Lesioni da agenti chimici e fisici, lesioni da colpo di calore e da freddo

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Capitolo
Lesioni da agenti chimici e fisici,
lesioni da colpo di calore e da
freddo
A cura di Carlo Tassi1
1
Medico
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La sicurezza nel soccorso extraospedaliero
1. Lesioni da agenti chimici e fisici, lesioni da colpo di calore e da freddo
Obiettivi Formativi:
1) Sospettare e valutare le lesioni da agenti fisici e chimici;
2) Prestare il primo soccorso alle persone con lesioni da agenti chimici
o fisici;
3) Valutare la malattia da colpo di calore o da freddo;
4) Prestare il primo soccorso alle persone con colpo di calore o in stato
di congelamento.
¾ Sostanze chimiche: Acidi (per es. acido solforico, nitrico, cloridrico, tricloroacetico,
fluoridrico, ecc…);
¾ Fonti di calore: fiamme, corpi incandescenti, liquidi, vapori bollenti, flash (esplosioni);
¾ Calore eccessivo: colpo di sole, colpo di calore, sincope, crampi di calore
esaurimento da calore;
¾ Freddo eccessivo, acqua, ghiaccio: generali (ipotermia o assideramento) e locali
(congelamento);
¾ Elettricità: ustioni, paralisi, difficoltà o arresto respiratorio, alterazioni del ritmo
cardiaco, fratture e lussazioni;
¾ Agenti fisici: raggi solari, elettricità, radiazioni.
Spesso è la combinazione di due o più fattori a provocare o a complicare i tentativi di
soccorso:
Il calore eccessivo può causare delle alterazioni ai meccanismi di regolazione
dell’organismo portando a delle vere e proprie urgenze; questo problema può essere
associato a ustioni provocate dal fuoco.
L’acqua non è un pericolo solo perché può
essere
causa
di
annegamento;
a
temperature molto basse può determinare,
infatti, diverse lesioni.
L’elettricità non solo brucia la pelle ma
influenza anche le attività chimiche vitali
all’interno dell’organismo (causando per es.
arresto cardiaco).
Di solito si pensa che la prima lesione
interessi la cute dal momento che essa è a
contatto diretto con l’ambiente.
Ma la cute è un tessuto multistratificato che ricopre l’organismo e lo protegge
dagli agenti esterni; è la prima difesa che abbiamo contro l’ambiente esterno e per
questa ragione è coinvolta in molti tipi di lesioni. Oltre alla funzione di protezione, la
cute interviene anche nei meccanismi di termoregolazione, mantenimento
dell’equilibrio idroelettrolitico, depurazione, e ha funzione sensoriale.
La cute è formata da tre strati:
- Epidermide
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-
Derma
Sottocute
Le ustioni possono non limitarsi solo alla pelle ma spesso interessano le strutture
sottocutanee, coinvolgono muscoli, ossa, nervi e vasi sanguigni.
Anche gli occhi possono essere lesi senza possibilità di guarigione; gli occhi
subiscono anche danni che possono non interessare altri organi e sono coinvolti in
numerosissime urgenze.
Lo stesso dicasi per le vie aeree attraverso le quali il sistema respiratorio comunica
con l’esterno: le lesioni all’apparato respiratorio possono estendersi dalle mucose
nasali agli alveoli polmonari.
Gli organi del corpo e le loro attività chimiche possono subire alterazioni in
conseguenza di certi fattori ambientali: le radiazioni possono influenzare le cellule;
l’elettricità è in grado di interferire con l’attività nervosa muscolare e cardiaca;
numerosi materiali pericolosi possono danneggiare le cellule che compongono i
tessuti (a volte quest’azione è rapida e violenta, altre volte è lenta e meno
prevedibile).
È importante essere preparati ad affrontare i danni causati dagli agenti chimico –
fisici e dal fuoco, e a gestire certe urgenze provocate dall’elettricità, ma occorre
osservare regole ben precise e rispettare certi limiti durante le procedure di
salvataggio. Occorre pensare alla sicurezza dell’intervento e all’incolumità
dell’equipaggio.
Ustioni
Bisogna pensare che anche le strutture del sistema respiratorio possono essere
danneggiate, con ostruzione delle vie aeree secondarie ad un rigonfiamento dei
tessuti, oppure può comparire un’insufficienza respiratoria fino all’arresto della
funzione. Oltre al danno fisico causato dalle ustioni, i pazienti possono andare
incontro a problemi emozionali e psicologici.
Quando si soccorre un paziente che presenti ustioni non ci si deve limitare a
considerare il danno imputabile direttamente all’ustione: quest’ultima, infatti, può
essere la conseguenza di un problema medico o di un incidente. Il soggetto ad
esempio può essere stato colpito da un attacco cardiaco mentre fumava una
sigaretta, la quale può avere dato luogo all’incendio che poi ha determinato le ustioni
del paziente. Il problema cardiaco non deve passare inosservato. È possibile poi che
cercando di sfuggire alle fiamme una persona cada e riporti un danno grave alla
colonna vertebrale, o comunque delle fratture: è necessario che questi problemi
vengano individuati.
La valutazione del paziente non deve essere tralasciata per curare
immediatamente le ustioni.
CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI
Le ustioni possono essere classificate in base a diverse modalità, una delle quali è
quella di considerare l’agente causale; per effettuare una suddivisione più specifica è
possibile far riferimento anche alla fonte: per esempio, la causa dell’ustione può
essere il calore e in questo caso si potrebbe parlare di “ustione termica derivante dal
contatto con un termosifone”.
Dovreste far riferimento all’agente che ha causato direttamente l’ustione e se è
possibile indicare anche la fonte;
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— L’agente può essere:
™ Termico: fiamme, radiazioni o eccessivo calore provocato da fuoco,
Vapori, liquidi bollenti, oggetti caldi;
™ Chimico: numerosi acidi, basi e sostanze caustiche;
™ Elettrico: corrente alternata, corrente continua e folgorazioni;
™ Luminoso: generalmente interessa gli occhi, sono ustioni causate da;
fonti di luce intensa o ultravioletta (compresa la luce solare);
™ Radioattivo: generalmente deriva da fonti nucleari, ma anche i raggi
ultravioletti possono essere considerati radiazioni.
Non bisogna mai dare per scontata la fonte di un’ustione: ciò che può, infatti, sembrare
un’ustione termica potrebbe in realtà derivare da radiazioni; è possibile riscontrare ustioni
termiche di lieve entità sul volto del paziente e dimenticare di prendere in considerazione
ustioni gravi agli occhi dipendenti dalla luce. Bisogna raccogliere sempre informazioni
osservando il luogo dell’incidente, ascoltando i presenti o attraverso un colloquio diretto
con i pazienti.
Come determinare la gravità delle ustioni
1. Profondità o grado dell’ustione (PRIMO, SECONDO, TERZO);
2. Estensione della zona lesa (REGOLA DEL 9);
3. Regione del corpo (VISO, COLLO, MANI, PIEDI, PERINEO, CIRCONFERENZIALI,
VIE AEREE);
4. Età del paziente (NEONATI, BAMBINI, ANZIANI);
5. Fonte dell’ustione (RADIAZIONI NUCLEARI, SOSTANZE CHIMICHE, USTIONI
TERMICHE);
6. Malattie o lesioni preesistenti (CARDIACHE, RESPIRATORIE, DAIBETE);
7. Indumenti indossati (FIBRE SINTETICHE, MATERIALI CHE TRATTENGONO IL
CALORE).
K Le ustioni che interessano la pelle possono essere classificate, a
seconda della profondità, in ustioni di primo, secondo e terzo grado.
Le ustioni di primo o secondo grado possono danneggiare solo l’epidermide ed
eventualmente anche la parte superiore del derma, ma senza attraversare quest’ultimo
né quindi ledere i tessuti sottostanti;
Un’ustione di terzo grado invece attraversa l’epidermide e il derma causando delle
lesioni agli strati sottocutanei.
Il grado delle lesioni è quindi certo importante, infatti, nelle ustioni di secondo e terzo
grado lo strato esterno della pelle viene attraversato per cui può esistere la possibilità
d’infezione per i tessuti esposti e di invasione del sistema circolatorio da parte di
sostanze chimiche nocive e di microrganismi.
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¾ Ustione di primo grado: è un’ustione superficiale che interessa solo l’epidermide. È
caratterizzata da arrossamento della pelle e, a volte, da un leggero gonfiore. Il
paziente in genere lamenta dolore localizzato. L’ustione guarisce da sola, senza
produrre cicatrici. Dal momento che la cute non è stata attraversata, questo tipo di
ustione viene considerata lieve;
¾ Ustione di secondo grado: il primo strato della pelle viene attraversato e il secondo
strato viene danneggiato, ma l’ustione non raggiunge i tessuti sottostanti. Il paziente
accusa un dolore intenso, un arrossamento notevole, formazione di vescicole e la
pelle appare macchiata. Le ustioni di questo tipo comportano un rigonfiamento e la
comparsa di vescicole per le 48 ore successive alla lesione, in seguito alla liberazione
da parte dei tessuti di plasma e liquidi che si raccolgono in corrispondenza dello strato
superiore della pelle. Queste lesioni sono sempre accompagnate da un dolore
intenso. Quando curate in modo adeguato le lesioni di secondo grado guariscono da
sole lasciando una leggera cicatrice;
¾ Ustione di terzo grado: tutti gli strati della pelle sono danneggiati. A volte è difficile
distinguere il secondo dal terzo grado; tuttavia, in quest’ultimo caso, sono
generalmente presenti aree carbonizzate e quindi scure, o aree bianche e secche. Il
paziente lamenterà in genere un dolore intenso, tuttavia se sono stati danneggiati
anche i nervi potrebbe non provare alcun dolore (ad eccezione della zona periferica
dell’ustione dove una lesione adiacente di secondo grado potrebbe indurre dolore). È
possibile che questo tipo di ustione renda necessario un trapianto di pelle. Le lesioni
di terzo grado guariscono, lasciando però cicatrici molto evidenti.
La gravità di un’ustione dipende poi dall’estensione dell’area ustionata. La superficie
cutanea può essere calcolata velocemente utilizzando la “regola dei nove”. Ognuna
delle aree rappresenta circa il 9% della superficie corporea: la testa e il collo, le estremità
superiori, il torace, l’addome, la parte anteriore di ogni arto inferiore, la parte posteriore di
ogni arto inferiore; in questo modo si è raggiunto il 99% della superficie corporea: il
rimanente 1% è attribuito alla regione genitale.
Questo sistema vale per gli adulti. Per bambini e neonati si usano parametri diversi.
Sul luogo dell'urgenza, è più pratico attribuire alla testa e il collo del neonato il 18%,
ad ogni arto superiore il 9%, al torace e all'addome il 18%, alla schiena intera il 18%,
ad ogni arto inferiore il 14% e alla regione genitale l'1%. Benché con questo metodo
si giunga al 101%, è necessario ricordare che si tratta solo di una determinazione
approssimativa. Il capo del neonato è valutato 18% dal momento che è molto più
grande, in rapporto al resto del corpo, rispetto a quello di un adulto.
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REGOLA DEL NOVE
(SUPERFICIE USTIONATA)
Valutazione Aprossimativa
BAMBINO ADULTO
TESTA
19%
9%
ARTO
SUPERIORE
9%
9%
TRONCO
SUPERFICIE
ANTERIORE
18%
18%
TRONCO
SUPERFICIE
POSTERIORE
18%
18%
GENITALI
1%
1%
ARTO
INFERIORE
13%
13%
Figura 1
Importante è poi la regione del corpo che è stata lesionata. Qualsiasi ustione al volto è
molto preoccupante, dal momento che può comportare una lesione alle vie aeree o agli
occhi. Le mani e i piedi sono altre zone da considerare in modo speciale, poiché la
formazione di cicatrici può determinare la perdita di movimento delle dita. È necessaria
una cura particolare per impedire che il paziente, muovendosi, possa aggravare le lesioni
ed evitare che i tessuti danneggiati aderiscano l'uno l'altro prima del trasferimento in
ospedale. Quando le lesioni interessano l'inguine, le natiche, le cosce nella parte
mediana, la possibilità di infezione batterica costituisce un problema spesso molto più
grave del danneggiamento iniziale dei tessuti.
Le ustioni circonferenziali abbracciano il corpo o una parte di esso, queste ustioni
possono essere molto gravi quando interessano un'estremità, poiché può verificarsi
un'interruzione della circolazione nei tessuti a valle rispetto alla parte lesa. In caso di
ustione circonferenziale, il processo di guarigione può risultare molto complesso. Questo
fatto è vero soprattutto quando queste ustioni interessano le articolazioni, il torace e
l'addome, sedi nelle quali la cicatrice tende a limitare le normali funzioni.
L'età costituisce un fattore importante. I neonati e i bambini sotto i 5 anni, e gli adulti sopra
i 60 anni, presentano reazioni corporee più gravi alle ustioni e differenze circa le fasi di
guarigione rispetto alle altre fasce di età. Un'ustione che per intensità e zona lesa può
essere considerata di gravità moderata per un giovane adulto, rischia di essere fatale per
un neonato o un anziano.
Il neonato e il bambino piccolo presentano una superficie cutanea molto più estesa, in
rapporto alle dimensioni corporee, rispetto ai bambini più grandi e agli adulti: ciò vuol dire
che un'ustione comporterà una perdita di liquidi maggiore se il paziente ha un età inferiore
ai 5 anni. Nell'età adulta avanzata, la capacità dell'organismo di reagire ad una lesione è
ridotta dall'invecchiamento dei tessuti e dal rallentamento di certe funzioni. La capacità dei
tessuti di guarire ad una lesione è ridotta e il tempo necessario aumenta.
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La fonte della lesione può essere significativa per quanto riguarda la valutazione del
paziente. Una lesione di lieve entità causata da una radiazione nucleare è molto più
preoccupante di una conseguente ad una fonte termica. Le ustioni chimiche sono
particolarmente importanti dal momento che l'agente può rimanere sulla pelle e
proseguire l'azione devastatrice per ore e persino giorni, fino a penetrare nel circolo
ematico: questa possibilità esiste realmente per certe sostanze chimiche alcaline.
Ovviamente, i pazienti con malattie preesistenti respiratorie saranno esposti ad un
rischio maggiore se verranno a trovarsi in presenze dì aria riscaldata o vapori chimici.
Analogamente, lo stress derivante dall'urgenza ambientale conseguente ad un'ustione
sarà senza dubbio più preoccupante in un paziente affetto da malattia cardiaca. I soggetti
con malattie respiratorie, malattie cardiache, o diabete reagiscono con maggior difficoltà
alle ustioni. Ciò che per un adulto sano potrebbe essere un'ustione lieve, può diventare
grave per costoro.
Classificazione della gravità delle ustioni
Le ustioni possono essere classificate in base alla loro gravità così da determinare
l'ordine d'intervento e il tipo di cura. In alcuni casi, la gravità delle ustioni può essere
decisiva per determinare se il paziente debba essere trasportato direttamente ad un
ospedale dotato di attrezzature particolari.
Ustioni Lievi
K Ustioni di terzo grado che coinvolgono meno del 2% della superficie corporea,
escluso il volto, le mani, i piedi, l'inguine e le articolazioni principali.
K Ustioni di secondo grado che interessano meno dei 15 % della superficie
corporea.
K Ustioni di primo grado che si estendono su meno dei 20% della superficie
corporea.
Ustioni di Media entità
K Ustioni di terzo grado che coinvolgono meno del 10% della superficie corporea,
escluso il volto, le mani, i piedi, l'inguine e le articolazione principali.
K
Ustioni di secondo grado che coinvolgono dal 15% al 30% della superficie
corporea.
K Ustioni di primo grado che coinvolgono dal 20% al 75% della superficie corporea.
Ustioni Critiche
K Tutte le ustioni complicate da lesioni del tratto respiratorio, da altre lesioni ai
tessuti molli e alle ossa.
K
Ustioni di secondo e terzo grado che coinvolgono il volto, le mani, i piedi, l'inguine
e le articolazioni principali.
K Lesioni di terzo grado che interessano più dei 10% della superficie corporea.
K Ustioni di secondo grado che coinvolgono più dei 30% della superficie corporea.
K
Ustioni di primo grado che si estendono più dei 75% della superficie corporea.
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Terapia d'urgenza per le ustioni
Molte urgenze mediche debbono essere curate prima delle ustioni. Se un paziente
ustionato che non presenta problemi respiratori, viene curato per primo, è solo perché
esiste il rischio di uno shock. L'ostruzione delle vie aeree, le gravi difficoltà respiratorie,
l'arresto del respiro, l'arresto cardiaco, le emorragie gravi, lo shock, le lesioni alla colonna
vertebrale, le lesioni craniche gravi, le ferite toraciche aperte, le ferite addominali aperte
sono prioritarie rispetto alle ustioni. Ciò vale anche quando si debba decidere l'ordine di
intervento e di trasporto quando vi siano più pazienti.
Anche alcuni problemi medici godono di priorità rispetto alle ustioni: ad esempio, l'attacco
cardiaco, l'ictus, il colpo di calore, e l'avvelenamento. Ancora una volta, questo vale sia
per il singolo paziente che in situazioni con più persone da soccorrere.
Le lesioni che interessano il tratto respiratorio vengono considerate urgenze ad alta
priorità. Nel caso il paziente presenti lesioni che possono essere classificate come
critiche, è necessario il trasporto immediato. Dal momento che l'età può costituire un
fattore importante, il trasporto immediato viene generalmente raccomandato per qualsiasi
bambino o persona anziana che presenti ustioni profonde o estese di secondo o terzo
grado. Analogamente, un soggetto affetto da una malattia cronica nota, da una malattia
cardiaca, oppure avente precedenti di ictus, o che soffra di diabete deve essere
trasportato immediatamente.
Se la lesione è comune a più pazienti, il trasporto viene generalmente effettuato in base
all'ordine di gravità.
È necessario effettuare alcune considerazioni: i pazienti con lesioni al tratto respiratorio e
complicanze che interessano la respirazione o l'attività cardiaca, generalmente devono
essere trasportati per primi sacrificando i feriti con ustioni gravi che coprono dal 60%
all'80% della superficie corporea. Per ultimi si trasportano i pazienti con ustioni gravi
superiori all'80% della superficie corporea. La scelta si giustifica basandosi sul fatto che in
questi casi, la morte è molto probabile, mentre gli altri, se trasportati immediatamente,
hanno maggiori possibilità di sopravvivere.
Il dolore è un altro punto da considerare quando si stabilisce l'ordine del trasporto: occorre
ricordare che gli infortunati con ustioni di terzo grado, e ustioni gravi, spesso non
avvertono dolore per via del danneggiamento delle terminazioni nervose. Può sembrare
crudele far attendere una persona con ustioni di secondo grado, ma se un paziente con
ustione di terzo ha riportato lesioni più gravi, deve essere trasportato per primo.
Se valutando un'ustione ci sono dei dubbi essa deve essere sempre considerata
più grave di quanto possa apparire: se non si riesce a stabilire se un'ustione è di primo
o secondo grado, va considerata di secondo grado. Se non si riesce a capire se è di
secondo o terzo grado ritenetela sempre di terzo grado. La reale gravità di alcune ustioni
può apparire tale solo dopo molte ore.
Trattamento delle ustioni chimiche
ATTENZIONE: Alcune zone in cui si sono verificati incidenti con ustioni chimiche possono
essere molto pericolose. Bisogna sempre esaminare con attenzione il posto: è possibile
che accanto al paziente vi siano delle pozze di sostanze chimiche pericolose. Potrebbero
inoltre esserci delle fuoriuscite di sostanze acide, unite a esalazioni tossiche. Se il luogo
crea una situazione di pericolo, non tentate di salvare la vittima ma fate intervenire i Vigili
dei Fuoco.
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Le ustioni chimiche richiedono un trattamento immediato.
Qualora riceviate la chiamata date consigli su cosa fare in attesa dell'arrivo dei soccorsi,
La maggior parte delle principali industrie è dotata di docce di sicurezza per detergere le
sostanze pericolose dal corpo e addestra i dipendenti a fornire cure iniziali in caso di
incidenti dovuti alle sostanze chimiche in uso. Non sempre, però, le cose stanno in questi
termini e a volte ci si trova a intervenire anche in situazioni in cui non è stato preso alcun
provvedimento iniziale e dove non esiste acqua corrente nelle vicinanze.
Per prima cosa bisogna detergere la sostanza chimica utilizzando acqua corrente
(eccezion fatta per la calce secca eliminarla spazzolando, NON CON L'ACQUA!!).
Il semplice fatto di inumidire la parte lesa non è sufficiente.
È necessario un flusso continuo sull'area colpita, un getto d'acqua abbondante, ma
non troppo forte. Evitate un getto violento dal momento che potrebbe danneggiare
seriamente i tessuti ustionati. Continuate a detergere l'area per parecchi minuti (almeno
15) eliminando gli abiti contaminati, le scarpe, le calze e i gioielli, solo dopo averli
ben lavati. ATTENZIONE: Durante il lavaggio bisogna essere prudenti e indossare
guanti di gomma o di lattice (meglio 2 paia) e fare in modo di evitare possibili schizzi.
Dopo aver pulito le zone causticate, si applica una medicazione sterile o un telino sterile.
Bisogna sempre sospettare lo shock e trasportare il paziente in posizione antishock
somministrando se necessario ossigeno a 8-10l/min. Se è possibile, individuare la
sostanza responsabile, o la miscela di sostanze che hanno provocato l'incidente e
comunicarlo alla C.O. Va ricordato che sono possibili reazioni ritardate che possono
provocare nuovamente dolore o interferire con la capacità di respirazione del paziente.
Nel caso il ferito lamenti un bruciore o un'irritazione crescente, bisogna lavare
nuovamente le zone causticate, utilizzando acqua corrente e continuando per parecchi
minuti. Evitate di togliere la medicazione una volta applicata.
Molte sostanze chimiche utilizzate nei processi industriali sono costituite da acidi misti. La
loro azione congiunta può essere immediata e grave. Quando la sostanza è un acido
forte (acido cloridrico o acido solforico), una combinazione di acidi o un composto non
noto, continuate a lavare anche se il paziente sostiene di non provare più alcun dolore.
ATTENZIONE: Se l'agente ustionante è calce secca, non sciacquare il luogo dell'ustione
con acqua, perché si formerebbe un liquido corrosivo. Spazzolare via la calce secca dalla
pelle, dai capelli e dall'abbigliamento dei pazienti. Assicurarsi di non contaminare gli occhi
o le vie aeree. Utilizzare acqua solo dopo aver eliminato la calce dal corpo e aver
rimosso gli abiti o gli effetti personali contaminati: effettuate velocemente il lavaggio
impiegando un flusso continuo, o acqua corrente.
Ogni volta che il paziente è stato esposto ad una sostanza caustica e può averne inalato i
vapori, bisogna erogare ossigeno ad elevata concentrazione (se possibile, umidificato)
e procedere al trasporto urgente. Si tratta di un procedimento necessario specie nel caso
la sostanza chimica sia un acido in grado di trasformarsi in vapore a temperatura
ambientale (per esempio, l'acido cloridrico e l'acido solforico).
Trattamento delle ustioni termiche
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ATTENZIONE: Non bisogna tentare di salvare una persona intrappolata dalle fiamme. Il
semplice fatto di aprire una porta potrebbe costare la vita. In alcuni incendi, l'aprire una
porta o una finestra può intensificare notevolmente il fuoco o persino provocare
un'esplosione.
Le ustioni termiche possono essere causate da liquidi bollenti, vapore, contatto con
oggetti caldi, fiamme e gas infiammabili. In rare circostanze, si può essere chiamati per
ustioni solari, che possono tuttavia essere gravi se coinvolgono neonati e bambini piccoli.
Questi pazienti possono presentare altre lesioni da calore.
Non bisogna MAI applicare unguenti, spray, o burro sulle lesioni e neppure applicare
ghiaccio su nessun'ustione.
PROTOCOLLO DI TRATTAMENTO SUL POSTO DELLE USTIONI TERMICHE
1.
Allontanare la fonte dell'ustione
a.
Fuoco - Bagnare, soffocare le fiamme, allontanare gli abiti bruciacchiati.
b.
Catrame - Raffreddare la zona fino al termine dell'azione ustionante. Non
rimuovere il catrame.
c.
Elettricità - Eliminare la fonte di elettricità utilizzando materiale non
conduttivo.
d.
Sostanze chimiche - Lavare immediatamente la zona con acqua
(proseguire il lavaggio per 15-20 minuti prima del trasporto).
2. Valutare il paziente
K Vie aeree (lesioni all'apparato respiratorio): presenza di peli del
naso bruciacchiati, ustioni sul volto, fuliggine nella bocca,
K
Effettuare valutazione del paziente (attenzione a possibili traumi
associati). Curare i traumi come se l'ustione non esistesse
K Chiedere spiegazioni circa l'accaduto (la dinamica e le circostanze
della lesione).
K
Determinare la profondità e la percentuale della superficie
corporea lesa ("regola dei nove")
K Indicazioni a favore di un trasferimento al centro ustionati
1) Estensione:
a. Ustioni di 2' grado >30% (10% in pazienti sotto i 10 anni di età)
b. Ustioni di 3' grado > 10% (5% in pazienti sotto i 10 anni di età)
c. Ustioni sul volto, sulle mani, sui piedi o sul perineo, ustioni
profonde circonferenziali, lesione vie aeree
d. Ustioni elettriche.
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La sicurezza nel soccorso extraospedaliero
e. Ustioni chimiche.
3.Trattamento
a. Allontanare tutti i gioielli e gli abiti per poter valutare l'ustione in modo corretto.
b. Avvolgere il paziente in un lenzuolo pulito e asciutto. (Se l'area ustionata è piccola
(meno del 9%); è possibile applicare delle medicazioni umide per dare sollievo al
paziente.
c. Dopo aver sciacquato le ustioni chimiche coprirle con un lenzuolo asciutto.
d. Dopo aver iniziato a raffreddare il catrame, coprirlo con una medicazione asciutta.
e. In caso di lesione da inalazione, somministrare ossigeno al 8-10 litri/min tramite
maschera o cannula nasale.
4.Trasporto
a. Mantenere il paziente al caldo e monitorare continuamente i segni vitali.
b. Utilizzare un elicottero qualora distiate più di 30 minuti dal centro ustionati.
c. Se il paziente è rimasto vittima di una folgorazione, monitorare la frequenza cardiaca e
chiedete consiglio alla C.O..
AVVERTENZE IMPORTANTI.
K Non usare estintori chimici per spegnere le fiamme sul paziente!
K Non parlare o tossire in prossimità di zone cutanee ustionate!
K Non usare preparati antiustione o sostanze oleose!
K Non porre ghiaccio su nessuna ustione!
K
Non occuparsi solo delle lesioni locali tralasciando la valutazione del paziente!
Ustioni chimiche agli occhi
Un agente chimico corrosivo è in grado di ustionare il globo oculare di una persona prima
che questi possa avvertire il pericolo e chiudere la palpebra. Anche se la palpebra viene
chiusa, la sostanza chimica può infiltrarsi e raggiungere ugualmente il globo oculare. Per
curare le ustioni chimiche agli occhi, procedete nel modo seguente:
è fondamentale sciacquare immediatamente gli occhi con acqua evitando di far penetrare
nuovamente la sostanza nell'occhio colpito o in quello sano e continuare a detergere con
acqua a bassa pressione dall' angolo nasale verso l'esterno. Continuare il lavaggio
durante il trasporto e per almeno 20'. Lavare nuovamente se il paziente lamenta
ricomparsa di bruciore o irritazione.
Inalazione di fumi
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L'inalazione di fumi costituisce un grave problema associato alle ustioni termiche e
chimiche. Il fumo proveniente da un incendio contiene numerose sostanze tossiche. I
materiali edili moderni e quelli utilizzati per l'arredamento, spesso sono composti di
plastica e altre sostanze sintetiche che emettono fumi tossici se bruciate o surriscaldate.
È possibile che queste sostanze presenti nel fumo brucino la pelle, irritino gli occhi,
ledano le vie aeree, provochino l'arresto respiratorio e in alcuni casi l'arresto cardiaco.
Sono di frequente riscontro irritazioni oculari e lesioni alle vie aeree associate al fumo. Le
irritazioni della pelle e degli occhi possono essere curate con un semplice lavaggio con
acqua. La priorità spetta alle vie aeree. Il paziente generalmente farà fatica a respirare e
spesso tossirà. Bisogna valutare se il fiato ha odore di fumo o di sostanze chimiche
coinvolte nell'incidente e osservare se c'è presenza di residui neri (carbone) in bocca e
nel naso del paziente.
Controllare anche l'espettorato eventualmente emesso con la tosse.
In caso di inalazione di fumo o gas tossici si deve operare come segue:
1) Valutare l'ambiente e i rischi per la propria incolumità.
2) Trasportare il paziente in una zona sicura.
3) Effettuare il primo controllo e, se necessario, iniziare il supporto delle funzioni vitali.
4)
Controllare la presenza di possibili lesioni alla colonna vertebrale e altri danni o
malattie che richiedano intervento.
5) Somministrare ossigeno ad elevata concentrazione e continuare l'erogazione durante
il trasporto
6) Prevenire lo shock.
7) Fare attenzione a eventuali variazioni nel comportamento. Alcuni soggetti man mano
che si riprendono dagli effetti del fumo divengono irrequieti e alcuni sono anche
violenti.
8) Trasportare i pazienti rapidamente erogando ossigeno ad elevata concentrazione e
monitorando i segni vitali.
NOTA: Le reazioni dell'organismo a gas tossici e a sostanze estranee nelle vie aeree
possono spesso essere ritardate. Bisogna insistere e convincere tutti i pazienti che hanno
inalato fumi che devono sottoporsi a visita medica.
Lesioni dovute all'elettricità
ATTENZIONE: il luogo in cui si verifica un incidente dovuto all'elettricità è spesso molto
pericoloso. Se la fonte dell'elettricità è ancora attiva deve essere disattivata. Non tentate
di avvicinarvi al paziente se non con attrezzatura isolante al fine di allontanare i cavi
nell'attesa che la fonte sia disattivata! Assicuratevi che sia voi che il paziente vi troviate in
una ZONA SICURA. La corrente elettrica, compresi i fulmini, può causare un danno
notevole. La pelle viene ustionata nel punto in cui l'energia penetra nell'organismo e in
quello in cui fuori esce scaricandosi al suolo. Lungo il percorso di questo flusso elettrico, i
tessuti vengono danneggiati a causa del calore. Nei nervi, nel cuore, nei muscoli
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avvengono dei cambiamenti chimici importanti e alcune reazioni vengono alterate o
completamente arrestate. La vittima di una folgorazione può presentare uno o anche tutti
i seguenti sintomi e segni:
K Ustioni nei punti di entrata e uscita dell'energia elettrica nell'organismo.
K Alterazioni del sistema nervoso che si manifestano con una paralisi.
K Contrattura muscolare, con o senza spasmi.
K Difficoltà di respiro o arresto respiratorio (la lingua può gonfiarsi e ostruire le vie
aeree).
K Battito cardiaco irregolare o arresto cardiaco.
K Pressione sanguigna elevata o pressione sanguigna bassa con sintomi e segni
di uno shock.
K Irrequietezza ed irritabilità nel caso di paziente cosciente, oppure perdita di
coscienza.
K Difficoltà visive
K Fratture ossee e lussazioni dovute a gravi contrazioni muscolari o a una caduta,
compresa anche la colonna vertebrale.
A) Aprite le vie aeree e assicuratevi che restino pervie,
B) Controllare che il paziente respiri,
C) Valutare la presenza di attività circolatoria.
Mentre agite, osservare se vi sono segni di lesioni alla spina dorsale, lussazioni e fratture.
I soggetti vittime di incidenti dovuti alla corrente elettrica possono richiedere cure per le
ustioni riportate che non differiscono sostanzialmente dalle cure per le ustioni termiche
ma il problema non è generalmente costituito dall'ustione. L'arresto cardiaco e respiratorio
rappresentano rischi molto concreti. Siate pronti a praticare una rianimazione
cardiorespiratoria di base (BLS).
Incidente da radiazioni
Gli incidenti da radiazioni si distinguono fondamentalmente in due tipi: puliti e sporchi.
Nell'incidente pulito, la persona è stata esposta alle radiazioni, ma non è contaminata
dalla sostanza radioattiva, da particelle di polvere radioattiva, o da liquidi, gas o fumi
radioattivi. Se il soggetto non è stato contaminato, o è stato adeguatamente
decontaminato prima del vostro arrivo, il pericolo per voi è molto limitato, a condizione che
la fonte delle radiazioni non sia più presente sul posto
L'incidente sporco è spesso associato alla presenza di un incendio sul posto ed espone il
paziente a radiazioni, contaminandolo con particelle o liquidi radioattivi. La zona può
essere fortemente contaminata, sebbene al vostro arrivo la fonte principale di radiazioni
possa anche già essere stata isolata. Se si arriva per primi occorre attendere l'arrivo dei
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Vigili del Fuoco e attenersi alle loro istruzioni o contattare i Tecnici addetti alle procedure
di decontaminazione eventualmente presenti sul luogo dell' incidente.
I compiti del soccorritore sono:
1. Proteggersi dall'esposizione.
2.
Individuare qualsiasi segnale di pericolo che indichi la possibilità di radiazioni.
3. Avvisare la Centrale Operativa in modo da ottenere l'assistenza di un esperto.
4. Fornire cure d'urgenza al paziente decontaminato.
5. Contribuire ad impedire la diffusione delle radiazioni controllando gli oggetti
contaminati.
-MALATTIE DA CALORELa permanenza prolungata in ambienti surriscaldati può provocare patologie diverse che
vengono definite come "MALATTIA DA CALOREI". Tali manifestazioni sono: la Sincope
o Collasso da calore; i Crampi muscolari da calore; l'Esaurimento da calore; il
COLPO DI SOLE e il COLPO DI CALORE.
Pensiamo a che cosa può succedere all'organismo quando si trova in un ambiente molto
caldo. L'aria inalata è calda, magari più calda dell'aria esalata e la pelle può assorbire più
calore di quanto ne irradi. Se a ciò si aggiunge un elevato tasso di umidità, l'evaporazione
del sudore rallenta. Ad aggravare ulteriormente le cose, immaginate che tutti questi fattori
si sommino in un ambiente privo di ventilazione che altrimenti favorirebbe la cessione di
calore. Questo è il quadro ambientale che spesso è associato alle urgenze dovute ad un
calore eccessivo, cioè all'ipertermia e spiega come mai condizioni atmosferiche
favorevoli o un'ondata di calore aumentano notevolmente gli interventi di soccorso.
Dal momento che, in un ambiente umido, la perdita di calore tramite evaporazione è
ridotta, il caldo umido può produrre variazioni corporee drammatiche nell'arco di un
periodo molto breve. Tuttavia, il caldo umido generalmente spossa i soggetti molto
velocemente, impedendo loro di fare sforzi eccessivi e peggiorare così la situazione.
Alcune persone, però, continuano a svolgere attività corporee, correndo il rischio di un
colpo di calore. Il caldo secco spesso inganna. Le persone continuano a lavorare o
comunque rimangono esposte al calore per un tempo eccessivo e superano il punto
massimo di tollerabilità. Questo è il motivo per si possono incontrare problemi più gravi a
causa dell'esposizione al caldo secco che non per l'esposizione al caldo umido.
Per queste urgenze valgono le stesse regole generali applicabili per qualsiasi altra
urgenza. È necessario condurre un attento esame sul paziente e interrogarlo. Non
sottovalutate la possibile esistenza di altri problemi. Il collasso dovuto a temperature
elevate può comportare una caduta e quindi essere causa di fratture ossee. Gli effetti
dell'esposizione al caldo possono essere più gravi se il paziente soffre di pressione
sanguigna elevata, malattie cardiache o problemi polmonari. Ciò che potrebbe sembrare
un problema collegato semplicemente all'esposizione al caldo, potrebbe in realtà essere
un attacco cardiaco. L'età, le malattie e le lesioni esistenti devono essere oggetto di
attenta considerazione durante la valutazione del paziente. Se il paziente è un bambino,
un anziano, presenta lesioni o malattie croniche, affrontate sempre il problema come se
fosse grave.
Le urgenze comuni causate dall'esposizione al calore eccessivo sono:
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COLPO DI SOLE
Il colpo di sole compare dopo un'eccessiva esposizione ai raggi solari sulla testa e
consegue all'elevazione della temperatura intracranica. Il primo segnale del disturbo è un
malessere generale e improvviso a cui seguono un violento mal di testa, sensazione
di vertigine, nausea e vomito. La temperatura corporea si alza, la pelle appare secca e
molto arrossata specie in volto.
COLPO DI CALORE
Il colpo di calore è il severo disturbo causato da una temperatura alta, associata a un
elevato tasso di umidità e alla mancanza di ventilazione, a cui l'organismo non riesce ad
adattarsi per arresto dei meccanismi di regolazione della temperatura corporea. Può
manifestarsi come conseguenza di esposizione a temperatura elevate e/o ad
affaticamento fisico, anche in un ambiente chiuso oppure in un luogo in cui non batte
direttamente il sole. Rappresenta una situazione urgente che può mettere a rischio la vita
del paziente.
I casi più frequenti si verificano durante le giornate calde e umide. Tuttavia, il colpo di
calore è spesso associato all'esposizione al caldo secco. Sebbene il colpo di calore
venga spesso definito "colpo di sole", può anche essere causato da calore eccessivo di
provenienza diversa da quello solare. Tutti i casi di colpo di calore sono gravi e il paziente
deve essere raffreddato e trasportato rapidamente in ospedale. Durante i periodi estivi,
l'ambulanza dovrebbe essere provvista di ghiaccio secco o preparati simili.
Segni e sintomi fondamentali sono:
Î Colorito del volto rosso intenso
Î Elevata temperatura corporea (la temperatura rettale e superiore ai 41°)
Î Scarsa o assente espressività del volto
Î Pelle secca e molto calda
Î Alterazione della respirazione (inizialmente profonda poi superficiale)
Î Alterazione del polso (prima rapido e forte poi rapido e debole)
Î Andatura incerta possibile perdita di coscienza
La pelle è calda al tatto e appare arrossata. Non c'è sudorazione e la pressione si
abbassa al punto da portare allo svenimento. È necessario trasportare subito la persona
in un luogo fresco, ombroso e possibilmente ventilato. Va quindi sdraiata sulla schiena
con le gambe sollevate e svestita completamente. Con un asciugamano o un telo
imbevuti di acqua fredda è necessario raffreddare il corpo dell'ammalato in modo da far
scendere la temperatura.
È bene anche porre una del ghiaccio sulla testa, sui polsi, sulle caviglie, sul collo, sotto le
ascelle e all'inguine. Se è possibile, è ancora meglio riempire una vasca d'acqua fresca e
farvi distendere il colpito. Per i bambini, il raffreddamento deve iniziare utilizzando acqua
tiepida. Quest'acqua può essere sostituita poi da acqua più fredda sotto le ascelle e ali
inguine. La temperatura corporea va tenuta costantemente sotto controllo: se scende al di
sotto dei 38 gradi è bene sospendere gli Impacchi e asciugare la persona. Se la
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temperatura risale è invece necessario riprendere l'operazione di raffreddamento. Il
trasporto in ospedale e il ricovero sono indispensabili. Alcuni pazienti: spesso non
credono che le urgenze causate da un eccesso di calore siano gravi. Molti desiderano
semplicemente tornare al lavoro o non vogliono perdere tempo. Assicuratevi che il
paziente presenti segni vitali stabili all'interno dei limiti normali. Se avete dei dubbi, dite al
paziente che dovrebbe essere trasportato e chiedetegli il consenso.
-URGENZE CAUSATE DALFREDDO ECCESSIVOSe l'ambiente è troppo freddo, il calore corporeo viene ceduto più velocemente di quanto
venga generato. Il corpo tenta di adattarsi alla situazione riducendo il numero delle
respirazioni, l'entità della traspirazione e limitando la circolazione sanguigna superficiale.
L'attività muscolare aumenta provocando i brividi, nel tentativo di generare una quantità
maggiore di calore. All'interno dei corpo, i cibi utilizzati come carburante vengono bruciati
(metabolizzati) più velocemente per produrre più calore. A un certo punto, non vi sarà una
quantità sufficiente di calore in tutte le zone del corpo, e questo fatto provocherà danni
prima ai tessuti esposti, poi una riduzione generale delle funzioni corporee ed infine la
cessazione delle funzioni corporee vitali. Un'azione tempestiva del soccorritore può
prevenire la lunga riabilitazione necessaria in caso di lesioni da freddo; può impedire che
zone del corpo perdano la loro funzionalità e può persino salvare la vita del paziente. Le
urgenze collegate al freddo possono essere la conseguenza di un raffreddamento
localizzato o generale. Le lesioni derivanti da un raffreddamento localizzato interessano
particolari regioni del corpo e vengono indicate con il termine di congelamento. Il
raffreddamento generale, invece, interessa il corpo intero e in questo caso sì parla di
ipotermia o assideramento.
In caso di abiti bagnati il freddo dell'acqua può costituire un problema: l'acqua assorbe il
calore corporeo 240 volte più velocemente dell'aria in assenza di vento. Le conseguenze
di un ambiente freddo possono essere peggiorate da un vento gelido: più forte è il vento,
maggiore è la perdita di calore corporeo.
Coloro che hanno ingerito bevande alcoliche tendono ad essere colpiti molto più
rapidamente e in forma più grande rispetto ad un soggetto in condizioni normali. Una
persona anziana subisce gli effetti del freddo molto più velocemente. Il paziente privo di
conoscenza steso sul terreno freddo presenterà problemi maggiori rispetto ad un
paziente cosciente in grado di camminare.
Congelamento
Le zone più comunemente colpite sono le orecchie, il naso, le mani e i piedi. Quando una
zona del corpo è esposta all'aria o a liquidi particolarmente freddi, la circolazione
sanguigna in quella zona si riduce in seguito alla costrizione dei vasi sanguigni. In questo
caso, i tessuti non ricevono abbastanza sangue e quindi calore per impedire il
congelamento. È possibile che all'interno della pelle si formino dei cristalli di ghiaccio. Nei
casi più gravi, può subentrare la morte delle cellule, con successiva cancrena (un tipo
particolare di distruzione dei tessuti) che spesso causa la perdita della parte colpita.
Esistono 3 gradi di congelamento:
K CONGELAMENTO INIZIALE (principio di congelamento) - è il primo stadio del
congelamento causato dal contatto diretto con un oggetto freddo o
dall'esposizione di una parte del corpo all'aria fredda. Il vento e l'acqua freddi
possono essere fattori importanti. Questa condizione non è grave. Il
danneggiamento dei tessuti è lieve e la risposta dell'organismo all'intervento del
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soccorritore è buona. Le zone più frequentemente suscettibili di congelamento
iniziale sono la punta del naso, la punta delle orecchie, gli zigomi e le dita (tutte
aree che generalmente sono esposte).
K CONGELAMENTO SUPERFICIALE - interessa la pelle e gli strati sottocutanei.
Se il congelamento iniziale non viene curato, può evolvere in un congelamento
superficiale.
K CONGELAMENTO PROFONDO - vengono colpiti la pelle, gli strati sottocutanei e
le strutture più profonde del corpo. È possibile osservare un congelamento dei
muscoli, delle ossa, dei vasi sanguigni profondi e delle membrane degli organi.
I sintomi e i segni del congelamento sono progressivi: dapprima la pelle esposta si
arrossa, o, nei soggetti di colore, la pelle tende a diventare più chiara raggiungendo quasi
una colorazione biancastra, quindi, con il continuare dell'esposizione, la pelle assume un
aspetto grigio o bianco, a chiazze. La superficie cutanea esposta diventa insensibile a
causa della ridotta circolazione. Se il processo di congelamento continua, la sensibilità
viene persa completamente e la pelle assume un colore bianco cadaverico.
ESPOSIZIONE AL FREDDO ECCESSIVO
Condizione cutanea
Superficie della pelle
Tessuti sotto la
pelle
Colore
Congelamento iniziale Morbida
Morbidi
Inizialmente rossa,
quindi bianca
Congelamento
superficiale
Rigida
Morbidi
Bianca e cerea
Congelamento
Profondo
Rigida
Rigidi
A chiazze tendente
al giallo-grigio/blugrigio
I sintomi e i segni del congelamento iniziale comprendono:
K Insorgenza lenta - il congelamento in fase iniziale generalmente impiega
parecchio tempo prima di diventare ben evidente.
K Inconsapevolezza del paziente - La maggior parte delle persone vittime di
congelamento iniziale non si rende conto del problema finché qualcuno non gli fa
notare che la pelle ha assunto un colore insolito. La parte colpita da un principio di
congelamento generalmente è insensibile.
K Variazione del colore della pelle - L'area della pelle colpita all'inizio si arrossa,
poi schiarisce (diventa bianca). Una volta iniziata questa fase, la variazione di
colore può avvenire molto velocemente.
K La zona colpita diventa insensibile.
La terapia d'urgenza in caso di congelamento iniziale consiste semplicemente nello
scaldare l'area colpita. Generalmente, il paziente può utilizzare il calore delle mani,
soffiare aria calda sulla parte colpita, o nel caso siano coinvolte le dita, tenere queste
ultime sotto le ascelle. Durante la fase di scongelamento, il paziente lamenterà sensazioni
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di "formicolio" o bruciore, ma la cosa è normale. Se queste misure non sono sufficienti,
cominciate il trattamento specifico.
I sintomi e i segni del congelamento superficiale sono i seguenti:
K La zona colpita della pelle appare bianca o cerea.
K La zona colpita sembrerà congelata, ma soltanto a livello superficiale. I
tessuti sottostanti devono essere ancora molli ed avere la normale "elasticità".
Non schiacciate né attribuite colpi ai tessuti. La condizione dei tessuti più
profondi può essere individuata palpando delicatamente l'area colpita. Procedete
nell'esame come se l'area colpita presentasse una frattura ossea.
I sintomi e i segni del congelamento profondo sono i seguenti:
K La pelle sarà chiazzata. Il colore tenderà al bianco, poi al giallo grigio e infine al
grigio blu.
K I
tessuti sembreranno congelati alla palpazione, senza l'elasticità
sottostante tipica del congelamento superficiale.
La terapia iniziale per il congelamento superficiale e profondo è analoga e viene praticata
da personale medico, pertanto: dopo aver eliminato gli indumenti freddi e/o umidi (non
rimuoverli se adesi alla zona colpita!) e protetto la zona congelata con molta delicatezza
procedere immediatamente al trasporto. Se possibile, il trasporto dovrebbe essere
effettuato immediatamente, ma nel caso dovesse essere ritardato, portate il paziente al
coperto e mantenetelo al caldo. Non consentitegli di fumare. Il fumo causa un
restringimento dei vasi sanguigni, riducendo la circolazione nei tessuti danneggiati,
Analogamente, non permettetegli di assumere bevande alcoliche.
NOTA: Non fatevi influenzare dai presenti e non date credito a certe tradizioni
popolari o consuetudini: non sfregate mai una zona congelata ne utilizzate neve sulla
zona colpita, dal momento che vi sono dei cristalli di ghiaccio a livello dei capillari che in
seguito ad uno sfregamento potrebbero danneggiare gravemente i tessuti già lesi. Non
scongelate un arto congelato se esiste il rischio di un nuovo congelamento.
Raffreddamento generale - Ipotermia Il raffreddamento generale del corpo è noto come assideramento o ipotermia.
L'esposizione al freddo riduce il calore corporeo. Col tempo, l'organismo non è più in
grado di mantenere costante la propria temperatura interna. Se non viene curata,
l'ipotermia è letale. Ricordate che l'ipotermia può insorgere a temperature superiori
rispetto al congelamento. Essa costituisce spesso un grave problema per gli anziani.
Durante i mesi invernali, molti anziani vivono in stanze poco riscaldate. Il processo
naturale d'invecchiamento, le malattie croniche, la dieta povera e la mancanza di
esercizio si sommano all'ambiente freddo causando ipotermia o assideramento.
I sintomi e i segni dell'ipotermia sono caratterizzati da:
K Brividi (nelle fasi iniziali, quando la temperatura corporea interna è superiore ai
32'C).
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K Sensazione di intorpidimento.
K Sonnolenza e mancanza di volontà nel fare persino le cose più semplici. È
possibile osservare un livello ridotto di coscienza.
K Respirazione e polso lenti (in caso di ipotermia prolungata).
K Facoltà visive ridotte (in caso di ipotermia prolungata).
K Difficoltà a coordinare i movimenti (è possibile che il paziente barcolli).
K Perdita di conoscenza, generalmente il paziente ha uno "sguardo privo di
espressione" (nei casi estremi).
Bisogna innanzi tutto
K Procedere alla valutazione del paziente, parlandogli esaminandolo in modo da
rendersi conto dell'entità del problema.
K Portare il paziente all'asciutto eliminando gli indumenti umidi e stretti e coprirlo
con coperte asciutte.
K Somministrare bevande calde e zuccherate (non alcolici!) se il paziente è
cosciente e collaborante.
K Controllare i parametri vitali e intervenire se necessario.
K Trasportare il paziente in posizione antishock.
K Somministrare ossigeno
ATTENZIONE: non riscaldare troppo velocemente il paziente per il rischio di insorgenza
di Fibrillazione Ventricolare! Il riscaldamento dove interessare il tronco, le ascelle e
l'inguine. Per ultimi vanno riscaldati gli arti.
NON CERCATE DI RISCALDARE UN PAZIENTE AFFETTO DA IPOTERMIA GRAVE.
Anche riscaldando il paziente lentamente, potreste causare una: fibrillazione ventricolare
letale. In caso di pazienti affetti da ipotermia grave, dovreste:
K Trattare i pazienti con la maggior cura possibile, altrimenti potreste provocare una
fibrillazione ventricolare.
K Posizionare il paziente con la testa in basso. Assicuratevi che le vie aeree siano
pervie.
K Erogare ossigeno ad alta concentrazione dopo averlo fatto passare attraverso un
umidificatore ad acqua calda. Potete eventualmente utilizzare l'ossigeno tenuto al
caldo all'interno dello scomparto per il passeggero. Se non avete altra scelta,
usate pure ossigeno da una bombola fredda
K Avvolgere il paziente con coperte. Se possibile, utilizzate coperte isolanti.
K Trasportare il paziente IMMEDIATAMENTE.
Nei casi di ipotermia in fase molto avanzata, il paziente sarà privo di conoscenza, e non
riuscirete ad individuare segni vitali (si può impiegare anche un minuto per cercare il polso
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carotideo). Alla palpazione il paziente apparirà molto freddo (la temperatura interna del
corpo può essere inferiore ai 26,5'C), ma è ancora possibile che il paziente sia in vita!
Cominciate subito una rianimazione cardiopolmonare! Il paziente potrebbe impiegare
30 minuti e oltre prima di raggiungere la morte biologica. Il personale del pronto
soccorso non dichiarerà un paziente biologicamente morto senza prima averlo
riscaldato e aver tentato una rianimazione. Ciò significa che non potete presupporre
che un paziente colpito da ipotermia grave sia morto solo in base alla temperatura
corporea e all'assenza di segni vitali.
Bibliografia:
Aa. Vv. (2004) Scenari di Soccorso, Manuale formativo per il Volontario Soccorritore
118, Torino, Anpas Piemonte.
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