COMPITO DI ITALIANO lunedì 7 maggio 2007 classe IV A scientifico Liceo “B. Cavalieri” – Verbania Scrivi un testo argomentativo seguendo le indicazioni per la Tipologia B della prima prova scritta dell’Esame di Stato: REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”. Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato e indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quttro o cinque colonne di metà foglio protocollo. AMBITO TECNICO-SCIENTIFICO ARGOMENTO: I cambiamenti del clima DOCUMENTI Da decenni circolano nella comunità scientifica analisi rigorose e credibili che avvertono come i cambiamenti climatici, l’esaurimento del petrolio e di altre risorse naturali, l’aumento della popolazione e delle disparità sociali, siano altrettante bombe innescate pronte a esplodere in rapida sequenza, amplificando i danni. Ma in genere si rimuove tutto rifugiandosi nel classico effetto Cassandra, dimenticando che la sfortunata aveva comunque ragione. E’ questa la sorte toccata pure ad un eccellente esercizio scientifico voluto da un grande manager italiano, Aurelio Peccei, animatore del Club di Roma, che nel 1972 pubblicò il rapporto I limiti dello sviluppo in collaborazione con il Mit di Boston. Ancora oggi si vitupera questo studio come non veritiero. Eppure, ad oltre trent’anni di distanza i suoi conti riveduti e corretti portano sempre al collasso della società se non si cambia in tempo la rotta. D’altra parte sui cambiamenti del clima basta concedere un po’ di attenzione ai rapporti dell’Ipcc, che è un’Agenzia delle Nazioni Unite, non un covo di no-global. Luca Mercalli, “La nostra utopia quotidiana”, in: la Repubblica, 6 maggio 2007 Inviato ai politici il rapporto redatto a Bangkok da un gruppo di esperti provenienti da 120 Paesi Per evitare un disastro ecologico le emissioni mondiali di gas serra devono decrescere a partire dal 2015 Clima, l’allarme degli esperti Onu ”Cruciali gli sforzi nei prossimi 20-30 anni” BANGKOK - I prossimi venti, trent’anni saranno cruciali negli sforzi per attenuare il riscaldamento del Pianeta: lo ha indicato il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, l’Ipcc creato dall’Onu, in un testo di sintesi su cui esperti di 120 Paesi riuniti da lunedì scorso nella capitale thailandese hanno raggiunto stamani un accordo dopo una maratona negoziale durata tutta la notte. “Gli sforzi di attenuazione del riscaldamento nei prossimi 20/30 anni avranno un vasto impatto sulle possibilità di raggiungere livelli più bassi di stabilizzazione delle emissioni di gas a effetto serra”, ha affermato l’Ipcc nel suo rapporto destinato ai politici incaricati di prendere le decisioni. “Le emissioni mondiali di gas che causano l’effetto serra devono decrescere a partire dal 2015 se si vuole mantenere l’aumento della temperatura media del pianeta fra i 2 e i 2,4 gradi centigradi”, affermano gli esperti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu. Contenere entro i due gradi il riscaldamento globale costerebbe appena lo 0,12% del Pil mondiale ma eviterebbe un disastro climatico. Il rapporto elaborato è il terzo reso noto quest’anno dall’Ipcc: i primi due hanno approfondito le prove dell’effetto-serra e i possibili impatti sull’ambiente. Una bozza del rapporto letta dall’agenzia France Presse esortava ad un maggiore uso di energie rinnovabili, come quella solare e idrica, e a una maggiore efficienza nei consumi. in: www.repubblica.it, 4 maggio 2007 Nessuno è in grado di precisare quanta CO2 o quanta energia termica si può riversare nell’ambiente prima di determinare modificazioni irreversibili del clima; nessuno è in grado di dire quanto piombo, o mercurio, o insetticidi, o scorie radioattive, possono essere assorbiti dalle piante, dai pesci, dagli esseri umani prima che comincino a essere interrotti i processi vitali. Proprio questa ignoranza dovrebbe suggerire una particolare cautela nell’emissione di sostanze inquinanti, tanto più che si è constatata l’esistenza di un lungo, tipico ritardo tra la emissione e la comparsa dei primi effetti negativi. In definitiva, il problema della produzione di alimenti, quello del consumo di materie prime, quello della crescita dell’inquinamento e della sua neutralizzazione, comportano una serie di scelte molto difficili e impegnative: dovrebbe però essere chiaro che tutte queste difficoltà scaturiscono da una sola, semplice circostanza: la Terra ha dimensioni finite. Quanto più una qualsiasi attività umana di approssima ai limiti naturali, oltre i quali la Terra non è più in grado di sostenerla, tanto più manifeste e gravi si fanno tali difficoltà. Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jorgen Randers, William W. Beherens III, I limiti dello sviluppo, Milano, Mondadori, 1972 Proprio dall’emergere dei limiti, insieme con il sentimento di disagio che guasta le feste del capitalismo trionfante, sorge la possibilità di una “rivelazione”: di un mutamento di paradigma. E’ insito nel concetto di limite quello di valore. Il limite non è soltanto una barriera. E’ anche una soglia. Dal limite ecologico nasce la coscienza della responsabilità. Dal limite sociale quello della solidarietà. E dal recupero di una civiltà dei limiti può nascere una nuova civiltà della trascendenza, del senso. Il senso che siamo non solo perché siamo qui, ma per qualcosa d’altro per cui vale la pena di vivere. Il limite inedito del nostro tempo è quello ecologico. Perché inedito? Catastrofi ecologiche hanno segnato l’intero corso dell’umanità, ma nonostante tutto si trattava di crisi e di catastrofi locali. Il mondo era ben lontano da una condizione di interdipendenza, come la nostra, nella quale “una farfalla, battendo le ali a Honolulu, puà scatenare un uragano nei Caraibi”. La premessa di fatto al riemergere del valore della responsabilità ecologica è la mondialità della crisi ecologica: come si dice, con una parola che è entrata nel gergo, la Giorgio Ruffolo, Lo sviluppo dei limiti, Roma-Bari, Laterza, 1994 sua globalità. I limiti delle risorse, i limiti di resistenza del nostro pianeta e della sua atmosfera indicano chiaramente che quanto più acceleriamo la crescita e la produzione, tanto più accorciamo il tempo reale a disposizione della nostra specie. I problemi del nostro tempo richiedono un intreccio della dimensione scientifica e di quella politico-economica per rispondere alle questioni dell’”ambiente globale”. Affiorano una nuova cultura planetaria, una nuova coscienza ecologica, un nuovo modo di pensare basato sul presupposto dell’interdipendenza, una nuova visione del tempo, dello spazio, dell’estetica nelle scienze della natura. L’ecologia non permette la fuga verso piccole isole felici: la dimensione planetaria della crisi ambientale lo impedirebbe. C’è una sola possibile isola felice: il pianeta Terra, la biosfera. E su quest’isola si potrà vivere solo riappacificando la biologia con la storia. Non serve valicare le “Colonne d’Ercole” intese come metafora dell’andare avanti a tutti i costi. L’Ulisse da seguire, quello che rifiutava il dono dell’eternità offerto da Calypso, quello che voleva vivere i limiti del suo essere uomo è interessato all’oggi, al guardare qui e adesso, al “fermati attimo sei bello” del Faust. Il mito dell’Ulisse spinto invece verso continui tentativi di superare i limiti muore insieme ai miti precedenti; muore insieme alla cultura intesa come dominio della natura o come semplice curiosità di Enzo Trezzi, Il capitombolo di Ulisse, Milano, Feltrinelli, 1991 conoscenza di un mondo estraneo e/o ostile. Ghiacciai che scompaiono, uragani devastanti, estati torride: i minacciosi segnali del riscaldamento globale stanno spingendo governi e industrie verso un mutamento di rotta senza precedenti nello sfruttamento dei combustibili fossili. Per due secoli gli esseri umani hanno trasferito ininterrottamente nell’atmosfera carbonio estratto dal sottosuolo. Oggi le industrie del carbone, del petrolio e del gas naturale estraggono annualmente circa sette miliardi di tonnellate di carbonio, che finiscono quasi tutte in fumo, provocando enormi emissioni di anidride carbonica (CO2). E sempre più persone si vanno convincendo che la prudenza esige un’inversione dell’attuale tendenza al rialzo delle emissioni di CO2. Il confine che separa le conseguenze davvero pericolose delle emissioni da quelle solo imprudenti si trova probabilmente vicino (ma al di sotto) al raddoppio della concentrazione di CO 2 nell’atmosfera rispetto ai livelli precedenti alla Rivoluzione Industriale. Benché ogni aumento della concentrazione comporti nuovi rischi, rimanendo lontani da quella soglia dovrebbero esserci meno probabilità di innescare cambiamenti climatici irreversibili. Robert H. Socolow e Stephen W. Pakala, “Carbonio sotto controllo”, in: Le Scienze, n° 459, novembre 2006 Che tempo che fa? Bruttissimo, ma ce la possiamo fare a salvarci spiega Al Gore, ex futuro presidente Usa che come attore merita l’Oscar: con Una scomoda verità, questo allarmante e interessante documentario-conferenza spiega come abbiamo distrutto il pianeta con il riscaldamento globale e l’ossido di carbonio che provocheranno, di qui a dieci anni, mostruose calamità, allagando Paesi e facendo 100 milioni di naufraghi. Se Bush e l’Australia firmeranno il protocollo di Kyoto, se noi osserveremo un decalogo di saggezza ecologica, se le auto saranno stoppate, ci sarà l’happy end; ma la cosa più perfida, dice Gore con consumata abilità, è l’inganno di chi vuole, col finto dubbio, confondere le acque. Il docu-film di David Guggenheim è uno straordinario regalo morale e scientifico prezioso (andrebbe proiettato a scuola e in tv), si rivolge ai nove miliardi di esseri umani che ognuno a suo modo stanno con gusto disfacendo la Terra. Maurizio Porro, in: Il Corriere della Sera, 19 gennaio 2007 A due anni dall’entrata in vigore del protocollo di Kyoto l’UE lancia un appello alla conclusione di un accordo mondiale sui cambiamenti climatici che succeda al protocollo di Kyoto alla scadenza di quest’ultimo nel 2012. Sono previsti colloqui ad alto livello con l’Amministrazione americana, ma sarà condotta anche un’azione di sensibilizzazione diretta dei cittadini che vedrà protagonisti i presentatori dei programmi di previsioni meteorologiche di tutta Europa. Il commissario europeo Stavros Dimas, responsabile della politica ambientale, si è incontrato, il 15 e 16 febbraio 2007 a Washington, con esponenti del governo degli Stati Uniti per negoziare una risposta globale a quello che è ormai riconosciuto come un problema mondiale. E’ vero che con il protocollo di Kyoto è stato avviato un processo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta, ma il cammino da percorrere è ancora molto lungo. Secondo gli scienziati, per evitare che la Terra subisca danni irreparabili è necessario far sì che la temperatura non aumenti di più di 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Raggiungere questo risultato rappresenta uno degli obiettivi principali dell’UE ed è la ragione per cui l’Unione fa appello ai paesi sviluppati perché, entro il 2020, riducano le emissioni del 30% rispetto ai valori del 1990. Come conferma la relazione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, l’azione dell’uomo è la prima responsabile degli sconvolgimenti dovuti ad alterazioni del clima quali la maggiore frequenza di fenomeni estremi (tempeste, inondazioni, siccità e ondate di calore). Nell’ambito della campagna europea “Sei tu che controlli i cambiamenti climatici”, i presentatori dei programmi di previsioni meteorologiche di tutta Europa forniranno al pubblico esempi pratici di come tutti noi possiamo contribuire al miglioramento della situazione – ad esempio, utilizzando lampadine a basso consumo e riciclando i in: www.ec.europa.eu/news, 16 febbraio 2007 rifiuti. griglia di valutazione della prova scritta REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE” tema proposto: “I cambiamenti del clima” indicatori 1. correttezza formale descrittori 1.1. 1.2. 1.3. 2. 3. efficacia espressiva 2.1. qualità argomentativa 3.1. 2.2. 2.3. 3.2. 3.3. 4. adeguatezza pratica 4.1. 4.2. 4.3. 5. leggibilità Liceo “B. Cavalieri” – Verbania classe IV A scientifico maggio 2007 5.1. 5.2. valutazione uso appropriato della punteggiatura assenza di errori ortografici assenza di errori sintattici proprietà e varietà delle scelte lessicali ed espressive coerenza della struttura complessiva e dell’articolazione in parti chiarezza dell’esposizione varietà, efficacia e completezza delle argomentazioni varietà e qualità dei riferimenti “culturali” e all’attualità efficacia dei riferimenti e delle idee personali coerenza ed efficacia del titolo adeguatezza alla struttura e alle convenzioni del genere testuale messa a fuoco del contesto, dei destinatari e dello scopo del testo chiarezza grafica buon ordine dell’“impaginazione” punteggio totale nome e cognome punteggio in decimi __________________________________________________ voto 10 10 10 10 10 20 40 30 30 10 10 10 5 5 210