Il percorso verso un’immagine di salute gestione associata dei 4 comuni che ne fanno parte. Questo ha indotto il Direttore Tecnico del Valdarno a formalizzare quattro tavoli di lavoro multiprofessionali allo scopo di favorire l’integrazione tra operatori sanitari e comunali al fine di individuare le problematiche di salute prioritarie per il territorio di competenza. 5.IL PERCORSO VERSO UN’IMMAGINE DI SALUTE Il percorso intrapreso per costruire un’immagine condivisa a partire dalle evidenze desunte dal Profilo di Salute si è articolato in varie fasi: 1. in entrambe le SdS si è proceduto a una prima presentazione pubblica nel giugno 2005 a cui hanno partecipato gli operatori sanitari e sociali, gli amministratori, le Organizzazioni Sindacali, gli organismi di partecipazione e i medici di Medicina Generale. Nei due incontri sono state sintetizzate le evidenze emerse dalla lettura dei dati, i limiti delle informazioni a disposizione e le prospettive di approfondimento. I tavoli di lavoro hanno visto la partecipazione di professionalità di diversa provenienza (Comuni, ASL, Terzo Settore, Servizi Sociali, Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta), che, coordinate dalla responsabile dell’Epidemiologia della ASL, hanno dato vita ad un confronto partecipato e proficuo suoi temi non soltanto sanitari di maggiore attualità. Il risultato dei vari tavoli di lavoro è stato successivamente discusso nell’ambito dell’intero staff della SdS e definitivamente approvato. 2. la seconda fase, nella quale sono stati individuati gli obiettivi del Piano Integrato di Salute e i progetti ad essi correlati, è stata condotta con modalità differenti nelle due SdS. 5.1 Gli obiettivi dei Piani Integrati di Salute Il Direttore tecnico della SdS di Empoli ha optato per una organizzazione articolata in incontri successivi dell’intero staff della SdS (tecnici ASL, amministratori, Organizzazioni Sindacali, organismi di partecipazione, Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta) per un totale di circa 20 operatori. Sebbene il numero fosse elevato ciò ha permesso di coinvolgere l’intero gruppo nella discussione di tutti i temi in esame. Ciò è stato possibile perché nella realtà dell’Empolese esiste una maggiore integrazione dovuta alla modalità di gestione dei servizi socio-assistenziali. Nella SdS Empolese, infatti, i servizi-socio assistenziali sono gestiti direttamente dalla ASL di Empoli, a seguito della delega che 10 comuni su 11 (ad esclusione di Fucecchio che, pur appartenendo alla SdS di Empoli, rientra nella Zona Sociosanitaria del Valdarno) hanno concesso alla ASL. Di seguito si riportano, per ogni SdS, gli obiettivi individuati per l’anno 2005. Per ogni obiettivo sono esplicitati anche i rispettivi progetti strategici, gli attori coinvolti, i tempi di realizzazione e gli indicatori previsti per il monitoraggio. Nella SdS Valdarno Inferiore, al contrario, i servizi-socio assistenziali sono in carico alla 157 Gli obiettivi del PIS Società della Salute di Empoli ANZIANI FRAGILI La popolazione del nostro territorio è anziana: il 22% dei nostri cittadini ha più di 65 anni. Questa percentuale è superiore rispetto alla media nazionale, ma in media con quella regionale. Vi sono PROBLEMA problemi assistenziali soprattutto tra gli anziani che vivono soli e che all’anagrafe risultano essere il 19% di tutti gli ultrasessantacinquenni. OBIETTIVO PROGETTI strategici INDICATORI RISORSE TEMPISTICA Risultati attesi Migliorare la qualità dell’assistenza agli anziani fragili attraverso un sistema di protezione sociale. Estendere la sorveglianza attiva agli anziani fragili che vivono soli sia in misura quantitativa (raggiungere più soggetti) che temporale (estenderla a tutto l’anno). Estensione della sorveglianza attiva a tutto l’anno N° Anziani fragili soli seguiti / numero anziani soli rilevati all’anagrafe Già esistenti nei servizi 2006 Estensione sorveglianza attiva a tutto l’anno 2007 Aumento percentuale dei soggetti in sorveglianza attiva Realizzare punto unico di accesso problematiche anziani – realizzare “Pronto soccorso” anziani – Semplificare e sburocratizzare percorsi - Realizzare percorsi assistenziali integrati, individualizzati, PROGETTI Correlati tempestivi e flessibili – Favorire flessibilizzazione orari di lavoro per i familiari di anziani – Migliorare la qualità dell’assistenza agli anziani fornita dai lavoratori stranieri superando il concetto di “badante” Favorire la domotica rivolta agli anziani – Sostenere la progettazione e la realizzazione di abitazioni per anziani. Assistenza domiciliare Montelupo - Gestione RSA Montaione GALASSIA IMMIGRATI Gli immigrati presenti nel 2003 sul nostro territorio erano il 5,6%. Tra gli immigrati alto è il numero della malattie infettive ed in particolare la tubercolosi (31% dei casi di tubercolosi totali pari a una media PROBLEMA di 10 casi/anno) ed alto è il numero degli aborti volontari (26% medio delle gravidanze teoriche sul periodo 2000-2004 pari ad una media di 111 IVG/anno), tanto che, per numero di aborti, ci posizioniamo ai primi posti in Toscana. Aumentare la coscienza sanitaria delle comunità immigrate e garantire pari opportunità ai cittadini OBIETTIVO stranieri nell’accesso ai servizi sanitari, sociali, alla casa, al lavoro e alla formazione, unificare gli interventi nel settore da parte delle istituzioni. PROGETTI strategici INDICATORE RISORSE TEMPISTICA Risultati attesi Unificare gli interventi nel settore da parte delle istituzioni. Promuovere la contraccezione nella popolazione immigrata Realizzazione di un programma unitario di intervento N° IVG popolazione immigrata / N° donne immigrate in età fertile Già esistenti nei servizi 2006 Unificazione programmi intervento 2007 Riduzione Tasso IVG popolazione Immigrata Attuare campagne di prevenzione mirate nelle comunità immigrate - Traduzione multilingue PROGETTI Correlati modulistica e siti sanitari - Progetto accoglienza,educazione linguista ed interculturale nella scuola di base, nella scuola media superiore (2006) - Progetto di interpretariato sociale e traduzione di modulistica (2006) 158 Gli obiettivi del PIS VIVA LA VITA Gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte nei giovani, soprattutto di sesso maschile. Il dato è in media con i quello nazionale ma assolutamente inaccettabile. Il rapporto di PROBLEMA lesività dell’intera ASL è pari a 1353 feriti ogni 1000 incidenti (media sul periodo 1991-2003), mentre quello di mortalità è pari a 25*1000 contro valori medi toscani che si attestano rispettivamente intorno a 1342 e 26*1000. OBIETTIVO PROGETTI strategici INDICATORI RISORSE Ridurre la mortalità e le invalidità legate a incidenti stradali. Favorire un accordo di programma tra i comuni per rilanciare i progetti Città Sicura. Favorire corsi di educazione alla guida sicura negli adolescenti Indice mortalità/invalidità dovuta a numero incidenti N° adolescenti partecipanti a corsi di guida sicura Autofinanziamento 2006 Attuazione accordo di programma TEMPISTICA Risultati attesi 2007 Attuazione corsi di guida sicura negli adolescenti. -> XXX Adolescenti 2008 Riduzione N° incidenti stradali PROGETTI Correlati ABILITARE LA DISABILITA’ Nel 2004 erano presenti sul territorio della SdS di Empoli 29 cittadini con handicap riconosciuto ai PROBLEMA sensi della legge 104/92 ogni 1000 abitanti. Numerosi sono i cittadini portatori di altre disabilità. La minore autonomia delle persone disabili riduce la loro qualità della vita OBIETTIVO PROGETTI strategici INDICATORE RISORSE TEMPISTICA Risultati attesi Favorire la qualità della vita delle persone con disabilità. Sostenere, sviluppare ed attuare programmi tesi a favorire la qualità della vita delle persone con disabilità (lavoro, tempo libero, vita indipendente). N° programmi attuati N° cittadini partecipanti ai programmi/cittadini con disabilità accertata Già esistenti nei servizi 2006 definire 2 programmi tesi a favorire la qualità della vita dei disabili 2007 attuare i programmi. Elaborare ed attuare progetti per i soggetti autistici e le loro famiglie – Progetto Il Ponte ( formazione PROGETTI Correlati di un gruppo di ragazzi e confronto sulle loro esperienze lavorative); tempo libero:vivere insieme agli altri e laboratorio informatico, progetto attività motoria minori(2006) VIVO NEL VERDE La quantità di rifiuti che produciamo è tra le più alte della Toscana. Questa elevata produzione PROBLEMA diminuisce i tempi di utilizzazione delle discariche presenti sul nostro territorio con necessità di reperire altri siti o ampliare gli esistenti OBIETTIVO PROGETTI strategici INDICATORI RISORSE Ridurre la produzione dei rifiuti e favorire la raccolta differenziata Accordo di programma con i comuni Realizzazione campagne divulgative/informative Volume di rifiuti prodotti Volume di raccolta differenziata / Volume di rifiuti prodotti Autofinanziamento 2006 Realizzazione accordo di programma TEMPISTICA Risultati attesi 2008 Riduzione rifiuti prodotti 2008 Aumento raccolta differenziata PROGETTI Correlati 159 Gli obiettivi del PIS DOMANDE APPROPRIATE, RISPOSTE TEMPESTIVE L’aumento della richiesta di prestazioni specialistiche a parità di livello di salute è costante. Il PROBLEMA governo delle prestazioni specialistiche rappresenta una importante criticità che trova il suo culmine nell’incapacità del sistema di rispondere in base alla reali priorità. Favorire un uso appropriato e consapevole della risorsa specialistica estendendo la possibilità di OBIETTIVO determinare l’ordine di accesso per priorità (e non per tempo di presentazione della domanda) a tutte le prestazioni in modo che ad ognuno possa essere fornito ciò che serve in modo appropriato, nel tempo consono al problema. PROGETTI strategici Accordo con MMG, PLS e specialisti per la realizzazione dei progetti nazionali e regionali sulle “Priorità di accesso” INDICATORE RISORSE N° prestazioni prenotate secondo codice priorità/n° totale prestazioni prenotate Autofinanziamento 2006 Definizione progetto TEMPISTICA Risultati attesi 2006 10% delle prestazioni prenotate secondo codice priorità 2007 80% delle prestazioni prenotate secondo codice priorità PROGETTI Correlati VINCERE IL MAL D’ESSERE L’adolescenza vive spesso un disagio specifico, non motivato, difficilmente identificabile, ma reale e causa, spesso, di comportamenti e stili di vita che possono avere serie conseguenze sulla loro salute (dipendenze, eccessi, …), fino a causare, come riportano i dati epidemiologici, patologie mentali, PROBLEMA malattie sessualmente trasmissibili, AIDS, suicidi. E’ evidente, quindi, che le statistiche nazionali su mortalità e morbilità, di solito importanti per la determinazione della salute nella popolazione, non sono assolutamente rappresentative del livello di salute nel periodo adolescenziale. Ridurre il mal d’essere ed intervenire direttamente sulle situazioni di particolare complessità attivando OBIETTIVO al contempo indicatori più validi per analizzare e comprendere lo stato di salute dei giovani, a partire da indicatori soggettivi, derivanti dalla percezione dei giovani stessi. Osservare classi di adolescenti con l’obiettivo di elaborare assieme indicatori in grado monitorare il PROGETTI strategici disagio giovanile (da validare con il confronto tra gruppi) Elaborare e sperimentare progetti costruiti con gli adolescenti (formazione fra pari) in grado di ridurre il mal d’essere Elaborazione indicatori INDICATORE Applicazione indicatori N° Progetti applicati RISORSE Proprie 2007 Applicazione indicatori TEMPISTICA Risultati attesi 2007 Applicazione 1 progetto tra pari 2008 Applicazione di 3 progetti tra pari Presa in carico e trattamento integrato sociale e sanitario nelle situazioni di particolare complessità e pregiudizio ( incontri protetti, maltrattamento, abuso, violenza assistita). - Prevenire forme di disagio, PROGETTI correlati aiutare a raggiungere l’equilibrio e l’autostima, educare all’autonomia gli adolescenti, i giovani e le loro famiglie. - Tutela dei diritti dei bambini e salvaguardia delle loro condizioni di benessere Progetto giovani e benessere, centro giovani Avane - Sperimentazione di una comunità di tipo familiare per bambini ed adolescenti. 160 Gli obiettivi del PIS SICUREZZA SEMPRE I livelli attuali degli infortuni sul lavoro e tra le mura domestiche permangono elevati e, soprattutto in PROBLEMA questo ultimo anno. I dati mostrano un eccesso di rischio tra i lavoratori atipici contemporaneamente un aumento del lavoro atipico. OBIETTIVO Creare una cultura della sicurezza in tutta la nostra popolazione. PROGETTI strategici INDICATORI RISORSE TEMPISTICA Risultati attesi N° Infortuni sul lavoro N° Infortuni domestici Già esistenti PROGETTI correlati VITA AGLI ANNI, ANNI ALLA VITA Stanno emergendo tutta una serie di problemi (disabilità, perdita di autonomia) e di patologie PROBLEMA (malattie cardiovascolari, diabete, tumori, malattie cronico-degenerative) legate all’allungamento della vita che si è realizzato nel mondo occidentale ed aggravate ed aumentate da scorretti stili di vita ed inquinamento ambientale . OBIETTIVO Migliorare la qualità della vita ed aumentarne la durata. Promuovere programmi di Attività Fisica Adattata (AFA) per prevenire la disabilità o rallentare l’evoluzione di problemi causati da precedenti patologie o stili di vita non corretti. PROGETTI strategici Condurre programmi di educazione alla salute sanitaria relativi ai fattori di rischio evitabili (sedentarietà, alimentazione, fumo di sigaretta) tesi a ridurre il Rischio Cardio Vascolare (RCV). Favorire l’adesione agli screening preventivi N° Cittadini partecipanti a progetti AFA INDICATORI Rischio Cardiovascolare nella popolazione da 36 a 69 anni. N° Cittadini partecipanti a campagne di screening RISORSE TEMPISTICA Risultati attesi Autofinanziamento 2006 Aumento cittadini partecipanti progetti di Attività Fisica Adattata 2007 Aumento del 5% della partecipazione agli screening 2008 Riduzione del RCV nella popolazione da 36 a 69 anni Intervenire in modo più stringente sulle patologie che influiscono sui fattori di rischio cardiovascolari PROGETTI correlati PROBLEMA OBIETTIVO PROGETTI strategici INDICATORE RISORSE (diabete, ipertensione) - Favorire forme innovative per la promozione risparmio energetico Realizzare piste ciclabili INFORMAZIONE Soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione si verifica un mancato accesso ai servizi per carenza di efficace informazione. Migliorare i processi informativi verso i cittadini rendendoli informati e consapevoli delle opportunità offerte. Mettere in rete i “Punti informativi territoriali” già esistenti rendendoli capaci di dare risposte ed informazioni per i settori sociale, sanitario ed ambientale. Punti informativi in rete Già esistenti 2006 3 punti informativi in rete TEMPISTICA Risultati attesi 2007 50 % dei punti informativi sanitari e comunali in rete 2007 5 punti informativi in rete di attori non istituzionali. PROGETTI correlati 161 e Gli obiettivi del PIS Società della Salute Valdarno Inferiore Dalla nascita all’adolescenza Hai le chiavi del mondo… non perderle mai!! L’adolescenza è vista come un periodo di salute ottimale con bassi livelli di morbosità e malattie croniche. Tuttavia è spesso il periodo in cui i diretti interessati non vivono la sensazione di benessere, ma un disagio spesso aspecifico, non motivato, difficilmente identificabile, ma reale e causa, spesso, di comportamenti e stili di vita che possono avere serie conseguenze sulla loro salute ( dipendenze, eccessi, …), fino a causare, come riportano i dati epidemiologici, patologie mentali, malattie sessualmente trasmissibili, AIDS, suicidi. PROBLEMA E’ evidente, quindi, che le statistiche nazionali su mortalità e morbilità, di solito importanti per la determinazione della salute nella popolazione, non sono assolutamente rappresentative del livello di salute nel periodo adolescenziale. Si rende necessario, quindi, individuare indicatori più validi per analizzare e comprendere lo stato di salute dei giovani, a partire da indicatori soggettivi, derivanti dalla percezione dei giovani stessi. Questo approccio studia la salute così come viene intesa dagli stessi adolescenti, permettendo di identificarne le conseguenze comportamentali oggettive e le risposte che ai loro problemi loro stessi vorrebbero avere. 1. Valutare la sfera del disagio adolescenziale a partire dai diretti interessati 2. Promuovere l’integrazione fra tutti gli attori che già lavorano sul disagio adolescenziale OBIETTIVO 3. Monitorare gli incidenti stradali come indicatore di comportamenti a rischio e promuovere abitudini di guida corrette 4. Attuare azioni individuate nella fase 1 2006 1. Osservazione di un campione di classi da parte di psicologi 2. Censimento delle attività svolte sul disagio adolescenziale dai vari servizi 3. Sperimentazione di alcuni progetti costruiti con i ragazzi al fine di ottenere informazioni utili per PROGETTI calibrare gli interventi preventivi sugli adolescenti STRATEGICI 2007 4. Analisi dei dati a disposizione e accordi di programma con i comuni, dopo aver valutato le misure di contenimento (multe, rilevatori velocità, ecc.) 5. Corsi di aggiornamento per insegnanti con l’apporto di psicologi Salute mentale Infanzia e Adolescenza, Sert , Comuni, Istituzioni scolastiche, associazioni sportive, Polizia ATTORI Municipale, associazioni di volontariato; Educazione alla salute, Dipartimento della Prevenzione. RISORSE Già presenti o Finanziamenti specifici • numero di classi oggetto di osservazione/totale classi e conseguente rendicontazione • numero di progetti costruiti con i ragazzi/totale studenti INDICATORE • Progetto di intervento DI • accordo di programma con i comuni RISULTATO • numero partecipanti corsi di aggiornamento con psicologi/totale insegnanti potenzialmente coinvolti 162 Gli obiettivi del PIS L’orso Baloo!! Nell’ultima decade il numero di bambini obesi è aumentato e l’eccesso di peso è diventato uno dei principali problemi di salute per i bambini e gli adolescenti. L’obesità infantile è una malattia complessa, che comporta numerosi rischi per la salute, da malattie cardiovascolari ad altre condizioni critiche che portano a morte prematura. Il diabete tipo 2, una volta sconosciuto tra gli adolescenti, è diventato oggi assai più frequente, così come malattie legate al colesterolo troppo alto o all’ipertensione. PROBLEMA In Italia, secondo i dati pubblicati dall’ISS e dall’ISTAT, sono circa il 4 per cento dei bambini a essere obesi e il 20 per cento in sovrappeso. Il problema interessa soprattutto la fascia di età 6-13 anni e i maschi rispetto alle femmine. Riguardo ai fattori di rischio, per la fascia d’età compresa tra i 6 e i 17 anni, sono stati presi in considerazione la familiarità (sia nella sua componente genetica che in quella ambientale), la sedentarietà come stile di vita ed infine lo status socio–economico, ed in particolare il livello di istruzione della madre ed il giudizio sulle risorse economiche della famiglia. Stimare la prevalenza del sovrappeso fra i bambini di età 3-10 anni residenti sul territorio SdS e mettere in OBIETTIVO atto azioni correttive. 2006 1. Attuazione del progetto sperimentale condotto sui bambini residenti a San Miniato, che prevede: • la valutazione dei bambini di età compresa fra 3 a 10 anni, da parte dei pediatri di libera scelta in collaborazione con l’UO Igiene degli Alimenti • attuazione di specifiche azioni volte alla risoluzione del problema “ soprappeso”, sia nei confronti dei bambini che delle famiglie, nel mondo scolastico, sportivo e educativo in generale • rivalutazione dei bambini su specifici indicatori, per capire l’impatto delle azioni svolte PROGETTI 2. Indagine di popolazione svolta dai PLS e dall’UO Igiene degli Alimenti sui bambini di età STRATEGICI compresa fra 3 e 10 anni residenti nei comuni della SdS Valdarno Inferiore attraverso: • lo stesso modello utilizzato a San Miniato (con l’eventuale integrazione di criteri di rilevazione aggiuntivi rispetto la disegno originale, concordati con i PLS) • accordi con le istituzioni scolastiche, sportive, educative, associazioni di volontariato 2007 3. Utilizzare le evidenze che emergeranno dal progetto sperimentale di San Miniato per avviare azioni efficaci anche negli altri comuni della SdS su cui sarà stata condotta l’indagine di popolazione. PLS, U.O. Alimenti e Nutrizione, Terzo settore, Educazione alla salute, Comunicazione, Psicologia, ATTORI Dipartimento infermieristico RISORSE Già presenti o Finanziamenti specifici INDICATORE 1. attuazione del progetto sperimentale su tutti i bambini individuati DI 2. valutazione di almeno il 90% dei bambini individuati nel secondo anno e confronto con i dati RISULTATO di letteratura PROBLEMA OBIETTIVO PROGETTI STRATEGICI TEMPI ATTORI RISORSE INDICATORE DI RISULTATO Madri per scelta…..bambini di diritto I problemi degli immigrati sono prima di tutto sociali e poi sanitari. Gli immigrati hanno subito sradicamento dai loro luoghi di origine, si scontrano con barriere linguistiche e culturali, non hanno supporto sociale e familiare, vivono una precarietà socioeconomica (abitazioni fatiscenti, lavoro nero) che li porta spesso a non interagire neppure fra loro. Uno degli aspetti di maggiore criticità per l’immigrato è rappresentato dalla sfera materno-infantile: le donne immigrate manifestano un chiaro disagio in rapporto alla contraccezione, disagio che si riflette all’interno della coppia la percentuale di interruzioni volontarie di gravidanza fra le donne straniere è in aumento tendono a sottostimare l’importanza della diagnostica in gravidanza non usufruiscono dei servizi offerti a supporto del periodo immediatamente successivo al parto Questi comportamenti potrebbero essere dettati non soltanto da una differenza culturale rispetto alle donne italiane, ma anche da una scarsa conoscenza dei loro diritti. Costruire un percorso integrato sociale e sanitario sui problemi materno infantili e fornire adeguata informativa per le donne immigrate • Informazione capillare e comprensibile sui servizi presenti, integrati in rete attraverso opuscoli informativi multilingue o interventi di comunicazione pubblici • Incrementare la coscienza dei loro diritti nelle donne immigrate e garantire loro un adeguato supporto da parte dei servizi Biennale Servizi sociali dei comuni e dell’azienda, PLS, Dipartimento materno infantile, consultori materno infantili, terzo settore, educazione alla Salute Già presenti o Finanziamenti specifici • • Numero di donne in età fertile inserite nel percorso / donne in età fertile Incremento delle donne che si rivolgono ai consultori 163 Gli obiettivi del PIS La guerra dei Roses La conflittualità di coppia genera effetti estremamente negativi anche sull’equilibrio psicologico del bambino/adolescente, oltre che rappresentare un fattore di rischio per le patologie depressive nell’adulto. La quota di disagio familiare che viene rilevato dai soggetti istituzionali (ASl, Comuni) rappresenta soltanto una parte del disagio totale. PROBLEMA Alcuni agenti informali presenti sul territorio (allenatori, parrocchia, istituzioni scolastiche, ecc.) vengono spesso individuati quali figure di riferimento, per esprimere difficoltà relazionali ancora non elaborate da parte degli interessati Mettere a conoscenza tali figure delle attività che i soggetti istituzionali portano avanti nel settore della conflittualità di coppia, può rendere più efficace il loro ruolo di riferimento e dare continuità al percorso di intervento qualora le difficoltà relazionali siano più pesanti e richiedano interventi istituzionali specifici Prevedere per la conflittualità di coppia una risposta sul territorio della SdS, costruita in continuità dagli OBIETTIVO agenti informali, che spesso accolgono i primi segnali di disagio, fino ai soggetti istituzionali (comuni, ASL,…) e la loro rete di offerta • Individuazione degli interventi in atto e integrazione degli stessi in rete • Definizione delle modalità operative con cui strutturare il percorso dall’accoglienza dei primi PROGETTI STRATEGICI segnali di disagio in poi • Realizzazione di opuscoli informativi TEMPI biennale Sociale Comuni, Psicologi, terzo settore, Pediatri, MMG, Istituzioni scolastiche, educative, sportive, ATTORI educazione sanitaria RISORSE Già presenti o Finanziamenti specifici INDICATORE • Livello di partecipazione al progetto (numero soggetti interessati nella rete) DI • Distribuzione di supporti informativi ai cittadini RISULTATO • Numero di percorsi integrati attivi nel mondo degli adulti Essere o mal d’essere ?? I dati riguardanti i tassi di prevalenza riscontrati in un campione rappresentativo della popolazione italiana confermano che i disturbi mentali sono frequenti anche in Italia, al pari di quanto le ricerche internazionali condotte in questi anni hanno messo in luce: circa una persona su cinque ha soddisfatto i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale nel corso della vita. In maniera più specifica, la depressione maggiore, le fobie specifiche e la distimia sono risultati i disturbi più comuni, con percentuali di prevalenza rispettivamente pari al 10,1%, al 5,7% ed al 3,4%, seguiti dal disturbo post traumatico da stress, dalla fobia sociale e dal disturbo d' ansia generalizzata (riscontrati nel 2% circa dei soggetti intervistati I tassi di prevalenza a 12 mesi sono risultati ovviamente più bassi rispetto a quelli lifetime: il 7% circa degli PROBLEMA intervistati ha soddisfatto i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale nei 12 mesi precedenti, i 5% del campione aveva sofferto di un disturbo d' ansia; la depressione maggiore e le fobie specifiche sembrano essere i disturbi più frequenti a 12 mesi, con prevalenze stimate del 3% e del 2,7%. In conclusione, circa tre milioni e mezzo di persone adulte hanno sofferto di un disturbo mentale negli ultimi 12 mesi; di questi, quasi due milioni e mezzo hanno presentato un disturbo d’ansia, 1 milione e mezzo un disturbo affettivo e quasi cinquantamila un disturbo da abuso di sostanze alcooliche. Rispetto ai tassi di prevalenza lifetime trovati nel campione italiano, si può stimare che più di otto milioni e mezzo di adulti hanno sofferto di un qualche disturbo mentale nel corso della propria vita. Le donne sono molto più a rischio di soffrire di un disturbo mentale, con l’eccezione dei disturbi correlati all’uso di alcool. Anche l’essere disoccupati, casalinghe o disabili aumenta il rischio di soffrire di disturbi psichici. • Valutare se la prevalenza di depressioni reattive sperimentata dai MMG è supportata dal dato reale OBIETTIVO • Individuare diversi approcci terapeutici nei confronti delle depressioni reattive anche attraverso il confronto fra i professionisti interessati ( MMG; psicologi, psichiatri) • Individuazione di approcci diversificati per le depressioni reattive PROGETTI • Registro delle depressioni attraverso la collaborazione dei MMG STRATEGICI • Costruzione del percorso per l’approccio alle depressioni reattive TEMPI biennale ATTORI Psicologia, Psichiatria, MMG, servizi sociali comunali e Dipartimento infermieristico RISORSE Già presenti o Finanziamenti specifici • Congruenza del risultato dell’indagine con la percezione dei MMG INDICATORE • Strutturazione del registro DI • Protocolli di approccio integrati RISULTATO 164 Gli obiettivi del PIS Come potremo stare se… I dati epidemiologici a livello nazionale evidenziano un netto aumento della vita media e, quindi, delle patologie croniche presenti soprattutto dall’età media in poi (ipertensione, parkinsonismo, artrosi…). Spesso i dati presenti negli archivi sanitari non sono completi, e non sono incrociati con le informazioni disponibili da parte dei MMG, primo e talora unico riferimento per persone affette da questi problemi. PROBLEMA Le conseguenze cliniche e sociali di queste patologie sono pesanti e comportano un grosso investimento di risorse sull’intera società e grave perdita di autonomia nei soggetti affetti. Una seria informazione sui dati clinici inerenti queste patologie e la programmazione di interventi sugli stili di vita finalizzati a prevenire il loro esordio e/o le loro complicanze sono ormai indispensabili azioni di salute pubblica Valutare la prevalenza di ipertensione e Parkinsonismi nella nostra popolazione e attuare strategie per OBIETTIVO la riduzione dei fattori di rischio ad esse correlate. 1. Stime di prevalenza e incidenza per ipertensione e parkinson 2. Messa in atto di azioni volte alla riduzione dei fattori di rischio 3. Registri di patologia PROGETTI 4. Promuovere l’AFA (attività fisica adattata) per il morbo di parkinson attraverso campagne STRATEGICI informative e accordi con nuovi partners 5. Ridurre il consumo di sale attraverso campagne di educazione sanitaria in collaborazione con MMG e sponsor di settore TEMPI biennale Neurologia, Geriatria;, Comuni, MMG, associazioni sportive, eventuali sponsor di settore, associazioni di ATTORI volontariato, Riabilitazione, educazione alla Salute RISORSE Già presenti o Finanziamenti specifici INDICATORE • Realizzazione di Registro di patologia completo dei dati dei mmg DI • Allargamento dei programmi a.f.a. per parkinsoniani RISULTATO • Effettuazione di campagne informative sui fattori di rischio e sull’AFA Basta un poco di zucchero… Nel diabete di tipo 2, uno dei maggiori fattori di rischio è l’obesità o comunque un eccessivo peso corporeo, che causa una riduzione dell’effetto ipoglicemizzante dell’insulina in circolo, provocando così il diabete. La sedentarietà, tipica della vita urbana, e le cattive abitudini alimentari, tipiche di ritmi di vita accelerati e non rispettosi dei tempi fisiologici, sono sicuramente fattori determinanti nella manifestazione di questa patologia, soprattutto nei soggetti affetti da due condizioni metaboliche precise: la IGT e la IFG. L’ IGT (Impaired glucose tolerance – intolleranza al glucosio) è caratterizzata da un livello di glucosio nel PROBLEMA sangue più alto del normale ma non tale da far classificare una persona come diabetica. In questo caso, l’insulina viene prodotta in quantità insufficienti o si tratta di insulina non efficace a controllare il glucosio. Le persone con una IGT hanno maggiori probabilità di sviluppare una forma di diabete di tipo 2. La IFG (I Fasting Glycaemia – glicemia a digiuno) è un' altro fattore di rischio, distinto dal precedente, caratterizzato comunque da una elevata glicemia anche nei periodi di digiuno, con valori non sufficienti a definire una diagnosi di diabete. Un altro elemento importante è la familiarità per il diabete, che in Italia ad esempio interessa il 25 per cento degli uomini e il 29 per cento delle donne. Individuare i soggetti con IGT e IFG o soggetti a rischio per familiarità e condurre campagne educative OBIETTIVO finalizzate a sviluppare stili di vita adeguati ad evitare l’evoluzione di queste condizioni in diabete tipo 2. 1. Individuazione dei soggetti a rischio e individuazione precoce della malattia 2. Incentivare l’adozione di stili di vita corretti 3. Attuazione campagne educative PROGETTI 4. Monitoraggio dell’evoluzione dello stato di salute STRATEGICI 5. Studio dei soggetti prediabetici e loro monitoraggio (progetto cooperativa cigoli in collaborazione con MMG ) 6. Estensione dello studio a tutto il contesto della SdS TEMPI triennale ATTORI MMG, Dipartimento cure primarie, Dipartimento infermieristico, Comuni, diabetologia ASL, terzo settore RISORSE Già presenti o Finanziamenti specifici INDICATORE • Individuazione di azioni preventive efficaci DI • Numero campagne informative condotte per ogni comune RISULTATO • Riduzione della % evoluzione in diabete tipo 2 dei pazienti con IFG\IGT seguiti 165 Gli obiettivi del PIS Una casa da vivere Gli ambienti chiusi nei quali trascorriamo la maggior parte del tempo risultano molto inquinati, poco confortevoli ed anche poco sicuri. Tra l’altro l’edilizia civile e residenziale così come oggi concepita ha un impatto ambientale rilevante: -consumo di aree verdi -emissioni PROBLEMA -consumi energetici -rifiuti etc. Tutto questo ha un impatto notevole sulla salute, direttamente come ambiente indoor e indirettamente come inquinamento atmosferico. 1. Redigere dei regolamenti edilizi/di igiene che recepiscano alcune norme igieniche sull’abitato biocompatibile ed ecocompatibile: ubicazione, orientamento e autonomia energetica dell’edificio, materiali non tossici, energie rinnovabili, riduzione del consumo dell’acqua ect. OBIETTIVO 2. Ampliare ai comuni di Castelfranco di Sotto e a tutti quelli che emetteranno il bando per l’assegnazione delle case di edilizia residenziale popolare il progetto di valutazione dell’igienicità e della sicurezza impiantistica delle abitazioni 3. Promuovere iniziative di informazione relativamente agli incidenti domestici PROGETTI Azioni previste nel progetto “La Casa si…..cura” (Progetto sicurezza impiantistica nelle abitazioni) STRATEGICI Pianificare interventi di messa a norma delle abitazioni censite TEMPI biennale 1. Organizzazione di un corso di formazione interdisciplinare e Stesura del Regolamento RISULTATO 2. Interventi pianificati di messa a norma delle abitazioni censite ATTESO 3. Esposizione del prototipo di casa-sicura nei comuni ATTORI Igiene pubblica, uffici Tecnico, Urbanistico, Ambiente del Comune, ARPAT RISORSE Finanziamenti specifici per l’obiettivo 2 relativo alle case popolari 1. Organizzazione del corso di formazione e redazione del Regolamento INDICATORE 2. Messa a norma del 90% delle abitazioni malsane DI 3. Apertura della casa con attivazione dei corsi RISULTATO per i non più giovani PROBLEMA OBIETTIVO PROGETTI STRATEGICI TEMPI ATTORI RISORSE INDICATORE DI RISULTATO Mens sana….. Nell’anziano è dimostrata una stretta correlazione fra i disturbi affettivi e le malattie psichiche; le alterazioni del tono dell’umore sono infatti rapportabili a diversi eventi: malattie in atto e loro vissuto, isolamento sociale, stress ambientale, perdita o malattia di persona cara, pensionamento obbligatorio, ecc. L’isolamento sociale negli ultra65enni rappresenta un altro fattore di rischio importante nello sviluppo di patologia psichiatrica. Il normale decadimento intellettivo della senescenza, lasciato a se stesso ed associato ad un atteggiamento di inerzia e abbandono sociale, diventa un terreno di facile insorgenza di sindrome involutive vere o pseudo-demenziale, con l’avvio ad un destino di ulteriore rifiuto familiare e sociale. • Rilevare il bisogno non espresso circa i disturbi cognitivi nell’anziano ultra75enne • Integrare le attività dei MMG con quelle dell’Unità di valutazione geriatria, delle istituzioni comunali e del terzo settore per una corretta presa in carico dell’anziano • Avviare specifici percorsi di presa in carico sanitario e sociale dell’anziano con disturbi cognitivi in fase iniziale • Somministrazione di opportuni test cognitivi (ADL, Minicog, ecc.) da parte dei MMG e dei medici del dipartimento cure primarie anche a domicilio • Formalizzazione di accordi di integrazione operativa fra MMG, Unità di valutazione geriatria, istituzioni comunali e terzo settore Annuale MMG, servizi sociali comunali e aziendali, dipartimento cure primarie, Unità di valutazione geriatrica, terzo settore, Dipartimento infermieristico Già presenti o Finanziamenti specifici • • Stima della prevalenza dei disturbi cognitivi Numero di percorsi integrati formalizzati 166 Gli obiettivi del PIS …….in corpore sano Uno degli elementi di individuazione dell’anziano fragile è rappresentato dalle difficoltà motorie e dalla invalidità dovuta alla perdita dell’autonomia nelle azioni quotidiane. Le sindromi algiche del dorso e PROBLEMA degli arti rappresentano una chiara limitazione all’autonomia e un fattore di rischio per le cadute accidentali. Favorire l’attività motoria degli anziani OBIETTIVO Favorire l’aggregazione e la socializzazione Trovare nuovi partners per l’Attività Fisica Adattata (AFA) • Campagna di informazione circa le attività dell’AFA (pieghevoli da distribuire nei circoli, nelle PROGETTI parrocchie, negli studi dei MMG, nei negozi di alimentari) STRATEGICI • Contatti diretti del terzo settore e dei comuni con strutture che possano ospitare l’AFA TEMPI Annuale MMG, riabilitazione, terzo settore, parrocchie, associazioni sportive, circoli ricreativi, Dipartimento ATTORI infermieristico RISORSE Già presenti o finanziamenti specifici • Maggiore adesione all’attività fisica adattata INDICATORE • Maggiore numero di palestre/centri convenzionati DI • Numero di persone > 65 anni che partecipano ai corsi nei vari comuni / popolazione comunale > 65 anni RISULTATO Meglio soli o ben accompaganti?? La solitudine è una delle principali caratteristiche utilizzate per definire l’anziano fragile. Gli anziani soli dichiarati all’anagrafe ammontano a circa il 22% degli ultra65enni, ma questa stima non può essere utilizzata per programmare interventi efficaci sulla terza età. Se da un lato l’anziano PROBLEMA anagraficamente solo può in realtà essere accudito quotidianamente dalla famiglia che vive nelle vicinanze, dall’altro alcuni anziani che vivono in famiglia possono comunque manifestare segni e sintomi dovuti alla solitudine. • Integrare la quota di anziani soli conosciuti dai MMG con quelli noti ai servizi sociali. OBIETTIVO • Valutare il livello di fragilità di questi cittadini • Attivare percorsi integrati per l’appoggio agli anziani fragili • Mappatura del bisogno legato alla solitudine nell’ultra65enne anche attraverso l’ampliamento e la standardizzazione criteri di rilevazione dell’anziano fragile, prendendo spunto dai criteri PROGETTI utilizzati dall’UVM. • Attuazione di interventi integrati fra i vari servizi sull’anziano fragile, STRATEGICI • Ampliamento della sorveglianza attiva prevista solo nei mesi estivi e l’eventuale presa in carico dei soggetti problematici. TEMPI Annuale ATTORI MMG, servizi sociali, terzo settore, circoli ricreativi Dipartimento infermieristico RISORSE Già presenti o Finanziamenti specifici INDICATORE • Individuazione e applicazione dei nuovi criteri di valutazione DI • Mappatura del bisogno su base comunale. RISULTATO • Numero di percorsi integrati attivati Per una cittadinanza attiva Equità e giustizia…..un percorso di conoscenza L’accesso ai servizi socio-sanitari pur essendo un diritto di tutti i cittadini è inevitabilmente influenzato dalle caratteristiche culturali e sociali del singolo. PROBLEMA Esplicitare il bene pubblico rappresenta una priorità inderogabile per costruite una reale equità; ma esplicitare il bene pubblico è un’azione complessa che richiede l’integrazione fra professionalità diverse e la rilevazione della percezione del singolo Dare consapevolezza agli operatori e diretta responsabilità ai cittadini sulla salute come diritto OBIETTIVO inderogabile e dovere sociale per ciascuno • Seminario /convegno sulle disuguaglianze in sanità e sugli strumenti per evidenziarle PROGETTI • Diffusione capillare degli atti del convegno e loro discussione in momenti allargati alla STRATEGICI comunità civile • Predisposizione della carta di cittadinanza TEMPI biennale ATTORI ASL, Servizi Sociali Comuni, MMG, PLS, terzo settore, università, comitato di partecipazione RISORSE Già presenti o Finanziamenti specifici INDICATORE • Attuazione del seminario DI • Stesura di una carta di cittadinanza RISULTATO • Partecipazione degli organi di rappresentanza al processo 167