecniche (UNI) oppure contenute nelle banche dati dei software: tali
dati restituiscono uno scenario prestazionale molto
distante dall’offerta effettiva del mercato. Esiste
cioè una distanza tra la rapidità delle innovazioni
tecniche che si susseguono sul mercato e la lentezza dell’adeguamento normativo: particolarmente
emblematico è il riferimento, ancora in atto, alla
norma UNI 10355 che contiene valori di resistenza
termica di murature (costituite da strati di materiali non omogenei) con soluzioni tecniche superate e
non riconducibili all’offerta di prodotti attuali.
La necessità di aggiornare i valori di riferimento, in
modo da “premiare” soluzioni tecniche specifiche,
qualificate dalla scelta di prodotti particolarmente
performanti, deve essere però supportata da una
adeguata informazione tecnica messa a disposizione dai produttori: spesso infatti è la diffi coltà di
reperimento delle informazioni (e la loro scarsa
chiarezza) a frenare i tecnici che elaborano i calcoli energetici e a indirizzarli verso l’uso di repertori,
conosciuti e affi dabili, la cui interpretazione non
lascia spazio a dubbi. Se l’attendibilità dei dati può
essere considerata risolta dalla direttiva sui materiali da costruzione e dalla marcatura CE, che ha
proprio il compito di responsabilizzare i produttori
rispetto ai dati dichiarati, ancora piuttosto frammentaria e ambigua è la comunicazione dei dati
che avviene attraverso la marcatura CE rispetto
alla ricchezza di dati di input che sono necessari
per le valutazioni energetiche. Occorrerebbe che
i produttori costruissero una informazione tecnica
di prodotto funzionale a mettere a disposizione dei
termotecnici i dati utili ai fini delle verifiche energetiche (promuovendo una cultura del dato primario, rispetto all’uso che viene fatto attualmente di
dati provenienti da repertori).
I DATI PER IL CALCOLO ENERGETICO E LE PRESTAZIONI DI PRODOTTO
INDICAZIONI PRESTAZIONALI
Una ulteriore questione riguarda l’affermazione
contenuta nella direttiva 2002/91/CE sul fatto che
“occorrerebbe prevedere la possibilità di un rapido
adeguamento del metodo di calcolo” in relazione al
progresso tecnologico dei materiali da costruzione e
quindi al miglioramento continuo delle prestazioni
offerte: oltre alla questione legata alla “completezza” delle procedure di calcolo rispetto ai parametri
coinvolti (trasmittanza termica, capacità termica),
esiste spesso anche una notevole approssimazione
delle caratteristiche prestazionali relative a materiali e componenti edilizi assunte nelle procedure
di calcolo (senza tenere in considerazione le evoluzioni prestazionali dei prodotti del mercato e le
innovazioni di prodotto volte al miglioramento del
comportamento energetico degli edifici). Spesso la
Il decreto legislativo sulle “Disposizioni correttive
ed integrative” rinvia dunque la definizione delle procedure per la certifi cazione energetica, ma
rinnova la definizione di requisiti energetici minimi cogenti. Nell’allegato C propone nuovi valori
di prestazione energetica per la climatizzazione
invernale, operando una separazione tra valori di
riferimento per gli edifi ci residenziali e per tutti
gli altri edifici e dando tre soglie temporali (2006,
2008, 2010) di entrata in vigore di valori via via più
restrittivi.
Per gli edifici residenziali i valori limite dell’indice
di prestazione energetica per la climatizzazione invernale sono espressi in kWh/m2 anno (tab. I), mentre per tutti gli altri edifici i valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione
46
Tab. Ia - Valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in kWh/m2 anno, valido per gli edifici
residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme.
GG
S/V 0,2
S/V 0,3
S/V 0,4
S/V 0,5
S/V 0,6
S/V 0,7
S/V 0,8
S/V 0,9
< 600
600
700
800
900
1000
1100
1200
1300
1400
1500
1600
1700
1800
1900
2000
2100
2200
2300
2400
2500
2600
2700
2800
2900
3000
>3000
10,0
10,0
11,7
13,3
15,0
17,0
19,0
21,0
23,0
25,0
27,1
29,3
31,4
33,6
35,7
37,9
40,0
41,7
43,3
45,0
46,7
48,3
50,0
51,7
53,3
55,0
55,0
15,0
15,0
17,1
19,3
21,4
23,9
26,3
28,7
31,1
33,6
35,9
38,3
40,6
43,0
45,3
47,7
50,0
52,0
54,0
56,0
57,9
59,9
61,9
63,9
65,9
67,9
67,9
20,0
20,0
22,6
25,2
27,9
30,7
33,6
36,4
39,3
42,1
44,7
47,2
49,8
52,3
54,9
57,4
60,0
62,3
64,6
66,9
69,2
71,5
73,8
76,1
78,4
80,7
80,7
25,0
25,0
28,1
31,2
34,3
37,6
40,9
44,1
47,4
50,7
53,5
56,2
59,0
61,7
64,5
67,2
70,0
72,6
75,2
77,9
80,5
83,1
85,7
88,3
91,0
93,6
93,6
30,0
30,0
33,6
37,1
40,7
44,4
48,1
51,9
55,6
59,3
62,2
65,2
68,2
71,1
74,1
77,0
80,0
82,9
85,9
88,8
91,7
94,7
97,6
100,6
103,5
106,4
106,4
35,0
35,0
39,0
43,1
47,1
51,3
55,4
59,6
63,7
67,9
71,0
74,2
77,3
80,5
83,7
86,8
90,0
93,3
96,5
99,8
103,0
106,3
109,5
112,8
116,0
119,3
119,3
40,0
40,0
44,5
49,0
53,6
58,1
62,7
67,3
71,9
76,4
79,8
83,2
86,5
89,9
93,3
96,6
100,0
103,6
107,1
110,7
114,3
117,9
121,4
125,0
128,6
132,1
132,1
45,0
45,0
50,0
55,0
60,0
65,0
70,0
75,0
80,0
85,0
88,6
92,1
95,7
99,3
102,9
106,4
110,0
113,9
117,8
121,7
125,6
129,4
133,3
137,2
141,1
145,0
145,0
Tab. Ib - Valori limite, applicabili dal 1° gennaio 2008, dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in
kWh/m2 anno, valido per gli edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme.
GG
< 600
600
700
800
900
1000
1100
1200
1300
1400
1500
1600
1700
1800
1900
2000
2100
2200
2300
2400
2500
2600
2700
2800
2900
3000
>3000
S/V 0,2
S/V 0,3
S/V 0,4
S/V 0,5
S/V 0,6
S/V 0,7
S/V 0,8
S/V 0,9
9,5
9,5
11,0
12,5
14,0
15,8
17,6
19,4
21,2
23,0
25,0
27,0
29,0
31,0
33,0
35,0
37,0
38,7
40,3
42,0
43,7
45,3
47,0
48,7
50,3
52,0
52,0
14,0
14,0
16,0
17,9
19,9
22,1
24,3
26,5
28,7
30,9
33,0
35,2
37,3
39,5
41,7
43,8
46,0
48,0
49,9
51,9
53,8
55,8
57,7
59,7
61,6
63,6
63,6
18,5
18,5
20,9
23,3
25,7
28,3
30,9
33,5
36,1
38,7
41,0
43,4
45,7
48,0
50,3
52,7
55,0
57,2
59,5
61,7
64,0
66,2
68,4
70,7
72,9
75,1
75,1
23,0
23,0
25,9
28,7
31,6
34,6
37,6
40,6
43,6
46,6
49,1
51,6
54,0
56,5
59,0
61,5
64,0
66,5
69,0
71,6
74,1
76,6
79,1
81,7
84,2
86,7
86,7
27,5
27,5
30,8
34,1
37,4
40,8
44,2
47,6
51,0
54,4
57,1
59,7
62,4
65,0
67,7
70,3
73,0
75,8
78,6
81,4
84,2
87,0
89,9
92,7
95,5
98,3
98,3
32,0
32,0
35,8
39,5
43,3
47,1
50,9
54,7
58,5
62,3
65,1
67,9
70,7
73,6
76,4
79,2
82,0
85,1
88,2
91,3
94,4
97,5
100,6
103,7
106,8
109,9
109,9
36,5
36,5
40,7
44,9
49,1
53,3
57,5
61,7
65,9
70,1
73,1
76,1
79,1
82,1
85,0
88,0
91,0
94,4
97,8
101,1
104,5
107,9
111,3
114,7
118,0
121,4
121,4
41,0
41,0
45,7
50,3
55,0
59,6
64,2
68,8
73,4
78,0
81,1
84,3
87,4
90,6
93,7
96,9
100,0
103,7
107,3
111,0
114,7
118,3
122,0
125,7
129,3
133,0
133,0
47
Tab. Ic - Valori limite, applicabili dal 1° gennaio 2010, dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in
kWh/m2 anno, valido per gli edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme.
GG
S/V 0,2
S/V 0,3
S/V 0,4
S/V 0,5
S/V 0,6
S/V 0,7
S/V 0,8
S/V 0,9
< 600
600
700
800
900
1000
1100
1200
1300
1400
1500
1600
1700
1800
1900
2000
2100
2200
2300
2400
2500
2600
2700
2800
2900
3000
>3000
8,5
8,5
9,9
11,4
12,8
14,5
16,2
17,9
19,6
21,3
23,1
24,9
26,7
28,6
30,4
32,2
34,0
35,4
36,8
38,3
39,7
41,1
42,5
44,0
45,4
46,8
46,8
12,4
12,4
14,2
16,0
17,8
19,9
21,9
23,9
25,9
28,0
29,9
31,9
33,9
35,8
37,8
39,8
41,7
43,4
45,0
46,7
48,4
50,0
51,7
53,4
55,0
56,7
56,7
16,4
16,4
18,5
20,7
22,9
25,2
27,6
29,9
32,3
34,6
36,8
38,9
41,0
43,1
45,2
47,3
49,4
51,3
53,2
55,1
57,0
59,0
60,9
62,8
64,7
66,6
66,6
20,3
20,3
22,8
25,4
27,9
30,6
33,3
35,9
38,6
41,3
43,6
45,8
48,1
50,4
52,6
54,9
57,1
59,3
61,4
63,6
65,7
67,9
70,0
72,2
74,3
76,5
76,5
24,2
24,2
27,1
30,0
32,9
35,9
38,9
42,0
45,0
48,0
50,4
52,8
55,2
57,6
60,0
62,4
64,9
67,2
69,6
72,0
74,4
76,8
79,2
81,6
84,0
86,3
86,3
28,1
28,1
31,4
34,7
37,9
41,3
44,6
48,0
51,3
54,7
57,2
59,8
62,3
64,9
67,5
70,0
72,6
75,2
77,8
80,5
83,1
85,7
88,3
91,0
93,6
96,2
96,2
32,1
32,1
35,7
39,3
43,0
46,6
50,3
54,0
57,7
61,3
64,0
66,7
69,5
72,2
74,9
77,6
80,3
83,2
86,0
88,9
91,8
94,6
97,5
100,4
103,2
106,1
106,1
36,0
36,0
40,0
44,0
48,0
52,0
56,0
60,0
64,0
68,0
70,9
73,7
76,6
79,4
82,3
85,1
88,0
91,1
94,2
97,3
100,4
103,6
106,7
109,8
112,9
116,0
116,0
Tab. IIa - Valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in kWh/m3 anno, valido per tutti gli
altri edifici.
48
GG
S/V 0,2
S/V 0,3
S/V 0,4
S/V 0,5
S/V 0,6
S/V 0,7
S/V 0,8
S/V 0,9
< 600
600
700
800
900
1000
1100
1200
1300
1400
1500
1600
1700
1800
1900
2000
2100
2200
2300
2400
2500
2600
2700
2800
2900
3000
>3000
2,5
2,5
3,2
3,8
4,5
5,1
5,7
6,3
6,9
7,5
8,1
8,8
9,4
10,1
10,7
11,4
12,0
12,4
12,9
13,3
13,8
14,2
14,7
15,1
15,6
16,0
16,0
3,7
3,7
4,6
5,4
6,3
7,0
7,7
8,3
9,0
9,7
10,4
11,1
11,8
12,5
13,2
13,9
14,6
15,1
15,7
16,2
16,8
17,3
17,9
18,5
19,0
19,6
19,6
4,9
4,9
6,0
7,0
8,1
8,8
9,6
10,4
11,2
11,9
12,7
13,4
14,2
14,9
15,7
16,4
17,1
17,8
18,5
19,1
19,8
20,5
21,1
21,8
22,5
23,1
23,1
6,1
6,1
7,4
8,6
9,9
10,7
11,6
12,4
13,3
14,1
14,9
15,7
16,5
17,3
18,1
18,9
19,7
20,5
21,3
22,0
22,8
23,6
24,4
25,2
25,9
26,7
26,7
7,4
7,4
8,8
10,2
11,6
12,6
13,5
14,5
15,4
16,4
17,2
18,1
18,9
19,7
20,6
21,4
22,3
23,2
24,1
25,0
25,8
26,7
27,6
28,5
29,4
30,3
30,3
8,6
8,6
10,2
11,8
13,4
14,5
15,5
16,5
17,5
18,6
19,5
20,4
21,3
22,2
23,1
24,0
24,9
25,9
26,9
27,9
28,9
29,9
30,9
31,9
32,9
33,9
33,9
9,8
9,8
11,6
13,4
15,2
16,3
17,4
18,6
19,7
20,8
21,7
22,7
23,6
24,6
25,5
26,5
27,4
28,5
29,7
30,8
31,9
33,0
34,1
35,2
36,3
37,4
37,4
11,0
11,0
13,0
15,0
17,0
18,2
19,4
20,6
21,8
23,0
24,0
25,0
26,0
27,0
28,0
29,0
30,0
31,2
32,4
33,7
34,9
36,1
37,3
38,6
39,8
41,0
41,0