La notizia pungente!
Numero verde; Speciale Gne; Febbraio 2016
Giornalino degli studenti del Liceo scientifico “Galeazzo Alessi” PG
Ho sentito alcuni cercare di
negare l’evidenza dicendo che
non sono scienziati e che non
abbiamo abbastanza informazione per agire. Bene nemmeno io sono uno scienziato, ma,
sapete, conosco un sacco di ottimi scienziati alla NASA,
NOAA e nelle nostre maggiori
università. I migliori scienziati del mondo ci stanno dicendo
che le nostre attività stanno
cambiando il clima e che se
non agiamo con forza continueremo a vedere i mari che si
alzano, maggiori ondate di calore, sempre più pericolose
siccità ed inondazioni, e altre
catastrofi di massa che potrebbero scatenare migrazioni,
conflitto e fame in tutto il globo.
(Barack Obama, gennaio 2015)
CAMBIAMENTI CLIMATICI:
SIAMO ANCORA IN TEMPO PER
IMPEDIRE LA CATASTROFE?
A
l giorno d’oggi si sente sempre più parlare di
fenomeni ambientali come l’“effetto serra” o il
“buco dell’ozono”: purtroppo, nonostante questi eventi ci riguardino tutti da vicino, moltissime persone non sono informate in modo adeguato o non si rendono conto della loro pericolosità.
Quando le radiazioni solari raggiungono l’ atmosfera,
alcune rimbalzano indietro nello spazio, mentre altre vi
passano attraverso e sono assorbite dal nostro pianeta, causando il riscaldamento della superficie terrestre.
Il calore proveniente dalla Terra viene poi irradiato verso l’esterno ed assorbito dai gas presenti nell’atmosfera, noti come “gas serra”. Questo processo , chiamato
appunto “ effetto serra”, impedisce al calore di dissiparsi, garantendo una temperatura media in superficie di
circa +15°C invece di -19°C.
...continua a pagina 16
I
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COP 21, QUEST’ANNO
È A PARIGI
l 30 novembre inizierà il congresso annuale sui
cambiamenti climatici (COP21) a cui parteciperanno molti Stati industrializzati di tutto il mondo. Questa non è la prima conferenza di questo genere, ma è la prima a svolgersi a Parigi. Gli scorsi
anni si è svolta in diverse parti del mondo da Brasile
a Germania fino anche in Qatar.
Nel ’92 si è svolto a Rio in Brasile il primo summit
riguardante il clima. Qui sono stati trattati per la prima volta argomenti come il sistema dei modelli di
produzione (per limitare la produzione di tossine come il piombo nel gasolio o rifiuti velenosi), il potenziale dell’energia rinnovabile e la crescente scarsità
di acqua. Dopo questa conferenza si stipulò una
Convenzione sul comportamento che gli Stati dovrebbero tenere. La prima COP si svolse a Berlino
nel 1995, e manifestò il timore sull’adeguatezza
...continua a pagina 2
Dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 si è tenuta a Parigi la
conferenza delle nazioni unite sui cambiamenti climatici, la
famosa COP21.
I redattori de La Siringa si sono impegnati a seguirla giorno
per giorno, scrivendo tutti gli articoli che trovate raccolti
in questa sezione.
delle azioni degli stati ad
adempiere agli obblighi della
Convenzione. Tali obblighi furono espressi in una dichiarazione ministeriale delle Nazioni
Unite (il “Mandato di Berlino”)
che stabiliva una fase di analisi e ricerca della durata di due
anni, alla fine dei quali si è
svolta la COP3 a Kyoto. Il trattato prevede l'obbligo di operare una riduzione delle emissioni di elementi di inquinamento,
nel periodo 2005-2014, in una
misura non inferiore all'8,65%
rispetto alle emissioni registrate nel 1985.
I successivi tre congressi
(svolti a Buenos Aires, Bonn e
ad Aja) hanno avuto per lo più
l’obiettivo di migliorare il protocollo di Kyoto. Alla COP7,
svolta nel 2001 a
Marrakesh, sono
state prese varie
decisioni, ma le più
importanti sono: regole operative per il
commercio internazionale delle emissioni tra le parti del
protocollo e per l’implementazione conCOP3 svoltasi a Kyoto nel 1997
giunta, un regime di
conformità che delinei le conseguenze del manti ha aderito. Il prossimo concato rispetto degli obiettivi.
gresso d’importanza internaIl congresso che ha avuto più zionale si svolgerà a Parigi dal
valore, tra quelli che seguirono 30 novembre all’11 dicembre
quello di Kyoto, è stata la
con l’obiettivo di mantenere il
COP18 svoltasi a Doha in Qa- riscaldamento globale sotto i
tar; questa ha avuto come sco- 2°C.
po il rinnovamento del protoFilippo Mencaroni 2F
collo, ma solo il 20% degli Sta-
ROMA: IN MARCIA PER IL CLIMA
#
COP21 : Un vero
accordo per cambiare.
Queste sono le parole riportate sul grande striscione
contro il cambiamento del
clima . Un accordo equo, ef-
2
ficace e vincolante per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.
Secondo gli organizzatori
sono stati circa 20 mila i partecipanti alla “Marcia per il
clima” svoltasi a Roma e or-
ganizzata dalla Coalizione Italiana Clima, in occasione della
Conferenza di Parigi.
Palloncini, striscioni e un
grande pallone che rappresentava il pianeta hanno guidato il corteo.
Tutto il mondo ha marciato,
da Berlino ad Aukland, da Madrid a Bogotà, per manifestare
contro i cambiamenti climatici.
Anche Roma ha raccolto l’appello: nel primo pomeriggio
del 29 novembre, è partito da
Campo dè Fiori un corteo che
ha sfilato per le vie della capitale fino ad arrivare ai Fori Imperiali. Il tutto si è concluso
con un concerto chiamato “Il
concerto per il clima” che ha
visto alternarsi molti artisti famosi.
L
A capo della marcia,
la presidente della Camera Laura
Boldrini e
l’ambasciatore di
Francia Catherine Colonna. Tra i
partecipanti
anche Ermete Realacci, presidente della commissione ambiente della Camera, il leader di Sinistra Italiana e candidato a sindaco di
Roma Stefano Fassina e il
responsabile nazionale Ambiente di SEL Paolo Cento.
La stessa mobilitazione si è
svolta in contemporanea in
oltre 150 città del mondo, dove cittadini e associazioni
hanno chiesto ai propri rappresentanti che l'accordo di
Parigi COP21 sia ambizioso e
che possa assicurare un futuro giusto e sostenibile per tutto il pianeta.
Chiara Rinalduzzi 2F
VERSO LA COP 21
o scopo della COP21
è quello di diminuire i
cambiamenti climatici
e di migliorare la situazione
ambientale dell’intero pianeta, per evitare dei danni irreversibili. Per fare ciò e per
condurre al meglio il congresso di Parigi sono stati
presi ed analizzati i dati sulle emissioni di gas serra e
sono stati fatti vari grafici
che indicano la quantità di
tali sostanze che sono stati
prodotti in media dalle varie
nazioni europee.
Questo istogramma indica
la quantità di gas serra che
ogni Stato della comunità
europea ha prodotto nel
2012. Come è possibile notare, i principali produttori di
CO2 sono la Germania, che
ha prodotto quasi mille tonnellate di anidride carbonica; il Regno Unito, che ne
ha prodotto poco più di seicento tonnellate; la Francia
e l’Italia, che ne hanno prodot- dotte poco più di quattrocento, stanti stati non superano le
te circa cinquecento. Seguono la Spagna, che ne emette qua- duecento tonnellate.
poi Portogallo, che ne ha pro- si quattrocento tonnellate. I re- Il grafico a torta riporta invece
3
le emissioni di gas a effetto
serra del 2012 che sono risultate come conseguenza di altri
processi. Il 57,90% dei gas
derivano dalla sola produzione
di energia, circa il 21,90% derivano dai mezzi di trasporto
(macchine, treni, aerei, ecc), il
10% sono derivati dei processi
agricoli e solo il 6,80 % da
quelli industriali. Dai processi
di smaltimento dei rifiuti derivano solo il 3% dei gas serra e
solo lo 0,20% da solventi e da
altri prodotti industriali.
Grafici come questi sono molto importanti, grazie ad essi
T
possiamo capire infatti
quali sono i paesi che,
rispetto agli altri, devono
cercare di diminuire la
quantità di gas a effetto
serra per avere un migliore impatto ambientale. Inoltre, saranno questi tipi di grafici che stimoleranno le discussioni
all’interno del congresso
e grazie ai quali si cercherà di trovare un modo
per diminuire i cambiamenti climatici o qualsiasi altro danno legato
all’ambiente.
Leonardo Suvieri 2F
CONFERENZA DELLE PARTI
ra il 30 Novembre e l’11
Dicembre gli occhi di
quasi tutto il mondo saranno puntati su Parigi dove si
riuniranno tecnici e diplomatici
di vari paesi per decidere le
future sorti del nostro pianeta.
Si aprirà infatti la ventunesima
CONFERENZA DELLE PARTI
COP 21 con l’obiettivo di stendere un accordo internazionale
che prevede azioni concrete
per ridurre l’emissione di gas
climalteranti, causa del riscaldamento globale. Gli scienziati
prevedono che nei prossimi
cento anni la temperatura terrestre subirà un pericoloso aumento se si continuerà ad
emettere derivati del carbonio
in quantità pari a quelle attuali.
Dovremmo quindi aspettarci
cambiamenti climatici sempre
più devastanti, un aumento
delle catastrofi naturali, prima
tra tutte l’innalzamento dei mari.
Gli argomenti di cui si discuterà e i provvedimenti che si
prenderanno in tale sede saranno quindi di estrema importanza per il nostro futuro.
Di conseguenza, si chiederà a
tutti Paesi aderenti uno sforzo
per ottenere risultati concreti.
La Francia e gli Stati membri
dell’Unione europea già da
tempo si sono posti
obiettivi ambiziosi, ma
per vincere questa sfida tutte le istituzioni
partecipanti devono far
convergere i loro punti
di vista e soprattutto i
propri interessi.
Soltanto una stretta
collaborazione internazionale e la messa in
atto di una serie di politiche per la riduzione
delle emissioni di CO2
permetterà di raggiungere i risultati necessari.
A tal riguardo ci sono
paesi, come le Terre
Scandinave, che mostrano più determinazione e sono già all’avanguardia nell’uso
delle energie rinnovabili; al
contrario i grandi produttori di
petrolio, Iran ed Arabia Saudita, per ovvie ragioni sembrano
i più disinteressati.
Notizie piene di speranza provengono anche da Cina e Stati
Uniti, i due Paesi che emettono più gas ad effetto serra al
mondo, infatti hanno annunciato di aver raggiunto un accordo
sull’emissione di CO2 in atmosfera.
La crisi economica, la necessi-
4
tà di sviluppo e la scarsa volontà di prendere impegni vincolanti da parte di alcune istituzioni, rende cospicuo il numero
degli scettici.
La consapevolezza che potremo essere l’ultima generazione che può “guarire” il nostro
pianeta, ci rende particolarmente attenti all’esito di tale
conferenza.
Alessandro Leone 2F
1
AL VIA IL PROGETTO COP21
50 leader mondiali si sono riuniti a Parigi per la
conferenza sul clima delle Nazioni Unite. L'impegno
più urgente è sicuramente
quello di stipulare un accordo
sui limiti del riscaldamento climatico.
Oggi, a Parigi ha preso il via la
Cop21,una conferenza sul clima delle Nazioni Unite.
Alla vigilia della manifestazioni
non sono potuti mancare
scontri tra polizia e manifestanti che hanno portato al
fermo di circa 208 persone.
"La posta in gioco è troppo
importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso" così ha replicato il ministro
degli Esteri francesi nonché
presidente della conferenza,
Laurent Fabius.
Durante l'avvio della conferenza il segretario generale delle
Nazioni Unite Ban Ki-moon ha
espressamente chiesto di osservare un minuto di silenzio
per le vittime degli ultimi attentati di Parigi. La parola poi è
passata nelle mani del presidente francese Francois Hollande che ha definito la Cop21
come un'immensa speranza,
una sfida che non dobbiamo
perdere.
Quello che è in
gioco in questa
conferenza è la
pace perché a
breve rischiamo
una guerra globale per l'accesso all'acqua; il
pianeta non ha
mai affrontato
Il presidente francese Hollande
una prova così
difficile e non è pronta a farlo paese é stato tra i primi a riora.
durre i consumi energetici
Ban Ki-moon riferendosi ai
dell'economia e le emissioni di
capi di stato presenti oggi ha
gas a effetto serra negli ultimi
dichiarato:" il futuro del mondo anni, tanto da frenare addiritè nelle vostre mani, non sono tura un anno di riscaldamento
consentite indecisioni. Voi
climatico."
avete il potere di assicurare il Per finire il nostro presidente
benessere di questa ma sodel consiglio Matteo Renzi ha
prattutto della prossima gene- dichiarato:" dobbiamo uscire
razione".
dalla retorica che l'Italia non fa
Barack Obama, presidente
abbastanza. Il nostro paese
degli USA ha aggiunto:
ha ridotto le emissioni del 23%
"Bisogna agire ora, mettendo dal 1990 e le nostre aziende
da parte gli interessi di breve sono in prima fila, da Enel a
termine."
ENI. L'Italia ha molto da dire e
Angela Merkel ha annunciato da fare in questo settore."
che la Germania entro il 2020 Ha aggiunto poi Renzi:" Il
raddoppierà i suoi finanziamondo di oggi e di domani
menti pubblici per le energie
guarda a Parigi. L'Italia non si
rinnovabili.
tira di certo indietro."
Vladimir Putin nel suo discor- Camilla Pauselli 2F
so ha sottolineato "il nostro
LA COP21 IN UNA PARIGI ‘BLINDATA’
Q
uest'anno la Conference Of The Parties avrà
luogo in una città
'blindata'. I 150 leader mondiali si riuniscono per quella
che sarà l'ultima possibilità
per salvare il clima e tutto ciò
che è collegato ad esso. Il
segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha
chiesto un minuto di silenzio
per tutte le vittime degli attentati, poi si è rivolto ai capi dello stato dicendo che la possibilità di garantire il benessere
di questa e della prossima
generazione è nelle loro mani.
5
Il presidente della repubblica
francese Francois Hollande ha
definito la COP21 come ‘la
speranza che non abbiamo il
diritto di deludere’. Questa
conferenza dovrà portare ad
un accordo di pace poiché il
riscaldamento climatico porterà una maggiore possibilità di
conflitti e il rischio di guerra
per la mancanza d’acqua. Ma
mentre all’interno si parla di
pace, all’esterno l’aria che si
respira non è pacifica. Il giorno
prima dell’apertura della conferenza sono stati effettuati
208 fermi in seguito a scontri
tra polizia e manifestanti. I
‘Black Bloc’ hanno attaccato le
forze dell’ordine durante una
manifestazione pacifica a favore del clima, lanciando gli
oggetti lasciati in omaggio alle
vittime degli attentati, tra cui le
scarpe lasciate in Place de la
Republique. Il corteo era stato
vietato per motivi di sicurezza
ma i cittadini hanno deciso di
sfilare comunque e si sono
fermati davanti al teatro Bataclan interrompendo il corteo e
prendendosi per mano. Il presidente degli Stati Uniti Barack
Obama, appena atterrato a
Parigi, ha sostato fuori dal teatro insieme a Hollande e al
sindaco di Parigi Anne Hidalgo
ed ha lasciato una rosa bianca
in memoria delle vittime. Le
manifestazioni non sono avvenute solo a Parigi ma in tutto il
mondo: in Asia si combatte
contro il nucleare, a Londra
sono scesi in piazza a manifestare anche l’attrice Emma
Thompson e Peter Gabriel,
cantante di fama internazionale, ma una delle manifestazioni più numerose è stata quella
di Berlino. Ma Martin Kaiser,
direttore delle politiche internazionali sul clima di Greenpeace, sostiene che c’è solo il
50% di possibilità che questa
conferenza ottenga un buon
risultato.
Alessia Peccini 2F
COP21 UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO
K
ulusuk la porta
di accesso alla
Groenlandia,
stupendi ghiacciai un
tempo circondavano
l’isola; oramai ne rimane solo uno a causa del riscaldamento
globale.
Ormai da anni si parla di innalzamento
delle temperature ma
ancora poco si è fatto
per questo: una conferenza di 190 nazioni istituita già nel
1995, per parlare,
con riunioni annuali,
del clima e trovare
soluzioni per tutelare
gli equilibri. Da questi
incontri sono scaturiti
diversi importanti protocolli sul
clima come quello di Kyoto.
Quest’ anno la COP si terrà a
Parigi, con importanti variazioni rispetto a quelle che si sono
svolte negli altri anni: infatti,
questa volta sono gli stessi
stati e non l’unfccc (United Nations framework convention on
climate change) a proporre i
dati con cui vogliono ridurre le
loro emissioni . Per ridurre le
emissioni di gas serra molti
paesi hanno già fatto importanti passi avanti e promesse ma
alcune grandi nazioni emergenti come la Cina e l’ India
ancora non hanno dichiarato di
voler cambiare le loro emissioni di gas, malgrado siano proprio loro tra i maggiori emettitori degli stessi.
Una delle maggiori sfide di
questa COP sarà quella di trovare un accordo comune per
evitare l’ innalzamento del cli-
6
ma di 2° centigradi che porterebbe all’ innalzamento del livello degli oceani, quindi all’
inabissamento di città costruite
sul mare come Venezia e anche la maggior parte dell’Olanda; che ha il suo territorio appunto sul livello del mare attuale. Per evitare ciò già molti
paesi soprattutto occidentali
hanno preso misure di sicurezza; l’Europa si è incaricata ad
esempio di ridurre le sue emis-
sioni del 40% entro il 2030
rispetto ai dati registrati nel
1990,l’America invece vuole
ridurre le sue emissioni del 26
-28% entro il 2025 rispetto ai
livelli del 2005 e il Messico
invece vuole ridurre le sue
emissioni del 22% entro il
2030 essendo un paese
emergente.
Quindi per evitare la fine dell’
umanità non ci rimane che
sperare nella COP 21 e nei
suoi cambiamenti.
Giulio Ranalli 2F
LA CONFERENZA DELLE PARTI
D
al 29 Novembre 2015
fino all’ 11 Dicembre
2015 si è svolta a Parigi la conferenza delle parti
(COP 21); la COP è l’organismo di governo della convenzione, cioè lo strumento attraverso il quale i vari paesi prendono delle decisioni.
Il primo di tali incontri si tenne
a Berlino del 1995 ed annualmente si sono susseguiti fino
ad arrivare a quello di Parigi.
Lo scopo della conferenza
mondiale sul clima è quello di
trovare un accordo per tenere
a freno il riscaldamento globale del pianeta e le conseguenze che da esso derivano.
Alla conferenza nella giornata
inaugurale hanno partecipato
80 capi di Stato e di Governo.
Purtroppo gli avvenimenti terroristici di Parigi che hanno
preceduto tale conferenza,
hanno fatto sì che l’organizzazione di tale avvenimento abbia dovuto subire delle modifiche per evitare che eventuali
cortei o manifestazioni in piazza potessero essere oggetto di
nuovi attentati terroristici.
Ma l’argomento di vitale importanza per la salute del nostro
pianeta non poteva essere soffocato dal terrorismo.
Tutti i capi di stato sono stati
d’accordo sul non rinviare tale
appuntamento ma di affrontarlo comunque e con la serietà
che merita tale questione.
Si è detto, da parte di alcuni
scienziati, che alla fine del secolo ci sarà un aumento della
temperatura da 2 a 4 gradi con
delle irreversibili conseguenze
sulla vita degli animali, sugli
ecosistemi e sugli esseri umani.
La COP 21 dovrebbe essere lo
strumento che serve a trovare
un accordo internazionale in
grado di fermare la crescita
delle emissioni di CO2, causa
principale dell’innalzamento
delle temperature e di garantire aiuti a quei paesi che sono
stati colpiti dai cambiamenti
7
climatici.
A tutti i paesi partecipanti è
stata chiesta una INDC, cioè
un impegno con l’indicazione
di come quel paese intende
operare per raggiungere l’obbiettivo della convenzione quadro a partire dal 2020.
Si sono susseguiti giorni di intenso lavoro, tutti volti al raggiungimento di un obiettivo comune a tutti i paesi del globo:
ridurre le emissioni di CO2.
Si crede che con le parole del
Papa si possa riassumere il
significato di questa conferenza.
“Il clima è un bene comune oggi gravemente minacciato: lo
indicano fenomeni come i
cambiamenti climatici, il riscaldamento globale e l’aumento
degli eventi metereologici
estremi. Un tema di cui l’importanza e l’urgenza non posso
essere esagerate”.
Federica Giannoni 2F
COP21, INIZIA IL PROGETTO PER
SALVARE “IL FUTURO DEL PIANETA”.
N
ella blindata capitale
francese prende il via
oggi, lunedì 30 novembre 2015, la Ventunesima Conferenza sul Clima delle Nazioni
Unite (COP21). Parigi, protagonista degli attentati terroristici
dei giorni passati, ospita i centocinquanta leader mondiali
riuniti per concludere, per la prima volta in oltre 20 anni, un accordo universale sul clima, accettato da tutte le nazioni. L’esito finale della COP21 è indispensabile per affrontare le due
più grandi sfide di questo secolo: gestire i rischi legati ai cambiamenti climatici e sconfiggere
la povertà. "L'obiettivo della
Conferenza di oggi è la pace,
visto che corriamo il rischio di
nuove guerre per l'accesso
all'acqua",con queste parole il
presidente francese François
Hollande ha dato via al primo
giorno di conferenza. Il primo
progetto proposto è stato quello
di Barack Obama: la Mission
Innovation, un'iniziativa con cui
20 Paesi,tra cui anche l’Italia, e
una ventina di grandi imprenditori guidati da Bill Gates raddoppieranno i loro investimenti
nella ricerca e nello sviluppo
per contrastare i cambiamenti
climatici nei prossimi cinque
anni. Tuttavia i riflettori di questa prima giornata sono puntati
sul presidente francese Francois Hollande e il primo ministro
indiano Narendra Modi che
hanno lanciato un progetto internazionale volto a rendere
l’energia solare accessibile a
tutti. I punti principali dell’iniziativa sono cinque: promuovere
8
le tecnologie solari e gli investimenti nel settore per migliorare
la produzione di reddito nei
paesi poveri e la situazione ambientale globale, formulare progetti e programmi per promuovere applicazioni solari, sviluppare meccanismi finanziari per
ridurre il costo del capitale, costruire un portale on line dove
condividere le conoscenze, facilitare lo sviluppo delle capacità per la promozione e l’assorbimento di tecnologie solari tra i
paesi. La COP21 è un’occasione importante per salvare la
vita al nostro pianeta , i progetti
non mancano e l’11 dicembre,
giorno della fine della conferenza è lontano, ce la possiamo
fare.
Luca Buono 2F
Ecco le bufale de La Siringa!
Quest’anno i nostri redattori si sono divertiti a sfruttare la
loro vena creativa per inventarsi delle false notizie.
Buona lettura.
I GATTI PERDONO IL PELO...
U
n gruppo di ambientalisti ha lanciato il grido
d'allarme :il riscaldamento globale impedisce ai
nostri piccoli amici felini di
cambiare il pelo. All'arrivo
dell'inverno cinquantamila gatti
in tutto il territorio nazionale,
tra randagi e cuccioli potrebbero perdere la vita morendo per
assideramento.
Quando arriva l'autunno,
ai gatti solitamente cresce un
folto sottopelo che li tiene al
caldo per tutta la stagione
fredda. Ma come vi sarete accorti tutti, i nostri piccoli amici
stanno perdendo molto pelo ,
coprendo tappeti, coperte ,
poltrone di ciuffi senza che il
pelo invernale faccia la sua
comparsa. Questo fatto sta
allarmando molti proprietari di
gatti che vedono i propri animali diventare sempre più
"nudi". Il professor Gambetti dell'Università veterinaria di
Milano ha dichiarato che la
temperatura ancora alta , ancora estiva , fa ritardare la
muta del pelo, ma all'improvviso arrivo della stagione fredda
i nostri amici felini potrebbero
rischiare di morire. Quindi,
vietato tenere fuori di casa i
propri gatti ,specialmente di
notte . Una luce di speranza e
di aiuto in soccorso di tutti i
randagi viene dal centro Happy cat , che presenta in tutte le piazze italiane
"cuccia calda " : in cambio
di un'offerta di cinque euro,
fornirà alle associazioni animaliste di tutto il territorio
nazionale scatole di polistirolo dove i gatti randagi passeranno un caldo inverno protetti e le cucciolate
nasceranno al sicuro . Ab-
biamo intervistato la consulente di comportamento del gatto , Lucia Angelini, che ci ha
spiegato che negli ultimi tempi
molti proprietari di gatti vanno
da lei, molto preoccupati perché i loro animali diventano
all'improvviso assetati, pigri o
nervosi. "È una delle molteplici
conseguenze dei cambiamenti
climatici" spiega. Se i vostri
gatti dovessero presentare
questi sintomi,portateli al centro veterinario più vicino in cui
verranno fatti accertamenti sullo "stress climatico". In generale cercare di restare il più possibile con i propri gatti è la migliore cura contro la pigrizia e
lo stress dei nostri amici felini.
Kalliope
ATLANTIDE, DI NUOVO
L
a perdita di monumenti di
tutto il mondo è imminente; l’ umanità deve correre ai ripari.
Le cause di tutto: il riscaldamento globale e lo scioglimento
delle calotte polari.
Secondo i dati della N.A.S.A e
di molti altri studi scientifici, entro il 2050 il livello delle acque
salirà così tanto che non solo
tutte le coste ma addirittura mo-
numenti come le
piramidi d’Egitto,
il Taj Mahal e il
teatro del opera
di Sidney saranno sommersi.
Il mito della famosa città sommersa Atlantide
potrebbe diventare realtà.
L’ Unesco corre-
9
rà ai ripari rendendo patrimonio dell’umanità monumenti
di serie B o addirittura repliche dei monumenti
perduti.
Una seconda soluzione potrebbe essere quella di creare delle vere e proprie attività
turistiche sotto il livello del
mare, proposta più utopica a
A
derà le strutture degli edifici
che diventeranno "case" per
pesci.
Dobbiamo quindi sperare di
fermare lo scioglimento delle
calotte polari per salvare i
nostri monumenti che hanno
l’acqua alla gola.
Leonardo Suvieri, Mario
Bucaneve 2F
RITORNO AL PALEOLITICO
llarme per le nuove
generazioni, l'imminente cambiamento
climatico ci porterà a perdere
la nostra "intelligenza" (QI). Il
fenomeno è stato riconosciuto come Sindrome dell'estate
perenne. Lo sbalzo delle temperature potrà alterare l'area
di Broca, collegata direttamente alla parola.
La mancanza di ossigeno,
rarefatto dal calore, porterà
lentamente ad effetti collaterali che ci faranno tornare al
modo di vivere paleolitico. Lo
studio concepito a Visby,
Svezia, dalla scienziata Karlsson Charlotte dell'associazione ASEL, ha riportato dati disastrosi; secondo gli studi tra
circa 40 anni l'uomo perderà
l'uso di tutto il vocabolario.
Questo sia a causa della perdita della pronuncia di alcune
vocali sia a causa della retrocessione intellettuale.
Per questa sindrome molti
studiosi si sono riuniti a Sydney il 6 ottobre, nell' "Aurora
Palace" e hanno votato una-
L
causa delle difficoltà a cui si
andrebbe incontro nel mantenere integri i monumenti sotto il livello del mare. Si prevede infatti che il ritmo con cui i
monumenti si deteriorerebbero sarebbe molto rapido tanto
da rendere inutile qualsiasi
restauro.
La salinità delle acque corro-
a catastrofe di Pompei
è pronta per ripetersi.
L’antica città costruita
dai Romani migliaia e migliaia
di anni fa fu vittima, insieme
ai suoi cittadini, dell’eruzione
del vulcanica del Vesuvio,
vulcano alla cui pendici era
stata edificata. Ora, secondo
studi dalla INGV, di Roma, e
nimemente per rendere la notizia pubblica alla metà di novembre su tutti i giornali e
lanciare l'allerta mondiale.
"Non si può vivere in un mondo in cui non siamo padroni
delle nostre azioni " dice Alexander Emil Scottwood, il presidente dell'associazione
ASEL, e senza la parola siamo destinati a perdere la nostra civiltà, la società come
oggi la conosciamo. Le pro-
cedure di "salvataggio immediato Qi" saranno attive da
gennaio 2016 e comprenderanno la riduzione delle temperature negli ambienti pubblici e privati.
Il mondo diventerà una bella
prigione ad aria condizionata.
Basterà questo a salvarci?
Giulia Bernasca, Alessia
Peccini 2F
POMPEI: 2.0
IAMAC-CRN, di Napoli e con
l’ausilio dei più importanti
centri di studi di geologia e
vulcanologia del mondo, sembrerebbe che tramite gli attuali cambiamenti climatici,
entro trenta/quaranta anni, ci
sarà un tale innalzamento
delle temperature interne della terra che i sempre maggiori
10
moti convettivi all’interno del
pianeta porteranno a terremoti di livello non inferire all’ 8° e
nella peggiore delle ipotesi a
eruzioni vulcaniche sia da
vulcani ora attivi sia da quelli
inattivi. Come l’antica città
romana, ora le attuali città del
mondo sono, quindi, minacciate dalla forza incontrastabi-
le di madre natura che cerca
di punirci per i gravi danni che
con i nostri eccessi e il nostro
comportamento le infliggono
giorno dopo giorno.
Leonardo Suvieri & Mario
Bucaneve 2F
A
LA PRODUZIONE ENERGETICA
SOSTENIBILE
seguito della COP 21
di Parigi, e delle recenti statistiche che
vedono l’Italia al primo posto
in Europa per le morti causate dalle esalazioni delle sostanze rilasciate dalla
combustione nei processi
industriali, dovremmo forse rivedere le nostre politiche ambientali, soprattutto in materia energetica, ad esempio adottando
o rivedendo le nostre posizioni rispetto all’energia
nucleare alla luce dei recenti sviluppi tecnologici
in materia.
Con il referendum abrogativo del 2011 l’Italia ha
rinunciato nuovamente
all’utilizzo dell’energia nucleare. In prima analisi
sarebbe opportuno riflettere sull'opportunità di delegare all’intera popolazione la
facoltà di scegliere in materia
energetica, in particolare a
valle di un evento catastrofico
(Tsunami in Giappone e conseguente incidente alla Centrale nucleare di Fukushima)
che evidentemente non può
che condizionare emotivamente una decisione pretta-
mente tecnica e strategica.
Credo, purtroppo, che la paura che si ha del nucleare sia
molto simile a quella che alcune persone hanno degli incidenti aerei;incidenti relativa-
mente grandi tendono a spaventarci molto, ma, comparati
ai reali danni che altri mezzi
di trasporto producono ogni
giorno, sono statisticamente
marginali.
Ritengo che, come democrazia rappresentativa e parlamentare, certi temi vadano
trattati prima in commissioni
scientificamente qualificate
11
ed autorevoli, poi in Parlamento.
Ciò premesso, cercherò di
trattare pro e contro di questa
forma di energia senza dilungarmi ulteriormente sulla questione politica .
Senza spiegare il funzionamento in modo specifico
possiamo dire che i reattori nucleari trasformano piccole quantità di materia in
una grande quantità di
energia, ottenuta scindendo, nella maggior parte dei
reattori, atomi di uranio.
Il nucleare secondo uno
studio della NASA del
2013 ha salvato un gran
numero di vite. Infatti, rispetto ad altre forme di
energia, a parità di MW
prodotti, è la forma di produzione di energia meno
pericolosa e che provoca una
mortalità inferiore tra gli addetti e tra la popolazione; l’estrazione del carbone e la
sua combustione provocano,
ad esempio, un ben più alto
numero di morti tra coloro che
si occupano della sua lavorazione.
Molti potrebbero obbiettare
che le armi nucleari, la cui
realizzazione necessita di un
reattore, provochino un numero incredibile di morti; si
stima infatti che con le bombe
di Hiroshima e Nagasaki siano morte circa 210000 persone, ma ormai la guerra e il
modo in cui si svolge sono
cambiati.
Le guerre si svolgono sempre
più spesso all’interno dei confini dei singoli stati, assumendo il carattere di guerra civile
o terroristica; potrebbe sembrare cinico, ma, radere al
suolo con un ordigno simile
un territorio va contro ogni
tipo di interesse economico
derivante dallo sfruttamento
di un paese, o territorio conquistato, oltre che contro i diritti umani e contro il trattato
di non proliferazione delle armi nucleari, infrangendo questo trattato le ripercussioni da
parte delle organizzazioni internazionali sarebbero gravissime, e questo mi sembra un
deterrente sufficiente ad impedire l’utilizzo di armi simili;
riterrei quindi questa motivazione ormai infondata .
La produzione di energia tramite nucleare riduce le emissione di CO2 nell’atmosfera,
si stima, infatti, che dal 1976
l'utilizzo del nucleare abbia
A
permesso di non riversare
nell’atmosfera circa 64 miliardi di tonnellate di CO2e si stima, anche, che nei prossimi
50 anni permetta di non rilasciare circa 82 miliardi di tonnellate.
Il problema dello smaltimento
delle scorie nucleari, da sempre ulteriore motivo di resistenza rispetto alla adozione
di tale tecnologia, non sembra oggi più così grave rispetto alle tonnellate di gas serra
riversati nell'atmosfera, ritenuti principali responsabili del
fenomeno del surriscaldamento globale.
Attualmente paesi come la
Finlandia stanno lavorando
alla costruzione di enormi depositi permanenti per le scorie nucleari.
In ultimo dobbiamo considerare anche il progresso tecnologico, che ha portato ad un
notevole miglioramento degli
standard di sicurezza delle
centrali. Dovremmo guardare
con meno paura a questo tipo
di produzione energetica anche alla luce delle nuove tecnologie, come ad esempio il
Rubbiatron il reattore nucleare progettato dal Nobel Carlo
Rubbia che utilizza torio invece dell'uranio come combusti-
bile fissile. Il torio presente in
natura in quantità maggiori
rispetto all'uranio produce
quantità di energia molto superiori a parità di massa e
scorie nucleari con tempi di
decadimento decisamente più
brevi (centinaia di anni invece
che migliaia) .
In base a queste considerazioni e a seguito della forte
accelerazione che i cambiamenti climatici sembrano presentare il buon senso suggerirebbe una riconsiderazione
complessiva delle strategie di
approvvigionamento energetico. Le decisioni che saranno
prese avranno impatto sulla
vita delle generazioni future.
Le decisioni che prenderemo
dovranno tener conto di una
scala globale, e non più di
una scala solo nazionale; l'impatto sul clima e sull'ambiente
dei metodi di produzione
energetica travalicano infatti i
confini nazionali. Il rimpianto
per certe scelte prese sull'onda delle emozioni e non in
modo scientificamente e tecnologicamente calcolato non
sarà mai sufficiente ad assicurare un futuro prospero
all'umanità .
Nicolò Frescura 4A
L’USO DEL CARBONE DEL MONDO
lla COP 21 tenutasi a
Parigi dal 29 Novembre
2015 all’ 11 Dicembre
2015 è emerso che uno dei
problemi più rilevanti è l’uso
nel mondo delle centrali a carbone.
Il carbone è il combustibile fossile più inquinante e pericoloso
che ci sia; è il peggior nemico
per il clima perché è la causa
del 44% dell’emissione dei gas
serra mondiali, è il più pericoloso per la salute provocando
malattie cardiache, respiratorie, cancro, ictus, ecc.
Lo studio fatto dal “POTSDAM
ISTITUT” asserisce che le
12
centrali di carbone già esistenti producono un trend di emissioni che nel 2030 sarà del
150% superiore a quello che
dovrebbe mantenere la temperatura al disotto dell’innalzamento di massimo 2 gradi
della temperatura per evitare
gravi danni al pianeta.
I maggiori detentori di centrali
a carbone dovrebbero fare un
passo indietro, la Cina, tra una
di queste, è costretta ad una
forte autocritica ponendosi degli obbiettivi concreti sulla diminuzione dell’uso delle cen-
trali a carbone e sviluppo delle
fonti rinnovabili.
Già nel 2014 le emissioni globali di C02 nel settore energetico non riscontravano aumenti, mentre nel 2015 i valori sono andati a decrescere.
Le energie rinnovabili hanno
fornito il 59% della capacità di
energia elettrica di picco richiesta nel 2014 in tutta la Cina.
Il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, durante lo
svolgimento delle conferenze
della COP 21, ha lanciato un
monito ai delegati dei 195
paesi: “La catastrofe climatica
incombe: il mondo si aspetta
da voi più di mezze misure. Le
decisioni che prenderete a Parigi avranno ripercussioni per i
secoli a venire. Il mondo intero
ha gli occhi puntati su di voi, 7
milioni di persone vogliono sapere che voi leader politici
avete a cuore i loro interessi e
quelli dei loro figli”.
Non possiamo più permetterci
di perdere tempo, bisogna agire in maniera concreta!
Federica Giannoni 2F
NUCLEARE UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO
D
a sempre oggetto di
tanti dibattiti, l'energia
nucleare è uno dei tanti
temi trattati dalla Cop21.
L'utopia di un futuro basato
solo su energie rinnovabili
sembra la soluzione migliore
alle problematiche del clima,
ma è anche la più distante e
difficile in quanto richiede elevati costi.
Perché non affidarsi allora alla
più realizzabile e meno costosa energia nucleare?
Molti paesi ultimamente trattano questo argomento con interesse, specialmente l'America
e i paesi più industrializzati;
nemmeno l'Italia resiste al
“fascino” di una soluzione apparentemente semplice. Dopo
il disastro di Chernobyl, nel
1987, l'idea del nucleare fu
prontamente abbandonata, e
nel 2011 venne nuovamente
negata con un referendum.
Oggi viene nuovamente riproposta la produzione di energia
nucleare sul territorio italiano,
ma è davvero possibile, dopo
quasi 30 anni di inattività su
questo campo, riprendere questa delicata questione e in continua evoluzione?
In Italia si hanno solo progettazioni su carta di reattori di
nuova generazione in grado di
produrre meno scorie e soprattutto meno reattive. Essi potrebbero essere ipoteticamente
pronti per il 2030, ma fino ad
allora a cosa ci affideremmo?
In questi 15 anni potremmo
usare dei reattori, i quali sono
13
una via di mezzo tra terza e
quarta generazione. Essi sono
molto più costosi e producono
poche scorie ma molto più radioattive.
Quindi l'idea che sembra ipoteticamente più semplice, in realtà si dimostra molto più difficile
da realizzare. Allora perché
non provare la strada delle
energie rinnovabili?
Il dibattito è tutt'ora aperto, con
molte voci in merito, sia per chi
è a favore, sia per chi è contro.
Io penso che sia meglio spendere inizialmente un po' di più
per garantire grandi guadagni
in futuro sia per noi che per
l'ambiente.
Camilla Pottini 2F
OBIETTIVO 2050
“L
e energie
rinnovabili,
pur giovani,
si stanno
affermando rapidamente e promettono ulteriori, positivi sviluppi.” Con questo proposito gli stati europei si
impegnano a ridurre le
emissioni inquinanti entro il
2050. Ma perché compiere
un’impresa così difficile?
Gli ultimi anni hanno registrato
una temperatura media annuale di 0,5 gradi centigradi in
più rispetto al precedente millennio, una piccola differenza
a livelli matematici ma una
grandissima, enorme, differenza per il nostro pianeta.
L’Unione Europea ha cercato
di stabilire tre lezioni chiave
I
ogni anno e ci sta portando ad un disastro
climatico che si pronuncia imminente, per evitarlo le emissioni di gas
serra vanno eliminate
del 40% entro il 2020 e
poi del 95% entro il
2050, se ciò riuscirà il
riscaldamento globale
per impegnarsi il più possibile rimarrà sotto i 2°C. Si tratta di
nel diminuire queste emissio- uno sforzo che richiede noteni, queste lezioni sono:
voli investimenti, ma si tratta
-attuare il risparmio energetico anche di uno sforzo che perper eliminare totalmente il car- metterebbe di risparmiare 4mibone dal nostro sistema ener- la miliardi di euro ogni anno.
getico
Abbiamo rimasto solo 35 anni
-sfruttare l’opportunità dell’uti- per raggiungere quest’obbiettilizzo di fonti rinnovabili
vo ed è necessario raggiun-aumentare e migliorare le
gerlo se vogliamo continuare a
strutture per poterle sfruttare
vivere in un pianeta così increL’attuale modo di produrre
dibilmente perfetto.
energia costa miliardi di euro Maria Chiara Lucarelli 2F
RISPARMIARE ENERGIA
l risparmio energetico è
una scelta di
vita per tutti
coloro che
amano l'ambiente in cui
vivono.
Ognuno di
noi può decidere responsabilmente di
non sprecare
energia e inquinare di
meno, ma
soprattutto di
impiegarla al meglio.
Importanti centri di ricerca, illustri università, luminari della
scienza, hanno previsto che
entro la prima metà di questo
secolo raddoppierà il fabbisogno energetico, soprattutto nei
paesi in via di sviluppo. Fino
ad oggi, lo sviluppo socio-
economico è stato correlato
allo sfruttamento incondizionato del pianeta, con un impatto
ambientale a dir poco disastroso. Anche in Cina dove la produttività viene posta sopra
ogni altra cosa e le polveri sottili mettono in pericolo la vita di
milioni di persone, si afferma
14
che l’inquinamento non è
più un effetto
accettabile
della crescita
economica.
La sfida che
tutti dovremmo accogliere è soddisfare la domanda rispettando
l'ambiente e
sostenere la
cultura del
risparmio
energetico,
investendo sui giovani che da
sempre hanno a cuore la progettazione di un mondo più
vivibile.
Risparmiare energia non riguarda solo i grossi consumatori, come per esempio l'industria, ma è una responsabilità
di tutti, dove ognuno è chiama-
to a contribuire personalmente.
Si può iniziare seguendo piccoli accorgimenti quotidiani.
Quando è possibile si deve
preferire l'utilizzo di trasporti
pubblici, biciclette, o una sana
passeggiata. Abbassare di un
grado il termostato di casa e
indossare abiti pesanti. Per
risparmiare energia è importante usare lampadine a basso consumo e spegnere luci
ed elettrodomestici quando
non si usano, evitando quindi
lo stand-by; infine staccare il
carica batterie quando si è finito di ricaricare un dispositivo.
Usare il microonde per scaldare il cibo al posto del fornello e
L
riutilizzare le buste della spesa
per altri usi. Preferire batterie
ricaricabili a quelle a perdere.
Per chi ha la tariffa bioraria,
attivare gli elettrodomestici
nelle ore notturne (tra le 19 e
le 7 di mattina), nel week-end
o festivi. Preferire i cibi di stagione a chilometro zero, disincentivando colture forzate e
lunghi trasporti. Eseguire una
corretta raccolta differenziata
che permetta di riutilizzare i
materiali che hanno più vite.
Per quanto riguarda le abitazioni, ogni costruzione o ristrutturazione non può ignorare il risparmio energetico: muri, infissi, coibentazioni, esposizione e sfruttamento del so-
le, insieme a materiali naturali,
contribuiscono a realizzare
una casa senza sprechi. L'energia dei giovani, invece, è
l'unica cosa a cui non bisogna
porre freni.
L'umanità vive delle risorse
della terra, ma sta pagando le
conseguenze di un irrispettoso
sfruttamento. Tutto quello che
ci concede il nostro pianeta è
un dono da non sprecare.
La terra sopravviverà ad ogni
ferita inflitta dall'uomo, muterà
e troverà nuovi equilibri in nome della vita, ma ci sarà ancora l'uomo che sta compromettendo le generazioni future?
Adele Ercolanelli 2F
ENERGIE ALTERNATIVE:OGNI COSA
PUÒ ACCENDERE UNA LAMPADINA
a rivoluzione industriale è
stato uno degli
avvenimenti innovatori più importanti nel corso della storia
dell'uomo, grazie al quale l'umanità intera è
potuta crescere
dal punto di vista economico,
sociale e politico. Alla base di
questo sviluppo ci fu l'utilizzo
di fonti d'energia inanimate,
come i combustibili fossili, i
quali però liberano sostanze
dannose che si disperdono
nell'atmosfera, aumentando in
modo drastico l'inquinamento.
Solamente negli ultimi decenni
studiosi e scienziati si sono
attivati per trovare fonti di
energie alternative che non
danneggino l'ambiente; le più
famose sono quelle naturali: lo
sfruttamento dei raggi del sole
o della forza del vento e
dell'acqua. Queste energie rin-
sfruttare i numerosi
batteri presenti nelle
urine per ottenere
energia fruibile in futuro. In Svezia l'alcool confiscato è stato convertito in biogas per alimentare i
mezzi pubblici; persino dai fondi di caffè
si possono ricavare
ingenti somme di
energia, in quanto lo
scarto della bevanda
contiene biodiesel.
L'ultima trovata è
novabili si stanno diffondendo quella di una discoteca olansempre più, anche nelle nazio- dese, la quale ha deciso di auni più industrializzate come
toalimentarsi grazie all'energia
USA e Cina; ad oggi circa il
cinetica che viene prodotta du10% dell'energia utilizzata dal rante i balli.
mondo viene fornita da queste È evidente che queste risorse
risorse fruibili in natura.
energetiche sono solo suffiCiononostante c'è chi si è
cienti a soddisfare le esigenze
spinto oltre, cercando di trarre di piccole realtà, e non del
energia anche dalle cose più
mondo intero, dove l'alternaticomuni.
va più valida rimane ancora
Un esempio calzante è quello l’energia ottenuta dalle risorse
delle biomasse, ovvero l'utiliz- rinnovabili.
zo delle feci degli animali per Lorenzo Moscioni 4H
attivare macchinari agricoli;
inoltre si è pensato anche di
15
CAMBIAMENTI CLIMATICI: SIAMO ANCORA IN
TEMPO PER IMPEDIRE LA CATASTROFE?
...CONTINUA DA PAG.1
Senza la sua azione, infatti, molte
specie animali non
sopravvivrebbero e
la vita per noi sarebbe molto più dura.
Sfortunatamente gli
esseri umani alterano la sua attività
liberando nell’aria
grandi quantità di
gas - in particolare
l’anidride carbonica
- che si accumulano nell’atmosfera
ed assorbono quantità di calore superiori al dovuto, causando l’innalzamento della
temperatura globale. Queste
sostanze, inoltre, distruggono
l’ozono presente nella stratosfera terrestre creando il cosiddetto “buco dell’ozono” e
permettendo alle radiazioni
ultraviolette provenienti dal
Sole – che prima erano quasi
completamente schermate
dal gas- di arrivare sulla superficie terrestre, riscaldandola ulteriormente. Secondo
alcuni studi dell’IPCC
(Intergovernmental Panel on
Climate Change) il tasso di
riscaldamento, pari a 0,1°C
per decennio negli ultimi 100
anni, è arrivato a 0,16°C per
decennio negli ultimi 50 anni.
Tra il 2090 ed il 2099 la temperatura globale salirà di 4
gradi, rispetto al periodo
1980- 1999 in cui è salita di
1,8°. Ma quali sono le conseguenze del riscaldamento
terrestre?
Molti credono che questo fenomeno provochi cambiamenti solo ed esclusivamente
a livello ambientale, senza
danneggiare l’economia o la
popolazione. In realtà non è
affatto così: secondo l'Organizzazione Mondiale della
Sanità ogni anno si perdono 5 milioni di anni di vita a
causa del riscaldamento globale e la mortalità umana
cresce del 3% per ogni grado
di aumento: temperature elevate favoriscono la diffusione
di microrganismi attraverso
insetti o acque contaminate,
diffondendo così malattie
molto velocemente. Ma ci saranno conseguenze ben più
gravi sulla società : secondo
Helmut Mayer, professore di
meteorologia e climatologia
dell’Università di Friburgo, Le
città dell’Europa centrale non
sono costruite per affrontare
situazioni di estrema calura.
Una misura efficace è certamente la schermatura della
16
radiazione solare diretta attraverso la creazione d’ombra, un risultato facilmente
ottenibile disseminando la
città di latifoglie a chioma
ampia. Ma il nostro margine
di manovra a livello di pianificazione è limitato, poiché le
metropoli sono urbanizzate e
non dispongono di sufficienti
spazi verdi .Inoltre, i cambiamenti climatici comporteranno un inasprimento dei conflitti tra gli uomini: un peggioramento delle condizioni meteorologiche si ripercuoterà
inevitabilmente sulla disponibilità di acqua ed alimenti sul
mercato, e questa penuria
genererà scontri.
È importante osservare con
attenzione gli sviluppi nell’atmosfera e studiare nuove misure per diminuire gli effetti
negativi dei cambiamenti climatici: per bloccarli del tutto,
ormai, è troppo tardi.
Sara Pieretti 2F
S.O.S MIGRAZIONE:LE PIANTE TROPICALI
ALLA RICERCA DEL FRESCO!
G
li uomini e altri animali
emigrano a causa del
riscaldamento globale
ma non sono i soli, le piante
tropicali si arrampicano in cima a una montagna in cerca
di un po' di aria fresca.
Le piante che ricoprono la cima della più alta montagna
dell'Ecuador negli ultimi due
secoli si sono spostate verso
l'alto di circa 500 metri in cerca di un clima più fresco.
tutto ciò è stato affermato da
uno studio di una università
della Danimarca la "Aarhus
University", una delle poche
che valuta gli effetti dei cambiamenti climatici sulle piante
tropicali in un luogo in cui si
concentra una vasta biodiversità.
Ma come possiamo capire se
le piante tropicali subiscono gli
effetti del riscaldamento globale allo stesso livello di quelle
piante
che invece crescono
nei climi
temperati?
Basta
ricollegarsi al
2012
quando i
ricercatori hanno
ripercorso il cammino di Alexander
Von Humboldt , un naturalista
e botanico tedesco, sul vulcano Chimborazo.
Von Humboldt nel
1802 compilò una mappa nella quale si vedeva che la quota massima della distribuzione
delle piante in Sud e Centro
America era 4.600 metri.
A distanza di più di 210 anni,
così hanno osservato i ricercatori, possiamo
trovare
tracce di
piante
anche a
5.185
metri, oltre 500
metri più
in altezza.
Alla base
del fenomeno di
Vulcano Chimborazo
17
"migrazione" ci sarebbero le
temperature in costante aumento ma anche il restringimento dei ghiacciai sulla cima
dell'imponente vulcano , ma
non sono le sole, poiché anche le attività agricole sulle
pendici hanno provocato azioni non positive per il terreno,
introducendo piante che erano
un tempo presenti solo in pianura.
Ma questa migrazione così
starordinaria, questa scalata
verso l'alto in cerca di luoghi
più freschi potrebbe avere effetti negativi per le stesse
piante, poiché alcune potrebbero abituarsi a vivere in alta
quota mentre altre specie rare
e autoctone potrebbero non
sopravvivere ad un luogo con
diverse caratteristiche ambientali in continuo cambiamento.
Silvia Tonzani 3D
2
GHIACCIO BOLLENTE: PINGUINI NEL DESERTO?
015: anno decisivo
per le scelte riguardo i problemi che
affliggono il nostro pianeta,
specialmente per il riscaldamento globale. Questo
ormai da un decennio colpisce la biosfera a cui appartengono tutti i ghiacciai e le
calotte del mondo, la criosfera. Per agire sulla popolazione gli scienziati Barnosky e Hadly hanno deciso
di pubblicare sul giornale
“nature” un articolo di allerta:
“end game: tipping point for
planet earth?”. Abbiamo davvero raggiunto il punto di svolta? Ormai si conta che sugli
ecosistemi anche di piccola
scala vi siano alterazioni che
vanno dal 50% al 90%. Concentrandoci sui poli, dove si è
verificata il maggiore cambiamento, possiamo notare che
negli ultimi anni la temperatura
antartica è aumentata di 3°C e
l’87% dei ghiacciai si sono ritirati. La perdita eccessiva di
massa da queste calotte comporterà nel tempo un innalzamento delle acque del mare
irreversibile considerando una
crescita di 8-16 mm l’anno fra
I
un millennio il livello sarà 7 m
più alto di quello attuale. Quali
sarebbero le conseguenze di
questa catastrofe? A lungo termine ci sarà una vera e propria modifica dei confini e si
considera che già nel 2050 ci
sarà un cambiamento del 70%
delle coste, di conseguenza la
popolazione si sposterà in
aree continentali quindi ci sarà
un afflusso di emigranti. Ma
basta pensare alle 21 000
specie di animali, abbandonati
a questi cambiamenti quindi
costretti all’estinzione. E’ veramente questo il futuro che vogliamo lasciare ai nostri figli?
Da anni associazioni come il
WWF o “Greenpeace” cercano
di pubblicizzare metodi di consumo meno inquinanti, mezzi
di trasporto con meno emissioni di CO2 e energie rinnovabili: ovviamente tra le nazioni
ci sono state diverse reazioni;
alcuni stati interessati a salvaguardare il pianeta si sono subito impegnati a modificare le
emissioni del proprio paese,
ma ci sono nazioni che sono
troppo interessate all’economia e al controllo delle multinazionali per preoccuparsi del
pianeta che stiamo’’ distruggendo, e saranno questi la
causa della disfatta della Terra.
Alessandra Di Mevo 2F
IL PROTOCOLLO DI KYOTO
l protocollo di Kyoto riuscirà a migliorare le nostre
condizioni climatiche, oppure sarà un ennesimo buco
nell'acqua?
Questo protocollo è nato nel
1997 durante la Cop3 per contrastare il riscaldamento climatico. Entrò in vigore solo 8 anni dopo grazie alla ratifica della Russia.
Il protocollo di Kyoto ha come
scopo quello di contrastare il
cambiamento climatico, forse il più
terribile degli ultimi
50 anni.
I suoi obbiettivi
sono quelli di limitare e monitorare
le emissioni di gas
ad effetto serra
dei paesi che avevano sottoscritto
questo trattato, tra
i tanti gas nocivi si
18
ricorda
-CO2 (anidride carbonica)
prodotta dall'uso di combustibili fossili e da moltissime
operazioni industriali
-CH4 (metano) prodotto da
discariche e da allevamenti
zootecnici.
-N2O prodotto nel settore
chimico e agricolo.
Tra le nazioni anche l'Italia si
impegnò a ridurre le emissioni di gas almeno del 6,5%.
A distanza di quasi 15 anni
però la riduzione di gas equivale solo al 4,6%,un buon
risultato, ma ancora non soddisfacente.
Se non riusciremo a limitare
ulteriormente le emissioni di
questi dannosissimi gas il nostro clima, le nostre vite ne
saranno
irrimediabilmente
influenzate.
É questo che desideriamo
per il nostro futuro?
Camilla Pottini 2F
UNA PIOGGIA DI BUGIE, MANIPOLAZIONE
CLIMATICA
I cambiamenti climatici rappresentano un fenomeno attuale:
le temperature sono in rialzo
continuo, i ghiacciai si sciolgono e il livello del mare si alza.
Si prevede che questi cambiamenti porteranno il pianeta ad
una situazione critica in cui
alluvioni e siccità saranno
sempre più frequenti.
E' molto probabile che
la causa maggiore di
questi avvenimenti sia
il riscaldamento globale dovuto alla grande quantità di gas a
effetto serra rilasciato
dalle varie attività
umane a partire dal
XX secolo.
La temperatura globale è aumentata di 0,8
°C negli ultimi 150 anni e continua a salire,
gli esperti prevedono
che nel giro di altri 50
anni la temperatura
salirà fino a raggiungere 1,8 °C, il che
causerebbe uno sconvolgimento completo dell'ecosistema mondiale.
Questo è tuttavia solo uno dei
problemi da risolvere, secondo
alcuni gruppi ambientalisti, fin
dal 1944 negli Stati Uniti d'America è in atto una ricerca
sulla manipolazione ambientale a scopo bellico che causa
anch'esso un fortissimo inquinamento aereo.
Infatti nel 1946 lo scienziato
Vincent J. Schaefer insieme al
suo compagno Irving Langmuir provano a rilasciare un
kilogrammo di ghiaccio secco
tritato finemente all'interno di
una nube e notano la trasformazione delle goccioline sottoraffreddate in fiocchi di neve.
Dal 1947 in poi gli Americani
hanno tentato di manipolare le
precipitazioni di pioggia, neve,
grandine e persino uragani e
nuvole con il "Progetto Cirrus".
Lo Stato Sovietico non è rimasto fermo a guardare e durante gli anni '50 c'è una corsa
segreta fra le due supernazioni per il dominio climatico.
Tra il 1967 e il 1972 gli Stati
Uniti decidono di inseminare
cristalli di ioduro d'argento nelle nubi Vietnamite con più di
2000 missioni aeree.
L'esperimento si rivela molto
efficace in quanto l'insemina-
19
zione anticipa e prolunga i
monsoni che quindi distruggono strade ponti e raccolti del
paese nemico, rallentando l'avanzata dei guerrieri Vietcong.
Nel luglio del '72 però il New
York Times pubblica un articolo nella quale si denuncia l'esperimento americano sulle
nubi del Vietnam e della Cambogia.
Successivamente
l'ONU vieta qualsiasi
tipo di progetto bellico legato al clima
con la convenzione
ENMOD
(Enviromnental Modification) firmata da
Stati Uniti, Unione
Sovietica e molti altri
paesi.
Nonostante ciò gli
Americani continuano a sperimentare
segretamente armi
climatiche fino al
1996 quando viene
chiusa ufficialmente
la base militare dove avvenivano gli esperimenti.
In realtà l'Air Force statunitense proprio in quell'anno lancia
il programma di sperimentazioni chiamato: " Il clima come
forza moltiplicatrice: possedere il clima entro il 2025" che ha
l'obbiettivo di manipolare i fenomeni atmosferici per favorire l'aviazione americana.
Cominciano perciò a essere
rilasciate delle vere e proprie
scie chimiche da parte delle
aviazioni di vari paesi (fonte:
http://
Www.nogeoingegneria.com/
timeline/storia-del-controlloclimatico/il-controllo-delclima/).
Nel frattempo comincia a diffondersi la notizia del riscaldamento globale, forte campanello di allarme per tutti gli stati mondiali che cominciano a
riunirsi in vari convegni tra il
1992 e il 2015 per cercare di
trovare una soluzione.
Eppure, anche se paesi come
Stati Uniti e Russia insieme ai
paesi Europei negli ultimi anni
hanno cominciato a darsi da
fare per diminuire l'inquinamento da gas a effetto serra e
da scie chimiche, altri come
Cina, India o Brasile si rifiutano di fare lo stesso in quanto
ritengono che questo sia il loro
momento per lo sviluppo economico.
Pochissime persone hanno
proposto delle soluzioni valide
a questo grosso problema,
una fra queste è il premio No-
bel per la chimica Paul Crutzen che propone di simulare
le caratteristiche di un'eruzione vulcanica iniettando solfati
nella stratosfera al fine di
creare uno strato di nubi che
rifletterebbero i raggi solari raffreddando quindi la Terra.
L'uomo può solo sperare nel
proprio intelletto per poter ripristinare lo stato normale del
nostro pianeta, che va rispettato come se fosse una persona che ci ospita a casa sua.
Abel Bahmani 4A
IL RITORNO DEI GIGANTI PREISTORICI
I
l Mollivirus sibericum si è
risvegliato.
Per 30.000 anni la sua dimora è stata il permafrost siberiano.
Nel terreno ghiacciato il virus,
grande mezzo micron, viveva
ibernato senza provocare danni agli esseri viventi.
Ora, con il riscaldamento globale e il conseguente scioglimento del permafrost artico,
l'intera zona si sta riscaldando
a una media circa due volte
superiore a quella del resto
del pianeta, liberando il microorganismo dai ghiacci.
È stato riportato in “vita” da un
gruppo di ricercatori francesi e
si è ripreso come se nulla fosse.
Prima della completa riattivazione gli scienziati hanno verificato con accuratezza che
non potesse costituire un pericolo per animali e persone del
nostro tempo.
Questa scoperta è di rilevante
importanza perché altri virus
giganti di età preistorica potrebbero risvegliarsi e riscrivere l'albero della vita.
Molti di questi virus potrebbero
essere presenti nelle aree in
cui si effettuano ricerche minerarie e petrolifere perciò bisogna agire con prudenza per
evitare la loro diffusione.
Sonia Forlimbergi 3D
500 MILIONI DI BAMBINI IN PERICOLO
L
e conseguenze di ciò
che verrà stabilito nella
conferenza di Parigi, la
COP21, deciderà anche sulla
vita di circa 500 milioni di
bambini. L’UNICEF rilascia dei
dati sconcertanti, 530 milioni
di minori abitano in aree ad
alta incidenza di inondazioni
e 160 milioni in zone invece
completamente secche, i principali continenti in questione
sono Africa e Asia. Questi
bambini sono in continuo pericolo, poiché l’innalzamento
delle temperature potrebbe
peggiorare la situazione che
già oggigiorno è drammatica.
Nei paesi più poveri, infatti, le
situazioni climatiche avverse
si fanno più sentire. Le inondazioni in alcune zone, la siccità in altre complicano notevolmente la vita di bambini
20
che rischiano la vita tutti i giorni a causa della povertà e del
clima. Molti bambini vivono
con 3 dollari al giorno in paesi
dove malattie fatali sono molto
diffuse, e aggiungendo i pesanti cambiamenti climatici
che potrebbero avvenire se
non si adottano subito riforme
serie e risparmio energetico.
Questi bambini, come le generazioni che devono ancora ve-
nire, non sono colpevoli di
questi cambiamenti climatici,
non sono colpevoli delle scelte
sbagliate avvenute in passato,
ma sono quelli che pagheranno più di tutti le conseguenze.
È importante puntare alla sensibilizzazione delle persone
anche da questo punto di vista. I nostri posteri dovranno
ripagare tutti i danni che noi
commettiamo, quindi è importante ponderare le nostre scelte e evitare di peggiorare la
vita di qualcuno che dovremo
accogliere degnamente.
Margherita Esposito 2F
STIAMO ANDANDO ALLA DERIVA MA... LA TERRA
E' ANCORA VIVA?
Il liceo Alessi e il Maris College de L’Aja stanno svolgendo un progetto di ricerca
e scambio culturale sui cambiamenti climatici: l’allarme comune nei due paesi, Italia e
Olanda, riguarda le coste, minacciate dall’innalzamento del livello del mare.
I
l cambiamento climatico,
argomento della COP21 di
quest’anno, è un pericolo
che viene spesso sottovalutato. Ma in che modo questo fenomeno influisce sulle nostre
vite? Molti posti rischiano di
scomparire oppure di essere
mutati per sempre e tra essi ci
sono anche molte
“destinazioni da sogno”. L’innalzamento delle temperature
porterà alla scomparsa di molte località come l’arcipelago
delle Maldive, che conta più di
mille isolette bellissime e atolli
spettacolari. Esso è destinato
ad essere risucchiato dalle acque dell’oceano Pacifico, che
si stanno progressivamente
innalzando a causa dello scoglimento dei ghiacciai. Un’altra
città che rischia di essere parzialmente sommersa dalle acque, questa volta da quelle
dell’oceano atlantico, è Miami,
insieme a molte città dell'East
Coast americana. Ad Amsterdam basta che il livello delle
acque si innalzi di un paio di
metri e potremmo dover dire
addio a questa pittoresca città
dei Paesi Bassi. Anche il Mar
Morto, caratterizzato da una
salinità di 10 volte superiore a
quella marina, negli ultimi anni
si è abbassato di più di venti
metri a causa della forte evaporazione dovuta alle alte
temperature che non è compensata dall’acqua che il fiume Giordano immette nel ma-
21
re. Buona parte della barriera
corallina del Belize, seconda
solo alla grande barriera corallina australiana, è stata compromessa dal riscaldamento
globale sommato all’ inquinamento dell’uomo. La desertificazione, invece, pare seppellirà la magnifica Timbuktu, nel
Mali. Il deserto del Sahara è
infatti destinato ad avanzare e
molte città corrono il rischio di
essere letteralmente ingoiate
dalla sabbia. Il nostro paese
non è esonerato dalle conseguenza del riscaldamento globale infatti anche Venezia e le
Alpi sono in pericolo. La prima, che combatte da sempre
con l’acqua alta, anche se già
esiste un piano di interventi
per salvare questa bellissima
città italiana, corre il rischio di
venire completamente sommersa. Molte ricerche affermano che entro il 2100 scomparirà più della metà dei ghiacciai
e il paesaggio alpino muterà
mente. Riusciremo a salvare
completamente e irrimediabil- questi incredibili paesaggi?
Elisa Massettini 2F
RISCHIO PER LA FLORA, RISCHIO PER TUTTI
D
a poco si sono conclusi
i trattati sulla Cop 21,
ed il prospetto è veramente preoccupante.
L'innalzamento delle temperature in tutto il globo sta causando stravolgimenti a catena
degli ecosistema mondiali.
Infatti tutti questi mutamenti
ambientali e i rischi di estinzione di molte specie a noi care
non sono solo questioni del
mondo animale, ma, di tutti noi
poiché tutto nasce alle base
delle piramidi alimentari e da
ciò che spesso non consideriamo come potenzialmente a
rischio.
Solo in Europa secondo l'Unione internazionale per la
conservazione della natura
circa il 21% delle piante vascolari (piante da fiore, conifere...) è minacciata da un concreto rischio di estinzione.
Questo si sapeva già nel 2007
e ad oggi con notevoli incrementi delle immissioni di inqui-
nanti nell'atmosfera che hanno
portato ad un
intenso cambiamento climatico
si stima un impressionante
inserimento di
molte altre specie vegetali nelle liste rosse
degli ambientalisti e degli enti
di ricerca, portando così la percentuale a
circa 69% delle piante studiate.
Ormai dopo anni di velato silenzio si sta aprendo il dibattito su questioni del tipo
"temperatura in aumento" e
"punto di non ritorno", risuonano purtroppo come profezie
potenzialmente catastrofiche a
cui noi non dovremmo dare
l'opportunità di realizzarsi.
Penso che ancora molto si potrebbe fare per cercare di ri-
mediare ai nostri errori prima
che le loro conseguenze segnino il nostro futuro.
La fauna, la flora e la terra
stessa, stanno sempre con più
rapidità soccombendo sotto la
pressione del nostro piede,
ma noi spesso non prestiamo
nemmeno molta attenzione,
come se fosse una minuscola
formichina.
Herr Ricci A. 4H
DIFENDENDO LA NATURA, L’UOMO DIFENDE L’UOMO
L
’uomo ha con l’ambiente
naturale un rapporto difficile, infatti è artefice
cosciente dell’inquinamento e
del degrado ambientale.
Condizionato da numerose
esigenze, non solo mette a
rischio la propria salute ma
sempre più spesso mette a
rischio la biodiversità.
22
L’inquinamento dell’acqua e
dell’aria, l’urbanizzazione, l’industrializzazione e tanti altri
interventi dell’uomo, a volte
indiscriminati, stanno portando
a disastri ambientali e alla
scomparsa di un numero sempre crescente di specie animali e vegetali.
Un ultimo caso si è verificato il
5 novembre 2015 in Brasile, a
Minas Gerais, dove due dighe
della Samarco, una delle più
grandi compagnie minerarie al
mondo, sono collassate riversando nel Rio Doce fanghi nocivi.
E’ crollata una delle pareti durante i lavori di ampliamento
della vasca.
Le dighe avevano il ruolo di
contenere tutti i metalli di scarto delle estrazioni minerarie e
quindi un’acqua fortemente
contaminata con metalli pesanti e sostanze altamente
tossiche.
Le conseguenze del disastro
sono state incalcolabili, la vicina cittadina di Bento Rodrigues è stata investita dalla
marea arancione, provocando
la perdita di vite
umane e danni
materiali.
La maggior parte della popolazione della zona è composta
da pescatori e
agricoltori, l’inquinamento del
fiume sta già
distruggendo
l’equilibrio naturale del luogo provocando
enormi danni alla sua biodiversità.
Questi fanghi, inoltre, sono
finiti nelle rive dell’Oceano
Atlantico, dove ci sono aree di
riserva naturale protette, in
quanto è una zona di nidificazione delle tartarughe marine,
specie in via di estinzione.
L’azione dell’uomo decreta
l’estinzione di molte specie,
quindi una delle sfide più impegnative che il genere uma-
no dovrà vincere sarà quella di
preservare la varietà delle
specie animali e vegetali presenti sulla Terra.
Un impoverimento della biodiversità può mettere a rischio la
nostra stessa esistenza, quindi gli interventi di conservazione dell’ambiente naturale in
tutte le sue componenti sono
di importanza fondamentale.
Alessandro Leone 2F
MA DOV’È FINITA LA NEVE???
D
olomiti …
nell’immaginario collettivo sono sempre piene
di neve che le ricopre da Dicembre a Marzo quando la
coltre bianca lascia il posto ai
germogli e all’erba verde. Ma
quest’anno …gli sciatori sono
rimasti delusi: infatti a causa
dell’inverno troppo caldo, la
neve non è caduta e si sono
dovuti accontentare di sciare
sulla neve sparata dai cannoni. Da Novembre a Gennaio la
provincia di Bolzano offriva
prati verdi e temperature primaverili. Mentre la neve fa
danni nel resto d’Italia, nell’
imponente area sciistica del
sistema montuoso AdamelloBrenta una lieve nevicata ha
imbiancato il paesaggio solo
a Gennaio inoltrato. L’elemento più preoccupante e anomalo al momento è rappresentato dalle escursioni termiche,
improvvise, che nel giro di tre
Scorcio delle piste a Folgarida, meta dello stage
alpino delle terze di quest’anno del liceo Alessi.
giorni possono passare da
temperature di 25°C sotto lo
zero a temperature prossime
ai 10°C sopra. I “capricci” del
clima e le impennate delle
temperature non solo mettono
in crisi il settore turistico, ma
costituiscono una minaccia
per la sicurezza, aumentando
il rischio di slavine e frane.
23
Inoltre danneggiano gli equilibri dell’ecosistema alpino, un
patrimonio del nostro Paese.
Intanto, anche i ghiacciai inesorabilmente scompaiono:
speriamo che una prossima
nevicata nasconda lo scempio, almeno per qualche settimana.
Kalliope
VIRUS ZIKA, PERICOLOSA MINACCIA BIOLOGICA
I
l mondo trema di fronte al
nuovo virus che si sta diffondendo a macchia d’olio
in tutto il mondo. Si chiama
Zika, è un RNA virus, appartiene alla stessa famiglia degli
agenti della dengue e della
febbre gialla.
Viene dalla zona centrale
dell’America Latina e si trasmette attraverso la puntura
delle zanzare oppure in casi
più rari per via sessuale.
I sintomi , non particolarmente
gravi, sono febbre, eruzioni
cutanee, dolori a muscoli e
articolazioni e mal di testa.
Questi sintomi si manifestano
dopo un breve periodo di incubazione, dai 3 ai 12 giorni; non
tutti coloro che sono stati contagiati, tuttavia, hanno palesato queste condizioni. Inoltre si
ritiene che sia collegato alla
microcefalia, una malattia neu-
rologica congenita.
L’allarme è alto in ogni continente perché il virus ha raggiunto un numero elevato di
paesi , tra cui anche l’Italia.
Una suora, tornata da poco
nel nostro paese dalla Colombia, in stato febbrile, è
stata trasferita all’ospedale
Spallazzani di Roma. Altri
casi si sono verificati in altri
paesi europei tra cui Spagna,
Danimarca, Gran Bretagna e
Portogallo.
Tuttavia la situazione più grave è quella del Sudamerica,
infatti nel solo Brasile si contano più di quattromila malati.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stimato
che presto raggiungerà gli
Stati Uniti, facendo preoccupare il presidente Obama che
ha esortato gli studiosi a velocizzare la ricerca.
Anche Putin è intervenuto in
merito alla questione affermando che il virus Zika è una
minaccia per la Russia e per
tutto il pianeta.
Questo virus si è diffuso così
facilmente in Europa e nell’America del Nord in seguito ai
cambiamenti ambientali, che
hanno trasformato le temperature miti tipiche dell’occidente
in un clima sempre più tropicale,
Lorenzo Moscioni 4H
IL 2015, L’ENNESIMO ANNO PIÙ CALDO DI SEMPRE
I
l 2015 è stato ancora una
volta tra gli anni più caldi
di sempre, il termometro
infatti ha segnato un aumento
della temperatura media globale di circa 1°C rispetto alla
media delle temperature del
secolo scorso (15°C).
Molti addetti ai lavori hanno
attribuito la colpa ad El Niño,
un fenomeno meteorologico
che si verifica circa ogni 5 anni
che porta ad un innalzamento
generale delle temperature. El
Niño è solo una concausa, ci
sono anche moltissimi altri fattori che hanno portato per l’ennesima volta a questo triste
risultato che ci deve solo far
preoccupare.
Ho intervistato il professore
Luigi Bignami, laureato in
scienze della terra, attualmente giornalista di Focus e redattore scientifico per i telegiornali delle reti Mediaset, sperando
di ottenere delle risposte a
molte domande che in una situazione così, tutti noi dovremmo porci.
D:Come mai il 2015 è stato
ancora una volta l’anno più
caldo di sempre?
R:Nel 2015 abbiamo assistito
ad un forte aumento della temperatura terrestre, il mese di
Ottobre è stato il più caldo di
sempre. Negli ultimi 18 anni
però la temperatura sta crescendo più lentamente rispetto
al passato e questo è comunque un segnale positivo, ciononostante il 2015 per la compresenza di due fenomeni
quali l’effetto serra ed El Niño
è uno degli anni più caldi da
150 anni a questa parte.
D:Prima del 2015 anche il
2014 era stato tra gli anni
più caldi di sempre, il fatto
che sia solo l’anno precedente ci deve allarmare?
R:Su questa questione c’è un
forte dibattito tra gli scienziati,
24
la maggior parte degli scienziati sostiene che il 2014 è
stato l’anno più caldo in assoluto, tuttavia bisogna considerare che le medie delle temperature sono molto complesse
e si decide tutto nei decimi o
addirittura nei centesimi. L’ente che si occupa di fare le medie ovvero il NOAA, per questo motivo ha detto che il 2014
ha il 60% di probabilità di essere l’anno più caldo di sempre. Se fosse così è chiaro
che dalla Rivoluzione Industriale ci troveremmo in una
situazione di crescita continua
delle temperature, che però
negli ultimi 18 anni è stata
molto debole rispetto a quanto
si era ipotizzato.
D:Prima abbiamo citato El
Niño, in che cosa consiste
questo fenomeno?
R:El Niño è un fenomeno naturale che c’è sempre stato,
abbiamo infatti delle testimo-
nianze degli Incas e dei Maya.
Fondamentalmente questo
fenomeno porta alla creazione
di una corrente molto calda
che va a coprire tutta quella
parte che sta a cavallo dell’equatore nell’Oceano Pacifico.
Guardando le foto fatte dai satelliti possiamo notare che la
parte del Pacifico più coinvolta
è quella vicino all’Australia. El
Niño in questa zona causa
una forte siccità, che a sua
volta porta a grandi incendi
con un inquinamento fortissimo. Dall’altra parte del Pacifico in America Meridionale piove tantissimo perché si crea
una forte evaporazione. Il problema di questo fenomeno è
che non si ripete regolarmente, generalmente si ripete ogni
3/5 anni ma non è prevedibile,
tuttavia si è constatato che inizia il suo corso ad Ottobre per
arrivare al suo picco a Dicembre.
D:Cosa dobbiamo aspettarci
nel 2016?
R:Nel mese di Gennaio abbiamo assistito alla fase conclusiva di El Niño che ha portato
comunque ad una temperatura più alta rispetto alla media,
per molti addetti ai lavori la
situazione sarà analoga per
tutto il corso dell’anno; per altri
invece l’aumento dell’umidità
nell’atmosfera causata da El
Niño potrebbe scontrarsi con
le correnti fredde provenienti
dal Polo Nord e potrebbe portare ad un aumento della temperatura più leggero rispetto
all’anno precedente.
D:Possiamo attribuire il risultato del 2015 ad El Niño
ma se a fine 2016 avessimo
per l’ennesima volta questo
risultato, di chi sarebbe la
colpa?
R:Se il 2016 dovesse essere
ancora una volta un anno da
record, è chiaro che dovremmo dire di essere in un periodo di forte aumento della temperatura terrestre. Definire la
causa è forse la cosa più complessa, per molti la responsabilità principale è dell’uomo
che rilasciando anidride carbonica nell’atmosfera fa aumentare la temperatura. Anche se
va detto che dalla rivoluzione
industriale la concentrazione
di CO2 nell’aria è sempre aumentata mentre la temperatura no, quindi non si è del tutto
sicuri che la presenza di anidride carbonica porti ad un aumento globale della temperatura.
D:Quali sono le conseguenze più drastiche di questo
aumento della temperatura
globale?
R:La cosa più evidente è lo
scioglimento dei ghiacciai, in
particolare in Polo Nord la
temperatura è aumentata di
circa 3-4°C rispetto alle medie
e quindi moltissimi ghiacciai
negli anni si sono sciolti. La
situazione è diversa in Antartide, dove i ghiacciai stanno
aumentando a causa di vortici
di correnti nell’atmosfera che
lo isolano. Abbiamo anche altre conseguenze meno evidenti ma non per questo non
importanti, ad esempio l’aumento delle temperature causa un aumento dell’energia
nell’atmosfera, quindi quando
abbiamo delle precipitazioni,
queste sono davvero violente.
Un’altra conseguenza evidente è il cambiamento dell’ecosistema da parte di molti animali, che è particolarmente tangi-
25
bile nel Mediterraneo dove
stanno venendo sempre più
specie provenienti dai mari
tropicali.
D:Cosa possiamo fare nel
nostro piccolo per combattere il surriscaldamento globale?
R:Anche se non siamo certi
che incida, dobbiamo cercare
di ridurre le emissioni di CO2,
limitando l’uso delle automobili, degli aerei ecc., purtroppo al
giorno d’oggi abbiamo la situazione opposta, c’è un abuso
anziché una limitazione, se
tutti a livello globale ci impegnassimo maggiormente
avremmo solo delle conseguenze positive.
D:A fine 2015 c’è stata la
COP21, secondo lei è stata
una riunione produttiva oppure è stata solo una trovata
mediatica?
R: Guardando a quanto successo in passato sono molto
scettico, nei precedenti incontri ad esempio si era detto che
entro il 2020 la concentrazione
di CO2 avrebbe dovuto subire
una riduzione del 20%, ma
questo non si è verificato.
Molti paesi poi hanno già detto
che non riusciranno ad attuare
tutte le proposte, staremo a
vedere, non voglio fare il profeta cattivo ma ho paura che
quelle sentite alla COP21 siano solo delle belle parole che
in uno scenario come questo
non verranno attuate mai.
Alessandro Cascianelli 4A
CAMBIAMENTI CLIMATICI: I LAGHI NE
RISENTONO PIÙ DEGLI OCEANI
L
a maggiore
fornitura di acqua dolce potrebbe essere in pericolo. L'allarme è
stato reso noto dalla
NASA e dalla Science Foundation statunitense: i laghi sembrano patire il caldo
più degli oceani.
Gli esperti delle due
organizzazioni hanno preso in esame
le temperature registrate negli ultimi
venticinque anni di oltre la metà delle riserve lacustri mondiali, 235 laghi, aiutandosi anche con i satelliti. Dai dati raccolti emerge come le acque si
stiano scaldando di 0,34 gradi
ogni dieci anni, arrivando addirittura a 0,72 gradi nei laghi ad
stro pianeta: nei climi
nordici, in primavera i
laghi perdono prima la
copertura del ghiaccio,
assorbendo quindi più
raggi solari; ai tropici
invece il pericolo riguarda la fauna, il riscaldamento è infatti
meno intenso, ma pericoloso per i pesci.
Le conseguenze del
surriscaldamento saranno molteplici: le alghe che potrebbero
sottrarre ossigeno
alta altitudine (fonte: ANSA.it) all'acqua aumenteranno del
Dati che mostrano chiaramen- 20%, mentre quelle tossiche
te come i laghi si stiano surri- per i pesci cresceranno del
scaldando ad un ritmo netta5%.
mente più veloce di aria e ac- Conseguenze non trascurabili
qua.
e che forse stanno già avveIl fenomeno riguarda tutte le
nendo.
diverse aree climatiche del no- Chiara Brozzi 3F
LA NATURA INTERPRETATA DAGLI ARTISTI
Cosa è l'uomo di fronte allo
scatenarsi dei fenomeni atmosferici? Possiamo rispondere
a questa domanda percorrendo molteplici vie: quella che
imboccheremo noi è la via
dell'Arte.
Infatti, nel corso dei secoli, diversi scienziati hanno preso in
considerazione i fenomeni naturali, ma solo gli artisti sono
stati in grado di rappresentarli
fedelmente interpretando le
emozioni.
Vogliamo approfondire l'argomento attraverso tre celebri
esempi dai secoli passati. Il
primo è nell'opera "La Tempesta", di Giorgione, del 150608, ora custodita nelle Gallerie
dell'Accademia di Venezia.
È interessante notare la particolare interpretazione del criti-
co e storico dell'arte Vittorio
Sgarbi, che si è allontanato
dalla ricerca di significati
profondi ed esoterici concentrando l'attenzione sulla
potenza della natura, soggetto principale del dipinto,
e in particolare sul tuono
nello sfondo, che illumina la
silhouette della città con
una tonalità tetra: non è altro che la conferma del ruolo di protagonista della natura che coglie un soldato,
forse di ritorno da una battaglia, e una zingara, appartata lontano dai ricchi signori per allattare il figlio. Sgarbi
sottolinea che, per la prima
volta, siamo davanti a un dipinto dove viene celebrato in
primis il paesaggio rispetto alle figure in primo piano (il sol-
26
dato, la zingara e le rovine),
che verranno quindi inglobati
come elementi della natura
stessa.
Facciamo un salto in un'epoca
più moderna rispetto alla pre-
cedente, e prendiamo in esame un grande artista Romantico: C.D. Friedrich.
In una delle tante opere realizzate, quella che mi ha colpito
di più e che rispetta la tematica proposta è sicuramente il
"Viandante sul mare di nebbia", del 1818, custodita
all'Hamburger Kunshtalle.
È un opera dove il protagonista, appunto il Viandante, è
alla ricerca dell'infinito rappresentato da una natura immensa e grandiosa, vista come
un'estrema esperienza di spiritualità. Data la tematica trattata, il dipinto può esprimere l'atmosfera della natura nelle varie sfaccettature, come il paesaggio che assume contorni
sfumati quasi fosse in movimento; le nuvole che sembrano onde del mare, stagliate
dalle montagne che creano un
senso di infinito e di smarrimento. Nell'ambito del Romanticismo, possiamo soffermarci anche su W. Turner,
che ha realizzato "Bufera di
neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi",
del 1812, che si trova alla Tate Gallery di Londra.
Questo dipinto nasce da un'esperienza diretta del pittore,
che si è trovato, nel 1810, nel
di tempesta e turbini di neve si
stanno per schiantare nell'intera area rappresentata.
Il sole, portatore di luce, è impotente dinnanzi a una natura
così violenta da riuscire a determinare in pochi attimi il destino dell'uomo.
In poche righe ho tentato nel
portare una testimonianza della passione dell'Arte, collega
delle Scienze, nella rappresentazione poetica dell'influenza naturale sulle vite degli uomini e del mondo tutto.
È importante tenere ben prepieno di una violenta tempesta sente la partecipazione emotidi neve. È così che decise di
va di questi grandi pittori nei
rappresentarla in un
fenomeni atmosferici, e, come
bozzetto, che andrà poi a
sempre, vi invitiamo a tenervi
completare due anni dopo in- aggiornati sulle notizie riportaserendovi un particolare della te dalla nostra Rubrica di Arte
marcia dell'esercito di Anniba- e Cultura a cura della profesle diretto verso l'Italia nella Se- soressa Silvana Belcastro.
conda Guerra Punica.
Giovanni Costantini 3F
Osservando questa opera, notevole per un paesaggio davvero
dettagliato, non
possiamo che
essere coinvolti
nelle forti emozioni che prova
l'esercito cartaginese mentre una
frastagliata onda
IL MONDO DI ANNA DI JOSTEIN GAARDER
I
n un
piccolo
villaggio
norvegese,
una ragazza di
16 anni
appena
compiuti
diventa
il tramite
di un'operazione di salvataggio del
pianeta, tra sogni premonitori,
chiaroveggenza ed ecologia.
O così pare. Dopo 'Il mondo di
Sofia', il mondo di Anna intraprende un viaggio tra sensibilizzazione ambientale e rispetto della natura, dove l'unica
speranza che resta al nostro
decadente mondo risiede nelle
mani di una ragazzina ambiziosa ed intraprendente, che
andrà incontro ai problemi
principali che affliggono il nostro pianeta, accompagnata
dal fidanzato Jonas. Attraverso uno stile semplice e un
27
po' scontato, il romanzo scorre
in modo fluido, toccando ogni
punto dolente del nostro arrugginito ecosistema, facendo
sorgere un po' in tutti noi quegli interrogativi, quegli scrupoli, che avremmo dovuto porci
da tempo, facendo nascere in
tutti noi la 'paura del riscaldamento globale'. I dialoghi con
lo psichiatra Benjamin Antonsen spiegano in maniera indiretta di cosa aver paura, l'autore ci parla attraverso le parole dei protagonisti di quali siano i sintomi ed i rischi in cui
‘
incorre questo pianeta malato
ed attraverso i sogni di Anna,
che tali non sembrano, si può
trovare il modo di porre un rimedio a tutto ciò. Il mondo, gli
animali, le piante, l'umanità
intera, ha una nuova possibilità, una nuova occasione per
redimersi; sta al lettore credere che ci sia riuscita o meno,
sta al lettore sperare ed impegnarsi a sua volta per un nuovo mondo, in vista di un futuro
migliore.
Daniele Santoro 4H
Rieccoci di nuovo qui.
Un grazie speciale a tutti i redattori che da settembre mettono nero su bianco tutti i loro pensieri:
Gabriele, Alessandro, Alessia, Giulia, Sara, Elisa, Nicolò, Margherita, Alessandro, Leonardo, Mario e
Raffaele, Lorenzo, Daniele, Alessandro, Giuseppe, Chiara, Giovanni, Silvia, Abel, Nassim, Sidikat, Martina ,Matteo, Guido ed Edona e alle nostre caporedattrici Chiara e Benedetta.
Grazie alle professoresse Lorella Marini, Rita Floridi e Silvana Belcastro che collaborano con La Siringa e in particolare alla professoressa Persichetti che con molta pazienza segue tutti i nostri passi.
Sonia Forlimbergi 3D
In nome del progresso, l’uomo sta trasformando il mondo in un luogo fetido e velenoso (e questa è tutt’altro che un’immagine simbolica). Sta inquinando l’aria, l’acqua, il suolo, gli animali… e se stesso, al
punto che è legittimo domandarsi se, fra
un centinaio d’anni, sarà ancora possibile
vivere sulla terra.
(Erich Fromm)
L’uomo ha conosciuto per cinquecentomila anni la fame, il freddo,
la violenza.
Questa è la prima generazione
umana che non conosce alimenti
genuini e il mare pulito.
(Francesco Burdin)
Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai
nostri figli.
(Proverbio del popolo navajo)
Le conseguenze dei cambiamenti
climatici, che già si sentono in modo drammatico in molti Stati, soprattutto quelli insulari del Pacifico,
ci ricordano la gravità dell’incuria e
dell’inazione; il tempo per trovare
soluzioni globali si sta esaurendo;
possiamo trovare soluzioni adeguate soltanto se agiremo insieme e
concordi. Esiste pertanto un chiaro,
definitivo e improrogabile imperativo etico ad agire.
(Papa Francesco, dicembre 2014)
Una delle grandi domande nel dibattito sul cambiamento climatico è: gli
esseri umani sono più intelligenti delle
rane in un vaso? Se si mette una rana
in una pentola e lentamente si alza il
calore, essa non salterà fuori. Si godrà invece il bel bagno caldo fino a
quando non sarà cotta a morte. Noi
esseri umani sembra che vogliamo fare più o meno la stessa cosa.
(Jeff Goodell)
28