Regolamenti Edilizi e Leggi Regionali che prevedono scomputi degli extraspessori. Provincia di Bolzano 19-feb-03 Legge provinciale È previsto lo scomputo dal calcolo di indici e parametri edilizi e urbanistici di spessori aggiuntivi per il miglioramento dell’isolamento termico e per la realizzazione di serre solari o spazi buffer. Comune di Carugate (Mi) 04-mar-03 Regolamento edilizio Si stabilisce che serre bioclimatiche e muri passivi non siano computati a fini volumetrici. Viene inoltre scomputato l’aumento di 15 cm per gli edifici esistenti e di 30 cm per le nuove costruzioni nel rispetto di distanze e confini. Comune di Corbetta (Mi) 05-apr-04 Regolamento edilizio È consentito l’aumento del volume prodotto dagli aumenti di spessore di murature esterne realizzati per esigenze di isolamento o inerzia termica o per la realizzazione di pareti ventilate fino a 15 cm per gli edifici esistenti e per tutto lo spessore eccedente quello convenzionale minimo di 30 cm per quelli di nuova costruzione. Città di Torino 10-ott-05 Regolamento edilizio Nel computo della superficie utile lorda dei piani sono escluse le superfici relative: (…) ai maggiori spessori dei muri di ambito degli edifici, oltre il valore di 30 cm, finalizzati all’incremento dell’inerzia termica. Comune di Perugia 17-ott-05 Regolamento edilizio Ai fini del calcolo della volumetria urbanistica e della superficie utile coperta degli edifici di nuova costruzione oppure oggetto di interventi di recupero, non sono computati i seguenti extraspessori: a)la parte delle murature d’ambito esterno, siano esse pareti portanti o tamponature, che eccede i 30 cm di spessore al finito. La porzione di muratura non inclusa nel calcolo della volumetria non può comunque superare lo spessore massimo di 30 cm e la sezione muraria nel suo complesso non può includere intercapedini vuote eccedenti 5 cm di spessore. Nel caso di pareti ventilate è ammissibile una intercapedine vuota di spessore fino a 20 cm. Finalità e funzionalità della parete vanno dimostrate in una specifica relazione redatta da un tecnico abilitato; b)la porzione superiore e non strutturale dei solai eccedente mediamente i 10 cm di spessore, fino ad un extraspessore massimo di 15 cm. Tali extraspessori non rientrano inoltre nel calcolo per la determinazione delle altezze massime ammesse per i fabbricati, fatto salvo comunque il rispetto di eventuali limiti imposti dall’esistenza di specifici vincoli storici, ambientali e paesaggistici. Comune di Campi Bisenzio (Fi) 05-dic-05 Regolamento per la certificazione ambientale ed i premi edificatori Ai fini del calcolo delle volumetrie urbanistiche, delle superfici coperte e della Sul sono esclusi, inoltre, i seguenti extraspessori: la parte delle murature esterne, siano esse portanti o tamponature, eccedente i 30 cm di spessore finito. La porzione di muratura extraspessore non può in ogni caso superare i 30 cm, comprensivi di eventuali intercapedini vuote fino ad un massimo di 6 cm. Nel caso di “pareti ventilate” è ammessa un’intercapedine vuota fino ad un massimo di 3 cm. Si deve comunque evidenziare la funzione dal punto di vista dell’isolamento termico e/o acustico. Dovranno in ogni modo essere rispettate le distanze minime dai confini di proprietà, dai fabbricati e dalle strade previste da leggi e regolamenti; • la porzione superiore e non strutturale dei solai interpiano sino ad un extraspessore massimo di 15 cm ad interpiano (evidenziandone la funzione dal punto di vista dell’isolamento termico e/o acustico). Le stesse modalità sono applicate alle coperture praticabili. Nel caso di tetto verde o di tetto ventilato, l’incremento di spessore del pacchetto sarà funzionale alle caratteristiche tecniche della soluzione prescelta. • Comune di Calenzano (Fi) Ai fini del calcolo del volume sono esclusi i seguenti extra spessori: 30-gen-06 • La parte delle murature esterne, siano esse portanti o tamponature eccedenti i 30 cm di spessore finito. La porzione di Regolamento edilizio muratura extra spessore non può in ogni caso superare i 30 cm, comprensivi di eventuali intercapedini vuote fino ad un massimo di 6 cm. Nel caso di “pareti ventilate” è ammessa un’intercapedine vuota fino ad un massimo di 3 cm. • La porzione superiore e non strutturale dei solai interpiano sino ad un extra spessore massimo di 15 cm ad interpiano (evidenziandone la funzione dal punto di vista dell’isolamento termico e/o acustico). Comune di Roma 20-feb-06 Regolamento edilizio Al fine di favorire la costruzione di edifici a basso consumo energetico, si prevede che nel calcolo delle volumetrie degli edifici non vengano computati, se superiori a 30 cm, gli spessori delle pareti e dei solai, nonché le serre solari e le torri del vento. Comune di Ferrara 12-giu-06 Regolamento edilizio Per chi raggiunge valori di trasmittanza inferiori a quelli obbligatori secondo il Regolamento edilizio si scomputano 15 cm dai muri perimetrali e 20 cm dalle altezze. Comune di Lentate sul Severo (Mi) 29-nov-06 Regolamento edilizio È consentito l’aumento del volume prodotto dagli aumenti di spessore di murature esterne realizzati per esigenze di isolamento o inerzia termica o per la realizzazione di pareti ventilate fino a 15 cm per gli edifici esistenti e per tutto lo spessore eccedente quello convenzionale minimo di 30 cm per quelli di nuova costruzione fino ad un massimo di ulteriori 25 cm. E’ consentito altresì l’aumento di volume prodotto dagli aumenti di spessore delle solette intermedie per esigenze di isolamento termico e acustico fino a 15 cm per gli edifici esistenti e per tutto lo spessore eccedente quello convenzionale minimo di 30 cm per quelli di nuova costruzione fino ad un massimo di ulteriori 25 cm. Regione Lombardia 20-apr-95 Legge regionale n. 26 I tamponamenti perimetrali e i muri perimetrali portanti, nonché i tamponamenti orizzontali e i solai delle nuove costruzioni di qualsiasi genere soggette alle norme sul risparmio energetico e, indistintamente, di tutti gli edifici residenziali che comportino spessori complessivi sia per gli elementi strutturali che sovrastrutturali superiori a 30 cm, non sono considerati nei computi per la determinazione dei volumi e nei rapporti di copertura, per la sola parte eccedente i 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm per gli elementi verticali e di copertura e di 15 cm per quelli orizzontali intermedi, se il maggior spessore contribuisce al miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica. Regione Veneto 30-lug-96 Legge regionale n. 21 I tamponamenti perimetrali e i muri perimetrali portanti, nonché i tamponamenti orizzontali e i solai delle nuove costruzioni di qualsiasi genere soggette alle norme sul risparmio energetico e, indistintamente, di tutti gli edifici residenziali che comportino spessori complessivi sia per gli elementi strutturali che sovrastrutturali superiori a 30 cm, non sono considerati nei computi per la determinazione dei volumi e nei rapporti di copertura, per la sola parte eccedente i 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm per gli elementi verticali e di copertura e di 15 cm per quelli orizzontali intermedi, se il maggior spessore contribuisce al miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica. Regione Puglia 13-ago-98 Legge regionale n. 23 I tamponamenti perimetrali e i muri perimetrali portanti, nonché i tamponamenti orizzontali ed i solai delle nuove costruzioni di qualsiasi genere soggetti alle norme sul risparmio energetico e, indistintamente, di tutti gli edifici residenziali che comportino spessori complessivi sia per gli elementi strutturali che sovrastrutturali superiori a 25 cm, non sono considerati nei computi per la determinazione dei volumi e nei rapporti di copertura, per la sola parte eccedente i 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm per gli elementi verticali e di copertura e di 15 cm per quelli orizzontali intermedi, se il maggior spessore contribuisce al miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica. 33 Regolamenti Edilizi e Leggi Regionali che prevedono scomputi degli extraspessori. Regione Basilicata 07-mar-00 Legge regionale n. 15 Gli spessori degli elementi edilizi strutturali e sovrastrutturali eccedenti 30 cm non vengono computati nella determinazione dei volumi e nei rapporti di copertura: • fino ad un massimo di ulteriori 25 cm, nel caso di tamponamenti perimetrali, murature portanti esterne e coperture a falda o a terrazzo; • fino ad un massimo di ulteriori 15 cm, nel caso di solai piani intermedi. Regione Umbria 20-dic-00 Legge regionale n. 38 Ai fini del calcolo della volumetria urbanistica e della superficie coperta di un edificio, si assumono come non computabili i seguenti extraspessori: a)la parte delle murature d’ambito esterno, siano esse pareti portanti o tamponature, che ecceda i 30 cm di spessore al finito. La porzione di muratura non inclusa nel calcolo della volumetria non può comunque superare lo spessore massimo di 30 cm e la sezione muraria nel suo complesso non può includere intercapedini vuote eccedenti 5 cm di spessore. Nel caso di "pareti ventilate" è ammissibile una intercapedine vuota di spessore fino a 20 cm. Finalità e funzionalità della parete ventilata vanno dimostrate in una specifica relazione redatta da un tecnico competente; b)la porzione superiore e non strutturale dei solai interpiano eccedente gli 8 cm di spessore, fino ad un extraspessore massimo di 15 cm. Regione Calabria 16-apr-02 Legge regionale n. 19 Al fine di migliorare la qualità tecnologica e di agevolare l’attuazione delle norme sul risparmio energetico degli edifici, nuovi o esistenti, non sono considerati nei computi per la determinazione dei volumi e dei rapporti di copertura: a)i tamponamenti perimetrali per la sola parte eccedente i 30 cm, per le nuove costruzioni, e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm; b)il maggiore spessore dei solai, orizzontali od inclinati, per la sola parte eccedente i 20 cm se contribuisce al miglioramento statico degli edifici e/o al miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica. Regione Abruzzo 11-ott-02 Legge regionale n. 22 Non sono considerati, e quindi non vanno computati, ai fini del calcolo della volumetria e della superficie coperta di un edificio, gli extraspessori dei tamponamenti perimetrali e dei muri perimetrali portanti, superiori a 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 30 cm, nonché dei tamponamenti orizzontali e dei solai delle costruzioni, superiori, nella parte non strutturale, a 10 cm e fino ad un massimo di ulteriori 15 cm, qualora il maggiore spessore contribuisca in maniera determinante al miglioramento dei livelli di coibentazione termo-acustica e al contenimento dei consumi energetici. Regione Molise 08-nov-02 Legge regionale n. 36 Gli spessori degli elementi edilizi strutturali e sovrastrutturali eccedenti cm 30 non vengono computati nella determinazione dei volumi e nei rapporti di copertura: • fino ad un massimo di ulteriori cm 25 nel caso di tamponamenti perimetrali, murature portanti esterne e coperture a falda o a terrazzo; • fino ad un massimo di ulteriori cm 15 nel caso di solai piani intermedi. Regione Lazio 08-nov-04 Legge regionale n. 15 Al fine di favorire la costruzione di edifici a basso consumo energetico, i comuni devono, altresì, prevedere che nel calcolo delle volumetrie degli edifici non vengano computati, se superiori a 30 cm, gli spessori delle pareti e dei solai nonché delle serre solari e delle torri del vento. Regione Toscana 03-gen-05 Legge regionale n. 1 Lo spessore delle murature esterne superiore ai minimi fissati dai regolamenti edilizi e comunque superiore ai 30 cm, il maggior spessore dei solai necessario al conseguimento di un ottimale isolamento termico e acustico, le serre solari e tutti i maggiori volumi e superfici necessari a realizzare i requisiti di accessibilità e visitabilità degli edifici non sono computati ai fini degli indici di fabbricabilità stabiliti dagli strumenti urbanistici. Regione Sicilia 22-apr-05 Legge regionale n. 4 Al fine di concorrere alla realizzazione degli obiettivi della politica energetica comunitaria e nazionale, di promuovere il miglioramento dei livelli di coibentazione termo-acustica e di comfort ambientale nonché di favorire la sicurezza sismica degli edifici pubblici e privati, nel territorio della Regione non vengono computati ai fini del calcolo del volume edificato e della superficie coperta complessiva: a)i maggiori spessori delle pareti perimetrali esterne, nella parte eccedente i 30 cm nel caso di nuove costruzioni ed i 50 cm nel caso di recupero di edifici esistenti, fino ad un massimo di ulteriori 20 cm; b)i maggiori spessori dei solai orizzontali e delle coperture, anche inclinate, nella parte eccedente la misura media di 25 cm e fino ad un massimo di ulteriori 10 cm; c) le maggiori altezze interne nette dei vani di unità residenziali, nella parte eccedente le misure minime di metri 2,70 e di metri 2,40 previste dai regolamenti edilizi comunali, fino ad un massimo di ulteriori 30 cm. Perché incentivare lo scomputo degli extraspessori? La possibilità di scegliere tecnologie di costruzione di nuovi edifici ritenute più idonee senza penalizzare le superfici utili abitabili e, quindi, contribuire fortemente, attraverso tale scelta, al contenimento dei consumi energetici, rappresenta la finalità sostanziale per cui è sancita l’opportunità di svincolare lo spessore di muri e solai di una costruzione dal calcolo della volumetria del fabbricato. Infatti, prescrizioni rivolte a vincolare la volumetria dei fabbricati e non la superficie utile abitabile inducono inevitabilmente il progettista a sfruttare al massimo i limiti consentiti riducendo lo spessore delle pareti perimetrali. Questo atteggiamento porta necessariamente a pareti con bassa inerzia termica che, anche se isolate attraverso l’impiego di coibenti specifici, e quindi efficienti durante il periodo invernale di funzionamento degli impianti di riscaldamento, rapidamente si raffreddano durante la fase di spegnimento degli impianti stessi. L’abbassamento della temperatura superficiale della parete può, inoltre, raggiungere valori 34 tali da favorire la formazione di indesiderate condense superficiali, anche in condizioni igrometriche di esercizio. Analogamente, nel periodo estivo la bassa inerzia termica di pareti e solai non protegge dalle oscillazioni della temperatura esterna, rendendo quindi inevitabile il ricorso ad impianti di climatizzazione fortemente energivori. In entrambi i casi, quindi, tale scelta tecnica compromette sensibilmente il risparmio energetico. Ed a proposito di isolamento acustico… L’aumento dello spessore delle pareti comporta inoltre un ulteriore e non marginale beneficio: la riduzione del disturbo acustico verso l’interno dei fabbricati. Sostituire una parete monostrato di spessore finito di cm 33, intonacata, con una massa frontale di 330 kg/m2, con una analoga parete, di spessore di 48 cm, con massa frontale di 428 kg/m2, significa portare il potere fonoisolante da 46,5 dB a 49 dB, con un sostanziale dimezzamento del livello di rumorosità nell’ambiente abitato. Prestazioni termiche dell’involucro edilizio: soluzioni costruttive e metodi di valutazione THE THERMAL PERFORMANCE OF THE BUILDING ENVELOPE: CONSTRUCTION SOLUTIONS AND METHODS OF ASSESSMENT AND COMPARISON di/by M. Medola Il confronto, in termini di prestazioni energetiche e condizioni di benessere, si è avvalso di simulazioni in regime dinamico effettuate sia in periodo invernale, sia in periodo estivo. A differenza di molti altri studi condotti sul tema, non sono stati presi in esame singoli elementi murari, ma ci si è riferiti a un caso di studio concreto: un edificio in muratura pesante progettato secondo strategie bioclimatiche. Per la stagione di riscaldamento sono state inoltre svolte ulteriori analisi mediante strumenti di calcolo operanti in regime stazionario: in questo modo sono emersi limiti e potenzialità dei vari metodi di valutazione oggi disponibili per il progettista. Di fronte alla necessità di ridurre l’impatto ambientale prodotto dagli edifici, esigenza motivata tra l’altro da ragioni economiche, sociali ed etiche, si sta finalmente diffondendo una maggiore sensibilità sui problemi del risparmio energetico. In merito, la Direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia ha dato impulso a un rinnovamento legislativo, che in Italia ha prodotto, a livello nazionale, il Decreto 19 agosto 2005 n. 192 (ora corretto e integrato dal Decreto 29 dicembre 2006, n. 311) e, a livello locale, una nuova serie di regolamenti improntati alla riduzione dei consumi e alla certificazione energetica. Nei luoghi della progettazione, il tema ha prodotto effetti più o meno profondi. Laddove esisteva già la volontà di confrontarsi con questi argomenti, si è ricevuta una gratificante conferma sulle scelte compiute: ne è nato un forte incoraggiamento a proseguire verso la ricerca e la sperimentazione di paradigmi progettuali innovativi. In altri casi, invece, si è compiuto uno sforzo di minore rilievo, per uniformarsi alle nuove esigenze del mercato, ritenendo sufficiente il rispetto passivo e acritico dei limiti posti dalla nuova normativa. Questo atteggiamento avrà conseguenze gravi, perché incoraggia una pericolosa omologazione degli organismi edilizi a livello europeo: gli innumerevoli esempi di edifici a basso consumo che ci giungono dai Paesi centro-europei, Austria e Germania in primis, hanno creato l’illusione che quei modelli edificativi, spesso estranei alla tradizione costruttiva nazionale, si possano imitare tali e quali sul territorio italiano, ripetendone i successi in modo indiscriminato. The comparison, in terms of energy performance and conditions of wellbeing, used simulations in a dynamic regime both in winter and summer; unlike many other studies on the theme, single elements of the building were not taken into consideration, but the research concentrated on a concrete study: a heavy masonry building designed in accordance with bioclimatic strategies. For the season when heating was used, further analysis was done with instruments operating in a stationary regime: in this way, the limits and potential of the various methods of assessment available to the designer emerged. Faced with the need to reduce the environmental impact of buildings, a necessity motivated also by economic, social and ethical reasons, at last there is greater interest in energy savings. At a legislative level, European Directive 2002/91/CE on the energy performance of buildings provided input for a legislative shake-up, which in Italy at a national level resulted in Decree N°. 192 – 19/08/2005 (today modified and integrated in Decree N°. 311 – 29/12/2006) and, at a local level, in a new series of regulations aimed at the reduction of energy consumption and certification. In the design field, the theme has had more or less far-reaching effects. Where there is the will to deal with these questions, there was a welcome confirmation of the choices made: stimulating encouragement to proceed in the research and in experimenting innovative design paradigms. In other cases, however, there was a less enthusiastic response to conform to the new requirements of the market, holding the passive and dogmatic respect of the limits placed by the new regulations to be sufficient. This attitude has serious consequences, because it encourages a dangerous homologation of the bodies in the building trade at a European level: the numerous examples of buildings with a low energy consumption in Central-European countries such as Austria and Germany first and foremost have created the illusion that these educational models, often foreign to our tradition of construction, can be imitated as they are on the Italian territory, repeating the recipe with success. What people have forgotten is that the climatic ranges of Continental Europe are quite different from those 35 Ci si dimentica che le sollecitazioni climatiche dell’Europa continentale sono ben diverse da quelle dell’ambiente mediterraneo, caratteristico di buona parte della Penisola. Trattandosi in generale di climi freddi con estati miti, nel primo caso è del tutto prioritaria la valutazione delle dispersioni in periodo invernale; ma in molte parti d’Italia la situazione è completamente diversa: si consuma più energia per raffrescare che per riscaldare, con una abnorme proliferazione di condizionatori, tanto che nell’estate del 2006, per la prima volta, il picco dei consumi elettrici ha superato quello invernale. È quindi indispensabile che, nel progetto quanto nell’ordinamento normativo, la questione dell’efficienza energetica in periodo estivo rivesta almeno la stessa importanza che già merita per il periodo invernale. La Direttiva 2002/91/CE sottolinea in più passaggi come l’adozione di tecniche di raffrescamento passivo sia prioritaria nei Paesi dell’Europa meridionale1, ma nei fatti essa è stata recepita da un Decreto che ad oggi (si è in attesa dei decreti attuativi) riporta scrupolose prescrizioni quantitative sull’isolamento termico dell’involucro edilizio e sui rendimenti dell’impianto di riscaldamento, mentre stabilisce disposizioni poco più che qualitative per ciò che riguarda il raffrescamento passivo2. Allo stesso modo di quanto accade con i modelli costruttivi, nelle norme italiane nazionali e locali sono stati introdotti sistemi di valutazione delle prestazioni energetiche mutuati da quelli di altri contesti climatici, senza una seria verifica sulla loro efficace applicabilità. È ragionevole dunque temere la nascita di edifici certificati come energeticamente efficienti, ma che invece potrebbero essere poco adatti a rispondere alle reali sollecitazioni climatiche dell’area mediterranea; d’altro canto, in assenza di strumenti di valutazione ufficialmente riconosciuti, si corre il rischio di non riuscire a comunicare con chiarezza e con completezza le reali prestazioni di un edificio in relazione al clima nazionale. In maniera molto riduttiva, i componenti dell’involucro edilizio sono descritti da un singolo parametro, la trasmittanza termica, intesa come capacità di trasmettere istantaneamente il calore da un lato all’altro di una chiusura che separa ambienti a temperatura diversa. Il rilievo attribuito a questa grandezza è proporzionale all’esigenza di contenere le dispersioni termiche invernali: bassa trasmittanza termica significa ,infatti, sempre minore consumo energetico per riscaldamento. Assumere la trasmittanza come unico indicatore consente di eseguire analisi energetiche semplificate, cioè in regime stazionario, per le quali sono sufficienti dati climatici molto aggregati, su base mensile o addirittura stagionale. Da questo approccio e dai suoi vantaggi semplificativi scaturisce la cieca tendenza ad isolare sempre più: ma un isolamento estremo può avere effetti incerti nel periodo estivo. Nei climi caldi esso deve essere necessariamente affiancato da adeguati sistemi per controllare e gestire i guadagni gratuiti (fonti di calore all’interno dell’edificio, radiazione solare attraverso le superficie trasparenti, ecc.), altrimenti si determina un sensibile deterioramento delle condizioni di benessere e sorge la necessità di raffrescare artificialmente. L’isolamento, che trattiene il prezioso calore in inverno, durante l’estate svolge la medesima funzione, determinando il potenziale surriscaldamento degli ambienti. 36 of the Mediterranean environment that characterises most of our peninsula: in general these models are from cold climates with mild summers, and in the first case the priority is to assess the dispersion in winter; but in many parts of Italy the situation is completely different: more energy is consumed for cooling than for heating, and air-conditioning is widely used throughout the territory, so much so that in the summer of 2006, for the first time, the peak of electrical consumption in summer exceeded that of the winter. Therefore it is essential for the project and the legislation to give equal importance to the question of energy efficiency in both summer and winter. Directive 2002/91/CE mentions several times that the adoption of passive cooling techniques is essential in Southern European countries1, but this has been put into effect by a decree which today (while waiting for the decrees of implementation) quantifies scrupulous prescriptions on the thermal insulation of the building envelope and the performance of the heating plant, with little more than qualitative dispositions on passive cooling2. As with models of construction, systems for the assessment of the energy performance modified by those in other climatic contexts have been introduced in Italian national and local regulations, without verifying the actual effectiveness of their application. Therefore there may be a problem with the construction of buildings certified as energy efficient, but which could be quite unsuitable for the real climatic conditions in the Mediterranean area; on the other hand, without officially acknowledged instruments of assessment, there is the risk of not being able to clearly and completely establish the real performance of a building in relation to our climate. From a limited point of view, the components of the building envelope are described by a single parameter: the transmittance, being the capacity to instantly transmit heat from one side to the other of a part of the envelope. The importance given to this value is proportional to the need to limit heat dispersion in winter: low transmittance always means less energy consumption for heating. Using the transmittance as the only indicator makes energy analysis simpler, in other words in a stationary regime, for which all you need is a set of climatic data on a monthly or even seasonal basis. This approach, also because of the advantages of simplifying, leads to the blind tendency to use more and more insulation: but extreme insulation can have adverse effects in summer in hot climates and must be combined with suitable systems to check and manage free gains (heat sources inside the building, solar irradiation through transparent surfaces, etc.), otherwise there is a considerable deterioration in the conditions of wellbeing and the need for artificial cooling. Insulation that traps precious heat in the winter does the same in summer, leading to the potential overheating of the environments. If you want to avoid realising an envelope completely out of its context, with its own independent microclimate, in which also the exchange of air is managed artificially and you can’t even open the windows, Se non si desidera realizzare un involucro completamente slegato dal proprio contesto, dotato di un suo microclima indipendente, in cui anche i ricambi d’aria sono gestiti artificialmente ed è vietato aprire le finestre, ma si vuole invece una casa che interagisca e dialoghi con l’ambiente circostante, modulando intrinsecamente, senza consumare energia, la complessità e l’imprevedibilità del clima, allora occorre per forza rinunciare all’approccio semplificativo e considerare anche le proprietà dinamiche dell’involucro edilizio. Le chiusure opache dotate di una massa consistente accumulano e rilasciano il calore in maniera complessa, non solo smorzando i picchi di temperatura dell’esterno, ma differendoli nel tempo: si tratta della cosiddetta “inerzia termica”, che genera ripercussioni molto rilevanti sulle prestazioni energetiche complessive, tanto in estate quanto in inverno. L’adozione di strategie di raffrescamento passivo basate su tali fenomeni richiede di condurre un’analisi in regime dinamico, ponendosi cioè in una scala temporale molto ristretta, dell’ordine delle ore; questo permette di considerare con il giusto peso fattori come l’escursione termica giorno-notte e la variazione dell’irraggiamento solare nel corso della giornata. La ricerca, da cui questo articolo trae spunto3, ha analizzato le prestazioni termiche di un edificio in muratura portante sito a Pieve di Cento (BO), realizzato applicando con particolare cura le strategie bioclimatiche (fig. 1)4. Sono state confrontate, avvalendosi di simulazioni in regime dinamico5, le prestazioni energetiche delle murature oggetto di studio, costruite con laterizio alleggerito in pasta, rispetto ai sistemi struttura-isolamento. In particolare, a differenza di altri studi condotti sul tema, non sono stati presi in esame elementi murari avulsi dal contesto, ma è stato fatto sempre riferimento al progetto concreto, collocato in un clima “reale”. In questo then you want a home that interacts and communicates with the surrounding environment, intrinsically modulating the complexity and volatility of the climate without consuming energy, then you have to forget the simplified approach and consider also the dynamic properties of the building envelope. Opaque parts of the envelope with a consistent mass accumulate and radiate heat in a complex way, not only dampening external temperature peaks, but also differentiating the same in time: this is called thermal inertia, which has quite relevant repercussions on energy performance, both in summer and winter. Adopting strategies for passive cooling based on this phenomenon requires an analysis in a dynamic regime, in other words studying a very narrow timescale, a question of hours; this makes it possible to consider factors such as the temperature range from day to night and the variation of solar irradiation during the day, in the right way. The Research Study this article is based on3 analysed the thermal performance of a masonry building in Pieve di Cento, designed by “Ricerca e Progetto, Galassi Mingozzi e associati in Bologna”, applying bioclimatic strategies (fig. 1)4 with particular care. The research, using simulations in a dynamic regime5, compared the energy performance of the masonry subject to study, made of lightened hollow brick, with respect to structure – insulation systems; unlike other studies on the theme, masonry elements out of context weren’t taken into consideration, but the concrete project in a real climate was always referred to. In this way the energy relations between the components of the building envelope emerged, and it was possible to observe how the reciprocal influences affect the overall thermal balance. Fig. 1 - Viste dell’edificio bioclimatico a Pieve di Cento (BO) di “Ricerca e Progetto Galassi, Mingozzi e associati in Bologna”. In pianta si evidenzia la differenziazione delle murature in funzione dell’orientamento. Views of the bioclimatic building in Pieve di Cento (BO) by “Ricerca e Progetto Galassi, Mingozzi e associati in Bologna”. The design shows the differentiation of the walls on the basis of the orientation. 37 modo sono chiaramente emerse le relazioni energetiche che si stabiliscono tra i componenti dell’involucro edilizio ed è stato possibile osservare come le reciproche influenze possano condizionare il bilancio termico globale. Le chiusure verticali in laterizio alveolato del caso in esame non si limitano a rispettare i valori di trasmittanza imposti dal D.Lgs. 192/05, ma sono il frutto di una riflessione più attenta sul rapporto con il clima e con gli altri aspetti progettuali: esse sono dotate delle opportune proprietà dinamiche in modo da modulare l’impatto sole-aria, specialmente in estate, e sono differenziate in relazione all’orientamento (figg. 1 e 2): a sud è stato scelto un muro massiccio caratterizzato da isolamento diffuso, che meglio valorizza e regola gli apporti solari; a nord, i pacchetti costruttivi contengono anche strati di puro isolamento, per resistere meglio al freddo e contenere al massimo le dispersioni. Per rappresentare il sistema edilizio caratterizzato da soluzioni costruttive di tipo struttura-isolamento, le simulazioni hanno The vertical parts of the envelope made of honeycomb insulating blocks in the case in question don’t respect the values of transmittance in Legislative Decree 192/05, but are the result of a more attentive reflection on the relationship with the climate and with the other aspects of the design: these have suitable dynamic properties to modulate the impact of sun and air, especially in summer, and are differentiated in relation to the orientation (figg. 1 and 2); to the south there is a solid wall characterised by diffused insulation, to exploit and regulate the solar irradiation in the best way; to the north the construction packages also contain layers of pure insulation, to be more resistant to the cold and reduce dispersion. To represent the structure - insulation type building system, the simulations were also run on the twin building, which differs from the project building only due to its lower mass, due to the lighter walls and floors (fig. 3). All the other characteristics, in MURATURA ESTERNA PORTANTE INTONACATA. LATO SUD EXTERNAL BEARING PLASTERED WALL, SOUTH SIDE allettamento mortar bed blocco porizzato block intonaco a base di calce idraulica hydraulic lime plaster 41 cm Trasmittanza termica/Transmittance 0,37 W/m2 • K Massa frontale/Front mass 405 kg/m2 Fettore di decremento (smorzamento) Reduction factor (dampening) Ritardo del fattore di smorzamento (sfasamento) 0,06 19,02 h Delay in dampening (shift) INTERNO/ INTERNAL ESTERNO/EXTERNAL intonaco a base di calce idraulica hydraulic lime plaster Spessore complessivo/Overall thickness 1,5 38 1,5 41 41 MURATURA ESTERNA PORTANTE CON FINITURA FACCIA A VISTA. LATO NORD EXTERNAL BEARING WALL WITH VISIBLE FACE FINISH, NORTH SIDE allettamento mortar bed blocco porizzato block muratura faccia a vista visible brick face intercapedine d'aria air space ESTERNO/EXTERNAL lastra isolante insulation INTERNO/ INTERNAL intonaco a base di calce idraulica hydraulic lime plaster 12 1,5 5 25 Spessore complessivo/Overall thickness 45 cm Trasmittanza termica/Transmittance 0,35 W/m2 • K Massa frontale/Front mass 361 kg/m2 Fettore di decremento (smorzamento) Reduction factor (dampening) Ritardo del fattore di smorzamento (sfasamento) 0,08 16,68 h Delay in dampening (shift) 1,5 45 Fig. 2 - Particolari costruttivi e caratteristiche termiche delle principali murature utilizzate nell’edificio bioclimatico di Pieve di Cento (BO). Details of construction and thermal characteristics of the main walls used in the bioclimatic building in Pieve di Cento (BO). 38 CHIUSURA VERTICALE LEGGERA LIGHT VERTICAL PART OF ENVELOPE lastre in firbocemento asbestos cement slab intercapedine d'aria air space isolante in lana di roccia rock wool insulation Spessore complessivo/Overall thickness 22,5 cm Trasmittanza termica/Transmittance 0,29 W/m2 • K Massa frontale/Front mass 99 kg/m2 Fettore di decremento (smorzamento) Reduction factor (dampening) blocchi forati in gesso gypsum perforated blocks 4,76 h Delay in dampening (shift) INTERNO/INTERNAL ESTERNO/EXTERNAL rasatura in gesso plaster Ritardo del fattore di smorzamento (sfasamento) 0,75 2 4 8 8 0,5 Fig. 3 - Dettaglio di una delle chiusure leggere utilizzate per simulare l’edificio di tipo struttura - isolamento. Si noti che la trasmittanza termica è pari a quella del muro portante con finitura faccia a vista. Detail of one of the parts of the lightweight envelope used to simulate the structure - insulation type building. Note that the transmittance is equal to that of the bearing wall with a visible facade finish. riguardato anche un edificio gemello, che si differenzia dall’edificio di progetto soltanto per via della massa perimetrale inferiore, dovuta a pareti e solai più leggeri (fig. 3). Tutte le altre caratteristiche, in particolare le trasmittanze termiche, sono state mantenute invariate. L’analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata condotta secondo le convenzioni ormai consolidate6, non solo mediante la simulazione in regime dinamico, ma anche con l’ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime stazionario (Casaclima, EcoDomus, Edilclima), rappresentativi dei vari livelli di approfondimento con cui si può condurre oggi l’analisi termica degli edifici, al fine di dimostrare il semplice rispetto dei limiti di legge, di certificare l’efficienza energetica di un involucro edilizio, o di indagarne il rapporto con il clima nel corso della progettazione. Simulare il medesimo edificio utilizzando più strumenti, stazionari e dinamici, ha consentito di mettere in chiara luce quali sono le informazioni a cui si rinuncia scegliendo di utilizzare modelli che tengono conto in misura nulla o molto limitata degli effetti dinamici della massa e dell’inerzia termica. Gli strumenti stazionari, che sono quelli più comunemente utilizzati nel dialogo con le Istituzioni, le Amministrazioni e la società, hanno il pregio della semplicità, ma non valorizzano in misura sufficiente le differenze tra un edificio che si limita a rispettare i limiti di legge ed uno progettato per rispondere in modo appropriato e naturale alle sollecitazioni climatiche dell’ambiente circostante. Seppure gli effetti più eclatanti della massa e delle proprietà dinamiche dell’involucro si realizzano in periodo estivo, il loro contributo alla riduzione dei consumi per riscaldamento invernale non è affatto trascurabile. Nel caso dell’edificio realizzato con sistema struttura – isolamento, in cui la massa dell’involucro è stata volutamente particular the transmittance, are the same. The analysis of the energy requirements for heating was done in accordance with accepted conventions6, not only using the simulation in a dynamic regime, but also with the help of three computer instruments operating in a stationary regime (Casaclima, EcoDomus, Edilclima), representative of the various levels of in-depth study that the thermal analysis of buildings can currently reach, to show the limits of the law are respected, to certify the energy efficiency of a building envelope, or to study the relationship with the climate during planning. Simulating the same building using various stationary and dynamic instruments, made it possible to clearly ascertain which information is lost if you use models that don’t take the dynamic effects of the mass and thermal inertia into consideration, or do so in a limited sense. The stationary instruments, those commonly used to dialogue with the institutions, administrations and society in general, have the advantage of their simplicity, but they don’t adequately assess the differences between a building that simply respects the limits of the law, and one designed to meet the climatic changes of the surrounding environment in an appropriate and natural way. While the most evident effects of the mass and dynamic properties of the envelope are realised in summer, their contribution to the reduction of energy consumption for heating in winter is also worthy of note. In the case of the building realised with a structure – insulation system, in which the mass of the envelope was deliberately kept low, the energy requirements calculated by various instruments was quite homogeneous: taking the transmittance as the sole distinctive parameter of the walls may be an 39 scelta molto contenuta, il fabbisogno energetico calcolato dai vari strumenti è risultato abbastanza omogeneo: assumere la trasmittanza termica come unico parametro caratteristico delle murature può essere, in tale circostanza, un’approssimazione accettabile (tab. I). Nel caso dell’edificio di progetto in muratura pesante, invece, sorge un divario profondo: il modello dinamico stima un fabbisogno energetico per riscaldamento fino al 30% inferiore rispetto alle analisi in regime stazionario. La riduzione dei fabbisogni energetici determinata dallo smorzamento dei picchi di freddo acquisisce ora un peso assai rilevante, che solo la simulazione in regime dinamico mette completamente in luce (tab. II). L’effetto modulante della massa è chiaramente osservabile verificando in dettaglio l’andamento orario dei valori di temperatura in una settimana rappresentativa del periodo invernale; in fase progettuale, questa operazione è possibile esclusivamente grazie alla simulazione in regime dinamico. All’esame dei grafici occorre premettere una considerazione fondamentale: il benessere percepito in una stanza dipende dall’effetto congiunto di due fattori, parimenti importanti: la temperatura dell’aria e la temperatura delle superfici; la prima interagisce con la superficie corporea tramite il contatto diretto, mentre la seconda si manifesta attraverso gli scambi radiativi. È per questo che in inverno, quanto meno i muri sono freddi rispetto alla temperatura dell’aria ambiente, tanto più si realizzano buone condizioni di comfort abitativo. In figura 4 è rappresenta la temperatura esterna dell’aria, che permette di visualizzare le reali variazioni climatiche; inoltre, sia per l’edifico massivo, sia per l’edificio “leggero”, sono indicate la temperatura dell’ambiente interno e la temperatura superficiale interna di una parete orientata a sud. La simulazione che qui si riporta è stata condotta seguendo le consuete standardizzazioni per il calcolo dei fabbisogni energetici: impianto di riscaldamento in regime di attivazione continua e ricambi d’aria costanti nell’arco delle ventiquattro ore. Appare chiaro come il muro leggero risponda molto più prontamente alle sollecitazioni esterne; la trasmissione del Tab. I - Bilancio energetico dell’edificio “leggero” stimato con quattro differenti strumenti di simulazione (unità di misura: MJ). Energy balance of “light” building calculated using four different simulation instruments (unit of measure: MJ). Tab. II - Bilancio energetico dell’edificio in muratura pesante, stimato con quattro differenti strumenti di simulazione (unità di misura: MJ). Energy balance of the building made of heavy masonry subject to study, measured using four different simulation instruments (unit of measure: MJ). EnergyPlus Edilclima CasaClima EcoDomus Perdite dell’involucro Losses of the envelope 250363 254763 236708 Guadagni gratuiti Free gains 132639 121605 93921 Fabbisogno energetico Energy requirements 40 117724 133158 142787 acceptable approximation (tab. I). In the case of the project building in heavy masonry however, there is a significant difference: the dynamic model estimates energy requirements for heating up to 30% lower than the analysis in a stationary regime. The reduction of the energy requirements determined by dampening the cold peaks now acquires a significant importance, which only the simulation in the dynamic regime shows completely (tab. II). The modulating effect of the mass can clearly be observed through the detailed study of the hourly trend of the temperature values in a subject week in winter; in the planning phase this operation is only possible thanks to the simulation in the dynamic regime. When examining the graphs a fundamental consideration must be kept in mind: the wellbeing perceived in a room depends on the combined effect of two factors, both of which are equally important: the temperature of the air and the temperature of the surfaces; the first interacts with the surfaces of the body through direct contact, while the second interacts with the body through radiative heat exchange. For this reason, in winter the less difference there is between the temperature of the cold walls and the temperature of the air in the environment, the easier it is to realise good conditions of comfort. Figure 4 shows the external temperature of the air, which lets you imagine the climatic variations; furthermore, the temperature of the internal environment and the internal surface temperature of a wall facing south are indicated both for the solid building and the “light” building. The simulation shown here was done on the basis of the usual standardizations for the calculation of energy requirements: heating system running continuously and constant exchange of air in a period of twenty-four hours. It’s clear that the light wall’s response was much quicker to external changes, the transmission of heat between the two sides of the part of the envelope is fast (in the total absence of mass this would be instantaneous); with a lower thermal capacity, this type of wall accumulates less energy and so is heated and cooled quicker: this explains the abrupt temperature EnergyPlus Edilclima CasaClima EcoDomus 241920 Perdite dell’involucro Losses of the envelope 232588 254763 236708 241920 116489 Guadagni gratuiti Free gains 134444 133600 104815 116489 125431 Fabbisogno energetico Energy requirements 98144 121163 131893 125431 /External air temperature /Project building /Temp. of internal surface /Temp. of internal air /Temp. of internal surface /Temp. of internal air /Light building Fig. 4 - Andamento orario delle temperature nei due casi di studio, in una settimana rappresentativa del periodo invernale. Comparison between the hourly trend of the temperature in the two cases being studied, in a representative week during winter. calore tra i due lati della chiusura è rapida (in totale assenza di massa sarebbe un fenomeno istantaneo); possedendo una capacità termica inferiore, questo tipo di muro immagazzina meno energia e quindi si scalda e si raffredda velocemente: così si spiega l’andamento brusco delle temperature, che seguono con sollecitudine le variazioni dell’impatto sole-aria. Nel caso di un edificio massivo, invece, l’energia ricevuta nelle ore più calde viene immagazzinata e immessa all’interno in quantità dilazionata nel tempo; nell’immediato, dunque, l’ambiente riceve meno calore, perché esso viene conservato nella massa termica delle chiusure. La cessione di energia in tempi successivi ha l’effetto di sopperire meglio alla richiesta di riscaldamento quando la radiazione solare viene a mancare: nei giorni nuvolosi e soprattutto di notte. Così si spiega il minore fabbisogno energetico richiesto da parte dell’edificio di progetto rispetto al caso struttura-isolamento. changes that follow the variations of the sun-air impact. In the case of a solid building however, the energy received in the hotter hours is accumulated and emitted inside the building over time; in the short term the environment receives less heat, because this is stored in the thermal mass of the parts of the envelope. The release of energy later has the effect of meeting the heating requirements more appropriately when there is no more solar irradiation: on cloudy days and especially at night. This explains the lower energy requirements of the project building with respect to the structure- nsulation case. Furthermore, when the climate doesn’t provide any free gains, the surface temperature of the light wall decreases much more quickly with respect to the heavy wall, also reaching lower minimum values: this means that the 41 Inoltre, quando il clima non apporta guadagni gratuiti, la temperatura superficiale del muro leggero diminuisce molto più velocemente rispetto al caso “pesante”, raggiungendo valori minimi più bassi: ciò significa che il benessere ambientale che si riscontra nell’edificio realizzato con muratura in laterizio è migliore, perché la temperatura “operante”, media della temperatura ambiente e della temperatura superficiale, si mantiene più alta. L’esame delle temperature orarie in periodo estivo, riportate in figura 5, conferma e rafforza le osservazioni finora compiute: la temperatura superficiale del muro in laterizio oscilla più dolcemente, mantenendo la temperatura radiante su valori che meglio soddisfano le condizioni di benessere. Inoltre, nel caso di un edificio povero di proprietà inerziali, l’aria interna subisce la trasmissione immediata del calore esterno, innalzando la propria temperatura più marcatamente rispetto al caso della muratura in laterizio. I vantaggi dell’accumulo inerziale sono molteplici, al di là dei semplici casi riportati. L’attenzione è di solito posta sulla reazione alle sollecitazioni climatiche, mentre è importante tenere presente che anche le fonti di calore interne possono costituire fattori significativi nel determinare le condizioni di benessere e incidere sui consumi energetici: un aumento brusco e molto rilevante dei carichi termici può verificarsi, ad esempio, in presenza di un numero elevato di persone. In tali casi, un muro senza massa termica aumenta molto rapidamente la propria temperatura superficiale, causando in estate un notevole deterioramento del comfort interno. Heavy building operating temperature Light building operating temperature environmental wellbeing in the building realised with a brick wall is better, because the operating temperature, the mean ambient temperature, and of the surface temperature, are maintained higher. The examination of the hourly temperatures in summer, shown in figure 5, confirms and backs up the previous observations: the surface temperature of the brick wall oscillates more slowly, maintaining the radiating temperature within values that make it easier to satisfy the conditions of wellbeing. Furthermore, in the case of a building with low inertia properties, the internal air is subject to the immediate transmission of the external heat, raising its own temperature more with respect to the case of the brick wall. There are many advantages with inertia accumulation, apart from the simple cases mentioned: attention is usually concentrated on the reaction to climatic changes, but it is just as important to remember that internal heat sources can be significant factors in determining conditions of wellbeing and energy consumption: a sudden and relevant increase in the thermal loads may occur for example when there are a lot of people in the building. In cases such as this a wall without a thermal mass quickly increases its own surface temperature, causing a notable deterioration in the level of comfort in summer. CONCLUSIONS The judicious use of the thermal mass has a marked positive effect on the conditions of wellbeing, on energy consumption, and External air temperature Fig. 5 - Confronto tra l’andamento orario delle temperature “operanti” nei due casi di studio, nell’arco di una giornata rappresentativa del periodo estivo, in assenza di sistemi di condizionamento: i picchi raggiunti nell’edificio “leggero” oltrepassano di circa 1°C quelli dell’edificio di progetto. Comparison between the hourly trend of the operating temperatures in the two cases being studies, in the period of a representative summer day, without air conditioning systems: the peaks reached in the “light” building exceed those of the project building by roughly 1°C. 42 CONCLUSIONI L’uso avveduto della massa termica ha un notevole effetto positivo sulle condizioni di benessere, sui consumi energetici e sui carichi per il raffrescamento, in particolare quelli di picco, che costituiscono uno dei motivi dei blackout estivi. Nel valutare i costi energetici, bisogna pertanto considerare sia i consumi complessivi, sia i carichi massimi, che determinano il dimensionamento degli impianti di climatizzazione. Se ben progettata, la massa funziona come volano termico, sia d’inverno che d’estate, quando preserva la temperatura media radiante e procura una vera sensazione di freschezza, diversa per qualità da quella che produce il solo raffreddamento dell’aria. La massa, naturalmente, non costituisce di per sé una soluzione applicabile tout-court per migliorare automaticamente le prestazioni energetiche. L’uso di un involucro pesante implica una consapevolezza radicata delle proprietà dinamiche delle chiusure ed è una soluzione che si sposa felicemente con le strategie bioclimatiche, in un percorso progettuale sempre conscio delle proprie scelte e volto a ricontrollarle in ogni fase. A livello professionale è dunque importantissimo approfondire quanto più possibile le analisi energetiche, dotandosi dei mezzi e delle competenze per utilizzare gli strumenti che operano in regime dinamico, gli unici che possono dare un’informazione completa, tangibile sostegno alla progettazione. on loads for cooling, in particular peak loads, which are one of the causes of summer blackouts. When assessing energy costs it is necessary to consider both the overall consumption and the maximum loads, which dictate the size of the air-conditioning plant. If it is well designed, the mass functions as a thermal accumulator both in winter and summer, when it maintains a mean radiating temperature and gives you a real feeling of freshness, which is very different to the quality of that produced by just cooling the air. Obviously mass alone isn’t a solution that can be applied without criteria to automatically improve energy performance: the use of a heavy envelope implies a deeprooted knowledge of the dynamic properties of the parts of the envelope, and is an optimal solution with bioclimatic strategies, in a design that is constantly considering the available choices that are in turn controlled again in each phase: at a professional level it is very important to study energy analysis in depth as far as possible, and therefore to use means and have the competence to use the instruments that operate in a dynamic regime, the only regime that can provide complete information as tangible support for planning. 1. La considerazione 18 recita: “Negli ultimi anni si osserva una crescente proliferazione degli impianti di condizionamento dell’aria nei Paesi del sud dell’Europa. Ciò pone gravi problemi di carico massimo, che comportano un aumento del costo dell’energia elettrica e uno squilibrio del bilancio energetico di tali Paesi. Dovrebbe essere accordata priorità alle strategie che contribuiscono a migliorare il rendimento termico degli edifici nel periodo estivo. Concretamente, occorrerebbe sviluppare maggiormente le tecniche di raffreddamento passivo, soprattutto quelle che contribuiscono a migliorare le condizioni climatiche interne e il microclima intorno agli edifici.” Deliberation 18 states: “In recent years there has been a proliferation of air conditioning systems in South European countries. This causes serious problems with maximum energy loads, and causes an increase in the cost of electrical energy and an energy imbalance in these countries. Priorities should be established with strategies that contribute to improving the thermal performance of buildings in summer. In concrete terms, it is necessary to develop the techniques of passive cooling, especially those that improve internal climatic conditions and the microclimate around the buildings.” 2. Prescrivere una massa superficiale di almeno 230 kg/m2 appare un provvedimento insufficiente: un’analisi condotta su sei pareti di tamponamento correntemente utilizzate dimostra che porre un limite minimo alla massa superficiale non garantisce il raggiungimento di adeguate prestazioni estive (C. Gargari, Laterizio: energia e qualità dell’abitare, Costruire in Laterizio n. 112, 2006). A surface mass of at least 230 kg/m2 appears to be insufficient: an analysis of the six curtain walls currently used shows that setting a minimum limit for the surface mass doesn’t guarantee reaching a suitable performance in summer (C. Gargari, “Laterizio: energy and living quality”, Costruire in Laterizio n. 112, 2006). 3. L’indagine, intitolata “Analisi delle prestazioni termiche dell’involucro in laterizio valutate in regime dinamico nel ‘sistema-edificio’ in un contesto climatico mediterraneo”, nasce nell’ambito della convenzione stipulata tra il Consorzio Alveolater e il Centro Studi di Progettazione “Edilizia Ecocompatibile” del Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Bologna. Tutori della borsa di studio sono G. Zanarini, direttore del Consorzio Alveolater, e A. Mingozzi e S. Bottiglioni, rispettivamente presidente e socio di “Ricerca e Progetto, Galassi Mingozzi e associati” in Bologna, studio di progettazione al cui interno l’autore ha maturato il bagaglio culturale e l’esperienza professionale indispensabili per sviluppare i temi trattati. The study entitled “Analysis of the thermal performance of the brick envelope in a dynamic regime in the ‘building-system’ in a Mediterranean climatic context”, was done within the scope of the agreement drawn up between the Alveolater Consortium and the “Ecocompatible Building” Institute of Design Studies of the Department of architecture and Territorial Planning of the Faculty of Engineering of Bologna University. The people responsible for the study are G. Zanarini, the director of the Alveolater Consortium, A. Mingozzi and S. Bottiglioni, respectively the president and partner of “Ricerca e Progetto, Galassi Mingozzi e associati” in Bologna: a design study in which the author has gained the fundamental cultural knowledge and professional experience to develop the themes dealt with. 4. Il progetto di Pieve di Cento, elaborato in tutti i suoi aspetti nello studio “Ricerca e Progetto, Galassi Mingozzi e associati” in Bologna, ha interessato un gruppo di lavoro multidisciplinare organizzato secondo i metodi della progettazione integrata. In particolare A. Mingozzi è progettista e d.l. generale e architettonico; S. Bottiglioni è progettista degli impianti. Entrambi hanno curato gli aspetti di controllo ambientale. L’edificio fa parte di un intervento residenziale su scala urbanistica, improntato alla sostenibilità, in cui la gestione dell’impatto sole-aria ha profondamente motivato le scelte progettuali. The Pieve di Cento project was developed in all aspects in the “Ricerca e Progetto study done by Galassi Mingozzi e associati” in Bologna, and was done with a multidisciplinary work group organised on the basis of integrated planning methods. In particular A. Mingozzi is the designer, general site engineer and clerk of works; S. Bottiglioni is the designer of the plants; and both dealt with the aspects of environmental control. The building is part of an urban residential project, aimed at sustainability, in which the management of the sun-air impact has deeply influenced the design. 5. Allo scopo è stato utilizzato EnergyPlus, programma sviluppato nel Lawrence Berkeley National Laboratory per il Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti. Esso opera ad intervalli orari, nei quali calcola simultaneamente i flussi convettivi e radianti, e ricava una soluzione basata sul bilanciamento del calore. È uno degli strumenti più evoluti per l’analisi energetica del sistema edificio-impianto (http://www.eere.energy.gov/buildings/energyplus/). For this purpose EnergyPlus was used, a programme developed in the Lawrence Berkeley National Laboratory for the US Department of Energy. It operates at hourly intervals, in which it simultaneously calculates the convective and radiant flows, and produces a solution based on the thermal balance. This is one of the most highly-evolved instruments for the energy analysis of the building-plant system (http:// www.eere.energy.gov/buildings/energyplus/). 6. Sono state seguite le indicazioni di: D.Lgs. 192/05, UNI EN 832, Raccomandazione CTI R 03/3, dati climatici UNI 10349. The indications of the following documentation were observed: Legislative Decree 192/05, UNI EN 832, Recommendation CTI R 03/3, climate data UNI 10349. 43 L’evoluzione del D.Lgs. 192/2005. Verifiche e orientamenti tecnico-costruttivi di A. Campioli, S. Ferrari, M. Lavagna Politecnico di Milano, Dipartimento BEST, Milano La pubblicazione delle disposizioni correttive e integrative al D.Lgs. 192/2005 (D.Lgs. n.311 del 29 dicembre 2006) modifica le regole del regime transitorio, in attesa dei decreti attuativi e dello schema per la certificazione energetica degli edifici. Rimane ambiguo il quadro di riferimento delle modalità di calcolo e verifica, mentre vengono proposti nuovi valori limite e prescrizioni prestazionali che impongono maggiore attenzione alle scelte tecnicocostruttive. A più di un anno e mezzo di distanza dall’emanazione del D.Lgs. 192 del 2005 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia” (vedi articolo “Gli involucri edilizi e il rendimento energetico degli edifici”, Costruire in Laterizio, n. 111, giu. 2006), mentre erano attesi i decreti attuativi e i criteri generali per la certificazione energetica, è stato invece emanato il D. Lgs. 311/06 recante “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192”, tramite il quale vengono apportate delle modifiche alle prescrizioni già presenti nel primo decreto, soprattutto a quelle inerenti i requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici. ATTESTATO DI QUALIFICAZIONE ENERGETICA VERSUS CERTIFICAZIONE ENERGETICA Per gli edifici di nuova costruzione viene introdotta, a partire da subito, l’obbligatorietà di un attestato di qualificazione energetica da presentare al Comune contestualmente alla dichiarazione di fine lavori. E’ responsabilità del direttore lavori asseverare sia l’attestato di qualificazione energetica, sia la conformità delle opere realizzate al progetto e alla relazione tecnica. La procedura per il calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento da dichiarare nell’attestato deve fare riferimento a norme tecniche, in particolare ai metodi elaborati in ambito CEN, elencati nell’allegato M, e in particolare alla norma UNI EN 832 per gli edifici residenziali e alla norma UNI EN ISO 13790 per gli altri edifici. Per gli edifici esistenti viene imposto l’obbligo della 44 certificazione energetica al momento della vendita dell’immobile, con tre soglie temporali: a decorrere dal 1 luglio 2007 per gli edifici con superficie utile superiore ai 1000 m2, a decorrere dal 1 luglio 2008 per gli edifici con superficie utile inferiore ai 1000 m 2 in caso di trasferimento a titolo oneroso dell’intero immobile con l’esclusione delle singole unità immobiliari, a decorrere dal 1 luglio 2009 per le singole unità immobiliari. Resta aperto il problema del riconoscimento dei soggetti abilitati a produrre le certificazioni. Fino alla data di entrata in vigore delle “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”, l’attestato di certificazione energetica degli edifi ci è sostituito dall’attestato di qualifi cazione energetica (a cura del direttore lavori) o da “una equivalente procedura di certificazione energetica stabilita dal Comune con proprio regolamento antecedente alla data dell’8 ottobre 2005”. Le procedure comunali decadranno con l’entrata in vigore delle “Linee guida nazionali”. Al di là dunque dei Comuni che avevano già legiferato in materia, non sono state abilitate figure a emettere la certificazione energetica, per cui tutto rimane in sospeso (nonostante la direttiva europea imponesse l’entrata in vigore della certificazione energetica a partire già da gennaio 2006). Altra questione aperta è quella della messa a punto di una metodologia “nazionale” per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici. All’estero, in attesa dell’emanazione del regolamento definitivo in materia di certificazione energetica, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Germania, Danimarca e Belgio hanno partecipato al progetto internazionale “Impact” (IMproving energy Performance Assessments and Certification schemes by Tests), che aveva come obiettivo quello di testare sistemi di certificazione del patrimonio edilizio esistente, attraverso casi pilota e di derivare da tali applicazioni delle raccomandazioni per migliorare tool, schemi di certificazione, oltre che modalità per la formazione degli esperti accreditati e per la comunicazione delle informazioni tra il settore tecnico e l’utenza che utilizzerà l’edificio. Nel caso specifico della Spagna, tale progetto si sta attualmente concentrando sulla certifi cazione di sedici edifi ci, di cui undici residenziali, applicando due differenti software di calcolo: il codice EPA-NR, e la sua versione per il residenziale EPA-ED, e il codice LIDER- CALENER, che sarà il tool ufficiale in Spagna per il residenziale e il terziario di piccole dimensioni, mentre per quello di grandi dimensioni si utilizzerà sempre il programma di calcolo CALENER basato però sul più sofisticato codice DOE2.2. L’obiettivo è comunque quello di mettere a disposizione a livello nazionale uno strumento condiviso, sotto forma di software, utilizzabile dai certificatori (e dai progettisti). In Italia, la mancata emanazione dei decreti contenenti i criteri generali e le metodologie di calcolo per la certifi cazione energetica degli edifi ci sta determinando una proliferazione di strumenti e metodi messi a punto da diversi soggetti, con l’inevitabile risultato di provocare disorientamento negli utenti finali, che ancora non hanno maturato una grande esperienza sul fronte della certificazione energetica degli edifici e sugli aspetti energetici del costruire in generale. E il decreto “correttivo”, che si limita a demandare alle Regioni l’applicazione di un sistema di certificazione energetica coerente con i principi generali del decreto stesso, non ha certo posto le basi per una soluzione del problema all’interno di una quadro di riferimento coordinato a livello nazionale. Su questo fronte la direttiva 2002/91/CE prevede la possibilità di calcolare il rendimento energetico degli edifici in base a una metodologia, che può anche essere differenziata a livello regionale, ma sottolinea chiaramente anche come ogni interpretazione locale debba fare riferimento a “un’impostazione comune” allo scopo di creare un contesto omogeneo che renda l’informazione sul rendimento energetico degli edifici “un elemento di trasparenza sul mercato immobiliare comunitario”. Nella direttiva si fa quindi riferimento allo sviluppo di metodologie di calcolo che portino a una armonizzazione delle procedure a livello comunitario. In effetti il CEN ha elaborato in questi anni una serie di norme di riferimento per gli stati europei: le norme già disponibili sono quelle relative al calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento (la norma UNI EN 832 per gli edifi ci residenziali e la norma UNI EN ISO 13790 per gli altri edifici), al calcolo della trasmittanza termica di finestre e chiusure (UNI EN ISO 10077-1), al calcolo del coeffi ciente di perdita per trasmissione per determinare la prestazione termica degli edifici (UNI EN 13789) e al calcolo delle portate d’aria negli edifici residenziali per la ventilazione (UNI EN 13465). Sono inoltre disponibili le norme per il calcolo dei ponti termici (UNI EN ISO 10211-1, UNI EN ISO 10211-2, UNI EN ISO 14683). Molte altre norme tecniche sono in via di definizione. METODI DI CALCOLO E RISULTATI ATTESI La questione delle modalità di calcolo di riferimento è il punto più delicato e ambiguo. Il decreto privilegia l’uso di norme tecniche emesse da organismi come UNI e CEN, ma indica la possibilità di avvalersi anche di altre procedure, purché “compatibili” nei risultati (“l’utilizzo di altri metodi, procedure e specifiche tecniche sviluppati da organismi istituzionali nazionali, quali l’ENEA, le università o gli istituti del CNR, è possibile purché i risultati conseguiti risultino equivalenti o conservativi rispetto a quelli ottenibili con i metodi di calcolo precedentemente detti”). Inoltre va sottolineato che il decreto “correttivo” mantiene la verifica del solo fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale, senza introdurre la verifica del fabbisogno energetico estivo (che probabilmente sarà omessa anche nella certificazione energetica degli edifici), nonostante nella direttiva europea 2002/91/CE si faccia esplicito riferimento alla “crescente proliferazione degli impianti di condizionamento dell’aria nei paesi del sud dell’Europa” e conseguentemente si indichi che “dovrebbe essere accordata priorità alle strategie che contribuiscono a migliorare il rendimento termico degli edifici nel periodo estivo”. E in questa prospettiva sarebbe quanto mai opportuno che la considerazione dei consumi estivi venisse assunta all’interno del quadro di riferimento normativo e nelle metodologie e negli strumenti di calcolo del fabbisogno energetico di un edificio. Spagna e Portogallo si sono mosse proprio in questa direzione. Al contrario, l’attenzione dedicata dalla maggior parte degli stati europei si è incentrata sulla riduzione dei consumi invernali, trascurando la verifica che le scelte tecnico-costruttive vantaggiose in periodo invernale siano efficaci anche in periodo estivo (sia sotto il profi lo dei consumi energetici, sia sotto il profilo del comfort termico). La procedura di calcolo prevista per la verifica del fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale contenuta nella norma UNI EN 832 conferisce un ruolo fondamentale alla trasmittanza termica dell’involucro, non tenendo in debito conto il contributo della massa termica e dell’inerzia nella riduzione dei consumi energetici. Questo approccio privilegia soluzioni tecniche di involucro leggere molto isolate, a detrimento di soluzioni con resistenza termica magari inferiore ma dotate di elevata capacità termica, il cui effetto volano contribuisce non solo al comfort termico, ma anche al contenimento dei consumi energetici (sia invernali che estivi). Nella UNI EN 832 la massa viene considerata per determinare il fattore di utilizzazione degli apporti di calore interni (guadagni dovuti alle sorgenti di energia interne e guadagni solari recepiti attraverso le superfi ci trasparenti dell’involucro) ma non viene 45 debitamente computata in termini di controllo dei fl ussi di calore esterni all’involucro (riconducibili alle variazioni della temperatura dell’aria e dell’intensità di radiazione solare incidente sulle superfici opache). Un sistema di certificazione energetica che non considera i consumi estivi, che fa riferimento a modalità di calcolo in regime stazionario basate solo sulla trasmittanza termica e trascuranti la massa e che non prevede verifi che di comfort termico appare uno strumento di certificazione poco calato e adeguato rispetto al contesto climatico italiano. Per tenere in debito conto il ruolo della massa termica e per valutare i consumi energetici estivi occorrerebbe fare riferimento a procedure di calcolo “in regime dinamico”, attraverso l’uso di adeguati strumenti informatici. Ma spesso la sofi sticatezza delle procedure di calcolo per un avvicinamento alla realtà si distanzia dalla necessità di semplificazione necessaria per rendere accessibile e praticabile la procedura di calcolo a un numero il più possibile allargato di utenti: mentre i dati di input e il controllo della procedura dei calcoli in regime stazionario sono abbastanza semplici anche per un “tecnico” non particolarmente esperto, i dati di input e il controllo della procedura dei calcoli in regime dinamico richiedono competenze specialistiche. Occorre quindi sottolineare come la necessità di predisporre modalità di calcolo “semplificate” impedisca di fatto di considerare il contributo al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edifi cio legato all’insieme delle caratteristiche dei materiali utilizzati e non soltanto in relazione alla loro conducibilità termica. Il dibattito sulle procedure di calcolo è dunque aperto, ampio, complesso; ma è di fondamentale importanza dal momento che crea orientamenti di mercato, promuove tecnologie e scelte materiche, indirizza la progettazione. verifica del rendimento energetico degli edifici viene affi data a dati di input relativi alle proprietà termiche dei materiali da costruzione attinti all’interno di repertori (CTI) o norme tecniche (UNI) oppure contenute nelle banche dati dei software: tali dati restituiscono uno scenario prestazionale molto distante dall’offerta effettiva del mercato. Esiste cioè una distanza tra la rapidità delle innovazioni tecniche che si susseguono sul mercato e la lentezza dell’adeguamento normativo: particolarmente emblematico è il riferimento, ancora in atto, alla norma UNI 10355 che contiene valori di resistenza termica di murature (costituite da strati di materiali non omogenei) con soluzioni tecniche superate e non riconducibili all’offerta di prodotti attuali. La necessità di aggiornare i valori di riferimento, in modo da “premiare” soluzioni tecniche specifiche, qualificate dalla scelta di prodotti particolarmente performanti, deve essere però supportata da una adeguata informazione tecnica messa a disposizione dai produttori: spesso infatti è la diffi coltà di reperimento delle informazioni (e la loro scarsa chiarezza) a frenare i tecnici che elaborano i calcoli energetici e a indirizzarli verso l’uso di repertori, conosciuti e affi dabili, la cui interpretazione non lascia spazio a dubbi. Se l’attendibilità dei dati può essere considerata risolta dalla direttiva sui materiali da costruzione e dalla marcatura CE, che ha proprio il compito di responsabilizzare i produttori rispetto ai dati dichiarati, ancora piuttosto frammentaria e ambigua è la comunicazione dei dati che avviene attraverso la marcatura CE rispetto alla ricchezza di dati di input che sono necessari per le valutazioni energetiche. Occorrerebbe che i produttori costruissero una informazione tecnica di prodotto funzionale a mettere a disposizione dei termotecnici i dati utili ai fini delle verifiche energetiche (promuovendo una cultura del dato primario, rispetto all’uso che viene fatto attualmente di dati provenienti da repertori). I DATI PER IL CALCOLO ENERGETICO E LE PRESTAZIONI DI PRODOTTO INDICAZIONI PRESTAZIONALI Una ulteriore questione riguarda l’affermazione contenuta nella direttiva 2002/91/CE sul fatto che “occorrerebbe prevedere la possibilità di un rapido adeguamento del metodo di calcolo” in relazione al progresso tecnologico dei materiali da costruzione e quindi al miglioramento continuo delle prestazioni offerte: oltre alla questione legata alla “completezza” delle procedure di calcolo rispetto ai parametri coinvolti (trasmittanza termica, capacità termica), esiste spesso anche una notevole approssimazione delle caratteristiche prestazionali relative a materiali e componenti edilizi assunte nelle procedure di calcolo (senza tenere in considerazione le evoluzioni prestazionali dei prodotti del mercato e le innovazioni di prodotto volte al miglioramento del comportamento energetico degli edifici). Spesso la Il decreto legislativo sulle “Disposizioni correttive ed integrative” rinvia dunque la definizione delle procedure per la certifi cazione energetica, ma rinnova la definizione di requisiti energetici minimi cogenti. Nell’allegato C propone nuovi valori di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, operando una separazione tra valori di riferimento per gli edifi ci residenziali e per tutti gli altri edifici e dando tre soglie temporali (2006, 2008, 2010) di entrata in vigore di valori via via più restrittivi. Per gli edifici residenziali i valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale sono espressi in kWh/m2 anno (tab. I), mentre per tutti gli altri edifici i valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione 46 Tab. Ia - Valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in kWh/m2 anno, valido per gli edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme. GG S/V 0,2 S/V 0,3 S/V 0,4 S/V 0,5 S/V 0,6 S/V 0,7 S/V 0,8 S/V 0,9 < 600 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100 2200 2300 2400 2500 2600 2700 2800 2900 3000 >3000 10,0 10,0 11,7 13,3 15,0 17,0 19,0 21,0 23,0 25,0 27,1 29,3 31,4 33,6 35,7 37,9 40,0 41,7 43,3 45,0 46,7 48,3 50,0 51,7 53,3 55,0 55,0 15,0 15,0 17,1 19,3 21,4 23,9 26,3 28,7 31,1 33,6 35,9 38,3 40,6 43,0 45,3 47,7 50,0 52,0 54,0 56,0 57,9 59,9 61,9 63,9 65,9 67,9 67,9 20,0 20,0 22,6 25,2 27,9 30,7 33,6 36,4 39,3 42,1 44,7 47,2 49,8 52,3 54,9 57,4 60,0 62,3 64,6 66,9 69,2 71,5 73,8 76,1 78,4 80,7 80,7 25,0 25,0 28,1 31,2 34,3 37,6 40,9 44,1 47,4 50,7 53,5 56,2 59,0 61,7 64,5 67,2 70,0 72,6 75,2 77,9 80,5 83,1 85,7 88,3 91,0 93,6 93,6 30,0 30,0 33,6 37,1 40,7 44,4 48,1 51,9 55,6 59,3 62,2 65,2 68,2 71,1 74,1 77,0 80,0 82,9 85,9 88,8 91,7 94,7 97,6 100,6 103,5 106,4 106,4 35,0 35,0 39,0 43,1 47,1 51,3 55,4 59,6 63,7 67,9 71,0 74,2 77,3 80,5 83,7 86,8 90,0 93,3 96,5 99,8 103,0 106,3 109,5 112,8 116,0 119,3 119,3 40,0 40,0 44,5 49,0 53,6 58,1 62,7 67,3 71,9 76,4 79,8 83,2 86,5 89,9 93,3 96,6 100,0 103,6 107,1 110,7 114,3 117,9 121,4 125,0 128,6 132,1 132,1 45,0 45,0 50,0 55,0 60,0 65,0 70,0 75,0 80,0 85,0 88,6 92,1 95,7 99,3 102,9 106,4 110,0 113,9 117,8 121,7 125,6 129,4 133,3 137,2 141,1 145,0 145,0 Tab. Ib - Valori limite, applicabili dal 1° gennaio 2008, dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in kWh/m2 anno, valido per gli edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme. GG < 600 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100 2200 2300 2400 2500 2600 2700 2800 2900 3000 >3000 S/V 0,2 S/V 0,3 S/V 0,4 S/V 0,5 S/V 0,6 S/V 0,7 S/V 0,8 S/V 0,9 9,5 9,5 11,0 12,5 14,0 15,8 17,6 19,4 21,2 23,0 25,0 27,0 29,0 31,0 33,0 35,0 37,0 38,7 40,3 42,0 43,7 45,3 47,0 48,7 50,3 52,0 52,0 14,0 14,0 16,0 17,9 19,9 22,1 24,3 26,5 28,7 30,9 33,0 35,2 37,3 39,5 41,7 43,8 46,0 48,0 49,9 51,9 53,8 55,8 57,7 59,7 61,6 63,6 63,6 18,5 18,5 20,9 23,3 25,7 28,3 30,9 33,5 36,1 38,7 41,0 43,4 45,7 48,0 50,3 52,7 55,0 57,2 59,5 61,7 64,0 66,2 68,4 70,7 72,9 75,1 75,1 23,0 23,0 25,9 28,7 31,6 34,6 37,6 40,6 43,6 46,6 49,1 51,6 54,0 56,5 59,0 61,5 64,0 66,5 69,0 71,6 74,1 76,6 79,1 81,7 84,2 86,7 86,7 27,5 27,5 30,8 34,1 37,4 40,8 44,2 47,6 51,0 54,4 57,1 59,7 62,4 65,0 67,7 70,3 73,0 75,8 78,6 81,4 84,2 87,0 89,9 92,7 95,5 98,3 98,3 32,0 32,0 35,8 39,5 43,3 47,1 50,9 54,7 58,5 62,3 65,1 67,9 70,7 73,6 76,4 79,2 82,0 85,1 88,2 91,3 94,4 97,5 100,6 103,7 106,8 109,9 109,9 36,5 36,5 40,7 44,9 49,1 53,3 57,5 61,7 65,9 70,1 73,1 76,1 79,1 82,1 85,0 88,0 91,0 94,4 97,8 101,1 104,5 107,9 111,3 114,7 118,0 121,4 121,4 41,0 41,0 45,7 50,3 55,0 59,6 64,2 68,8 73,4 78,0 81,1 84,3 87,4 90,6 93,7 96,9 100,0 103,7 107,3 111,0 114,7 118,3 122,0 125,7 129,3 133,0 133,0 47 Tab. Ic - Valori limite, applicabili dal 1° gennaio 2010, dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in kWh/m2 anno, valido per gli edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme. GG S/V 0,2 S/V 0,3 S/V 0,4 S/V 0,5 S/V 0,6 S/V 0,7 S/V 0,8 S/V 0,9 < 600 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100 2200 2300 2400 2500 2600 2700 2800 2900 3000 >3000 8,5 8,5 9,9 11,4 12,8 14,5 16,2 17,9 19,6 21,3 23,1 24,9 26,7 28,6 30,4 32,2 34,0 35,4 36,8 38,3 39,7 41,1 42,5 44,0 45,4 46,8 46,8 12,4 12,4 14,2 16,0 17,8 19,9 21,9 23,9 25,9 28,0 29,9 31,9 33,9 35,8 37,8 39,8 41,7 43,4 45,0 46,7 48,4 50,0 51,7 53,4 55,0 56,7 56,7 16,4 16,4 18,5 20,7 22,9 25,2 27,6 29,9 32,3 34,6 36,8 38,9 41,0 43,1 45,2 47,3 49,4 51,3 53,2 55,1 57,0 59,0 60,9 62,8 64,7 66,6 66,6 20,3 20,3 22,8 25,4 27,9 30,6 33,3 35,9 38,6 41,3 43,6 45,8 48,1 50,4 52,6 54,9 57,1 59,3 61,4 63,6 65,7 67,9 70,0 72,2 74,3 76,5 76,5 24,2 24,2 27,1 30,0 32,9 35,9 38,9 42,0 45,0 48,0 50,4 52,8 55,2 57,6 60,0 62,4 64,9 67,2 69,6 72,0 74,4 76,8 79,2 81,6 84,0 86,3 86,3 28,1 28,1 31,4 34,7 37,9 41,3 44,6 48,0 51,3 54,7 57,2 59,8 62,3 64,9 67,5 70,0 72,6 75,2 77,8 80,5 83,1 85,7 88,3 91,0 93,6 96,2 96,2 32,1 32,1 35,7 39,3 43,0 46,6 50,3 54,0 57,7 61,3 64,0 66,7 69,5 72,2 74,9 77,6 80,3 83,2 86,0 88,9 91,8 94,6 97,5 100,4 103,2 106,1 106,1 36,0 36,0 40,0 44,0 48,0 52,0 56,0 60,0 64,0 68,0 70,9 73,7 76,6 79,4 82,3 85,1 88,0 91,1 94,2 97,3 100,4 103,6 106,7 109,8 112,9 116,0 116,0 Tab. IIa - Valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in kWh/m3 anno, valido per tutti gli altri edifici. 48 GG S/V 0,2 S/V 0,3 S/V 0,4 S/V 0,5 S/V 0,6 S/V 0,7 S/V 0,8 S/V 0,9 < 600 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100 2200 2300 2400 2500 2600 2700 2800 2900 3000 >3000 2,5 2,5 3,2 3,8 4,5 5,1 5,7 6,3 6,9 7,5 8,1 8,8 9,4 10,1 10,7 11,4 12,0 12,4 12,9 13,3 13,8 14,2 14,7 15,1 15,6 16,0 16,0 3,7 3,7 4,6 5,4 6,3 7,0 7,7 8,3 9,0 9,7 10,4 11,1 11,8 12,5 13,2 13,9 14,6 15,1 15,7 16,2 16,8 17,3 17,9 18,5 19,0 19,6 19,6 4,9 4,9 6,0 7,0 8,1 8,8 9,6 10,4 11,2 11,9 12,7 13,4 14,2 14,9 15,7 16,4 17,1 17,8 18,5 19,1 19,8 20,5 21,1 21,8 22,5 23,1 23,1 6,1 6,1 7,4 8,6 9,9 10,7 11,6 12,4 13,3 14,1 14,9 15,7 16,5 17,3 18,1 18,9 19,7 20,5 21,3 22,0 22,8 23,6 24,4 25,2 25,9 26,7 26,7 7,4 7,4 8,8 10,2 11,6 12,6 13,5 14,5 15,4 16,4 17,2 18,1 18,9 19,7 20,6 21,4 22,3 23,2 24,1 25,0 25,8 26,7 27,6 28,5 29,4 30,3 30,3 8,6 8,6 10,2 11,8 13,4 14,5 15,5 16,5 17,5 18,6 19,5 20,4 21,3 22,2 23,1 24,0 24,9 25,9 26,9 27,9 28,9 29,9 30,9 31,9 32,9 33,9 33,9 9,8 9,8 11,6 13,4 15,2 16,3 17,4 18,6 19,7 20,8 21,7 22,7 23,6 24,6 25,5 26,5 27,4 28,5 29,7 30,8 31,9 33,0 34,1 35,2 36,3 37,4 37,4 11,0 11,0 13,0 15,0 17,0 18,2 19,4 20,6 21,8 23,0 24,0 25,0 26,0 27,0 28,0 29,0 30,0 31,2 32,4 33,7 34,9 36,1 37,3 38,6 39,8 41,0 41,0