SEGRETERIA REGIONALE SICILIA Prot.N. 49/14/ Reg. Catania, 18 Agosto 2014 OGGETTO: Emergenza sanitaria e rischio contagio. AI SIGG.RI QUESTORI CATANIA-MESSINA-SIRACUSA-RAGUSA-ENNACALTANISSETTA-AGRIGENTO-TRAPANIPALERMO AI DIRIGENTI REPARTO MOBILE CATANIA-PALERMO AI DIRIGENTI LA POLIZIA DI FRONTIERA PALERMO- CATANIA AI DIRIGENTI I COMPARTIMENTI POLIZIA STRADALE CATANIA-PALERMO AL DIRIGENTE IL COMPARTIMENTO DI POLIZIA FERROVIARIA PALERMO ALLE SEGRETERIE PROVINCIALI UGL POLIZIA DI STATO CATANIA-MESSINA-SIRACUSA-RAGUSA-ENNACALTANISSETTA-AGRIGENTO-TRAPANIPALERMO E,p.c. ALLA SEGRETERIA NAZIONALE UGL POLIZIA DI STATO ROMA Fa seguito al comunicato del 3/7 prot 36/14/Reg. Sul sito di notizie dell’ANSA è riportato che il Ministro della Salute italiano Beatrice Lorenzin durante il “question time” alla Camera ha ribadito che "non c'è alcun pericolo in relazione al virus Ebola e non ci devono essere forme di psicosi, bensì forme di allerta che tutti i paesi hanno attivato e l'Italia per prima, a partire da posti, aeroporti e luoghi di fruizione turistica".''Non solo non c'è stato nessun caso di Ebola, ma ho chiamato stamattina il centro di Lampedusa e mi dicono che negli ultimi giorni non è stato verificato nessun caso di malattia neanche lieve''. ''Non c'è nessun rischio di contagio in Italia, c'è un grave problema in Africa dovuto a condizioni igienico-sanitarie fuori da ogni criterio dei paesi occidentali''. Eppure, nonostante le rassicurazioni, provenienti anche dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, la paura per il contagio dell’Ebola si è diffuso in tutta Europa e persino in America che ha alzato al massimo il livello di allarme. La trasmissione del virus è molto rapida, attraverso i fluidi corporei, come muco o sangue, ma anche attraverso le lacrime o la saliva, e il contatto con aghi o coltelli usati dall'ammalato. Non sempre i contagiati manifestano subito i sintomi. Questa Segreteria Regionale è convinta che l' emergenza ebola, che nonostante le rassicurazioni del Ministero della Salute dettate dall’ ovvia necessità di non creare eccessivi allarmismi, interessa anche il nostro paese, abbia assunto una rilevanza drammatica per i colleghi (e le loro famiglie) che quotidianamente si trovano ad essere impiegati in servizi che comportano necessariamente contatti con extracomunitari che sbarcano in massa sulle nostre coste. E’ immorale nascondersi dietro un dito: il rischio e' concreto ed elevato anche in considerazione del fatto che la terribile malattia ebola non ha cure ed ha un tasso di mortalità superiore al 70 per cento. Sorge quindi la necessità di conoscere quali misure siano state adottate, in ogni singola Questura e Provincia, al fine di prevenire contagi e, di valutarne il rischio. E’ stata effettuata una reale misurazione ed identificazione del rischio? E’ stata effettuata una reale analisi e valutazione, ponderazione del rischio contagio? Perché, come tutti sappiamo, molti extracomunitari traghettati in Italia rifiutano di farsi identificare e fuggono al momento dell’approdo sulle nostre coste. Diciamocelo, una soluzione molto conveniente per l’Italia. Questi “ospiti” , però, li troviamo per le strade che cercano di raggiungere il nord Europa. Controllati da chi? Giungono notizie allarmanti dalle Province siciliane interessate dagli “sbarchi assistiti” di defezioni corpose di colleghi, con conseguenti “minacce” di visite fiscali e di verifiche da parte dei superiori gerarchici. Egregi Signori Questori, questi sono sintomi da non sottovalutare di disagio e mancanza di fiducia da parte dei colleghi che, operando sul posto non ritengono sufficientemente rassicuranti le “informazioni” e le “rassicurazioni fornite”, senza parlare delle misure di protezione. La percezione del pericolo da parte degli operatori presenti sul posto e da tutti quelli che vengono in contatto, a qualunque titolo, con i cittadini extracomunitari accompagnati (E NON SALVATI) in Italia con mezzi pubblici, non è da sottovalutare, non fosse altro per le ripercussioni che le stesse percezioni hanno sull’efficienza del servizio e della sicurezza sul posto di lavoro. Il rischio è la conseguenza di una decisione, ma quando la “minaccia” proviene da una fonte incontrollabile si parla di pericolo. Il rischio è la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno, implica, quindi che una scelta influenzi il risultato. La nozione di rischio implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e le possibilità che essa si trasformi in un danno. Il pericolo correlato al virus mortale è stato riconosciuto dall’OMS, il rischio di contagio, quindi esiste. I virus non conoscono confini, barriere politiche, semplicemente si spostano con vettori, con la differenza che loro non fanno arricchire chi procura loro il mezzo di trasporto. Ed affermare che non c’è nessun rischio di contagio in Italia, nonostante l’esistenza riconosciuta di un grave pericolo, ha la diretta conseguenza di fare aumentare invece la percezione del pericolo ingigantendo anche quella del rischio contagio. Per quanto riguarda l’ebola, contrariamente a quanto asserito dal Ministro della Salute, la diffusione del virus nel focolaio Africano non è dovuta alle “condizioni igienico-sanitarie fuori da ogni criterio dei paesi occidentali'', ma alla situazione di povertà che porta le persone a nutrirsi di animali potenzialmente infetti e alla difficoltà di individuare e valutare il reale pericolo. Ricordiamo che il caso zero risale a Dicembre. A marzo il riconoscimento dell’epidemia. I casi dei colleghi contagiati dalla tubercolosi hanno purtroppo dimostrato l' insufficienza delle misure di profilassi finora adottate e la sottovalutazione dei rischi di contagio; sottovalutazione anche a fronte di patologie ad alto pericolo di contagio quali tifo, colera.....scabbia, vaiolo, etc, i cui casi,nei barconi dei profughi e nei centri di prima accoglienza , come e' noto, sono stati già da tempo rilevati . Il problema non può più essere minimizzato e la tutela della salute dei colleghi deve essere considerata una priorità. I lavoratori hanno diritto ad essere concretamente rassicurati. Invitiamo i Segretari Regionali a mettere a conoscenza questa Segreteria e la Segreteria Nazionale di ogni caso di difficoltà o percepita mancanza di tutela sul posto di lavoro. Chiediamo i signori Questori, per uno spirito di collaborazione volto a sostenere loro ed i colleghi che percepiscono il rischio di contagio, a farci conoscere tutte le misure messe in atto a livello provinciale per la salvaguardia della salute degli operatori, con l’impegno di diffondere capillarmente, ed a livello regionali tutte le iniziative. Non basta organizzare una conferenza, non basta sentire dire al Ministro della Salute che in Italia il virus non entra. Da noi entra chiunque e ovunque. Il pericolo di diffusione malattie, anche mortali, esiste, ed il rischio di contrarle è reale. Originale firmato agli atti LA SEGRETERIA REGIONALE UGL POLIZIA DI STATO