∂ 2013 ¥ 6 ∂ – Rivista di Architettura 2013 ¥ 6 Costruzioni massive Traduzioni in italiano1 Inserto ampliato in italiano Traduzione: Rossella Mombelli E-Mail: [email protected] ‡ Langlebige Konstruktionen ‡ Recyclingziegel, Gewölbetechniken, Lehmziegelwände ‡ Kulturhaupstadt Marseille Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture Serie 2013 · 6 · Massive Bauten · Solid forms of Constructions · Construction et masse Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: www.detail.de http://it.detail-online.com/architettura/news/costruzioni-massive-021247.html http://www.detail.de/architektur/news/massive-bauten-021219.html http://www.detail-online.com/architecture/news/solid-forms-of-construction-021237.html Pagina 594 Materiale come punto di partenza Francis Kéré Lo strumento di maggiore importanza nelle mani dell’architetto, a prescindere dalle congetture intellettuali, è il materiale con cui si costruiscono le case. Anche se l’uomo è centrale in ogni scelta progettuale in quanto è colui che ne dovrebbe trarre vantaggio, il materiale prevarica ogni cosa. Come architetto, posso affermare che nei miei progetti la questione centrale è pur sempre legata alla disponibilità dei materiali e ad un’adeguata applicazione degli stessi. Questo indipendentemente dal fatto che si tratti di terra cruda, di legname autoctono, bambù o altro. Per il Parco Nazionale del Mali a Bamako ad esempio, i committenti auspicavano che fosse costruito un padiglione con metodi simili a quelli applicati per l’edificio in terra cruda a Gando, ma in una veste di maggior pregio. Dopo che vidi nel parco le falesie dove ci si arrampica per raggiungere diversi siti, mi sono chiesto perché non utilizzare la stessa pietra per le pareti di un edificio. Dopo l’iniziale scetticismo, abbiamo convinto i committenti. Tagliando dalle falesie in pietra arenaria abbiamo ricavato il materiale lapideo per il rivestimento delle pareti esterne. La scelta conferisce all’edificio un’identità connessa al luogo oltre ad essere uno sgravio di costi. Per la lavorazione del materiale lapideo, abbiamo impiegato artigiani locali tra cui anche donne, per il fatto che alcune lavorazioni artigianali di finitura sono abbastanza diffuse tra gli abitanti del Mali. Non appena sono sorte dal terreno le prime mura, l’edificio è stato accolto con ampio consenso da parte della popolazione giunta al cantiere da ogni angolo della città. Infine la Fondazione Aga-Khan ci ha incaricato di un altro progetto in Mali, il museo in terra cruda a Mopti. L’elaborazione dell’architettura ha preso forma da un lato sulle proporzioni del progetto, ma decisive sono state le specificità del ­luogo e le condizioni climatiche. Quando si hanno i mezzi, per prima cosa molti installa- no apparecchi di condizionamento negli ambienti. Siamo, invece, convinti che in uno dei paesi più poveri al mondo, sia necessario affrontare la questione climatica in maniera completamente diversa. E’ essenziale cercare alternative più semplici e meno costose rispetto alle tecniche più dispendiose di climatizzazione. Questo è il processo che caratterizza la nostra architettura. Dove piove molto, sono necessarie coperture di grande aggetto per proteggere l’edificio e per offrire un luogo di riparo alle persone. Se nelle aree limitrofe il clima è torrido, progettiamo edifici aperti affinché si garantisca la ventilazione, diversamente si creerebbe un elevato tasso di umidità all’interno. Confrontiamo ad esempio Accra in Ghana con Ouagadougou in Burkina Faso: i due siti sono collocati in zone climatiche molto diverse tra loro. In Burkina c’è un clima quasi desertico, mentre ad ­Accra il clima è tropicale umido. Modellando la copertura di un edificio è possibile rispondere alle differenti condizioni climatiche presenti in loco. Durante i miei studi in Germania, mi sono ­interessato in maniera particolare all’archi­ tettura solare, al lavoro svolto da Thomas Herzog che risponde alle questioni energetiche e contemporaneamente possiede leggerezza e intensità. Il mio interesse verteva sulla leggerezza formale e gli eco-vantaggi della tecnologia costruttiva in legno. Nel torrido clima dell’Africa, la questione non ruota intorno all’isolamento e al guadagno termico, si devono, piuttosto perseguire obbiettivi opposti. Se in Europa il legno viene considerato ecologico in quanto risorsa rinnovabile, alla stessa stregua lo è la terra cruda in Africa. Analizzando le tecnologie costruttive tradizionali, si osserva che i luoghi di riunione vengono eretti in collaborazione con la collettività. Nella mia architettura ho sempre scelto di sviluppare le tradizioni costruttive autoctone facendo riferimento a conoscenze scientificamente fondate sul clima e sull’aerazione derivatemi dagli studi universitari che ho svolto in Europa. Mentre in Europa un involucro è fatto in modo tale che in inverno possa contribuire al guadagno termi- co e durante l’estate a raffrescare, in Africa aspiriamo soprattutto a mantenere l’interno fresco basandoci sulle nozioni del sapere tradizionale. Il processo lavorativo in loco è tradizionale, non ci sono artigiani ad elevata specializzazione sul cantiere ma il processo di costruzione in alcuni casi deve essere eseguito anche da persone prive di formazione. Il nostro compito è tenere sotto osservazione sin dall’inizio questo processo, cosa che naturalmente si esprime nell’edificio caratterizzandone l’immagine. Elementi in muratura di terra cruda per il Ginnasio La decisione poi del governo di supportare oltre alla scuola primaria anche quella secondaria, ha cambiato completamente le prospettive dei giovani di Gando. L’accessibilità all’istruzione eleva le probabilità di fonti di guadagno stabili per le generazioni successive. Il ginnasio a Gando si allontana dal concetto di istruzione autoctona in quanto gli studenti hanno la possibilità di continuare a studiare anche dopo la scuola primaria. A nuovo complesso scolastico appartengono 12 aule didattiche oltre ad un’aula magna, una biblioteca, un edificio amministrativo e diversi campi sportivi. La scuola è stata concepita per circa 1000 studenti e progettualmente si ispira alle masserie rurali tradizionali disseminate in Burkina Faso. Le stecche delle aule sono disposte secondo un layout circolare a creare una corte ­interna protetta dal vento caldo di sabbia proveniente da Oriente. Aperto lungo il lato occidentale, l’edificio sfrutta climaticamente le brezze. Le temperature torride del Burkina Faso pregiudicherebbero l’attività didattica e la qualità dell’istruzione se svolte in un edificio non climatizzato. Per questo abbiamo escogitato un innovativo sistema di climatizzazione naturale: la forza naturale del vento porta aria negli spazi interni attraverso tubazioni posate in trincea sotto i fabbricati, ulteriormente raffrescati dai serbatoi dell’acqua piovana. L’aria calda nelle aule viene estratta con 2 Traduzioni in italiano l’ausilio di piccole aperture ricavate nel ­solaio. L’aerazione naturale viene favorita dalla piantumazione di essenze vegetali e dall’introduzione di una facciata a doppia pelle; in altri termini, si riduce di 5° C la ­temperatura dell’aria. In questo progetto abbiamo lavorato per la prima volta con moduli parete. Non abbiamo impiegato i mattoni in terra cruda nobilitati con polvere di cemento che avevamo impiegato negli altri progetti, ma abbiamo colato la terra in sezioni di casseforme autoportanti d’altezza d’interpiano. Con questo metodo abbiamo risparmiato sul laborioso processo di compattare e murare i mattoni. Il nostro obbiettivo era utilizzare la terra cruda, un materiale edile particolarmente flessibile, impiegandolo nel rispetto di tutte le proprietà naturali che lo caratterizzano senza utilizzarlo come mattone. Per garantire una scasseratura rapida del manufatto in terra cruda gettato in opera, è stata addizionata una frazione di cemento. Esperimenti mostrano che l’aggiunta di cemento può anche essere minima: due sacchi di cemento in linea generale sono sufficienti. L’aspetto che ne risulta esprime l’estetica della costruzione in terra cruda. Il materiale principale viene recuperato in loco, al massimo a distanza di circa 600 metri. Al di sotto dello strato di Humus, il terreno presenta un contenuto ferroso che conferisce agli elementi il tipico colore rosso. La massiccia deforestazione perpetrata in passato ha condotto ad una progressiva desertificazione. In questo progetto cerchiamo di implementare, tra l’altro, il patrimonio forestale con nuove piantumazioni che irrighiamo con acqua piovana. Dato che non abbiamo integrato apparecchi di climatizzazione o similari e le risorse presenti, naturali e gratuite, vengono utilizzate direttamente, questo fa si che il fabbisogno energetico per la costruzione e la gestione della scuola ­risultino limitati al minimo. La biblioteca della scuola di Gando Anche il caso o decisioni relativamente spontanee prese in loco hanno grande ­influenza nel processo architettonico. ­Integrate nel processo in maniera opportuna, non solo non ne pregiudicano la qualità dell’edificio ma anzi la possono ulteriormente elevare. Nella biblioteca scolastica di Gando abbiamo utilizzato brocche di terracotta d’uso comune come elementi di ventilazione; una volta sezionate, sono state inserite nel getto del solaio di calcestruzzo in questa nuova forma, in corrispondenza delle asole d’apertura per la ventilazione. Cerchiamo sempre di integrare materiali disponibili in ­loco per trasformarli adeguatamente. La funzione delle aperture è determinata ­dalle condizioni climatiche: esse provvedono anche al ricambio d’aria e di conseguenza al raffrescamento. La dispensa del ristorante del Parco Nazionale del Mali è invece climatizzata: l’intero complesso in generale possiede un elevato standard di comfort e per questo sempre più spesso vi si svolgono 2013 ¥ 6 ∂ i dibattiti dei capi di Stato e di Governo sul futuro del paese. Trasformazione delle tecniche tradizionali Anche se nelle nostre architetture traiamo vantaggio da circostanze favorevoli, fondamenta del nostro lavoro è sempre e comunque un’accurata analisi del luogo e delle ­risorse ivi disponibili supportata da solide conoscenze. Il nostro studio progetta architetture che non si basano mai esclusivamente su criteri estetici. Alcuni progettisti di strutture sono inizialmente alquanto scettici nei confronti delle coperture di grande ­aggetto che progettiamo. Osservando le ­costruzioni tradizionali del mio paese natio, è evidente che può funzionare. In Burkina Faso c’è il “Tuguna”, il luogo di raduno degli uomini della comunità. Le strutture dove gli uomini dei villaggi si siedono sono molto basse, possiedono una copertura in legno rivestito di paglia e talvolta sono alte un ­metro e mezzo dal piano di calpestio. Spesso le travi di legno vengono disposte una accanto all’altra e rivestite da materassini di paglia con funi come unico elemento di fissaggio dell’intero sistema. Questi edifici ­sono aperti lungo il perimetro e rimangono eretti per tre o quattro anni sino a che devono essere ristrutturati perché la paglia deve essere ripristinata o perché le termiti ne hanno divorato il legno. Il vento non destabilizza la costruzione; le strutture di copertura che realizziamo sono perimetralmente aperte in modo tale che l’aria possa fluire al di sotto. Lo scheletro portante è esile ma crea poca resistenza al vento. Gli innesti derivano dalle costruzioni tradizionali. Rispetto ai convenzionali edifici in terra cruda, come si trovano anche in Mali, la combinazione di coperture aerate con pareti in terra cruda costituisce una moderna tecnologia costruttiva. Abbiamo sperimentato con il tradizionale e osato con l’innovazione. Non abbiamo escogitato nulla, applichiamo tecnologie costruttive tradizionali trasformandole. Che si tratti della scuola secondaria di Gando dove attualmente stiamo saldando un’ulteriore porzione di copertura, oppure della località operistica promossa da Christoph Schlingensief a Laongo, dove attualmente un’altra squadra sta lavorando, in tutti i progetti vengono sfruttate le soluzioni tradizionali. All’inizio non utilizzavamo mai legno, dato che si sapeva che le termiti divorano tutto nel giro di tre anni. Tra l’altro, il fenomeno è alquanto rischioso se si tratta di luci architettoniche ampie. Oggi sono a conoscenza di come utilizzare il legno di eucalipto nelle costruzioni, senza che l’intera struttura venga compromessa. Casa delle donne a Gando Nell’edificio dell’associazione femminile a Gando, che doveva offrire alle donne della regione una piattaforma per migliorare ­l’istruzione e la situazione economica sono state inserite grandi brocche nelle pareti esterne dell’edificio. Le donne nelle località africane utilizzavano queste brocche che in parte sono da loro stesse prodotte per la conservazione di ogni cosa. La terra cruda delle pareti esterne viene miscelata con ­paglia in un procedimento di lavorazione ­comunitario tra donne e uomini e le brocche inserite nelle pareti laddove possono costituire vani cavi accessibili dall’interno: le brocche inserite nelle pareti hanno dunque la funzione di scaffalatura, recipienti per la conservazione dell’acqua e dispense alimentari. Iniziative locali come nuove chance Un continente come l’Africa avrebbe il potenziale di svilupparsi in maniera positiva se gli uomini avessero accesso all’informazione. Dunque, l’istruzione è fondamentale. Troppo spesso si guarda solo all’Occidente con tutte le sue molteplici possibilità assumendo di conseguenza modelli errati, come chi pensa di vivere in Africa come i capi di stato occidentali che si muovono in auto blindate per motivi di sicurezza. Emulare stili di vita altrui non porta nulla al continente se questo avviene sfruttando le sue risorse. Per imitare i paesi industriali occidentali, in Africa mancano i mezzi e le possibilità tecniche, inoltre, i fondamenti culturali sono molto diversi. In Africa cimentarsi con la tecnologia a pannelli solari solo perché c’è molto sole non ha molto senso; se i prodotti si guastano, in Africa non possiamo né riciclarli, né ­ripararli. Cambieremo il continente in maniera positiva solo quando ci relazioneremo a modelli concreti utilizzando i mezzi a nostra disposizione. In Burkina Faso, gli edifici in terra cruda suscitano vasto interesse e questo ci dà la speranza che si creino sempre più iniziative locali. Sempre più frequentemente si svilupperebbero in tutta l’Africa alcuni modelli che andrebbero a migliorare il futuro del continente. Museo Internazionale per la Croce Rossa e per l’associazione umanitaria Red Crescent a Ginevra Nel nostro lavoro trasferiamo conoscenze dall’Europa all’Africa, ma in Europa possiamo anche imparare dall’Africa. Dopo che il direttore del Museo della Croce Rossa Internazionale di Ginevra ebbe visitato con me il Burkina Faso, siamo riusciti a realizzare il nostro primo progetto in Europa. La nuova mostra permanente del museo è stata allestita da tre architetti con diversi retroscena culturali incentrati su una determinata tematica. Gringo Cardia, brasiliano, ha allestito il settore della mostra dedicata a “Proteggiamo il miracolo dell’uomo”, Shigeru Ban, giapponese, ha curato la sezione: “Lotta contro la mortalità” ed io “Riunione di famiglia”. Abbiamo realizzato elementi in un materiale di nuova generazione, fango rinforzato con fibra di canapa che abbiamo sviluppato in quanto il fango costipato richiedeva un processo laborioso e in Europa sarebbe costato troppo. A Ginevra la terra cruda non è disponibile. Tuttavia ci siamo ∂ 2013 ¥ 6 imbattuti in una villa nelle immediate vicinanze costruita in fango costipato. Repentinamente si è presentata la Camera degli Artigiani richiedendo di intervenire sul cantiere con praticanti in cambio di un supporto economico nei costi del museo. Il nostro obbiettivo era indurre ad un dialogo gli attori del processo, dal committente attraverso l’architetto sino agli artigiani. Nei paesi ad elevato contenuto tecnologico spesso manca una relazione diretta con il materiale, la prassi è spesso disgiunta dal pensiero. Tuttavia, ­anche qui c’è la sensibilità di vedere come un materiale da costruzione si comporta ­durante la lavorazione. Forse avremo fortuna e questa qualità dell’architettura tornerà ad essere presente anche da noi. Pagina 622 Atelier a Dublino L’atelier di un artista situato nel giardino di proprietà arretra rispetto al filo stradale creando un’area a verde di ridotta estensione con funzione di cuscinetto tra la zona di lavoro privata e lo spazio di transito dei passanti. Il piccolo corpo di fabbrica si inserisce tra due nuovi spazi all’aperto, una corte e un giardino. Si compone di uno spazio unico con platea 5 × 5 e solaio a quota 75 cm sotto il livello del terreno che si trova alla stessa quota del piano del tavolo di lavoro. ­L’altezza varia tra 2,4 metri dell’ingresso e 3,15 metri al centro. Pareti e copertura sono realizzate in getti di calcestruzzo in opera con l’impronta delle venature di scassero che creano texture sulla superficie in calcestruzzo. Durante il giorno, due lunghi lucernari a nastro proiettano lame di luce sulle pareti. Un piano perimetrale di calcestruzzo levigato segue senza soluzione di continuità le pareti esterne della costruzione assolvendo la funzione di superficie di lavoro, di ­appoggio, di seduta e di relax, al pari dei gradini della scala all’ingresso. Lo spazio è caratterizzato da un’atmosfera distesa e ­introversa; le relazioni visive che si instaurano coll’intorno sono circoscritte ma privilegiano la posizione seduta dello spettatore. Lavorando in piedi, le finestre a nastro ­lasciano fluire all’interno luce e viste degli esterni. Le ampie superfici delle pareti sono disponibili per l’esposizione di quadri di grande formato. Sezione scala 1:400 Pianta • Vista della copertura Sezioni scala 1:200 1 2 3 4 5 Corte Tavolo da lavoro Panca Giardino Lucernario Programma Luce diurna Paesaggio Traduzioni in italiano3 Sezioni verticali scala 1:20 1 2 opertina in lamiera di alluminio 0,8 mm C Strato in pietrisco lavico 50 mm guaina impermeabilizzante sintetica 3 mm strato termoisolante 100 mm guaina bituminosa saldata 3 mm strato bituminoso a caldo 3 mm, c.a. 200 mm intradosso con impronta della cassaforma lignea 3 Calcestruzzo armato, autocompattante sabbiato esternamente 100 mm strato termoisolante XPS 100 mm, c.a., superficie con impronta di cassaforma lignea 160 mm 4 Strato di ghiaia bianca 5 Vetrazione isolante, elemento fisso Float 6 + ­intercapedine 12 + temprato 4 mm 6 Veneziana 7 Corpo illuminante con scocca in lamiera di acciaio 2 mm 8 Telaio di alluminio con struttura non a vista in ­profili di acciaio, posato in opera prima del getto del guscio interno di parete 9 Piano di lavoro in c.a., superficie lucidata 100 mm 10 Vetrazione isolante in monolitico di sicurezza 8 + intercapedine 15 + stratificato di sicurezza 8 mm 11 Telaio in profilo di alluminio 12 Compensato di betulla 15 mm massetto cementizio 100 mm strato di separazione strato termoisolante 100 mm c.a. 250 mm, impermeabilizzazione letto di sabbia 50 mm pietrisco costipato 225 mm Lavoro Verifica Esposizione Progettazione Pagina 626 Centro didattico a Sungai Penuh Sulle sponde del lago Kerinci, nella parte orientale di Sumatra sorge il nuovo centro didattico di una cooperativa di coltivazione e commercio di cannella dove agricoltori e coltivatori possono approfondire le proprie conoscenze sui fondamenti dell’economia sostenibile e del commercio globale della cannella. Tuttavia, l’obbiettivo del progetto modello ideato dagli architetti e dagli studenti norvegesi era soprattutto quello di mettere in relazione reciproca artigiani locali, tecniche costruttive e materiali edilizi. Per il progetto e la rapida esecuzione delle opere su un’area di quasi 500 metri quadrati era stato previsto un periodo di tre mesi e un budget di circa 30 000 Euro. Per adempiere ad entrambi i presupposti si rendeva necessario, da un lato, l’impiego di oltre 60 operai temporanei, dall’altro, la concezione di un progetto basato sulla disposizione di corpi di fabbrica separati intono ad una corte e la relativa separazione dei volumi. In questo modo si poté cominciare innalzando la struttura di copertura in legno sopra la platea di cemento armato, molto tempo prima di terminare le pareti intonacate. Allo stesso tempo, la tecnica adottata ha consentito la ventilazione e il raffrescamento naturale degli spazi interni e la separazione tra materiali dotati di diversa frequenza di oscillazione. Questo sistema ha recentemente contribuito a far si che il centro uscisse indenne da alcuni fenomeni sismici di cospicua grandez- za. Mentre i mattoni per la muratura provenivano dalle fornaci della regione, il legname utilizzato per la realizzazione della struttura di copertura, degli infissi e delle porte proveniva dalle foreste adiacenti alle coltivazioni di cannella della cooperativa. Ogni tronco è stato lavorato in tavole direttamente in cantiere. La conseguente brevità delle vie di trasporto e il costo contenuto del materiale oltre all’intima relazione con il paesaggio culturale e con la tradizione architettonica di Sumatra sono gli eccellenti risultati di questo esperimento. Pianta • Sezioni scala 1:250 1 2 3 4 5 6 7 Ingresso Corte interna Ufficio Showroom Sala formazione Laboratorio Cucina 1 amiera ondulata zincata, legno di cannella L | 60/60 mm, materassino di bambù trave in legno di cannella ¡ 60/150 mm Pilastro, struttura a Y in legno di cannella 2× ¡ 35/100 mm e 1× ¡ 60/100 mm Aperture di ventilazione Muratura di laterizio 200 mm, lato esterno rivestito di fango, lato interno intonacato Armatura della malta con rete elettrosaldata ogni 4 file di conci Telaio finestra in legno di cannella ¡ 30/210 mm fissaggio al muro con barre di armatura Ø 6 mm Tamponamento telaio finestra con legno di cannella Tamponamento telaio finestra con reticolo di bambù 2 3 4 5 6 7 8 Pagina 630 Centro visitatori del Castello di ­Heidelberg Il Castello di Heidelberg è annoverato tra i maggiori capolavori dell’architettura rinascimentale a nord delle Alpi. Le sue radici si spingono sino al XIV secolo; più volte ­distrutto durante la Guerra dei 30 anni, ­venne successivamente abbandonato. Oggi, la rinomata rovina è diventata un ­museo. Con oltre un milione di visitatori ­all’anno, è tra le più amate mete turistiche della Germania. Nel centro visitatori, il primo edificio di nuova costruzione dell’intera area in 400 anni di storia, gli ospiti vengono introdotti alla visita del complesso. Situato all’ingresso del castello e del giardino, il centro servizi costituisce insieme ad un piccolo casino estivo ad ovest del parco e ad una selleria eretta sotto Federico V ad est, l’elemento di chiusura dello Stückgarten. L’architettura si inserisce con rispetto nel complesso storico riprendendo altezze e ­allineamenti, recuperando elementi formali esistenti e reinterpretandoli. Gli intradossi delle finestre arretrate oltre due metri, citano le forme dell’adiacente selleria storica. Le aperture sono disposte per enfatizzare in modo teatrale il parco del castello e il portale titolato ad Elisabetta. Inoltre, le pareti peri- 4 Traduzioni in italiano metrali esterne di elevato spessore hanno una funzione estremamente pratica: vi si ­dispongono spazi accessori e scale, le ­nicchie poi lasciano spazio a vetrine, scaffalature ed elementi di seduta. La facciata è ­rivestita in arenaria locale della valle del Neckart, spaccata a macchina e posata a realizzare una muratura con un effetto quasi monolitico. In contrasto con la vitalità materica degli esterni, le superfici interne si presentano lineari e lisce. Le superfici vetrate si inseriscono a filo nei muri portanti in calcestruzzo armato intonacato in maniera del ­tutto simile ai corpi luminosi piani inseriti nel soffitto. Porte e arredi fissi sono in legno di ciliegio. L’elevato flusso di pubblico è regolato con l’ausilio di un sistema di orientamento che parte dall’area d’ingresso per spingersi sino agli spazi didattici del museo, sulla terrazza della copertura con vista verso il castello e attraverso la scala esterna nel ­vicolo sul retro, così da consentire un’affluenza perfettamente organizzata e intensa. Planimetria generale scala 1:4000 1 2 3 4 Casino estivo Centro visitatori Selleria storica Castello Sezioni • Piante scala 1:500 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Area d’ingresso Cassa Guardaroba Museum Shop Impianti Deposito Scala esterna Sala conferenza Sala pause, personale Ufficio Terrazza 1 ietra arenaria taglio sega, fugata a malta P 100 mm su strato di malta, guaina impermeabilizzante, isolante termico EPS in pendenza 80 mm barriera al vapore su fondo bituminoso Pietra arenaria taglio sega, fugata a malta 40 mm Intonaco acustico 4 mm, pannello di supporto dell’intonaco traforato 11 mm, pellicola PET strato di isolamento acustico 40 mm Pellicola diffusiva in PVC traslucido Pietra arenaria a spacco 90 mm, intercapedine d’aria 40 mm, strato termoisolante in lana minerale 120 mm, parete in c.a. 240 mm, intercapedine di aria1380 mm, parete in c.a. 240 mm, intonaco interno 38 mm Pietra arenaria taglio sega, fugata a malta 100 mm, supporti d’appoggio in profili } in ­acciaio inox 100/70/5 mm su strato di malta materassino protettivo, impermeabilizzazione strato termoisolante EPS in pendenza 80 mm barriera vapore su fondo bituminoso c.a. 180 mm Vetrazione isolante in stratificato 16 + intercapedine 10 + monolitico di sicurezza 16 mm in telaio di alluminio Pavimento alla veneziana 20 mm massetto cementizio 75 mm strato di separazione PE a doppia guaina massetto cementizio 20 mm pannello di particelle di legno con serpentina radiante, strato termoisolante XPS 60 mm guaina impermeabilizzante, platea c.a. 300 mm guaina impermeabilizzante strato termoisolante EPS 100 mm strato di magrone cementizio non armato 100 mm 2 3 4 5 6 7 8 2013 ¥ 6 ∂ Sezione verticale • Sezione orizzontale scala 1:20 1 2 Pagina 634 Sala del commiato a Ingelheim Estensioni longitudinali di superfici lapidee in pietra a spacco conferiscono caratterizzazione all’architettura arcadica del cimitero ­interconfessionale stretto tra l’abitato di ­Ingelheim e il vicino alveo del fiume Reno. L’ingresso, collocato nella parte a sud del terreno, si delinea con la cappella del commiato terminata nel 2012. Il concetto architettonico si sviluppa intorno alle mura che sono elemento di qualificazione dello spazio e che si addensano, talvolta si interrompono, dando vita a spazi a flussi diversificati. Una superficie di copertura di forma pressoché quadrata in calcestruzzo è intagliata da tre diverse corti interne di differente proporzione realizzate in modo tale che in alcune aree si realizzino gallerie coperte. Una quarta unità è coperta da un tetto a falde in elevazione che conferisce riconoscibilità al luogo di commiato pensato come spazio sacro. Tramite un’ampia corte d’ingresso gli ospiti giungono in un vestibolo che precede lo spazio del commiato completamente rivestito in legno. L’aula stessa è caratterizzata dal rivestimento in lamelle di legno sottili degli intradossi della copertura. Le due falde inclinate di 60° sono irrigidite su entrambe le facce da lastre di listelli che nascondono i travetti, permettendo in questo modo una luce libera che corre da un timpano all’altro. La tipologia strutturale consente da un lato la realizzazione in corrispondenza del colmo di un lucernario a nastro lungo 16 metri che immerge lo spazio interno in una vigorosa luce zenitale; dall’altro lato, l’apertura laterale dell’aula con superfici vetrate verso due corti di carattere riservato realizzate pensando al variare delle stagioni. Nella parte accessibile al pubblico, la quasi totalità delle pareti è ­rivestita in travertino giallo-grigio di estrazione autoctona. In base alle situazioni, il ­travertino viene applicato su un lato o su ­entrambi, talvolta con nucleo coibentato o come rivestimento di pareti portanti in calcestruzzo. La spiritualità del luogo è enfatizzata dall’accorta progettazione dei particolari e dall’uso attento di alcuni materiali nobili “classici”: come il pavimento alla veneziana, il rovere e il vetro. Pianta • Sezioni scala 1:400 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Ingresso partecipanti cerimonia Vestibolo Aula Commiato Ingresso addetti Camera ardente Impianti Urne Ufficio Spazio di incontro Ufficio pompe funebri Ufficio parroco 3 4 5 6 7 8 ivestimento in guaina fluida, lamiera composita R piegata e incollata, elemento in c.a. 580/320 mm Impermeabilizzazione a due strati con spolvero in sabbia, guaina autoadesiva a freddo isolante termico in EPS di pendenza 200 –150 mm barriera vapore, vernice bituminosa elemento piano in c.a. 200 mm Muratura in travertino a spacco burattato posati con trass-cemento, superficie sabbiata ancoraggio posteriore in acciaio inox 200 mm strato termoisolante EPS 150 mm barriera vapore, parete in blocchi di silicato di calcio 200 mm, intonaco di gesso 10 mm Lamiera di rame stagnata con doppia aggraffatura verticale, assito di legno 22 mm correnti/strato di ventilazione 25 mm guaina, pannello OSB 25 mm, travetti inclinati in lamellare 140/300 mm, interasse 625 mm con strato termoisolante in lana minerale 300 mm pannello OSB 25 mm, barriera vapore gruccia in lamiera di acciaio zincata 140 mm correnti in legno 30/50 mm, correnti 30/50 mm materassino acustico nero, corrente in legno squadrato mordenzato grigio 20/60 mm Trave in lamellare, trattato con velatura bianca 10/720 mm, lunghezza 16 m Vetrazione fissa in monolitico di sicurezza 10 + intercapedine 16 + stratificato di sicurezza 12 mm in imbotte di rovere coibentato Parquet multistrato di rovere trattato ad olio 15 mm Terrazzo: calcestruzzo a vista levigato 20 mm su cappa di calcestruzzo con serpentina radiante 70 mm, materassino fonoassorbente 30 mm strato termoisolante PUR espanso 30 mm guaina impermeabilizzante bituminosa platea in c.a. 200 mm Sezione orizzontale Sezione verticale scala 1:20 Pagina 639 Casa dello studente a Oxford Somerville è nota per essere uno dei College più liberali di Oxford. Fondato nel 1879, per offrire opportunità di studio alle donne in ­città, dimostrò modernità aprendo la scuola a tutte le confessioni religiose. Dal 1994 ­Somerville ha aperto i battenti anche agli ­uomini. A nord del campus, sull’area dell’ex ospedale sorgono alcuni nuovi edifici ­dell’istituto universitario. Se sinora il complesso si orientava verso sud, dopo la ­demolizione della clinica è rimasta una facciata quasi completamente chiusa. In vista del futuro quartiere universitario, per la realizzazione della nuova casa dello studente e per l’organico insegnanti, è stata acquisita in permuta con ­l’Università una striscia di terreno larga soli 6 metri e lunga 175 lungo il confine settentrionale della proprietà. Una larghezza ottimale per la disposizione planimetrica di una camera e di un corridoio di collegamento. Poiché l’ingresso da nord non era realizzabile, ai progettisti si è offerta la possibilità di realizzare un’intera facciata lungo il vicolo; tra i due corpi della struttura è stato ricavato un nuovo accesso alla struttura da nord con asse visivo incorniciato dalla corte giardino verso l’edificio del Radcliffe Observatory. In una fase successiva, la casa dello studente dovrà essere connessa con l’edificio esistente verso sud e a tal uopo sono già state predisposte costrutti- ∂ 2013 ¥ 6 vamente le aperture necessarie. Sotto ­l’aspetto urbanistico, invece, l’analisi pittoresca e frammentaria del tessuto circostante del Queen’s Lane è valsa come fonte d’ispirazione creando, in maniera simile all’area universitaria, elementi architettonici come il timpano che serve a incorniciare la prospettiva visiva. In maniera particolare, le torri con scalinate sono elementi di caratterizzazione che contrassegnano l’ingresso e fungono in tal senso da elementi di orientamento. Note verticali su sostanze architettoniche prettamente orizzontali diventano segni che caratterizzano le corti tipiche dell’Università di Oxford. I bovindi in legno seguono una rigorosa disposizione incorniciati da superfici di mattoni a vista, creando la caratterizzazione della facciata, una soluzione contemporanea che gli architetti hanno escogitato riflettendo sulle tematiche riscontrate nell’area del campus. In questo senso, i bovindi proiettano verso l’esterno la camera singola, permettendole, nonostante l’esposizione a nord, di beneficiare del sole mattutino e serale. Dal punto di vista di quello che diventerà il vicolo prospiciente l’edificio, si vedranno trasversalmente solo vetro o superfici lineari di rovere, riguardo soprattutto ai traversi che dividono le finestre che estese ai diversi piani del corpo scala. In ragione della rigida tempistica e dell’esigenza di disturbare in minor modo possibile l’atmosfera tranquilla del Campus, in accordo con i fornitori è stato introdotto un elevato grado di prefabbricazione. Oltre ai bovindi in legno, anche i componenti della struttura portante e i bagni sono completamente prefabbricati. Le scale sono state concepite come puzzle tridimensionale in elementi di calcestruzzo con superficie raffinata, mentre giunti e superfici d’intradosso sono stati progettati con estrema cura. Gli elementi portanti di muro della scala sono egualmente composti di elementi prefabbricati di calcestruzzo con rivestimento interno in muratura a vista. Traduzioni in italiano5 Rivista di architettura e particolari costruttivi ‡ Langlebige Konstruktionen ‡ Recyclingziegel, Gewölbetechniken, Lehmziegelwände ‡ Kulturhaupstadt Marseille Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture Serie 2013 · 6 · Massive Bauten · Solid forms of Constructions · Construction et masse 4 Ogni numero, con particolare attenzione ­riservata alla qualità architettonica delle ­soluzioni costruttive, è dedicato all’approfondimento tematico di un argomento tecno­logico (p. es. costruzioni in calcestruzzo, strutture di copertura, risanamento e restauro etc.). La presentazione dei ­progetti più recenti, realizzati in ambito ­nazionale e internazionale, è accompagnata da una serie di accurate riproduzioni grafiche in scala e di selezionate immagini. Le due edizioni annuali di DETAIL Concept sono dedicate allo studio analitico delle ­fasi del processo costruttivo, mentre le ­edizioni speciali di DETAIL Green, anch’esse con due uscite all’anno, ­informano su tutti gli aspetti della progettazione e della costruzione sostenibile. Temi delle riviste del 2013 ‡ 1/2 Traslucido e trasparente ‡ 3 ”Concept“ Asili nido/kitas/scuole ‡4 Riqualificazione ‡ 5 Semplice e complesso + DETAIL Green ‡ 6 Costruzioni massive ‡7/8 Acciaio ‡ 9 ”Concept“ Edilizia per i trasporti ‡ 10Costruzioni mobili/costruzioni temporanee ‡ 11Materiale e superficie + DETAIL Green ‡ 12 Tema speciale (Sono possibili eventuali modifiche.) ∂ Abbonamento ‡ Abbonamento classico € 169,–* Planimetria generale scala 1:5000 1 2 3 A proposito di DETAIL 12 numeri all’anno (compresi i due numeri DETAIL Green). ‡ Abbonamento studenti € 89,–*­ 12 numeri all’anno. ① Casa dello studente (campita grigio) Campus Somerville College Quartiere universitario di prossima realizzazione (contorno blu) Radcliffe Observatory (compresi i due numeri DETAIL Green). ‡ DETAIL Abbonamento prova € 21,85 Due numeri attuali della rivista DETAIL al prezzo di prova di soli € 21,85 incluse le spese di spedizione + imposta sul valore aggiunto per i non possessori di partita IVA. Prospetto Pianta Piano terra scala 1:750 *Costi di spedizione aggiuntivi (per 12 numeri) € 43,– Per la consegna nei paesi dell’Unione E ­ uropea, l’Imposta sul Valore Aggiunto per i non possessori di partita IVA è del 7%. Pianta Piano primo Sezioni scala 1:250 ① Sarà possibile usufruire del p ­ rezzo per studenti solo a seguito della consegna di un documento valido ­attestante l’iscrizione. Prezzi gennaio 2013 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Corte giardino del College Ingresso Raccolta differenziata Camera Lavanderia Deposito servizio di pulizia Camera accessibile Magazzino Cucina Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG Hackerbrücke 6 · 80335 Monaco di Baviera · GERMANIA Tel: +49 (0)89 381620-0 · Fax: +49 (0)89 398670 · [email protected] www.detail.de/shop 6 Traduzioni in italiano Sezioni facciata scala 1:20 1 C ontroparete in mattoni a vista 215/102,5/65 mm ventilazione 50 mm, strato di isolamento 50 mm 2 Tavolato retroventilato: rovere laccato 22 mm 3 Copertina in lamiera verniciata a polvere pannello di compensato 18 mm, corrente (in ­pendenza), strato termoisolante/trave 100 mm pannello in compensato 12 mm, strato termoisolante 30 mm, pellicola in PE rinforzata con rete rivestimento in compensato impiallacciato 18 mm 4 Cartongesso tinteggiato 5 Fascia asportabile in compensato impiallacciato 6 Imbotte/rivestimento in tavole di rovere massello 7 Lastra di vetro isolante (fissa) in telaio di rovere 8 Scrivania in compensato impiallacciato, bordo perimetrale in rovere 9 Tavolato retroventilato: rovere laccato 20 mm correnti 50/50 mm, correnti 38/38 mm carta antivento, isolante in materiale espanso 60 mm/listelli trasversali, isolante in materiale espanso 100 mm/struttura a montanti barriera vapore, rivestimento in compensato ­impiallacciato 18 mm 10 Moquette, materassino, massetto radiante 85 mm, materassino fonoassorbente 5 mm strato isolante in materiale espanso 25 mm c.a. 150 mm, pannello isolante rivestito 55 mm listelli 25 mm, rivestimento in tavole con ­intercapedine ventilata 20 mm 11 Anta di ventilazione in rovere massello laccato 12 Antoni scorrevoli nel muro, compensato ­impiallacciato con listello di presa in rovere 13 Elemento prefabbricato in cls. 165 mm con strato esterno in muratura a vista 50 mm Sezione vano scala scala 1:20 1 C ontroparete in mattoni a vista 215/102,5/65 mm, ventilazione 87,5 mm, strato isolante 50 mm elemento parete 200 mm: elemento prefabbricato in calcestruzzo 150 mm con controparete interna in mattone a vista 50 mm 2 Angolare di fissaggio in acciaio, puntuale 3 Piatto di acciaio verticale tra telai finestra 4 Lastra di vetro isolante in telaio di rovere 5 Elemento imbotte in rovere laccato montante in piatto d’acciaio 6 Lamiera verniciata a polvere, compensato, ­traverso in piatto di acciaio inclinato di 21° (telaio inclinato in alto di 4° e in basso di 7°) fondo in rovere massello laccato 7 Trave di rovere 194/94 rinforzata con piatto di ­acciaio 8 Piatto di acciaio, su entrambi i lati legno di rovere ­squadrato 80/44 mm 9 Appoggio in acciaio per telaio 10 Controparete in mattoni a vista 215/102,5/65 mm strato di ventilazione 67,5 mm strato di isolamento termico 50 mm controparete interna in mattoni a vista 215/102,5/65 mm Pagina 645 Scuola elementare a Rodengo Il nuovo edificio scolastico si erge ai margini dei pendii nella comunità altoatesina di Rodengo. L’edificio di nuova costruzione, ben riconoscibile dalla valle, sostituisce la scuola preesistente attigua che in concomitanza delle nuove opere verrà convertita in asilo d’infanzia. I due corpi di fabbrica, in futuro collegati da uno spazio filtro, integreranno con le proprie funzioni collettive quelle assorbite dal centro urbano. La collocazione del fabbricato sul declivio consente l’illuminazione del piano interrato solo lungo il lato dove si situano gli spazi del centro giovanile. 2013 ¥ 6 ∂ Aula Magna e mensa sono adiacenti all’ingresso collocato al piano terreno e in occasione di grandi eventi possono essere connessi. Nei due piani superiori, gli spazi accessori sono orientati verso il tessuto ­urbano mentre le aule didattiche puntano la vista sulla vallata. La copertura lievemente inclinata, elemento di contestualizzazione ­tipologica, caratterizza gli interni del secondo piano da quelli del piano sottostante. La struttura portante è formata da uno scheletro in calcestruzzo armato tradizionale con nucleo d’irrigidimento. Le superfici dei muri esterni opache sono state dotate di un sistema di isolamento a cappotto. Nella stesura, l’intonaco è stato increspato a rullo e, successivamente, le increspature lisciate a ­cazzuola dopo l’asciugatura. I telai delle ­finestre risaltano con un profilo d’alluminio applicato allineandosi sul lato lungo dell’edificio in fasce orizzontali. Le vetrate di grande dimensione a doppia intercapedine con ­vetro di sicurezza aprono le aule in tutta la larghezza verso il paesaggio e poggiano su un parapetto alto 35 cm che ha tra l’altro funzione di elemento di seduta. L’imbotte è rivestito per tutta la profondità in legno di ­larice. Un’anta a ribalta intelaiata consente la ventilazione naturale a complemento di quella meccanica dotata di un sistema di recupero termico. Mentre il corpo di fabbrica enfatizzato dalla veste monocromatica presenta esternamente un carattere schivo, all’interno gli architetti non moderano la varietà cromatica: terrazzo bianco e pareti in cartongesso contrastano con il pavimento in caucciù naturale e con gli appendiabiti a muro rosso acceso. Planimetria generale scala 1:4000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Ex edificio scolastico (in ristrutturazione) Ingresso principale Ingresso corte di ricreazione Aula Magna Mediateca Mensa Cucina Lavaggio Cella frigorifera Spogliatoio Ingresso centro giovanile Spazio giovani Laboratorio Deposito Impianti Aula didattica Spazio di scambio Sala docenti Direttore scolastico Sala riunioni Piante • Sezioni scala 1:400 Sezione verticale Sezione orizzontale scala 1:20 1 L amiera di alluminio 2 mm su angolari di acciaio, pannello OSB 22 mm in pendenza 2 Ciottoli tondi bianchi 50 mm membrana protettiva, guaina impermeabilizzante EPDM, strato di separazione, strato termoisolante XPS 250 mm barriera vapore, solaio in c.a. di 3 4 5 6 7 8 9 pendenza 300 mm, controsoffitto in p ­ annello ­acustico in lana di legno mineralizzata con ­magnesite 25 mm strato di lana minerale 50 mm Lamiera di alluminio verniciata a polvere 1,5 mm con faccia superiore in pendenza e faccia inferiore con gocciolatoio, intercapedine di ventilazione/ clip di fissaggio 15 mm, carta antivento elemento preformato in OSB/legno squadrato su angolare di fissaggio in lamiera di acciaio 2 mm Schermo solare tessile Vetrazione fissa a doppia camera in stratificato selettivo 2× 6 + intercapedine 16 + float 6 + ­intercapedine 16 + stratificato 2× 5 mm in telaio di larice con camera d’aria Legno compensato a listelli in larice impiallacciato 20 mm, strato termoisolante estruso Resol 80 mm, pannello a doppio strato di OSB 25 mm Sistema di isolamento a cappotto: intonaco fine a base minerale irruvidito e levigato con velatura pigmentata ai silicati 15 mm strato termoisolante EPS 200 mm c.a. 200 mm, barriera vapore struttura di supporto 100 mm pannello di cartongesso 2× 12,5 mm, tinteggiato Pavimentazione caucciù naturale incollato 3 mm massetto radiante autolivellante 67 mm strato di separazione, strato isolante fonoassorbente 30 mm, materiale di riempimento isolante in granulato di EPS 100 mm, solaio in c.a. 300 mm controsoffitto in p ­ annello acustico in lana di legno mineralizzata con magnesite 25 mm strato di lana minerale 50 mm Anta di aerazione: lamiera di alluminio verniciata a polvere 1,5 mm intercapedine ventilata e clip di fissaggio 15 mm carta antivento su telaio di larice con intercap. tamponamento: compensato di larice impiallacciato 2× 20 mm, pannello termoisolante intermedio in schiuma fenolica Resol 50 mm Pagina 650 Biblioteca municipale a Seinäjoki La cittadina di Seinäjoki nella parte occidentale della Finlandia ha raggiungo un certo grado di notorietà dovuto alla realizzazione del centro urbano progettato da Alvar Aalto. Municipio, biblioteca, centro sociale, uffici amministrativi provinciali e teatro compongono un complesso di equilibrate proporzioni formato di edifici bianchi con rivestimenti in rame. Dopo circa 40 anni, la biblioteca civica non rispondeva più alle esigenze della comunità a causa dell’incremento demografico da un lato e dei nuovi sviluppi nel settore dei media dall’altro. Motivi per cui, il ­comune optò per una nuova costruzione che integrasse le funzioni dell’edificio esistente collegato tramite un tunnel. La nuova biblioteca si relaziona sia per proporzioni che per materiali agli edifici preesistenti pur esprimendo con chiarezza un linguaggio architettonico contemporaneo. Esternamente, il ­corpo di fabbrica si articola in tre edifici all’interno dei quali lo spazio si dissolve in un unicum. Ogni settore si distingue dal successivo per una chiara geometria planimetrica, gli spazi principali si susseguono senza cuciture offrendo una complessità di relazione visive. Il soffitto, un solaio con diverse ­inclinazioni in calcestruzzo gettato in opera con impronta delle casseforme lignee sulla superficie, conferisce agli spazi un carattere scultoreo ma cela contemporaneamente il sistema di travi che consente una costru- ∂ 2013 ¥ 6 zione priva di pilastri. Sotto l’aspetto concettuale, la biblioteca non viene interpretata ­soltanto come archivio di media ma principalmente come luogo di incontro e come luogo ricreativo dove interagire con i media. Nell’area giovani sono state inserite nicchie imbottite dove sfogliare libri e ascoltare musica; nell’area bambini gli architetti hanno progettato mobili a parallelepipedo con scaffali all’interno. Cuore dell’edificio è però la “scala di lettura”, una scala con elementi imbottiti di seduta, che invita ad intrattenersi e a leggere ma che al bisogno assume la funzione di tribuna spettatori. Contemporaneamente l’architettura costituisce un importante elemento connettivo tra piano terreno e piano interrato dove, accanto all’area giovani si trova anche il passaggio che porta alla biblioteca di Alvar Aalto. Traduzioni in italiano7 correnti orizzontali 25 mm correnti verticali/strato di ventilazione 75 mm strato termoisolante 180 mm, parete c.a. 200 mm strato isolante in lana minerale 50 mm correnti 12/50 mm, materassino acustico rivestimento parete in listelli di betulla 22/30 mm Sezione verticale • Sezione orizzontale scala 1:20 1 2 3 4 5 rave scatolare cava in acciaio 500/600 mm T Vetrazione a due camere in vetro chiaro, sospesa U = 0,8 W/m2K Montanti in vetro chiaro 19/500 mm Manto di copertura di rame preossidato impermeabilizz. a due strati bitume-polimero strato di tavole di legno 28 mm, trave in lamellare 51/400 mm Solaio in cls 200 mm, superficie con impronta delle tavole di cassaforma barriera vapore bituminosa a base polimerica strato isolante in lana minerale 200 + 50 mm Planimetria generale scala 1:5000 Pagina 656 Museo d’arte a Ravensburg Sezioni • Piante scala 1:1000 Con i mattoni di recupero ricavati da una ­demolizione, le lamiere di rame e le finestre in legno, il nuovo museo d’arte si integra nel tessuto frammentario del nucleo storico ­mostrandosi come un solitario con un volume relativamente imponente e la particolarità di una linea di gronda ad archi. Dopo aver attraversato il piccolo cortile d’ingresso e passato la torre del carosello, il visitatore giunge ad un portale in rame che conduce quasi come un tappeto rosso ad un’elegante reception in calcestruzzo a vista dietro la quale si trova un’ampia nicchia con ripiani neri illuminati dall’alto. A prescindere dallo spazio scenico della reception, il museo si presenta come sfondo neutro ed equilibrato per l’allestimento delle opere di una collezionista di Ravensburg oltre che per le esposizioni temporanee. L’elemento fondamentale del concetto architettonico sta nella pianta rettangolare dell’area espositiva iscritta nelle massime dimensioni possibili sul terreno, mentre la superficie laterale di risulta è occupata da un ascensore e da due scale. ­Nonostante dimensionalmente siano identici, i tre piani mostrano un carattere totalmente autonomo: il piano dove si trova l’ingresso ha la funzione di interfaccia centrale, mentre il piano primo è concepito come introverso “White Cube”. Al piano superiore le volte coniche in muratura a vista delucidano l’osservatore circa la forma del profilo di copertura realizzando continuità materica tra interno dell’edificio e facciata. I mattoni recuperati dalla demolizione di un monastero belga sono elementi formali con una patina storica, ma sono anche parte del concetto di sostenibilità del museo con certificazione di casa passiva. Trattandosi di materiale di recupero impiegato per la facciata a doppia pelle e per le volte non si è rilevato più economico di un normale mattone anche se tuttavia il bilancio energetico è positivo in quanto i mattoni impiegati non hanno ­subito un oneroso processo di cottura. 1 Nuova biblioteca Edifici limitrofi di Alvar Aalto: 2 3 4 5 6 7 Biblioteca esistente (1965) Amministrazione distrettuale (1968) Teatro civico (1987) Municipio (1962) Centro civico (1966) Chiesa (1965) 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 Passaggio verso la vecchia biblioteca Giochi Libri per ragazzi Musica, film Nicchia di seduta Gradino lettura Esposizione Informazioni/servizio Magazzino Caffetteria Giornali Foyer Sala polifunzionale Amministrazione Prestito Deposito biblioteca mobile Area gioco Libri per bambini Sala di lettura Libri Sala riunioni Caffetteria dipendenti Planimetria generale scala 1:5000 Sezioni · Piante scala 1:1000 1 2 3 4 5 hiaia, telo filtrante, strato isolante XPS 220 mm G membrana bituminosa a base polimerica calcestruzzo di pendenza 50 –150 mm c.a. 200 mm, intercapedine solaio in c.a. 200 mm Rivestimento in lamiera di rame strato termoisolante 2× 80 mm impermeabilizz. in membrana bitume-polimero c.a. 100 mm, strato fonoisolante 20 mm intonaco acustico 10 mm Vetrazione antincendio Tubo fluorescente Rivestimento in lamiera di rame preossidata 1,5 mm a giunti orizzontali sovrapposti Pianta piano terra/pianta piano secondo Pianta piano interrato/pianta piano primo Piante • Sezioni scala 1:500 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Corte d’ingresso Guardaroba Biglietteria Esposizione Deposito Attività didattiche Kitchenette Deposito magazzino temporaneo Impianti Biblioteca Consegne Sezione scala 1:20 1 G uaina impermeabilizz. bituminosa a due strati faccia superiore con spolvero in ardesia strato termoisolante 300 mm barriera al vapore, fondo di preparazione c.a. per la distribuzione dei carichi 200 mm ancoraggio intercapedine d’aria in acciaio inox Ø 4 mm in fuga di malta mattone di recupero 115 mm raggio arco uniformemente conico 1,50 – 5,50 m 2 Profilo d’acciaio smaltato con guida elettrificata integrata smaltata 3 Scossalina perimetrale in lamiera di rame 0,7 mm pendenza 6% 4 Tamponamento in laterizio di recupero 115 mm ancoraggio intercapedine d’aria in acciaio inox Ø 4 mm in fuga di malta, fessura 10 mm strato termoisolante 240 mm c.a. 250 mm, intonaco di gesso levigato tinteggiatura a dispersione 5 Battiscopa in legno duro 160/15 mm laccato 6 C.a. con attivazione termica della soletta 400 mm superficie impregnata struttura di supporto in metallo doppia cartongesso 12,5 mm 7 C.a. con attivazione termica della soletta 400 mm superficie impregnata strato termoisolante 388 mm struttura composita di laterizio di recupero e cls gettato in opera 210 mm 8 Architrave, elemento prefabbricato rivestito con laterizio di recupero 9 Facciata in montanti e traversi di legno con vetrazione in doppia camera Uw = 0,80 W/m2K 10 Tendaggio tessile Sezioni scala 1:20 1 G uaina impermeabilizz. bituminosa a due strati faccia superiore con spolvero in ardesia strato termoisolante 300 mm, barriera al vapore fondo di preparazione, c.a. per la distribuzione dei carichi 200 mm, ancoraggio intercapedine d’aria in acciaio inox Ø 4 mm in fuga di malta, mattone di recupero 115 mm, raggio arco ­uniformemente conico 1,50 – 5,50 m 2 Scossalina perimetrale in lamiera di rame 0,7 mm pendenza 6% 3 Muratura di tamponamento in laterizio di recupero 115 mm, fessura 10 mm, ancoraggio intercapedine d’aria in acciaio inox Ø 4 mm in fuga di malta, strato termoisolante 240 mm, c.a. 250 mm intonaco di gesso levigato con pittura siliconica 4 Ancoraggio mensola in acciaio duplex per limitazione ponte termico con riduzione della sezione 5 Strato termoisolante 300 mm 6 Lamiera di rame 0,7 mm 7 Guaina impermeabilizzante bituminosa a due strati strato superiore con spolvero in frammenti ardesiaci, strato termoisolante 280 mm guaina di sicurezza/barriera al vapore fondo di preparazione, massetto di pendenza 2%: 40 – 95 mm, c.a. 200 mm intonacato 8 Traduzioni in italiano 8 V etrazione fissa: telaio in legno con doppia camera Uw = 0,84 W/m2K 9 Nastro LED perimetrale continuo 10 Davanzale in lamiera di rame 1,5 mm 11 Strato termoisolante 240 mm 12 Coperchio cavedio in fusione di acciaio 13 Malta liquida sigillante a base cementizia 14 Strato drenante stabile a compressione con tessuto 15 Lucernario in struttura montanti e traversi di ­alluminio con vetrazione ad alto coefficiente di rinvio Uw = 0,96 W/m2K 16 Scossalina e canale in lamiera di rame 0,7 mm 17 Intonaco interno levigato, laccato nero 18 Cassetto in legno con frontale in MDF laccato 19 Battiscopa in legno duro 160/15 mm laccato Pagina 662 Centro di arte contemporanea a Cordova Adagiato su una penisola prospiciente la ­città di Cordova, il Centro d’arte vuole essere molto di più di un museo. Si propone ­come una sorta di punto d’incontro con ­spazi disponibili per esposizioni, workshop, ­ricerca e dibattiti di arte contemporanea e in particolar modo digitale. Invece di progettare corpi di fabbrica interscambiabili e multifunzionali privi di specificità, gli architetti ­sviluppano un edificio caratterizzato da un ­linguaggio formale pregnante e molto specifico in stretta connessione con il luogo e le sue tradizioni. Punto di partenza del progetto è un modulo ripetitivo che si basa sulla ­figura geometrica dell’esagono, un motivo di particolare importanza nella storia dell’arte e dell’architettura di Cordova. In modo analogo alla struttura letteraria di opere medio-orientali dove una storia si intreccia con un’altra, i moduli in tre diverse dimensioni vengono allineati e combinati tra loro. La combinazione tra le superfici dei moduli di 150, 90 e 60 m2 e le corti interne muta ininterrottamente, generando sequenze espositive di variabile estensione e di specificità spaziale. Il così detto “Black box”, l’esagono maggiore per estensione, è stato concepito come auditorium e sala polifunzionale da utilizzare per mostre audiovisive, ma anche per la proiezione di film e rappresentazioni teatrali o conferenze. I due ingressi, concepiti di eguale importanza, uno a nord e uno a sud, conducono direttamente ad un foyer che dà accesso al Museum shop e alla caffetteria. Al centro, il nucleo meandrico dell’edificio è protetto da due corpi longitudinali di chiara geometria. La stecca disposta verso ovest su due livelli alloca gli uffici, i laboratori e gli atelier, mentre verso est si articola una lunga galleria espositiva. Gli spazi interni caratterizzati da calcestruzzo grezzo a vista con massivi lucernari conici sottolineano il carattere della fabbrica dell’arte in contrasto con le facciate bianche vestite in pannelli di calcestruzzo rinforzato in fibra di vetro. Un’altra particolarità della facciata è l’aspetto mediatico che rivolto alla città pone risalto alle rive del fiume. Anche in questo caso, emerge la figura geometrica dell’esagono nelle asole aperte in facciata con l’inserzione laterale di 2013 ¥ 6 ∂ LED. Segnali a regolazione computerizzata producono immagini e testi in mutamento trasformando di notte la facciata orientale in un’installazione luminosa che si rispecchia sulla superficie del Guadalquivir. Planimetria generale scala 1:10 000 1 2 3 4 5 6 Assonometria Elemento di riferimento, esagono Modulo spazio espositivo Auditorium “Black box” Varianti di spazio espositivo Successione spaziale dei moduli Sezioni • Piante scala 1:1000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Ingresso Foyer Museum shop Auditorium “Black box” Mediateca Galleria espositiva Corte interna Area espositiva Consegne Deposito Laboratori Impianti Caffetteria Ufficio Atelier Sezione scala 1:20 1 P annello bianco in cls rinforzato in fibra di vetro 100 mm, strato di finitura 20 mm strato isolante PS 60 mm 2 Trave di copertura in tubolare di acciaio ¡ 100/80/4 mm 3 Profilo d’acciaio Å 320 mm 4 Pannello bianco in cls rinforzato in fibra di vetro 200 mm, strato di finitura 20 mm strato isolante PS 160 mm ancoraggio alla struttura inferiore tramite guida in acciaio integrata e angolare in acciaio 5 Struttura di supporto del telaio in profilo di acciaio verticale ¡ 120/80/4 mm e profilo di acciaio orizzontale | 100/80/4 mm 6 Passerella in grigliato d’acciaio 30 × 300 × 30 mm profilo in acciaio ad ∑ 90/9 mm 8 Massetto in pendenza 100 mm, strato geotessile di separazione, strato termoisolante 40 mm impermeabilizzazione, solaio composito in c.a. e lamiera di acciaio 200 mm 9 Parete in mattoni 115 mm 10 Canale di drenaggio acqua piovana con collegamento al pluviale 11 C.a. 300 mm, superficie in cls a vista casseforme in tavole di legno strato termoisolante 40 mm 12 Vetrazione Float 4 13 Lastra in metacrilato traslucido 4 mm 14 Strato di cls 200 mm, solaio in c.a. 300 mm 15 Strato di usura in magnesite 20 mm massetto liquido 100 mm, strato isolante 80 mm strato livellante 20 mm, c.a. 300 mm 16 Apertura di ispezione canale a terra Sezione scala 1:20 1 P annello in calcestruzzo rinforzato in fibra di vetro bianco 100 mm, strato di finitura 20 mm strato termoisolante PS 60 mm 2 Strato termoisolante 40 mm impermeabilizzazione guaina in PVC solaio in c.a. 600 mm 3 Sistema di guide per fissaggio pannelli 4 A ngolare di acciaio 100/10 mm saldato a piatto di acciaio piegato 100/8 mm 5 Lucernario in vetro stratificato di temprato 19 + 2× PVB + temprato 19 mm 6 Schermo solare in lamelle di alluminio regolabili motorizzate 7 Corpo illuminante lineare, su profilato di acciaio | 60/60/4 mm 8 Membrana traspirante in foglio doppio di ETFE, tesa, traslucida 2× 0,15 mm 9 Tubolare di acciaio ¡ 120/80/6 mm 10 Strato termoisolante 50 mm impermeabilizzazione in foglio di PVC solaio in c.a. 200 mm 11 Scatola in lamiera di acciaio a incasso per alloggio corpo illuminante 12 Griglia perimetrale per aspirazione di aria