Museo del Forno Fusorio- Tavernole (Bs) 20 maggio 2015 - h 15

Museo del Forno Fusorio- Tavernole (Bs)
20 maggio 2015 - h 15-18
DON CHISCIOTTE VA AL LAVORO
Esperienze di inserimento lavorativo per soggetti con disturbo mentale
sul territorio della Val Trompia e in Lombardia
Uno degli obiettivi strategici del vigente Piano Regionale Salute Mentale (PRSM) (2004) della Regione
Lombardia è stato quello di introdurre flessibilità nei meccanismi organizzativi e nei percorsi di assistenza
attraverso modelli di collaborazione tra servizi psichiatrici del Dipartimento di Salute Mentale (DSM),
soggetti non istituzionali e la rete informale del territorio.
Uno degli “assi” tradizionalmente più importanti per il percorso di riabilitazione, reinserimento e recupero
del paziente affetto da disturbi mentali è rappresentato dal lavoro. Il lavoro è essenziale per assicurare alle
persone l’indipendenza e la sicurezza economica, aiuta a definire l’identità personale, l’autostima e il
riconoscimento da parte degli altri, rappresenta l’opportunità generalmente più significativa per consentire
al soggetto di dare un contributo alla vita comunitaria.
Il lavoro permette di fare varie esperienze utili al benessere e alla crescita psicologica individuale:
strutturare il tempo, organizzare le attività della giornata, avere contatti sociali, condividere scopi e impegni
di gruppo, definire e rafforzare l’identità sociale.
Il venir meno della certezza sociale del lavoro, anche per individui meno svantaggiati, ha fatto emergere in
modo palese che lavorare è la condizione che permette di presentarsi dignitosamente alla vita sociale.
La letteratura scientifica sulle conseguenze emotive e comportamentali della disoccupazione da sempre
rileva fra i disoccupati un livello di disagio psicologico chiaramente più elevato che tra gli occupati.
Laddove si riesce a realizzare il passaggio dalla disoccupazione all’occupazione sono evidenti invece effetti
opposti, con declino dei sintomi di malessere psicologico a volte “sensazionale” (Liem e Liem, 1988).
Le attività riabilitative nel territorio della Valtrompia sono sempre state fortemente condizionate nel loro
declinarsi dal significato dello spazio lavoro nella vita degli abitanti; i percorsi di (re)inserimento lavorativo
hanno rappresentato pertanto uno dei filoni maggiormente perseguiti dai progetti riabilitativi della Unità
Operativa di Psichiatria (UOP) n. 20 di Gardone VT del DSM dell’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di
Brescia,.
Se fosse possibile individuare un archetipo della cosiddetta normalità, in Valle Trompia questo
coinciderebbe con lo status di lavoratore: “è meno disabile un soggetto con un problema psichico che
lavora, piuttosto che una persona senza alcuna patologia che ozia” è una affermazione che vedrebbe
d’accordo gran parte della popolazione della Valle.
Tuttavia il lavoro non è necessariamente di per sé terapeutico, semmai lo può essere il contesto e la
modalità in cui si svolge. Un inserimento lavorativo ha senso solo se iscritto in maniera forte dentro la
storia, l’esistenza, la biografia di una persona.
E’ purtroppo vero che spesso l’integrazione lavorativa di persone con disturbo mentale deve fronteggiare
alcuni ostacoli.
Il primo è rappresentato dallo stigma della malattia mentale.
Sulla base di pregiudizi vengono oscurate e trascurate le caratteristiche positive della persona. Riferendosi
specificamente all’inserimento lavorativo, sono stati individuati alcuni pregiudizi ricorrenti di cui sono vittima i
pazienti: il disturbo psichiatrico è uguale al ritardo mentale ed è inguaribile, i pazienti psichiatrici sono
imprevedibili, violenti e pericolosi, sono lavoratori inaffidabili e di seconda categoria, non possono tollerare lo
stress lavorativo, mancano di motivazione e di iniziativa, se un paziente psichiatrico ha qualche difficoltà al
lavoro significa che non è adatto a lavorare.
Altri ostacoli derivano dalle attuali caratteristiche del mercato del lavoro: in questa particolare congiuntura
economica che ha visto ridursi drasticamente la disponibilità di posti per il collocamento mirato la richiesta è di
personale sempre più qualificato e con elevata capacità di resistenza allo stress.
L’effetto revolving door, inoltre, presente nell’attuale mondo del lavoro ovvero la mancanza di prospettiva di un
lavoro fisso e la necessità di entrare e uscire continuamente dal mercato del lavoro ( flessibilità) potrebbe
rappresentare causa di scompenso e ritiro per le fasce deboli di cui si occupano i nostri servizi.
Le politiche socio-assistenziali poco flessibili possono rappresentare esse stesse un ostacolo: molte iniziative
generali per favorire l’occupazione non vengono adattate ai pazienti psichiatrici e risultano poco accessibili a
loro; quelle specifiche per le persone disabili o emarginate spesso privilegiano altre categorie di svantaggiati; la
prospettiva di perdere sussidi e pensioni di invalidità può scoraggiare i pazienti dall’intraprendere la strada
dell’inserimento lavorativo.
Sul lavoro, infine, possono rappresentare un ostacolo rilevante alcune caratteristiche specifiche del disturbo
mentale grave: le difficoltà a focalizzare l’attenzione, a concentrarsi e a sopprimere altri stimoli ambientali forti
(ad es. i rumori di fondo); la mancanza di persistenza e continuità nei compiti, i limiti nello svolgere compiti
multipli e nel lavorare con ritmi predefiniti, i problemi di relazione con gli altri, quelli di accettare le critiche e la
supervisione, la scarsa adattabilità e la difficoltà a cambiare procedure e mansioni (Mancuso, 1990).
Non sorprende, quindi, che nei paesi industrializzati, prima della crisi, il tasso di impiego delle persone con
disturbi psichiatrici gravi superasse di poco il 10% (leggermente maggiore per i maschi che per le femmine),
mentre il tasso di impiego delle persone con disabilità gravi di tipo fisico o sensoriale era attorno al 50%.
Crediamo che il superamento della difficoltà di comunicazione tra i diversi attori del processo (il mondo della
salute mentale e quello del lavoro produttivo) e il rafforzamento del sistema della rete possa migliorare la
circolazione costruttiva delle informazioni e l‘implementazione o la creazione di spazi e strumenti dedicati alla
selezione, formazione, accompagnamento e mantenimento del posto di lavoro.
Con questa tavola rotonda si intende fare un altro passo in questa direzione, presentando le diverse esperienze
locali di inserimento lavorativo, anche a confronto con quelle regionali più accreditate, al fine di rinforzare il
processo di collaborazione ed integrazione sul territorio dei soggetti “in campo”. Ciò con l’intenzione di favorire
la prevenzione della disabilità secondaria o acquisita e di ridurre gli effetti derivanti da una svantaggiata
condizione sociale e familiare, condizioni che predispongono alla cronicizzazione di ogni disturbo mentale.
AO spedali Civili Brescia – UOP 20
Si ringraziano:
ASSOCIAZIONE AMICI DEL FORNO - COMMISSIONI CULTURA e SERVIZI SOCIALI COMUNE DI TAVERNOLE SUL MELLA
ORATORIO di TAVERNOLE SUL MELLA - COOPERATIVA LA FAMIGLIA di TAVERNOLE SUL MELLA
e
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