Aviaria: la maggior parte degli europei è ben informata sui rischi di
contagio
"Ho trovato incoraggiante che la maggior parte degli europei sia ben
informata sui rischi dell'influenza aviaria e in generale abbia fiducia nelle
misure adottate dalle autorità nazionali ed europee per prevenirne e
contenerne la diffusione" ha dichiarato il commissario responsabile per la
salute e la tutela dei consumatori, Markos Kyprianou, che ha aggiunto: "E'
naturale che i cittadini siano preoccupati per l'influenza aviaria, ma non c'è
bisogno che siano allarmati in maniera eccessiva. Da questo sondaggio
emerge che una percentuale significativa di cittadini continua ad avere idee
distorte sulla natura e sugli effetti del virus, e che dobbiamo migliorare la
nostra comunicazione in materia. Dinanzi a una possibile recrudescenza
della malattia nel prossimo autunno, la nostra sfida è di raddoppiare gli
sforzi per spiegare agli europei quali siano i rischi reali, e di agire con
fermezza senza allarmare inutilmente la popolazione."
L'obiettivo del sondaggio era di determinare il livello di consapevolezza dei
cittadini riguardo ai rischi per la salute connessi all'influenza aviaria, la loro
conoscenza delle politiche volte a contrastare la propagazione del virus e
l'impatto della comparsa della malattia sul consumo di pollame e prodotti
avicoli.
Conoscenza del problema
La grande maggioranza degli intervistati (74%) si è dichiarata consapevole
che toccando volatili infetti si rischia di contrarre il virus: ciò dimostra che le
informazioni fondamentali delle autorità sanitarie sono state ampiamente
recepite dalla popolazione. Desta tuttavia qualche preoccupazione il fatto
che, nonostante le ampie campagne di informazione, il 18% dei cittadini
europei sia ancora convinto che sia impossibile essere infettati dal virus
toccando uccelli contaminati.
L'11% degli intervistati, inoltre, non sa che il vaccino contro l'influenza
stagionale non è efficace contro l'influenza aviaria, mentre il 28% ritiene che
sia possibile ammalarsi anche mangiando carne cotta. Quasi un europeo su
tre (29%) è convinto che non sia sicuro mangiare la carne di polli vaccinati
contro l’influenza aviaria e infine il 21% degli intervistati ritiene che il virus
possa essere presente nell’uovo o nel guscio anche dopo la cottura.
Conoscenza delle politiche europee di prevenzione e contenimento
Dal sondaggio emerge che gran parte degli europei è al corrente
dell'esistenza di una legislazione comunitaria che stabilisce le misure da
adottare in caso di scoppio di un'epidemia. Il 77% dei cittadini sa che nelle
aree a rischio i polli devono essere tenuti al chiuso, mentre il 78% è a
conoscenza delle restrizioni imposte sull'importazione di pollame proveniente
da paesi terzi colpiti dall'influenza aviaria. Una percentuale minore, ma
comunque sempre molto elevata (71%), sa che la legislazione europea in
materia prevede un perimetro di protezione di 3 Km e una zona di
sorveglianza di 10 Km attorno alle zone interessate dal contagio. L'80%
degli europei sa che nelle zone ad alto rischio sono state rafforzate le misure
di disinfezione e una percentuale identica di cittadini è consapevole del fatto
che l'Ue impone l'abbattimento sistematico di tutti i volatili negli allevamenti
nei quali siano stati riscontrati casi di influenza aviaria.
Il 65% degli intervistati, infine, dichiara di sapere che l'Ue ha un proprio
comitato di esperti veterinari e più di un europeo su due (58%) è al corrente
del fatto che le autorità europee rimborsano gli allevatori costretti ad
abbattere i volatili per prevenire la propagazione del virus.
Cambiamenti nelle abitudini di consumo
Agli intervistati che hanno dichiarato di aver ridotto il consumo di carne di
pollo - il 18% in media nell'Ue25, con sensibili differenze da paese a paese è stato chiesto il motivo di questa scelta. Una maggioranza relativa (48%,
pari al 9% dei cittadini europei), non mangia carne di pollo come misura
precauzionale; solo il 15% di questo gruppo (pari al 3% degli europei) è
convinto che vi sia un rischio reale mangiandola. Il 28% (pari al 5% della
popolazione) ritiene che non vi sia alcun rischio pur avendo deciso di ridurre
il consumo di prodotti avicoli. Dal sondaggio emerge inoltre che i tre quarti
di coloro che hanno deciso di ridurre i consumi ritengono che il cambiamento
di abitudini alimentari sia temporaneo, mentre il 13% ha dichiarato che
ridurrà il proprio consumo per sempre.
7 luglio 2006