LA PRIMA GUERRA MONDIALE INTESE TRA STATI E FRONTI PREMESSE 1) Austria ≠ Russia Balcani Germania ≠ Francia Rivincita Germania ≠ Inghilterra supremazia flotta 2) Alleanze contrapposte AAA 1882 (Triplice Alleanza) intese tra Stati 3) Corsa agli armamenti 4) Spinte nazionaliste e belliciste (ogni nazione vuole di più, spinte ad estendere i propri confini) 1 28 Giugno 1914 = L’arciduca Ferdinando (erede al trono d’Austria) muore a Sarajevo , ucciso da uno studente bosniaco con due colpi di pistola. Questo fu il fatto detonatore, che suscitò la reazione del governo e dei circoli dirigenti austriaci, da tempo convinti della necessità di impartire una dura lezione alla Serbia. Fu un attentato terroristico, che trasformò così in un caso internazionale e mise in moto una catena di reazioni che precipitarono l’Europa in un conflitto di proporzioni mai viste. L’Austria compì la prima mossa inviando, il 23 luglio, un ultimatum alla Serbia. Il secondo passo lo fece la Russia assicurando il proprio sostegno alla Serbia, il governo serbo accettò solo in parte l’ultimatum. L’Austria giudicò la risposta insufficiente ed il 28 luglio, dichiarò guerra alla Serbia. La Russia mobilita l’esercito contro l’Austria, affiancando la Serbia. La Germania ordina alla Russia di smobilitare il suo esercito e di sospendere i preparativi bellici perché troppo vicino ai suoi confini. La Russia non da una risposta e a distanza di 24 ore, la Germania dichiara guerra alla Russia. La Russia chiama la Francia a smobilitarsi, poiché esse sono legate da un trattato di alleanza militare. La Germania da un ultimatum alla Francia, di non accettare la smobilitazione chiesta dalla Russia per mettersi contro. La Francia non ascolta e smobilita le sue truppe. La Germania, dichiara guerra anche alla Francia. Fu dunque l’iniziativa del governo tedesco a far precipitare definitivamente la situazione. Bisogna ricordare che la Germania soffriva già da tempo un complesso di accerchiamento per l’intesa tra Russia e Francia (1894), si sentiva in mezzo, si sentiva soffocare. Piano Schlieffen = La strategia dei generali tedeschi si basava sulla rapidità e sulla sorpresa. La Germania deve fare un effetto sorpresa con la Francia e la Russia. Impiegare la maggior parte dell’esercito in Francia e renderla una guerra rapida. La Russia è lenta perché non ha ferrovie e per arrivare in Germania ci metterebbe mesi. La Germania tenta di sfondare la Francia da Nord, per arrivare prima ad occupare Parigi. 2 La Germania occupa il Belgio per attaccare la Francia. In questo momento entra l’Inghilterra in guerra perché la Germania ha invaso il Belgio (paese neutrale). Germania non occupa Parigi, si ferma a 40 km dalla capitale. La Francia non si arrende. L’Inghilterra ha potenziale umano e risorse. Non aveva problemi ad affrontare la guerra, perché aveva colonie in ogni dove e mandavano materiale, armi, cibo e uomini. La Russia era priva di risorse in guerra, ha solo ferro e carbone. PERCHÉ LA GUERRA DIVENTA MONDIALE? La guerra diventa subito mondiale perché da quando entra l’Inghilterra è come se tutto il mondo entrasse. Tante colonie sparse per il mondo. Due Schieramenti Inghilterra: INTESE IMPERI CENTRALI POSITIVITA’ POSITIVITA’ • superiorità navale • risorse colonie Russia: • potenziale umano Germania: • ottima preparazione militare • contiguità territoriale Austria: (riesce a mandare l’esercito dove vuole) NEGATIVITA’ • non ha rifornimenti via Germania: nave perché l’Inghilterra le blocca gli accessi via mare 3 NUOVE ARMI La novità più importante della prima guerra mondiale è stata la MITRAGLIATRICE AUTOMATICA È un arma fondamentale. Sebbene tutti disponevano di fucili a ripetizione e di cannoni potentissimi, la mitragliatrice diventa arma fondamentale perché se la guerra diventa di posizione, bisogna mantenere tale postazione e difenderla. Serve ad impedire ai nemici di attaccare. La mitragliatrice nella prima guerra mondiale era un arma potente e maneggevole, capace di sparare centinaia di colpi al minuto.. Tra le varie armi utilizzate nella prima guerra mondiale ci sono: carri armati, fucili, e verrà utilizzato il gas (al bando dopo la 1^ guerra mondiale, perché è un’arma silenziosa, letale e disumana). Nessuna fra le potenze belligeranti (Francia e Germania) avevano elaborato una strategia militare di movimento, ma bensì avevano opzionato entrambe per una strategia di stazionamento. Diventò così una guerra di logoramento, o di usura, che vedeva due schieramenti praticamente immobili si affrontano in una serie di sterili quanto sanguinosi attacchi, inframmezzati da lunghi periodi di interruzioni temporanee. I tedeschi combatterono contro la Francia in maniera stazionaria molto bene, solo che le risorse cominciavano a scarseggiare. Nel frattempo la Russia cercava di insinuarsi nella Prussia orientale e parte dell’esercito tedesco era occupato nel fronte occidentale. La Francia, il 6 settembre, attuò un improvviso contrattacco che fece indietreggiare la Germania dalla capitale Parigi. Il progetto guerra tedesco poteva dirsi sostanzialmente fallito. UN CONFLITTO MONDIALE La tendenza del conflitto ad ampliarsi, fino ad assumere dimensioni planetarie. Nell’agosto 1914 il Giappone dichiara guerra alla Germania per impadronirsi dei possedimenti tedeschi in Estremo Oriente. Nel novembre dello stesso anno la Turchia interveniva a favore degli Imperi centrali. 4 Italia, Agosto 1914 Appena scoppiata la guerra, Salandra (presidente del Consiglio) aveva dichiarato la neutralità dell’Italia. L’Italia non fa ancora niente, perché la Triplice Alleanza è a scopo difensivo. Infatti, l’Austria non era stata attaccata, né aveva consultato l’Italia prima di intraprendere l’azione contro la Serbia. Siamo un’Alleanza, non puoi fare di testa tua… io di te non mi fido. (Italia Austria) La Triplice Alleanza è stata raffreddata. Il Parlamento I giornali TUTTI NEUTRALI Opinione pubblica L’Italia ricevette una proposta da alcuni settori politici, l’eventualità di andare contro l’Impero Austro-Ungarico, che avrebbe consentito all’Italia di portare a casa Trento e Trieste. La linea interventista era formata da gruppi e partiti della sinistra democratica: repubblicani, radicali, socialriformisti, associazioni irredentiste, eretici. Sull’opposto versante politico, i nazionalisti, si erano schierati in un primo tempo per gli Imperi centrali ed erano comunque decisi a far sì che l’Italia potesse affermare la sua vocazione di grande potenza imperialista. Giolitti, era a capo della linea neutralista, e non riteneva il paese preparato ad affrontare una guerra ed era convinto che l’Italia con la sua neutralità avrebbe potuto ottenere dei territori rivendicati dagli Imperi centrali. Il Partito Socialista e la Confederazione generale del lavoro, mantennero una posizione di condanna della guerra, mentre il direttore dell’”Avanti!” Benito Mussolini si schierò a favore dell’intervento. Espulso dal partito, fondò nel novembre 1914, un nuovo quotidiano, “Il Popolo d’Italia”, che divenne la principale tribuna dell’interventismo di sinistra. POI INTERVENTISTI → Completamento Italia • Repubblicani • Nazionalisti → Occasione per fare Rivoluzione • Socialisti rivoluzionari (non vogliono) • Benito Mussolini NEUTRALISTI (maggioranza in Parlamento) → Neutralità + utile dell’intervento • Giolittiani → Papa Benedetto XV • NO guerra → Prestigio internazionale • Corriere della Sera (a favore della guerra solo successivamente) 5 PERCHÉ L’ITALIA DEVE ENTRARE IN GUERRA? Ricordiamo Cavour, lui diceva che dopo la guerra c’è un trattato di pace e in quel momento, bisogna esserci, essere presenti. Bisogna fare parte negli eventi importanti. Bisogna contare i morti e mettere i numeri sopra ad un tavolo, alla fine. Il Corriere della Sera (prudente e graduale all’adesione della guerra), Salandra e Sonnino (Ministro degli Esteri), temevano che una mancata partecipazione al conflitto avrebbe gravemente compromesso la posizione internazionale dell’Italia e il prestigio della monarchia. IL PATTO DI LONDRA Ciò che decise l’esito dello scontro fra neutralisti e interventisti fu l’atteggiamento del capo del governo, del ministro degli Esteri e del re. Decisero, di accettare le proposte dell’Intesa firmando, il 26 aprile 1915, il cosiddetto patto di Londra con Francia, Inghilterra e Russia. Alleati RUSSIA, FRANCIA, INGHILTERRA Entro 1 mese l’Italia doveva entrare in guerra. • il Trentino L’Italia, in caso di vittoria, avrebbe ottenuto: • il Sud Tirolo (Bolzen) – Brennero •La Venezia Giulia • Istria – ECLUSO Fiume • Parte della Dalmazia PERCHÉ NON È PREVISTA LA CITTÀ DI FIUME (RIJEKA)? Perché sarebbe stato uno dei problemi della fine della guerra. Se l’Italia avesse preso Fiume e vinto la guerra, l’Impero Austro-Ungarico sarebbe rimasto senza sbocchi marini e senza quindi un porto commerciale. Si sapeva quindi, che se anche l’Impero sarebbe stato sconfitto, avrebbe comunque continuato ad esistere e doveva avere la possibilità di continuare il suo commercio anche via nave. Al rientro in Italia di Salandra, il Parlamento fa un putiferio quando viene a sapere che ora l’Italia, deve entrare in guerra. Salandra si dimette. Gli Interventisti con il passare del tempo diventeranno sempre di più e più numerosi, scenderanno in piazza a far sentire la propria voce, urleranno “GUERRA!”, ci sarà un movimento di massa in questo caso e le parti si capovolgeranno. La maggioranza, diventerà la minoranza. L’Italia (popolo) vuole la guerra / Il Parlamento NO Il 20 maggio 1915, costretta a scegliere fra l’adesione alla guerra e un voto contrario che sconfessasse con il governo lo stesso sovrano aprendo così una crisi istituzionale, la Camera approvò, col voto contrario dei soli socialisti, la concessione dei pieni poteri al governo. La sera del 23 maggio l’Italia dichiarava guerra all’Austria. 6 Il 24 maggio 1915, l’Italia ENTRA in guerra. LE BATTAGLIE DELL’ISONZO Sul confine orientale le forze austro-ungariche, nettamente inferiori di numero, ripiegarono per pochi chilometri.: quanto bastava per attestarsi sulle posizioni difensive più favorevoli, lungo il corso dell’Isonzo e sulle alture del Carso. Contro queste linee le truppe comandate dal generale Luigi Cadorna sferrarono, nel corso del 1915, quattro sanguinose offensive (le prime quattro “battaglie dell’Isonzo”) senza riuscire a cogliere alcun successo. Persi 250.000 uomini nessun avanzamento … stesse posizioni A Cadorna non interessava che alla prima o alla seconda battaglia, non si avanzasse e si perdessero uomini… lui continuava a dare l’ordine di attaccare ai suoi soldati, mandandoli, praticamente, al suicidio. FRONTE FRANCESE: VERDUN E LA SOMME All’inizio del 1916 i tedeschi sferrarono un attacco in forze contro la piazzaforte francese di Verdun con lo scopo principale di dissanguare le forze nemiche. La battaglia, durata quattro mesi, risultò troppo costosa anche per gli attaccanti che ebbero perdite di poco inferiori a quelle degli avversari: complessivamente furono contati oltre 600.000 morti. E la spaventosa carneficina, proseguì nei mesi successivi, quando gli inglesi tentarono una controffensiva sul fiume Somme: qui, in sei mesi, il numero di morti arrivò a un milione. Battaglie - Attacco tedesco a Verdun Contrattacco inglese sul fiume Somme Sul fronte francese 400.000 morti 600.000 morti ________________________ 1.000.000 morti Risultati zero 7 LA STRAFEXPEDITION Nel giugno 1916 mentre l’offensiva tedesca a Verdun stava avendo la sua fine, l’esercito austriaco passò all’attacco sul fronte italiano, tentando di penetrare in Trentino nella pianura veneta e di spezzare in due lo schieramento nemico. Se avesse camminato fino a Venezia, l’Italia che sarebbe rimasta “tra i due confini” sarebbe diventata automaticamente Impero Austro-Ungarico e perciò l’Italia non avrebbe nemmeno più il Veneto. Sarebbe stato un grosso problema. Gli Italiani furono colti di sorpresa dall’offensiva, che fu chiamata significativamente “Strafexpedition” (spedizione punitiva), ma riuscirono ad arrestarla sugli altipiani di Asiago e successivamente a contrattaccare. Il governo Salandra, per il contraccolpo psicologico suscitato nel paese, fu costretto alle dimissioni e fu sostituito da un nuovo governo, presieduto da Paolo Boselli. Non cambio niente: nel corso dell’anno ci furono ALTRE CINQUE BATTAGLIE DELL’ISONZO, senza risultati tangibili, salvo quello di valore morale più che strategico della presa di Gorizia, avvenuta nell’agosto 1916. Fra la primavera e l’estate del 1915 una spedizione navale a guida britannica attaccò lo stretto dei Dardanelli e riuscì a far sbarcare un contingente sulle coste turche. Ma l’impresa si risolse in un sanguinoso fallimento. Nel giugno del 1916, furono i russi a lanciare l’offensiva contro gli austriaci allora impegnati sul fronte italiano. I loro successi convinsero la Romania a intervenire a fianco dell’Intesa. In ottobre però, gli austro-tedeschi contrattaccarono e la Romania subì la stessa sorte della Serbia, lasciando nelle mani dei nemici le sue risorse agricole e minerarie (grano e petrolio). 8 BLOCCO NAVALE Nel maggio 1916 la Germania mandò la propria flotta navale contro quella inglese, in prossimità della penisola dello Jutland. La battaglia andò per le lunghe, gli inglesi avevano un ferreo blocco navale nel Mare del Nord. Le perdite subìte in battaglia, per quanto inferiori a quelle degli avversari, furono tali da indurre i comandi a ritirare le navi nei porti, rinunciando definitivamente allo scontro in campo aperto. La battaglia si concluse in parità, ma per la Germania era comunque una sconfitta. Non ha più rifornimenti per la guerra, deve rompere un accerchiamento militare. Non hanno vinto. Io Germania, se ti attacco e lo scontro finisce in parità, ho comunque perso. Perché la parità, in guerra, non esistono. TRINCEE Dal punto di vista tecnico, la vera protagonista della guerra fu la trincea, ossia la più semplice e primitiva tra le fortificazioni difensive. All’inizio come rifugi provvisori per le truppe, divennero, la sede permanente dei reparti di prima linea. Col passare del tempo furono allargate, dotate di ripari, protette da reticolati di filo spinato. La vita nelle trincee, logorava i combattenti nel morale oltre che nel fisico e li gettava in uno stato di apatia e di torpore mentale. Esposti al caldo, al freddo e alle intemperie, ed ai bombardamenti, vivevano in condizioni igieniche pietose, non potevano né lavarsi né cambiarsi. Pochi mesi di guerra nelle trincee furono sufficienti a far svanire l’entusiasmo patriottico con cui molti combattenti avevano affrontato il conflitto. Gran parte dei soldati semplici, non aveva idee precisi sui motivi per cui si combatteva la guerra le a considerava una specie di flagello naturale. - Cominciavano a domandarsi “Ma per che cosa stiamo combattendo? Non vediamo nessun risultato. Che cosa stiamo a fare qua?” Solo per pochi combattenti la guerra era una visione eroica ed avventurosa, come le truppe d’assalto tedesco o gli Arditi italiani che compivano azioni particolarmente rischiose e impegnative. Per tutto il resto dei soldati, la guerra era una dura necessità. Dovevano combattere per la patria, perché era loro obbligo difendere la patria. I soldati, ormai, combattevano perché animati da un senso di solidarietà dai propri compagni di reparto e dei propri superiori ed erano costretti ad eseguire gli ordini o sarebbero stati puniti. Nel 1917, l’apice del rifiuto alla guerra si manifestò con le autolesioni da parte dei soldati. Chi non ce la faceva più, si sparava in un piede diventando uno zoppo, si tagliava le dita impedendosi di sparare. Si provocavano ferite e mutilazioni perché non volevano più combattere e i soldati malridotti e mutilati, vengono rimandati a casa. - Il 1917 è l’anno di stanchezza. Ci si fanno delle menomazioni per evitare l’arruolamento. Perché? Perché i soldati sono esauriti, non ce la fanno più, psicologicamente e fisicamente. Inizialmente c’era euforia nelle prime uccisioni “sai mamma, oggi ho ucciso il mio primo austriaco!”, poi però lo stress comincia a pesare… Dopo 2 anni sempre nello stesso punto, i soldati si demoralizzano. - Chi andava in guerra? Gli operai generali. Gli operai specializzati, invece, rimangono in fabbrica a lavorare, non vanno in guerra perché servono la patria anche sul posto di lavoro, perché fanno il proprio dovere. Gli impiegati (colletti bianchi) non sono obbligati ad andare in guerra, ma se qualcuno si offre volontario, nessuno gli vieta di andare al fronte. - Nel dopoguerra, però i volontari che andavano in guerra e tornavano vivi e vegeti, si ritrovavano senza lavoro, perché intanto, la ditta durante la sua assenza, aveva già trovato il sostituto. 9 1917 1- Rivoluzione russa 2- Intervento degli Stati Uniti nella guerra (per mettere in equilibrio la situazione) 3- Disastro di Caporetto ARMI CHIMICHE E SVILUPPO TECNOLOGIE Artiglierie pesanti, fucili a ripetizioni e mitragliatrici giocarono un ruolo decisivo nei combattimenti, ma non costituirono delle novità assolute. Del tutto nuova e sconvolgente fu l’introduzione delle armi chimiche, gas che venivano indirizzati verso le trincee nemiche provocando la morte per soffocamento di chi li respirava. Furono i tedeschi a usare per la prima volta nel 1915, queste armi che in seguito vennero usati anche dagli altri eserciti. Frattanto però anche i mezzi di difesa si svilupparono fino al punto da rendere gli aggressivi chimici troppo costosi in rapporto alle perdite inflitte al nemico. Equipaggiare milioni di soldati con la maschera antigas sarebbe stato una spesa enorme per il suo fine. La guerra sollecitò lo sviluppo di settori: automobilistico, aeronautico, radiofonia. Il perfezionamento delle telecomunicazioni, permise di coordinare i movimenti delle truppe su fronti vastissimi. L’impiego dei mezzi motorizzati consentì di far affluire rapidamente enormi masse di soldati dalle retrovie al fronte. Aviazione gli aerei che venivano costruiti durante la guerra erano aerei di tela, piccoli e leggeri e non erano abbastanza affidabili da utilizzare nelle battaglie. Venivano usati soprattutto per ricognizione. Carro Armato mezzi corazzati muniti di mitragliatrici e cingoli, potevano muoversi su qualsiasi tipo di terreno. Venivano usati per attaccare e scavalcare le trincee nemiche. I primi a sperimentarli furono gli inglesi nel 1916, ma utilizzati in modo massiccio nel 1917. I carri armati migliori erano quelli tedeschi (più avanti). Sottomarino I tedeschi si servirono del sottomarino per attaccare le navi da guerra nemiche, sia per affondare senza preavviso navi mercantili anche di paesi neutrali. La guerra sottomarina si rivelò subito un’arma molto efficace. Gli Stati Uniti però non erano d’accordo, e gli urtava in particolare gli interessi commerciali. Nell maggio 1915 un sottomarino tedesco affondò un transatlantico inglese Lusitania che trasportava più di mille passeggeri fra cui 140 cittadini americani. Le proteste degli Stati Uniti furono così energiche da convincere i tedeschi a sospendere la guerra sottomarina indiscriminata. VITTIME Durante il primo conflitto mondiale, i più colpiti furono gli abitanti delle zone adiacenti al fronte, costretti a lasciare le loro case e le loro terre. Chi risiedeva in un paese diverso dalla propria patria d’origine e che poteva trovarsi improvvisamente nella condizione di nemico: soggetto quindi alla confisca di beni e a una serie di restrizioni personali che potevano arrivare all’internamento. 10 TRASFORMAZIONI DELL’ECONOMIA I mutamenti più vistosi furono quelli che interessarono il mondo dell’economia e in particolare il settore industriale. Le industrie interessate alle forniture belliche conobbero uno sviluppo imponente. Il loro cliente principale, ero lo Stato. Ci furono anche trasformazioni degli apparati statali. Ci fu un aumento della burocrazia a causa delle nuove attribuzioni di cui i governi vennero investiti. Tutto questo indusse una continua dilazione dell’intervento statale. La produzione agricola fu assoggettata a un regime di requisizioni e di prezzi controllati. In Germania, si giunse a parlare di “socialismo di guerra”, ma il sistema era in realtà gestito da militari e industriali, i quali trassero dall’economia bellica notevoli vantaggi in termini di profitto e di potere. I poteri dei governi erano a loro volta insidiati dall’invadenza dei militari: gli stati maggiori, avevano poteri pressoché assoluti per tutto ciò che riguardava la conduzione della guerra e potevano quindi influenzare pesantemente le scelte dei politici. La dittatura militare, in Germania, non differiva granché dalla dittatura “giacobina”. Tutti i mezzi furono usati per combattere i “nemici interni” e per mobilitare la popolazione verso l’obiettivo della vittoria. PROPOGANDA (sulla fede da diffondere) Strumento essenziale per la mobilitazione dei cittadini era la propaganda, che non si rivolgeva soltanto alle truppe, ma a tutta la popolazione civile. I governi di tutti i paesi cominciarono a stampare manifesti murali, organizzare manifestazioni di solidarietà ai combattenti, incoraggiare la nascita di comitati e associazioni “per la resistenza interna”. La propaganda era stata fatta per cercare di curare l’opinione pubblica sulla guerra. Una preoccupazione che tutti i governi cominciarono ad avere soprattutto quando ci furono sempre più segni di cedimento e di stanchezza da parte dei combattenti e della popolazione civile. 11 RUSSIA 1917 All’inizio di marzo uno sciopero generale degli operai, si trasformò in un’imponente manifestazione politica contro il regime zarista. Quando i soldati a ristabilire l’ordine rifiutarono di sparare sulla folla e fraternizzarono coi dimostranti, la sorte della monarchia fu segnata: lo zar abdicò il 15 marzo e pochi giorni dopo venne arrestato con l’intera famiglia reale. Questa fu una delle cause al collasso militare della Russia. Molti reparti rifiutarono di riconoscere l’autorità degli ufficiali ed elessero organi di autogestione. Molti soldati-contadini abbandonarono il fronte e tornarono ai loro villaggi. Il nuovo governo provvisorio, tentò in un nuovo attacco (luglio ’17) contro gli austrotedeschi in Galizia, ma si rivelò un completo fallimento. Da quel momento, la Russia cessò di fornire qualsiasi contributo militare agli alleati. I tedeschi penetrarono nell’ex Impero zarista e una volta raggiunti i propri obiettivi, trasferirono forti contingenti di truppe sul fronte occidentale contro Inghilterra e Francia. Furono gli anni più duri dall’inizio della guerra per le potenze dell’Intesa colpite dalla guerra e in attesa dell’apporto militare americano. La Russia perde molti territori che aveva. Ci guadagna la Germania perché non ci sono fronti. La Russia deve ritirarsi dalla guerra ad ogni costo. (cit. Lenin) STATI UNITI 1917 6 Aprile 1917 gli Stati Uniti entrano in guerra al fianco dell’Intesa. Gli Stati Uniti decidevano di entrare in guerra contro la Germania che aveva avviato una guerra sottomarina indiscriminata, colpendo non solo le navi militari nemiche ma anche i mercantili di paesi neutrali che portavano rifornimenti verso i porti dell’Intesa. Già prima gli U.S.A. avevano ammonito la Germania per aver abbattuto un transatlantico nel 1916… Mandarono le loro truppe in Europa per salvare la democrazia. IL MALESSERE DELLE TRUPPE Si intensificarono dappertutto le manifestazioni di insofferenza popolare contro la guerra, gli scioperi operai, gli ammutinamenti dei reparti combattenti. Il caso più grave in Francia, dove dopo una inutile offensiva, alcuni reparti di fanteria si rifiutarono di tornare a combattere. Non erano spronati in maniera corretta dal loro comandante. Il trattamento materiale dei soldati fu migliorato e al comando dell’esercito fu chiamato il generale Philippe Pétain, sostenitore di un uso più umano delle truppe in battaglia. Anche gli Imperi centrali non se la passavano tanto bene. L’Impero austro-ungarico con l’andamento non brillante della guerra, aveva ridato forza alle aspirazioni indipendentiste. Nell’estate 1917, ci fu un accordo fra serbi, croati e sloveni per la costituzione di uno Stato unitario di slavi del Sud. PAPA BENEDETTO XV Il Papa ha decisamente sbagliato le parole per esprimersi con chi per 2 anni combatteva e sosteneva la guerra. 12 Non ebbe fortuna Papa Benedetto XV che invitò i governi a por fine all’”inutile strage” e a prendere in considerazione l’ipotesi di una pace senza annessioni. Un’espressione che sembrava riecheggiare le formule della propaganda socialista CAPORETTO 1917 L’anno 1917 fu l’anno più difficile della guerra anche per l’Italia. Cadorna ordinò una nuova serie di offensive sull’Isonzo, con risultati modesti ma perdite umane ancora più pesanti che in passato. Intanto fra la popolazione civile si moltiplicavano i segni di malcontento per i disagi causati dall’aumento dei prezzi e dalla carenza di generi alimentari. A Torino fra il 22 e il 26 agosto, ci fu una protesta originata dalla mancanza di pane che si trasformò in un’autentica sommossa. Fu in questa occasione, che gli austro-tedeschi decisero di mandare le truppe che dapprima erano occupate sul fronte russo (ora libero) per infliggere un colpo all’Italia. Soldati dall’est con la rivoluzione russa. L’esercito russo si disgrega e i soldati vanno a casa. Tutti gli austro-ungarici vengono spostati per dare un colpo mortale all’Italia. Spostati dal fronte russo, si concentrano sul fronte orientale italiano. Il 24 ottobre 1917 un’armata austriaca rafforzata da sette divisioni tedesche attaccò le linee italiane sull’alto Isonzo e lo sfondò nei pressi di Caporetto. Gli attaccanti misero in pratica per la prima volta una tattica di infiltrazione, che consisteva di penetrare il più rapidamente possibile in territorio nemico senza preoccuparsi di consolidare le posizione raggiunte. Non bisognava lasciare spazio agli italiani di prendere posizione, bisognava metterlo in crisi. La manovra fu così efficace ed inattesa che buona parte delle truppe italiane, per evitare di essere accerchiate, dovettero abbandonare precipitosamente posizioni che tenevano dall’inizio della guerra. Molti soldati si disgregarono, mescolandosi tra i profughi civili. Con la ritirata, i soldati lasciarono sul campo una quantità impressionante di armi, munizioni, vettovaglie (provviste alimentari). Con il bagaglio sarebbero solamente rallentati. Il nemico avanzando, riuscì ad accaparrarsi tutto quello che veniva lasciato indietro dall’italiano oltre a 10.000 km2 di territorio e 300.000 prigionieri. 13 Solo dopo due settimane un esercito dimezzato riusciva ad attestarsi sulla nuova linea difensiva del Piave. COSA VUOL DIRE “È STATA UNA CAPORETTO?” Sconfitta disastrosa e sconvolgente per le sue conseguenze. Un disastro. IL DISASTRO DI CAPORETTO. PERCHÉ DISASTRO? Disastro perché noi avevamo un comando militare di scarsa qualità, inferiori rispetto a quelli degli attaccanti. Insipienza di Cadorna, non si assume la responsabilità e dice che i soldati non hanno voglia di combattere. Se un ufficiale non sa mantenere l’ordine, i soldati perdono l’autostima e non sanno dove sbattere la testa. Se non sanno cosa fare, cominciano a fuggire. CAUSE DELLA SCONFITTA Il generale Cadorna gettò le colpe della disfatta sui suoi stessi soldati, accusando i reparti investiti dall’offensiva di essersi arresi senza combattere. La rottura del fronte era stata determinata dagli errori dei comandi, ed i soldati si erano lasciati cogliere impreparati dall’attacco sull’alto Isonzo. La situazione era diventata irreparabile per l’efficacia della manovra ideata dagli strateghi tedeschi. Le conseguenze della sconfitta furono ingigantite dallo stato di stanchezza e di demoralizzazione delle truppe. Cadorna fu sostituito da Armando Diaz. I soldati italiani che rimasero a combattere sul Piave e sul Monte Grappa, dimostrarono di saper combattere valorosamente resistendo all’avanzata degli austro-tedeschi, evitando così che la sconfitta si trasformasse in una catastrofe. 14 QUAL È STATO IL LATO POSITIVO DELLA DISFATTA DI CAPORETTO? La disfatta ha avuto ripercussioni positive, poiché la ritirata sul Piave aveva consentito un notevole accorciamento del fronte e quindi un minor logorio dei reparti combattenti. I soldati combattevano una guerra difensiva, contro un nemico che occupava una parte del territorio nazionale: ciò contribuì a rendere più comprensibili gli scopi del conflitto e ad aumentare il senso di coesione patriottica. Anche il cambio del generale e l’uscita di scena di Cadorna, con l’entrata di Diaz ebbe effetti positivi sul morale delle truppe. Diaz era infatti più attento alle esigenze dei soldati. Evidente fu lo sforzo di sollevare le condizioni materiali ei morali dei combattenti, garantendo vitto più abbondante, licenze più frequenti e maggiori possibilità di svago. PERCHÉ “IL PIAVE MORMORÒ: NON PASSA LO STRANIERO!”? Perché il fronte è più corto e siamo più concentrati, perché i soldati sanno che se perdono, la Patria è perduta e la guerra finisce. Carichi di responsabilità. COSA VUOL DIRE “È STATA LA MIA PIAVE”? Linea di resistenza. Fino a lì, poi basta. GUERRA DEMOCRATICA Lotta per un più giusto ordine interno e internazionale, già agitata dagli interventisti di sinistra e rilanciata con ben altra autorità dal presidente statunitense Wilson. 15 LA PACE DI BREST-LITOVSK Dopo la presa del potere in Russia dei bolscevichi (notte tra il 6/7 novembre), Lenin decise di porre fine alla guerra e dichiarò la sua disponibilità a una pace “senza annessioni e senza indennità”, firmando subito dopo l’armistizio con gli Imperi centrali. Il 3 marzo 1918 nella città di Brest-Litovsk, ai confini con la Polonia, la Russia dovette accettare le condizioni imposte dai tedeschi, che comportavano la perdita di circa un quarto dei territori europei dell’Impero russo. 16 I “QUATTORDICI PUNTI” DI WILSON Nel gennaio 1918 Wilson precisò un programma di pace in quattordici punti, con l’obiettivo che non ci sarebbero state più occasioni di guerra. ◘ Libertà di commercio Gli Stati dovranno aprirsi e le frontiere non dovrebbero esistere ◘ NO accordi diplomatici segreti Mai più! Basta accordi, patti, promesse, intese, ecc. ◘ Principio di nazionalità Ogni popolo/nazione che lo voglia, ha diritto alla sua indipendenza. Se noi diamo ad ogni popolo, la possibilità di essere indipendente nel suo territorio non si dovrebbero essere combattimenti. ◘ Società delle Nazioni Assemblea di tutte le nazioni. Se c’è un problema, bisogna andare a fare un’assemblea in uno stato neutrale per parlare e risolvere a scopo preventivo di guerre. Per assicurare convivenza. un rispetto delle norme di Fu restituita alla Francia l’Alsazia-Lorena. Il programma fu accolto come un “nuovo Vangelo” da parte dell’opinione pubblica. L’Intesa non condivideva, ma lo accettarono perché avevano bisogno del supporto americano, sia perché dovevano evitare la diffusione dell’altro vangelo rivoluzionario che veniva dalla Russia bolscevica. LE ULTIME BATTAGLIE E ARMISTIZI Nel giugno 1918 la Germania tentò la sua ultima e disperata scommessa, impegnando tutte le sue forze sulla Marna, mettendo sotto il tiro dei suoi cannoni a lunga gittata, la città di Parigi. Gli austriaci tentarono di sferrare il colpo decisivo sul fronte italiano attaccando in forze sul Piave, ma furono respinti dopo una settimana di furiosi combattimenti. Alla fine di luglio le forze dell’Intesa passarono al contrattacco. Fra l’8 e l’11 agosto, nella grande battaglia di Amiens, i tedeschi subirono la prima grave sconfitta sul fronte occidentale. Cominciarono ad arretrare lentamente, e nelle truppe tedesche si facevano più evidenti i segni di stanchezza. I generali tedeschi capirono di aver perso la guerra e tentarono di far ricadere la colpa sul governo politico. Il compito ingrato di aprire le trattative toccò a un nuovo governo di coalizione democratica formatosi ai primi di ottobre con la partecipazione dei socialdemocratici e dei cattolici del Centro. (18 ottobre 1918??) La Germania cercava dei compromessi, ma i suoi alleati crollavano militarmente o si disgregavano dall’interno. 17 L’impero turco chiese l’armistizio in ottobre, dopo la resa della Bulgaria in settembre. Verso la fine di ottobre l’Impero Austro-ungarico si ritrovo disfatto. Cecoslovacchi e slavi del Sud proclamarono l’indipendenza. Il 24 ottobre 1918, gli italiani lanciarono un’offensiva sul fronte del Piave, l’Impero era in piena crisi, quale momento migliore. Sconfitti gli austriaci sul campo nella battaglia di Vittorio Veneto, gli austriaci il 3 novembre firmarono a Villa Giusti (Padova), l’armistizio con l’Italia che sarebbe entrato in vigore il giorno successivo, 4 novembre. Armistizio firmato il 3 novembre entrato in vigore il 4 novembre in Italia Anche in Germania la situazione precipitava, i marinai tedeschi di Kiel, si ammutinarono e diedero vita a consigli rivoluzionari ispirati all’esempio russo. Il moto si propagò a Berlino e in Baviera e a esso parteciparono anche i socialdemocratici. La brutta figura della Germania la devono gestire i politici socialdemocratici. Mentre la Germania è sconfitta, i tedeschi non vedono l’ora che qualcuno gli proponga una rivincita. L’11 novembre i delegati del governo provvisorio tedesco firmavano l’armistizio nel villaggio francese di RETHONDES. La Germania perdeva così la guerra per fame e per stanchezza, esaurimento delle forze morali e materiali. Nessun territorio invaso da eserciti nemici. La guerra portò un tragico bilancio di perdite umane (8 milioni e mezzo di morti, oltre 20 milioni di feriti gravi e mutilati) ed un drastico ridimensionamento del peso politico del vecchio continente sulla scena internazionale. TRATTATI DI PACE Si doveva ridisegnare la carta politica del vecchio continente, rimasta pressoché immutata per oltre mezzo secolo e ora svolta dal crollo contemporaneo di ben quattro imperi (tedesco, austro-ungarico, russo e turco). Ricostruire un equilibrio europeo, tenendo conto princìpi di democrazia e giustizia internazionale. La realizzazione del programma wilsoniano si rivelò assai problematica, perché l’Europa aveva dei gruppi etnici spesso intrecciati ed era quasi inevitabile che ci fossero nuovi irredentismi. Bisognava in qualche modo punire gli sconfitti, considerati responsabili della guerra e premiare i vincitori con qualche ripartizione territoriale. Il contrasto fra l’ideale di una pace democratica e l’obiettivo di una pace punitiva risultò evidente quando furono discusse le condizioni da imporre alla Germania. Punizione della Germania Il trattato di Versailles conteneva queste condizioni 1) Restituzione dell’Alsazia-Lorena alla Francia 2) Polonia ricostituita dalle regioni orientali 3) Tutte le colonie tedesche spartite tra Francia, Gran Bretagna e Giappone 4) Confini con la Francia alla riva sinistra del Reno (Renania), territorio ricco di ferro e carbone 5) Smilitarizzare la valle del Reno 6) Abolito servizio di leva 7) Rinuncia della marina da guerra 8) 100.000 uomini massimo nell’esercito 18 La Francia vuole che la Germania diventi povera con i debiti. La Renania deve essere libera dall’esercito tedesco, loro non devono stazionare lì. Il trattato di Versailles fu firmato il 28 giugno 1919, fu una vera e propria imposizione, subìta sotto la minaccia dell’occupazione militare e del blocco economico. Al trattato di Versailles sono presenti tutti i Paesi VINCITORI. No Russia No Germania No Austria. Era l’unico mezzo per impedire alla Germania di riprendere la posizione di grande potenza. La nuova Repubblica di Austria si trovò ridotta entro un territorio di appena 85.000 km2. Il trattato di pace stabiliva inoltre che l’indipendenza austriaca sarebbe stata affidata alla tutela della costituenda Società delle nazioni che serviva a mascherare l’opposizione delle potenze vincitrici all’eventualità di un’unificazione con la Germania. Il crollo dell’Impero asburgico, rese possibile della nascita di nuovi Stati. 1) 2) 3) 4) Polonia Boemi e slovacchi Repubblica di Cecoslovacchia Slavi del Sud Jugoslavia Impero ottomano Stato nazionale turco (privo di territori arabi) Gli Stati vincitori cercarono di abbattere la Russia, aiutando i gruppi controrivoluzionari. Furono riconosciute e protette, le nuove repubbliche indipendenti che si erano formate nei territori baltici persi dalla Russia: Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania. La Russia si ritrovò con una cintura di stati-cuscinetto tutti fortemente ostili. Un cordone sanitario che aveva la funzione di bloccare ogni eventuale spinta espansiva della Repubblica socialista, ogni possibile contagio rivoluzionario. L’Europa uscita dalla conferenza di Parigi contava OTTO nuovi Stati. L’Italia è piena di risentimento, “ci hanno preso in giro” niente colonie tedesche, se le sono prese Francia, Gran Bretagna e Giappone. I soldati tornano dal fronte incazzati perché non c’è più il loro vecchio lavoro, sono stati rimpiazzati da chi non è andato in guerra. Non se lo meritano. Non hanno nessun riconoscimento per aver servito la patria e aver rischiato la vita. SOCIETA’ DELLE NAZIONI Il problema che si poneva ai vincitori era quello di garantire la sopravvivenza del nuovo assetto territoriale. Ad assicurare il rispetto dei trattati e la salvaguardia della pace avrebbe dovuto provvedere la Società delle Nazioni, accettata ufficialmente da tutti i partecipanti alla conferenza di Versailles. Prevedeva la rinuncia degli Stati membri alla guerra come strumento di soluzione dei contrasti, il ricorso all’arbitrato, l’adozione di sanzioni economiche nei confronti degli Stati aggressori. Il colpo più duro alla Società delle Nazioni arrivò proprio dagli Stati Uniti, nel marzo 1920 Wilson, gravemente malato, non si poté presentare alle elezioni presidenziali del nuovo governo e diede così la vittoria in mano ai repubblicani. 19 NON FUNZIONA - Perde credibilità Non ha la forza (solo parole, niente fatti) Gli Stati Uniti ebbero un comportamento di isolazionismo, ossia di rifiuto delle responsabilità mondiali e di ritorno a una sfera di interessi continentali, la Società delle nazioni finì con l’essere egemonizzata da Gran Bretagna e Francia e non fu in grado di prevenire alcuna delle crisi internazionali che furono presenti negli anni fra le due guerre mondiali. Caratteristiche della guerra Perché mondiale. 1. 2. 3. 4. Coinvolgimento mondiale Durata Enorme distruzione Risorse (se non le hai…) IL MONDO NON È PIÙ COME PRIMA. La fine della guerra segna la fine dell’800 e l’inizio di un mondo nuovo. Inghilterra e Francia hanno vinto la guerra, ma il centro del mondo (Europa) si sposta altrove. Non abbiamo più l’esclusiva. Tutto si è spostato. Laura 20