N° 358 UN SOSTEGNO PSICO-EDUCAZIONALE PER GLI ADOLESCENTI CHE VIVONO L’ESPERIENZA DEL LUTTO: UN PROGETTO PILOTA Barbara Bricchi, Busto Arsizio, VA Barbara Bricchi, Rita Maimone, Valter Reina INTRODUZIONE: Uno degli obiettivi delle cure palliative è il sostegno psicologico ai familiari anche nella fase del lutto. L’attività di supporto psicologico ha sempre rappresentato un aiuto significativo per le famiglie con figli minori che, a causa della malattia oncologica di uno dei genitori, hanno dovuto intraprendere un percorso di accompagnamento nella presa di coscienza della malattia e delle sue conseguenze. Al genitore “sano”, in particolare, spetta il difficile compito di informare i propri figli della progressiva evoluzione della malattia e ricercare, nel contempo, tempi e modi adeguati per promuovere un dialogo che implichi anche il sostegno nell’esplorazione e nell’espressione dei contenuti emotivi più intensi e difficili. L’adolescenza è la fase in cui avvengono le maggiori trasformazioni: fisiologiche, psicologiche, emotive. Il processo di separazione dai genitori rappresenta un evento molto importante nella ricerca e nella costruzione della nuova identità del minore. In questa fase di transizione, la morte di un genitore, di un nonno o di un altro membro della famiglia o della sfera amicale, si configura come un’esperienza particolarmente difficile, portatrice di ulteriore caos e confusione. Per gli adolescenti, come per gli adulti, la morte di una persona cara, anche se preannunciata, risulta ingiusta e a tratti insopportabile. Qualora la sofferenza sia molto intensa, duratura e pervasiva, non si trascuri la possibilità di affiancare all’aiuto psicologico per il ragazzo, per l’intera famiglia o anche solo per gli “altri” familiari, la figura di un educatore come supporto nel sostenere l’adolescente. L’educatore ha, infatti, competenze per svolgere una funzione di mediazione e comunicazione mantenendo, nel contempo, uno sguardo alla pratica del fare e del prendersi cura delle relazioni in gioco all’interno di un sistema familiare fortemente sollecitato e messo alla prova dalla malattia e dalla perdita: può canalizzare e orientare le relazioni verso una pratica di cura in grado di generare, pur nella sofferenza, gesti e proposte di crescita, di solidarietà e di apprendimento. MATERIALE E METODI: L’intensificarsi di situazioni nelle quali il bisogno di aiuto è stato richiesto non solo dal genitore ma anche da figli adolescenti e giovani, ci ha spinto ad affrontare in maniera più organica, il bisogno di supporto psicologico-educazionale alla elaborazione del lutto di bambini e giovani. Abbiamo così deciso di avviare un progetto destinato agli adolescenti e ai giovani che coinvolgesse anche la neuropsichiatria infantile (NPI) della nostra AO. STESURA DEL PROGETTO: Fase 1. condivisione del progetto con la NPI, analisi delle risorse esistenti sul territorio e in ospedale, identificazione dei bisogni (maggio 2015). Fase 2. definizione di percorsi preferenziali di accesso e di collaborazione con la NPI nell’intento di garantire un adeguato percorso di cura (giugno-settembre 2015) Fase 3. persone coinvolte: il personale sanitario e di supporto psicologico dell’UOCP, il personale sanitario della NPI e un educatore Fase 4. impegno economico: sostenuto da 2 associazioni Onlus operanti a fianco dell’UOCP, Amici di Rossella e Bianca Garavaglia Fase 5. interventi pianificati: a. Colloqui psicologici di sostegno al genitore con minori fino agli 11 anni di età; b. Colloqui psicologici di sostegno ad adolescenti e giovani (previo incontro conoscitivo con il genitore e acquisizione del consenso informato) in età compresa tra 12 e 21 anni per una durata media di 6 mesi e 12 incontri. c. “Gruppi di Parola”: supporto psicologico in gruppi (per minori e giovani in età compresa tra 12 e 21 anni), dopo colloquio con il genitore e colloquio individuale conoscitivo con il minore o giovane. Tale attività prevede un ciclo di incontri: 8 incontri a cadenza settimanale e la partecipazione da un minimo di 3 a un massimo di 8 persone. d. Progetto educativo domiciliare di durata variabile tra i 6 ai 12 mesi per 12-24 incontri. CONCLUSIONI: Le realtà familiari incontrate e conosciute fino ad ora ci hanno reso consapevoli che l’evento della perdita di una persona cara può infragilire ulteriormente contesti già caratterizzati da storie di vita difficili e complesse. In queste situazioni il supporto psicoeducazionale rappresenta una indispensabile possibilità di aiuto; nella nostra esperienza in molte situazioni questa attività di supporto al genitore deve proseguire anche oltre la perdita. Quando un adolescente deve elaborare il lutto per la perdita di una persona cara, infatti, si trova di fronte a un compito arduo, che può essere portato avanti con successo o interferire con i processi di sviluppo determinando disturbi affettivi, cognitivi e/o comportamentali. In una cultura che tende a rimuovere il tema della morte, gli adulti hanno spesso timore di affrontarlo con i giovani, con l'esito di non aiutarli a elaborare il trauma in maniera sana. Riteniamo che il percorso psico-educazionale proposto possa aiutare i genitori a parlare coi propri figli, ad affrontare le loro domande e le loro angosce canalizzando le risorse verso la crescita individuale.