Autismo: linee guida e modalità operative Dott.ssa A. Borelli SNPIA - ASLFG Neurotipicità Ventaglio di variazioni delle condotte Appropriatezza alla specifica fase evolutiva Capacità di adattamento e flessibilità Assenza di malattia Sensazione di benessere Progettualità DSM 5 Criterio A: Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in molteplici contesti Criterio B: Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi Criterio C: I sintomi devono essere presenti nel periodo precoce dello sviluppo Criterio D: I sintomi causano compromissione clinicamente significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti Criterio E: Queste alterazioni non sono meglio spiegate da disabilità intellettiva o da ritardo globale dello sviluppo ICD 10 A. Abnormal or impaired development is evident before the age of 3 years in at least one of the following areas: 1.receptive or expressive language as used in social communication; 2.the development of selective social attachments or of reciprocal social interaction; 3.functional or symbolic play. B. A total of at least six symptoms from (1), (2) and (3) must be present, with at least two from (1) and at least one from each of (2) and (3) 1. Qualitative impairment in social interaction are manifest in at least two of the following areas: a. failure adequately to use eye-to-eye gaze, facial expression, body postures, and gestures to regulate social interaction; b. failure to develop (in a manner appropriate to mental age, and despite ample opportunities) peer relationships that involve a mutual sharing of interests, activities and emotions; c. lack of socio-emotional reciprocity as shown by an impaired or deviant response to other people’s emotions; or lack of modulation of behavior according to social context; or a weak integration of social, emotional, and communicative behaviors; d. lack of spontaneous seeking to share enjoyment, interests, or achievements with other people (e.g. a lack of showing, bringing, or pointing out to other people objects of interest to the individual). 2. Qualitative abnormalities in communication as manifest in at least one of the following areas: a. delay in or total lack of, development of spoken language that is not accompanied by an attempt to compensate through the use of gestures or mime as an alternative mode of communication (often preceded by a lack of communicative babbling); b. relative failure to initiate or sustain conversational interchange (at whatever level of language skill is present), in which there is reciprocal responsiveness to the communications of the other person; c. stereotyped and repetitive use of language or idiosyncratic use of words or phrases; d. lack of varied spontaneous make-believe play or (when young) social imitative play 3. Restricted, repetitive, and stereotyped patterns of behavior, interests, and activities are manifested in at least one of the following: a. An encompassing preoccupation with one or more stereotyped and restricted patterns of interest that are abnormal in content or focus; or one or more interests that are abnormal in their intensity and circumscribed nature though not in their content or focus; b. Apparently compulsive adherence to specific, nonfunctional routines or rituals; c. Stereotyped and repetitive motor mannerisms that involve either hand or finger flapping or twisting or complex whole body movements; d. Preoccupations with part-objects of non-functional elements of play materials (such as their oder, the feel of their surface, or the noise or vibration they generate). C. The clinical picture is not attributable to the other varieties of pervasive developmental disorders; specific development disorder of receptive language (F80.2) with secondary socio-emotional problems, reactive attachment disorder (F94.1) or disinhibited attachment disorder (F94.2); mental retardation (F70-F72) with some associated emotional or behavioral disorders; schizophrenia (F20.-) of unusually early onset; and Rett’s Syndrome (F84.12). Disturbo dello Spettro dell’Autismo Linee Guida ISS (Rev.2015) Spettro autistico Le manifestazioni del disturbo variano in base al livello di gravità, al livello di sviluppo all’ età cronologica Eterogeneità negli aspetti linguistici Assenza del linguaggio Ritardo di comparsa/acquisizione del linguaggio Regressione di competenze linguistiche inizialmente acquisite Presenza di competenze linguistiche atipiche Peculiarità del linguaggio Scarsa iniziativa comunicativa Ecolalie immediate e differite Prosodia aberrante Scelta di parole inusuale Inversione pronominale Incoerenza a livello di discorso Scarsa capacità di rispondere a domande Rapin e Dunn, 2003 Caratteristiche cognitive e metacognitive comuni a molti soggetti con Autismo buone abilità di memoria visuo-spaziale, buone capacità di discriminazione visiva, deficit nella memoria dichiarativa, prevalenza di pensiero visivo rispetto a quello verbale, prevalenza di pensiero associativo, deficit di attenzione (difficoltà nell’attenzione congiunta, nell’attenzione su richiesta e nello spostamento dell’attenzione da uno stimolo all’altro, attenzione eccessiva a stimoli non rilevanti), deficit di “teoria della mente” (difficoltà nel comprendere gli stati mentali degli altri, ossia i loro pensieri, opinioni, intenzioni e nell’utilizzare tali informazioni per dare significato al loro comportamento e prevedere ciò che faranno di seguito e cosa si aspettano da lui), deficit delle funzioni esecutive (difficoltà a spostare l’attenzione in modo flessibile, a bilanciare le priorità, a risolvere problemi in modo pianificato e strategico considerando le possibili alternative e le risorse disponibili, monitorando il risultato ed eventualmente rivedendo il piano), deficit di “coerenza centrale” (ridotta capacità di riunire insieme varie informazioni per costruire un significato globale, una visione di insieme, causata dall’eccessiva concentrazione sul dettaglio che non consente di cogliere l’”intero”). Modalità sensoriali peculiari Risposta anomala agli stimoli sensoriali - iper-reattività (ad esempio il bambino può manifestare reazioni eccessive, quali urla o coprirsi le orecchie, in seguito a stimoli sonori di bassa intensità); - ipo-reattività (ad esempio il bambino può non rispondere a stimoli molto intensi); - reattività mista (il bambino può presentare entrambe le risposte descritte sopra). Ricerca di stimolazione sensoriale visiva (ad esempio guardare i riflessi degli oggetti); uditiva (ad esempio battere gli oggetti sulla superficie); tattile (ad esempio passare la mano su alcuni tipi di tessitura); gustativa (ad esempio leccare oggetti); olfattiva (ad esempio annusare oggetti); propriocettiva (ad esempio fermarsi in posture bizzarre); vestibolare (ad esempio girare su se stessi, dondolarsi). Epidemiologia (1) Forme classiche di autismo : 1-1,3/1000 Spettro: 4-5/1000 In Italia Regione Piemonte: 2,5/1000 Regione Emilia - Romagna: 2/1000 Provincia di Foggia (638.041 ab.): Prevalenza attesa 2400 -2500 Epidemiologia (2) Aumento apparente dell’incidenza negli ultimi 30 anni (Fombonne, 2003; Yeargin-Allsopp et al., 2003). Secondo la maggioranza degli Autori (Fombonne, 2001; Baird et al., 2003; Prior, 2003), questa discordanza nelle stime di prevalenza sarebbe dovuta più che ad un reale incremento dei casi di autismo ad una serie di fattori individuabili in: ♦ maggiore definizione dei criteri diagnostici, con inclusione delle forme più lievi; ♦ diffusione di procedure diagnostiche standardizzate; ♦ maggiore sensibilizzazione degli operatori e della popolazione in generale; ♦ aumento dei Servizi (anche se ancora decisamente inadeguati alla richiesta, sia quantitativamente che qualitativamente). E in provincia di Foggia? Alunni Portatori di Handicap a.s. 2014-2015 99502 3150 a.s. 2015 -2016 97438 3063 DSA in carico ai servizi Malattie rare a sintomatologia DSA totale 216 83 299 Bleuler, 1911 Kanner, 1943 Asperger, 1944 Modelli etiopatogenetici modelli interpretativi della clinica (patogenesi); basi neurobiologiche (anatomia patologica); fattori causali (= l’etiologia). Modelli interpretativi della clinica Teoria socio affettiva: l’essere umano nasce con una predisposizione innata ad interagire con l’altro; nell’autismo: deficit, biologicamente determinato, della capacità di interagire Deficit della teoria della mente: il bambino autistico è incapace di accedere a una teoria della mente rimanendo in una situazione di cecità mentale (Baron-Cohen, 1995) o di psicoagnosia (Surian, 2002) Deficit della coerenza centrale : incapacità di sistematizzare in un sistema di conoscenza, le molteplici esperienze sensopercettive e sociali (Frith et al., 1994; Happé et al., 1996) Deficit delle funzioni esecutive : deficit delle abilità che consentono una adeguata organizzazione e pianificazione dei comportamenti finalizzati alla risoluzione di problemi Basi neurobiologiche Strutture anatomiche: Studi morfologici: anomalie del cervelletto (Courchense, 1998; Kemper et al., 1998), del lobo frontale (Castelli et al., 2000; Schultz et al., 2003), del sistema limbico, con particolare riferimento all’amigdala e all’ippocampo (Baron-Cohen et al., 2000; Schultz et al., 2000;Courchense, 2001).Studi morfofunzionali: ridotta captazione di glucosio nei lobi frontali e parietali (Schifter Tet al.1994) Neurotrasmettitori: coinvolgimento di tutti i neurotrasmettitori attivi nel sistema nigro striatale; livelli di serotonina aumentati in 1/3 autistici con ritardo mentale e nei consanguinei dei probandi autistici non iperserotoninemici. Verosimilmente, non per aumentata sintesi né per riduzione del catabolismo ma per aumento della captazione Fattori causali Gravidanza e periodo neonatale Ereditarietà e geni 1. 2. 3. 4. 5. 6. Ereditarietà e geni (1) i gemelli monozigoti hanno probabilità maggiori rispetto ai gemelli eterozigoti di essere entrambi affetti da autismo; i genitori di un bambino autistico hanno un rischio di avere un altro bambino autistico (ricorrenza), che risulta da 50 a 100 volte maggiore rispetto al rischio per la popolazione generale (prevalenza); alcuni membri della famiglia di soggetti con autismo presentano caratteristiche comportamentali simili, anche se più lievi; alcune condizioni patologiche ereditate geneticamente, come la Sindrome da X Fragile e la Sclerosi Tuberosa, si presentano spesso in comorbidità con l'autismo. Dal 3 al 25% di pazienti con Sindrome da X Fragile presenta anche autismo. La sindrome da X Fragile è stata trovata invece in sporadici casi nelle persone autistiche, prevalentemente negli individui di sesso maschile. Per quel che riguarda la Sclerosi Tuberosa, dal 17 al 60% di coloro che ne sono affetti sono anche autistici. Al contrario, gli individui con autismo presentano in una percentuale variabile fra lo 0,4 e il 3% anche Sclerosi Tuberosa; il tasso aumenta fino all’8-14% se è presente anche epilessia. Ereditarietà e geni (2) non esiste “il gene” dell’Autismo, ma esistono piuttosto una serie di geni che contribuiscono a conferire una vulnerabilità alla comparsa del disturbo (Bailey et al.,1996; Szatmari et al., 1998; Folstein et al., 2001). Loci genici di maggior interesse sono sui cromosomi 2,7,16,17 Autismo e Vaccini Il caso Wakefield Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children. Wakefield AJ, Murch SH, Anthony A, Linnell J, Casson DM, Malik M, Berelowitz M, Dhillon AP, Thomson MA, Harvey P, Valentine A, Davies SE, Walker-Smith JA. Lancet. 1998 Feb 28;351(9103):637-41. Retraction in: Lancet. 2010 Feb 6;375(9713):445. Partial retraction in: Murch SH, Anthony A, Casson DH, Malik M, Berelowitz M, Dhillon AP, Thomson MA, Valentine A, Davies SE, Walker-Smith JA. Lancet. 2004 Mar 6;363(9411):750. Autismo e Vaccini Prognosi Migliore nei bambini con sviluppo del linguaggio entro i 5 anni QI =/> 70 (almeno nei test di performance), indicatore di outcome positivo ma non garantisce con certezza un buon adattamento sociale in età adulta (Howlin et al., 2004). dal 60% al 90% di bambini autistici divengono adulti non autosufficienti e continuano ad aver bisogno di cure per tutta la vita. Dal 15% al 20% raggiunge vari gradi di indipendenza Indici predittivi di incremento di vocabolario Ampiezza del vocabolario al momento della prima consultazione Presenza di imitazione verbale Uso di oggetti per “far finta” Numero di gesti per iniziare una condivisione Miglior livello intellettivo Migliore comprensione linguistica Migliore capacità di imitazione e di attenzione condivisa PRINCIPI DI TRATTAMENTO Bisogna sempre porsi la domanda ( e pretendere di avere gli strumenti per la risposta):”Quello che viene fatto per questo bambino è efficace e utile per lui?” Efficacy capacità di un intervento di produrre un effetto desiderato in circostanze ideali Effectiveness capacità di un intervento di ottenere un risultato desiderato nella pratica e non in RCT o studi di laboratorio) Linee Guida Insieme di raccomandazioni sviluppate sistematicamente e continuamente aggiornate redatte allo scopo di rendere valido e di standard elevato un comportamento desiderato. Si sviluppano linee guida in ogni campo (sociale, politico, economico, medico ecc.) Sempre basate sull’evidenza Mai vincolanti P. N.L.G., 2002 P.N.L.G.,2002 Necessità di linee guida 1. Prevalenza epidemiologica crescente 2. Sovrabbondanza di terapie (farmacologiche e non) non sempre supportate da prove di evidenza 3. Ricaduta assistenziale nei servizi. 4. “Chiarezza” richiesta da Associazioni dei Genitori per arginare “Shopping terapeutico” e mercato illusioni. Alle Linee Guida dovremmo chiedere di essere : Una fotografia aggiornata dei trattamenti giudicati come appropriati: – Validità; – Affidabilità; – Comparabilità; – Replicabilità. Linee Guida Linee Guida SINPIA 2005 Linee guida autismo – scuola SINPIA- Pedagogia speciale Scottish intercollegiate guidelines network (SIGN) Assessment, diagnosis and clinical interventions for children and young people with autism spectrum disorders. (2007) Linee Guida regionali per i disturbi dello spettro autistico 2013 (DGR 1521/2013) AACAP 2014 Sistema Nazionale per le linee Guida Iss (2011 aggiornamento 2015) Il Sistema nazionale linee guida elabora raccomandazioni di comportamento clinico basate sugli studi scientifici più aggiornati. Per ogni patologia le linee guida descrivono le alternative disponibili e le relative possibilità di successo in modo che il medico possa orientarsi nella gran quantità di informazione scientifica in circolazione, il paziente abbia modo di esprimere consapevolmente le proprie preferenze, e l'amministratore possa compiere scelte razionali in rapporto agli obiettivi e alle priorità locali. Interventi terapeutici Durante l’intero arco dell’età evolutiva devono essere messi in atto una serie di interventi finalizzati a: 1. correggere comportamenti disadattivi; 2. pilotare la spinta maturativa per facilitare l’emergenza di competenze (sociali, comunicativo-linguistiche, cognitive) che possano favorire il futuro adattamento del soggetto all’ambiente in cui vive; 3. favorire lo sviluppo di un soddisfacente adattamento emozionale (controllo degli impulsi, modulazione degli stati emotivi, immagine di sé). Comprendere per valutare (e valutare per comprendere) Occasioni e contesti dell’espressione comportamentale abnorme Esistono indicatori di psicopatologia certi ? Come vivono il sintomo nell’ambiente e come reagiscono genitori, compagni, insegnanti ? Sono le manifestazioni riconducibili a una ben precisa sindrome ? Come si inserisce il sintomo nella vita quotidiana del bambino ? Quale interferenza è prodotta sullo sviluppo? Esistono aspetti non considerati (multiassialità) ? Linee guida SINPIA, 2005 Disturbo autistico: è una sindrome comportamentale Aree compromesse Interazione sociale Comunicazione Interessi e attività Aree di intervento migliorare l’interazione sociale; arricchire la comunicazione; favorire un ampliamento degli interessi ed una maggiore flessibilità degli schemi di azione. Linee Guida SNPIA 2005 Trattamenti inefficaci o non raccomandati Auditory Integration Training Musicoterapia Comunicazione facilitata Ossigeno iperbarico Metodo Tomatis Equitazione assistita Chelazione Integratori alimentari Interventi mediati dai genitori • Con programmi di intervento mediati dai genitori devono essere intesi interventi sistematici e modalità di comunicazione organizzati secondo specifiche sequenze, che il genitore, previa formazione specifica, eroga al figlio con obiettivi precisi e sotto la supervisione degli specialisti che lo affiancano. • E’ efficace nel migliorare varie aree target: • nei bambini con disturbi dello spettro autistico i comportamenti di comunicazione sociale e i problemi comportamentali • negli adolescenti con disturbi dello spettro autistico le capacità di socializzazione con i coetanei I programmi di intervento mediati dai genitori sono raccomandati nei bambini e negli adolescenti con disturbi dello spettro autistico, poiché sono interventi che possono migliorare la comunicazione sociale e i comportamenti problema, aiutare le famiglie a interagire con i loro figli, promuovere lo sviluppo e l’incremento della soddisfazione dei genitori, del loro empowerment e benessere emotivo. Strategie di intervento approcci comportamentali approcci evolutivi Tra i programmi intensivi comportamentali il modello più studiato è l’analisi comportamentale applicata (Applied behaviour intervention, ABA): gli studi sostengono una sua efficacia nel migliorare le abilità intellettive (QI), il linguaggio e i comportamenti adattativi nei bambini con disturbi dello spettro autistico. Le prove a disposizione, anche se non definitive, consentono di consigliare l’utilizzo del modello ABA nel trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico. Dai pochi studi finora disponibili emerge comunque un trend di efficacia a favore anche di altri programmi intensivi altrettanto strutturati, che la ricerca dovrebbe approfondire con studi randomizzati controllati (RCT) finalizzati ad accertare, attraverso un confronto diretto con il modello ABA, quale tra i vari programmi sia il più efficace. È presente un’ampia variabilità a livello individuale negli esiti ottenuti dai programmi intensivi comportamentali ABA; è quindi necessario che venga effettuata una valutazione clinica caso-specifica per monitorare nel singolo bambino l’efficacia dell’intervento, ossia se e quanto questo produca i risultati attesi. Approcci evolutivi (o interattivi) Si basano sui seguenti presupposti: L’area cognitiva, relazionale, emotiva e delle competenze comunicative sono inscindibili e si influenzano reciprocamente L’intervento è centrato sul bambino e l’ambiente assume valenza terapeutica Comunicazione Aumentativa Alternativa L’utilizzo di interventi a supporto della comunicazione nei soggetti con disturbi dello spettro autistico, come quelli che utilizzano un supporto visivo alla comunicazione, è indicato, sebbene le prove di efficacia di questi interventi siano ancora parziali. Il loro utilizzo dovrebbe essere circostanziato e accompagnato da una specifica valutazione di efficacia. È consigliato l’uso della terapia cognitivo comportamentale (Cognitive behavior therapy, CBT) per il trattamento della comorbidità con i disturbi d’ansia nei bambini con sindrome di Asperger o autismo ad alto funzionamento. La terapia cognitivo comportamentale, rivolta a bambini e genitori, può essere utile nel migliorare le capacità di gestione della rabbia in bambini con sindrome di Asperger. Terapia della psicomotricità obiettivi: favorire la comparsa di segnalatori sociali (contatto oculare, sguardo referenziale, sorriso, etc.); aumentare i tempi di attenzione; facilitare un uso più appropriato degli oggetti; stimolare la comunicazione; arricchire il vocabolario; scoraggiare determinati comportamenti (iperattività, stereotipie motorie, condotte autolesive, etc.). Terapia della psicomotricità è una prassi terapeutica che privilegia una modalità di approccio in grado di facilitare nel bambino: la percezione e la "conoscenza" di Sé come persona; la percezione e la "conoscenza" dell'Altro; la percezione e la "conoscenza" delle emozioni che sottendono i vari comportamenti; la percezione e la "conoscenza" delle "leggi" emozionali e sociali che regolano i rapporti interpersonali. Modelli di presa in carico 1. 2. 3. 4. 5. 6. TEACCH Learning Experiences, an Alternative Program for Preschoolers and their Parents (LEAP) at the University of Colorado School of Education The University of California at Los Angeles (UCLA) Young Autism Project Denver Model at the University of Colorado Health Sciences Center Developmental Intervention Model at the George Washington University School of Medicine. La Thérapie d’Echange et de Développment (TED) dell’Université François Rabelais, CHU de Tours Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children (TEACCH) University of North Carolina School of Medicine at Chapel Hill. Organizzazione dei servizi per persone autistiche realizzato nella Carolina del Nord. Prevede una presa in carico globale in senso sia "orizzontale" che "verticale", cioè in ogni momento della giornata, in ogni periodo dell’anno e della vita e per tutto l’arco dell’esistenza: un intervento “pervasivo" per un disturbo pervasivo. Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children (TEACCH) Finalità: sviluppo del miglior grado possibile di autonomia nella vita personale, sociale e lavorativa, attraverso strategie educative che potenzino le capacità della persona autistica. Presupposti: l’autismo è un disturbo biologicamente determinato; i genitori sono fondamentali nella comprensione e nel trattamento del disturbo Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children (TEACCH) Strategie di intervento: Strutturazione (tempo, spazio, materiale di lavoro) (“Dove?” “Quando?” “Che cosa?”) Rinforzo (Perché?) Aiuto (Come?) Generalizzazione del compito Disturbi Spettro Autistico Funzionamento cognitivo Comunicazione Tipologie di Trattamento Età (anni) Basso funzionamento <6 Non verbale 6-12 >12 <6 Verbale 6-12 PSICOEDUCAZIONE Genitori/Insegnanti COMUNICAZIONE AUMENTATIVA-ALTERNATIVA (PECS) TRAINING SULL’USO COMUNICATIVO-SOCIALE DEL LINGUAGGIO PROGRAMMI INTENSIVI COMPORTAMENTALI (ABA & derivazioni) DENVER TEACCH TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE (CBT) MOLTO UTILE UTILE NON UTILE Alto funzionamento >12 <6 6-12 >12 Precocità degli interventi • Popolazione a rischio di 24 mesi Gruppo trattato (con formazione genitori) VS Gruppo non trattato • A 36 mesi conferma diagnostica di DSA, ma… • ↑ outcome comunicazione sociale; • ↑ linguaggio verbale. Interazione sociale e comunicazione compromesse per : inadeguatezza dell’attenzione congiunta: (deficit della capacità di stabilire con l’altro un interesse condiviso) Neurone a specchio Localizzazione cerebrale dei neuroni a specchio difficoltà nell’uso dei simboli (Baron-Cohen et al. 1992; Mundy, incapacità del bambino di acquisire e padroneggiare i codici (sguardo, mimica, postura, gesti, suoni e parole) che gli permettono di entrare in uno scambio comunicativo con l’altro (Wetherby et al., 2000) 2003): In età prescolare Scarsa modulazione degli stati emotivi Inadeguatezza dell’attenzione congiunta Difficoltà nell’uso dei simboli guardare l’Altro; alternare lo sguardo dall’Altro all’oggetto e viceversa; tendere la mano verso l’oggetto e/o evento interessante e alternare lo sguardo con l’Altro; indicare con il dito l’oggetto e/o evento interessante; porgere e mostrare; usare simboli verbali. La scuola Linee guida SINPIA, 2005 Età scolare guardare alla persona quando viene chiamato per nome, guardare un oggetto quando viene nominato, prestare attenzione a chi parla, usare il contatto oculare per mantenere l’interazione, imitare azioni semplici, suoni, parole, attirare l’attenzione di qualcuno, facilitare i comportamenti di richiesta, dire no o fare gesti di diniego, dire si o fare gesti di assenso, salutare gli altri, denominare le persone, denominare le cose, descrivere ciò che gli altri stanno facendo. Se la compromissione dell’interazione sociale è rilevante e sono presenti comportamenti fortemente disadattivi , il programma deve prevedere un’adeguata organizzazione delle attività per favorire la partecipazione del bambino e stimolare la sua iniziativa. In tale contesto emotivo-relazionale, vanno implementati sollecitazioni centrate sugli apprendimenti accademici, sul linguaggio e sulla comunicazione sociale. Se la compromissione dell’interazione sociale è contenuta, va previsto un lavoro sulle competenze accademiche (lettura, scrittura e calcolo), integrato da programmi centrati sul linguaggio e sulla cognizione sociale. Obiettivi curriculari da perseguire Facilitare la consapevolezza delle intenzioni, delle preferenze e delle esperienze altrui Facilitare la capacità di raccontare le proprie esperienze Sviluppare l’abilità di modificare il tema del discorso secondo la prospettiva dell’esaminatore Sviluppare l’uso del linguaggio per mediare e risolvere conflitti e per esprimere sentimenti e empatia Facilitare l’uso di un linguaggio più avanzato per esprimere differenze di significato Incoraggiare l’acquisizione di convenzioni verbali per iniziare le interazioni, per interagire a turno e per terminarle Incoraggiare l’acquisizione di segnali non verbali e paralinguistici per rinforzare le intenzioni sociali ( per es. lo sguardo, la posizione del corpo, il volume della voce ecc.) Aumentare le abilità di interpretare e usare il linguaggio in modo flessibile secondo il contesto sociale e i segnali non verbali dell’interlocutore Comportamento disadattativo I comportamenti disadattativi assumono un carattere ripetitivo e perseverante tipico del funzionamento autistico? Provare ad introdurre sollecitazioni alternative (in presenza di sviluppo del linguaggio sufficientemente adeguato, usare il canale verbale) I comportamenti disadattativi hanno funzione comunicativa? Ispirarsi ai principi del ABA e del AAC per gestire il comportamento Concludendo: E’ fondamentale che per ogni soggetto venga individuato lo stile peculiare di apprendimento e di funzionamento globale, i suoi punti di forza e di debolezza in tutte le aree dello sviluppo, al fine di pianificare un intervento individualizzato e specificatamente orientato alla promozione delle competenze e quindi all’aumento della qualità di vita di quella persona. L’integrazione degli approcci sulla base del funzionamento specifico del bambino appare la via più completa e che ha dato maggiori risposte positive nell’intervento psico-educativo. Linee Guida Scuola -autismo SNPIA –Pedagogia speciale,2005 Neurotipico La Sindrome Neurotipica (NT) è un disturbo neurobiologico caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per le relazioni sociali, un delirio di superiorità, e un’ 0ssessione al conformismo. Neurotipici: – i NT pensano che la loro esperienza al mondo è la sola, oppure è la sola ad essere corretta. – i NT hanno difficoltà a restare da soli. – i NT spesso sono intolleranti di fronte alle differenze minime degli altri. – In gruppo i NT sono socialmente rigidi, e spesso insistono sulle performance di rituali disfunzionali per assicurarsi l’identità di gruppo. – I NT hanno grandi difficoltà a comunicare direttamente ed è presente una alta incidenza alla menzogna rispetto alle persone autistiche. “La neurotipicità è un disturbo di origine genetica. Delle autopsie hanno dimostrato che il cervello dei neurotipici è piu’ piccolo rispetto a quello degli autistici, e che le zone dell’interazione sociale sono ipertrofiche”. http://podcast.unil.ch/podcast/ssp/iscm/cmtb_2008/cmtb_17_Hadjikhani_slides.pdf Informazioni su questi ad