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Una passeggiata lunga 42 chilometri sotto i
portici (virtuali) della città
Immagini anche in 3D su una piattaforma digitale
di Stefano Marchetti
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Bologna, 2 luglio 2014 - Potremo passeggiare sotto i
portici... perfino da Londra o da New York, e potremo
scoprirne storia e curiosità anche senza avere a
disposizione un’enciclopedia o una guida turistica.
I portici di Bologna
Perché tutto sarà a portata di clic. I 42 chilometri
Vuoi un iMac a 59€?
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sconto del 80% grazie a
un trucco
dei portici di Bologna (candidati a entrare nel
Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco) saranno digitalizzati e anche riprodotti in 3D, grazie a una
piattaforma on line ricca di informazioni e facilmente accessibile da tutti. Il progetto di virtualizzazione dei
portici, avviato dal Comune con il Dipartimento di Architettura dell’università, il Centro Gina Fasoli per la storia
della città, il Cineca e Tecnicoop, è stato al centro della conferenza biennale del Cobaty, associazione
internazionale interprofessionale, che ha riunito a Bologna ingegneri, architetti, economisti, giuristi,
imprenditori ed esperti della tutela ambientale di tutta Europa.
Felice Monaco, dirigente Sicurezza e Logistica del Comune e presidente dell’Ordine degli Ingegneri di
Bologna, ha promosso l’incontro e ha voluto che i portici fossero il ‘biglietto da visita’ della città, il suo segno
distintivo. Per questo ha invitato il professor Fabrizio Apollonio, che sta seguendo il progetto digitale, a
illustrarlo nella sessione di studi.
Ingegner Monaco, cosa rappresentano i portici per Bologna?
«Sono un luogo di manifesta individuazione della città. Il reticolo di strade porticate di Bologna è il più lungo
percorso pedonale d’Europa. Sono quasi 13 ettari, 21 volte piazza Maggiore, nella sola città storica, e tengono
insieme tutti i suoi punti d’interesse, torri, piazze, chiese, palazzi, canali. Per non dimenticare i 666 archi del
portico di San Luca. I portici sono luoghi elettivi di vita e anche di scambio commerciale: in centro, sotto i
portici, ci sono più di 2500 attività di ‘vetrina’, con 1575 punti vendita e 439 pubblici esercizi».
Un segno di identità...
caratterizzante, così Bologna ha i portici».
Come verrà realizzata la virtualizzazione?
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«Sarà una vera e propria piattaforma digitale attraverso cui si potrà accedere a una vasta mole di dati,
informazioni e risorse. Modelli tridimensionali dei portici, capaci di restituire i caratteri del portico e anche la
fedeltà dei colori, si uniranno a testi, immagini, suoni, filmati, disegni e a tutta una serie di informazioni
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disponibili in banche dati. I cittadini potranno ‘entrare’ nei portici, condividere l’esperienza, partecipare e
interagire attraverso i social network».
Perché è importante la candidatura dei portici al World Heritage Unesco?
«L’inserimento nel Patrimonio Unesco determinerebbe una visibilità di prestigio dell’immagine urbana, un
riconoscimento più alto della città a livello globale, un’impennata del potenziale turistico-commerciale, ma
soprattutto, credo, una percezione più sentita dell’identità bolognese».
Ma a volte i portici sembrano molto trascurati: cosa significa concretamente farli rientrare tra i
beni protetti dall’Unesco?
«Vuol dire condividere con la città regole precise, e interventi di restauro e ripristino dei portici più stringenti.
La candidatura Unesco richiede uno sforzo non del Comune ma anche dell’intera collettività, per sottoscrivere
un ‘patto’, un ‘vincolo’ con l’obiettivo di garantire il decoro urbano, a tutela del patrimonio dei portici della città
storica».
Stefano Marchetti
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