CONVEGNO CRP Istituto Salesiano S. Tarcisio Roma, 24-26 Giugno 2016 Le depressioni DISTURBO DELLA CONDOTTA DEPRESSIVA in età evolutiva Dott.ssa Paola Borgo, Psicologo Dirigente ASLRM1 , Didatta CRP Roma Dott. Raffaele Riccardis, Psicologo-Psicoterapeuta, Tutor-Didatta CRP Roma DIFFICOLTA’ DIAGNOSTICHE Difficolta' a fare una DIAGNOSI per le caratteristiche di un minore che non e' in autoriferimento • Il minore viene portato dal genitore/figura che ne ha la tutela se nota campanelli di allarme in particolare sul versante comportamentale (riflessione sul fatto che è un tipo di disturbo che non creando fastidi viene tardivamente notato) APPROCCIO DIAGNOSTICO E CRITERI • Secondo l'approccio diagnostico( clinico) facendo riferimento al manuale ICD10 abbiamo nella categoria F92 che contraddistingue i Disturbi misti della condotta e della sfera emozionale il codice F92.0 Disturbo della condotta depressivo, che si manifesta con un disturbo della condotta associato ad una persistente e marcata APPROCCIO DIAGNOSTICO E CRITERI • Troviamo altre tre categorie nella sezione per adulti: • F32 Episodio Depressivo • F33 Sindrome Depressiva Ricorrente • F34.1 Distimia depressione cronica del tono dell'umore non sufficiente grave da giustificare la diagnosi di Sindrome Depressiva APPROCCIO DIAGNOSTICO E CRITERI • Inoltre consideriamo la categoria F43.2 Sindromi da Disadattamento che sono connotate da condizioni di malessere soggettivo e disturbi emozionali che insorgono nel periodo di adattamento ad un significativo cambiamento di vita o alle conseguenze di un evento di vita stressante. APPROCCIO DIAGNOSTICO E CRITERI • Il codice 43.20 denota una Reazione Depressiva Breve, durata non superiore ad un mese • Il codice 43.21 è connotato da uno stato depressivo lieve di durata non superiore ai due anni APPROCCIO DIAGNOSTICO E CRITERI Secondo l'approccio empirico( descrittivo) la depressione rientra nel cluster dei Disturbi Internalizzanti cioè connotati da comportamenti, ideazioni ed emozioni problematici rivolti verso se stesso CRITERIO ED APPROCCIO DIAGNOSTICO • Nell'approccio esplicativo si cerca di individuare cause o concause del disturbo. • Un numero consistente di ricerche ha ipotizzato una relazione tra stile di attaccamento insicuro e depressione ma non ci sono sufficienti evidenze per confermare che ci sia un rapporto causa-effetto • Si può ritenere che lo stile di attaccamento rappresenti un fattore di aumento del rischio in minore con altri FATTORI DI RISCHIO • Presenza di un genitore depresso(trasmissione intergenerazionale) • Stile di parenting : scarso calore/rifiuto, punitivo/perfezionistico,ipercoinvolto/p rotettivo/ intrusivo • Contesto di vita,rete familiare,rete sociale • Stress,traumi, lutti • Competenze cognitive, di apprendimento,emozionali e relazionali FATTORI DI RISCHIO • Modello multifattoriale di Hammen e Rudolph (2003)si basa su depressione di un genitore +stile di parenting connotato da bassa sensibilità ed alto livello di rifiuto+rappresentazione negativa di sé e degli altri LINEE GUIDA • Le Linee Guida sui Disturbi Depressivi in Età Evolutiva stilate dalla SINPIA nel 2007 danno indicazioni sul piano diagnostico, terapeutico e gestionale. • Sul piano diagnostico affermano che attualmente si tende ad osservare che i Disturbi Depressivi in età evolutiva , con differenze importanti, hanno una consistenza e stabilità di malattia simile a quella dell'adulto. LINEE GUIDA • Al momento di quantificare una stima epidemiologica sottolineano che le difficoltà diagnostiche legate all'estrema variabilità della sintomatologia in età evolutiva e degli strumenti diagnostici utilizzati rendono difficile una stima e solo in età adolescenziale notiamo una stima di prevalenza simile a quella degli adulti LINEE GUIDA • Si ribadisce che non c'è ancora concordanza in letteratura tra due tesi • Depressione infantile e Depressione dell'adulto come un continuum • Depressione infantile come un'entità clinica distinta LINEE GUIDA • Sul piano del trattamento le LG dedicano quattro pagine alla psicoterapia in cui si rileva che la TCC e la terapia Interpersonale risultano gli approcci migliori. • Ben ventuno pagine sono dedicate alla terapia farmacologica • Concludono lamentando pochi studi sull'efficacia della psicoterapia,dei farmaci, di confronto tra le due strategie! LINEE GUIDA • Sotto l'aspetto della gestione viene sottolineata l'importanza di una PRESA IN CARICO del caso attraverso la formulazione di un PROGETTO DI INTERVENTO INTEGRATO che preveda un lavoro d'equipe spaziando dalla valutazione del minore a quella della coppia genitoriale/famiglia allargata, dall'ambiente significativo per il STRUMENTI DI VALUTAZIONE INTERVISTE (strutturate o semistrutturate) - Diagnostic Interview Schedule for Children(DISC; Shaffer, Fisher & Lucas, 1999) - Child and Adolescent Psychiatric Assessment(CAPA; Angold, 1989; Angold et al, 1995a) - Child Behavior Checklist (CBCL; Achenbach & Rescorla, 2001) SCALE DI VALUTAZIONE - Children’s Depression Inventory (CDI; Kovacs, 1992) - Children’s Depression Rating Scale-Revised(CDRS-R; Poznanski & Mokros, 1979) SCALE PER LA VALUTAZIONE DEL FUNZIONAMENTO SOCIALE - Clinical Global Impression (CGI; NIMH, 1970) - Children-Global Assessment Scale (C-GAS; Shaffer et al; 1983) - PRATICA CLINICA • La depressione in età evolutiva è denotata da una costellazione psicopatologica in cui l'umore deflesso comporta una significativa compromissione del funzionamento adattivo, sociale e cognitivo. SEGNI PRODROMICI • • • • • • • Dolori alla testa, stanchezza Mostrarsi annoiato Perdita di interessi Tendenza ad isolarsi Paura della morte Idee suicidarie Calo nel rendimento scolastico SEGNI PRODROMICI • • • • • • • Assenze a scuola Difficoltà nelle relazioni sociali Difficoltà di autoregolazione emotiva Minacce o tentativi di fuga Scarsa tolleranza alla frustrazione Uso di sostanze o alcool Adozione di comportamenti spericolati TRATTABILITA' • E' maggiore quando il tratto depressivo è parte predominante del disagio • E' minore quando il quadro clinico è dominato da problematiche non depressive • E' maggiore quando il minore riconosce il problema ed è collaborativo • E' maggiore quando la famiglia riconosce il problema e supporta la TCC E DEPRESSIONE IN ETA' EVOLUTIVA La TCC non e' un insieme di tecniche che, se attuate in modo prestabilito e consequenziale, portano ad un buon esito. Questo punto di vista e'fondamentale nel trattamento della depressione per non incorrere nel fallimento della progettualita'. RUOLO DELLO PSICOTERAPEUTA • IL TERAPEUTA E' UNA GUIDA ED UN FACILITATORE • PROPONE UNA OSSERVAZIONE IN VIVO DEI COMPORTAMENTI E DEI PENSIERI ALLA BASE DELLA DEPRESSIONE • ADOTTA UN APPROCCIO OTTIMISTICO RINFORZANDO LA CONVINZIONE CHE SI PUO' CAMBIARE COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA • Cambiamento di comportamento o atteggiamenti rilevanti nella formazione/mantenimento della patologia • Fonte di informazione di dati che il minore non conosce o non ricorda • Collaborazione per mettere in pratica il programma terapeutico PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI 1. La storia di Tonino 2. La storia di Valentina 3. La storia di Roberto PRESENTAZIONE I CASO CLINICO Tonino 14 anni frequenta la III media 1 anno fa ha avuto un' emorragia cerebrale a causa di una malformazione artero-venosa intracranica con esito di lieve emiparesi sinistra Mamma casalinga con vissuti depressivi non curati da 17 anni , quando morì il fratello in un incidente motociclistico . Rispetto al problema di T. c'è una non accettazione, vive ( e prega) perchè con gli interventi ci sia una guarigione Papà ha una ditta di costruzioni, chiusura emotiva , incapace di supportare affettivamente T.( e moglie) PRESENTAZIONE I CASO CLINICO T. riferisce di sentirsi sempre molto stanco. Dopo l'aneurisma ha manifestato rifiuto scolastico, chiusura emotiva nei confronti dei familiari e totale ritiro sociale. Il profitto scolastico era già carente a causa di un lieve DSA e di un profilo cognitivo borderline . Subito dopo l'inizio della terapia c'è la decisione degli insegnanti di non ammetterlo agli esami. Contemporaneamente il quarto intervento di embolizzazione si rivela inefficace e la prognosi non da speranze di guarigione INTERVENTO INDIVIDUALE Diagnosi : Sindrome da disadattamento Intervento terapeutico individuale: ruolo del terapeuta come guida all'introspezione, all'alfabetizzazione emotiva, alla riscoperta degli interessi ( gastronomia, tifo calcistico) Paura e stanchezza che nascondono la vergogna. Esperimenti in vivo per contrastare la vergogna INTERVENTO CON I GENITORI Possibilità di esprimere il dolore. Evitare l'iperprotettività Accettazione di T. con riscoperta dei punti di forza Incoraggiare T. nel suo percorso terapeutico Ristabilire ( creare) una vita sociale PRESENTAZIONE II CASO CLINICO Valentina 18 anni, frequenta il V liceo psico-pedagogico seconda di due figlie, genitori separati. Papà:“Papà mi voleva incastrare a firmare delle cambiali per non pagare i debiti che ha con mamma” “Mi ha sempre svalutato e criticato… ho chiuso con lui” Mamma: “è una ragazzina fa sempre la vittima” “Prima di andare a scuola l’accompagno a lavoro con la macchina e la vado a riprendere” All’età di 14-15 comportamenti autolesivi “mia madre mi trovava in bagno in un lago di sangue” Richiesta d’aiuto: “Mi ha lasciato pure lui…”“Mi sento sola e va tutto male”, “Da sola non ce la faccio più mi serve un aiuto”. DIVERSIFICAZIONE: CHIUSURA – RABBIA -AUTOLESIONISMO STRATEGIA D’INTERVENTO II CASO Caratteristiche cliniche e intervento: • Utilizzo dei protocollo di auto-osservazione come strumento di lavoro condiviso per la valutazione e concordare degli obiettivi specifici: - Dialogo interno: “Brutto tossico come fai a preferirei sempre una botta di cocaina ad altro” “E sono sempre la Donna Bancomat che paga tutto a tutti” ATTEGGIAMENTO DEL TERAPEUTA: - Accettazione del coping utilizzato fino adesso (A cosa è servito?) - Costruzione relazione e modeling a “base sicura” Accoglienza e attenzione chiaro e definito” “parenting STRATEGIA D’INTERVENTO II CASO TERAPIA centrata su: - - Imparare a leggere le sue emozioni, dalla chiusura/Solitudine del vuoto alla rabbia degli gli scatti di “esaltazione”(bicchieri di troppo, guida spericolata, litigi pericolosi) e alle “colpe” autoattribuite. comprendere l’ iperinvestimento protettivo/distruttivo delle relazioni con gli altri (“Compro le amicizie per non rimanere da sola”) Concettualizzazione del “gioco di dipendenza relazionale affettivo” con il fidanzato dipendente da sostanza (distinzione tra sé e l’altro) Semina dell’aiuto della famiglia in seguito Sostegno di aiuto compiti per l’esame di stato COSTRUZIONE DI UN MODELLO DI PRESENTAZIONE III CASO CLINICO Roberto 18 anni, frequenta V liceo scientifico, ha una sorella più piccola. Mamma: estremamente emotiva “ di lacrima facile quando si parla delle difficoltà del figlio”, iperprotettiva, sfondo “depressivo” Papà: Perfezionista, controllante e svalutante “non accetta le difficoltà del figlio”. Valutazione 6 anni fa. DSA con inibizione emotiva e difficoltà relazionali PUNTI SALIENTI DELLA STORIA CLINICA • Esperienze negative con le ripetizioni (elementari e medie) • Veniva ripreso fortemente perché non riusciva nei compiti sia dal padre e che dagli insegnanti di ripetizioni • Alternanza di forte chiusura a scatti di rabbia improvvisa • Difficoltà ad esprimere emozioni e pensieri • Amicizie relative alle compagnie dei genitori STRATEGIA D’INTERVENTO SETTING “NATURALE” I FASE • Strategie di apprendimento (dal I Liceo Scientifico) • Spazio di colloquio per la gestione relazionale delle difficoltà inerenti al DSA a scuola ( insegnanti e compagni) II FASE . Sviluppare la capacità di relazionarsi con i entrambi i genitori . Apertura alla vita relazionale secondo le proprie scelte . Prima esperienza sentimentale . Famiglia come risorsa nella gestione delle difficoltà CONSIDERAZIONI SUL CASO • Modeling in vivo utile alla famiglia ed evoluzione dell’intero sistema familiare • Nei DSA tener contro sempre della sfera emotiva/relazionale del ragazzo e della famiglia • Utili altre risorse e passioni nella vita del ragazzo/famiglia UTILIZZARE IL SINTOMO PER FAR CRESCERE IL RAGAZZO E SINTOMO/PROBLEMATICA DIVENTA UN OCCASIONE PER “IMMERGERSI” INSIEME NELLA COSTRUZIONE DI UN NUOVO EQUILIBRIO INVIDUALE E FAMILIARE UTILIZZANDO LE RISORSE DI TUTTI GRAZIE PER L’ATTENZIONE BIBLIOGRAFIA • Achenbach M.T., Profilo comportamentale generale, in Kirby e Grimley (1986) • Castonguay L.G.,Oltmanns T.F., Sica C.(a cura di)(2016),Psicologia clinica e Psicopatologia. Un approccio integrato. Cortina Editore • Di Blasio P.(a cura di) (2005), Tra rischio e protezione : la valutazione delle competenze parentali, Edizioni Unicopoli , Milano BIBLIOGRAFIA • Hammen, C. & Rudolph, K. (2003). Childhood depression. In E. J. Mash & R. A. Barkley, Child Psychopathology, 2nd Edition (pp. 233278). New York: Guilford Press • Organizzazione Mondiale della Sanità(1992), ICD-10:decima revisione della classificazione internazionale delle sindromi e disturbi psichici e comportamentali, Masson, Milano • Sinpia(2007) linee guida sui Disturbi depressivi in età evolutiva