Maggio 2015 Spedizione in A.P. - 70% DCB/DC Pescara Centro di Servizio per il Volontariato della provincia dell’Aquila Pag. sommario Editoriale 3 Forza e bellezza del volontariato A cura di: Ing. Cesidio Aratari Medicina e Salute 4 La Sindrome dell’apnea ostruttiva notturna e rischio cardiometabolico A cura di: Prof. Claudio Letizia (ristampa) 6 Disturbi della tiroide, Iodio e Selenio per mantenerla in salute 7 Marzo e Aprile 2015 Mesi della Tiroide A cura di: Dott. Pietro Mercuri 8 Fermentici lattici per prevenire l’obesità e il diabete. A cura di: Dott.ssa Cristina Di Sanza 10 Allergie e Sport nessuna paura A cura di: Dott. Francesco Cucinelli 13 Tutti i gusti dell’estate 14 Le allergie all lattice (Prima parte) a cura di: Infermieri U.O. S.D. di Allergologia P.O. Avezzano 16 Il Favismo A cura di: Prof. Amleto D’Amicis 17 Diabete e salute orale 18 Artrite: cammina che ti passa Con il mal di schiena: meglio darsi una mossa Quadrimestrale di informazione Maggio 2015 a cura dell’Associazione Diabetici Marsicana 1° Quadrimestre 2015 Registrazione Tribunale di Avezzano (AQ) n.1 anno 12 n. 169 del 23 Aprile 2003 Chiuso il 12 Maggio 2015 Il periodico Associazione Diabetici Marsicana INFORMA è stampato in n. 2000 copie, distribuito a: Soci, Regione, Provincia, Comuni, Ospedali, Medici di famiglia, Istituti scolastici, Banche, Associazioni di Volontariato. A.D.M. Associazione Diabetici Marsicana ONLUS, iscritta all’Albo del Volontariato della Regione Abruzzo n. 395 del 02/08/99. Direttore Responsabile Mario Sbardella Direttore Editoriale Cesidio Aratari Comitato di Redazione Francesco Congionti, Antonino Crea, Giovanni Fallocco Direzione e Redazione Associazione Diabetici Marsicana Ospedale Civile di Avezzano Piano 1° Stanza 15 tel. e fax 0863 499311 e-mail [email protected] www.associazionediabeticimarsicana.it Progetto grafico, A.D. e impaginazione www.mercurydesign.it Prevenzione e Salute Notizie Flash Sport, cibi giusti e niente fumo: la via per evitare l’infarto 19 Broccoli: la verdura della salute Speciale ricette Centro di Servizio per il Volontariato della provincia dell’Aquila Sede Centrale dell’Aquila - via Saragat (zona Campo di Pile) c/o Casa del Volontariato tel. 0862.318637 - e-mail: [email protected] Servizi di base presso gli sportelli: utilizzo di fax, telefono, fotocopiatrice, computer, scanner e stampante; recapiti postali, telefonici ed e-mail. Ospitalità nei limiti della disponibilità di spazi delle sedi. Servizio di contatto tra chi vuole inserirsi nel mondo del volontariato e le associazioni che necessitano di volontari. Formazione • Promozione • Documentazione Consulenza • Ricerca • Informazione e Comunicazione Il CSV inoltre pubblica la newsletter “CSVAQ informa” per l’approfondimento di aspetti fiscali e legali che interessano le associazioni. RECAPITI Sportello periferico di Avezzano Via Cassinelli, 2 tel e fax. 0863.455977 e-mail: [email protected] Sportello periferico di Castel di Sangro Via Costa Calda, 1 tel e fax. 0864.847344 e-mail: [email protected] Sportello periferico di Sulmona Corso Ovidio, 191 tel. 0864.212230 - e-mail: [email protected] Fonte immagini (parte): Google. La presente pubblicazione ha scopo prettamente divulgativo, senza alcuna finalità di lucro. Editoriale Forza e bellezza del Volontariato I n un contesto socio-sanitario non sempre propositivo per la Sanità Nazionale, quella Abruzzese ed anche della Marsica, con tagli del personale, chiusura guardie mediche, paventati ridimensionamenti dei pronto soccorso, declassamento ospedale edaltro ancora, le Associazioni di Volontariato nel campo socio-sanitario seguitano ad essere, nonostante tutto, attive e propositive sul territorio. Anche per il 2015 l’ADM, si propone di portare a termine progetti mirati al miglioramento dello stile di vita e con una corretta informazione e screening preventivi appropriati, cercare di anticipare le complicanze di patologie come diabete, tiroide ed altro. Abbiamo portato a termine per il 2° anno il “Progetto sul controllo della patologia tiroidea” (risultati descritti nell’articolo interno) e seguiteremo la nostra attività con screening di piazza, seminari, convegni. A tutela dei portatori della patologia diabetica, seguiteremo ad incontrare i vari vertici della Sanità Abruzzese e Marsicana, per arrivare ad avere, come già reclamato, un percorso integrato con controlli mirati per ridurre e prevenire complicanze ai pazienti diabetici. Di nuovo grazie a tutti coloro che si adoperano per ottimizzare e rendere visibile sul territorio la presenza vitale dell’operatività dell’ADM. Il Presidente ADM Ing. Cesidio Aratari ADM Associazione Diabetici Marsicana ADM c/o Ospedale Civile SS. Filippo e Nicola di Avezzano (AQ) Piano1° Stanza 15 tel. e fax 0863 499311 e-mail [email protected] www.associazionediabeticimarsicana.it C.F. 90004340668 Associazione Diabetici Marsicana 3 La Sindrome dell’apnea ostruttiva notturna e rischio cardiometabolico. N ei soggetti sani, il sonno è caratterizzato da importanti modificazioni dei meccanismi fisiologici responsabili della regolazione cardiovascolare. Tali cambiamenti determinano una marcata diminuzione della pressione sistemica e della frequenza cardiaca. Parallelamente, si verifica una modificazione dei parametri respiratori: la respirazione si fa più lenta e regolare rispetto al periodo di veglia. Tali modificazioni, che in parte derivano da una ridotta attività fisica durante la notte, sono anche secondari a mutamenti connessi al sonno stesso. Ne consegue che ogni modificazione della fisiologia del sonno può comportare importanti variazioni degli aspetti cardiovascolari ed in particolare della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. La Sindrome della apnea ostruttiva durante il sonno, caratterizzata da ipopnee ed apnee del sonno, è una patologia respiratoria ad alta prevalenza nella popolazione generale ed è la seconda più importante malattia respiratoria dopo l’asma. a cura di: Prof. C. LETIZIA Dir. Centro Regionale del Lazio per la Diagnosi e Cura delle Ipertensioni Secondarie Endocrine di difficile Diagnosi Università degli Studi di Roma La Sapienza Azienda Policlinico Umberto I° ROMA 4 Associazione Diabetici Marsicana Si stima che circa il 20% della popolazione generale che è affetta e che la prevalenza stimata per il sesso risulta essere rispettivamente di 1-5% negli uomini e di 0-2% nelle donne di età menopausale. Inoltre, la prevalenza dei russatori abituali è anche più alta, raggiungendo circa il 25-35%. Nelle donne nel periodo post-menopausale la prevalenza dell’apnea ostruttiva notturna tende ad aumentare ed in particolare modo nelle pazienti che non assumono terapia ormonale sostitutiva. Il più importante fattore epidemiologico associato alla sindrome dell’apnea ostruttiva notturna è l’obesità. Infatti, l’incremento della prevalenza della Sindrome dell’apnea ostruttiva notturna rappresenta una patologia dell’adulto; la sua prevalenza tra i bambini non può essere ignorata raggiungendo circa il 2% nella fascia di età compresa tra i 2-8 anni. In età pediatrica le cause sono rappresentate dall’ ipertrofia adeno-tonsillare e dall’obesità. In questi bambini le conseguenze cliniche sono l’enuresi notturna (la perdita di urine durante il sonno), il ritardo di crescita, l’iperattività fino alla precoce insorgenza di alterazione di valori della pressione arteriosa. Una corretta definizione di Sindrome dell’apnea ostruttiva notturna prevede la presenza di ripetuti episodi di cessazione della ventilazione causata dal collasso delle vie aeree superiori a livello del tratto orofaringeo. Questi episodi di apnea devono avere una durata superiore o uguale a 10 secondi ed essere associati a sforzo respiratorio. Le ipopnee ostruttive sono di più difficile caratterizzazione in quanto sono determinate da un ridotto flusso ventilatorio al quale fa seguito una desaturazione ossiemoglobinica maggiore al 4% o risvegli notturni. La presenza di sintomi quali il russamento, abituale o intermittente, risvegli improvvisi, da parte di conviventi di apnee, sono suggestivi di sindrome apnea ostruttiva notturna, ma la diagnosi di certezza è basata sull’esame polisonnografico. Tale indagine che si avvale del monitoraggio, durante il sonno, di alcuni parametri tra cui il flusso aereo nasale, il rumore di russamento, la saturazione ematica di ossigeno, l’elettrocardiogramma (ECG), l’elettroencefalogramma (EEG) ed in alcuni casi la misura della pressione intra-esofagea. Una valutazione della severità della Sindrome dell’apnea ostruttiva notturna è ottenuta mediante un indice chiamato “indice apnea-ipopnea”, definito come il numero di eventi di apnea e di ipopnea per ora di sonno. Se l’indice è uguale o maggiore di 5 per ora ed è associato a sintomi riferiti ad eccesiva sonnolenza diurna si pone la diagnosi di apnea ostruttiva notturna. Medicina e Salute Nei casi gravi l’apnea può raggiungere anche il minuto. Negli ultimi anni diversi studi epidemiologici hanno dimostrato una associazione tra sindrome dell’apnea ostruttiva notturna e malattie cardiovascolari ed incremento di incidenti stradali (sonnolenza durante la guida). In particolare è stato ben evidenziata l’associazione con l’ipertensione arteriosa sistemica (50% dei soggetti), l’insufficienza cardiaca cronica, la malattia delle arterie coronariche su base ischemica (28%), l’ictus cerebrale (58%), le aritmie cardiache fino alla morte improvvisa. Inoltre è stato dimostrato in questi pazienti una elevata prevalenza nella sindrome metabolica, che come ormai è ben noto è caratterizzata dall’associazione di fattori di rischio cardiovascolare tra cui l’obesità addominale, il diabete tipo 2, la dislipidemia e l’ipertensione arteriosa. L’approccio terapeutico della Sindrome dell’apnea ostruttiva notturna può essere di tipo medico, chirurgico o strumentale. Il trattamento medico è limitato al dimagrimento e nel cercare di eliminare eventuali fattori aggravanti quali l’assunzione dell’alcool. Anche l’esercizio fisico è importante influenzando specifici programmi di esercizio dei muscoli dilatatori del faringe. La terapia chirurgica è rivolta a correggere i fattori che determinano una ostruzione delle vie aeree superiori, come per esempio interventi di chirurgia nasale, tonsillare o più complessi di chirurgia maxillo-facciale. Ma la terapia più diffusa è quella che prevede l’impiego di un supporto meccanico denominato CPAP (dall’inglese Continuos Positive Airway Pressure) che consiste nell’insufflare in maniera continua, durante la notte, aria a pressione positiva attraverso le narici del naso allo scopo di vincere la resistenza che si riscontra in questi pazienti a livello delle vie aeree superiori. Questo trattamento è efficace, ma la sua interruzione fa riemergere il disturbo respiratorio, anche se in genere di minore entità rispetto al pre-trattamento. La Sindrome dell’apnea ostruttiva durante il sonno è la seconda più importante malattia respiratoria dopo l’asma. Uno studio moderno, dotato di tutte le attrezzature più innovative, in grado di offrire tutti i tipi di trattamenti per la cura della bocca. 20% Sconto del per tutti i soci ADM Associazione Diabetici Marsicana 5 Medicina e Salute Disturbi Alla Tiroide: Iodio e Selenio per mantenerla in salute L a tiroide funziona correttamente se può disporre di sufficienti quantità di due micronutrienti essenziali: lo iodio, che è un elemento costituente degli ormoni T3 e T4 e il selenio, che ha un ruolo coadiuvante nella sintesi degli ormoni stessi e inoltre, contribuisce a proteggere le cellule della ghiandola dai danni ossidativi. Entrambi gli elementi sono presenti nell’ambiente, ma penetrano nell’organismo principalmente attraverso gli alimenti: sono contenuti in considerevoli quantità negli organismi marini (alghe, pesci, crostacei), ma anche nella carne, nei latticini, nelle uova e nei prodotti di origine vegetale (benché in misura variabile a seconda della loro concentrazione nei terreni di coltivazione). Buone fonti di selenio sono, inoltre, alcuni semi oleosi (noci del Brasile, arachidi, semi di girasole, pistacchi), semi di senape e di chia, i funghi ed il lievito di birra. Per quanto riguarda lo iodio è molto diffusa una condizione di carenza, per cui ne è stata autorizzata l’integrazione alimentare attraverso l’introduzione in commercio di sale da cucina addizionato (sale iodato). L’assunzione di adeguate quantità di iodio, rappresenta una misura valida ai fini della prevenzione delle patologie tiroidee e per le donne, un provvedimento di fondamentale importanza durante la gravidanza e l’allattamento al seno, per salvaguardare il neonato dai gravi effetti del ridotto funzionamento della tiroide durante lo sviluppo (ipotiroidismo congenito). Il fabbisogno giornaliero di iodio – cioè la quantità che garantisce una corretta sintesi degli ormoni tiroidei – è pari a 150 microgrammi per la popolazione generale ed a 175-200 microgrammi per le donne in gravidanza e allattamento. Se la ghiandola si ammala Un malfunzionamento della tiroide, può dare inizialmente disturbi lievi e generici. Quando diventano più rilevanti, le manifestazioni cliniche sono per la maggior parte legate agli effetti degli ormoni tiroidei: rallentamento generalizzato dei processi metabolici, se la ghiandola non produce ormoni in quantità adeguata (ipotiroidismo), accelerazione degli stessi se, al contrario, ne produce in eccesso (ipertiroidismo). I sintomi più eclatanti sono: - variazioni del peso corporeo (aumenta nell’ipotiroidismo, si riduce nell’ipertiroidismo); 6 Associazione Diabetici Marsicana - stanchezza e debolezza muscolare, soprattutto nell’ipotiroidismo; - alterazioni neuro-psichiche, con ridotta efficienza delle funzioni cognitive nell’ipotiroidismo (rallentamento del pensiero, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione) e attivazione psicomotoria (nervosismo, insonnia, inquietudine) nell’ipertiroidismo e variazione dell’umore (depressione, sbalzi) in entrambe le forme; - alterazioni cardiovascolari (bradicardia nell’ipotiroidismo e tachicardia nell’ipertiroidismo); - disturbi della termoregolazione (intolleranza al freddo nell’ipotiroidismo e al caldo nell’ipertiroidismo); - modificazioni della cute e degli annessi (pelle fredda e secca nell’ipotiroidismo, cute calda e umida invece nell’ipertiroidismo, fragilità di capelli ed unghie in entrambe le forme); - disturbi intestinali (stipsi nell’ipotiroidismo, diarrea nell’ipertiroidismo). Possono talvolta insorgere anche irregolarità mestruali nella donna ed eiaculazione precoce negli uomini, nonché alcune manifestazioni tipiche della patologia tiroidea; per esempio il mixedema, un ispessimento con ritenzione di liquidi sotto pelle e oftalmopatia basedowiana - un rigonfiamento del tessuto retrostante i bulbi oculari che di conseguenza diventano sporgenti – associata per lo più a ipertiroidismo nel morbo di Graves-Basedow. Medicina e Salute Marzo e Aprile 2015 mesi della tiroide L a tiroide, motore dell’organismo, produce ormoni contenenti iodio, che attraverso il sangue influenzano tutti gli organi. Lo iodio quindi è un componente essenziale ed è importante che sia presente in adeguata quantità nella nostra alimentazione in Italia si calcola che siano oltre 6 milioni le persone con problemi di tiroide la prevenzione e diagnosi precoce sono fondamentali per trattamenti mirati e tempestivi da qui l’iniziativa “mesi della tiroide” Il progetto redatto dall’ADM grazie al contributo della Cramas e della Bcc di Roma ed alla concessione da parte della Asl di Avezzano delle strutture operative dell’ospedale di Tagliacozzo è stato realizzato dagli endocrinologi Dott. Pietro Mercuri e Dott.ssa Dea Piersanti il Radiologo Dott. Giovanni Nanni e gli Infermieri Stefania, Lucia, Luisa, Valentina, Erminia. Risultati: 235 pazienti hanno eseguito la visita endocrinologica e l’eco color doppler della tiroide di questi: 68 avevano in famiglia patologie tiroidee, il 50% utilizzava il sale iodato, il 60% non si era mai sottoposto a controllo specialistico. È emerso che 58 pz., cioè il 29 % presentavano noduli della tiroide, 12 hanno eseguito un agoaspirato con ago sottile e relativo esame citologico per eventuale intervento di tiroidectomia totale, a tutti è stato consigliato a completamento dello screening, il dosaggio degli ormoni tiroidei, alle sospette tiroiditi gli anticorpi ed ai noduli dubbi la calcitonina. Alle giovani donne sono stati consigliati controlli periodici in caso di gravidanza, è stata ben evidenziata l’importanza dello iodio x la tiroide e l’utilizzo del sale iodato soprattutto per i bambini, vista la carenza nel nostro territorio . L’obiettivo prefissato è stato raggiunto. L’ADM nell’esprimere grande soddisfazione per i risultati ottenuti, ringrazia tutti i soggetti che hanno reso possibile il progetto, in particolare la Cramas e la Bcc di Roma che hanno finanziato il progetto; la ASL di Avezzano, (dal direttore generale ai vari direttori sanitari) per la concessione dei locali ed attrezzature dell’ospedale di Tagliacozzo, i medici ed infermieri che si sono adoperati con la loro professionalità al controllo dei numerosi partecipanti; tutto il direttivo della ADM che ha proposto è curato questa iniziativa di prevenzione della salute. a cura di: Dott. P. MERCURI P.T.A. Umberto I° di Tagliacozzo (AQ) Responsabile Struttura Semplice di Endocrinologia Associazione Diabetici Marsicana 7 Medicina e Salute Fermenti lattici per prevenire l’obesità e il diabete I Fermenti Lattici, conosciuti anche come probiotici, sono microrganismi viventi resistenti all’azione digestiva ed hanno la capacità di arrivare vivi sino all’intestino dove possono riprodursi e migliorare la salute umana. L’intestino è considerato il nostro secondo cervello, non a caso in molte persone particolarmente ansiose si evidenziano diversi problemi concentrati proprio a questo livello. In pochi sanno che al suo interno sono presenti quasi mille specie e 100 mila miliardi di cellule per un a cura di: Dott.ssa C. DI SANZA Biologa Nutrizionista e-mail: [email protected] 8 Associazione Diabetici Marsicana peso totale di circa 1,5 chilogrammi. L’intestino e la sua flora batterica sono componenti fondamentali per il corretto funzionamento dell’organo deputato all’assorbimento delle sostanze nutritive. Per anni si è pensato che i microrganismi presenti al suo interno fossero necessari solo per le funzioni digerenti. In verità sempre più studi sostengono che le alterazioni della flora batterica sono strettamente implicate nello sviluppo di disturbi come diabete, obesità, allergie e problemi cardiovascolari. Il microbiota umano, vale a dire l’insieme delle forme viventi che popolano il tubo digerente, è di fondamentale importanza non soltanto per l’intestino, ma per tutto il corpo. Da anni sappiamo che senza i batteri non potremmo vivere. Senza di loro, per esempio, il nostro corpo non avrebbe a disposizione la giusta quantità di vitamina K, fondamentale nel processo di coagulazione del sangue e del fissaggio del calcio nelle ossa e, quindi, necessaria alla sopravvivenza. Nell’intestino c’è un costante equilibrio tra specie di microrganismi “buoni” e altri “cattivi”. Quando l’ago della bilancia è spostato verso una prevalenza di quelli “buoni”, allora, anche se siamo sotto l’attacco di un agente esterno, riusciamo a resistere. Invece, se prevalgono i “cattivi”, diventiamo più vulnerabili e suscettibili alle in- fezioni e, di conseguenza, ci ammaliamo. Esiste, infatti, una profonda relazione tra sistema immunitario e microrganismi della flora intestinale. Ecco perché ripristinare la flora batterica rappresenta una buona strategia per controllare l’evoluzione di alcuni disturbi. Oggi sappiamo che i fermenti lattici producono acido acetico, propionico e butirrico: i primi due vanno nella circolazione sanguigna e regolano la produzione epatica di glucosio e grassi come colesterolo e trigliceridi, l’acido butirrico “nutre” e protegge le cellule intestinali. Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Hospital for Sick Children e della University of Toronto pubblicato sulla rivista «Science» ha dimostrato come, attraverso la manipolazione della flora, sarebbe possibile prevenire lo sviluppo del diabete di tipo 1, tipica malattia autoimmune. Gli autori della ricerca hanno trapiantato la flora batterica di topi sani all’interno del tratto digerente di topi predisposti geneticamente all’insorgenza del diabete. Dai risultati è emersa una significativa riduzione dello sviluppo della malattia. E’ importante notare che la manipolazione della flora non cura la malattia, ma aiuta, attraverso una regolazione del sistema immunitario, a prevenirla. Non dobbiamo, quindi, cadere nell’errore di addossare tutta la colpa dell’insorgenza di questa malattia ad uno squilibrio della flora. Al momento, però, possiamo affermare che molti disturbi come morbo di Crohn, colon irritabile e gonfiore addominale sono causati da un’alterazione della flora batterica. Al contrario, quando ad essere interessato è un organo in particolare, allora il microbiota alterato non è più la causa ma una possibile conseguenza. Tuttavia, le alterazioni della flora batterica non riguardano soltanto le persone colpite da malattie croniche dell’intestino, ma anche negli obesi la somministrazio- Medicina e Salute ne di bifidobatteri a partire dall’infanzia o addirittura in fase prenatale può avere effetti positivi sul sistema immunitario e sul peso corporeo. In Italia la percentuale degli obesi a 8-9 anni è pari al 12,3 per cento, con punte nelle regioni del Sud Italia del 36 per cento. Ci sono buone possibilità che la somministrazione di integratori a base di probiotici durante l’infanzia protegga dall’obesità in età adulta. Infatti, l’assunzione di batteri favorevoli ”educa” il sistema immunitario e previene stati infiammatori e anomalie del metabolismo, due condizioni strettamente legate al peso corporeo. Ormai è ben noto che l’incremento dei casi di obesità in Italia si associa ad un cambiamento dello stile di vita ed una perdita delle sane abitudini della dieta mediterranea. Stiamo mangiando sempre più carne, la quale è portatrice di batteri cattivi come lo stafilococco, e sempre meno fibre, chiamate in gergo “prebiotici” contenute nelle verdure e nella frutta. Le fibre favoriscono la crescita dei batteri buoni al posto dei cattivi che invece proliferano se si mangiano prodotti di origine animale. Dunque sarebbe bene aumentare l’introito di pasta e pane integrali, cereali, frutta, vegetali, oltre che di prodotti come lo yogurt che contengono fermenti lattici. Tutto ciò serve a prevenire l’obesità e quindi il diabete, ma anche tumori, malattie cardiovascolari e molte malattie croniche intestinali. Ancora una volta non è la quantità dell’alimentazione che conta, ma la qualità, un aspetto da tenere a mente se si vuol perdere qualche chilo, e se si vuole anche preservare il proprio intestino da malattie future. Associazione Diabetici Marsicana 9 Prevenzione e Salute Allergie e sport: nessuna paura C on l’arrivo della primavera, riemergono le allergie, vere sofferenze per un gran numero di persone. Nel nostro paese si calcola che circa 18-25% della popolazione generale, soffre di allergia, che viene manifestata come rinite, congiuntivite, asma, orticaria e dermatiti. E’ ormai noto che a far sì che l’allergia si manifesti, concorrano sia fattori genetici che ambientali, oltre ad altri fattori che aggravano la condizione allergica come il fumo ed inquinanti ambientali. E’ di dominio pubblico, anche se inesatto, come l’essere allergico sia una condizione invalidante ai fini della pratica di attività sportive. Non tutti sanno però, che secondo le statistiche, molti atleti affetti da patologie allergiche, se opportunamente trattate, svolgono un’attività sportiva senza alcuna limitazione, per non parlare dei numerosi atleti che hanno raggiunto traguardi di tutto rispetto pur essendo affetti da patologie allergiche. Ma se da un lato le evidenze scientifiche dimostrano Molti atleti affetti da patologie allergiche, se opportunamente trattate, svolgono un’attività sportiva senza alcuna limitazione. a cura di: Dott. F. Cucinelli Dirigente Medico Servizio di Allergologia P.O. di Avezzano (AQ) SS. Filippo e Nicola 10 Associazione Diabetici Marsicana chiaramente gli effetti benefici ottenuti con l’attività fisica, esiste comunque una fetta di pazienti che rimane restia a svolgere pratiche sportive. E’ doveroso quindi, consigliare attività sportive, proprio ai fini di migliorare l’attività respiratoria, evitando una vita sedentaria, comunque dannosa per l’organismo. E’ tuttavia da evitare la pratica di tali attività, senza aver stabilito, d’accordo con l’allergologo, un adeguato trattamento farmacologico della propria patologia, oltre a rispettare alcune regole fondamentali come l’evitare sforzi fisici nelle ore centrali della giornata, specie se in una bella giornata di primavera, oltre ad assicurarsi che ciò avvenga lontano dai pasti e con sforzi non estremi. Tra gli sport che più si addicono ai soggetti con problemi di allergia respiratoria (rinite e/o asma), abbiamo il nuoto, che come tale, risulta essere il meno asmogeno. E’ comunque risaputo, che nei casi di allergie a pollini, l’attività fisica può essere praticata senza alcun problema. Il paziente asmatico deve fare sport, nel rispetto di alcune regole importanti, evitando così che l’esercizio fisico agisca da fattore scatenante. Durante lo sforzo infatti, si inala aria qualitativamente inferiore, in quanto la respirazione prevalentemente per via orale, non permette l’adeguato riscaldamento e filtrazione dell’aria che in questi casi è di circa il 60/70% a differenza di quella nasale che è del 80-90%. E’ quindi indispensabile rispettare alcune regole fondamentali dirette ad evitare spiacevoli situazioni alcune delle quali richiedenti interventi dei sanitari. Fondamentale in tal senso, è evitare di inspirare aria fredda e secca e svolgere pratiche sportive se non dopo una fase di riscaldamento, in modo da permettere alle vie respiratorie di adattarsi allo sforzo fisico che di lì a poco si troveranno a dover affrontare. L’idratazione durante l’attività fisica è determinante, al fine di evitare che durante l’attività fisica le vie respiratorie siano le prime a disidratarsi; la quantità di acqua da introdurre è ovviamente direttamente proporzionale allo sforzo fisico, sudorazione, temperatura esterna, necessità fisiologica basale dell’organismo che ovviamente varia da soggetto a soggetto. Il paziente allergico, in particolar modo l’asmatico, non deve ritenere la propria patologia limitante lo svolgimento di attività fisiche. La presenza quindi di disturbi allergici come rinite e/o asma, non deve dissuadere dallo svolgere tali attività fisiche purché non implichino sforzi fisici estremi e prolungati come paracadutismo e immersioni subacquee. Dovrebbero ovviamente astenersi dall’esercitare attività sportive quei pazienti portatori di asma grave persistente e crisi asmatiche in atto. Non meno frequenti, sono le reazioni allergiche indotte da esercizio fisico, in associazione anche all’assunzione di alimenti o farmaci. I sintomi possono variare dall’orticaria, orticaria-angioedema e/o nei casi peggiori fino all’anafilassi. La consapevolezza di essere in grado di poter effettuare uno sforzo fisico, la si acquista anche dopo prove di sforzi fisici, fino ad allora, se non è stata fatta una diagnosi precisa, è consigliabile evitare lo sforzo. Possiamo distinguere l’anafilassi da esercizio fisico cibo dipendente, da quella cibo indipendente. Nel primo caso si tratta di reazione anafilattica manifestatasi subito dopo i pasti o comunque entro 3-4 ore dall’assunzione del pasto, tipica dei paziente con allergia alimentare. Tale sindrome può riguardare fino alla metà dei pazienti con anafilassi da esercizio fisico, più frequente nei ragazzi (almeno secondo alcuni studi), a differenza dell’anafilassi da esercizio fisico cibo indipendente che coinvolge più il sesso femminile. Il quadro clinico può presentarsi con una fase prodromica: astenia, prurito, cefalea, una fase precoce con pomfi, angioedema del viso, mani, piedi, una fase conclamata con coinvolgimento delle vie respiratorie, gastrointestinale (vomito, diarrea, dolori addominali) e cardiocircolatorio (ipotensione, affaticamento). La sintomatologia può durare da pochi minuti a 3-4 ore e la cefalea anche per qualche giorno. L’anafilassi può essere favorita dalla presenza di una familiarità atopica, temperature estreme, umidità elevate, periodo pre-mestruale, concentrazione pollinica, assunzione di farmaci (FANS: antinfiammatori-analgesici), assunzione di bevande alcoliche. La sospensione dell’attività fisica, comporta la risoluzione della manifestazione clinica. Le attività sportive possono inoltre coinAssociazione Diabetici Marsicana 11 Prevenzione e Salute Tra gli sport che più si addicono ai soggetti con problemi di allergia respiratoria c’è il nuoto. volgere anche l’apparato cutaneo, attraverso una accentuata sudorazione, ridotta traspirazione ed abusi di detergenti, deodoranti che possono peggiorare la situazione. Si possono riscontrare patologie allergiche immediate, correlate al contatto con l’abbigliamento utilizzato, come anche correlate all’ambiente. Le manifestazioni cutanee immediate sono sicuramente da identificarsi a quelle manifestazioni cosi dette da acqua genica, orticaria da freddo, orticaria colinergica (provocata dall’aumento della temperatura), orticaria adrenergica (indotta dallo stress). Per quanto riguarda le dermatiti, vanno distinte quelle irritative da quelle da contatto di stretta origine allergica, insorte per la sensibilizzazione avvenuta dopo contatto con sostanze chimiche come il nichel solfato, potassio bicromato, gomma, per non parlare dei disinfettanti utilizzati per il loro lavaggio. Oltre alle semplici dermatiti, si possono riscontrare anche quadri clinici molto più importanti come vere e proprie ustioni locali. Per quanto riguarda le reazioni legate all’ambiente, è da ricordare senz’altro l’azione svolta dal cloro contenuto nell’acqua delle piscine, con effetto disidratante oltre ad avere un effetto irritativo sulla congiuntiva. Il freddo può favorire l’orticaria nei pazienti predisposti, non meno frequenti sono da ritenersi le manifestazioni micotiche precedute da semplici dermatiti, poi cronicizzate, fino ad una vera manifestazione licheniforme. Nel gioco del calcio sono inoltre riscontrabili vere e proprie dermatiti da contatto con sostanze come cobalto, 12 Associazione Diabetici Marsicana potassio bicromato, lanolina, contenute nei parastinchi. In definitiva, il paziente allergico, in particolar modo l’asmatico, non deve ritenere la propria patologia limitante lo svolgimento di attività fisiche fatta eccezione di quei sport estremi e quelli in cui la riacutizzazione della patologia rappresenti un rischio. E’ però di fondamentale importanza la coesistenza di un adeguato controllo della patologia, con farmaci adeguati e se necessario con l’immunoterapia (vaccini), l’unica in grado di modificare la storia naturale della malattia con contemporanea riduzione dei farmaci assunti, a differenza della terapia farmacologica convenzionale, che svolge una pura azione sintomatica. Non è da sottovalutare inoltre, l’importanza di un kit composto da farmaci broncodilatatori a breve durata di azione come il salbutamolo (Ventolin spray) oltre ad antistaminici, cortisonici e nei casi più gravi l’adrenalina, tutti indispensabili per fronteggiare l’eventuale ripresentarsi della reazione allergica con i relativi quadri clinici nei loro diversi aspetti più o meno gravi. Tutti i gusti dell’estate Il PEPERONE ANTIOSSIDANTE E RASSODANTE suoi colori sono un inno alla gioia e un invito all’assaggio: che sia verde, giallo o rosso, il peperone dà ai piatti quel tocco di vivacità in più che lo rende l’ortaggio principe dell’estate. Crudo o cotto, il peperone è un ortaggio super rassodante, Nonostante ciò, il peperone è un ortaggio che divide (c’è chi lo adora e chi invece lo ritiene indigesto), pur essendo una miniera di virtù preziose per conservare il peso forma. Il peperone, infatti ha pochissime calorie (23 ogni 100 grammi) perché è costituito in larga parte da acqua (più del 90%), contiene una buona dose di provitamina A (rassodante) ed è soprattutto un’ottima fonte di vitamina C (antiossidante e rassodante), presente in quantità maggiore rispetto anche agli agrumi. Si sa però che le vitamine sono fragili, e quindi per poterne fare tesoro, sarebbe meglio consumare il peperone a crudo, contribuendo così anche a risparmiare le calorie delle carie salse e condimenti. Ma il peperone crudo per molti è indigesto. Peperone, devi sapere che... - La capsicina (che è la sostanza difficile da digerire) è presente in quantità maggiori nella buccia: quindi basta toglierla per rendere il peperone quasi “innocuo”. È anche ammesso arrostire le falde di peperone velocemente sulla griglia e spelarle, conservando solo la polpa. - Ovviamente, vanno tolti anche i semi interni che sono piccanti e pungenti. - Si può anche provare a consumarne poco, ma con costanza: in questo modo, lo stomaco si irrita meno. Verde, rosso o giallo? Scopri il peperone che fa per te Sono diverse le varietà di peperone al mondo e sul mercato: una distinzione molto utile, oltre a quella fondamentale tra dolci o piccanti, tiene in considerazione il colore. - Verde ti depura: il peperone a questa tinta quando viene raccolto in anticipo e ha un gusto pungente. Ideale nella peperonata o nell’insalata. Verdi sono anche i “friarelli”: sono coltivati in Campania e, nonostante l’aspetto simile al peperoncino, sono dolcissimi. - Rosso, il più saziante: ha una polpa croccante, spessa e zuccherina: ideale per i pinzimoni e cotto alla brace, sazia in fretta ed è il più ricco di principi nutritivi. - Giallo è antiossidante: è il più tenero e succoso. Ottimo crudo, si usa col pomodoro per rendere corposi i sughi. I Prevenzione e Salute Fonte: riza.it - la via del benessere LE FRAGOLE AIUTANO IL METABOLISMO e fragole sono preziose per la tua bellezza perché sono fatte al 90% di acqua; per questo idratano le cellule dell’organismo senza appesantirlo con troppe calorie, Le fragole sono anche ricche di enzimi capaci di attivare il metabolismo dei grassi aiutando il corpo a dimagrire con meno fatica. Le fragole sono anche ricche di fibre che aumentano il senso di sazietà, regolarizzano l’intestino e fanno assorbire meno grassi e meno zuccheri. Le fragole sono antirughe e anticellulite Il contenuto di vitamina C delle fragole (cinque fragole contengono una quantità di vitamina C pari a quella di un’arancia) favorisce l’assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globuli rossi e per i muscoli, e la produzione di collagene, una proteina che previene le rughe e rafforza i capillari riducendo ritenzione idrica e cellulite. Questa azione antiritenzione viene potenziata dal potassio, un minerale di cui le fragole sono ricche. Sbiancano e proteggono i denti Questi frutti contengono xilitolo, una sostanza dolce che previene la formazione della placca dentale e uccide i germi responsabili dell’alitosi. Sono antiossidanti e mantengono giovani Le fragole sono state inserite tra i super cibi che “mantengono giovani” nella speciale classifica ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity) stilata dall’USDA (il dipartimento dell’agricoltura statunitense), per il contenuto record in sostanze antiossidanti benefiche per la salute. Fanno bene al cervello Alcune ricerche hanno dimostrato che, grazie al loro contenuto di acido folico, le fragole sono utili per il mantenimento della memoria. L Associazione Diabetici Marsicana 13 G Le allergie al lattice uanti, pneumatici, profilattici, chewing-gum, palloncini, giocattoli, francobolli, cuffie da bagno, ciucciotti: sono solo alcuni degli oggetti in lattice di uso quotidiano. Il lattice naturale è un’emulsione lattiginosa che si ottiene per incisione dell’albero della gomma (Hevea brasiliensis), pianta tropicale che cresce spontaneamente nelle foreste equatoriali del sud-America che contiene principalmente acqua (60%) e particelle di gomma (35%), proteine ed enzimi (3%), in misura minore, lipidi, fosfolipidi, sali inorganici, zuccheri e resine. a cura di: Inf.ri Prof. A. CERASANI, R.PERSIA R. DE ANGELIS, N. DI NINNO, G. DI VITO. U.O. S.D. di Allergologia P.O. di Avezzano (AQ) SS. Filippo e Nicola 14 Associazione Diabetici Marsicana Dal lattice, si producono circa 40mila prodotti in gomma naturale, la cui diffusione rappresenta un problema per l’aumentata incidenza (almeno fino a qualche anno fa) dell’allergia provocata da tale materiale. Basta qualche dato per avere un’idea del problema: negli Stati Uniti (in Italia dati sicuri non sono ancora disponibili) il 2,5% della popolazione generale presenta una sensibilizzazione al lattice. Le percentuali aumentano se si considerano alcune categorie più a rischio, come le casalinghe ed operatori sanitari (per l’uso dei guanti di gomma). Modalità di esposizione La via di sensibilizzazione è anzitutto quella cutanea, cioè da contatto (dermatite delle mani dopo aver indossato guanti di lattice), ma può avvenire anche attraverso le mucose (respiratorie, urinarie, rettale, vaginale o intestinale). Bisogna inoltre sottolineare che da qualche tempo si è provveduto alla sostituzione del talco contenuto nei guanti, in quanto ritenuto pericoloso per la potenziale formazione di granulomi cutanei, con polvere di mais che però favorisce l’aerosolizzazione delle particelle di lattice, aumentandone la concentrazione nell’ambiente Prevenzione e Salute che ci circonda. Meno controllabili sono le particelle di lattice presenti nell’aria che respiriamo, derivanti dall’usura dei pneumatici, soprattutto nelle grandi città. Un’ulteriore via di sensibilizzazione possono essere gli interventi chirurgici in seguito all’impiego non solo dei guanti da parte del chirurgo, ma anche di strumenti oggi sempre più in uso, come sonde e cateteri; sotto questo aspetto, particolare importanza rivestono gli accertamenti diagnostici mediante endoscopia (gastroscopia, colonscopia ecc.). Sebbene oggi possiamo disporre di polimeri sintetici per la produzione di materiali plastici con le caratteristiche simili alla gomma naturale, la gomma di lattice presenta delle indubbie capacità di elasticità e resistenza che difficilmente possono essere replicate con materiali sintetici. Per tale motivo il lattice ha trovato un largo impiego nella produzione di oggetti di uso comune (articoli per la casa, giocattoli, attrezzature sportive…) o professionali, soprattutto in ambito medico (guanti e dispositivi vari). Oggetti di uso comune contenenti lattice. Ambito sanitario: Guanti chirurgici, Guanti monouso, Contagocce per colliri, Componenti per siringhe, Lacci emostatici, Cateteri, Palloni (ambu, intraortico), Palloncini per sonde, Maschere anestesiologiche, Circuiti per anestesia, Tubi endotracheali,Tubi per drenaggi, Ago-cannula, elastici per apparecchi dentali, Apparecchi odontoiatrici in gomma,Bende in tensoplast, Alcuni elettrodi per ECG, Bracciali per sfigmomanometro, ecc. Ambito domestico: Guanti, Tende per doccia Borse per acqua calda, Materassi e cuscini, Rinforzi per tap- peti, Isolanti per porte/finestre, Adesivi, Gomme per cancellare, Elastici ecc. Ambito sportivo: Pinne, Maschere subacquee, Accessori per vela, Palle e palloni sportivi, Scarpe da tennis, ecc. Oggetti per l’infanzia: Succhiotti, Tettarelle, Palloncini, Giocattoli, ecc. Indumenti e calzature: Impermeabili, Elastici, Scarpe in gomma, Suole, ecc. Altro: Pneumatici, Francobolli, ecc. Contracettivi: Profilattici, Diaframma. In seguito alla contemporanea presenza di allergeni comuni tra inalanti (lattice, pollini, acari, ecc..) ed alcuni alimenti, sono state descritte delle reazioni (rinite, congiuntivite, asma, orticaria, ecc..) cosidette reazioni crociate. Nel caso dell’allergia al lattice, per esempio, dopo il consumo di diversi alimenti come ananas, avocado, banane, castagne, fichi, frutti della passione, kiwi, mango, melone, papaia, patate, pesche, pomodori e spinaci, si possono riscontrare le già citate reazioni. Nei pazienti con allergia al lattice, non è raro imbattersi in una allergia crociata a piante ornamentali come il Ficus benjamin e alla stella di natale, tali reazioni possono verificarsi sia per contatto, che per via inalatoria. A seconda di come avviene il contatto (cutaneo, sublinguale, congiuntivale, nasale, vaginale) e alla sensibilità della persona si possono avere manifestazioni più o meno gravi. Fine prima parte, continua nel prossimo numero. Associazione Diabetici Marsicana 15 Prevenzione e Salute Il favismo I n un aforisma di Ippocrate si raccomandava di evitare le fave, e già un secolo prima, Pitagora sconsigliava ai suoi discepoli l’attraversamento dei campi di fave in fiore. Avevano supposto l’esistenza della malattia del Favismo. Che cosa è il Favismo? E’ una malattia genetica che compromette la buona funzionalità degli enzimi. L’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (glucose-6-phosphate dehydrogenase, G6PD) partecipa al metabolismo dei pentosofosfati e ha la funzione di mantenere un adeguato potenziale riducente nell’eritrocita. Il deficit dell’enzima G6PD è una malattia genetica con eredità legata al sesso, dovuta alla presenza di una mutazione nel gene che codifica tale enzima. La manifestazione clinica del deficit enzimatico è l’anemia emolitica che si sviluppa solo in conseguenza di un fattore esterno scatenante uno stress ossidativo nell’ambiente intracellulare. I farmaci con proprietà ossidanti costituiscono uno dei principali fattori di emolisi nei carenti di G6PD e, la valutazione del potenziale emolitico di un farmaco per i soggetti con deficit di G6PD può risultare complessa sia per la molteplicità dei fattori che concorrono all’evento emolitico sia per la difficoltà di allestire studi clinici mirati. Il favismo è dunque una condizione ereditaria che si trasmette attraverso il cromosoma X e che può determinare una grave anemia acuta quando un individuo predisposto: • ingerisce fave fresche o secche, crude o cotte; • assume alcuni farmaci; • aspira vapori di naftalina; • è colpito da un’infezione batterica o virale. Ingestione di fave Il termine favismo indica una crisi emolitica acuta secondaria all’ingestione dei semi di Vicia Faba (la Fava), sovrapponibile a quella indotta da farmaci con crisi emolitiche causate dai semi freschi molto più violente rispetto a quelle derivanti dai semi secchi o cotti. L’ingestione del legume è certamente una causa di emolisi acuta, tradizionalmente denominata favismo ittero-emoglobinurico mentre una crisi emolitica dopo il contat- a cura di: Prof. A. D’AMICIS Vicepresidente della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) 16 Associazione Diabetici Marsicana to con le piante di fave o l’inalazione del polline è molto controversa. Il favismo presenta un andamento stagionale, con un picco al momento della fioritura della pianta a Marzo e Aprile, e l’altro picco al momento della comparsa dei semi sul mercato a Maggio e Giugno. Una caratteristica peculiare del favismo è l’erraticità, non tutti gli individui carenti di G6PD vanno incontro a crisi emolitiche dopo un pasto a base di fave, probabilmente solo il 25-30%, inoltre uno stesso individuo può dimostrare sensibilità alle fave solo in certi periodi della sua vita, ad esempio durante l’infanzia oppure in tarda età. L’ instaurarsi delle crisi si può avere in individui che hanno sempre assunto fave senza aver avuto degli effetti, o alla prima ingestione. Possono verificarsi in soggetti di ogni età, ma risultano maggiormente frequenti nei bambini tra i 2 e i 6 anni, solitamente secondarie alla prima ingestione di fave. È verosimile che le crisi emolitiche siano scatenate dalle sostanze ossidanti contenute nelle fave, quali vicina, convicina, ascorbato, L-DOPA. Le molecole maggiormente coinvolte sono probabilmente vicina e convicina, beta-glucosidi delle pirimidine, che nell’intestino vengono convertite da una beta-glicosidasi nei rispettivi agliconi vicina e isouramile. Questi composti vanno incontro ad autossidazione e formano radicali liberi che a loro volta provocano la formazione di specie attive dell’ossigeno e l’ossidazione del Glutatione ridotto (GSH), potente antiossidante endogeno,, attivando, negli eritrociti carenti di G6PD, la catena di reazioni che porta alla emolisi. La rimozione dei Globuli Rossi (GR) è prevalentemente extravascolare, La gravità della crisi non è proporzionale alla quantità delle fave ingerite e risente di fattori individuali non ancora chiari oltre che al modo di preparazione dell’alimento. Le beta-glicosidasi, presenti in quantità variabile sia nelle fave che nella mucosa intestinale del consumatore, possono giocare un ruolo importante nel determinare la quantità e la velocità di produzione degli agliconi attivi. Da queste considerazioni si fa strada l’ipotesi che nel favismo oltre alla presenza del deficit siano implicati altri fattori genetici e/o acquisiti, coinvolti nel catabolismo delle sostanze ossidanti presenti nella fave. Generalmente il favismo si associa alle varianti di G6PD di classe II che provocano deficit severo, come la G6PD Mediterranea, ma sono descritti casi di favismo anche con la variante G6PD A- di classe III Che cosa dicono le istituzioni preposte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica le varianti geniche della G6PD in cinque classi, di cui le prime tre identificano stati di deficienza. Classe I: deficienza grave (attività enzimatica <10%), anemia emolitica cronica (non sferocitica); Classe II: deficienza grave (attività enzimatica <10%), emolisi intermittente; Classe III: deficienza lieve (attività 10-60%), emolisi solo se esposti ad ossidanti; Classe IV: variante non deficitaria, nessuna conseguenza clinica; Classe V: attività enzimatica incrementata, nessuna conseguenza clinica. Per il Ministero della Salute, il favismo fa parte delle malattie rare - RDG010 - per le quali è prevista l’esenzione dalla partecipazione al costo per patologia. DIABETE e salute orale I l cavo orale del paziente diabetico può presentare una particolare suscettibilità alle infezioni, irritazioni locali e manifestare processi riparativi e rigenerativi rallentati. Condizioni evidenti nei quadri di diabete non diagnosticato, poco controllato o nelle forme molto gravi. Le condizioni del cavo orale possono essere un campanello d’allarme per indirizzare il medico verso una corretta diagnosi della patologia diabetica. Il dentista e l’igienista sono in grado di identificare i segni orali legati al diabete. La correlazione tra malattia parodontale e diabete è così forte ed evidente, al punto da definirla la sesta complicanza del diabete. Molti studi mostrano come il diabete sia un fattore di rischio importante per la comparsa di gengivite e parodontite ed i livelli glicemici sono un elemento determinante di questa correlazione. Infatti sia per il diabete di tipo , sia per il diabete di tipo 2, esiste un aumentato rischio di sviluppare infiammazioni gengivali rispetto alla popolazione non diabetica, anche a parità di livelli di igiene orale. Anche per la parodontopatia, un ruolo chiave è rappresentato dal controllo glicemico. I rapporti tra diabete e malattia parodontale possono essere spiegati da alcuni meccanismi evidenziati dalla ricerca scientifica. Condizioni orali possibili nel paziente diabetico - Gengiva: aumentato rischio di infiammazione. - Tessuto parodontale: malattia parodontale più frequente, più grave e di più lenta risoluzione, con maggior rischio di perdita ossea e mobilità dentale. - Denti: solo nel diabete poco controllato aumenta il rischi di carie e di complicanze endodontiche per la minor resistenza alle infezioni. - Labbra: spesso secche, screpolate e con infezioni ai margini (cheiliti). - Saliva: ridotto flusso salivare con possibile xerostomia e maggior rischio di candidosi orale. Possibile presenza di glucosio nella saliva e nel fluido crevicolare. - Mucosa orale: facilmente infiammata, ritardo di guarigione di afte e piaghe da decubito, poca tolleranza dei manufatti protesici rimovibili. Aumentato rischio di stomatopirosi (BMS). - Percezione del gusto: più frequente riduzione o alterazione del gusto. Va evidenziato che i batteri della parodontite nel soggetto con diabete, non sono diversi da quelli di un soggetto sano, ma senza controllo immunitario efficace, riescono a diventare più aggressivi. La presenza di parodontite non trattata, aumenta il rischio di un peggior controllo glicemico. La malattia parodontale sembra infatti promuovere l’insulino-resistenza, in modo simile a quello che avviene con l’obesità. Lo stato infiammatorio cronico indotto dalla malattia parodontale, aumenta l’insulino-resistenza, così come l’azione diretta dei batteri parodonto patogeni. In studi condotti sia in pazienti con diabete di tipo 1 sia di tipo 2, la terapia parodontale ha portato ad un miglioramento del controllo glicemico. Il miglioramento del quadro glicemico, a sua volta, porta ad un miglioramento del quadro infiammatorio delle gengive che dopo la terapia non presentano più il gonfiore ed il sanguinamento. Associazione Diabetici Marsicana 17 notizie Flash Fonte: rivista Sapere & Salute – Reg. Tr. MI N.113 del 19/02/1996 ARTRITE: CAMMINA CHE TI PASSA Una passeggiata di mezz’ora a marcia sostenuta corrisponde all’incirca a 6.000 passi. Quelli che basterebbero per evitare una problematica molto comune nell’età anziana, l’osteoartrite del ginocchio. E’ la forma più comune di artrite: comporta una degenerazione della cartilagine delle articolazioni, dolori diffusi, rigidità degli arti inferiori, frequenti scricchiolii alle ossa. E’ un disturbo facilmente prevenibile secondo uno studio dell’americana Boston University, pubblicato sulla rivista “Arthritis care & research”: 1.800 le persone coinvolte nella ricerca, soggetti con o a rischio di osteoartrite. A loro è stato chiesto di indossare un contapassi, mentre veniva monitorato lo stato di salute e dopo due anni, l’avanzamento della malattia. Ebbene, la ricetta per non soffrire di artrite sta proprio nei 6.000 passi quotidiani: chi li ha fatti ha scongiurato il pericolo o visto rallentare il progredire della malattia. E a chi si spaventa pensando sia una cifra enorme, basti pensare che servono soltanto dieci minuti per far 1.200 passi ad andatura lenta: in 6.000 consigliati, quindi, non sono poi così irraggiungibili. CON IL MAL DI SCHIENA: MEGLIO DARSI UNA MOSSA Quando insorge viene spontaneo coricarsi, sul divano o a letto e aspettare che passi. Sbagliatissimo. E’ dimostrato che in caso di lombalgia è molto meglio restare attivi, ma senza strafare: camminare, andare al lavoro, insomma fare tutte le normali attività quotidiane. Il dolore e l’infiammazione passano prima. Non solo, chi soffre di mal di schiena ricorrente può evitare il problema con un esercizio fisico moderato e regolare. Rinforzare i muscoli della schiena e gli addominali consente, infatti, di stabilizzare meglio la colonna e di scaricare le tensioni nervose, che sono le principali cause di lombalgia. 18 Associazione Diabetici Marsicana SPORT, CIBI GIUSTI E NIENTE FUMO: LA VIA PER EVITARE L’INFARTO Smettere con le sigarette, praticare moderata, ma costante attività fisica e cibarsi in maniera salutare: sono queste le strategie migliori per ridurre il rischio di infarto. Nulla di originale, il buonsenso ce lo dice da sempre, ma oggi la conferma viene da un impegnativo studio del Karolinska Instituet di Stoccolma, pubblicato anche sul “Journal of the american College of cardiology”, secondo il quale addirittura 4 infarti su 5 sarebbero tra gli uomini evitabili seguendo queste tre semplici regole di buona condotta. 21.000 le persone coinvolte nella ricerca svedese, maschi tra i 45 e gli 80 anni d’età, controllati per un lungo periodo, 11 anni. I risultati dicono che chi mangia in giusta misura cibi salutari, mantenendo un corretto peso corporeo per età ed altezza, chi evita alcol e fumo e si muove in maniera regolare ha un rischio di infarto ridotto dell’86%. Si salverebbero così ben 4 persone su 5, una percentuale davvero rilevante di cuori a prova di infarto. APPORTO DI UNA PORZIONE DI PASTA E BROCCOLI 410 kcal 11 g di grassi (16% apporto giornaliero) Speciale Ricette Fonte: guide pratiche Altroconsumo Broccoli la verdura della salute Tanta vitamine, minerali e fibre; poche calorie e una promettente azione antitumorale. Questo in sintesi, rende i broccolo un’autentica star nel campo delle verdure. Una prorzione da 200 grammi di broccolo apporta: fibra (25% della razione quotidiana consigliat), vitamina PP (20%) fosforo (19%) vitamina B2 (17%), potassio (17%). Non solo tutti i vegetali appartenti alla famiglia delle Brassicaceae (oltre ai broccoli: cavolo, verza, cavolfiore e simili) contengono un gruppo di composti dello zolfo i “glucosinolati”, responsabili del caratteristico aroma di queste verdure. E sembra che questi possano facilitare l’eliminazione di sostanze cancerogene a livello cellulare, svolgendo un’azione preventiva contro i tumori. Questi ortaggi sono inoltre ricchi di altri composti, gli “indoli” che sembrano anch’essi avere un’azione antitumorale. Pasta e broccoli ingredienti 4 persone 320 g di pasta (il top? Orecchiette) una o due teste di broccolo 8 filetti di acciuga sott’olio 2 spicchi di aglio olio extravergine sale e peperoncino Preparazione: Cuoci i broccoli a pezzetti nell’acqua insieme alla pasta. Sciogli in padella le acciughe con 4 cucchiai di olio extravergine, aglio a fettine e, se piace, peperoncino. Scola pasta e broccoli e falli saltare in padella, sevi ben caldo. Associazione Diabetici Marsicana 19 Questa rivista è stata realizzata con il contributo del CSV dell’Aquila. Chi vuole collaborare alla realizzazione della rivista “ADM Informa”, che l’Associazione Diabetici Marsicana pubblica durante l’anno, può inviare il proprio contributo con articoli, recensioni, foto ed altro, via e-mail al nostro indirizzo di posta elettronica: [email protected] www.associazionediabeticimarsicana.it Per contributi, donazioni e versamenti: Banca di Credito Cooperativo di Roma Cod. IBAN IT 48 E 08327 40440 000000000580 Si ringrazia inoltre: Comune di Scurcola Marsicana ADM inFORMA Associazione Diabetici Marsicana ASSOCIAZIONE DIABETICI MARSICANA AVEZZANO Avv. Maria De Meis 347.1160012 Farmacia Ferrari [email protected] [email protected] Avezzano (AQ) Via Cesare Battisti, 101 Tel. 0863.1862594 Fax 0863.1850377 Roma Circ.ne Nomentana, 488 Tel. 06.93579410 Fax 06.93579412 Via Tiburtina Valeria Km 118.600 S. Pelino di Avezzano (AQ) Scurcola Marsicana via G. D’Annunzio, 33 - Tel. 0863.561780 www.auto3c.it [email protected] 0863 599588 0863 590860