Articolo 6/12/12 5:09 PM 12/06/2012 Il Nuovo Medico d'Italia - News Utente: Pass: Entra Roma, 30 mag. Chi siamo Scrivi al direttore Info e pubblicità Archivio fino al 2003 Archivio dal 2004 Cronologico Approfondimenti Appuntamenti Video Biblioteca Controcorrente Legale Punto d'incontro Tempo libero Odontoiatria Sanità romana Cultura Etica Legislazione Ricerca Minist. della Salute Ist. Sup. di Sanità C.N.R. Ispesl Il giornale di bioetica RICERCA: ICGEB TRIESTE, DIETRO SLA MALFUNZIONAMENTO DI UNA PROTEINA (Adnkronos Salute) – Dietro la Sla, sclerosi laterale amiotrofica, si nasconde il malfunzionamento di una proteina. E' quanto scoperto da Francisco Baralle, direttore generale del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) e responsabile del Laboratorio di patologia molecolare. Baralle ha infatti scoperto e descritto le funzioni della proteina Tdp-43 il cui malfunzionamento e' responsabile dello sviluppo di alcune forme di neurodegenerazione, tra cui appunto la Sla e la demenza frontotemporale. Il prossimo passo, dice Baralle facendo il punto in occasione del congresso 'Frontiers in Cardiac and Vascular Regeneration' che si e' aperto oggi a Trieste, "e' capire come ritardare o bloccare la malattia. Prevenirla sara' possibile solo se riusciremo a capire come si produce la prima volta attraverso l'analisi anche di cause ambientali". D'altronde "queste malattie degenerative sono in grande aumento, con un costo molto alto per il sistema sanitario, un costo praticamente impossibile da sostenere". Le malattie "come la Sla, la demenza, ma anche la mucca pazza, si caratterizzano per aggregati che si formano nei neuroni e i neuroni, come e' noto, non si replicano piu' nella vita adulta. La nostra proteina normalmente e' distribuita nel nucleo, nella malattia invece si trova nel citoplasma mentre nel nucleo manca. Il neurone cosi' degenera causando una serie di problemi motori e di connessione". SALUTE: ICGEB TRIESTE, VERSO RIGENERAZIONE CUORE GRAZIE A VIRUS 'BUONO' Indurre la rigenerazione cardiaca dopo l'infarto grazie a un virus 'buono'. E' quello a cui sta lavorando il laboratorio di Medicina molecolare del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) di Trieste, diretto da Mauro Giacca, a capo dell'intero centro italiano. Giacca, esperto internazionale sull'utilizzo della terapia genica in ambito cardiovascolare a scopo sperimentale, ha presentato i risultati delle sue ricerche in occasione del congresso 'Frontiers in Cardiac and Vascular Regeneration' che si e' aperto oggi a Trieste. Il suo laboratorio - evidenzia una nota - e' infatti conosciuto per la produzione dei vettori Aav (virus adeno-associati) che oggi rappresentano lo strumento piu' efficace per trasferire geni ad alta efficienza nel cuore. Il virus in questione e' umano, molto diffuso nella popolazione, e non causa nessuna malattia. Puo' essere modificato grazie all'ingegneria genetica e utilizzato come vettore per veicolare nell'organismo un gene con funzione terapeutica. Giacca ha inoltre identificato una serie di microRna che, veicolati nel cuore utilizzando questi vettori, sono in grado di indurre la rigenerazione cardiaca dopo infarto. "Il problema infatti - ha spiegato Giacca - e' che il cuore, come anche i neuroni, la vista e l'udito, non si rigenera, causando l'invecchiamento e la morte. L'idea e' di trovare nuove terapie che rigenerano i tessuti, grazie a dei geni oppure la coltivazione di cellule staminali. Quest'ultima e' pero' una tecnologia difficilmente applicabile su larga scala". Un'altra strada e' invece quella di "virus modificati per stimolare la capacita' del cuore di modificarsi. Si tratta di un vettore straordinario per il http://www.numedionline.it/apps/essay.php?id=12628 Free Download! Asmi Asas Accademia Assum HomeoCity Questo sito ha accettato i Codici di regolamentazione ed è associato e Direttore Mario Bernardini Direzione, Com.Scientifico, Amministrazione Via Valpolicella, 19 00141 Roma P.IVA n. 10427471007 Tel e fax 06/86398937 e-mail: [email protected] Registro della Stampa del Trib. di Roma n.326/2000 Page 1 of 2 Articolo 6/12/12 5:09 PM capacita' del cuore di modificarsi. Si tratta di un vettore straordinario per il trasferimento di geni". Il progetto per la rigenerazione del cuore "e' partito nel 2003-2004 e abbiamo trovato un paio di fattori che funzionano intervenendo dopo l'infarto. Il cuore adulto non si rigenera, ma c'e' una finestra di tempo dopo la nascita in cui c'e' una capacita' residua di proliferazione, nel topo sono circa 2 settimane, poi le cellule del cuore si bloccano". Dunque, se si fa un danno in un embrione questo viene rigenerato. Proprio su questa strada procede la ricerca: "Lavorando su cellule prese dai topolini subito dopo la nascita abbiamo visto che esistono piccoli Rna capaci di rigenerare il processo. In particolare, esistono una quarantina di microRna che una volta messi nel cuore lo fanno diventare straordinariamente grande. Sono proprio questi micro Rna che iniettati dopo l'infarto riparano il cuore. Si tratta di microRna brevettati che ora vorremmo sviluppare in senso applicativo". TUMORI: ICGEB TRIESTE, PER CURARLI SI STUDIA VACCINAZIONE GENETICA Terapie innovative contro il cancro grazie alla vaccinazione genetica antitumorale. Sono quelle allo studio del laboratorio di Immunologia molecolare del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) di Trieste, diretto da Oscar Burrone. Se ne parla in occasione del congresso 'Frontiers in Cardiac and Vascular Regeneration' che si e' aperto oggi nella cittadina friulana. E' attualmente in corso una sperimentazione clinica di vaccinazione a Dna per un tipo di linfoma dovuto alla trasformazione maligna dei linfociti B. Si chiama 'vaccinazione' ma in realta' si tratta di una terapia dedicata a chi il tumore gia' ce l'ha, ha spiegato Burrone, "come quasi tutte le strategie immunoterapie che hanno infatti a che vedere con tumori gia' stabiliti. L'unico vaccino preventivo e' quello per il Papillomavirus perche' li' c'e' un agente infettivo". In altri casi invece "quello che si cerca di fare, una volta identificato il tumore, e' indurre una risposta che sia specifica per le cellule tumorali. Quindi vanno fatti degli studi di analisi genetici su quel tumore in particolare per poter costruire un vaccino che e' a misura della neoplasia". In questo senso, ha aggiunto Burrone, "uno dei modelli su cui noi abbiamo iniziato a lavorare e' stato sui linfomi a cellule B che hanno una caratteristica: tutte le cellule tumorali hanno una particolare proteina sulla superficie che e' unica e caratteristica delle cellule tumorali. Quindi se io riesco a conoscere qual e' la struttura, la sequenza di questa proteina, la posso ingegnerizzare in laboratorio e, una volta somministrata al malato, il paziente puo' montare una risposta immunitaria verso le cellule tumorali". Insomma, si va verso una cura. "Sono vaccini che hanno l'obiettivo di essere curativi - ha concluso - ora abbiamo terminato la ricerca in modelli animali che ha funzionato molto bene e abbiamo fatto una domanda in collaborazione con il gruppo dell'Universita' di Pisa all'Iss per poter avere un trial clinico sui pazienti. Abbiamo ottenuto l'autorizzazione e stiamo preparando il sistema per alcuni pazienti". Un approccio usato per il linfoma ma che "puo' essere trasferito ad altri tipi di tumori perche' c'e' un lavoro di ingegneria in laboratorio che si puo' applicare ad altri tumori, per esempio a quello alla mammella. L'idea quindi e' applicare tutto questo anche ad altri sistemi". http://www.numedionline.it/apps/essay.php?id=12628 Page 2 of 2