4-10 Ottobre 2014
VERSO UN FUTURO DI BEN – ESSERE
LAVORO INFORMATIVO CON GLI STUDENTI DELL’ULTIMO BIENNIO
DEGLI ISTITUTI SUPERIORI DI SECONDO GRADO
Con il Patrocinio del Provveditorato agli Studi della Provincia di Verona
PROPOSTA DI MASSIMA FATTA AL PROVVEDITORATO AGLI STUDI DA PARTE DEI
PROFESSIONISTI DEL DIPARTIMENTO INTERAZIENDALE PER LA SALUTE MENTALE:
OBIETTIVI. Il lavoro nelle Scuole si è posto 3 obiettivi principali:
1. favorire l’acquisizione di competenze personali degli studenti sui principali disturbi psichici al fine di
facilitare la prevenzione e l’intervento precoce ove necessario
2. informare sui disturbi psichici in un’ottica che faciliti la tolleranza e aumenti la consapevolezza
dell’importanza di una cittadinanza solidale in cui tutti contribuiscano ad abbattere il pregiudizio di cui
soffrono le persone affette da disturbi psichici
3. dare informazioni agli studenti che sono prossimi al dover compiere le proprie scelte future, con
particolare riferimento: a) alla conoscenza sulle ricerche in corso a Verona sul tema della salute mentale; b)
informazioni sulle professioni e sui corsi di studio superiori inerenti la salute mentale, con particolare
riferimento alla Laurea Magistrale in Medicina e alla successiva Specializzazione in Psichiatria, alla Laurea
in Psicologia, alla Laurea triennale per tecnico della riabilitazione psicosociale.
PREPARAZIONE DEGLI INCONTRI. Otto incontri, in classi diverse, ciascuno della durata di 2 ore
1. contatto diretto con il docente di riferimento della Classe interessata, cui è stato chiesto di farsi carico di
fornire informazioni di massima alla Classe sugli obiettivi e le modalità di svolgimento dell’incontro; di
indicare la sede esatta dell’incontro, il numero di studenti attesi, e di segnalare eventuali problematiche
di cui tener conto
2. Tre giorni prima dell’incontro, presso la classe è stato recapitato:
a) il materiale illustrativo di base con spiegazioni semplici su ansia, depressione, disturbi del comportamento
alimentare, psicosi; b) un box in cui gli studenti hanno potuto inserire domande anonime da discutere
durante gli incontri.
CONDUZIONE DEGLI INCONTRI . Durata complessiva 100 – 120 minuti. Presenti: 3-4 medici
specializzandi in psichiatria + 1 psichiatra/psicologo, che hanno operato con questo schema di massima:
1. Breve introduzione sugli obiettivi generali (15-20 minuti)
2. Suddivisione in piccoli gruppi sulla base degli interessi degli studenti, costituendo fino a 4 gruppi sui temi
oggetto del materiale illustrativo (30-40 minuti)
3. Restituzione in “plenaria” del lavoro svolto nei piccoli gruppi (15 minuti)
4. Discussione sulle domande anonime inserite nei box dagli studenti e discussione generale
LINEE GUIDA MESSE A PUNTO PREVENTIVAMENTE DALLO STAFF PER IL LAVORO DA
SVOLGERE IN CLASSE
INTRODUZIONE
Schema-base per l’Introduzione: ”Siamo 5 medici che lavorano al Servizio Psichiatrico di Borgo Roma.
Questo incontro si svolge nell’ambito della Settimana per la Promozione della Salute mentale, iniziata il 4
1
ottobre e che si concluderà il 10. Questa settimana auspica il coinvolgimento dell’intera cittadinanza in
iniziative di carattere divulgativo e conferenze sui temi della salute mentale in diverse sedi delle associazioni
culturali e del volontariato cittadine, nei locali di ritrovo e nelle strutture dove si erogano le attività di cura
per i pazienti affetti da disturbi psichici . Il programma è focalizzato sulla prevenzione e su iniziative mirate
ad abbattere lo stigma di cui spesso sono vittime le persone che soffrono di disturbi psichici, elemento che
spesso ritarda o addirittura inibisce la volontà di accedere alle cure appropriate. Nell’organizzazione di
questa iniziativa hanno avuto un ruolo fondamentale non solo il Servizio Psichiatrico ma anche le
Associazioni degli Utenti e dei Familiari, in particolare l’AITSAM (Associazione italiana Salute Mentale)
L’obiettivo dell’incontro di oggi è comprendere cosa già sapete del disagio mentale e di chi ne soffre e darvi
qualche informazione in più rispetto a quelli che sono i principali disturbi (con i quali noi tutti i giorni ci
ritroviamo a operare con i nostri pazienti)
Non siamo ovviamente qui per dare risposte su aspetti o problematiche personali ma per capire insieme
qualcosa di più su questo tema. Nel caso emergano bisogni individuali siamo disponibili a fornirvi
indicazioni sui luoghi dove potrete rivolgervi in caso di necessità.
Sappiamo che l’immaginario della nostra società rispetto alla malattia mentale è ricco, ricchissimo di
elementi che si sono accumulati negli anni, anzi nei secoli. Questo immaginario è molto potente, e
all’interno vi sono ovviamente elementi aderenti alla realtà, elementi meno aderenti ed elementi che hanno
più a che fare con le nostre paure che con quello che davvero si trova a vivere una persona con disagio
mentale. Oggi vorremmo cercare di fare assieme a voi un po’ di chiarezza su questo.
Pensiamo che fare una lezione sarebbe noioso e poco utile per tutti, quindi abbiamo bisogno della vostra
collaborazione. Sentitevi liberi di intervenire se avete curiosità o non avete capito qualcosa.
Cominciamo con una domanda che può sembrare a prima vista molto semplice:
“Che cosa prova e come si presenta una persona con un disagio psichico?”
In alternativa proporre la domanda in due tempi: “come si presenta una persona con un disagio psichico?
come ve ne accorgete?”.
Scrivere sulla lavagna l’elenco di comportamenti citati dagli studenti.
Poi: “Cosa prova secondo voi una persona con un disagio psichico?”
Si scrive alla lavagna l’elenco dei sintomi man mano che vengono esposti, a costituire un elenco di sintomi,
alcuni dei quali in relazione ai comportamenti. Se vengono presentati comportamenti o immagini sgradevoli
(violento, fa robe strane, ecc.) cercare di ricondurre il sintomo al vissuto emotivo che ne sta alla base,
sottolineando che questo è motivo di sofferenza per la persona.
Possibili facilitazioni:
Vi è mai capitato di vedere un film o di leggere un libro in cui era presentata la malattia mentale?
Esperienze quotidiane e condivisibili da tutti, tipo ansia pre-esame
NON chiedere direttamente agli studenti se hanno avuto sintomi
Se escono aspetti specifici per un disturbo rimandiamo ai gruppi o alle domande finali
I sintomi che abbiamo elencato, secondo voi li provano solo persone con un disturbo mentale?
Abbiamo introdotto il concetto di eventi stressanti, ma cos’è lo stress?È un’intensa reazione mentale e
fisica che si prova quando si verifica lo squilibrio tra le nostre capacità di fronteggiare le situazioni/eventi
stressanti che ci troviamo a vivere.
Si può scrivere la definizione alla lavagna
Definire il concetto di Vulnerabilità: Ognuno ha una diversa soglia di vulnerabilità, superata la quale inizia
a provare una vera e propria sofferenza fisica e psichica, che a volte necessita di un supporto da parte di
professionisti. Le modalità di espressione di questa sofferenza sono molteplici.
Si introduce l’approfondimento che verrà svolto in sottogruppi.
LAVORO CON I SOTTOGRUPPI DI STUDENTI
SCHEMA GENERALE DEI GRUPPI: ripropone in parte lo schema dell’introduzione
Affrontiamo l’argomento X. Cosa sapete di X? Cosa prova uno che soffre di X?
 raccogliere i contribuiti, riassumerli e alla fine eventualmente fornire una sintesi/definizione di X (es.
l’ansia è simile alla paura, ma è anormale perché è esagerata rispetto allo stimolo; immotivata; troppo
intensa; persistente nel tempo; accompagnata da sintomi fisici intensi ecc.)
Si associa a comportamenti inutili o dannosi
Secondo voi queste cose le prova solo chi ha una malattia mentale o chiunque?
 chiunque può provarlo con differente intensità. Richiamare il modello stress-vulnerabilità prima descritto.
Quando queste esperienze sono tali da diventare un problema vero e proprio?
2
 (quando le capacità di fronteggiamento vengono meno)
 ovvero quando sono prolungate, pervasive, totalizzanti, portano a ritiro, evitamento, perdita degli
interessi, ecc.
Quando diventano un problema, come risolverlo?
 ridurre i fattori di stress, rivolgersi a persone fidate ed eventualmente al proprio MMG che vi indirizza
agli specialisti
SCHEMA DI RIFERIMENTO PER LA RESTITUZIONE: Uno o più studenti riportano sinteticamente
quanto emerso nel proprio gruppo al resto della classe.
“nel nostro gruppo è emerso che X è [definizione], che diventa un problema quando […], e che si può
cercare di affrontarlo così […]”
CONCETTI DI MASSIMA CHE POTREBBE ESSERE UTILE SINTETIZZAARE DURANTE IL
GRUPPO.
Psicosi: Ricordare che c’è un senso, che possiamo non conoscere e quindi comprendere ad una osservazione
superficiale. Usare il termine psicosi e non schizofrenia. Difficile parlarne, ci sono sintomi che sembrano
strani. Cosa sapete della psicosi? Far venire fuori e spiegare delirio, allucinazione, ritiro,
disorganizzazione???? {Malattia non è tanto un insieme di questi sintomi, che dicono poco di quello che uno
vive e sono al limite utili per intuire da fuori che c’è qualche problema. Il problema qui è l’angoscia
ontologica ed annichilente all’interno della quale la persona si ritrova immersa}
Le persone con psicosi vivendo queste esperienze rischiano di perdere il senso delle cose e degli
avvenimenti, sono continuamente impegnate nella ricerca di significati nascosti e faticano a farsi capire dagli
altri. Come se vi fosse una perenne oscillazione tra deficit di senso ed eccesso di senso. Da qui deriva il
lavorio che le persone sono costrette a compiere per mantenere un buon assetto di vita. Sono persone che
fanno fatica a portare avanti situazioni che a chi sta loro vicino possono sembrare semplici.
Più delle altre problematiche che noi trattiamo questa mette in gioco il problema della comprensibilità.
Mentre con ansia e depressione possiamo tentare di capire la persona perché abbiamo provato esperienze
qualitativamente simili ma quantitativamente diverse, con la psicosi ci sembra di trovare uno scacco, una
distanza incolmabile. I pensieri e le percezioni di questa persona ci sembrano senza senso, inspiegabili,
sbagliati. Ma è proprio così? Viviamo esperienze simili nella nostra vita, seppur fugaci (allucinazioni
ipnagogiche, scambiare uno sconosciuto visto di sfuggita con un amico, pensieri sfumatamente persecutori).
Inoltre spiegare è solo uno dei modi possibili per affrontare il disturbo schizofrenico. Altro è, per esempio,
comprendere.
Spiegare vuol dire andare alla ricerca delle possibili cause e descrivere i sintomi. Importante ma il rischio è
solo cercare evidenze oggettive togliendo significati alle esperienze individuali delle singole persone.
È invece attraverso l’immedesimazione, il mettersi nei panni dell’altro “incomprensibile”, che possiamo
arrivare a comprendere. Anche i gesti più estremi e le parole più inafferrabili, se ricollocate nella storia di
quella persona in quel contesto finiscono per diventare comprensibili (esempio?)
Cosa fare: parlarne con il proprio medico di base, eventualmente rivolgersi ad un servizio psichiatrico.
Ansia. Cosa sapete dell’ansia? (sinonimi-emozioni simili). Far emergere che sotto l’ombrello del termine
ansia ci sono una serie di disturbi diversi fra loro (DAP, DOC, Fobie). L’ansia è sempre un problema?
Continuum ansia fisiologica-patologica con degli esempi per arrivare a parlare di quando l’ansia è un
problema. Ansia come elemento adattivo ed utile. Legame corpo e mente presente nell’ansia.
Differenza fra paura e ansia. Di ansia non si muore e non c’è solo il farmaco, molte sono le tecniche che
possono aiutarci a gestirla (rilassamento, libri di auto-aiuto, birra).
Depressione. Cosa sapete della depressione? Avere una giornata storta significa essere depressi?
Cercare di trovar fuori i sintomi. Come pensate che viva un depresso, al di la dei sintomi osservabili
dall’esterno? Differenza tra tristezza e depressione. Come me ne accorgo se io o qualcuno vicino a me inizia
a presentare depressione? Il depresso non è che non fa le cose perché scansafatiche, la mancanza di voglia è
proprio uno dei sintomi core della malattia. Quindi i vari “aiutati che il ciel ti aiuta” e “fatti forza, dai tirati
su” rischiano di essere controproducenti perché aumentano il senso di colpa del soggetto.
Come approcciarsi e come aiutare la persona (consigli del volantino)
Disturbi del Comportamento Alimentare. Cosa sapete dei DCA? Brainstorming da riordinare per Arrivare
ad anoressia e bulimia.Essere magro significa essere anoressico?essere obeso significa essere
bulimico?metabolismo diverso Qual è il discrimine? Rapporto cibo emozionevissuto personale rispetto al
peso, all’ingrassare e al cibo Condotte disfunzionali (abbuffate, digiuno, attività fisica,…)
Quando mi devo preoccupare per la mia amica? O per me? Come approcciarsi e come aiutare la persona
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TAKE HOME MESSAGES
Domande stimolo:
-che cos’è il disagio mentale? Come definireste una persona che soffre di un disturbo mentale? (fragile,
aggressiva, depressa, bisognosa di aiuto..)
-secondo voi una persona che soffre di un disagio mentale è più violenta di una che non ne soffre? Può
lavorare? Può capitare a tutti di ammalarsi di un disturbo mentale?
-che emozioni vi suscita una persona affetta da una malattia mentale? (accettazione, paura, rabbia,
compassione…)
-quanto vi sentireste a vostro agio a stare a contatto con una persona in difficoltà dal punto di vista psichico?
Quali sono le cure per il disagio mentale? Quali conoscete?
SCUOLE CHE HANNO ADERITO ALL’INIZIATIVA:
Giorno
Orario
Istituto - 1°classe
Lunedì
11.00-13.00 LICEO CLASS.ST. “MAFFEI”
6 Ottobre 2014
Martedì
11.00-13.00 ITS “LORGNA-PINDEMONTE”
7 OTTOBRE 2014
Mercoledì
11.00-13.00 IPSSC “SANMICHELI”
8 OTTOBRE 2014
Giovedì
11.00-13.00 IPSIA “GIORGI”
9 OTTOBRE 2014
Istituto – 2° classe
LICEO ST. “MONTANARI”
ITS “LORGNA-PINDEMONTE”
IPSSC “SANMICHELI”
IPSSC “SANMICHELI”
DOMANDE INSERITE IN MANIERA ANONIMA DAGLI STUDENTI NEI BOX CONSEGNATI IN
CIASCUNA CLASSE NEI GIORNI PRECEDENTI L’INCONTRO:
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Come capire se si hanno disturbi psichiatrici e come capire se ce li ha qualcun altro.
Come si riconosce un malato mentale se compie una vita del tutto normale?
Come posso aiutare un amico depresso della mia età?
Quali sono i sintomi della depressione adolescenziale?
Come si può controllare l’ansia da prestazione sia nello sport che a scuola?
Come si guarisce dalla depressione?
Come vengono studiate oggi le malattie mentali?
Il passaggio dall’elettroshock alla terapia moderna
Gli schizofrenici sono consapevoli di esserlo?
Quali sono le malattie incurabili dalle quali non si può più tornare indietro?
Una malattia mentale può nascere da un trauma subito pur non avendo alcuna avvisaglia precedente? Se
si, quali?
Fino a che punto una persona può fare qualcosa inconsciamente?
Quali sono gli aspetti della mente che l’uomo non ancora controllare?
Quando qualcuno è affetto dallo sdoppiamento di personalità, è in grado di ricordare quello che fa in
entrambe le sue personalità?
I registi dei film horror possono risultare psicopatici? (es si dice che il regista di Saw sia rinchiuso in un
manicomio)
Quando avviene il passaggio dal vivere nel mondo reale allo staccarsi mentalmente creandosi un mondo
a sé?
Esiste una predisposizione genetica?
Cosa devono fare i familiari di una persona affetta da depressione?
I farmaci rappresentano l’unica terapia per la depressione?
A che età esordiscono i Disturbi del Comportamento Alimentare e come li distinguiamo dai “capricci
alimentari” dei bambini?
Quali sono le cause delle malattie mentali? Sono guaribili?
La depressione è ereditaria?
Gli psicofarmaci sono necessari?
Una persona con malattia psichiatrica può essere obbligata ad assumere gli psicofarmaci?
Ci sono patologie psichiatriche curabili con la sola psicoterapia?
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Come sono le strutture che ospitano pazienti psichiatrici?
Differenza tra ansia e panico
Cosa fare quando si ha un attacco di panico
Si guarisce dalle fobie?
Correlazione tra uso di sostanze e patologia psichiatrica
Come aiutare una persona che ha un disturbo psichiatrico?
Perché esiste la tristezza e la depressione anche nei giovani?
Come si fa a combattere la depressione?
Come mai non ci si riesce a fidare delle persone nonostante quella persona la si conosca bene? Può
essere a causa di qualche episodio avvenuto da piccoli?
Lo scopo della vita?
Come si fa a gestire l’ansia?
Oggi le persone si rivolgono agli psicologi più di un tempo?
Come si può capire se si è ammalati?
Collegamento tra la dipendenza dal fumo e la psicologia umana!
Come mai a volte mi capita di essere nervoso con le persone che conosco? (genitori, morosa)
Ho paura del futuro, soprattutto di restare solo
Come si fa ad uscire da un pensiero fisso, anche se infondato? (tega mentale)
Per cosa vale la pena lottare?
Dove siamo prima di nascere, e dove andiamo quando moriamo? Sono emotivamente agitato perché
quando morirò non so dove andrò.
La psicosi da dove può derivare? Quale può essere la causa?
La psicosi e la depressione possono essere la stessa cosa?
La personalità multipla può essere definita una psicosi? Che cos’è?
Che cos’è l’anoressia nervosa? Può portare anche alla depressione?”
Può essere considerato un disturbo del comportamento alimentare un cattivo rapporto con il cibo che
alterna periodi di semidigiuno a periodi di grandi abbuffate e se sì necessita di cure?
Se una ragazza è magra e fa solo la colazione e la merenda, non pranza e qualche volta cena può essere
considerata anoressica?
Quali sono gli allarmi in un/a ragazzo/a anoressico/a?
Cosa porta ai disturbo del comportamento alimentare? Ansia e agitazione possono contribuire?
Perché colpisce maggiormente le donne?
Può essere chiamata depressione anche se non è patologica ma temporanea in una persona comune?
Vi sono persone maggiormente predisposte di altre ad ammalarsi di depressione?
Si può soffrire di depressioni ogni sera e solo di sera?
Come si può capire se una persona soffre di depressione?
Da cosa può derivare la depressione?
L’ansia può essere considerata una malattia? In che modo la si può curare?
L’ansia dovuta alla scuola è una patologia se condiziona completamente la nostra esistenza?
In che modo si può superare l’ansia da interrogazione? Perché avviene anche se ci è lo studio e la
costanza?
In quale modo una persona che soffre di ansia può imparare a controllarsi?
Come mai quando ho una verifica o un’interrogazione sono ansiosa? Come potrei tranquillizzarmi in
modo da stare più tranquilla?
Che cosa si intende per malattia mentale?
La cultura, il contesto storico e sociale e la religione influiscono sulla comparsa delle patologie
psichiche?
Cosa deriva da un mancato complesso di Edipo?
Durante l’adolescenza si può passare un periodo di tempo in cui la nostra personalità è sovrastata da tanti
pensieri? Quanto dura questo periodo e come si fa superarlo?
Se una persona ha un genitore affetto da demenza senile precoce quante possibilità hanno i figli di
contrarre la malattia?
Come si può prevenire l’Alzheimer?
Che differenza c’è tra psicologo e psichiatra?
Il fatto che le donne soffrano maggiormente di depressione rispetto agli uomini è legato al parto?
Come si manifesta la psicosi?
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Da cosa deriva la depressione?
Che cosa può provocare la depressione?
In che momenti della nostra vita possiamo essere vittime di depressione?
Cosa provoca l’ansia nei giovani?
Che sintomi provoca l’ansia?
Da che cosa e quando avete capito che questo era il vostro lavoro?
Cosa ti può portare a scoprire di avere un disturbo mentale?
L’anoressia è dovuta principalmente ad un problema mentale?
Come si possono superare i disturbi del comportamento alimentare?
Si possono superare le fobie? Come?
Lo yoga funziona?
Esistono tecniche di rilassamento? Se sì, quali?
Cosa si può fare se una persona che sta male non vuole essere aiutata?
I disturbi del comportamento alimentare, la depressione, la psicosi vengono curati completamente?
Possono ripresentarsi nel tempo?
RESOCONTO DEL LAVORO SVOLTO NELLE CLASSI (n.b. per rispetto della privacy vengono
riportati i risultati dei Gruppi di lavoro e NON delle specifiche Classi)
GRUPPO DI LAVORO 1
Introduzione e primo dibattito (30 min circa).
Il ritmo del lavoro è stato sostenuto e coinvolgente, tant’è che nessuno ha sentito bisogno di fare pause. Dopo
esserci presentati alla classe e aver chiarito il nostro mandato, un medico specializzando ha introdotto il tema
della salute mentale con particolare focus sul concetto di stigma. In entrambi gli incontri è sorto
spontaneamente un dibattito con gli alunni in cui gli spunti più interessanti venivano di volta in volta annotati
sulla lavagna. Forte è stata l’impressione di aver suscitato curiosità sincera nei ragazzi sin da subito.
Lavoro in piccoli Gruppi: (45 minuti circa).
In base alla loro collocazione nell’aula gli alunni sono stati casualmente divisi in quattro gruppi. Ogni gruppo
ha assunto spontaneamente una forma circolare, che comprendeva anche il medico specializzando incaricato
di condurre il dibattito. I ragazzi sono stati informati del tema che si sarebbe discusso solo dopo la creazione
dei gruppi.
Riepilogo e dibattito finale (45 min circa). Per ogni gruppo è stato eletto un rappresentante invitato a
riassumere alla classe quanto discusso in precedenza. Sulla base delle domande poste dagli studenti nell’urna
e sulle curiosità emerse durante il lavoro nei gruppi è stato effettuato un dibattito spontaneo e costruttivo. Si
continuava ad utilizzare la lavagna per chiarire l’interazione e facilitare agli studenti la comprensione di
concetti altrimenti difficili da afferrare con la sola argomentazione verbale (es. Disegno alla lavagna del
continuum tra salute e malattia mentale: dove posizionare l’ipotetico cursore che le divide? Dove posizionare
il cursore per distinguere l’ansia fisiologica dalla patologica?).
GRUPPO DI LAVORO 2
Introduzione e primo dibattito: (30 min circa) Gli studenti sono stati molto collaboranti e interessati
all’argomento. E’ stato seguito lo schema preparato nei giorni precedenti (“chi siamo”, “perché siamo qui”,
presentazione della settimana della Salute Mentale, domande “stimolo”; creazione di due colonne separate
alla lavagna in cui venissero indicate dai ragazzi le manifestazioni del disagio mentale a sinistra e a destra i
vissuti di chi soffre per un disturbo psichico; presentazione semplificata del modello stress vulnerabilità).
E’ stata rilevata l’identificazione della malattia mentale con “comportamenti strani, bizzarri” e con la
patologia psicotica, mentre aspetti ansiosi e depressivi non sempre vengono considerati come una malattia. È
stato a nostro avviso utile svolgere la prima parte dell’incontro focalizzandola sulla loro idea di disturbo
mentale, e arrivando a definire un modello stress-vulnerabilità semplificato e valido per tutti i tipi di disturbi.
Lavoro in piccoli Gruppi: (45 minuti circa). La classe è stata divisa in 4 piccoli gruppi (4-5 alunni
ciascuno) e questo lavoro è stato utile per mettere a fuoco meglio quanto espresso nei volantini e per fare un
po’ di chiarezza su disturbi che erano difficili da definire per i ragazzi. In questa seconda parte sono emersi
in maniera spontanea molti rimandi a vissuti personali o relativi a familiari e amici. Questo è stato l’aspetto
più complesso da gestire, dovendo equilibrare da un lato il proposito di non scendere troppo nello specifico e
nel singolo caso, dall’altro la naturale curiosità e il bisogno di spiegazioni.
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Riepilogo e dibattito finale: (20 min circa). È stato chiesto che ciascuno gruppo nominasse due referenti che
facessero alla fine del lavoro una restituzione a tutta la classe: questo ha permesso di capire quello che i
ragazzi avevano colto del lavoro fatto assieme, e quali elementi erano rimasti a loro più impressi. Sarebbe
stato forse utile avere un po’ più di tempo da dedicare a questa parte, per poter eventualmente chiarire
concetti solo parzialmente compresi. Poiché il tempo a disposizione non era molto è stata fatta una selezione
di domande dal supervisore del gruppo ed è stata data risposta ad alcune di esse.
GRUPPO DI LAVORO 3
Introduzione e primo dibattito (30 min circa). Siamo stati accolti dalla insegnante dell’ora, che, in accordo
con noi, ha preferito non assistere all’incontro, in modo da favorire una maggiore apertura da parte delle
studentesse, pur rimanendo a disposizione nei paraggi. Il materiale informativo era pervenuto nei giorni
precedenti, ma la fruizione era stata lasciata alla libera iniziativa degli studenti, che hanno dimostrato una
certa preparazione di base.
Abbiamo iniziato l’incontro con la presentazione personale e delle iniziative relative alla settimana della
Salute Mentale. Abbiamo poi chiarito i concetti di stigma e promozione della salute mentale.
Successivamente siamo entrate nel vivo dell’incontro ponendo la domanda: “Se diciamo paziente
psichiatrico cosa vi viene in mente?”. Abbiamo quindi raccolto le diverse risposte, annotandole sulla
lavagna: le ragazze hanno fornito dei concetti nel complesso pertinenti (allucinazioni, deliri, depressione,
ansia, qualcuno che parla da solo, emarginazione…), nei confronti dei quali abbiamo favorito la riflessione,
facendo giungere la classe alla conclusione che questi aspetti non sempre denotano malattia. Si è pertanto
chiarificato il concetto di malattia mentale ponendo l’accento sull’esistenza di criteri diagnostici precisi, che
fanno riferimento a parametri quali intensità, frequenza, durata, influenza sul funzionamento. Siamo poi
passate ad illustrare il modello stress-vulnerabilità. A questo punto avremmo dovuto procedere alla divisione
in piccoli gruppi, ma la notevole partecipazione dell’intera classe al dibattito ci ha fatto propendere per
continuare la discussione collettiva, affrontando insieme gli argomenti oggetto dei volantini e rispondendo
alle domande poste dagli studenti, sia in forma anonima (quelle recuperate dall’urna), che formulate al
momento.
Lavoro in piccoli Gruppi: (45 minuti circa).
Riepilogo e dibattito finale: (45 minuti circa). E’ stato fatto un veloce riepilogo sugli argomenti trattati, con
particolare riferimento al modello stress-vulnerabilità. Nel complesso, la classe si è mostrata molto
interessata agli argomenti dibattuti, ha partecipato in maniera attiva e propositiva, sia ponendo domande
inerenti alla patologia mentale, sia chiedendo informazioni relative al percorso formativo da intraprendere
per diventare psichiatri.
GRUPPO DI LAVORO 4
Introduzione e primo dibattito (60 minuti circa): Classe mista, prevalentemente maschile (la preside
dell’Istituto ci aveva avvisato della vivacità di alcuni elementi della classe). L’insegnante dell’ora non
partecipa al dibattito. Alla classe era pervenuto il materiale illustrativo, lasciando ai ragazzi l’iniziativa di
fruirne (solo alcuni di loro avevano letto i volantini; nessuno aveva preparato domande da lasciare nell’urna).
Abbiamo iniziato l’incontro con la presentazione personale e delle iniziative relative alla settimana della
Salute Mentale. Abbiamo poi chiarito i concetti di stigma e promozione della salute mentale.
Successivamente siamo entrate nel vivo dell’incontro ponendo la domanda: “Se diciamo paziente
psichiatrico cosa vi viene in mente?”. Abbiamo quindi raccolto le diverse risposte, annotandole sulla
lavagna: i ragazzi hanno fornito dei concetti non del tutto pertinenti (autismo, Alzheimer, artisti, ansia).
Abbiamo pertanto suggerito alcune risposte (parlare da soli, essere tristi, far fatica a prendersi cura di
sé..)facendo giungere la classe alla conclusione che questi aspetti non sempre denotano malattia. Si è
pertanto chiarificato il concetto di malattia mentale ponendo l’accento sull’esistenza di criteri diagnostici
precisi, che fanno riferimento a parametri quali intensità, frequenza, durata, influenza sul funzionamento.
Siamo poi passate ad illustrare il modello stress-vulnerabilità. A questo punto avremmo dovuto procedere
alla divisione in piccoli gruppi, ma la presenza di alcuni elementi particolarmente chiassosi ed esuberanti,
che comunque hanno partecipato attivamente al dibattito, ci ha fatto propendere per continuare la discussione
collettiva, suscitando sempre maggiore interesse negli altri studenti. Si segnala inoltre che una ragazza ha
spontaneamente voluto condividere con noi e i compagni, le problematiche personali (DAP), ottenendo la
comprensione da parte dei compagni. Tale episodio è stato comunque prontamente circoscritto e la
discussione è tornata su un piano più generico, rispondendo alle domande poste dai ragazzi.
Lavoro in piccoli Gruppi: (45 minuti circa).
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Riepilogo e dibattito finale: (15 min circa). Nel complesso c’è stata una buona interazione con la classe,
nonostante emergesse una scarsa conoscenza degli argomenti trattati. Alcuni degli interventi ci hanno colpito
particolarmente, come la definizione di stress data da uno dei ragazzi (stress come sovraccarico di emozioni),
oppure il sottolineare l’importanza del farsi curare quando si ha una patologia mentale.
GRUPPO DI LAVORO 5
Introduzione e primo dibattito (45 min circa). Ci siamo presentati, abbiamo illustrato le attività della
settimana della salute mentale e chiarito le finalità dell’incontro. Nella parte centrale abbiamo lavorato per
decostruire alcuni degli stereotipi legati all’immaginario che circonda le persone affette da disturbo mentale,
partendo dalle esperienze dei ragazzi. Abbiamo identificato quelli che secondo i ragazzi sono i
comportamenti che meglio connotano le persone affette da disagio psichico e li abbiamo messi in relazione
con le emozioni che stanno alla base dei comportamenti, sottolineando come tali emozioni siano ubiquitarie
e non tipiche del paziente psichiatrico. Abbiamo quindi presentato il modello stress-vulnerabilità di Faloon,
per spiegare le differenze individuali nello sviluppo di patologia psichica in risposta allo stress.
Lavoro in piccoli Gruppi: (40 minuti). Sempre partendo dalle conoscenze/credenze dei ragazzi abbiamo
illustrato le caratteristiche principali di psicosi, disturbi del comportamento alimentare, depressione e ansia.
Riepilogo e dibattito finale (35 min circa). La reazione dei ragazzi alle nostre stimolazioni è stata molto
positiva. Hanno ascoltato con molta attenzione e posto parecchie domande.
Sarebbe utile dare continuità durante l’anno a questa esperienza, allo scopo di lasciare ai ragazzi il tempo di
interiorizzare le informazioni fornite e favorire una maggiore consapevolezza della realtà della sofferenza
psichica.
GRUPPO DI LAVORO 6
Introduzione e primo dibattito (30 min circa). discussione con l’intero gruppo. Partendo dal concetto di
“immaginario collettivo” di malattia mentale si sono esortati i ragazzi a rispondere alla domanda “come si
manifesta un disagio psichico? come si presenta una persona che ne soffre?”. Dopo aver scritto alcune
immagini/manifestazioni alla lavagna si è posta enfasi ai vissuti emotivi che sottendono e possono generare
tali manifestazioni. Quando tali vissuti arrivano a configurare un vero e proprio “disagio psichico”. Si è
cercato di elicitare i due concetti chiave di stress e vulnerabilita’, i ragazzi avevano già qualche nozione
poiché l’insegnante nei giorni precedenti al nostro incontro aveva fatto preparare delle “mappe concettuali”
relative ai quattro argomenti descritti nelle brochure che avevamo consegnato.
Lavoro in piccoli gruppi: (45 minuti circa). gruppi specifici (psicosi, ansia, depressione, dca). anche
all’interno di questi si è cercato di direzionare la discussione per (a) dare una semplice definizione del
termine, (b) identificare eventuali stereotipi e cercare di riformularli, (c) identificare i possibili approcci per
identificare il problema e indirizzamento agli ambienti di cura
Riepilogo e Dibattito finale (45 min circa). Gli ultimi 40-50 minuti sono stati dedicati alla restituzione di
quanto emerso nei gruppi e alle domande anonime, cercando di non fornire semplicemente definizioni, ma
chiedendo prima ai ragazzi stessi di provare a rispondere alla domanda posta, anche per far emergere
eventuali luoghi comuni.
COMMENTO COMPLESSIVO DELLO STAFF CHE HA SVOLTO IL LAVORO NELLE CLASSI
I ragazzi sono apparsi interessati sia ai possibili approcci preventivi e terapeutici, sia a capire meglio il
ruolo delle diverse figure professionali nell’ambito della salute mentale.
L’esperienza è stata arricchente in quanto ha permesso di esplorare più dettagliatamente
l’immaginario degli adolescenti nell’area del disagio psichico.
Il tema del continuum tra norma e disagio psichico è stato recepito e ha suscitato particolare interesse.
Non sono di massima emerse richieste su temi personali di disagio, e quando questo è accaduto, gli
studenti hanno saputo scindere il momento pubblico da quello privato.
È risultato talvolta difficile mantenere da un lato la massima semplicità nei concetti espressi, dall’altro
rispondere in maniera puntuale e non banalizzante a interrogativi più sottili o dettagliati.
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