t2drFeuqWgRK9QLVpwwMLayeblSBdPYRtLXP/QVP+qk= ALBUM 37 GIOVEDÌ 29. DICEMBRE 2011 Ritorni: tour mondiale per la rock band californiana Van Halen Tombola: stasera si gioca con gli artisti al Mulino di Amleto Bologna: Mazzacurati presidente della Fondazione Cineteca Il 2012 vedrà anche il grande ritorno sul palco di David Lee Roth, frontman della storica hard rock band americana Van Halen. La band ha postato sul loro sito ufficiale la notizia del tour mondiale, di cui sono previste date anche in Italia. Sono passati ben 14 anni dall’ultimo tour mondiale. I biglietti saranno messi in vendita dal 10 gennaio. Il secondo appuntamento dell’evento “Crepino gli artisti!” pesca il divertimento dal sacchetto della tombola. Questa volta sarà speciale perché è quella degli artisti. A Rimini al Mulino di Amleto, stasera alle 21. A incorniciare il tutto la mostra fotografica, che inaugura per l’occasione, di Gilberto Urbinati nel foyer del Mulino: Ex-Trarre. Il regista e sceneggiatore Carlo Mazzcurati è stato nominato presidente della Fondazione Cineteca di Bologna dal sindaco Merola. Il cineasta, 55 anni, ha vinto nel 1994 il Leone d’Argento con ‘Il toro’ e ha collaborato con Lucchetti e con Salvatores. Fra i suoi ultimi film “La passione”, con Silvio Orlando. IL PERSONAGGIO Dirigerà lei Elisir “Un amore sbocciato da bambina, per il fascino di partiture come la Messa in Si Minore. Che modello Celibidache” Le note in rosa della Manicardi Era solo una bambina Giulia Manicardi, quando dapprima le avvampò dentro l’amore per la direzione orchestrale: “Ricordo che mentre ero tutta impegnata nello studio del pianoforte mi affascinava l’idea di studiarmi certi spartiti completi. Provare a capirli, interpretarli. Penso, ad esempio, alla Messa in Si Minore di Bach che mi ha sempre particolarmente affascinata”. Ancora non lo sapeva, ma era quello il primo germe che l’avrebbe poi portata a salire sul podio e a vivere così la sua passione per la musica. Da donna. Donna a dirigere. Strano, ma in fondo non troppo: “All’estero è più normale. Comunque non penso di essere l’unica. E’ vero che può fare effetto, ma io non ci penso. Sono felice di farlo, ormai da qualche tempo. Prima la formazione pianistica, a Imola, con Franco Scala, insieme agli studi di musicologia. E poi sui vent’anni lo studio più specifico appunto per la direzione orchestrale, oltre che di composizione con Cristina Landuzzi. Era questa completezze che regala la direzione che mi mancava”. Anche tanti corsi di perfezionamento per la bacchetta: Accademia di Sofia, Luzerner Musikhochschule, Wiener Meisterkurse, Bergische Musikschule, tra Hitink, Beck, Pascu, Mas Conde, e, soprattutto, un massimo dei voti a Bologna sotto la direzione del maestro Luciano Acocella che gli è rimasto nel cuore e col quale tuttora collabora. Un maglione e un jeans. Ama la semplicità chi dirigerà l’atteso l’Elisir di Capodanno. Già, perché d’altra parte lo confessa lei stessa: quel che conta veramente è il confronto. Il direttore non può essere freddo e compassato: “Importante è l’incontro umano. Il fatto di conoscersi, parlarsi, in piena armonia, sempre. Un po’ come si sta cominciando a fare qui”. Un po’ come sapeva essere il suo modello, il per lei incommensurabile Sergiu Celibidache: “Purtroppo non ho avuto la fortuna di poterlo conoscere ma che ammirazione. Filosofo, e un antidivo per eccellenza, che invece amava il lavoro continuo, infinito. Uno che era capace di provare fino anche alle tre di notte. Per migliorare, limare, perfezionare. Che incideva poco, ma adorava la concretezza dell’esecuzione”. Soprattutto in tempi decisamente migliori per la musica. Ma nulla è perduto, e, anzi, proprio iniziative di buona volontà e tenacia come questa di Rimini possono aiutare a mantere in piedi la lirica e provare a riavvicinarla alla gente, in particolare i meno attempati che, Giulia Manicardi si è diplomata in piano a Vincenza con Franco Scala Poi gli studi di Musicologia a Parma, direzione orchestrale a Bologna con Acocella oltre a numerosi corsi di perfezionamento Ha tenuto concerti con la Giovanile di Bucarest, la Sinfonica di Venezia Dirige Arte Resoluta E’ direttore del Coro Gazzotti ahi loro, non hanno avuto la fortuna di vivere altre epoche: “Purtroppo è proprio il rapporto col pubblico che ci è perso. Ed ecco allora che proprio un Elisir come questo, nella versione registica di Panizza, può catturare i più giovani”. Giovane d’altra parte il cast, e lo stesso direttore, simbolo di femminile freschezza. Lei che la lirica ha imparato a respirarla fin dalla tenerissima età: “Nonna e zia materna che cantavano nei cori lirici, in stagioni infinite, bellissime. E poi figuratevi in generale l’aria della mia Modena”. Quella di Pava- rotti, anche di un direttore famoso al femminile, Carmen Campori, ma in fondo anche del superbo Cigno di Busseto: “Il mio cuore è verdiano, certo. Per quanto ami molto anche Donizetti e questo suo Elisir che trovo straordinario, soprattutto se ripulito: c’è eleganza e modernità. E sarò sincera: per quanto la sinfonica resti un obiettivo, non credo la lirica stia troppo sotto: snobbarla sarebbe veramente assurdo”. Parola di Gulia Manicardi. Che ama Mozart e Rossini. Che prima di qusto debutto in Elisir si è cimentata con Traviata, sem- Alessandro Luciano sarà Nemorino nell’Elisir di Capodanno diretto dalla Manicardi Voce lirica da Romeo e Boheme che tanto ama ha frequentato stages anche con Sabatini e Gimenez. Don Basilio con l’Aslico pre con Panizza, a Mirandola e Salsomaggiore. Nonostante: “In questi sei sette anni di direzione il massimo è stato il Deutsches Requiem di Brahms a Modena nel 2007, oltre alla Messa in Do Minore di Mozart col mio gruppo barocco Arte Resoluta. Prima di Elisir, prima per il Capodanno di Rimini. Donna, per la prima volta: “Emozione? Quell’attimo di panico c’è sempre, ma si è tutti insieme e passa tutto”. Nell’amore per la musica. Vissuta. Diretta. Goduta. Regina e sovrana. Pierfrancesco Grossi LE PROVE Ieri il via Tutto in poco tempo E oggi arriverà anche l’orchestra Tutto in poche ore. Non c’è tempo da perdere. Già. Perché l’aver confermato solo ad inizio dicembre di poter procedere con Elisir costringe ora ad un frenetico lavoro. Poco per provare, far funzionare al meglio lo spettacolo che il regista di Opera Futura Paolo Panizza, novità dopo anni di Stefanutti, ha già portato in scena a novembre a Sas- sari. Ieri il primo insieme. Con coro, soprattutto quello femminile a provare le movenze da musical, e solisti: Barbara Bargnesi, Alessandro Luciano, il baritono Stefano Cianci e i due Dulcamara, Marco Bussi e Graziano Dallavalle. Oggi arriverà l’Orchestra. E poi pronti. Come sempre, per il pomeriggio di Capodanno. P.G. PATROCINI: Città di Portogruaro Città di Trebaseleghe Città di Piombino Dese 28 DIC 2011 Like Sign Up to see what your friends like. Straordinario anche quest’anno il Concerto di Natale di Ca’ la Ghironda “Si provi a immaginare che un gruppo di persone accostino le loro teste, e che un abile chirurgo del cervello derivi dal contenuto di ogni testa alcune migliaia di fibre cerebrali da far crescere nel cervello degli altri (...): probabilmente, quei cervelli collegati insieme penserebbero tutti allo stesso modo, e, nel caso di un dubbio, potrebbero facilmente mettersi d’accordo per trovare la soluzione, con un risultato sicuramente più intelligente di quanto il singolo cervello, anche il migliore di quelli interessati, sarebbe capace di fare”. Il brano è tratto dal simpatico racconto epistemologico “La vergine e i filosofi” di Valentino Braitenberg, e, si può allora anche immaginare, come potrebbe più volentieri suggerire un autore di libri di fantascienza, che ogni componente del gruppo possa più semplicemente indossare un caschetto in grado di mettere in rete, tramite antenna, tutti i cervelli dei partecipanti all’esperimento, in modo da pensare che un giorno, forse, l’esperimento diventi veramente possibile. Affascinanti quanto improponibili scenari fantascientifici, la cui più che verosimile predizione di successo, sarebbe comunque meno sorprendente degli allestimenti necessari a realizzarli. Infatti anatomia e neurologia mostrano molto chiaramente l’architettura parallela e modulare (quindi potenzialmente ampliabile mediante moduli analoghi) del cervello; nonché il funzionamento almeno di alcuni assetti e processi cerebrali, che indicano la buona probabilità di riuscita dell’esperimento di cui sopra. Senza contare che, quando protagonista è la musica col suo metafisico alfabeto l’esperimento è già in gran parte possibile. “Il segreto sta nella coscienza del rapporto tra “orecchio esterno”, e “orecchio interno” - rileva Giulia Manicardi, maestra d’orchestra dei Musici dell’Accademia di Bologna - dove i termini utilizzati, anche se identici a quelli che individuano distretti anatomici del corpo, rimandano invece metaforicamente a percezione e appercezione cosciente (il primo), e all’elaborazione simultanea di tutte le altre informazioni residenti nella memoria musicale soggettiva, le quali, in sintesi, definiscono lo specifico patrimonio culturale personale del musicista (il secondo). Così, grazie alla natura stessa del linguaggio musicale, fisico ma etereo, alla sua sintassi matematica, ai suoi rapporti elettivi col cervello, capaci di generare emozioni immediate e di dominarlo, dirigendo l’orchestra, la musica diventa la reificazione della coscienza collettiva degli orchestrali, senza più poter distinguere tra soggetto e oggetto, tra strumento e suono, tra cervello e anima, tra coscienza particolare e coscienza collettiva”. Giulia Manicardi si esprime in questo modo mentre gli occhi le brillano, ma durante la direzione ha aspetto serissimo, non è rapita o assorta, ma appare determinata, pragmatica, segue tutto con l’attenzione lucida di chi sta guidando un’orchestra, i cui componenti devono svolgere ciascuno un’equazione di quarto grado, e ha la certezza che tutti magistralmente riusciranno per la via musicale più elegante e impeccabile. Dopo ogni pausa, a starle vicino, si può avvertire che inspira con forza mentre la bacchetta schizza nuovamente in alto. Perché la musica, quella classica in particolare, intreccia e alimenta fisicamente il destino di ogni organismo e dei suoi tessuti: “modifica infatti col tempo, anche la microstruttura della trama del legno, insinuandosi proficuamente tra le fibre della materia dei violini, rendendoli più docili nel dialogo col violinista”, conferma Roberto Noferini, il quale suona un violino Giuseppe Scarampella ex-Bazzini del 1865, alternandolo a un Don Nicola Amati del 1732. Ma che dire inoltre della raffinata eleganza con la quale la musica ha vestito l’impenetrabile orientale melanconia della violinista ::::, e la romantica angelica icona della violoncellista ;;;;? Eppure è melanconia della violinista ::::, e la romantica angelica icona della violoncellista ;;;;? Eppure è l’orchestra nel suo insieme che supera ogni parametro ipotizzabile per l’estetica, e che rende ogni esecuzione opera d’arte, unica in quanto tale, anche quando ripetuta alla perfezione all’infinito. [ IMMAGINI: 14 ] e s s c u b e . it SCIENZA TERRITORIO SALUTE EDITORIAL BOARD ABSTRACTS TRIB. DEI SAGGI COLOFON PARTNERS Direttore Responsabile: Riccardo Panigada, Autorizzazione Tribunale di Padova n° 2230 del 07.10.2010 converted by Web2PDFConvert.com Spettacoli & Cultura CENTRO DIMAGRIMENTO UOMO E DONNA Iniziate le prove per l’evento del 1° gennaio all’Auditorium di Rimini con l’opera di Donizetti L’Elisir d’amore per tutti La direttrice d’orchestra Giulia Manicardi svela i segreti “E’una rivisitazione pulita, per un pubblico eterogeneo” di MARZIA CASERIO RIMINI - Le prove sono iniziate ieri. Fervono i preparativi. Ci si schiarisce la voce, ci si immedesima, si canta, si recita con il copione in mano. Si prova. E si riprova, finché la direttrice d’orchestra Giulia Manicardi e il regista Paolo Panizza non danno l’ok. E’ ancora tutto da scoprire, da amalgamare e limare, perché mettere insieme il Coro Galli, l’Orchestra Alighieri di Ravenna e tanti attori in soli tre giorni non è affatto facile. Così si prepara a scendere in campo l’opera lirica - in versione moderna - di L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti in programma per il primo gennaio all’Auditorium Rimini alle 17,30, e in replica il 3 gennaio alle 21. L’evento, un po’ come il rito laico del concerto di Vienna, è diventato una sorta di appuntamento con la tradizione che quest’anno, però, ha deciso di sperimentare: in questo caso L’Elisir d’Amore si trasforma in una favola, per scrollarsi di Una scena de L’Elisir d’amore a Rimini il 1° e il 3 gennaio dosso i soliti cliché. A catapultarci in anteprima sul palco, prima del debutto ufficiale, c’è Giulia Manicardi, una delle poche direttrici d’orchestra al femminile. Com’è stato questo primo giorno di prove? “Ottimo, c’è stata una grande accoglienza da parte di tutti, tipica della Romagna. Babbo Natale diventa esperienza creativa Ora bisogna solo lavorare sodo, cercare di dare il meglio e sperare in un buon riscontro da parte della gente. Ci aspettiamo un pubblico eterogeneo, non solo composto dagli amanti dell’opera, ma anche dai giovani che avranno l’occasione di accorgersi che l’opera non è poi così noiosa come si pensa, visto che questo GIOVEDÌ 29 DICEMBRE 2011 l 21 A Rimini fino al 20 gennaio ben 112 mq di allestimento Alla chiesa dei Salesiani presepe tutto da vivere “Panoramica sulla storia” RIMINI - (TT) “Abbiamo voluto realizzare, per il secondo anno, un presepe che permetta ai visitatori di non essere semplici spettatori, ma di vivere la Natività con devozione e partecipazione dando anche, ai più piccoli, una panoramica sulla storia”. A illustrare l’inconsueto presepe con scene del vangelo riprodotte a grandezza naturale è don Pierluigi Alghisi, responsabile dell’oratorio della parrocchia dei Salesiani, che insieme ai volontari ha realizzato un allestimento di 112 metri quadrati e 13 stanze che, con statue in movimento, parte dall’Annunciazione fino ad arrivare alle scene bibliche dell’Esodo e della Resurrezione (nella foto Petrangeli). Ideatore del percorso realizzato nell’oratorio è Lino Di Tommaso che ha voluto progettare un presepe non solo da guardare, facendo sì che i visitatori si sentano parte integrante delle scene. Un allestimento che ha anche un aspetto didattico per i più piccoli che, durante le visite guidate, possono scoprire anche alcuni aspetti della vita nell’antico Egitto. “Una bella idea che lo scorso anno ha attirato 30mila visitatori - sottolinea Gloria Lisi, vice-sindaco di Rimini -. L’allestimento rimarrà aperto fino al 20 gennaio e stiamo studiando una collaborazione con le scuole per permettere a tutti i bambini di visitarlo”. Torna il tradizionale concerto del primo dell’anno al Teatro Sociale di Novafeltria Caffé Strauss a Capodanno Vasto repertorio per l’ensemble musicale diretto da Cristian Pintilie NOVAFELTRIA - Torna il RIMINI - (g.m.) I più piccoli, ma forse anche i grandi, se ne sono accorti passeggiando in piazza Cavour: nei giorni scorsi ha fatto capolino un Babbo Natale diverso. Sotto la barba bianca, Simone Felici e il suo Lack Christmas. “Nella mia visione comunicativa - racconta - c’è grande interesse per gli oggetti che circondano la nostra esistenza con lo scopo di facilitarcela. Cercare di tirarne fuori l’anima è una delle sfide più sentite del mio lavoro creativo. Questa è la volta di due tavolini Lack Ikea, usati come ‘scarpa trampolo’ con cui poter incedere in maniera originale. Babbo Natale nasce da uno studio molto più approfondito che da un anno sto conducendo su una serie di mobili e utensili utilizzati con funzione ‘alternativa’ di indumenti. I miei collaboratori in questo progetto sono Michele Barocci e Cristian Zamagni”. Presentato in anteprima alla Lavanderia e nel centro di Rimini. L’Elisir d’Amore è stato riadattato in chiave moderna”. Cosa dovrà aspettarsi il pubblico in questa nuova versione dell’opera? “Il lavoro di Donizetti, ambientato nei Paesi Baschi in un tempo impreciso, si presta ai riadattamenti e per questo Panizza è intervenuto in maniera eccellente, in perfetta sintonia con la partitura del 1830, ma con una visione più pulita, minimalista. In alcuni tratti riprende la cultura del musical anni ’50/’60, tant’è che ci si può chiedere, ‘Ma è Grease o l’opera?’”. Invece lei cosa si aspetta dal pubblico riminese? “So che Rimini è abituata a questo concerto e quindi speriamo di non deludere nessuno. Siamo tutti molto concentrati. Invidio questo genere di evento del primo dell’anno ed è chiaro che come direttrice mi piacerebbe esportare questo appuntamento anche nella mia Modena perché anche questo è un modo per far conoscere a tutti l’opera lirica”. CENTRO DIMAGRIMENTO UOMO E DONNA tradizionale Concerto di Capodanno. Il 2012 a Novafeltria si apre ancora una volta con la musica del Caffè Concerto Strauss diretto da Cristian Pintilie. Un’iniziativa che si ripete ormai da diversi anni, a cura dell’amministrazione comunale e della Pro Loco di Novafeltria, con il contributo di Confartigianato, Confesercenti, Associazione Commercianti e Camera di Commercio di Rimini. Il concerto, come ogni anno, si terrà nel Teatro Sociale di Novafeltria, domenica 1° gennaio, con inizio alle ore 17. Aprirà il programma un’esecuzione de Il barbiere di Siviglia, di Gioachino Rossini. Seguiranno Espana (valzer brillante) di Waldteufel, Feuerfes (polka Francese) di Strauss, il Va Pensiero di Verdi, il Rondò Veneziano di Reverberi, il Nessun dorma di Puccini, la Rapsodia Rumena di Enescu, passando poi per Il Bel Danubio Blu di Strauss, Malafemmena di De Curtis e New York, New Yorkdi Kander, solo per citare alcuni brani. Chiusura con il Sirtaki di Theodorakis. L’ingresso al concerto è completamente libero, ma è obbligatoria la prenotazione del posto, per la quale occorre rivolgersi al botteghino del Teatro Sociale, domani, venerdì 30 dicembre, dalle ore 16 alle ore 19. e.g. I Taboo Tellers vincono il Pop Natale VALMARECCHIA - Viene dalla Valmarecchia il gruppo che si è imposto a “Pop Natale: maratona musicale” a cura di Pesaronstage, in piazza del popolo a Pesaro. I gruppi erano chiamati a interpretare una canzone natalizia rivisitata e due testi a piacere. I Taboo Tellers (Alice Rossini, Jacopo Flenghi, Gianluca Zanotti, Andrea Montanari e Luca Paci, hanno vinto interpretando Last Christmas, Io non mi sento italiano (cover Gaber) e In ogni atomo (cover Negrita). Il gruppo ha base a Maiolo, ma i suoi componenti provengono anche da Novafeltria, Sant’Ermete, Poggio Berni, Sant’Agata. Spettacoli & Cultura CENTRO DIMAGRIMENTO UOMO E DONNA CENTRO DIMAGRIMENTO UOMO E DONNA MERCOLEDÌ 14 DICEMBRE 2011 l 21 Presentato lo storico appuntamento riminese con la lirica, il 1° gennaio all’Auditorium dei Congressi ‘L’elisir d’amore’per Capodanno Il capolavoro di Donizetti è affidato al regista Paolo Panizza Pulini: “Coltiviamo la passione della città, aspettando il Galli” di CINZIA TEDESCHI RIMINI - Ancora una volta Ri- mini, unica fra le città italiane, inaugura il nuovo anno con la grande opera. Domenica 1 gennaio alle 17.30 (con replica martedì 3 alle 21) all’Auditorium dei Congressi(via della Fiera, 52) si potranno respirare i gioiosi effluvi de L’elisir d’amore, il capolavoro che un giovane Gaetano Donizetti realizzò in soli quattordici giorni. Presentato dalle associazioni Atto Primo Rimini in Musica e Opera Futura, in collaborazione con il Comune e il Coro Lirico città di Rimini ‘Amintore Galli’, Rimini Fiera S.p.A. e Convention Bureau, con il patrocinio di Provincia e Camera di Commercio di Rimini e Regione Emilia Romagna, l’evento, per la regia di Paolo Panizza, sarà diretto da Giulia Manicardi, una delle poche donne in Italia a rivestire tale ruolo. Con lei ci saranno il Coro Galli, l’Orchestra Alighieri di Ravenna e giovani artisti impegnati in una lettura fresca e moderna dell’opera donizettiana. Dopo le tragedie andate in scena gli scorsi anni, è la volta, quindi, di un melodramma giocoso che costituisce “una nota di spen- sieratezza in questo periodo di crisi - ha spiegato l’assessore alla Cultura Massimo Pulini alla presentazione di ieri - che conferma il persistere di una tradizione riminese nell’ambito della proposta culturale di queste festività. Un atto di resistenza per mantenere ferma una passione, quella per la lirica, che a Rimini è molto presente: stiamo scaldando i muscoli per prepararci al salto, quando si verificheranno le condizioni, che permetterà all’opera di tornare al Teatro Galli”. E se la direttrice Manicardi si è dichiarata felice di lavorare con un coro di cui si è sen- tito molto parlare, il regista Panizza ha affermato che lo spettacolo - che ha già debuttato a Sassari con successo sarà godibile e rivolto ad un pubblico eterogeneo. “L’elisir - spiega Panizza - è un ibrido, in alcuni punti opera buffa, in altri melodramma. Questo mi ha permesso di giocare senza stravolgimenti al testo e alla musica originali”. A partire dalla scena che, tolta la patina agreste tradizionale, è reinterpretata in chiave moderna con scenografie stilizzate e una grande partecipazione del coro e di un gruppo di ballo. “L’uomo ha bisogno di illusioni - con- Dopo l’uscita di Filippo, Rimini torna protagonista nella casa più spiata d’Italia Dal Coconuts al Grande Fratello Il ballerino di origini egiziane Yassine Mokdad ama sport, viaggi e belle donne RIMINI - (TT) Dal palco del Coconuts alla casa più spiata d’Italia: un metro e novanta per 100 kg di peso e una coppia di irresistibili occhi verdi. E’ questo il biglietto da visita di Yassine Mokdad, il nuovo concorrente del Grande Fratello 12 entrato a far parte del cast durante l’ottava puntata in onda lo scorso lunedì. Egiziano ma residente in Italia da diversi anni, fisico scolpito, sguardo magnetico, l’aitante gieffino, ha una passione irrefrenabile per la music hip hop epromette di far scalpitare le donne della casa. Diplomato in danza, è un ballerino di professione e lavora nel corpo di ballo del locale riminese da questa estate e, anche per la prima parte dell’inverno, era stato confermato nello staff artistico La conferenza stampa di presentazione dell’evento lirico clude Panizza - e il personaggio di Dulcamara, in origine un truffaldino che spaccia del semplice vino per un potente filtro amoroso, è qui un ‘portatore sano’ di vitalità, che regalerà con il suo elisir gioia, ballo e musica”. Prezzi da 50 a 25 euro. Pre- vendita: Piazza Cavour 31 c/o Uffici URP, orari: tutti i giorni domeniche comprese 9 12,30/16 - 19,30; info: tel 328.1922593 - 331.4228946, fax 0541 704157, www.corogallirimini.it. A disposizione gratis i parcheggi sotterranei del Nuovo Palacongressi. Sabato ‘Bella tutta! I miei grassi giorni felici’ Comicità al femminile con Elena Guerrini sul palco del Massari SAN GIOVANNI IN MARIGNANO - Al Teatro Massari di Yassine Mokdad durante una serata al Coconuts con le animatrici che hanno occhi solo per lui... del Coconuts fino a quando non ha varcato la celebre porta rossa. Di lui si sa che è un amante della vita sportiva e avventurosa, adora viaggiare il più possibile e dichiara di essere ben predisposto nei confronti dell’amore, visto che la sua ultima storia importante è terminata circa un anno fa. Prima di entrare nel reality ha confessato di aspettarsi dal Grande Fratello soprattutto adrenalina e non disdegna la possibilità di trovare una ragazza bella, dolce e sensuale che abbia voglia di vivere la vita che lui ha sempre sognato di costruire. Si definisce un giocherellone e un vero leader, sempre al centro della sua compagnia di amici. Il suo sogno, una volta terminata l’esperienza in tv, è quello di aprire una palestra tecnologica insieme alla sua famiglia, l’unica costante della sua vita da girovago. San Giovanni si continua con la comicità al femminile. La rassegna Intermittenze 2011/2012, sotto la direzione del Teatro dei Cinque Quattrini, prevede per sabato, alle ore 21, l’appuntamento con Elena Guerrini, Bella tutta! I miei grassi giorni felici. La commedia ideata dalla stessa Guerrini - per la regia di Andrea Virgilio Franceschi - mette in scena con una formula autoironica e spiazzante, un tema che le sta molto a cuore: la dipendenza femminile dal mito della magrezza e la conseguente ossessione delle diete. Così è nata la sua protagonista alter-ego Winnie Plitz, sulla falsariga della Winnie beckettiana di Giorni felici. L’abilità e l’humor della Guerrini mettono di fronte alla triste realtà degli eccessi, delle manie, delle cattive abitudini, degli abusi nei confronti del nostro corpo che dimostriamo di amare così poco. Comico, ancora una volta, sarà anche il terzo appuntamento al Massari del 20 dicembre con Quelle della tv, una parodia dei personaggi televisivi di Marci Marcela, Jianina Star e Laila. Ingresso 8 euro. Per maggiori informazioni 0541/1730509. Marzia Caserio Spettacoli & Cultura CENTRO DIMAGRIMENTO UOMO E DONNA CENTRO DIMAGRIMENTO UOMO E DONNA SABATO 31 DICEMBRE 2011 l 21 Il botteghino dà le prime soddisfazioni: non è ancora tutto esaurito, ma la tendenza è degli anni passati L’Elisir d’Amore va in scena Domani all’auditorium il debutto ufficiale della lirica di Donizetti Corbelli: “Tutti in prima fila per fare fronte alle difficoltà del periodo” RIMINI - L’Elisir d’Amore ingrana la marcia. Non sono bastate la crisi e nemmeno i ritardi nella prevendita dei biglietti a spegnere il calore dei tanti riminesi che per nulla al mondo si perderebbero la Prima in scena il primo giorno dell’anno. Ormai, l’appuntamento della tradizione, rappresentato quest’anno dall’opera lirica di Gaetano Donizetti, è entrato proprio in questi giorni nel vivo del gioco. In poco meno di tre giorni prove su prove - l’ultima, in costume, ieri alle 20,30 - si sono alternate all’Auditorium di Rimini, lo stesso luogo dove domani alle 17,30 ci sarà il debutto ufficiale. A oggi, confermano dai botteghini delle prevendite, la media dei biglietti venduti è in linea con i dati giornalieri registrati nelle passate stagioni. Dunque, quando si parla di cultura la gente è disposta a spendere. Certo, è ancora troppo presto per parlare di tutto esaurito: visto l’imperversare del last minute ovunque, anche in questo campo ci si affida alla decisione dell’ultimo momento. Per ora i promotori e i produttori dell’Opera di Rimini Atto Primo Rimini inMusica e Opera Futura si dicono soddisfatti, malgrado tempistiche e fondi limitati. “Tutti coloro che fanno parte di questa produzione si sono resi disponibili in prima persona per far fronte alle difficoltà e per far sì che non si interrompesse la bellissima tradizione che, con tanta fatica, in questi anni siamo riusciti a far rinascere a Rimini – spiega Claudia Corbelli, presidente dell’associazione Atto Primo –. Sono tutti veri professionisti, che credono e investono in un settore spesso trascurato e che meriterebbe più attenzione e sensibilità, in tutto il Paese. Noi a Rimini cerchiamo di fare la nostra parte”. Un ottimo riscontro, è quello registrato dallo stesso regista dell’opera Paola Panizza e dal direttore d’orchestra Giulia Manicardi: “Stiamo lavorando a ritmi serrati e con l’intento di lasciare un segno significativo del nostro impegno e della nostra professionalità”. Marzia Caserio Alessandro Luciano, uno degli interpreti dell’Elisir Percorsi culturali Museo e Domus aperti RIMINI - Tra le feste e i ce- noni dell’ultimo dell’anno, Rimini fa spazio anche chi vuole fare un’esperienza culturale. Infatti sia per Capodanno che l’Epifania, il Museo della città e la Domus del chirurgo si propongono come una piacevole meta di visita con itinerari guidati e mostre. Da domani sarà possibile, grazie a un tour, entrare nell’area di scavo che ha restituito la taberna medica con il più ricco corredo chirurgico di epoca romana giunto fino a noi. Mentre fino all’8 gennaio 2012 nelle sale espositive a piano terra del museo, la mostra quadro e soqquadro, in cui sono esposte opere dell’officina d’arte della Cooperativa Edith Stein di Poggio Berni, una decina di pittori condotti dall’artista Debora Branchi. 22 l MARTEDÌ 3 GENNAIO 2012 Cartellone Montecolombo Concerto al Lago Riminesi e diversi turisti presenti la scorsa notte al Lago di Montecolombo per i festeggiamenti di Capodanno. Il prossimo appuntamento è per il 6 gennaio alle 17 con il concerto gratuito della corale degli allievi dell'Accademia d'arte del Lago. In biblioteca a Santarcangelo Le poesie storte di Mussoni Giovedì 12 gennaio alle 21 alla Biblioteca comunale di Santarcangelo si potranno ascoltare le “Poesie storte di Ettore Mussoni: pensare non sempre fa bene, anzi...” di e con Ettore Mussoni. Acccompagnamento musicale di Maurizio Crociati. Ingresso libero. Ettore Mussoni, risiede a Santarcangelo. Di professione promotore finanziario “atipico” – come si definisce lui – ma con una forte esigenza di essere in scena, per poter trarre linfa vitale dal diretto contatto con il pubblico che partecipa alle sue taglienti performance. Questa sera la replica all’Auditorium Bucolico e a lieto fine E’ l’Elisir d’amore Se non con i numeri da record dell’anno passato, comunque un Auditorium da grandi occasioni, quello del primo giorno dell’anno a Rimini. E stasera l’Elisir d’amore di Donizetti concede una replica con inizio dello spettacolo programmato per le 21. Per gli amanti dell’opera è un classico da non perdere, per gli altri comunque uno spettacolo dal sapore del Musical, moderno nella struttura pulita e lineare e nel colore. Moderno fino in fondo, l’Elisir di Paolo Panizza è ambientato in un epoca indefinita in un villaggio più simile a quello delle favole, una rappresentazione originale, bucolica e verdeggiante dei Paesi Baschi. La vicenda e i personaggi sono completamente spogliati dalle esagerazioni tipiche dell’Opera buffa e le loro personalità si traducono tutte in chiave positiva, con l’assenza di un vero e proprio cattivo e tutti i ruoli al servizio del lieto fine. Il Maestro Giulia Manicardi conduce con grande abilità e con una sensibilità tutta femminile l’Orchestra Alighieri di Ravenna, la musica è brillante, fluente e, a tratti, velata di malinconia, a sottolineare la bellezza di personaggi semplici e innocenti, candidi come il vero amore che non conosce ostacoli, che viene aiutato soprattutto dal destino. Ultima replica per l’Elisir riminese | Corriere Romagna .it http://www.corriereromagna.it/cultura-spettacoli/2012-01-03/ultim... APPREZZATISSIME DAL PUBBLICO LA REGIA E LE SCENOGRAFIE PULITE E MODERNE DI PAOLO PANIZZA. QUALCHE MALCONTENTO CAUSATO DALLA MANCANZA DEI SOTTOTITOLI Ultima replica per l’Elisir riminese Un bel successo per la tradizionale opera di Capodanno all’Auditorium della Fiera di Manuela Angelini RIMINI. Un bel successo, temperato da qualche difficoltà, per “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, andato in scena l’1 gennaio all’Auditorium di via della Fiera nel consueto appuntamento dell’opera a Capodanno. Apprezzatissime dal pubblico la regia e le scenografie pulite e moderne di Paolo Panizza, mentre qualche malcontento è stato causato dalla mancanza dei sottotitoli, che negli scorsi anni rappresentavano una facilitazione importante per i melomani meno esperti. L’Elisir riminese, pur mantenendo inalterati le musiche e il libretto di Felice Romani, dal paesaggio agreste dei Paesi Baschi nel primo Ottocento dove era stato ambientato in origine, è stato felicemente trasportato in una località indefinita degli anni Cinquanta del Novecento, con costumi (bellissimi, di Artemio Cabassi) e atmosfere da musical americano. Un salto temporale e geografico che ha dato nuovo smalto al melodramma giocoso di Donizetti che, grazie anche ai suoi ritmi orecchiabili, alle intuizioni del regista e alla bravura degli artisti, è diventato un divertissement spensierato dal sapore di favola.Grandi applausi per il giovane basso Marco Bussi che ha brillantemente interpretato il ciarlatano Dulcamara, dominando la scena fin dalla prima apparizione sul palco. Un po’ più tiepidi i battimani per gli altri solisti che hanno comunque svolto con passione e competenza i propri ruoli: il soprano Barbara Bargnesi (Adina), il tenore Alessandro Luciano (Nemorino), il baritono Stefano Cianci (Belcore), il soprano Elisa Maffi (Giannetta).Plauso meritatissimo per il coro lirico Città di Rimini “Amintore Galli” (diretto da Matteo Salvemini) che anche quest’anno ha promosso lo spettacolo insieme all’associazione Atto Primo, a cui si è aggiunta anche l’associazione Opera Futura. Da Ravenna arriva l’Orchestra Alighieri, condotta dalla bacchetta di una delle poche donne italiane direttori d’orchestra, la giovane e sensibile Giulia Manicardi.L’Elisir torna in scena questa sera alle 21, sempre all’Auditorium, con il medesimo spettacolo e gli stessi artisti, escluso Dulcamara che sarà interpretato dal basso Graziano Dallavalle. Per i più ritardatari sono ancora in vendita gli ultimi biglietti, che si possono acquistare sino alle ore 17 all’Urp di piazza Cavour e dalle 19 direttamente all’Auditorium. E proprio la partecipazione allo spettacolo rappresenta uno dei punti più negativi. Le difficoltà economiche che hanno accompagnato tutto il 2011 hanno fatto sì che la rappresentazione dell’opera restasse incerta sino a metà dicembre. Due settimane di ritardo rispetto alla consueta apertura della prevendita che, insieme alla crisi imperante, hanno determinato una più scarsa affluenza del pubblico rispetto ai sold out degli scorsi anni.A una minore partecipazione e alle minori risorse versate dagli sponsor non è corrisposta però una minore qualità. Anzi, la scelta di un melodramma giocoso come “L’elisir d’amore” dopo le tante tragedie degli scorsi Capodanni (Aida, Bohème, Tosca e Carmen, solo per citare le ultime), è molto piaciuta al pubblico che ha potuto seguire lo spettacolo col sorriso sulle labbra, forse ritrovando il buonumore almeno per la durata della rappresentazione.Info: 328 1922593 331 4228946 www.corogallirimini.it (http://www.corogallirimini.it) (http://www.facebook.com/sharer.php?u=http://www.corriereromagna.it%2Fcultura-spettacoli%2F2012-01-03%2Fultimareplica-l%25E2%2580%2599elisir-riminese) (http://twitter.com/home?status=Ultima+replica+per+l%E2%80 %99Elisir+riminese%0A http://www.corriereromagna.it%2Fcultura-spettacoli%2F2012-01-03%2Fultima-replical%25E2%2580%2599elisir-riminese) Commenti Invia nuovo commento Il tuo nome: Anonymous E-mail: Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente. Commento: * Formato input (#) Anteprima 1 di 1 06/01/12 16.24 L’OPERA DI CAPODANNO L’Elisir di Donizetti “vestito” da mu... http://www.corriereromagna.it/cultura-spettacoli/2011-12-31/l’ope... L’OPERA DI CAPODANNO L’Elisir di Donizetti “vestito” da musical In scena l’1 e il 3 all’auditorium di Rimini Il regista Panizza: «Atmosfera alla Grease” RIMINI. La favola comincia su un palco tutto bianco, con la musica di Gaetano Donizetti e il libretto di Felice Romani. È “L’elisir d’amore”, l’opera che apre il nuovo anno all’Auditorium di via della Fiera (il vecchio palacongressi), grazie all’impegno delle associazioni Atto Primo e Opera Futura e del Coro lirico riminese “Amintore Galli”, con la collaborazione di Comune e Provincia di Rimini. Ed è proprio una favola con tanto di happy end, che rallegra questo periodo di crisi con ritmi ballabili e costumi variopinti. Melodramma giocoso, recita il sottotitolo, «e infatti si tratta di un ibrido, in alcuni punti opera buffa in altri melodramma – spiega il regista Paolo Panizza – e dato che avevo voglia di divertirmi, mi sono lasciato un po’ andare, perché l’opera lo consente, permette di giocare». Panizza aggiunge che «la musica è molto orecchiabile e vi sono indicazioni di libretto che ho “scavalcato”, ma senza stravolgere nulla». Un esempio di questo “aggiustamento” del regista è nell’ambientazione: «Nell’opera non vi sono riferimenti a luoghi precisi. Si parla solo di amore e sentimenti. Il libretto dice che ci sarebbero dei mietitori e un ambiente agreste. Ho tolto questo aspetto e ho “vestito” l’opera da musical».Eccoci quindi trasportati negli anni Cinquanta del Novecento (ricordiamo che la prima rappresentazione dell’Elisir risale al maggio 1832 a Milano) in un’atmosfera «quasi da Grease – dice Panizza –. Si tratta di una lettura moderna e fresca, abbiamo tolto gli aspetti più esasperati e macchiettistici, quelli che in gergo si chiamano “caccole”, e abbiamo usato un linguaggio che non è quello della lirica, per giocare con uno spensierato divertissement».Questa operazione di “ripulitura” realizzata dal regista è molto apprezzata dal direttore d’orchestra Giulia Manicardi. «L’opera era stata appesantita negli anni da una patina di stereotipi di segno eccessivamente popolare – spiega –. L’Elisir invece possiede una grandissima raffinatezza, una vera sapienza della scrittura nei temi, nelle voci, nei personaggi. È un’opera di notevole equilibrio che anticipa il futuro del teatro ed è godibile da un pubblico eterogeneo. Ogni pagina brilla, dà sempre spazio al cuore, al sorriso, alla lacrima».Per la prima volta a Rimini, la Manicardi è una delle poche donne che tengono in mano la bacchetta da direttore d’orchestra. «All’estero sono molte di più, ho tante colleghe tedesche e di altre nazionalità – svela –. Da noi ci stiamo arrivando ora». Giunta a questo ruolo quasi per caso, la Manicardi fin da bambina ha coltivato la passione per la musica, diplomandosi in pianoforte e sviluppando l’attività concertistica, a cui solo più tardi ha aggiunto gli studi da direttore d’orchestra (in cui si è diplomata con il massimo dei voti e la lode). «Non è stata una “folgorazione”, avevo bisogno di di ampliare la conoscenza di cose che avevo studiato e di andare a riprendere delle curiosità che avevo lasciato da parte». Nessuna difficoltà nei rapporti con i musicisti e i cantanti per questo suo ruolo ancora inusuale. «I rapporti sono sempre stati ottimi – dice – ma sento grande responsabilità e grande soddisfazione nell’arrivare a riunire tante persone».Gli artisti diretti dalla sua bacchetta, oltre all’Orchestra Alighieri di Ravenna, sono il soprano Barbara Bargnesi (Adina), il tenore Alessandro Luciano (Nemorino) e, nel ruolo di Dulcamara, il basso Marco Bussi (1 gennaio) e il basso Graziano Dallavalle nella replica del 3. La trama dell’opera racconta l’amore di Nemorino, contadino timido e impacciato, per la bella Adina, ricca e capricciosa proprietaria terriera. Un amore inizialmente infelice, ma che poi sarà corrisposto dalla ragazza grazie agli “effetti” dell’elisir preparato dal malandrino Dulcamara. E la favola si chiude con il suo lieto finale.Lo spettacolo va in scena l’1 gennaio alle ore 17.30 e in replica martedì 3 alle ore 21. I biglietti (da 50 a 25 euro) sono in vendita all’Urp di piazza Cavour. Parte del ricavato sarà destinato allo Ior. Info: 328 1922593 oppure 331 4228946, www.corogallirimini.it (http://www.corogallirimini.it) . (http://www.facebook.com/sharer.php?u=http://www.corriereromagna.it%2Fculturaspettacoli%2F2011-12-31%2Fl%25E2%2580%2599opera-di-capodanno-l%25E2%2580%2599elisirdi-donizetti-%25E2%2580%259Cvestito%25E2%2580%259D-da-musical) (http://twitter.com/home?status=L%E2%80 %99OPERA+DI+CAPODANNO%0AL%E2%80%99Elisir+di+Donizetti+%E2%80%9Cvestito%E2%80%9D+da+musical%0A http://www.corriereromagna.it%2Fcultura-spettacoli%2F2011-12-31%2Fl%25E2%2580%2599opera-di-capodannol%25E2%2580%2599elisir-di-donizetti-%25E2%2580%259Cvestito%25E2%2580%259D-da-musical) Commenti Invia nuovo commento Il tuo nome: Anonymous E-mail: Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente. Commento: * 1 di 2 06/01/12 17.35 BLOGGI ONE.com BLoggione.it International Free Lance Journalist Elisir d’amore January 6th, 2012 by admin Add Comment Trackback Comments Feed converted by Web2PDFConvert.com converted by Web2PDFConvert.com Categories ↓ 7 Responses Sharri Rigg writes: February 1st, 20128:55 amat Good w ebsite! I truly love how it is simple on my eyes and the data are w ell w ritten. I am w ondering how I might be notified w hen a new post has been made. I have subscribed to your RSS feed w hich must do the trick! Have a nice day! Attilia Tartagni writes: January 12th, 20125:14 pmat L’Elisir d’amore, melodramma giocoso di Gaetano Donizetti, dopo il debutto a Capodanno e la replica del 3 gennaio all’Auditorium di Rimini, è andato in scena il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, nella più degna cornice del Teatro A. Bonci di Cesena soddisfacendo sotto il profilo canoro, musicale e spettacolare tutti gli spettatori, quelli più esperti ed esigenti e quelli più giovani, grazie a un’idea registica apprezzabile che ha fatto somigliare l’opera buffa a un musical con adeguato contorno di balli, costumi, accorgimenti scenografici, uso delle luci. L’allestimento è rimasto in sospeso fino all’ultimo mese, poi fortunatamente si è sbloccato dando luogo a uno spettacolo vivo e pulsante, per cui ci si augura che questi doppi appuntamenti del capodanno a Rimini e della Epifania a Cesena continuino anche nei prossimi anni. L’allestimento, curato da Opera Futura, vedeva sul podio la modenese Giulia Manicardi a dirigere con grande musicalità il tripudio di melodie, arie e concertati donizettiane eseguite dall’Orchestra “Alighieri” di converted by Web2PDFConvert.com Ravenna e dal Coro Lirico di Rimini “Amintore Galli” diretto da Matteo Salvemini. La regia e scenografia sono di Paolo Panizza dell’’Ufficio Regia dell’Arena di Verona, che collabora con lo straordinario maestro di regia operistica Pier Luigi Pizzi dal 1984, e ha al suo attivo molte riuscite rappresentazioni in tutto il mondo. Anche questa, come molte opere giocose, si ispira a un’opera francese. Il libretto di Felice Romani è tratto da “Le Philtre” di Eugene Scribe e ruota attorno al misterioso contenuto dell’ampolla che Dulcamara spaccia come prodigiosa medicina in grado di fugare ogni malanno, di guarire le pene d’amore che tormentano il timido Nemorino e perfino di attirare impreviste eredità sull’acquirente. L’opera debuttò il 12 maggio 1832 nel Teatro della Cannobiana, segnando una svolta nella storia dell’opera buffa. In essa l’allegria non è generata da macchiette stereotipate, bensì dal bagaglio di pregi e difetti di ogni personaggio e dal suo mondo psichico ed emotivo che si traduce in musica, commuovendo e coinvolgendo lo spettatore. Il regista ha posto al centro della scena un’enorme bottiglia di elisir di color rosso demoniaco e davvero tutto sembra cambiare dopo che Nemorino ha bevuto la magica pozione. Sconfitte timidezza e senso di inferiorità verso Adina, colta lettrice di classici, si imporrà con la forza dei sentimenti, sconfiggendo Belcore, pericoloso rivale che gli contende l’amata. Credere che una misteriosa pozione possa risolvere tutti i nostri guai è una tendenza mai sconfitta e tuttora presente quando si pretende la medicina per ogni malanno ottenendo spesso soltanto un effetto placebo, o si cercano filtri per conquistare chi non ci ama o, ancora, e più terribile perché riguarda in particolare i giovani, si prende coraggio da sostanze nefaste come alcool e droghe. Come in ogni favola sentimentale che si rispetti, quando Nemorino ha la forza di esprimere ad Adina i suoi sentimenti, tutto va al giusto posto, senza drammi anzi con un’evidente capacità di ciascuno di rigenerarsi nella nuova situazione. Nell’arredo bianco e nei costumi candidi del primo atto si coglie l’ingessatura di una comunità chiusa e autoreferenziale, travolta dall’arrivo di una pattuglia di soldati guidata da Belcore che subito corteggia Adina, e infine dal fracasso indotto dall’imbonitore Dulcamara. La deliziosa Paola Cigna, nel ruolo di Adina, ha confermato le doti di soprano agile e colorito aggiungendo alle proprietà vocali consolidate nel repertorio barocco e nel melodramma un’inedita capacità di muoversi sulla scena quasi danzando, partecipe di un certo clima movimentato corale che si propone nell’opera fin dall’inizio diventandone il tratto stilistico. Avvincente la Barcarola in cui canta attraversando il palco su una postazione mobile come su una gondola deliziosamente veneziana nell’atto di remare.. Seung Hw an Yun ha sfoggiato una voce di tenore lirico con tratto di grazia de “Una furtiva lacrima” nella romantica scena notturna di luci soffuse e fondo blu su cui cala una grande luna d’argento contornata di stelle. Ottimi Stefano Cianci nel ruolo di Belcore ed Elisa Naffi in quella di Giannetta, che hanno cantato e recitato con perfetta padronanza scenica. Infine il personaggio chiave, quello attorno al quale ruota l’opera, il basso Marco Bussi nel ruolo di Dulcamara, applauditissimo durante l’opera e nel finale, che ha calcato molto sul suo ruolo risultando talvolta un po’ caricaturale, ma indubbiamente è piaciuto molto, soprattutto al pubblico più giovane. Vestito con un abito da cerimonia dai colori viola-lilla spiccante su tutti gli altri, ha corso, saltato, si è agitato senza tregua facendo passare in secondo piano la prestazione canora e comunque rendendola distante da come siamo usi sentirla. Il Coro Lirico di Rimini “Amintore Galli” ha cantato, ballato e recitato insieme al corpo di ballo Opera Futura-Estemporada di Sassari, nella geniale costumistica di Artemio Cabassi in stile anni cinquanta che sembrava richiamare, nei frequenti e diversi pois delle stoffe di abiti a vita stretta con ricche gonne arricciate il divismo cinematografico degli anni cinquanta, passando dal bianco immacolato del primo atto alla policromia e all’estrosità del secondo atto, dopo l’ingresso dei “visitatori” nella tranquilla comunità di campagna. Un plauso particolare va alle belle luci di Fiammetta Baldisserri, che hanno colorato il palcoscenico con emozionante inventiva e un ringraziamento al Prof. Mauro Casadei Turroni Monti che ha presentato l’opera quella sera stessa in anteprima nella Sala Morellini del Teatro Bonci. Attilia Tartagni 10.01.2012. Giosetta Guerra writes: November 2nd, 20119:34 amat Teatro Pergolesi di Jesi Un gradevole e leggiadro Elisir d’amore … (23 ottobre 2011) Di Giosetta Guerra …Ma lo sarebbe stato ancor di più se l’orchestra avesse tenuto sonorità più contenute e ci avesse fatto udire fin dall’inizio la voce di Adina. Il soprano leggero di coloratura Angela Brun, vestita e pettinata come Biancaneve, era scenicamente un’Adina perfetta; fresca vincitrice di premi in Australia e in Austria, ha voce musicale, ma non di grande spessore e l’abbiamo sentita meglio nel secondo atto quando l’orchestra ha abbassato i toni. Il giovanissimo soprano australiano sa essere melodiosa nel dialogo con Nemorino, Belcore, Giannetta e coro “Adina, credimi, te ne scongiuro ecc. ecc.…”, una pagina sublime che musicalmente arriva nelle corde più intime e che col frizzo in orchestra nel crescendo di rossiniana memoria chiude il primo atto; fa emergere la sua arte canora nell’aria finale di struggente bellezza con cabaletta pirotecnica “Prendi, per me sei libero” con base sonora sommessa, evidenziando partecipazione emotiva, uso esatto delle dinamiche vocali, messa di voce, modo di porgere armonioso, progressioni acute luminose, sbalzi, trilli, filati di tipo rossiniano. Le sta accanto un Nemorino fisicamente perfetto, dall’aria ingenua e un po’ sognante, dal gesto timido e riservato. Il tenore leggero Yijie Shi sembra un fanciullo, minuto e curioso, si muove bene in palcoscenico e vocalmente non ha problemi di scendere e salire ai gravi e agli acuti/sovracuti, di fare lunghe frasi senza prendere fiato e di mantenere un’emissione piena e sicura ma non soave, il tenore cinese canta quasi sempre sul forte, eludendo la tinta elegiaca e patetica del personaggio, assolutamente necessaria almeno nella “Furtiva lagrima”, quindi dovrebbe perfezionare la flessibilità vocale e l’arte del canto sfumato. Il baritono coreano Julian Kim è un Belcore dalle mille sfaccettature, caricaturale, narciso e infantile si atteggia alla Hitler, si specchia di continuo e tiene in mano un pelouche. È una figura esilarante che non deborda ma fa ridere. Dà spessore al personaggio con un mezzo vocale di bella pasta, ampio, timbrato e corposo, duttile nel canto sillabato e cadenzato, sicuro nell’emissione e nella tenuta del suono, versatile nelle agilità e nel “recitar cantando”. Bravo! Come l’affabulatore delle genti, finalmente un Dulcamara giovane, bello e sexy, dal gesto pomposo e vestito da mago, interpretato dal basso Mattia Olivieri, formidabile attore e bravo cantante; la voce agile e di bel timbro gradevole è usata in modo appropriato, è risultata un po’ chiara ed espansa più in zona acuta in “Udite o rustici”, dove il sillabato lento non era sostenuto dall’orchestra, ma più timbrata nella “Barcaruola a due voci” e in tutto il secondo atto. Armoniosa e usata con destrezza è la voce di Elide De Matteis nel ruolo di una Giannetta vezzosa. Anche la gente di paese ha un ruolo protagonista nella storia e il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”, diretto dal M° David Crescenzi, la rappresenta con abilità teatrale e autorevolezza vocale. Vestiti come i contadinelli delle fiabe i paesani e sul tipo dei carabinieri di Pinocchio i militari, con azzeccati costumi bicolore (beige e azzurro), i coristi partecipano al gioco scenico sulla trascinante e straordinaria musica di Donizetti, gestita, dalla bacchetta del M° Roberto Polastri alla guida dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana un po’ pesante nel primo atto. A Jesi talvolta succede e si dice sia colpa del golfo mistico. Tutti comunque sono straordinariamente versati per l’arte teatrale e tutti sono stati caratterizzati a meraviglia dal regista Italo Nunziata. Le scene semplici e con alcuni elementi tipici dell’ambiente sono solari e delicate e ripetono i due colori dei costumi, anche nei fondali dipinti con stilizzate immagini di fiori. Scene e costumi, azzeccatissimi, di Pasquale Grossi. Appropriato l’uso delle luci di Patrik Latronica. Giosetta Guerra writes: April 1st, 20117:44 pmat MUSICA E SCUOLA Torino – Teatro Regio I DUE CAST DI ELISIR 22 e 23 maggio 2007 (Analisi di Giosetta Guerra) 1° cast – 22 maggio 2007 Nella recita del 22 maggio il previsto Juan Diego Florez non c’era, perché malato, ma in compenso a sostituirlo c’era Meli, che avrebbe dovuto cantare nel secondo cast insieme alla moglie Serena Gamberoni, la quale, quindi, nella pomeridiana del 23 ha fatto coppia con Pisapia cha ha rimpiazzato Meli. Francesco Meli è un giovane talento vocale già apprezzato al Rossini Opera Festival: tenore più verso il lirico (il che non guasta affatto per Nemorino) dal bel timbro robusto, dai lunghi fiati e con ragguardevole estensione, con gravi ed acuti al loro posto ed una precisa linea di canto, ma anche in grado di piegare la voce all’espressione elegiaca e patetica, sfumando e addolcendo, con smorzature, modulazioni, alleggerimenti e magnifici filati, e di espanderla poi con irruenza d’accento nell’empito trascinante, crescendo in volume ed intensità, per assecondare i sentimenti del personaggio e il sapore vivido della parola (cavatina “Quanto è bella”, “Adina credimi”). L’incipit della “Furtiva lacrima” non era pervaso di dolcezza, Meli ha optato per un canto appassionato che sfoga nelle progressioni acute, ma poi ha eseguito bellissime smorzature (“…lo vedi”) sino al fil di voce finale che ha scatenato un dirompente e prolungato applauso. Nel duetto a tempo di danza “Esulti pur la barbara” con Eva Mei, entrambi di estrazione rossiniana ed esperti del canto di coloratura, Meli esegue belle scale discendenti con voce timbrata, baldanza nella voce e nel gesto, la dizione è chiara, l’emissione sicura, lo squillo deciso e la Mei esibisce buone agilità e pulizia di canto. Nel duetto con Belcore del 2° atto Meli e Caoduro sono due giganti a confronto, due titani dalla voce importante in competizione per amore. Eva Mei (Adina), soprano leggero di coloratura dalle collaudate risorse tecniche sia vocali che sceniche, ha voce limpida e pulita, che non emerge su sonorità orchestrali più marcate (“Chiedi all’aura lusinghiera”), evidenzia una zona grave poco nutrita (cavatina “Della crudele Isotta”) ed estensione limitata (“Appena bevve un sorso”), ma un’indiscutibile bravura nello sciorinamento delle agilità di rossiniana memoria e nella tessitura alta, dove gli acuti sono melodiosi. La cabaletta pirotecnica “Prendi, per me sei libero” è stata cantata con garbo, delicatezza e pulizia vocale, ma esige un maggior corpo vocale. Mi ha piacevolmente colpito Giorgio Coaduro, un baritono con le qualità ideali per interpretare il militare spaccone Belcore (approdo, purtroppo, di tante vocalità leggere). Già al suo ingresso (“Come Paride vezzoso”) è emerso un mezzo vocale di bella pasta, robusto e corposo, che si è rivelato poi anche esteso e sonoro, converted by Web2PDFConvert.com ampio e profondo, con buone agilità e tenuta del suono, emissione sicura e spessore vocale nei vari registri. Sul versante scenico Coaduro è un simpatico gigione che non eccede ma che non passa inosservato. Nicola Ulivieri (Dulcamara) affianca ad una bella voce di basso, estesa e timbrata, giusto accento, abilità nel canto sillabato e rispetto delle dinamiche vocali. Nel ruolo di Giannetta Gabrielle Mouhlen ha una vocetta corretta e dizione chiara. Mario Brancaccio è un bravo attore che svolge il ruolo caricaturale (registicamente troppo caricato) dell’assistente (spiritato) di Dulcamara. 2° cast – 23 maggio 2007 Massimiliano Pisapia (Nemorino) si presenta con una bella voce timbrata ed ampia (“Quanto è bella”), di spessore anche negli slanci acuti, che emergono robusti nelle scene d’insieme, canta bene e con sicurezza d’emissione e tenuta dei suoni, (bello lo spiegamento della voce in “Esulti pur la barbara”), ma è un tenore ancor più lirico di Meli e vocalmente inadatto al ruolo di Nemorino, di cui esprime più l’ardore che la tinta patetica. Nella Furtiva lacrima ammorbidisce l’incipit, ma poi il canto è spinto con tentativi non riusciti di mezze voci. Scenicamente è molto sicuro e si cala perfettamente nella parte del giovanotto di campagna ben nutrito e rubicondo. Serena Gamberoni ha delineato un’Adina vezzosa, piena di brio e sciolta nella recitazione, delicata nel canto e padrona del mezzo vocale, che è un po’ pungente, ma timbrato e rotondo anche negli acuti e nei gorgheggi (cavatina “Della crudele Isotta”) e di buon volume (Barcarola); sicura nelle agilità, corretta nelle modulazioni, evidenzia una buona linea di canto e giusto accento. Un’Adina prefetta. Brava! Il baritono Paolo Bordogna, che a mio avviso veste meglio i ruoli rossiniani che quello di Belcore, resta un bravo interprete con un mezzo vocale ampio e sonoro e dal bel timbro scuro, è bravo nelle agilità del buffo ed esperto nel canto sillabato veloce, ma nella cavatina “Come Paride vezzoso” e nel dialogo che segue con Adina le note gravi sono sfiorate, l’emissione è poco sciolta, le agilità un po’ trattenute, bene invece la proiezione della voce nella tessitura acuta (atto I, scena II), Marcello Lippi (Dulcamara), maestro del palcoscenico, si affida più all’esperienza che alla voce. Gli altri due artisti non sono cambiati. Antonello Allemandi e Claudio Marino Moretti hanno diretto rispettivamente Orchestra (a volte troppo sonora) e Coro (sempre in movimento) del Teatro Regio. Maestro al fortepiano Luca Brancaleon. Appropriato il disegno luci di Vinicio Cheli (delicate sul paesaggio d’apertura, azzurrine per la Furtiva lacrima, giallastre per gli ambienti soleggiati), scene realistiche di Mauro Carosi, costumi di Odette Nicoletti (eccessivi quelli di Dulcamara e del suo assistente, graziosi quelli di Adina), regia di Fabio Sparvoli con alcune improprietà (Contadini al lavoro e non in pausa all’inizio, Nemorino e Belcore cantano amore ad Adina a distanza o rivolti al pubblico) ed aggiunte discutibili (ballo delle contadine al termine della I scena, movimenti marionettistici nella Barcarola), originale invece l’accoglienza delle ragazze a Nemorino, simpatica l’idea del fotografo per il quadretto delle nozze con macchina fotografica d’altri tempi che sprigiona lampo e fumo al momento dello scatto, di bell’effetto le figure viste in controluce, la staticità delle figure di contorno nei duetti e nei terzetti e dei gruppi d’insieme tipo cartolina. admin writes: March 28th, 20115:32 pmat 4 febbraio 2011 ELISIR D’AMORE Adriana Kucerova (Adina), Saimir Pirgu (Nemorino), Fabio Maria Capitanucci (Belcore), Alex Esposito (Dulcamara), Erika Pagan (Giannetta) Direttore: Bruno Campanella Regia Ruggero Cappuccio Scene Nicola Rubertelli Costumi Carlo Poggioli Maestro del coro Roberto Gabbiani Un po’ farsesco e un po’ malinconico secondo copione; innovativo ma senza trasgressioni. L’Elisir d’amore che Ruggero Cappuccio ha allestitito per il Teatro dell’Opera ha improvvisamente riacceso l’entusiasmo del pubblico romano soprattutto per l’eleganza delle idee registiche, oltre che per il felice connubio della messa in scena e dell’interpretizione musicale e canora. Cappuccio, che nasce regista di prosa (il suo debutto nella lirica, una decina d’anni or sono, ebbe alla Scala un garante del peso di Riccardo Muti) è in grado, proprio grazie alle sue origini, di esaltare la teatralità del melodramma che poi, in lavori come questo titolo donizettiano, è un requisito imprescindibile. Presupposto del successo, è stata la spontaneità con cui un’altra grande virtù dell’operista bergamasco, la luminosità, si è trasferita dalla musica alla scena, dal libretto all’atteggiamento dei protagonisti. Il regista ha rispettato fino in fondo i toni e lo spirito della vicenda, anche se ha cambiato il contesto sociale in cui essa si svolge: dall’agreste al circense. Non più i forconi a spalla, i fasci di spighe o i fazzoletti al collo, ma saltimbanchi spericolati dovunque, esuberanti giocolieri, trapezisti che piovono dal cielo e acrobati veri; con la scena che è uno spazio esteso e mutevole, priva di tutto ma piena di luce e dominata da un bianco che si colora a intermittenza di sfumature azzurrine o rosate per alimentare un sentore di leggerezza. I “rustici” sopravvivono solo nei proclami del mago Dulcamara, che diventa il vero regista, una sorta di allenatore in campo, impareggiabile nel determinare la giusta direzione al sincero ma pericolante cammino d’amore di Nemorino e Adina. Ma è la musica che giganteggia e, per fortuna, tutti i suoi interpreti. Da Bruno Campanella che ha guidato dal podio un’orchestra in serata di grazia, e Roberto Gabbiani, maestro di un coro che ha un’incombenza non solo fisica ma anche vocale molto importante, a tutti i cantanti. L’aria “Una furtiva lagrima”, punta estrema del momento malinconico, era come sempre la più attesa della serata e Saimir Pirgu (era lui Nemorino) è stato impeccabile per vocalità e per gusto. Oltretutto ha mostrato una maturità notevole in un tenore che deve ancora compier trent’anni. Più d’uno spettatore s’è sentito autorizzato a chiedere il bis a gran voce. Ed era prevedibile perché Pirgu era stato applaudito a lungo fin dalla prima scena dell’opera, quando ha cantato ”Quanto è bella, quanto è cara”. Però alla fine il più acclamato è stato Alex Esposito per come ha interpretato da attore esilarante e da splendido basso il ruolo di Dulcamara. Molto apprezzati anche gli altri: l’Adina del soprano Adriana Kucerova, il Belcore del baritono Fabio Maria Capitanucci e la Giannetta di Erika Pagan, che hanno tra l’altro il merito di contenere l’età media del cast. L’inizio dell’opera è stato preceduto da una manifestazione che era di protesta ma appariva quasi in carattere con i toni della serata lirica. Una cinquantina di “precari dello spettacolo” (musicisti, attori, cantanti, danzatori, registi) hanno percorso il foyer e la platea a suon di trombe, grancassa, clarinetti, sassofoni e violini per accompagnare i loro slogan contro i tagli che colpiscono “cultura, occupazione e diritti primari”. admin writes: April 15th, 20108:12 amat GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO PER L’ELISIR D’AMORE A termine delle recite di Elisir d’amore i dati delle presenze del pubblico sono stati di quasi 7000 spettatori – nelle dieci repliche dell’opera, comprensive delle due prove generali – di cui 200 fan facebook (solo sulla prima). La distribuzione tra abbonamenti, card 2010 e biglietti ha presentato un sostanziale equilibrio, mostrando un incremento del pubblico giovanile (dai 18 ai 30 anni), frutto dello sforzo del Teatro di aprire a nuovi pubblici e a una rigenerazione degli spettatori. Questo successo oltremodo incoraggiante è stato ottenuti con tre differenti azioni di marketing, dalla presentazione di spezzoni di prove dello spettacolo su YouTube, a Facebook, fino alle azioni di co-marketing effettuate insieme ai sostenitori del Comunale. Il risultato è un incasso totale di 289.079 euro, che supera gli incassi degli spettacoli precedenti e fornisce motivo di ottimismo sulle politiche di apertura al mondo giovanile a cui il Teatro Comunale guarda con rinnovato interesse. Bologna, 15 aprile 2010 michele writes: April 12th, 20105:15 amat UN ELISIR “CORRETTO” RINGIOVANISCE L’OPERA DI DONIZETTI PROTAGONISTI RIVISITATI IN CHIAVE MODERNA E PROVOCATORIA UNA SCELTA CORAGGIOSA CHE AVVICINA L’OPERA AL MUSICAL SENZA CADERE NEL PATETICO BOLOGNA. Una regia divertente e “alternativa” ha contraddistinto L’Elisir d’amore andato in scena dal 27 marzo all’ 8 aprile al Teatro Comunale di Bologna. Rosetta Cucchi ha infatti ambientato la celebre vicenda donizettiana in un college americano degli anni ’80: Nemorino e Adina sono così compagni di converted by Web2PDFConvert.com classe, mentre Belcore è il capo di una gang e Dulcamara un simpatico pusher. Benché le incongruenze con il libretto di Felice Romani si facessero notare abbastanza prepotentemente la Cucchi ha firmato uno spettacolo vivace e scoppiettante, riuscendo nell’intento di ringiovanire l’opera del compositore bergamasco. La rivisitazione in chiave moderna e provocatoria dei protagonisti è stata una scelta coraggiosa che ha avvicinato l’opera al musical, senza cadere nel patetico, oltretutto molto apprezzata dal divertito pubblico. Il Nemorino della recita dell’ 8 aprile è stato Juan Francisco Gatell, emissione pulita e buona tecnica. La sua voce un po’ piccola era comunque perfetta per le ridotte dimensioni del comunale, e una “Furtiva lagrima” da manuale gli ha valso un prolungato applauso. La giovane Anna Corvino, proveniente dalla Scuola dell’Opera, ha interpretato Adina: la bravura con cui ha cantato questo ruolo fa ben sperare per il suo futuro. Il Belcore di Gezim Mishketa era dotato di voce calda, e i suoi possenti acuti sono risuonati spavaldamente in tutto il teatro. Autentico mattatore si è rivelato anche Andrea Zaupa, Dulcamara, che ha ovviato ad alcuni lievi problemi vocali regalando al pubblico una magistrale prova d’attore comico. Sensazionale l’entrata in scena su una vecchia “Ducati” al posto del classico carrozzone, tipico dei ciarlatani girovaghi. Daniele Rustioni ha diretto con sicurezza, ben equilibrando le parti drammatiche con quelle buffe; bravo anche il coro. Alla fine dello spettacolo una grande ovazione ha accolto ognuno dei giovani interpreti, e anche la regista è stata molto applaudita: segno che non sempre le regie “moderne” vengono fischiate. Michele Donati Leave a Reply Name(required) Mail (will not be published)(required) Website Submit Comment converted by Web2PDFConvert.com