Cambiamenti Climatici e Salute - Dipartimento di Scienze Sociali ed

Cambiamenti Climatici e Salute
Riscaldamento Globale
(Surriscaldamento Climatico o Global Warming)
Con il termine riscaldamento globale ci si riferisce generalmente all’incremento delle temperature medie della superficie della Terra verificatosi negli ultimi 2 secoli, ed in maniera
particolarmente marcata a cominciare dalla metà del XX secolo.
Esso è stato attribuito in maniera sostanziale alle attività
antropiche.
Riscaldamento Globale
A cosa è dovuto?
I recenti cambiamenti del clima sono stati analizzati più in
dettaglio solo a partire dagli ultimi 50 anni, in seguito ad una
crescita esponenziale delle attività umane ed allo sviluppo di
tecniche che consentono l'osservazione della troposfera.
Tutti i principali fattori ai quali è attribuito il cambiamento
climatico sono legati alle attività dell'uomo:
• incremento della concentrazione di gas serra in atmosfera
• cambiamenti sulla superficie terrestre come la deforestazione
• incremento di aerosol
Effetto Serra
(Greenhouse Effect)
Fenomeno atmosferico-climatico naturale, da cui dipende la
capacità di un pianeta di trattenere nella propria atmosfera parte
dell'energia solare. Esso agisce attraverso la presenza in atmosfera
di alcuni gas, detti appunto gas serra: essi hanno l’effetto globale
di mitigare la temperatura dell'atmosfera terrestre e di isolarla in
parte dai grandi sbalzi cui sarebbe soggetta in loro assenza.
Inoltre, senza di essi la Temperatura media globale alla superficie
Tmgs sarebbe di circa -18 °C invece dei +14 °C riscontrati, il che non
consentirebbe lo sviluppo della vita.
Gas Serra (Greenhouse Gases)
•
•
•
•
Vapore acqueo (H2O)
Anidride Carbonica (CO2)
Metano (CH4)
Ossido di diazoto o protossido di azoto (N2O)
Questi Gas hanno la caratteristica di risultare trasparenti alle
radiazioni solari entranti a corta lunghezza d’onda e opachi ai raggi
infrarossi uscenti a onda lunga.
L'interferenza dei gas serra (sotto forma di assorbimento o opacità)
alla dissipazione della radiazione infrarossa terrestre comporta
l'accumulo di energia termica in atmosfera e quindi l'innalzamento
della temperatura superficiale fino al raggiungimento di un punto di
equilibrio termico-radiativo tra radiazione solare in arrivo e radiazione
infrarossa in uscita.
I risultati del Rapporto di Sintesi
Una scomoda verità
Gran parte dell’aumento osservato della temperatura
superficiale dal 1951 al 2010 è stato provocato dall’effetto
antropogenico sul clima (emissioni di gas-serra, aerosol e
cambi di uso del suolo).
Questo ha provocato il riscaldamento e l’acidificazione
degli oceani, la fusione di ghiacci e la riduzione della
copertura nevosa, l’innalzamento del livello medio
globale marino e modificato alcuni estremi climatici nella
seconda metà del XX secolo.
I dati sul Riscaldamento Globale
Il V Rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate
Change (IPCC), Working Group I (2013):
• 859 scienziati di tutto il mondo coinvolti
• 569 revisori nella fase I
• 800 revisori nella fase II
• Analizzate oltre 9200 pubblicazioni scientifiche
riguardanti le osservazioni degli indicatori climatici, i
modelli climatici e le proiezioni climatiche
L’IPCC è un foro scientifico formato nel 1988 da due
organismi delle Nazioni Unite, l'Organizzazione
meteorologica mondiale (WMO) ed il Programma delle
Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) allo scopo di
studiare il riscaldamento globale.
Temperatura
• Complessivamente la troposfera si è riscaldata nella
seconda metà del XX secolo
• Gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi dal 1850,
quando sono iniziate le misure termometriche a livello
globale; di questi, l’ultimo decennio è stato il più caldo
• Il periodo 1983–2012 è il periodo di 30 anni più caldo degli
ultimi 1400 anni
• Stimando la tendenza lineare, la temperature media
superficiale globale è aumentata di 0,85°C (range tra 0,65 –
1,08°C) nel periodo 1880–2012
Temperatura
Precipitazioni
Vi sono evidenze che suggeriscono come il riscaldamento globale abbia causato delle
alterazioni nella frequenza ed intensità delle precipitazioni in diverse aree del pianeta,
incrementandole in alcune e facendole diminuire in altre. Le modificazioni più evidenti si
sono avute a partire dal 1950.
Eventi Climatici estremi
Sono state rilevate modificazioni nell’occorrenza e nell’intensità di numerosi
eventi climatici estremi:
• Un aumento delle giornate e notti calde e una riduzione delle giornate e
notti fredde
• Vi sono numerose aree del pianeta che hanno visto un aumento in
frequenza e intensità delle precipitazioni intense
• Un aumento della frequenza di ondate di calore e di gelo in molte aree
• I fenomeni di siccità sono aumentati di frequenza in diverse aree, e quelle
che si verificano sono tendenzialmente più intense e più lunghe rispetto a
prima del ‘900
• Un aumento della frequenza e intensità delle tempeste e alterazioni nella
presentazione dei cicloni tropicali
Oceani
• E’ stato riscontrato un riscaldamento degli
oceani, con dati particolarmente affidabili per
la parte superficiale (0-700 m), ma
evidenziabile fino ai 3000 m di profondità
• L’aumento del calore immagazzinato
all’interno degli oceani costituisce oltre il 90%
dell’energia accumulata nell’intero sistema
climatico a causa del riscaldamento fra il 1971 e
il 2010
• Oltre il 60% dell’energia è accumulata nella
porzione superficiale degli oceani (0-700 m), e
si aggira intorno a circa 17²² J
Criosfera
Le calotte glaciali in Groenlandia e Antartide hanno
perso massa negli ultimi due decenni. I ghiacciai si
sono ridotti quasi in tutto il pianeta e la diminuzione
stagionale estiva della banchisa artica sta
aumentando. La calotta glaciale in Groenlandia ha
perso massa in maniera più veloce negli ultimi anni: il
tasso medio di diminuzione è aumentato da 34
Gt/anno in 1992-2001 a 215 Gt/anno in 2002-2011.
Similmente, in Antartide, il tasso di diminuzione
della calotta glaciale è aumentato da 30 Gt/anno nel
periodo 1992-2001 a 147 Gt/anno nel 2002-2011.
Questa diminuzione è concentrata principalmente
nella Penisola Antartica Settentrionale e nel Mare
Amundsen nell’Antartide Occidentale .
Criosfera
L’estensione annuale media della
banchisa artica (ghiaccio marino) è
diminuita nel periodo 1979-2012 del 3.5
- 4.1% per decennio e del 9.4 - 13.6% per
decennio per il minimo estivo. Questa
diminuzione è più accentuata in estate,
ma è evidente in tutte le stagioni.
La copertura nevosa nell’emisfero nord è diminuita da
metà del secolo scorso. Nell’emisfero nord nel periodo
1967-2012 il valore medio dell’estensione della
copertura nevosa è diminuito di 1,6% per decennio nei
mesi di marzo e aprile e di 11,7% per decennio nel
mese di giugno. Le temperature del permafrost sono
cresciute in molte aree del pianeta fin dagli anni ’80.
Livello del mare
• Il livello globale medio del mare è
cresciuto di circa 0.19 m (0.17 - 0.21 m)
nel periodo 1901−2010 (mediante una
stima di una tendenza lineare)
• Basandosi su ricostruzioni paleo-climatiche,
è certo che il tasso di innalzamento del livello
globale medio marino ha accelerato negli
ultimi due secoli
• Il tasso medio di innalzamento del livello
globale medio marino si aggira intorno a
1.7mm/anno nel periodo 1901-2010 e
3.2mm/anno nel periodo 1993-2010
Gas Serra e Aerosol
• La concentrazione atmosferica globale di CO2 è
aumentata di circa 40% dal 1750. Questo aumento è
stato causato dall’uso dei combustibili fossili, dalla
deforestazione e da un piccolo contributo della
produzione cementifera.
• Tutte le attuali concentrazioni atmosferica
globali di CO2, metano (CH4), protossido di
azoto
(N2O)
sono
maggiori
delle
concentrazioni registrate nei carotaggi di
ghiaccio negli ultimi 800000 anni
• Le concentrazioni atmosferiche globali dei
gas CO2, CH4, N2O sono cresciute
rispettivamente di circa il 40%, 150%, e 20% dal
1750.
Gas Serra e Aerosol
• Dal 1750 al 2011 le emissioni di CO2, provocate dall’uso dei combustibili
fossili e dalla produzione cementifera, hanno rilasciato in atmosfera 365
miliardi di tonnellate di carbonio (o Pg C ovvero 1015 grammi), mentre la
deforestazione e altri cambi di uso del territorio hanno rilasciato in
atmosfera 180 miliardi di tonnellate di carbonio. Le emissioni cumulative
antropogeniche sono 545 miliardi di tonnellate di carbonio.
• Di queste 240 si sono accumulate nell’atmosfera, 155 negli oceani e 150
negli ecosistemi naturali terrestri.
• L’assorbimento oceanico della CO2
di origine antropogenica provoca
acidificazione oceanica: Il pH marino
è diminuito di 0,1 dall’inizio dell’era
industriale causando un aumento del
26% nell’acidificazione oceanica.
Gas Serra e Aerosol: Forzante Radiativo
Salute
Come possiamo definire la salute?
OMS, 1948
“Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice
assenza di malattia o infermità”.
ARTICOLO 32 della COSTITUZIONE
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se
non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i
limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
I determinanti della Salute
Dahlgren e Whitehead, 1993
Impatto sulla salute dei mutamenti climatici
The Lancet, in collaborazione con l’University College London Institute for
Global Health Commission (UCL), ha pubblicato nel 2009 un ampio e
dettagliato Rapporto su come affrontare le conseguenze sulla salute provocate
dai cambiamenti climatici.
“I cambiamenti climatici sono la più grande
minaccia globale nei confronti della salute del 21°
secolo”
Questa affermazione apre e riassume la monografia, frutto del lavoro
congiunto di scienziati provenienti da molteplici discipline (medicina, legge,
ingegneria, economia, antropologia, etc).
Impatto sulla salute dei mutamenti climatici
Le recenti modificazioni nel clima colpiscono in maniera variabile e assai
complessa l’uomo e la sua salute, attraverso effetti sia diretti che indiretti,
eccone alcuni esempi:
• Aumento delle morti per eventi climatici estremi, come ondate di calore,
uragani, siccità e inondazioni
• Aumento della trasmissione di malattie infettive, sia trasmesse da vettori
il cui habitat è sensibilmente alterato dai mutamenti climatici, come la
Malaria e la Dengue, sia altre come le diarree infettive (in primis il colera)
• Riduzione dell’approvvigionamento idrico in aree critiche
• Aumento della diffusione di specie allergeniche in aree precedentemente
libere
• Perdita di terreni da utilizzare per le coltivazioni, danni agli ecosistemi, e
conseguenti morti per malnutrizione e perdita di lavoro
Impatto sulla salute dei mutamenti climatici
E’ stato calcolato che nel 2000 i cambiamenti climatici hanno prodotto
– secondo una stima prudente – almeno 150.000 morti.
Probabilmente, se si potessero realmente quantificare i danni alla
salute prodotti anche in maniera indiretta, si arriverebbe a cifre
astronomiche.
MA I CAMBIAMENTI CLIMATICI COLPISCONO
TUTTI E IN EGUAL MISURA?
Cartogramma che
mostra la relazione
fra la densità delle
emissioni di gas
serra (A) e la
mortalità correlata
ai
cambiamenti
climatici (B).
Lancet and University College
London Institute for Global
Health Commission. Costello
A, et al. Managing the health
effects of climate change.
Lancet 2009; 373:1693-1733.
Impatto sulla salute dei mutamenti climatici
Sebbene il miliardo più povero della popolazione mondiale produca circa
il 3% di tutto il gas serra del mondo, quei morti sono quasi
esclusivamente confinati nella parte più povera del pianeta, come
dimostra la Figura, dove la parte superiore (A) mette in evidenza i paesi
con i più alti livelli di produzione di CO2 e quella inferiore (B) la
distribuzione della mortalità per malattie sensibili ai cambiamenti
climatici (malaria, malnutrizione, diarrea e decessi provocati da
inondazioni).
Impatto sulla salute dei mutamenti climatici
Le politiche che negli ultimi decenni sono state la causa dell’aggravamento
delle condizioni dell’ambiente sono le stesse che hanno prodotto un aumento
della povertà in vaste aree del mondo e una dilatazione delle diseguaglianze
nella salute.
Sviluppo Economico ad ogni costo
Dagli anni 80 le istituzioni finanziarie
internazionali hanno abbracciato una
strategia economica nota come Washington
Consensus, che mette in primo piano il ruolo
del mercato nel conseguire una più grande
integrazione economica globale.
Avendo creato un mercato globale che dipende
dalla produzione, dal trasporto a lunga distanza e
dal consumo di volumi sempre crescenti di beni,
la stessa traiettoria economica ha portato a un
crescente sfruttamento delle risorse naturali, alla
scarsità di energia e a un sovraccarico del sistema
ambientale naturale.
Aumento della popolazione e migrazione
Tutto ciò nel contesto di una crescita
costante della popolazione globale, che
genera disgregazione sociale e conflitti
quando la terra e le risorse vitali, come
cibo e acqua, cominciano a scarseggiare,
e si accompagna a flussi migratori interni
e internazionali, particolarmente verso le
aree urbane.
Questa migrazione, combinata con la naturale
crescita della popolazione delle aree urbane, ha
creato un’enorme domanda, per lo più
insoddisfatta, di case, servizi, trasporti e
lavoro.
Urbanizzazione, inquinamento
L’inarrestabile processo di urbanizzazione ha sostanziali conseguenze per
l’ambiente.
L’inquinamento dell’aria prodotto dal
traffico,
dalle
industrie
e
dal
riscaldamento domestico è uno dei
problemi maggiori, sia per i danni
diretti sia per la produzione di gas serra.
Inoltre il miliardo circa di persone che
vivono negli slums delle grandi città
rappresentano un ideale terreno di
coltura per le malattie infettive.
Malattie trasmissibili
Il mutamento del microclima locale porta con sé una moltitudine di
conseguenze per la diffusione di insetti che fungono da vettori, e i
cambiamenti di temperatura facilitano o inibiscono la proliferazione di
specie batteriche o parassitarie.
Ma il mutamento di distribuzione delle malattie trasmissibili a seguito dei
cambiamenti climatici non è un fenomeno che riguarderà esclusivamente i
Paesi a basso reddito, anche se questi saranno i più colpiti.
Si assiste proprio in questi anni alla comparsa di malattie infettive in Europa
che non sono legate solo alle migrazioni, ma anche ai mutamenti di clima, o
all’interazione tra i due.
Acqua
Ogni abitante del pianeta dovrebbe avere accesso a una sufficiente quantità di
acqua di buona qualità, non contaminata e non stagnante, ma sappiamo che
non è così. Entro il 2025 circa metà della popo-lazione mondiale vivrà in
condizioni di estrema scarsità d’acqua, e la qualità dell’acqua sta declinando in
molte parti del mondo.
Il 50% circa delle aree umide sono
andate perdute, con la relativa flora e fauna caratteristiche, mentre
allo stesso tempo il 70% delle
riserve dispo-nibili vengono usate
per l’irrigazione.
Non può sfuggire il fatto che c’è una fortissima componente di iniquità sociale:
non solo chi non ha accesso ad acqua di buona qualità sono sostanzialmente i
poveri, ma i paesi ricchi sono responsabili di sprechi colossali, come
l‘irrigazione dei campi da golf in zone aridissime come il Kuwait o il Qatar.
Sistema alimentare
La natura del sistema alimentare – dalla
produzione
alla
distribuzione
–
contribuisce alle iniquità nell’accesso al
cibo. Poiché il costo dei generi alimentari
è in continua crescita tutti, tranne i più
ricchi, ne risentono gli effetti. Qualcuno è
in grado di acquistare cibi sani; altri sono
in grado di acquistare soltanto i cibi più
economici, ad alta densità di calorie,
prodotti industrialmente, che aumentano
il rischio di obesità e diabete; altri ancora
non si possono permettere neanche
questi.
Sistema alimentare
Esso è causa dei cambiamenti climatici (deforestazioni per creare aree a
pascolo, terreni inutilizzabili a seguito di coltivazione intensiva, costi e
inquinamento prodotto dall’enorme numero di animali da allevamento) e
insieme ne subisce gli effetti (maggiore frequenza di siccità e inondazioni
che riducono la quantità, la qualità e la disponibilità di cibo): un sistema
in grado di autoalimentarsi e di produrre danni sempre maggiori.
Eventi estremi: Vulnerabilità e Preparedness
All’interno di ciascun Paese si riproducono disuguaglianze altrettanto vistose. La
“vulnerabilità” al cambiamento climatico colpisce ovunque e per motivi diversi le fasce
più povere della popolazione. Un esempio lampante è l’inondazione di New Orleans.
In Bangladesh, un gruppo di ricercatori ha intervistato 700 residenti di un’area
prossima alla costa, e frequentemente soggetta a inondazioni. Le famiglie più povere
erano per vari motivi più soggette sia alle inondazioni sia alle conseguenze delle stesse:
le loro case erano più fragili e costruite in luoghi in cui altri non volevano costruire; le
possibilità di recupero dopo l’inondazione erano più limitate; e la capacità di preparasi
agli eventi (“preparedness”) e allo stesso modo di reagire ad essi, era più limitata tra i
più poveri. Perfino l’accesso alle cure mediche era più ristretto.
Saggezza indiana
“Noi sappiamo che l’uomo bianco non capisce il nostro
modo di vivere. (…) Tratta sua madre, la terra, e suo fratello,
il cielo, come oggetti da comprare, da saccheggiare, da
vendere come pecore o collane lucenti. Il suo appetito
divorerà la terra e si lascerà alle spalle solo il deserto. (…)
Per lui, una parte di terra è uguale all’altra, dato che è uno
straniero che giunge di notte e prende dalla terra qualsiasi
cosa gli serve. La terra non è sua sorella, ma sua nemica, e
quando l’ha conquistata, se ne va. (…)
Noi sappiamo questo: tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce
una famiglia. Tutte le cose sono unite tra loro.
Qualsiasi cosa accada alla terra, accade ai figli della terra. L’uomo non ha
tessuto la stoffa della vita, è solo un filo di essa. Qualsiasi cosa lui faccia alla
stoffa, lo fa a se stesso.”
Dalla Lettera del Gran Capo Seattle a Franklin Pierce, 1854
Quale futuro?
Sono cinque – secondo il Rapporto di Lancet – le sfide decisive che devono
essere affrontate se non si vuole che i cambiamenti climatici diventino una
catastrofe così grande da minacciare la stessa sopravvivenza umana.
1.
2.
3.
4.
5.
Colmare il terribile vuoto d’informazione su come rispondere agli effetti
negativi sulla salute prodotti dai cambiamenti climatici.
Rafforzare i sistemi sanitari dei paesi più fragili in modo da proteggere le
popolazioni a più alto rischio.
Le tecnologie hanno la potenzialità di aiutare ad adattarci ai cambiamenti
del clima, ma per ottenere questo sono necessari grandi investimenti in
ricerca.
Creare le condizioni per una vita con bassi livelli di gas serra.
Convincere le nostre istituzioni a fare dei cambiamenti climatici la
priorità, com’è necessario che sia.
Grazie