2 Chiarire l’enigma della pianificazione Definire una sequenza di pianificazione Tra i manager e gli studenti di management lo sviluppo concreto di business plan orientati al mercato è fonte di una certa confusione. Che cosa è necessario fare innanzitutto? Qual è la sequenza di pianificazione? Il business plan deve sempre precedere il piano promozionale o il piano di marketing? Questa confusione si genera perché spesso i professionisti e molti autori di testi sul management non distinguono chiaramente il processo di pianificazione dai suoi risultati: la gerarchia dei piani funzionali e d’impresa. Ecco gli argomenti di questo capitolo. ■ ■ ■ ■ ■ Si chiarirà il processo di pianificazione e si spiegherà passo dopo passo la pianificazione. Si svilupperà il contesto di un piano. Si distinguerà tra piani d’impresa, di marketing e tattici e si esaminerà lo scopo di questa gerarchia. Si esporrà la terminologia della pianificazione e il suo significato. Si fornirà un contesto utile per elaborare il calendario di pianificazione. Il problema dei piani e della pianificazione La pianificazione presenta un problema: il tempo necessario per la preparazione, le ore dedicate al processo che però non risultano nel prodotto finito corrispondente, per esempio, a un piano. È come dipingere una stanza. Tutta la spesa per acquistare il materiale, la scelta e la selezione di un abbinamento di colori, lo scartavetrare e il togliere la carta da parati si svolge “dietro le quinte” e alla fine sembra che nessuna si accorga dell’impegno profuso per completare l’opera. Ma questo ovviamente non è del tutto vero: la qualità dei preparativi determina la qualità e il successo del prodotto finito. Lo stesso vale per la pianificazione aziendale. Il processo di pianificazione richiede l’80 percento del tempo e delle energie. La produzione del piano finale è solo la punta di un iceberg, ma dalla qualità della preparazione dipenderà l’efficacia e il successo dei piani da implementare. ■ ■ ■ Molti manager considerano la pianificazione un surplus e anche un compito sgradito che sono costretti a portare a termine ogni anno. Dedicano del tempo a elaborare il piano, ma non si rendono conto dell’impegno necessario per svolgere in modo approfondito il processo. Di conseguenza molti piani sono superficiali e sbrigativi e rispecchiano solo formalmente quella che dovrebbe essere l’attività centrale e non secondaria dei manager. Le fasi della preparazione richiedono tempo: il calendario del processo di pianificazione dovrebbe tenerne conto e includere anche la preparazione. La gerarchia dei piani Esiste una precisa gerarchia di piani, che vanno dal business plan ai piani tattici dettagliati. Di solito sono rappresentati nella struttura illustrata dalla Figura 2.1: essa mostra piani successivi l’uno all’altro. Saranno le dimensioni dell’organizzazione a determinare il livello di formalizzazione e di dettaglio del piano, ma anche in un’impresa individuale dovrebbe essere possibile individuare un piano per l’attività di pubblicità istituzionale o promozionale, i piani di marketing e un chiaro piano d’impresa. Se si osserva la gerarchia è possibile notare che i piani di marketing, delle finanze, delle risorse umane e delle operazioni prodotti dal livello operativo o funzionale scaturiscono dal piano d’impresa. Gli stessi piani funzionali generano i piani tattici come quello delle comunicazioni e delle pubbliche relazioni per il team di marketing e i piani di assunzione e formazione del gruppo delle risorse umane. ■ ■ ■ 22 In un’azienda diversificata o di grandi dimensioni non si deve mai creare un solo business plan per due o più unità di business. Il termine strategic business unit (unità strategiche di business, SBU) indica un’attività aziendale autonoma con propri clienti e funzioni di management. Pertanto deve avere un suo piano distinto e identificabile. Questo principio dovrebbe anche essere applicato a un’azienda più piccola che ha scelto di diversificare: per esempio, un idraulico che offre assistenza a domicilio e che ha aperto un negozio per la vendita di impianti igienico-sanitari probabilmente ha bisogno di due piani d’impresa per riuscire a ricavare il massimo “valore aggiunto” da entrambe le attività. Il piano di marketing Business plan Piano finanziario Piano di marketing Piano delle risorse umane Piano delle operazioni Piano delle ricerche di mercato Piano delle comunicazioni Piano della distribuzione Piano delle pubbliche relazioni Piano di vendita Piano delle promozioni Figura 2.1 Gerarchia dei piani. In un certo senso questa gerarchia è valida e rispecchia la struttura gerarchica dei piani ultimati. Ovviamente non è possibile elaborare un piano di marketing efficace se il business plan non ha stabilito obiettivi chiari e una direzione strategica per l’impresa. Parimenti il piano delle pubbliche relazioni deve discendere da un piano di marketing che individua i segmenti di mercato e i rispettivi obiettivi generali. Sono gli obiettivi e le strategie specifici del piano del livello superiore che guidano e coordinano gli sforzi di chi partecipa alla realizzazione del piano del livello inferiore, garantendo in questo modo la sinergia. ■ ■ ■ Osservando questa gerarchia molti manager sono tentati di riprodurla nel loro processo di pianificazione. I business plan sono elaborati in un beato isolamento e trasmessi ai manager del livello operativo, che a loro volta generano come per magia i piani finanziari e di marketing, troppo spesso senza alcun riferimento a colleghi o a sottoposti. Nel peggiore dei casi ci si aspetta che i manager producano i loro piani avendo solo una vaga idea del contenuto del business plan, come se quest’ultimo non incidesse in alcun modo sulle loro attività. I piani sono tesi a integrare gli sforzi dell’organizzazione e non possono essere elaborati in modo efficace in compartimenti stagni. Le informazioni e le decisioni devono fluire liberamente avanti e indietro, in alto e in basso nell’impresa per tutta la sequenza di pianificazione. Chiarire l’enigma della pianificazione 23 Il management non può decidere di espandersi in un nuovo mercato senza verificare l’esistenza di risorse finanziarie per svolgere determinate attività dirette al mercato potenziale. I piani, per essere realistici, devono essere sviluppati alla luce di tutti i punti di forza e di debolezza dell’organizzazione. Inoltre per poter essere realizzati devono considerare il mutevole ambiente esterno. Un processo di pianificazione appropriato contempla i meccanismi e la sequenza che consente alla pianificazione di considerare i dettagli per poi passare al quadro d’insieme e viceversa. I piani ben strutturati si basano su una conoscenza approfondita delle tre C: capacità, clienti e concorrenti (Figura 2.2). Una sequenza di pianificazione Invece di considerare le relazioni tra i piani ultimati, si osservi il processo di pianificazione, le azioni e le attività necessarie per creare i piani. È possibile esaminare la sequenza dei passi da intraprendere per produrre prima un piano d’impresa e poi un piano di marketing (Figura 2.3). Passo 1 I controlli funzionali L’elaborazione di un piano d’impresa dovrebbe iniziare con l’analisi approfondita da parte di ogni area funzionale dell’organizzazione dei propri punti di forza e di debolezza. Questa fase di controllo deve essere dettagliata e se possibile quantificata (Capitolo 4). Per esempio, un elevato turnover di personale è un punto debole, ma è importante sapere quanto è rilevante e significativo. Se corrisponde al 15 percento rispetto a un benchmark del settore pari all’8 percento, si è in presenza di un problema che va affrontato. Durante questa fase della sequenza di pianificazione il dipartimento di marketing analizzerà e valuterà i punti di forza e di debolezza della sua attività. Capacità Clienti Figura 2.2 Le 3 C. 24 Il piano di marketing Concorrenti PIANIFICAZIONE AZIENDALE ATTIVITÀ DI MARKETING/ PIANIFICAZIONE IL MERCATO È DEFINITO so 1 Pas so 2 Pas Analisi della situazione Un esame dei punti di forza e di debolezza dell’organizzazione riguardante tutte le aree funzionali, compresi i mercati e il marketing. Controllo dell’azione di marketing Punti di forza e di debolezza dell’attività di marketing corrente identificata. Informa so 3 Pas Gli skill di marketing saranno spesso sottoposti a questa analisi esterna. so 4 Un’analisi dell’ambiente esterno dell’organizzazione, inclusi i concorrenti, individua le opportunità e i rischi per l’azienda. Pas a m or Inf Le opportunità e i rischi sono esterni all’organizzazione. La responsabilità del professionista di marketing è individuare le opportunità del prodotto/mercato e i rischi che deve affrontare l’azienda. Esistono solo quattro opzioni strategiche. . La matrice di Ansoff le chiarisce. Mercati Nuovi Pas Pas Nuovi Penetrazione del mercato Sviluppo del mercato Sviluppo del prodotto Diversificazione Prodotti Esistenti Esistenti so 7 Pas Piano di marketing Comprende le decisioni sul raggiungimento di obiettivi concordati e su ogni singola strategia aziendale. Include tre elementi: • posizionamento di mercato • segmentazione • targeting Sulla base di questi dati è possibile sviluppare gli elementi tattici del piano e gli aspetti specifici del marketing mix, stabilire budget e individuare i controlli. Controllo dell’ambiente m or Inf a so 5 Si stabiliscono gli obiettivi aziendali e si riesaminano la mission e la vision. so 6 Opzioni della strategia aziendale Non spetta al responsabile del marketing decidere in quali mercati entrare o quali nuovi prodotti sviluppare. Spetta al capo azienda individuare le opzioni e informare i manager sulla loro fattibilità. Le decisioni prese dal management determineranno la strategia aziendale. Div e pia nta la no ba di ma se de rke l tin g Valutazione e selezione dell’opzione o delle opzioni migliori Nota: Le aree in grigio indicano gli elementi solitamente presi in considerazione dai pianificatori di marketing. Figura 2.3 Chiarire l’enigma della pianificazione 25 Includerà i dettagli riguardanti la conoscenza e le opinioni dei clienti oltre alla posizione competitiva dell’azienda rispetto al pricing, alla disponibilità, alla qualità dei prodotti, alla promozione e al customer care. Passo 2 Elaborare un’analisi della situazione Questa operazione dettagliata serve a raccogliere i dati per l’analisi della situazione aziendale; consiste letteralmente in una compilazione dei controlli funzionali per valutare i punti di forza e di debolezza dell’impresa, per esempio i fattori interni controllabili dell’attuale posizione. L’immagine, il morale del personale, la scarsa produttività e così via sono tutte questioni interne che possono essere influenzate dall’azione del management. I fattori interni si presentano pertanto come controllabili. Ciò non significa che possano essere gestiti facilmente o modificati rapidamente, ma rientrano nella sfera di influenza del management. Punti di forza e di debolezza Non si deve necessariamente supporre che tutti i punti deboli identificati siano ugualmente gravi e necessitino della stessa risposta da parte del management. Alcuni, come il cash flow, sono più importanti di altri. L’analisi dei punti di forza e di debolezza deve essere sottoposta a un’ulteriore valutazione per verificare la sua effettiva utilità per il management (Figura 2.4). Questo processo di selezione permette ai manager di individuare le priorità da assegnare alle loro azioni e contribuisce ad abbattere la barriera tra analisi e azione. L’analisi della situazione, oltre a consentire la valutazione di tutte le aree funzionali dell’azienda, deve anche comprendere le dimensioni aziendali, per Importante per l’azienda Punti di forza Punti di debolezza Mantenere e sfruttare come fondamento del vantaggio competitivo Agire rapidamente: sono fattori critici di successo Analisi: si sprecano risorse a causa Meno di un over-engineering importante che aggiunge un valore per l’azienda limitato percepito dal cliente? Figura 2.4 Analisi dei punti di forza e di debolezza. 26 Il piano di marketing Monitorare esempio le qualità del team di management, la cultura dell’organizzazione e il valore dei sistemi informativi aziendali e dei processi di pianificazione. Passo 3 Il controllo dell’ambiente L’analisi della situazione è la prima parte del controllo aziendale: l’inventario aziendale generale che risponde alla domanda: “a che punto ci troviamo adesso?” Dopo aver completato l’analisi interna, l’azienda deve considerare le influenze esterne esercitate su di essa. A questo scopo si effettua un controllo dell’ambiente. I fattori esaminati in questa parte del processo sono in gran parte incontrollabili, ma possano avere effetti rilevanti sull’azienda. Si tratta di cambiamenti dell’ambiente dai quali dipende la sorte di un’organizzazione. Se non riesce a reagire di fronte a questi sviluppi, non prospererà e forse non potrà nemmeno sopravvivere. Più il team di management sarà lungimirante, più probabilità avrà di prevedere i cambiamenti ambientali: così potrà reagire in modo attivo, approfittando delle eventuali occasioni favorevoli e preparando l’azienda a fronteggiare i rischi. Il controllo aziendale = Analisi della situazione (punti di forti e debolezza) + Controllo dell’ambiente (opportunit e rischi) (opportunità Un numero sorprendente di organizzazioni di tutte le dimensioni ammettono più o meno apertamente di progettare il loro futuro senza considerare l’ambiente esterno. Si tratta di un approccio aziendale inutilmente rischioso e sprovveduto; è come mettere la testa nella sabbia di fronte a un pericolo. Una sorpresa economica? Molte società sembrarono colte di sorpresa dalla recessione economica alla fine degli anni Ottanta. Gli anni del boom che l’avevano preceduta avevano forse fatto dimenticare ai manager l’esistenza del ciclo economico. I periodi di espansione sono seguiti dalle recessioni e dalle depressioni così come all’inverno segue immancabilmente l’estate. Anche il più recente focolaio di ”influenza asiatica” ha rappresentato una sorpresa nonostante alcuni esempi di economie che mantengono una crescita sostenuta senza avvertire l’impatto del ciclo economico. Alla fine degli anni Ottanta non era difficile prevedere una svolta economica sfavorevole ma grandi imprese come gli operatori di sviluppo edilizio Olympia e York e dettaglianti come la società inglese Queensway e anche tutte le banche di credito ordinario, furono prese in contropiede da questa sorpresa economica. Chiarire l’enigma della pianificazione 27 Varie influenze I fattori ambientali comprendono un’ampia gamma di influenze riguardanti il business, inclusi numerosi fattori che spesso cambiano meno prevedibilmente dell’economia e talvolta drasticamente, come gli sviluppi della politica e i progressi tecnologici, le modifiche legislative, le alleanze strategiche e il riscaldamento del pianeta. I manager devono essere consapevoli di una varietà di fattori che possono influenzare il destino della loro azienda. In proposito si esamineranno alcuni approcci e cause nel Capitolo 5. Passo 4 Analizzare le informazioni Dopo aver terminato il controllo dell’ambiente, è necessario elaborare le informazioni in esso contenute affinché abbia un certo rilievo e valore per i pianificatori aziendali. Di solito è compito dei responsabili del marketing tradurre queste opportunità e rischi esterni in opportunità specifiche per le vendite di prodotti o la crescita del mercato al fine di individuare qualunque rischio per il core business. ■ ■ ■ Non si dimentichi che anche i concorrenti sono un fattore incontrollabile: probabilmente le loro decisioni e strategie esercitano un’influenza diretta sulle sorti della propria azienda. Un’azienda deve conoscere i concorrenti oltre a se stessa e approfittare, ove possibile, dei suoi punti di forza, evidenziando e sfruttando i punti deboli dei concorrenti. I concorrenti non operano sempre nello stesso settore in cui commercia la propria azienda. Un cliente fedele può anche non scegliere tra una cena nel proprio ristorante o in quello vicino del concorrente, ma tra una cena fuori e una serata a teatro. È necessario individuare chi sono i veri concorrenti. È possibile riconoscerli con sicurezza solo se si definisce attentamente il proprio settore d’attività in termini di bisogni dei clienti e non in termini di prodotti. Il controllo dell’ambiente può essere riesaminato ponendosi la domanda: “che accadrebbe se?” ■ ■ ■ Che cosa accadrebbe se cambiasse il governo? Che cosa accadrebbe se entro il 2007 il 90 percento delle famiglie avesse accesso a Internet? Che cosa accadrebbe se aumentasse la concorrenza dell’Estremo Oriente o si verificasse una fusione tra due attori fondamentali del settore? Le conseguenze per l’azienda È possibile registrare in modo proficuo i risultati di questo esame con la matrice di Ansoff (Figura 2.5), un modello di marketing che include in una griglia le uniche alternative strategiche di crescita disponibili per qualsiasi organizzazione. ■ ■ 28 Prodotti attuali per clienti attuali (penetrazione del mercato). Prodotti attuali per nuovi mercati (sviluppo del mercato). Il piano di marketing Prodotti Esistenti Sviluppo del mercato Nuovi Sviluppo del prodotto Mercati Penetrazione del mercato Nuovi Esistenti Diversificazione Figura 2.5 La matrice di Ansoff. ■ ■ Nuovi prodotti per clienti attuali (sviluppo del prodotto). Nuovi prodotti per nuovi mercati (diversificazione). La sfida rappresentata da questo quarto passo del processo di pianificazione consiste nel cogliere tutte le opportunità possibili ed esaminare a fondo tutti i rischi. Non è necessario essere critici: la valutazione e la selezione si effettueranno nella fase successiva. Da un esame obiettivo del mutevole mercato possono emergere idee creative e nuovi approcci che forse offriranno l’opportunità di conquistare un vantaggio competitivo. A questo punto il team di marketing ha terminato il controllo delle attività simultaneamente al controllo aziendale. Nel passo 1 sono stati individuati i punti di forza e di debolezza mentre le opportunità e i rischi espressi in termini di prodotti e mercati sono stati rilevati nel passo 4. ■ ■ Si osservi il legame decisivo tra l’ambiente esterno e i prodotti attuali e potenziali creati e i mercati serviti. I cambiamenti ambientali, come gli sviluppi tecnologici, rendono i prodotti obsoleti. I cambiamenti politici mettono a rischio la quota di mercato introducendo nuovi concorrenti e la crescita economica offre la possibilità di presentare una versione di lusso di un modello standard. I cambiamenti ambientali costituiscono le forze dinamiche che modificano la natura dell’attività aziendale. È necessario dedicare un po’ di tempo a esaminare il mercato. Come è cambiato l’ambiente esterno negli ultimi 10 anni e come sono cambiati di conseguenza i prodotti e i mercati? Chiarire l’enigma della pianificazione 29 Si ricordi di tenere distinti i cambiamenti ambientali, di fronte ai quali è necessario reagire, dalle opportunità di mercato dei prodotti che è possibile sfruttare. Passo 5 Definire gli obiettivi aziendali Sulla base dell’input dei manager funzionali, il team aziendale deve fissare obiettivi realistici per i successivi tre-cinque anni. Affinché siano significativi devono essere quantificati e nel caso di organizzazioni che operano nel settore privato dovrebbero essere di solito espressi in termini di profitto o di rendimento sul capitale investito. Nei settori senza fini di lucro, gli obiettivi aziendali corrispondono ad altri vantaggi quantificabili per gli stakeholder dell’organizzazione, per esempio, operazioni concluse, fondi raccolti o reati scoperti. Affinché sia realistico, l’obiettivo deve essere definito sulla base del controllo dell’ambiente. Dopo aver stabilito un obiettivo, è possibile esaminare la differenza tra questo traguardo e le prevedibili conseguenze per l’azienda nel caso in cui tutto rimanesse inalterato, per esempio se i prodotti, i mercati e la spesa di marketing attuale non subissero variazioni (Figura 2.6). L’utile attuale pari a 13 milioni di sterline indicato in questo esempio dovrebbe, secondo le previsioni, diminuire a 6 milioni di sterline nei quattro anni del piano a causa di cambiamenti ambientali. La società ha fissato un obiettivo di 25 milioni di sterline di utile entro il 2006. La differenza tra queste due cifre (18 milioni di sterline) quantifica il divario di pianificazione, ossia l’ammontare delle attività aziendali nuove e sostitutive necessarie per raggiungere l’obiettivo. Esprime in altra forma i rischi individuati che costituiscono l’essenza del divario di pianificazione. milioni di £ Obiettivo 25 25 Profitto 20 Divario di pianificazione di 18 milioni di £ 15 Profitto previsto 13 10 5 0 Previsione sulla performance aziendale con gli stessi prodotti e i mercati attuali 2002 2004 Figura 2.6 Il divario di pianificazione. 30 Il piano di marketing 7 2006 Una simile quantificazione è fondamentale per una pianificazione efficace. Permette subito ai manager di percepire la portata del cambiamento e offre benchmark per il controllo oltre a una base per la definizione del budget e l’allocazione delle risorse. Tuttavia gli obiettivi devono essere “SMART”: specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e programmati. Passo 6 Colmare il divario di pianificazione I manager devono decidere quali opzioni strategiche (rilevate nel passo 4) sono più opportune per colmare il divario di pianificazione. I responsabili del marketing potrebbero aver individuato l’opportunità di un’espansione nell’America del Sud, ma la decisione per questa azione è aziendale e non riguarda il marketing. ■ ■ Non si selezionino le strategie dando ascolto ai loro strenui “paladini”. Gli alti dirigenti che siedono attorno a un tavolo per esaminare i vantaggi delle diverse alternative non sono in genere obiettivi nella loro valutazione. La loro discussione non genera necessariamente decisioni che rispondono agli interessi dell’organizzazione. È necessario valutare la strategia nel modo più obiettivo possibile. Esistono tecniche e modelli per questo scopo (Capitolo 6) e i team di marketing contribuiscono al processo con le loro valutazioni sulla fattibilità delle diverse alternative, sulla base dell’analisi e della ricerca e non su sensazioni viscerali. Il punto della situazione La fine di questo passo segna la conclusione dello sviluppo della strategia aziendale: il cuore del piano d’impresa. Esso richiede una valutazione dettagliata della posizione attuale e dell’ambiente per consentire la definizione di obiettivi quantificati e la scelta di una o più strategie che si avvalgono dei punti di forza individuati e sono elaborate per colmare il divario di pianificazione. Ora spetta alle aree funzionali, compreso il marketing, implementare la strategia. Passo 7 Il piano di marketing Solo dopo aver concordato un obiettivo aziendale e una strategia è possibile elaborare i piani operativi tra cui quello di marketing. Dopo essere stato informato sulle strategie selezionate, il team di marketing può occuparsi dell’implementazione del piano d’impresa trasformando le strategie in piani di marketing (Capitoli 7 e 8). L’audit del marketing è gia stato portato a termine e quindi il primo compito per il responsabile del marketing è considerare l’obiettivo aziendale e tradurlo in termini significativi per il team di marketing. ■ ■ Non si deve cercare di elaborare un unico piano di marketing per un unico business plan. Se sono state definite più strategie, occorreranno più piani. Più il piano di marketing è mirato, più sarà efficace. Chiarire l’enigma della pianificazione 31 Il compito di ogni manager è considerare gli obiettivi stabiliti nel piano ricevuto e trasformarli affinché abbiano un significato per i team responsabili dell’implementazione di una specifica parte del piano. Un aumento del 3 percento del rendimento sul capitale investito non ha senso per i venditori, mentre ne ha esortarli ad aumentare le vendite concludendone 400 in più ogni mese. Essi avvertiranno subito la portata della sfida e sapranno quali sono le aspettative nei loro confronti. Gli obiettivi di marketing Gli obiettivi di marketing possono essere espressi in termini di ricavi, vendite, numero di clienti o quota di mercato, purché siano sempre significativi per il team. È necessario prestare attenzione alle stime sulla quota di mercato, un obiettivo talvolta difficile da stabilire. ■ Le stime sulla quota di mercato possono essere inaffidabili e/o difficili da elaborare. ■ Dipendono dalle definizioni del mercato, che possono cambiare. ■ Il mercato può essere in crescita o attraversare una crisi e pertanto la quota può non rispecchiare esattamente la performance: per esempio si potrebbe registrare un calo di vendite, ma un aumento della quota di mercato se lo stesso si sta contraendo. Si ricordi che lo scopo della pianificazione è far corrispondere alla domanda l’offerta disponibile; gonfiare i numeri serve a poco. Strategia di marketing I responsabili del marketing devono attenersi ai passi del business plan, individuando i segmenti di mercato ai quali indirizzare le azioni per raggiungere l’obiettivo di marketing, selezionando il più opportuno e determinando la migliore modalità di posizionamento dell’offerta per soddisfare i bisogni di un gruppo specifico. Quando si stabiliscono segmentazione e posizionamento, si definisce la strategia di marketing. La tattica di marketing È necessario mettere a punto i dettagli dell’implementazione della strategia osservando i piani di tutti gli elementi del marketing mix per fare in modo che ciascuno supporti il posizionamento prestabilito. La mappa di posizionamento funge da modello per un’integrazione degli elementi del mix. I controlli È indispensabile definire un budget basato sulle risorse necessarie per implementare la strategia e la tattica sopra descritte. Per questo sarà opportuno elaborare un piano di marketing interno per conquistare il favore degli alti dirigenti e l’approvazione dei responsabili dell’implementazione. 32 Il piano di marketing ■ ■ I budget non possono essere stabiliti separatamente dai piani e i piani non dovrebbero essere “liste della spesa” che indicano come spendere il budget stanziato per quell’anno. La pianificazione orientata ai clienti comporta la destinazione delle risorse a “obiettivi e attività” specifici. Detto in altri termini, “questo è ciò che si vuole ricavare, questo è ciò che si deve fare per ottenerlo e queste sono le risorse necessarie per realizzare queste attività”. Un calendario promuoverà le azioni previste nel piano, rappresentando un utile raccordo tra il processo di pianificazione e quello di implementazione. Un piano d’azione scritto e riesaminato regolarmente: ■ ■ riduce lo spreco di risorse causato da una mediocre sequenziazione delle azioni; offre un parametro in base al quale valutare i progressi compiuti. Il feedback è il terzo elemento del processo di controllo. I manager devono pianificare fin dall’inizio i controlli e il feedback. I parametri in base ai quali valutare la performance della pianificazione e del processo di pianificazione sono essenziali per: ■ ■ ■ lanciare un precoce segnale di avvertimento in merito a piani inefficaci; consentire ai manager di trarre un insegnamento dalle loro attività di pianificazione; aumentare la comprensione del comportamento dell’acquirente nel mercato. Azione Sviluppare la job description di una posizione e le specifiche del personale. 1 Pubblicare gli annunci 2 Classificare le risposte e creare una rosa dei candidati per i colloqui 3 Tenere i colloqui preliminari 4 Colloqui finali e selezione 5 Iniziare l’addestramento 6 Prima valutazione 7 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Figura 2.7 Assumere nuovi venditori. Chiarire l’enigma della pianificazione 33 ■ ■ ■ Non si creda erroneamente che la stesura scritta di un piano sia una garanzia della sua efficacia. I manager commettono spesso l’errore di generare piani quasi “immutabili”. Ben di rado i piani sono implementati con successo senza adattamenti e modifiche; infatti vengono sviluppati con informazioni incomplete alla luce di previsioni sul futuro che quasi certamente si dimostreranno errate. Le decisioni vengono prese basandosi su supposizioni e previsioni che devono invece essere monitorate. Più si avanza nel processo di pianificazione più aumentano le probabilità che i piani necessitino di modifiche; i manager capaci sono vigili, flessibili e pronti ad affrontare gli imprevisti. Riesaminare la sequenza di pianificazione I business plan non possono essere sviluppati separatamente ma devono essere strettamente connessi con le aree funzionali dell’azienda, non solo con il marketing, ma con le attività, le finanze e le risorse umane. I passi della pianificazione sono logici e facili da seguire, ma richiedono tempo poiché è necessario comunicare in ogni fase con tutti i livelli dell’organizzazione (Figura 2.8). Una pianificazione efficace è un processo iterativo. Il tempo necessario Quanti desiderano elaborare un calendario di pianificazione non necessitano soltanto di una semplice sequenza in base alla quale pianificare le attività: devono anche disporre di alcune indicazioni sul tempo che probabilmente richiederà ciascun passo. Esso sarà diverso a seconda dei seguenti fattori. ■ ■ ■ Le dimensioni e la complessità dell’azienda. L’esperienza nell’ambito della pianificazione e le informazioni sul management già esistenti. Le risorse disponibili per sostenere l’attività di pianificazione. È ora di pianificare Nel Regno Unito all’inizio degli anni Novanta il Department of Trade and Industry sostenne alcune iniziative per migliorare la pianificazione in società medio-piccole. Destinò 15 giorni di consulenza a ciascun progetto. In questi casi il management di ogni società doveva essere coinvolto attivamente durante tutto il processo di pianificazione: così di solito si aggiunsero altri 5-10 giorni. Nel complesso si calcolarono circa 25 giorni (una parte non irrilevante dell’agenda di qualsiasi manager) ma forse un’indicazione del motivo per cui i piani non possono essere inseriti a forza in seguito a un ripensamento. Tanto meno dovrebbero essere concentrati in un arco di tempo troppo ridotto. La pianificazione dovrebbe estendersi per mesi e non per settimane. Ecco una regola pratica per quanto riguarda il tempo da dedicare alla pianificazione che va destinato nelle seguenti proporzioni. 34 Il piano di marketing Come mostra la Figura 2.3, il processo di pianificazione è ben diverso dalla chiara attività di sequenziazione suggerita dalla gerarchia di pianificazione. Passo 1 Tutte le aree operative, compreso il marketing, controllano le loro attività per individuare i punti di forza e di debolezza: i fattori interni controllabili. Essi sono poi comunicati al senior management team. Passo 2 L’analisi della situazione raccoglie tutte le informazioni generate nel passo 1 oltre a qualsiasi questione prettamente aziendale come la cultura e la valutazione dei punti di forza del management al fine di produrre una sintesi dei punti di forza e di debolezza dell’organizzazione. Dopo una loro valutazione, a essi viene assegnata una priorità per individuare i fattori critici di successo e i fattori limitativi dell’organizzazione. Passo 3 Dopo essersi autoesaminata a fondo, l’organizzazione deve collocarsi in un contesto ambientale che permetta di individuare le opportunità e i rischi emergenti per l’azienda stessa. Passo 4 I responsabili del marketing considerano questo controllo dell’ambiente e interpretano il suo significato in termini di prodotti e mercati. I cambiamenti ambientali possono minacciare i mercati tradizionali o dischiudere nuove opportunità. Il ruolo del marketing consiste nell’individuare tutte queste opzioni: le opportunità rappresentano le strategie alternative per l’azienda. Passo 5 Il management riesamina la mission e la vision aziendali e stabilisce obiettivi quantificati e realistici alla luce della posizione corrente e dell’ambiente previsto. Passo 6 Dopo essere stato informato sulle opzioni disponibili il management deve operare una scelta tra esse. È necessario intraprendere un processo di valutazione su basi obiettive per fare in modo che venga scelta come strategia aziendale l’opzione migliore e più corrispondente ai punti di forza dell’organizzazione. In realtà quasi tutte le organizzazioni o unità di business adottano più di una strategia. Passo 7 Dopo essere stata selezionata, la strategia concordata è comunicata a tutti i dipartimenti di livello operativo. Ciascuno di essi è poi responsabile della creazione di un piano che implementerà la strategia scelta. È il punto di partenza dello sviluppo del piano di marketing. Per un approccio strategico molteplice, sono necessari molteplici piani di marketing. Figura 2.8 Il calendario di pianificazione. ■ ■ ■ ■ Analisi della situazione interna: 20 percento. Controllo dell’ambiente esterno: 20 percento. Individuazione, valutazione e selezione della strategia: 30 percento. Produzione e comunicazione del piano: 30 percento. Chiarire l’enigma della pianificazione 35 Si utilizzi la checklist seguente per definire un calendario realistico per i prossimi piani d’impresa e di marketing. Si inizi a ritroso dal momento in cui si è presentato il piano e stabilito uno schedule per ogni fase. Si ricordi che ogni settimana si deve dedicare un po’ di tempo per svolgere altre attività ed è necessario contemplare anche i periodi di lavoro più intensi, le vacanze e così via. La maggior parte delle aziende dovrebbe prevedere un intervallo di almeno tre mesi tra la progettazione e la produzione del piano. In organizzazioni complesse con molteplici strategie è più realistico preventivare un periodo di sei mesi. ■ ■ ■ Se le proprie attività di pianificazione non sono pienamente sviluppate, non è possibile perfezionare subito i piani: non è un obiettivo ragionevole. Il processo deve proseguire nonostante la mancanza di dati sui concorrenti o informazioni incomplete sul management. Si cerchi di completare il processo e si elaborino supposizioni ragionevoli, se è necessario. È sempre possibile riesaminare i piani alla luce di informazioni più esaurienti pervenute in seguito; nel corso del tempo le proprie capacità di pianificazione miglioreranno. Scadenza Passo 7 Produzione e presentazione del piano di marketing ■ ■ coordinamento di piani di marketing tattici per ciascun segmento differenziato _______________ conferma degli obiettivi di marketing concordati e di una strategia per ogni opportunità commerciale individuata _______________ Passo 6 Completamento della strategia aziendale ■ valutazione della fattibilità delle opzioni individuate _______________ ■ ultimazione della ricerca di mercato necessaria _______________ ■ esame delle alternative da parte del management _______________ Passo 5 Conferma di obiettivi aziendali e del divario di pianificazione ■ riesame e consenso sulla mission e sulla vision _______________ ■ previsioni sulla probabile domanda _______________ feedback da parte dei manager operativi in merito agli obiettivi stabiliti _______________ ■ Passo 4 Individuazione delle strategie alternative disponibili per l’azienda _______________ Passo 3 Controllo dell’ambiente, inclusa l’analisi dei concorrenti e dei clienti _______________ Passo 2 Controllo della situazione Passo 1 Controlli delle aree funzionali 36 Il piano di marketing _______________ Nei capitoli seguenti si illustreranno in dettaglio le fasi per produrre una strategia e un piano di marketing. Ma prima di proseguire vi sono alcuni termini e tecniche citati che è necessario chiarire meglio. L’attività della pianificazione Come è già stato menzionato nel Capitolo 1, la pianificazione è un’attività quotidiana che non si limita al mondo degli affari o a un livello di management all’interno dell’azienda. Questo può causare alcuni problemi quando si esamina la terminologia della pianificazione, ampiamente utilizzata nei giochi e nelle guerre così come nel business. Parole come mission, strategia e tattica possono creare confusione nei manager perché sono utilizzate in ogni livello. Non si riferiscono a un’attività specifica di una particolare fase della pianificazione all’interno della gerarchia aziendale, ma a un momento dello stesso processo di pianificazione. Obiettivi Sono sempre ciò che si vuole ottenere. Ci si prefigge uno scopo o un obiettivo, che è privo di valore se non è specifico e quantificato nel tempo. L’affermazione: “vogliamo incrementare le vendite” è del tutto inadeguata. L’obiettivo riguardante un incremento delle vendite del 25 per cento rispetto all’attuale livello di capacità produttiva nel mercato europeo entro il 2006 è quantificato nel tempo e specifico. Per facilitare il lavoro dei pianificatori, l’obiettivo deve essere pertinente per quanti implementeranno il piano che lo devono anche ritenere raggiungibile. L’obiettivo finanziario aziendale di aumentare il rendimento sul capitale investito deve essere tradotto in un obiettivo di marketing, basato sulla quota di mercato, i livelli di utilizzo o il numero dei clienti, se si vuole costruire su di esso il piano di marketing. Parimenti un obiettivo relativo alla quota di mercato deve essere trasformato nel target riguardante il volume delle vendite affinché sia significativo per la forza vendite. Strategia La strategia comprende le modalità per realizzare qualsiasi obiettivo concordato. La strategia del piano di solito è abbastanza breve, una dichiarazione generale sul modo in cui si intendono raggiungere gli obiettivi. ■ ■ A livello aziendale indica il prodotto e le opportunità di mercato selezionate: per esempio ci si prefigge di aumentare il business del 10 percento con l’introduzione di nuovi servizi tecnologici digitali. La strategia di marketing specifica in che modo si realizzeranno gli obiettivi di marketing. Necessita di una decisione sulla posizione da adottare all’interno del mercato e di dettagli sui segmenti da raggiungere; per esempio, i nuovi servizi avranno un premium price e offriranno una migliore qualità e saranno sviluppati per il mercato aziendale della sede centrale. Chiarire l’enigma della pianificazione 37 Tattica Indica i particolari del piano. A livello di marketing il piano specifica con precisione ogni elemento del marketing mix. Invece il piano promozionale contiene i dettagli di tutti gli elementi del mix comunicativo. La tattica del piano d’impresa include i diversi piani funzionali, tra cui quello di marketing. Verifiche Permettono di verificare se si è sulla strada giusta. La verifica è un elemento fondamentale del processo e dovrebbe avere un ruolo di prim’ordine in tutti i piani. Si dovrebbe fornire un’indicazione dei costi espressi in termini di budget, un calendario delle attività e le informazioni necessarie per monitorare i progressi compiuti in riferimento al piano. I termini sopra descritti possono essere utilizzati in qualsiasi piano, sia quello d’impresa sia quello delle vendite. Per chiarire il livello gerarchico del piano è necessario specificare a quale strategia o obiettivi si fa riferimento. Essi possono essere individuati riflettendo sugli attori per i quali sono rilevanti (Figura 2.9). Aziendale o d’impresa Gli obiettivi sono espressi in termini di: La strategia conferma: La tattica fornisce i dettagli desunti da: I controlli sono presentati in termini di: profitto o vantaggi clienti, entrate per gli stakeholder o quota di mercato i prodotti e i mercati obiettivo Il piano di marketing Promozione consapevolezza, atteggiamento o azione l’utilizzo i segmenti di clienti di un approccio e il posizionamento pubblicitario da adottare “push” o “pull” i singoli piani i piani per ogni i piani funzionali, per ogni elemento elemento compreso il piano dell’attività del marketing mix di marketing di comunicazione costi e ricavi Figura 2.9 A chi è destinato il piano? 38 Marketing crescita di mercato, spesa media e vendita incrociata tasso di conversione e di richieste di informazioni La sfida della pianificazione Si verifichi la comprensione della terminologia della pianificazione associando le dichiarazioni sottostanti con le descrizioni successive. Tutti i termini devono essere utilizzati una volta sola. 1. Il direttore di una catena di negozi chiede a tutti manager di presentare un rapporto solo se le vendite superano il 5 percento rispetto al budget. 2. Il manager di un’impresa di pulizie domestiche decide di proporre i propri servizi alle case unifamiliari in tre aree suburbane della zona. 3. Il gestore di una gastronomia decide di cambiare settore passando al servizio ristorazione. 4. Il consiglio d’amministrazione stabilisce come obiettivo per l’anno seguente un profitto lordo del 27 percento. 5. La forza vendite intende ottenere un tasso di conversione pari a 3:5 nel trimestre successivo. 6. Si sviluppano attività promozionali per attirare nuovi clienti in un’enoteca. 7. Con la costruzione di un’immagine di prestigio e una limitata disponibilità si prevede che il prodotto attirerà un gruppo di clienti oculati. 8. Si ritiene che raddoppiare la quota di mercato sia un progetto ambizioso, ma non realistico nell’attuale mercato in crescita. a. strategia aziendale (diversificazione) b. obiettivo aziendale c. obiettivo di vendita d. strategia promozionale (“pull”) e. obiettivo di marketing f. strategia di marketing (posizionamento) g. un controllo h. strategia di marketing (segmentazione) Risposte – La sfida della pianificazione 1=g2=h3=a4=b5=c6=d7=f8=e Chiarire l’enigma della pianificazione 39 In questo capitolo si è visto come il processo di pianificazione determina la produzione di piani e qual è la tecnica migliore per programmare questa sequenza per l’azienda. ■ Si investa molto tempo nella pianificazione. ■ Non si cerchi di creare subito piani perfetti: è necessario un miglioramento continuo. ■ Non si produca un piano d’impresa in completo isolamento. ■ ■ ■ ■ 40 Si basino i piani su informazioni affidabili riguardanti le capacità dell’azienda, l’ambiente, i bisogni dei clienti e le aspirazioni dei concorrenti. Si comunichino agli altri lavoratori le strategie concordate come fondamento dei piani. Si stabiliscano sempre obiettivi quantificati e li si utilizzi come benchmark per il controllo. Si tragga un insegnamento dal processo di pianificazione procedendo al riesame e alla valutazione approfondita al termine di ogni fase. ■ Si sviluppino sistemi che favoriscano la transizione dall’analisi all’implementazione. ■ I piani non hanno alcun impatto finché non sono operativi. Il piano di marketing