La prima guerra mondiale (laura)

LA PRIMA GUERRA MONDIALE
INTESE TRA STATI E FRONTI
PREMESSE
1) Austria ≠ Russia  Balcani
Germania ≠ Francia  Rivincita
Germania ≠ Inghilterra  supremazia flotta
2) Alleanze contrapposte  AAA 1882 (Triplice Alleanza)
 intese tra Stati
3) Corsa agli armamenti
4) Spinte nazionaliste e belliciste (ogni nazione vuole di più, spinte ad estendere i
propri confini)
1
28 Giugno 1914 = L’arciduca Ferdinando (erede al trono d’Austria) muore a Sarajevo ,
ucciso da uno studente bosniaco con due colpi di pistola.
Questo fu il fatto detonatore, che suscitò la reazione del governo e dei circoli dirigenti
austriaci, da tempo convinti della necessità di impartire una dura lezione alla Serbia. Fu
un attentato terroristico, che trasformò così in un caso internazionale e mise in moto una
catena di reazioni che precipitarono l’Europa in un conflitto di proporzioni mai viste.
L’Austria compì la prima mossa inviando, il 23 luglio, un ultimatum alla Serbia. Il
secondo passo lo fece la Russia assicurando il proprio sostegno alla Serbia, il governo
serbo accettò solo in parte l’ultimatum. L’Austria giudicò la risposta insufficiente ed il 28
luglio, dichiarò guerra alla Serbia.
La Russia mobilita l’esercito contro l’Austria, affiancando la Serbia.
La Germania ordina alla Russia di smobilitare il suo esercito e di sospendere i preparativi
bellici perché troppo vicino ai suoi confini. La Russia non da una risposta e a distanza di
24 ore, la Germania dichiara guerra alla Russia.
La Russia chiama la Francia a smobilitarsi, poiché esse sono legate da un trattato di
alleanza militare. La Germania da un ultimatum alla Francia, di non accettare la
smobilitazione chiesta dalla Russia per mettersi contro. La Francia non ascolta e
smobilita le sue truppe. La Germania, dichiara guerra anche alla Francia.
Fu dunque l’iniziativa del governo tedesco a far precipitare definitivamente la situazione.
Bisogna ricordare che la Germania soffriva già da tempo un complesso di accerchiamento
per l’intesa tra Russia e Francia (1894), si sentiva in mezzo, si sentiva soffocare.
Piano Schlieffen = La strategia dei generali tedeschi si basava sulla rapidità e sulla
sorpresa.
La Germania deve fare un effetto sorpresa con la Francia e la Russia.
 Impiegare la maggior parte dell’esercito in Francia e renderla una guerra rapida.
 La Russia è lenta perché non ha ferrovie e per arrivare in Germania ci metterebbe
mesi.
 La Germania tenta di sfondare la Francia da Nord, per arrivare prima ad occupare
Parigi.
2
La Germania occupa il Belgio per attaccare la Francia. In questo momento entra
l’Inghilterra in guerra perché la Germania ha invaso il Belgio (paese neutrale).
Germania non occupa Parigi, si ferma a 40 km dalla capitale.
La Francia non si arrende.
L’Inghilterra ha potenziale umano e risorse. Non aveva problemi ad affrontare la guerra,
perché aveva colonie in ogni dove e mandavano materiale, armi, cibo e uomini.
La Russia era priva di risorse in guerra, ha solo ferro e carbone.
PERCHÉ LA GUERRA DIVENTA MONDIALE?
La guerra diventa subito mondiale perché da quando entra l’Inghilterra è come se tutto il
mondo entrasse. Tante colonie sparse per il mondo.
Due Schieramenti
Inghilterra:
INTESE
IMPERI CENTRALI
POSITIVITA’
POSITIVITA’
• superiorità navale
• risorse colonie
Russia: • potenziale umano
Germania:
• ottima preparazione
militare
• contiguità territoriale
Austria: (riesce a mandare l’esercito
dove vuole)
NEGATIVITA’
• non ha rifornimenti via
Germania: nave perché l’Inghilterra le
blocca gli accessi via mare
3
NUOVE ARMI
La novità più importante della prima guerra mondiale è stata la
MITRAGLIATRICE AUTOMATICA
È un arma fondamentale. Sebbene tutti disponevano di fucili a ripetizione e di cannoni
potentissimi, la mitragliatrice diventa arma fondamentale perché se la guerra diventa di
posizione, bisogna mantenere tale postazione e difenderla. Serve ad impedire ai nemici di
attaccare. La mitragliatrice nella prima guerra mondiale era un arma potente e
maneggevole, capace di sparare centinaia di colpi al minuto..
Tra le varie armi utilizzate nella prima guerra mondiale ci sono: carri armati, fucili, e verrà
utilizzato il gas (al bando dopo la 1^ guerra mondiale, perché è un’arma silenziosa, letale e
disumana).
Nessuna fra le potenze belligeranti (Francia e Germania) avevano elaborato una strategia
militare di movimento, ma bensì avevano opzionato entrambe per una strategia di
stazionamento. Diventò così una guerra di logoramento, o di usura, che vedeva due
schieramenti praticamente immobili si affrontano in una serie di sterili quanto
sanguinosi attacchi, inframmezzati da lunghi periodi di interruzioni temporanee.
I tedeschi combatterono contro la Francia in maniera stazionaria molto bene, solo che le
risorse cominciavano a scarseggiare. Nel frattempo la Russia cercava di insinuarsi nella
Prussia orientale e parte dell’esercito tedesco era occupato nel fronte occidentale. La
Francia, il 6 settembre, attuò un improvviso contrattacco che fece indietreggiare la
Germania dalla capitale Parigi. Il progetto guerra tedesco poteva dirsi sostanzialmente
fallito.
UN CONFLITTO MONDIALE
La tendenza del conflitto ad ampliarsi, fino ad assumere dimensioni planetarie.
Nell’agosto 1914 il Giappone dichiara guerra alla Germania per impadronirsi dei
possedimenti tedeschi in Estremo Oriente. Nel novembre dello stesso anno la Turchia
interveniva a favore degli Imperi centrali.
4
Italia, Agosto 1914
Appena scoppiata la guerra, Salandra (presidente del Consiglio) aveva dichiarato la
neutralità dell’Italia.
L’Italia non fa ancora niente, perché la Triplice Alleanza è a scopo difensivo. Infatti,
l’Austria non era stata attaccata, né aveva consultato l’Italia prima di intraprendere
l’azione contro la Serbia.
Siamo un’Alleanza, non puoi fare di testa tua… io di te non mi fido. (Italia  Austria)
La Triplice Alleanza è stata raffreddata.
Il Parlamento
I giornali
TUTTI NEUTRALI
Opinione pubblica
L’Italia ricevette una proposta da alcuni settori politici, l’eventualità di andare contro
l’Impero Austro-Ungarico, che avrebbe consentito all’Italia di portare a casa Trento e
Trieste.
La linea interventista era formata da gruppi e partiti della sinistra democratica:
repubblicani, radicali, socialriformisti, associazioni irredentiste, eretici.
Sull’opposto versante politico, i nazionalisti, si erano schierati in un primo tempo per gli
Imperi centrali ed erano comunque decisi a far sì che l’Italia potesse affermare la sua
vocazione di grande potenza imperialista.
Giolitti, era a capo della linea neutralista, e non riteneva il paese preparato ad affrontare
una guerra ed era convinto che l’Italia con la sua neutralità avrebbe potuto ottenere dei
territori rivendicati dagli Imperi centrali.
Il Partito Socialista e la Confederazione generale del lavoro, mantennero una posizione di
condanna della guerra, mentre il direttore dell’”Avanti!” Benito Mussolini si schierò a
favore dell’intervento. Espulso dal partito, fondò nel novembre 1914, un nuovo
quotidiano, “Il Popolo d’Italia”, che divenne la principale tribuna dell’interventismo di
sinistra.
POI
INTERVENTISTI
→ Completamento Italia
• Repubblicani
• Nazionalisti
→ Occasione per fare Rivoluzione
• Socialisti rivoluzionari (non vogliono)
• Benito Mussolini
NEUTRALISTI
(maggioranza in Parlamento)
→ Neutralità + utile dell’intervento
• Giolittiani
→ Papa Benedetto XV
• NO guerra
→ Prestigio internazionale
• Corriere della Sera (a favore della
guerra solo successivamente)
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PERCHÉ L’ITALIA DEVE ENTRARE IN GUERRA?
Ricordiamo Cavour, lui diceva che dopo la guerra c’è un trattato di pace e in quel momento,
bisogna esserci, essere presenti. Bisogna fare parte negli eventi importanti. Bisogna
contare i morti e mettere i numeri sopra ad un tavolo, alla fine.
Il Corriere della Sera (prudente e graduale all’adesione della guerra), Salandra e Sonnino
(Ministro degli Esteri), temevano che una mancata partecipazione al conflitto avrebbe
gravemente compromesso la posizione internazionale dell’Italia e il prestigio della
monarchia.
IL PATTO DI LONDRA
Ciò che decise l’esito dello scontro fra neutralisti e interventisti fu l’atteggiamento del
capo del governo, del ministro degli Esteri e del re. Decisero, di accettare le proposte
dell’Intesa firmando, il 26 aprile 1915, il cosiddetto patto di Londra con Francia,
Inghilterra e Russia.
Alleati  RUSSIA, FRANCIA, INGHILTERRA
Entro 1 mese l’Italia doveva entrare in guerra.
• il Trentino
L’Italia, in caso di vittoria, avrebbe ottenuto:
• il Sud Tirolo (Bolzen) – Brennero
•La Venezia Giulia
• Istria – ECLUSO Fiume
• Parte della Dalmazia
PERCHÉ NON È PREVISTA LA CITTÀ DI FIUME (RIJEKA)?
Perché sarebbe stato uno dei problemi della fine della guerra. Se l’Italia avesse preso
Fiume e vinto la guerra, l’Impero Austro-Ungarico sarebbe rimasto senza sbocchi marini
e senza quindi un porto commerciale. Si sapeva quindi, che se anche l’Impero sarebbe
stato sconfitto, avrebbe comunque continuato ad esistere e doveva avere la possibilità di
continuare il suo commercio anche via nave.
Al rientro in Italia di Salandra, il Parlamento fa un putiferio quando viene a sapere che
ora l’Italia, deve entrare in guerra. Salandra si dimette.
Gli Interventisti con il passare del tempo diventeranno sempre di più e più numerosi,
scenderanno in piazza a far sentire la propria voce, urleranno “GUERRA!”, ci sarà un
movimento di massa in questo caso e le parti si capovolgeranno. La maggioranza,
diventerà la minoranza.
L’Italia (popolo) vuole la guerra / Il Parlamento NO
Il 20 maggio 1915, costretta a scegliere fra l’adesione alla guerra e un voto contrario che
sconfessasse con il governo lo stesso sovrano aprendo così una crisi istituzionale, la
Camera approvò, col voto contrario dei soli socialisti, la concessione dei pieni poteri al
governo.
La sera del 23 maggio l’Italia dichiarava guerra all’Austria.
6
Il 24 maggio 1915, l’Italia ENTRA in guerra.
LE BATTAGLIE DELL’ISONZO
Sul confine orientale le forze austro-ungariche, nettamente inferiori di numero,
ripiegarono per pochi chilometri.: quanto bastava per attestarsi sulle posizioni difensive
più favorevoli, lungo il corso dell’Isonzo e sulle alture del Carso. Contro queste linee le
truppe comandate dal generale Luigi Cadorna sferrarono, nel corso del 1915, quattro
sanguinose offensive (le prime quattro “battaglie dell’Isonzo”) senza riuscire a cogliere
alcun successo.
Persi 250.000 uomini nessun avanzamento … stesse posizioni
A Cadorna non interessava che alla prima o alla seconda battaglia, non si avanzasse e si
perdessero uomini… lui continuava a dare l’ordine di attaccare ai suoi soldati, mandandoli,
praticamente, al suicidio.
FRONTE FRANCESE: VERDUN E LA SOMME
All’inizio del 1916 i tedeschi sferrarono un attacco in forze contro la piazzaforte francese
di Verdun con lo scopo principale di dissanguare le forze nemiche. La battaglia, durata
quattro mesi, risultò troppo costosa anche per gli attaccanti che ebbero perdite di poco
inferiori a quelle degli avversari: complessivamente furono contati oltre 600.000 morti.
E la spaventosa carneficina, proseguì nei mesi successivi, quando gli inglesi tentarono
una controffensiva sul fiume Somme: qui, in sei mesi, il numero di morti arrivò a un
milione.
Battaglie
-
Attacco tedesco a Verdun
Contrattacco inglese sul fiume Somme
Sul fronte francese
400.000 morti
600.000 morti
________________________
1.000.000 morti
Risultati zero
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LA STRAFEXPEDITION
Nel giugno 1916 mentre l’offensiva tedesca a Verdun stava avendo la sua fine, l’esercito
austriaco passò all’attacco sul fronte italiano, tentando di penetrare in Trentino nella
pianura veneta e di spezzare in due lo schieramento nemico.
Se avesse camminato fino a Venezia, l’Italia che sarebbe rimasta “tra i due confini”
sarebbe diventata automaticamente Impero Austro-Ungarico e perciò l’Italia non avrebbe
nemmeno più il Veneto. Sarebbe stato un grosso problema.
Gli Italiani furono colti di sorpresa dall’offensiva, che fu chiamata significativamente
“Strafexpedition” (spedizione punitiva), ma riuscirono ad arrestarla sugli altipiani di
Asiago e successivamente a contrattaccare.
Il governo Salandra, per il contraccolpo psicologico suscitato nel paese, fu costretto alle
dimissioni e fu sostituito da un nuovo governo, presieduto da Paolo Boselli. Non cambio
niente: nel corso dell’anno ci furono ALTRE CINQUE BATTAGLIE DELL’ISONZO, senza
risultati tangibili, salvo quello di valore morale più che strategico della presa di Gorizia,
avvenuta nell’agosto 1916.
Fra la primavera e l’estate del 1915 una spedizione navale a guida britannica attaccò lo
stretto dei Dardanelli e riuscì a far sbarcare un contingente sulle coste turche. Ma
l’impresa si risolse in un sanguinoso fallimento. Nel giugno del 1916, furono i russi a
lanciare l’offensiva contro gli austriaci allora impegnati sul fronte italiano.
I loro successi convinsero la Romania a intervenire a fianco dell’Intesa.
In ottobre però, gli austro-tedeschi contrattaccarono e la Romania subì la stessa sorte
della Serbia, lasciando nelle mani dei nemici le sue risorse agricole e minerarie (grano e
petrolio).
8
BLOCCO NAVALE
Nel maggio 1916 la Germania mandò la propria flotta navale contro quella inglese, in
prossimità della penisola dello Jutland. La battaglia andò per le lunghe, gli inglesi
avevano un ferreo blocco navale nel Mare del Nord. Le perdite subìte in battaglia, per
quanto inferiori a quelle degli avversari, furono tali da indurre i comandi a ritirare le navi
nei porti, rinunciando definitivamente allo scontro in campo aperto. La battaglia si
concluse in parità, ma per la Germania era comunque una sconfitta.
Non ha più rifornimenti per la guerra, deve rompere un accerchiamento militare. Non hanno
vinto. Io Germania, se ti attacco e lo scontro finisce in parità, ho comunque perso. Perché la
parità, in guerra, non esistono.
TRINCEE
Dal punto di vista tecnico, la vera protagonista della guerra fu la trincea, ossia la più
semplice e primitiva tra le fortificazioni difensive. All’inizio come rifugi provvisori per le
truppe, divennero, la sede permanente dei reparti di prima linea. Col passare del tempo
furono allargate, dotate di ripari, protette da reticolati di filo spinato. La vita nelle trincee,
logorava i combattenti nel morale oltre che nel fisico e li gettava in uno stato di apatia e
di torpore mentale. Esposti al caldo, al freddo e alle intemperie, ed ai bombardamenti,
vivevano in condizioni igieniche pietose, non potevano né lavarsi né cambiarsi.
Pochi mesi di guerra nelle trincee furono sufficienti a far svanire l’entusiasmo patriottico
con cui molti combattenti avevano affrontato il conflitto. Gran parte dei soldati semplici,
non aveva idee precisi sui motivi per cui si combatteva la guerra le a considerava una
specie di flagello naturale.
- Cominciavano a domandarsi “Ma per che cosa stiamo combattendo? Non vediamo nessun
risultato. Che cosa stiamo a fare qua?”
Solo per pochi combattenti la guerra era una visione eroica ed avventurosa, come le
truppe d’assalto tedesco o gli Arditi italiani che compivano azioni particolarmente
rischiose e impegnative. Per tutto il resto dei soldati, la guerra era una dura necessità.
Dovevano combattere per la patria, perché era loro obbligo difendere la patria. I soldati,
ormai, combattevano perché animati da un senso di solidarietà dai propri compagni di
reparto e dei propri superiori ed erano costretti ad eseguire gli ordini o sarebbero stati
puniti.
Nel 1917, l’apice del rifiuto alla guerra si manifestò con le autolesioni da parte dei
soldati. Chi non ce la faceva più, si sparava in un piede diventando uno zoppo, si tagliava
le dita impedendosi di sparare. Si provocavano ferite e mutilazioni perché non volevano
più combattere e i soldati malridotti e mutilati, vengono rimandati a casa.
- Il 1917 è l’anno di stanchezza. Ci si fanno delle menomazioni per evitare l’arruolamento.
Perché? Perché i soldati sono esauriti, non ce la fanno più, psicologicamente e fisicamente.
Inizialmente c’era euforia nelle prime uccisioni “sai mamma, oggi ho ucciso il mio primo
austriaco!”, poi però lo stress comincia a pesare… Dopo 2 anni sempre nello stesso punto, i
soldati si demoralizzano.
- Chi andava in guerra? Gli operai generali. Gli operai specializzati, invece, rimangono in
fabbrica a lavorare, non vanno in guerra perché servono la patria anche sul posto di lavoro,
perché fanno il proprio dovere. Gli impiegati (colletti bianchi) non sono obbligati ad andare
in guerra, ma se qualcuno si offre volontario, nessuno gli vieta di andare al fronte.
- Nel dopoguerra, però i volontari che andavano in guerra e tornavano vivi e vegeti, si
ritrovavano senza lavoro, perché intanto, la ditta durante la sua assenza, aveva già trovato
il sostituto.
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1917
1- Rivoluzione russa
2- Intervento degli Stati Uniti nella guerra (per mettere in equilibrio la situazione)
3- Disastro di Caporetto
ARMI CHIMICHE E SVILUPPO TECNOLOGIE
Artiglierie pesanti, fucili a ripetizioni e mitragliatrici giocarono un ruolo decisivo nei
combattimenti, ma non costituirono delle novità assolute.
Del tutto nuova e sconvolgente fu l’introduzione delle armi chimiche, gas che venivano
indirizzati verso le trincee nemiche provocando la morte per soffocamento di chi li
respirava. Furono i tedeschi a usare per la prima volta nel 1915, queste armi che in
seguito vennero usati anche dagli altri eserciti. Frattanto però anche i mezzi di difesa si
svilupparono fino al punto da rendere gli aggressivi chimici troppo costosi in rapporto
alle perdite inflitte al nemico.
Equipaggiare milioni di soldati con la maschera antigas sarebbe stato una spesa enorme
per il suo fine.
La guerra sollecitò lo sviluppo di settori: automobilistico, aeronautico, radiofonia.
Il perfezionamento delle telecomunicazioni, permise di coordinare i movimenti delle
truppe su fronti vastissimi. L’impiego dei mezzi motorizzati consentì di far affluire
rapidamente enormi masse di soldati dalle retrovie al fronte.
Aviazione  gli aerei che venivano costruiti durante la guerra erano aerei di tela, piccoli
e leggeri e non erano abbastanza affidabili da utilizzare nelle battaglie. Venivano usati
soprattutto per ricognizione.
Carro Armato  mezzi corazzati muniti di mitragliatrici e cingoli, potevano muoversi su
qualsiasi tipo di terreno. Venivano usati per attaccare e scavalcare le trincee nemiche. I
primi a sperimentarli furono gli inglesi nel 1916, ma utilizzati in modo massiccio nel
1917. I carri armati migliori erano quelli tedeschi (più avanti).
Sottomarino  I tedeschi si servirono del sottomarino per attaccare le navi da guerra
nemiche, sia per affondare senza preavviso navi mercantili anche di paesi neutrali. La
guerra sottomarina si rivelò subito un’arma molto efficace. Gli Stati Uniti però non erano
d’accordo, e gli urtava in particolare gli interessi commerciali. Nell maggio 1915 un
sottomarino tedesco affondò un transatlantico inglese Lusitania che trasportava più di
mille passeggeri fra cui 140 cittadini americani. Le proteste degli Stati Uniti furono così
energiche da convincere i tedeschi a sospendere la guerra sottomarina indiscriminata.
VITTIME
Durante il primo conflitto mondiale, i più colpiti furono gli abitanti delle zone adiacenti al
fronte, costretti a lasciare le loro case e le loro terre. Chi risiedeva in un paese diverso
dalla propria patria d’origine e che poteva trovarsi improvvisamente nella condizione di
nemico: soggetto quindi alla confisca di beni e a una serie di restrizioni personali che
potevano arrivare all’internamento.
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TRASFORMAZIONI DELL’ECONOMIA
I mutamenti più vistosi furono quelli che interessarono il mondo dell’economia e in
particolare il settore industriale. Le industrie interessate alle forniture belliche conobbero
uno sviluppo imponente. Il loro cliente principale, ero lo Stato.
Ci furono anche trasformazioni degli apparati statali. Ci fu un aumento della burocrazia
a causa delle nuove attribuzioni di cui i governi vennero investiti.
Tutto questo indusse una continua dilazione dell’intervento statale.
La produzione agricola fu assoggettata a un regime di requisizioni e di prezzi controllati.
In Germania, si giunse a parlare di “socialismo di guerra”, ma il sistema era in realtà
gestito da militari e industriali, i quali trassero dall’economia bellica notevoli vantaggi in
termini di profitto e di potere.
I poteri dei governi erano a loro volta insidiati dall’invadenza dei militari: gli stati
maggiori, avevano poteri pressoché assoluti per tutto ciò che riguardava la conduzione
della guerra e potevano quindi influenzare pesantemente le scelte dei politici.
La dittatura militare, in Germania, non differiva granché dalla dittatura “giacobina”. Tutti
i mezzi furono usati per combattere i “nemici interni” e per mobilitare la popolazione
verso l’obiettivo della vittoria.
PROPOGANDA (sulla fede da diffondere)
Strumento essenziale per la mobilitazione dei cittadini era la propaganda, che non si
rivolgeva soltanto alle truppe, ma a tutta la
popolazione civile. I governi di tutti i paesi
cominciarono a stampare manifesti murali,
organizzare
manifestazioni
di
solidarietà
ai
combattenti, incoraggiare la nascita di comitati e
associazioni “per la resistenza interna”.
La propaganda era stata fatta per cercare di curare
l’opinione pubblica sulla guerra. Una preoccupazione
che tutti i governi cominciarono ad avere soprattutto
quando ci furono sempre più segni di cedimento e di
stanchezza da parte dei combattenti e della
popolazione civile.
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RUSSIA 1917
All’inizio di marzo uno sciopero generale degli operai, si trasformò in un’imponente
manifestazione politica contro il regime zarista. Quando i soldati a ristabilire l’ordine
rifiutarono di sparare sulla folla e fraternizzarono coi dimostranti, la sorte della
monarchia fu segnata: lo zar abdicò il 15 marzo e pochi giorni dopo venne arrestato con
l’intera famiglia reale.
Questa fu una delle cause al collasso militare della Russia.
Molti reparti rifiutarono di riconoscere l’autorità degli ufficiali ed elessero organi di
autogestione. Molti soldati-contadini abbandonarono il fronte e tornarono ai loro villaggi.
Il nuovo governo provvisorio, tentò in un nuovo attacco (luglio ’17) contro gli austrotedeschi in Galizia, ma si rivelò un completo fallimento. Da quel momento, la Russia
cessò di fornire qualsiasi contributo militare agli alleati.
I tedeschi penetrarono nell’ex Impero zarista e una volta raggiunti i propri obiettivi,
trasferirono forti contingenti di truppe sul fronte occidentale contro Inghilterra e Francia.
Furono gli anni più duri dall’inizio della guerra per le potenze dell’Intesa colpite dalla
guerra e in attesa dell’apporto militare americano.
La Russia perde molti territori che aveva. Ci guadagna la Germania perché non ci sono
fronti.
La Russia deve ritirarsi dalla guerra ad ogni costo. (cit. Lenin)
STATI UNITI 1917
6 Aprile 1917 gli Stati Uniti entrano in guerra al fianco dell’Intesa.
Gli Stati Uniti decidevano di entrare in guerra contro la Germania che aveva avviato una
guerra sottomarina indiscriminata, colpendo non solo le navi militari nemiche ma anche
i mercantili di paesi neutrali che portavano rifornimenti verso i porti dell’Intesa.
Già prima gli U.S.A. avevano ammonito la Germania per aver abbattuto un transatlantico
nel 1916…
Mandarono le loro truppe in Europa per salvare la democrazia.
IL MALESSERE DELLE TRUPPE
Si intensificarono dappertutto le manifestazioni di insofferenza popolare contro la guerra,
gli scioperi operai, gli ammutinamenti dei reparti combattenti. Il caso più grave in
Francia, dove dopo una inutile offensiva, alcuni reparti di fanteria si rifiutarono di
tornare a combattere. Non erano spronati in maniera corretta dal loro comandante.
Il trattamento materiale dei soldati fu migliorato e al comando dell’esercito fu chiamato il
generale Philippe Pétain, sostenitore di un uso più umano delle truppe in battaglia.
Anche gli Imperi centrali non se la passavano tanto bene. L’Impero austro-ungarico con
l’andamento non brillante della guerra, aveva ridato forza alle aspirazioni
indipendentiste.
Nell’estate 1917, ci fu un accordo fra serbi, croati e sloveni per la costituzione di uno
Stato unitario di slavi del Sud.
PAPA BENEDETTO XV
Il Papa ha decisamente sbagliato le parole per esprimersi con chi per 2 anni combatteva e
sosteneva la guerra.
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Non ebbe fortuna Papa Benedetto XV che invitò i governi a por fine all’”inutile strage” e a
prendere in considerazione l’ipotesi di una pace senza annessioni.
Un’espressione che sembrava riecheggiare le formule della propaganda socialista
CAPORETTO 1917
L’anno 1917 fu l’anno più difficile della guerra anche per l’Italia.
Cadorna ordinò una nuova serie di offensive sull’Isonzo, con risultati modesti ma perdite
umane ancora più pesanti che in passato.
Intanto fra la popolazione civile si moltiplicavano i segni di malcontento per i disagi
causati dall’aumento dei prezzi e dalla carenza di generi alimentari.
A Torino fra il 22 e il 26 agosto, ci fu una protesta originata dalla mancanza di pane che
si trasformò in un’autentica sommossa. Fu in questa occasione, che gli austro-tedeschi
decisero di mandare le truppe che dapprima erano occupate sul fronte russo (ora libero)
per infliggere un colpo all’Italia.
Soldati dall’est con la rivoluzione russa. L’esercito russo si disgrega e i soldati vanno a
casa. Tutti gli austro-ungarici vengono spostati per dare un colpo mortale all’Italia. Spostati
dal fronte russo, si concentrano sul fronte orientale italiano.
Il 24 ottobre 1917 un’armata austriaca
rafforzata da sette divisioni tedesche
attaccò le linee italiane sull’alto Isonzo
e lo sfondò nei pressi di Caporetto.
Gli attaccanti misero in pratica per la
prima volta una tattica di infiltrazione,
che consisteva di penetrare il più
rapidamente possibile in territorio
nemico
senza
preoccuparsi
di
consolidare le posizione raggiunte.
Non bisognava lasciare spazio agli
italiani
di
prendere
posizione,
bisognava metterlo in crisi.
La manovra fu così efficace ed inattesa
che buona parte delle truppe italiane,
per evitare di essere accerchiate,
dovettero
abbandonare
precipitosamente
posizioni
che
tenevano dall’inizio della guerra. Molti
soldati si disgregarono, mescolandosi
tra i profughi civili.
Con la ritirata, i soldati lasciarono sul
campo una quantità impressionante di
armi, munizioni, vettovaglie (provviste
alimentari). Con il bagaglio sarebbero
solamente rallentati.
Il nemico avanzando, riuscì ad
accaparrarsi tutto quello che veniva
lasciato indietro dall’italiano oltre a
10.000 km2 di territorio e 300.000
prigionieri.
13
Solo dopo due settimane un esercito dimezzato riusciva ad attestarsi sulla nuova linea
difensiva del Piave.
COSA VUOL DIRE “È STATA UNA CAPORETTO?”
Sconfitta disastrosa e sconvolgente per le sue conseguenze. Un disastro.
IL DISASTRO DI CAPORETTO. PERCHÉ DISASTRO?
Disastro perché noi avevamo un comando militare di scarsa qualità, inferiori rispetto a
quelli degli attaccanti. Insipienza di Cadorna, non si assume la responsabilità e dice che i
soldati non hanno voglia di combattere. Se un ufficiale non sa mantenere l’ordine, i
soldati perdono l’autostima e non sanno dove sbattere la testa. Se non sanno cosa fare,
cominciano a fuggire.
CAUSE DELLA SCONFITTA
Il generale Cadorna gettò le colpe della disfatta sui suoi stessi soldati, accusando i
reparti investiti dall’offensiva di essersi arresi senza combattere. La rottura del fronte era
stata determinata dagli errori dei comandi, ed i soldati si erano lasciati cogliere
impreparati dall’attacco sull’alto Isonzo. La situazione era diventata irreparabile per
l’efficacia della manovra ideata dagli strateghi tedeschi. Le conseguenze della sconfitta
furono ingigantite dallo stato di stanchezza e di demoralizzazione delle truppe.
Cadorna fu sostituito da Armando Diaz.
I soldati italiani che rimasero a combattere sul Piave e sul Monte Grappa, dimostrarono
di saper combattere valorosamente resistendo all’avanzata degli austro-tedeschi,
evitando così che la sconfitta si trasformasse in una catastrofe.
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QUAL È STATO IL LATO POSITIVO DELLA DISFATTA DI CAPORETTO?
La disfatta ha avuto ripercussioni positive, poiché la ritirata sul Piave aveva consentito
un notevole accorciamento del fronte e quindi un minor logorio dei reparti combattenti. I
soldati combattevano una guerra difensiva, contro un nemico che occupava una parte
del territorio nazionale: ciò contribuì a rendere più comprensibili gli scopi del conflitto e
ad aumentare il senso di coesione patriottica. Anche il cambio del generale e l’uscita di
scena di Cadorna, con l’entrata di Diaz ebbe effetti positivi sul morale delle truppe. Diaz
era infatti più attento alle esigenze dei soldati. Evidente fu lo sforzo di sollevare le
condizioni materiali ei morali dei combattenti, garantendo vitto più abbondante, licenze
più frequenti e maggiori possibilità di svago.
PERCHÉ “IL PIAVE MORMORÒ: NON PASSA LO STRANIERO!”?
Perché il fronte è più corto e siamo più concentrati, perché i soldati sanno che se
perdono, la Patria è perduta e la guerra finisce. Carichi di responsabilità.
COSA VUOL DIRE “È STATA LA MIA PIAVE”?
Linea di resistenza. Fino a lì, poi basta.
GUERRA DEMOCRATICA
Lotta per un più giusto ordine interno e internazionale, già agitata dagli interventisti di
sinistra e rilanciata con ben altra autorità dal presidente statunitense Wilson.
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LA PACE DI BREST-LITOVSK
Dopo la presa del potere in Russia dei bolscevichi (notte tra il 6/7 novembre), Lenin
decise di porre fine alla guerra e dichiarò la sua disponibilità a una pace “senza
annessioni e senza indennità”, firmando subito dopo l’armistizio con gli Imperi centrali.
Il 3 marzo 1918 nella città di Brest-Litovsk, ai confini con la Polonia, la Russia dovette
accettare le condizioni imposte dai tedeschi, che comportavano la perdita di circa un
quarto dei territori europei dell’Impero russo.
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I “QUATTORDICI PUNTI” DI WILSON
Nel gennaio 1918 Wilson precisò un programma di pace in quattordici punti, con
l’obiettivo che non ci sarebbero state più occasioni di guerra.
◘ Libertà di commercio
Gli Stati dovranno aprirsi e le frontiere non
dovrebbero esistere
◘ NO accordi diplomatici segreti
Mai più! Basta accordi, patti, promesse, intese,
ecc.
◘ Principio di nazionalità
Ogni popolo/nazione che lo voglia, ha diritto alla
sua indipendenza.
Se noi diamo ad ogni popolo, la possibilità di essere
indipendente nel suo territorio non si dovrebbero
essere combattimenti.
◘ Società delle Nazioni
Assemblea di tutte le nazioni. Se c’è un problema,
bisogna andare a fare un’assemblea in uno stato
neutrale per parlare e risolvere a scopo preventivo
di guerre.
Per assicurare
convivenza.
un
rispetto
delle
norme
di
Fu restituita alla Francia l’Alsazia-Lorena.
Il programma fu accolto come un “nuovo Vangelo” da parte dell’opinione pubblica.
L’Intesa non condivideva, ma lo accettarono perché avevano bisogno del supporto
americano, sia perché dovevano evitare la diffusione dell’altro vangelo rivoluzionario che
veniva dalla Russia bolscevica.
LE ULTIME BATTAGLIE E ARMISTIZI
Nel giugno 1918 la Germania tentò la sua ultima e disperata scommessa, impegnando
tutte le sue forze sulla Marna, mettendo sotto il tiro dei suoi cannoni a lunga gittata, la
città di Parigi.
Gli austriaci tentarono di sferrare il colpo decisivo sul fronte italiano attaccando in forze
sul Piave, ma furono respinti dopo una settimana di furiosi combattimenti.
Alla fine di luglio le forze dell’Intesa passarono al contrattacco. Fra l’8 e l’11 agosto, nella
grande battaglia di Amiens, i tedeschi subirono la prima grave sconfitta sul fronte
occidentale. Cominciarono ad arretrare lentamente, e nelle truppe tedesche si facevano
più evidenti i segni di stanchezza.
I generali tedeschi capirono di aver perso la guerra e tentarono di far ricadere la colpa sul
governo politico.
Il compito ingrato di aprire le trattative toccò a un nuovo governo di coalizione
democratica formatosi ai primi di ottobre con la partecipazione dei socialdemocratici e
dei cattolici del Centro. (18 ottobre 1918??)
La Germania cercava dei compromessi, ma i suoi alleati crollavano militarmente o si
disgregavano dall’interno.
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L’impero turco chiese l’armistizio in ottobre, dopo la resa della Bulgaria in settembre.
Verso la fine di ottobre l’Impero Austro-ungarico si ritrovo disfatto.
Cecoslovacchi e slavi del Sud proclamarono l’indipendenza.
Il 24 ottobre 1918, gli italiani lanciarono un’offensiva sul fronte del Piave, l’Impero era in
piena crisi, quale momento migliore. Sconfitti gli austriaci sul campo nella battaglia di
Vittorio Veneto, gli austriaci il 3 novembre firmarono a Villa Giusti (Padova), l’armistizio
con l’Italia che sarebbe entrato in vigore il giorno successivo, 4 novembre.
Armistizio firmato il 3 novembre  entrato in vigore il 4 novembre in Italia
Anche in Germania la situazione precipitava, i marinai tedeschi di Kiel, si ammutinarono
e diedero vita a consigli rivoluzionari ispirati all’esempio russo. Il moto si propagò a
Berlino e in Baviera e a esso parteciparono anche i socialdemocratici.
La brutta figura della Germania la devono gestire i politici socialdemocratici.
Mentre la Germania è sconfitta, i tedeschi non vedono l’ora che qualcuno gli proponga una
rivincita.
L’11 novembre i delegati del governo provvisorio tedesco firmavano l’armistizio nel
villaggio francese di RETHONDES.
La Germania perdeva così la guerra  per fame e per stanchezza, esaurimento delle forze
morali e materiali. Nessun territorio invaso da eserciti nemici.
La guerra portò un tragico bilancio di perdite umane (8 milioni e mezzo di morti, oltre 20
milioni di feriti gravi e mutilati) ed un drastico ridimensionamento del peso politico del
vecchio continente sulla scena internazionale.
TRATTATI DI PACE
Si doveva ridisegnare la carta politica del vecchio continente, rimasta pressoché
immutata per oltre mezzo secolo e ora svolta dal crollo contemporaneo di ben quattro
imperi (tedesco, austro-ungarico, russo e turco). Ricostruire un equilibrio europeo,
tenendo conto princìpi di democrazia e giustizia internazionale.
La realizzazione del programma wilsoniano si rivelò assai problematica, perché l’Europa
aveva dei gruppi etnici spesso intrecciati ed era quasi inevitabile che ci fossero nuovi
irredentismi. Bisognava in qualche modo punire gli sconfitti, considerati responsabili
della guerra e premiare i vincitori con qualche ripartizione territoriale.
Il contrasto fra l’ideale di una pace democratica e l’obiettivo di una pace punitiva risultò
evidente quando furono discusse le condizioni da imporre alla Germania.
Punizione della Germania
Il trattato di Versailles
conteneva queste condizioni
1) Restituzione dell’Alsazia-Lorena alla Francia
2) Polonia ricostituita dalle regioni orientali
3) Tutte le colonie tedesche spartite tra Francia,
Gran Bretagna e Giappone
4) Confini con la Francia alla riva sinistra del Reno
(Renania), territorio ricco di ferro e carbone
5) Smilitarizzare la valle del Reno
6) Abolito servizio di leva
7) Rinuncia della marina da guerra
8) 100.000 uomini massimo nell’esercito
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La Francia vuole che la Germania diventi povera con i debiti. La Renania deve essere libera
dall’esercito tedesco, loro non devono stazionare lì.
Il trattato di Versailles fu firmato il 28 giugno 1919, fu una vera e propria imposizione,
subìta sotto la minaccia dell’occupazione militare e del blocco economico.
Al trattato di Versailles sono presenti tutti i Paesi VINCITORI. No Russia No Germania No
Austria.
Era l’unico mezzo per impedire alla Germania di riprendere la posizione di grande
potenza.
La nuova Repubblica di Austria si trovò ridotta entro un territorio di appena 85.000
km2. Il trattato di pace stabiliva inoltre che l’indipendenza austriaca sarebbe stata
affidata alla tutela della costituenda Società delle nazioni che serviva a mascherare
l’opposizione delle potenze vincitrici all’eventualità di un’unificazione con la Germania.
Il crollo dell’Impero asburgico, rese possibile della nascita di nuovi Stati.
1)
2)
3)
4)
Polonia
Boemi e slovacchi  Repubblica di Cecoslovacchia
Slavi del Sud  Jugoslavia
Impero ottomano  Stato nazionale turco (privo di territori arabi)
Gli Stati vincitori cercarono di abbattere la Russia, aiutando i gruppi controrivoluzionari.
Furono riconosciute e protette, le nuove repubbliche indipendenti che si erano formate
nei territori baltici persi dalla Russia: Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania.
La Russia si ritrovò con una cintura di stati-cuscinetto tutti fortemente ostili. Un cordone
sanitario che aveva la funzione di bloccare ogni eventuale spinta espansiva della
Repubblica socialista, ogni possibile contagio rivoluzionario.
L’Europa uscita dalla conferenza di Parigi contava OTTO nuovi Stati.
L’Italia è piena di risentimento, “ci hanno preso in giro” niente colonie tedesche, se le sono
prese Francia, Gran Bretagna e Giappone.
I soldati tornano dal fronte incazzati perché non c’è più il loro vecchio lavoro, sono stati
rimpiazzati da chi non è andato in guerra. Non se lo meritano. Non hanno nessun
riconoscimento per aver servito la patria e aver rischiato la vita.
SOCIETA’ DELLE NAZIONI
Il problema che si poneva ai vincitori era quello di garantire la sopravvivenza del nuovo
assetto territoriale.
Ad assicurare il rispetto dei trattati e la salvaguardia della pace avrebbe dovuto
provvedere la Società delle Nazioni, accettata ufficialmente da tutti i partecipanti alla
conferenza di Versailles.
Prevedeva la rinuncia degli Stati membri alla guerra come strumento di soluzione dei
contrasti, il ricorso all’arbitrato, l’adozione di sanzioni economiche nei confronti degli
Stati aggressori.
Il colpo più duro alla Società delle Nazioni arrivò proprio dagli Stati Uniti, nel marzo 1920
Wilson, gravemente malato, non si poté presentare alle elezioni presidenziali del nuovo
governo e diede così la vittoria in mano ai repubblicani.
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NON FUNZIONA
-
Perde credibilità
Non ha la forza (solo parole, niente fatti)
Gli Stati Uniti ebbero un comportamento di isolazionismo, ossia di rifiuto delle
responsabilità mondiali e di ritorno a una sfera di interessi continentali, la Società delle
nazioni finì con l’essere egemonizzata da Gran Bretagna e Francia e non fu in grado di
prevenire alcuna delle crisi internazionali che furono presenti negli anni fra le due guerre
mondiali.
Caratteristiche della guerra
Perché mondiale.
1.
2.
3.
4.
Coinvolgimento mondiale
Durata
Enorme distruzione
Risorse (se non le hai…)
IL MONDO NON È PIÙ COME PRIMA.
La fine della guerra segna la fine dell’800 e l’inizio di un mondo nuovo.
Inghilterra e Francia hanno vinto la guerra, ma il centro del mondo (Europa) si sposta
altrove. Non abbiamo più l’esclusiva. Tutto si è spostato.
Laura
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