NOTIZIARIO GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" CECINA (LI) XVI sec. – Discesa di minatore con corda e lucerna Parchi Val di Cornia A. Casini “La miniera del Temperino” Anno 6 - n°20 (Aprile/Giugno 2009) SOMMARIO Gruppo Mineralogico "AUSER" Anno 6 N° 20 Notiziario trimestrale a cura del Gruppo Mineralogico "AUSER" di Cecina (Li) Aprile/Giugno 2009 Per ricevere i numeri del Notiziario e per inviare eventuali articoli scrivere a : GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" Casella Postale, 153 - 57023 Cecina (Li) tel. 0586/632112 - fax 0586/632433 Articolo: Magni Massimo Foto: Magni Massimo G.AUSER-Cecina Mineralizzazioni del "Campigliese" Complesso del Temperino - una risorsa perduta della Toscana Introduzione Itinerario Cenni Storico-Industriali Brevi note sulla geologia del "Campigliese" Brevi orientamenti sulla ricerca dei minerali Qualità mineralogiche Galleria Fotografica 1 1 2 3 8 14 16 17 Attività Gruppo 27 Manifestazioni 28 Curiosità Mineralogiche 29 Scala di Mohs 30 Foto copertina: Ruderi complesso “Etruscan Mines” (da //parchivaldicornia.it) Si ringraziano per la collaborazione: Tutti i Soci del G. M. "AUSER" e chiunque voglia darci una mano alla pubblicazione del Notiziario (Stampato in proprio) Bibliografia: E. GIANNINI, A. LAZZAROTTO, C.G. STEFANI: 1970, “Studio strutturale del tetto del basamento filladico-quarzitico (Verrucano) nella Toscana a Sud dell’Arno”; CASINI A. – MELLINI M. – CASCONE G.: 2001, Società Parchi Val di Cornia – “La miniera del Temperino”; M. PREITE – B.BAY: 2006, “Paesaggi industriali del novecento, Siderurgia e Miniere nella Maremma Toscana” - Casini A.: “La Etruscan Mines” Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina MINERALIZZAZIONI DEL CAMPIGLIESE MINIERA DEL “TEMPERINO” - UNA RISORSA PERDUTA DELLA TOSCANA INTRODUZIONE L’area Sud della Provincia di Livorno è caratterizzata da una serie di rilievi collinari, degradanti verso la piana di Venturina-Baratti, facenti parte, con la quota massima di 646 m.slm del “Monte Calvi”, dei contrafforti occidentali delle “Colline Metallifere” che si affacciano sul basso “Ligure”. Questa zona, ricca di calcari, oggi in gran parte oggi sfruttata per l’estrazione di prodotti lapidei impiegati nell’industria chimica (Solvay), nell’edilizia e costruzioni stradali (Sales), ha visto, nel secolo scorso, lo svilupparsi di attività per lo sfruttamento dei minerali di Rame, Piombo ed Argento: peraltro conosciuti, già nel periodo etrusco prima e medievale poi, principalmente per la monetizzazione. Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Attualmente tutta l’area mineraria è soggetta alla tutela naturale del “Parco Archeominerario di S. Silvestro” per cui è interdetta la ricerca dei minerali, in miniera ed in discarica, per ovvi motivi di tutela della proprietà e dell’ambiente. La conoscenza dei siti minerari della ns. Provincia, da parte dei partecipanti al corso di Mineralogia, è stato tuttavia il motivo per cui il “Gruppo Mineralogico Auser di Cecina” ha ottenuto, dalla Direzione del Parco, il permesso, con una modica cifra comprensiva della guida all’interno delle gallerie oggi accessibili, di visitare, il 26 Aprile u.s., le aree circostanti la miniera del “Temperino” a scopo di ricerca mineralogica. AREA MINERARIA CAMPIGLIA Fig.: 2 - Valle del Temperino – Valle dei Lanzi (da: “I percorsi Archeominerari di San Silvestro”) ITINERARIO Fig.: 1 - Viabilità della zona (da: TCI – Atlante stradale Italia Centro) La presenza di calcari, di rocce metamorfiche e di mineralizzazioni, in gran parte composti a silicati, ha dato luogo, nel corso dei millenni, a formazioni oggi particolarmente appetibili da ricercatori che hanno fatto vanto dei reperti ivi rinvenuti per le loro collezioni. 1 L’area mineraria è raggiungibile, percorrendo la S.S. 1 Aurelia, dall’uscita di S. Vincenzo Sud deviando verso Est e seguendo le indicazioni per “Botro ai Marmi” e “Campiglia M.ma” per circa 6-7 Km. Prima di giungere al Borgo di “Madonna di Fucinaia” si evidenziano, sulla sinistra, le indicazioni per l’accesso alla Direzione del Parco Archeominerario e quindi alla miniera del Temperino. Occorre lasciare l’auto presso il parcheggio e proseguire a piedi verso le strutture minerarie. 2 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina CENNI STORICO-INDUSTRIALI L’aspetto geologico esteriore del “Campigliese” non consente in prima analisi al profano la scoperta delle ricchezze minerarie celate nel sottosuolo: la vista spazia in effetti su rilievi calcarei, possibili sedi di cave lapidee, e solo un attento esame su scoscendimenti e canaloni evidenzia la presenza di venature mineralizzate indici di più importanti giacimenti di Rame, Piombo ed Argento da sfruttare industrialmente. Probabilmente, siamo nel 3° millennio a.C., i nostr i antichissimi progenitori dell’età del rame avevano già una certa esperienza mineraria, come testimoniano i resti venuti alla luce nei pressi di S. Carlo ma, storicamente, possiamo certamente individuare quattro principali periodi di attività estrattiva: a) periodo etrusco-romano: (VII – I sec. a.C.) b) periodo medioevale: (I – IV sec. d.C.) c) periodo mediceo: (XVI sec.) d) periodo contemporaneo: (XIX – XX sec.) Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina L’area doveva presentare comunque una intensa attività, desumibile dai resti di grandi sale di coltivazione e di antichi lavori tagliati da interventi successivi, ma stimare la quantità del materiale estratto risulta un’impresa assai ardua. Particolare interesse riveste il castello medioevale della “Rocca di San Silvestro” fondato, alla fine del X sec. per volontà dei Conti della Gherardesca, a protezione della produzione di “metalli monetabili” quali il Rame e l’Argento. Fig.: 4 - Insediamento minerario "Etruscan Mines" inizio '900 (A. Casini: La miniera del Temperino) Gli archeologi hanno individuato nel territorio almeno 200 ingressi di miniere scavate prima del XIX sec. in cui la coltivazione veniva effettuata in sotterrraneo, con andamento pressochè verticale, anche fino a 100 mt. di profondità, in angusti cunicoli che seguivano a grandi linee il procedere delle masse mineralizzate. L’area del “Temperino” sembra che non sia stata interessata da lavori minerari databili al periodo medioevale: questo non vale per l’area della “Gran Cava” dove sono evidenti lavorazioni intraprese nel XVI sec. in età medicea. Agli inizi del XIX sec., con l’incipiente rivoluzione industriale, furono intraprese nuove ricerche che portarono concessioni minerarie a favore di società straniere: in primis francesi e poi inglesi. Intorno a 1840 fu costituita la “Società di Poggio Palazzetto di L. e G. Collani”, trasormata poi in “Società Anonima per l’escavazione della miniera di Piombo Argentifero posta nell’agro campigliese nella maremma toscana” grazie ai capitali di un banchiere fiorentino. Quasi nello stesso periodo altre imprese, quali la “Società Metallurgica G. Senigallia” ed una francese, la “Ballon Crapaut & C.” poi “Bourlon, Noiret, Badois,Gavault & C.” e “Bourlon & C.”, ripresero lo sfruttamento dei minerali di Rame concentrando le attività nella “Valle del Temperino”. Nel 1876 si presentarono le prime società inglesi quali la “Holloway”, la “V. Rogers”, la “Copper Lead and Hematite Mining Co.” per l’area del “Temperino” e la “Lanzi Mining Co.” per l’area della miniera Lanzi. Si riferisce al suddetto periodo la pubblicazione del documento, relativo alle mineralizzazioni ed alle antiche miniere, opera di ingegneri minerari e geologi francesi e belgi (Simonin, Coquand, Blanchard) che erano alle dipendenze delle suddette 3 4 Fig.: 3 - Ricostruzione di una coltivazione medioevale (A. Casini: La miniera del Temperino) Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina società o di altri che visitarono i cantieri durante e dopo le lavorazioni (Burat, Von Rath, Pilla). Nel Dicembre 1900 si costituì a Londra, con capitale di 575.000 sterline, la società “Etruscan Copper Estate Mines”. I lavori della Società presero avvio dal 1901 ma nel 1907, dopo soli sette anni, ogni attività fu sospesa e nel 1908, con il fallimento, furono smantellati i macchinari lasciando importanti strutture, tuttora visibili, relative agli edifici ed agli impianti di lavorazione e scrivendo un capitolo significativo per il territorio. Fig.: 5 - Complesso estrattivo "Pozzo Earle" (A. Casini: La miniera del Temperino) La “Etruscan Mines” aprì cinque pozzi di estrazione collegati da una ferrovia a scartamento ridotto della lunghezza di circa 5 km. ed impostata, da cui il nome, alla quota di 212 m. slm. La ferrovia partiva dal pozzo “Gowett”, passava davanti al pozzo”Gran Cava” ed al pozzo “Earle”, proseguiva poi per la “Valle dei Lanzi” dove, tramite un piano inclinato costruito in parte su pilastri di cemento armato ed in parte su terrapieno, si collegava con il 2° livello del p ozzo “Walter” e terminava al cantiere di trasformazione di “Poggio alle Buche” i cui ruderi e discariche si trovano alle pendici del Monte Rombolo. Anche se l’impresa fu breve e fallimentare, alla “Etruscan Mines” si deve il merito di aver, per prima, introdotto metodi innovativi di gestione organizzando il Campigliese come un’unica grande miniera, unificando le concessioni e realizzando un unico grande complesso di trasformazione metallurgica, con almeno 1500 operai, acquisendo moderni macchinari di estrazione e trattamento dei minerali per almeno 300 tonnellate al giorno. Fig.: 6 - Sezione della miniera del “Temperino” (A. Casini: “La miniera del Temperino”) 5 6 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Fig.: 7 - Tratta di galleria armata in legno (2009 – Foto M. Magni) Fig.: 9 - Pianta del complesso minerario del Temperino (2009 – Foto M. Magni) Le attività, sospese fino agli anni ’40, ripresero con le ricerche effettuate dalla “Società F.lli Carlo ed Alessandro Parodi” nella “Miniera Lanzi” e dalla “Ferromin” nella “Miniera del Temperino”. Successivamente la concessione mineraria del “Temperino” venne conferita alla “Società Generale per l’Industria Mineraria e Chimica di Montecatini”. Nel 1954 la concessione passò alla “Miniera di Campiglia S.p.A.” che procedette a riarmare il vecchio pozzo “Earle” ed a riprendere le vecchie coltivazioni abbandonate dagli Inglesi ottenendo un discreto successo grazie ad un efficace sistema di arricchimento dei minerali nella laveria di “Valle Lanzi”. La miniera fu dichiarata praticamente esaurita nel 1962. Rimase in attività la miniera del “Temperino” 1976 quando la miniera dovette definitivamente chiudere nonostante una appassionata battaglia sindacale. BREVI NOTE SULLA GEOLOGIA DEL "CAMPIGLIESE" Fig.: 8 - Lucerna da minatore a Carburo (A. Casini: “La miniera del Temperino”) Le attività, sospese fino agli anni ’40, ripresero con le ricerche effettuate dalla “Società F.lli Carlo ed Alessandro Parodi” nella “Miniera Lanzi” e dalla “Ferromin” nella “Miniera del Temperino”. Successivamente la concessione mineraria del “Temperino” venne conferita alla “Società Generale per l’Industria Mineraria e Chimica di Montecatini”. 7 I rilievi del "Campigliese" rappresentano, come già accennato, l’appendice occidentale del sistema noto come “Colline Metallifere” comprendente le minerallizzazioni a Rame di Montecatini Val di Cecina, i soffioni boraciferi del campo geotermico di Larderello-Monterotondo M.mo-Travale ed i giacimenti a solfuri (Rame, Piombo, Zinco, Argento) presenti a Gavorrano, Boccheggiano, Niccioleta, Massa Marittima e presso le “Cetine di Cotorniano”. Riguardo alla loro formazione, dobbiamo dire che lo studio della tettonica della “Serie toscana”, dei Territorio a Sud dell’Arno, presenta difficoltà analitiche maggiori, di quanto non si verifichi a Nord di quest’ultimo per la catena Appenninica, riguardanti i rapporti tra questa ed altri complessi quali le Liguridi, la Serie Umbra, ecc. 8 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Fig.: 10 - Mineralizzazioni lungo la galleria (A. Casini: "La miniera del Temperino") Anche trascurando gli impedimenti rappresentati dalle coperture vegetali, detritiche e da una morfologia in cui raramente si incontrano incisioni profonde (vedi le Apuane), il maggiore ostacolo per lo studioso è rappresentato dal fatto che vaste estensioni sono occupate da sedimenti post-orogenetici (neoautoctoni), legati a fasi diastrofiche(1) distensive, per cui i rilevamenti superficiali non possono fornire indicazioni sulla tettonica delle formazioni più profonde e più antiche andate corrugandosi in modo del tutto diverso durante la fase tettogenetica principale. Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Anche dove questa copertura è assente, la serie Toscana è, per vaste aree, nascosta dagli affioramenti delle varie unità Liguri provenienti, come falde, da zone differenti e quindi deformate indipendentemente dal substrato sul quale si trovano e costituito in gran parte dalla serie Toscana. Quest’ultima, dove affiora, è rappresentata solo dai suoi termini stratigrafici più bassi (Verrucano o Cavernoso), riferibili al Trias medio e superiore, sormontati dalle Unità Liguri dando luogo al fenomeno della cosiddetta “Serie Ridotta”. La “Serie Toscana” completa, o quasi di ogni suo termine, costituisce affioramenti isolati, abbastanza numerosi ma di estensione modesta, su cui esiste una letteratura abbastanza moderna (a cui si rimanda) che ne illustra la tettonica. Per quanto concerne i nostri scopi è utile sottolineare che, nell’ambito delle “Colline Metallifere”, Campiglia Marittima presenta uno dei “Nuclei a Serie Toscana” mentre altri sono localizzati nelle aree di Castelnuovo V. C., Monterotondo M.mo, Cornate di Gerfalco, Montagnola Senese, ecc. A prescindere da questa introduzione, addentrarsi nello studio della geologia riguardante l’area in esame, potrebbe dar luogo a lunghe digressioni che non è qui il caso di discutere. Affrontando molto semplicemente l’argomento diciamo che la “Serie Toscana”, sottoposta al sollevamento dal sistema batolitico sottostante, è stata in parte erosa scoprendo la componente a “Calcare Massiccio” sottoposto a metamorfismo dal contatto dei fluidi magmatici del mantello arrivati a bassa profondità in fasi intrusive. Fig.: 12 - Sezione tettonica del Campigliese (da: A. Casini - “La miniera del Temperino”) Fig.: 11 - Il Gruppo presso il “Pozzo Earle” (2009 – Foto M. Magni) L’origine dei Calcari del Campigliese copia praticamente quella della “Montagnola senese”; diversa è la fase metamorfica: nel primo caso il metamorfismo è stato provocato dalle intrusioni verso la superficie del magma risalente dal mantello mentre nel secondo la fase metamorfica è stata caratterizzata dall’affondamento per subduzione dei calcari oceanici che, dopo l’azione termica dei magmi profondi, sono poi risaliti in una successiva fase orogenetica. Qui il geologo si trova in un vero e proprio laboratorio naturale in quanto può spaziare su di una campionario completo di minerali e rocce formatisi secondo i principali processi genetici: magmatico, sedimentario e metamorfico. 9 10 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Tale sistema ha dato origine ad una complessa chimica ambientale da cui è derivata una serie notevole di minerali, se ne contano almeno 90 specie diverse, dei quali, alcuni utilizzabili in processi industriali, altri interessanti solo per la loro presenza ovvero per il naturalista ed il collezionista. Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Nel seguito accenneremo sinteticamente ai principali tipi di rocce che caratterizzano il territorio di Campiglia. Nota (1) : complesso delle deformazioni e delle dislocazioni meccaniche subite dagli strati rocciosi dopo la loro formazione. Rocce magmatiche Nel corso dei complessi avvenimenti geologici che hanno caratterizzato, nell’ambito Toscano, l’orogenesi appennica, si sono verificati processi distensivi, derivanti dai movimenti magmatici del mantello che, con l’aprirsi di fratture nella crosta e la risalita di masse fuse (magma), hanno dato luogo a vere e proprie eruzioni vulcaniche e colate laviche se giunte in superficie (vedi le “Vulcaniti” presenti nell’area di San Vincenzo) ovvero a intrusioni magmatiche, solidificatesi più o meno in profondità, quali il “Monzogranito” a laccolite di Botro ai Marmi ed i filoni di “Porfido” caratteristici della “Valle del Temperino”. Il “Monzogranito” o “Monzonite” è rappresentato da una roccia di colore chiaro, costituita da ossigeno, silicio, alluminio, sodio, potassio e calcio (feldspati, pirosseni, quarzo, biotite, titanite, ecc.) estratta per l’industria della ceramica. Il “Porfido” deriva da magmi infiltratisi lungo le fratture di distensione e che, a seguito del raffreddamento, hanno dato origine a rocce con chimismo simile al Monzogranito: per le doti di compattezza e resistenza al calore è stato il materiale principe per la costruzione dei forni fino dall’età etrusca. Rocce sedimentarie LEGENDA Sono rappresentate da “calcare massiccio”, costituito quasi totalmente da carbonato di calcio sia organogeno, formatosi a seguito di processi diagenetici di sedimenti in ambiente marino a profondità limitata (piattaforma carbonatica) e caratterizzati dalla presenza di ooliti, di coralli e crinoidi (organismi presenti circa 190 M.a.f., nel Giuriassico, all’epoca della sedimentazione), oppure evaporitico per precipitazione dei carbonati a seguito dell’evaporazione dell’acqua marina. Sopra il calcare massiccio troviamo, in contrasto cromatico, un altro tipo di roccia sedimentaria più giovane: il “calcare ammonitico” o “rosso ammonitico” così definito per il suo colore roseo o rosso-fegato e per la presenza dei resti fossili di organismi vissuti nel Giuriassico-Cretacico ed inglobati durante la formazione. Rocce metamorfiche Fig.: 13 - Cartina geologica delle aree minerarie (da: A. Casini - “La miniera del Temperino”) Circa circa 5 M.a.f., la risalita delle masse magmatiche fluide ad alta temperatura ha determinato la trasformazione (metamorfosi) delle rocce preesistenti. Appartengono a questa categoria due tipi principali di rocce: i “Marmi”, prodotti per ricristallizzazione dei calcari sottoposti al calore dell’intrusione magmatica nelle masse carbonatiche e gli “Skarn”, rocce a composizione carbosilicatica, quale prodotto delle reazioni chimiche tra il carbonato di calcio ed i fluidi di origine magmatica ricchi in Ferro, Manganese e Silice in cui si accumulano anche depositi di altri minerali. I Marmi pur non avendo il pregio di quelli “Apuani” o della “Montagnola” sono tuttavia estratti per l’industria chimica e la siderurgia. Gli Skarn, dall’aspetto di rocce scure con colorazione variabile dal verde, al marrone, al nero, rivestono una grande importanza nella coltivazione mineraria in quanto ricchi di solfuri quali Calcopirite, Blenda e Galena da cui si estraggono il Rame, Piombo, Argento e Zinco. 11 12 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina BREVI ORIENTAMENTI SULLA RICERCA DEI MINERALI Il “Carsismo” Gli estesi affioramenti carbonatici sono stati, nel corso dei millenni, modificati, sia in superficie che nel sottosuolo, dall’azione meccanica e chimica delle acque meteoriche e di infiltrazione con la formazione di fenomeni carsici quali doline, pozzi e grotte che hanno modellato le rocce e riproposto la cristallizzazione in Calcite ed Aragonite dei carbonati in soluzione dei fluidi di percolazione. Anticamente i fenomeni carsici sono stati certamente anche deteminanti nello sviluppo minerario della zona in quanto oggetto di esplorazione per la ricerca qualora esternamente mancassero affioramenti o segnali che indicassero la presenza di filoni e giacimenti. Molte delle grotte del Campiglise possono definirsi come “grotte miniera” in quanto, da formazione naturale, sono state utilizzate ed attrezzate dall’uomo per la coltivazione del giacimento sotterraneo. In passato la miniera del “Temperino” ha regalato numerosi ed apprezzabili campioni ai temerari che si sono avventurati nelle sue viscere dopo la “volata” delle cariche di avanzamento oppure nelle pause lavorative dei minatori. Pregevoli sono i campioni delle rocce calcaree (Calcite ed Aragonite), dei numerosi silicati degli Skarn (Hedenbergite, Ilvaite, Johannsenite e Quarzo) nonché dei solfuri che li accompagnano (Calcopirite, Galena, Blenda, Pirite, Pirrotina) e degli appariscenti minerali derivati da alterazione successiva (Gesso, Malachite, Crisocolla, Auricalcite, Limonite, ecc.) degli stessi che, dopo la loro formazione attorno ai 400°C., hanno reagito, venendo a contatto con acqua ed aria in ambiente via via più freddo, depositandosi come nuovi prodotti quali solfati, ossidi, idrossidi e carbonati. Dato che le lavorazioni minerarie interagiscono con l’alterazione delle rocce fratturandole e modificando l’equilibrio idrico sotterraneo, si producono facilmente mineralizzazioni sotto forma di patine e croste dalle caratteristiche colorazioni verdeazzurro per i derivati del Rame, giallo-rosso per i sottoprodotti del Ferro e bruno ad opera del Manganese. Oggi è consentito solo l’accesso e la visita guidata alla galleria principale, con ingresso a quota 198 mt. slm presso il Museo della Miniera negli orari previsti a tale scopo. Figg. 15 – 16: Serretti e Dondoli presso una recente colata di Crisocolla (2009 – Foto M. Magni) Fig.: 14 - Il carsismo nel Campigliese (da: A. Casini - “La miniera del Temperino”) 13 In altri periodi la miniera rimane chiusa da cancellate allucchettate per cui non è possibile entrare nelle gallerie né, tantomeno, scendere nei pozzi e quindi accedere ai vari livelli di coltivazione se non con autorizzazione particolare dell’Ente Parco e l’accompagnamento di speleologhi esperti. Il territorio è soggetto a tutela ambientale ed è controllato da guardaparco: sono proibiti gli scavi e la ricerca è subordinata all’autorizzazione eventualmente rilasciata dietro specifica richiesta. 14 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina L’area mineraria offre comunque un vasto territorio di ricerca rappresentato dalle discariche presenti intorno ai pozzi di estrazione, all’ingresso degli scavi di ricerca ed alle rovine degli impianti della Etruscan Mines. I minerali sono reperibili generalmente nelle discariche dove possiamo imbatterci in campioni interessanti anche se non appariscenti anzi, senza dubbio, di dimensioni millimetriche se non microscopiche. Sulle colline del “Campigliese”, ben visibili dalla costa, sono presenti diverse cave di prodotti lapidei tra cui la “Cava Maffei” e quelle di “San Carlo”, “Monte Calvi”, “Monte Valerio”, tuttora in attività ed interdette ai non addetti ai lavori. QUALITA’ MINERALOGICHE Oltre alla Hedenbergite, che risulta minerale comune, si possono osservare: Quarzo, Calcite, Aragonite, Ilvaite, Limonite, Crisocolla, Malachite, Calcopirite, Gesso, Pirite, Pirrotina, e, più raramente, Johannsenite, Azzurrite, Auricalcite, Allofane, Galena, Fluorite, Goethite, tra i minerali più noti, nonché altri di cui riman diamo al successivo elenco ed alla consultazione della letteratura tematica presso il Museo Archeominerario. Fig.: 20 - La miniera ha carpito lo scalpello di un “predatore” (2009 – Foto M. Magni) Fig.: 21 - Panoramica della discarica “Pozzo Earle” (2009 – Foto M. Magni) 15 Actinolite Buergerite Esaidrite Mackinawite Adamite Calcantite Ferro-Actinolite Magnesite Rodonite Rosasite Adularia Calcedonio Flogopite Magnetite Sanidino Albite Calcite Fluorite Malachite Scheelite Allanite Calcopirite Fluoroapatite Manganite Scorodite Allofane Calcosina Forsterite Marcasite Serpierite Sfalerite Alunite Campigliaite Galena Marialite Andradite Caolinite Galenobismutite Meionite Siderite Anglesite Cassiterite Gesso Melanterite Siderotilo Ankerite Cerussite Goethite Mesitina Smithsonite Anortite Chamosite Grafite Minio Spangolite Anortoclasio Clinocloro Greenockite Molibdenite Stannite Antlerite Connellite Halloysite Muscovite Stibina Antofillite Cordierite Hedenbergite Opale Tetraedrite Aragonite Covellina Hedyphane Ortoclasio Thaumasite Argento nativo Crisocolla Idrozincite Paratacamite Tirolite Arseniosiderite Cuprite Illite Pirite Titanite Arsenopirite Digenite Ilvaite Pirilusite Todorokite Atacamite Diopside Jarosite Pirrotina Thorite Tormalina Augite Dolomite Johannsenite Pisanite Auricalcite Dundasite Kutnahorite Quarzo Tremolite Azzurrite Ematite Lazulite Rame nativo Vesuviana Biotite Emimorfite Lepidocrocite Rancieite Wad Bornite Epidoto Limonite Richterite Wollastonite Brochantite Epsomite Linarite Rodocrosite 16 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina GALLERIA FOTOGRAFICA Nelle pagine che seguono forniamo un piccolo saggio dei campioni mineralogici rinvenuti in passato dai ricercatori del Gruppo Mineralogico Cecinese ed in occasione della escursione recente. Fig.: 21 - Filoni di Hedenbergite su marmo - dime 20x14 cm. c.a (Foto e collezione M. Magni) Fig.: 19 - Quarzi in galleria (crist. 1 cm. c.a) (2009 – Foto M. Magni) Fig.: 20 - Geode di calcite nello skarn (c.a 6x4 cm.) (2009 – Foto M. Magni) 17 Fig.: 22 - Formazione di Quarzo - Cristalli da 3 a 12 cm. (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) 18 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Fig.: 23 - Ilvaite su Quarzo - Crist. magg. 3 cm. (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) Fig.: 25 - Goethite iridescente - Campo 5x3 cm. (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) Fig.: 24 - Quarzo - Cristallo 12 cm. (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) 19 Fig.: 26 - Geode con Ametista - Nodulo 10x7,5 cm. (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) 20 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Fig.: 27 - Fluorite - Crist. magg. 12x12 mm. (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Fig.: 29 - Crisocolla su marmo - dime 18x9 cm. c.a (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) Fig.: 28 - Geode di Hedenbergite - dime 15x10 cm. c.a (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) Fig.: 30 - Diopside - cristallo 5 cm. c.a (Foto M. Magni – collezione G. Ghilli) 21 22 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Fig.: 31 - Crisocolla su Skarn - nodulo 7x5 cm. c.a (Foto e collezione M. Magni) Fig.: 33 - Malachite aciculare - campo 2,5x2,5 mm. c.a (Foto e collezione M. Magni) Fig.: 32 - Crisocolla botroidale - campo 2,5x2,5 mm. c.a (Foto e collezione M. Magni) Fig.: 34 - Crisocolla su Allofane - 8x6 cm. c.a (Foto e collezione M. Magni) 23 24 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Fig.: 35 - Hedenbergite - nodulo 12x10 cm. c.a (Foto e collezione M. Magni) Fig.: 36 - emperino - filoncello di Galena Argentifera (2009 – Foto M. Magni) Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Fig.: 37 - Auricalcite - nodulo 12 cm. c.a (Collezione G.M.C. – Foto M. Magni) Fig.: 38 - Druse di quarzo - piastra 20x13 cm. c.a (Collezione G.M.C. – Foto M. Magni) 26 25 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Attività Gruppo Manifestazioni Al termine del corso di mineralogia, i partecipanti seguiti dal Gruppo Mineralogico, oltre all'uscita nell'area di Campiglia, hanno effetuato ricerche in aree tradizionali per il primo approccio sul territorio quali la zona delle biancane di Buriano e la cava di magnesite di "Fonte murata" presso Canneto. Il G.M.C. ha inoltre partecipato alle Mostre Scambio di Pistoia prima e di Soave poi ed ha organizzato, su invito della relativa Amministrazione, una mostra Didattica presso il Museo dell'Alabastro del Comune di Castellina M.ma Il Gruppo Mineralogico Cecinese a Castellina M.ma (Foto Autori) Imola (Bo) Info Luca Loreti 18/19 Aprile 2009 tel. 3406673199 B/S Cossato (Bi) Info Pietro Filippone 3 maggio 2009 tel. 015446383 B/S 16/17 Maggio 2009 tel. 3892721095 B/S 06/07 Giugno 2009 tel. 050562265 B/S Info Leda Pagni Giannettoni Ivrea (To) Info Marco Giglio Tosi 20/21 Giugno 2009 tel. 3391120641 B/S 25/28 Giugno 2009 tel. +33389505151 M Traversella (To) Info G. M. Valchiusella 04/05 Luglio 2009 tel. 0119956250 S Macugnaga (Vb) Info Marco Berardi 12 luglio 2009 tel. 032465190 B/S Massa Marittima (Gr) Info Silvano Volpi 18/19 Luglio 2009 tel. 0566901244 B/S Domusnovas (Ca) Info Nino Maxia Pisa Miniera di Pirite in Toscana modello realizzato da Enio Griselli (Foto Autori) Ghilli Giuliano intrattiene gli scolari in visita alla Mostra (Foto Autori) 27 Sainte Marie aux Mines (F) Info Michel Schwab 28 Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina Curiosità Mineralogiche Scala di Mohs ZAFFIRO: è una varietà di Corindone (Al2O3) di colore blu o azzurro intenso, trasparente con lucentezza adamantina, (cristallizza nel sistema trigonale in cristalli prismatici pseudoesagonali, spesso arrotondati a "barilotto"; durissimo: 9° grado della Scala di Mohs) classificato come gemma tra le più pregiate, è estratto in Australia, Birmania, Thailandia, Cambogia, Sri Lanka, Tanzania, Malawi e USA. L'esemplare tagliato proviene da una pietra di 129 carati trovata nello Sri Lanka nel 1952. Inizialmente tagliata in una pietra da 80 carati, venne venduta. In seguito, ulteriormente lavorata, fu ridotta a circa 69 carati nel tentativo di conferirle maggior luminosità e splendore. Il risultato è questa meravigliosa pietra: peccato per i 417.000 dollari del suo cartellino di vendita. ACQUAMARINA: è la varietà di berillo (Be3Al2Si6O18) di colore azzurro chiaro, verde o verde-azzurrino, trasparente con lucentezza vitrea (cristallizza nel sistema esagonale in cristalli prismatici a base esagonale; leggero e durissimo: 8° grado della scala di Mohs). Le pietre azzurre e limpide sono considerate più preziose: quelle verdi possono virare all'azzurro dopo riscaldamento a 450°C. Le pietre migliori, da taglio, provengono dal Brasile (Minas Gerais), Russia (Urali), India, Pakistan, Africa del Sud Ovest, Irlanda; in Italia acquamarine limpide ma di un azzurro molto chiaro e molto fratturate, si trovano in Val Codera (SO) ed all'Isola d'Elba nelle Pegmatiti. Anche se di Berillo si conoscono cristalli enormi, della lunghezza fino a 9 mt. e del peso di 25 ton., possiamo affermare che la più grande Acquamarina del mondo, una pietra verde-mare dal peso di circa 23 kg., fu trovata nel 1946 nello stato di Espirito Santo in Brasile. 29 1 Talco Scalfibile con l'unghia 2 Gesso Scalfibile con l'unghia 3 Calcite Scalfibile con una monete di rame 4 Fluorite Scalfibile con un coltello 5 Apatite Scalfibile con un coltello 6 Ortoclasio 7 Quarzo Scalfisce il vetro 8 Topazio Scalfisce facilmente il quarzo 9 Corindone Scalfisce facilmente il topazio 10 Diamante Non è scalfibile Scalfibile con una lima d'acciaio All'inizio del secolo scorso, il mineralogista viennese Friedrich Mohs mise a punto una scala delle durezze (detta appunto Scala di Mohs) da 1 a 10 usata ancora oggi tra i collezionisti. Ognuno dei minerali di riferimento citati scalfisce quello di durezza inferiore e viene a sua volta scalfito da quello di durezza superiore. I minerali aventi durezza 1 - 2 sono considerati teneri, quelli con durezza da 3 a 6 sono mediamente duri e quelli che superano 6 sono ritenuti duri. Nel caso di minerali con durezza tra 8 e 10 si parla di gemme preziose, in quanto molte gemme, hanno una durezza compresa in quest'ambito. 30