MINUTI 224_Layout 1 01/09/16 10:20 Pagina 5 Diagnosi e trattamento dei più comuni tipi di tachicardia sopraventricolare Licensed by Vivus Inc. and Mitsubishi Tanabe Pharma Corporation MARGARET R. HELTON University of North Carolina at Chapel Hill, (USA) Il termine tachicardia sopraventricolare (TSV) indica un’aritmia con frequenza cardiaca elevata che ha origine e viene mantenuta a livello del sistema di conduzione del nodo senoatriale o del nodo atrioventricolare (AV), al di sopra del fascio di His. L’alterazione è causata da fenomeni di rientro o di automaticità, che avvengono a livello del nodo AV o al di sopra di tale struttura, e comprende la tachicardia da rientro del nodo AV, la tachicardia reciprocante AV e la tachicardia atriale. La maggior parte dei pazienti presenta un cuore strutturalmente normale. L’insorgenza improvvisa di una frequenza cardiaca elevata può causare sintomi come palpitazioni, capogiri, dolore toracico, ansia, dispnea, sensazione di fatica. L’individuazione dei sintomi associati all’episodio aritmico si basa sulla raccolta anamnestica, in quanto l’esame obiettivo e l’elettrocardiogramma (ECG), nel momento in cui vengono condotti, possono essere normali. Per confermare la diagnosi possono essere necessari un monitoraggio ECG dinamico di Holter o un ECG event recorder. Manovre di stimolazione vagale possono porre termine all’aritmia; quando tali manovre falliscono, in fase acuta può essere efficace la somministrazione di adenosina. Calcio-antagonisti (diltiazem o verapamil) o beta-bloccanti (metoprololo) possono essere utilizzati sia acutamente, sia come trattamento cronico. Antiaritmici di classe Ic (flecainide o propafenone) possono essere utilizzati come trattamento cronico. Gli antiaritmici di classe Ia (chinidina, procainamide o disopiramide) vengono utilizzati meno frequentemente, a causa di un’efficacia modesta e per gli effetti collaterali. Gli antiaritmici di classe III (amiodarone, sotalolo o dofetilide) sono efficaci, ma sono associati ad un rischio di effetti collaterali e devono essere somministrati solamente con il consulto di un cardiologo. L’ablazione con catetere ha un tasso di successo del 95% ed un tasso di recidive inferiore al 5%; l’intervento può causare un blocco cardiaco nell’1% dei casi. L’ablazione con catetere rappresenta il trattamento di scelta dei pazienti affetti dalla sindrome di Wolff-Parkinson-White. (Am Fam Physician. 2015; 92 (9): 793-800. Copyright© 2015 American Academy of Family Physicians). e tachicardie sopraventricolari (TSV) sono aritmie con frequenza cardiaca elevata che hanno origine e vengono mantenute a livello dei nodi senoatriale o atrioventricolare (AV), vengono poi trasmesse attraverso il fascio di His e determinano una frequenza cardiaca elevata. Anche flutter atriale, fibrillazione atriale e tachicardia atriale multifocale hanno origine da queste aree di miocardio; il termine di TSV viene tuttavia utilizzato per le seguenti forme: tachicardia da rientro del nodo AV, tachicardia reciprocante AV e tachicardia atriale. La Figura 1 illustra le principali caratteristiche dei tre tipi di TSV.1 Queste aritmie si manifestano tipicamente in pazienti con cuori strutturalmente normali; pazienti con cardiomiopatia ipertrofica o con anomalie cardiache congenite possono tuttavia presentare vie di conduzione accessorie.2 L’insorgenza improvvisa di una frequenza cardiaca accelerata può causare palpitazioni, capogiri, dolore toracico, ansia, dispnea, fatica. Nella popolazione generale la prevalenza complessiva delle TSV è di 2-3 casi ogni 1.000 soggetti.3 SPED 14 16 Depositato presso AIFA in data 17/10/2014 L L’età media di insorgenza è di 45 anni, ed il 62% dei casi riguarda pazienti di sesso femminile.4 Tra i pazienti adulti il tipo più comune di TSV è la tachicardia da rientro del nodo AV. In età pediatrica le TSV compaiono in un paziente ogni 5001.000 soggetti, ed il tipo più comune è la tachicardia reciprocante AV.4-6 Tipi di tachicardia sopraventricolare Tra le donne l’incidenza della tachicardia da rientro del nodo AV è doppia rispetto a quella descritta tra gli uomini.7 L’aritmia è correlata alla presenza di bassi livelli di estrogeni e di livelli elevati di progesterone, ed è pertanto più frequente nella fase luteinica del ciclo mestruale, e meno frequente durante la gravidanza.8 La tachicardia da rientro del nodo AV prevede un pattern di rientro dell’impulso in pazienti che presentano due vie di conduzione a livello del nodo AV, una rapida ed una lenta.9-11 Tali vie creano un circuito continuo e che si auto-mantiene, determinando una risposta ventricolare rapida e regolare. 1 - settembre 2016 - Minuti MINUTI 224_Layout 1 01/09/16 10:20 Pagina 6 A Impulso retrogrado via di trasmissione rapida Via di trasmissione lenta Rientro a livello del nodo atrioventricolare Via di trasmissione accessoria B C Origine abnorme D Nodo atrioventricolare Nodo senoatriale Branche destra e sinistra Figura 1. Tipi di tachicardia sopraventricolare (TSV). (A) Nella tipica tachicardia da rientro del nodo AV (conduzione anterograda lungo la via lenta del nodo AV e conduzione retrograda lungo una via rapida), l’onda P retrograda può non essere visibile all’ECG, o può essere visibile precocemente dopo il complesso QRS. Quando è visibile, l’onda P appare spesso in derivazione V1 come una pseudo-onda R. (B) Nella TSV reciprocante si osserva il tipico intervallo RP corto; il tempo di comparsa e la morfologia dell’onda P dipendono dalla sede e dalla velocità di conduzione della via accessoria. (C) La tachicardia atriale produce tipicamente intervalli RP e PR di durata variabile, in quanto la conduzione AV dipende dalle proprietà del nodo AV e dalla frequenza della tachicardia. Nella tachicardia atriale la morfologia e l’asse dell’onda P dipendono dalla sede atriale di origine dell’aritmia e dal meccanismo responsabile della tachicardia. (D) Ritmo sinusale normale. Modificata su autorizzazione da Colucci PA, Silver MJ, Shubrook J. Common types of supraventricular tachycardia: diagnosis and management. Am Fam Physician. 2010. 82 (8): 944. 2 - settembre 2016 - Minuti L’impulso esce dal nodo AV in direzione retrograda (cioè dal nodo AV verso l’atrio) ed in direzione anterograda (dal nodo AV verso il ventricolo), determinando una depolarizzazione simultanea dell’atrio e del ventricolo; ciò significa che, all’elettrocardiogramma (ECG), le onde P sono solitamente nascoste nel complesso QRS, o sono visibili subito al termine del complesso QRS.12 Tachicardia atrioventricolare reciprocante Il secondo tipo più comune di TSV è la TSV reciprocante. Con l’avanzare dell’età si assiste ad una diminuzione progressiva della percentuale di TSV attribuibile a TSV reciprocanti, che passa dal 60% nella prima decade di vita a 9% dopo i 70 anni di età.4 I pazienti con TSV reciprocante presentano un circuito di bypass che funziona da ponte tra atrio e ventricolo, creando una via di conduzione accessoria che può trasmettere l’impulso elettrico in direzione anterograda o retrograda, determinando in tal modo un circuito da rientro. La conduzione anterograda lungo la via accessoria può raggiungere il ventricolo prima dell’arrivo dell’impulso attraverso il nodo AV, determinando una pre-eccitazione di una porzione del ventricolo, con conseguente salita lenta della depolarizzazione all’inizio del complesso QRS (onda delta) all’ECG (Figura 2). I pazienti con onda delta e tachicardia sono affetti dalla sindrome di WolffParkinson-White. L’onda delta può essere visibile all’ECG, ma ciò dipende dalla localizzazione della via di conduzione accessoria; vie di conduzione accessorie “nascoste” non determinano infatti onde delta. Quando la via di conduzione accessoria è in direzione retrograda, e non determina un’onda delta, la TSV reciprocante può manifestarsi anche in assenza di una sindrome di Wolff-Parkinson-White. Tipicamente l’impulso elettrico viene trasmesso al ventricolo attraverso il nodo AV, e ritorna all’atrio attraverso la via di conduzione accessoria (conduzione ortodromica). All’ECG l’onda P appare MINUTI 224_Layout 1 01/09/16 10:20 Pagina 7 Tabella 1. Indicazioni al consulto di un cardiologo nei casi in cui si sospetta una tachicardia sopraventricolare Figura 2. Pre-eccitazione con accorciamento dell’intervallo PR e salita lenta del complesso QRS (onda delta). I pazienti con onda delta e tachicardia sono affetti dalla sindrome di Wolff-Parkinson-White. dopo il complesso QRS, anche se spesso risulta nascosta dall’onda T (Figura 3). Più raramente, la trasmissione dell’impulso verso il basso avviene prima attraverso la via di conduzione accessoria, con conseguente attivazione dell’intero miocardio ventricolare prima del coinvolgimento del nodo AV (cioè senza trasmissione dell’impulso attraverso il sistema His-Purkinje); in questi casi si osserva un complesso QRS allargato (conduzione antidromica). Le tachicardie giunzionali reciprocanti permanenti (persistenti), nelle quali la via di conduzione accessoria conduce l’impulso lentamente in direzione retrograda, sono un tipo di TSV reciprocante che si manifesta soprattutto in età pediatrica. Diversamente da altri tipi di TSV, che tendono ad avere un andamento parossistico ed a risolversi spontaneamente, la tachicardia giunzionale reciprocante permanente si mantiene per lunghi periodi di tempo, e può condurre a cardiomiopatia indotta dalla tachicardia ed a scompenso cardiaco congestizio.13 Tachicardia atriale Diversamente dalla tachicardia da rientro del nodo AV e dalla tachicardia reciprocante AV, la tachicardia atriale non è caratterizzata da un circuito di rientro attraverso il nodo AV o il ventricolo. L’aritmia Figura 3. Nella tachicardia sopraventricolare reciprocante l’impulso può attraversare il nodo atrioventricolare e ritornare all’atrio attraverso una via di trasmissione accessoria. Ciò determina un intervallo PR breve; il tempo di comparsa e la morfologia dell’onda P dipendono dalla sede e dalla velocità di conduzione della via accessoria. L’onda P può comparire dopo il complesso QRS, e risulta spesso mascherata dall’onda T. Incertezze riguardanti la diagnosi o il trattamento I farmaci non sono efficaci nel controllo dei sintomi Il paziente ha un’occupazione ad alto rischio (es. piloti, camionisti, etc.) o partecipa ad attività ad alto rischio (es. arrampicata, immersioni) Il paziente preferisce l’ablazione alla somministrazione cronica di farmaci Pre-eccitazione (onda delta all’elettrocardiogramma) Cardiopatie organiche Sincopi in associazione a episodi di tachicardia sopraventricolare Complessi QRS larghi all’elettrocardiogramma Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 11 e 16 è causata da un’area focale di automaticità localizzata a livello dell’atrio. Zone particolarmente predisposte all’insorgenza di automaticità sono il tessuto atriale adiacente alla cresta terminale dell’atrio destro o gli osti delle vene polmonari nell’atrio sinistro.14 L’aritmia è caratterizzata da onde P evidenziabili prima del complesso QRS, anche se in presenza di tachicardia le onde P possono essere nascoste dalle onde T. Valutazione del paziente Storia clinica Nella maggior parte dei casi i pazienti con TSV non sono affetti da una cardiopatia nota, e possono presentare episodi di tachicardia, palpitazioni, ansia, capogiri, dispnea, fatica, sensazioni di pulsazioni abnormi a livello del collo. Dal momento che i sintomi sono solitamente episodici, i reperti riscontrabili all’esame obiettivo possono essere normali, ed i sintomi riferiti dal paziente possono essere erroneamente attribuiti ad ansia, attacchi di panico, in particolare tra le donne.15 La raccolta anamnestica è utile per identificare la probabile eziologia; il medico deve definire se i sintomi compaiono in maniera graduale o in maniera improvvisa. Le TSV tendono infatti ad insorgere ed a risolversi rapidamente, mentre la tachicardia sinusale, ad esempio, presenta un’insorgenza ed una risoluzione graduali. Occorre indagare la presenza di fattori scatenanti, come ad esempio l’assunzione di caffeina o di altre sostanze stimolanti, stress, esercizio fisico. L’insorgenza con l’esercizio ed una storia di patologie cardiache suggeriscono un’origine ventricolare della tachicardia; questi pazienti vanno pertanto esaminati alla ricerca di patologie cardiache sottostanti (coronaropatie o cardiopatie organiche). 3 - settembre 2016 - Minuti MINUTI 224_Layout 1 01/09/16 10:20 Pagina 9 Tabella 2. Trattamento acuto di una tachicardia emodinamicamente stabile Aritmia Trattamento* Tachicardia con complessi QRS stretti Manovre vagali Adenosina Verapamil o diltiazem Tachicardia con complessi QRS larghi Procainamide non risolta dalla somministrazione di Sotalolo adenosina Amiodarone Cardioversione elettrica NOTA: Si veda la Tabella 3 per informazioni riguardanti i dosaggi dei farmaci. * Elencati secondo un ordine di prescrizione abituale Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 17 e 18 Esami diagnostici Il paziente va sottoposto ad ECG. La Figura 1 illustra alcuni esempi di alterazioni elettrocardiografiche caratteristiche per i diversi tipi di TSV;1 nella maggior parte dei casi tali alterazioni comprendono un QRS di durata ridotta (inferiore a 0,12 secondi). A volte, tuttavia, quando sono associate ad un blocco di branca o ad una via di conduzione accessoria le TSV determinano un QRS “allargato” (durata superiore o pari a 0,12 secondi). Nei pazienti con coronaropatie o una storia di infarto miocardico il riscontro di un QRS allargato suggerisce la possibilità di una TSV. In conseguenza della natura parossistica delle TSV i reperti all’ECG possono essere normali; in questi casi la valutazione successiva dovrebbe comprendere un monitoraggio di Holter di 24 o 48 ore oppure, se gli eventi sono infrequenti, un ECG event recorder. Gli esami ematici iniziali devono comprendere la determinazione dei livelli dell’ormone stimolante la tiroide, l’esame emocromocitometrico, esami ematochimici; nei pazienti con cardiopatia nota o sospetta occorre procedere alla determinazione dei livelli di peptide natriuretico di tipo B e degli enzimi cardiaci. La Figura 1 elenca le indicazioni all’intervento di un cardiologo.11,16 Trattamento Trattamento a breve termine o di urgenza Complesso QRS stretto. La maggior parte dei pazienti con TSV presenta un QRS stretto senza segni di pre-eccitazione. In questi pazienti l’obiettivo del trattamento è di rallentare la frequenza cardiaca e di ottenere la conversione in ritmo sinusale, aumentando la refrattarietà o bloccando il nodo AV. Ciò è possibile con manovre di stimolazione vagale, con farmaci, oppure mediante la cardioversione (Tabella 2).17,18 La manovra di Valsalva può essere utilizzata per di- versi obiettivi, tra i quali porre termine ad una TSV.19 Il paziente deve assumere la posizione supina, e deve ottenere un aumento della pressione intratoracica eseguendo uno sforzo espiratorio a glottide chiusa per almeno 15 secondi.20 La manovra stimola i barocettori a livello dell’arco aortico, con conseguente aumento del tono parasimpatico e blocco del nodo AV. La manovra di Valsalva è efficace nel 20-50% dei pazienti in condizioni emodinamiche stabili.21 Lo stesso risultato può essere raggiunto massaggiando direttamente il seno carotideo; questa manovra è sconsigliata nei pazienti anziani esposti ad un rischio elevato di aterosclerosi coronarica.22 Bradicardia ed il termine di una TSV possono essere ottenuti anche mediante il contatto del viso del paziente con acqua fredda (diving reflex). Nei casi in cui le manovre non-farmacologiche non sono efficaci il passo successivo prevede la somministrazione di farmaci (Tabelle 317,18 e 423). Come farmaco di prima scelta viene consigliata l’adenosina, grazie alla rapida entrata in azione, all’elevata efficacia ed alla breve emivita (circa 10 secondi).17 I calcio-antagonisti non-diidropiridinici, come verapamil e diltiazem, ed i beta-bloccanti, come il metoprololo, possono ottenere un blocco AV di durata maggiore rispetto a quanto ottenibile con l’adenosina, e possono essere somministrati anch’essi acutamente. Il verapamil, in particolare, è altrettanto efficace rispetto all’adenosina nell’interrompere TSV da cause nodali. L’adenosina presenta un tasso più elevato di effetti collaterali minori, mentre il verapamil causa più frequentemente ipotensione; entrambi i farmaci possono essere tuttavia considerati sicuri ed efficaci, ed entrambi possono essere utilizzati quando l’altro risulta inefficace.24 Dal momento che i farmaci possono eccitare il miocardio atriale o ventricolare e possono causare fibrillazione atriale, bradicardia e raramente tachicardia ventricolare non prolungata, la loro somministrazione va associata a monitoraggio cardiaco e va condotta in presenza di un defibrillatore.25 Pazienti con la sindrome di Wolff-Parkinson-White possono essere trattati acutamente con adenosina, calcio-antagonisti o digossina; tali farmaci non vanno tuttavia somministrati cronicamente in quanto l’azione di blocco AV può forzare la conduzione verso il basso lungo la via accessoria, predisponendo il paziente alla fibrillazione ventricolare.26 Dal momento che la tachicardia atriale non dipende dal nodo AV, i trattamenti menzionati in precedenza non pongono termine a tachicardie atriali; la somministrazione dei farmaci può essere tuttavia utile a scopo diagnostico, in quanto il rallentamento della frequenza cardiaca può consentire una mi4 - settembre 2016 - Minuti MINUTI 224_Layout 1 01/09/16 10:20 Pagina 11 Tabella 3. Opzioni terapeutiche farmacologiche per le tachicardie sopraventricolari Farmaco Classe* e caratteristiche Trattamento a breve termine Adenosina V; nucleotide purinico endogeno, deprime brevemente la conduzione AV Amiodarone III; farmaco bloccante i canali del potassio, allunga la ripolarizzazione Diltiazem, IV; calcio-antagoverapamil nisti, rallentano la condizione AV, effetto inotropo negativo Esmololo, metoprololo II; beta-bloccante Azione/indicazione Posologia Termina TSV, efficacia diagnostica e terapeutica nelle tachicardie con complessi QRS larghi Utile per tachicardie con complessi QRS larghi non risolti dall’adenosina Diminuiscono frequenza cardiaca, terminano TSV 6 mg per via endovenosa, in bolo; se ne- Vasodilatazione con crisi cessaria una seconda somministrazione di di arrossamento al vol12 mg to, ipotensione, dispnea Diminuiscono frequenza cardiaca, terminano TSV Effetti collaterali/precauzioni 150 mg per via endovenosa in 10 minuti; da ripetere in caso di recidiva della tachicardia Infusione di mantenimento: 1 mg al minuto per le prime 6 ore Diltiazem: 15-20 mg per via endovenosa in 2 minuti, da ripetere se necessario con 20-25 mg per via endovenosa in 15 minuti Verapamil: 2,5-5 mg per via endovenosa in 2 minuti; da ripetere con 5-10 mg nell’arco di 15-30 minuti fino ad un dosaggio massimo di 20-30 mg Esmololo: dosaggio da carico con 500 mg per kg di peso nell’arco di 1 minuto, e successivamente 50 mg per kg per minuto Metoprololo: 5 mg per via endovenosa in 1-2 minuti, da ripetere se necessario ogni 5 minuti fino ad un dosaggio massimo di 15 mg 20-50 mg per via endovenosa in un minuto, fino ad un dosaggio massimo di 17 mg al giorno Infusione di mantenimento: 1-4 mg al minuto 100 mg per via endovenosa in 5 minuti Procainamide Ia; calcio-antago- Utile per tachicardie nista, prolunga la a complessi larghi durata del poten- non risolte con la ziale di azione somministrazione di adenosina Sotalolo III; farmaco bloc- Utile per tachicardie cante i canali del a complessi larghi potassio, prolunga non risolte dalla la ripolarizzazione somministrazione di adenosina Trattamento a lungo termine Diltiazem, IV; calcio-antago- Prevengono TSV Diltiazem: 240-360 mg per via orale al verapamil nisti giorno Verapamil: 240-480 mg per via orale al giorno Flecainide Ic; farmaco bloc- Previene TSV 50-300 mg per via orale, suddivise ogni cante i canali del 8-12 ore sodio, rallenta la conduzione Metoprololo II; beta-bloccante Diminuisce frequen- 25-100 mg per via orale 2 volte al giorno za cardiaca TSV = Tachicardie sopraventricolari * Si veda la Tabella 4 per la classificazione degli antiaritmici di Vaughan-Williams. Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 17 e 18 gliore evidenziazione dell’attività atriale all’ECG. Nei casi in cui il paziente è in condizioni cliniche instabili (alterazioni dello stato mentale, dolore toracico, scompenso cardiaco acuto, ipotensione, shock) è indicata la cardioversione elettrica immediata.17 Anche in questi casi, tuttavia, l’elevata efficacia e la rapida entrata in azione dell’adenosina possono rendere utile questo farmaco come tratta- Tossico con somministrazione cronica Bradicardia, ipotensione Bradicardia Ipotensione; da evitare in pazienti con scompenso cardiaco congestizio o prolungamento dell’intervallo QT Da evitare in pazienti con QT lungo Bradicardia Effetti a livello del sistema nervoso centrale, scompenso cardiaco congestizio, effetto pro-aritmico Bradicardia, depressione, disfunzioni sessuali mento di prima scelta; il ricorso alla cardioversione andrebbe riservato solo ai casi in cui l’adenosina non risulta efficace.27 Complesso QRS allargato. Le TSV possono occasionalmente causare un allargamento del complesso QRS; in questi casi la distinzione con una tachicardia ventricolare può essere difficoltosa. In una situazione acuta la tachicardia ventricolare va com5 - settembre 2016 - Minuti MINUTI 224_Layout 1 01/09/16 10:20 Pagina 13 Tabella 4. Classificazione degli antiaritmici secondo Vaughan-Williams Classe Meccanismo di azione Ia Farmaci bloccanti i canali del sodio, rapidità di azione intermedia (inferiore a 5 secondi); riducono la velocità massima di salita del potenziale di azione (fase 0); prolungano la durata del potenziale di azione Ib Calcio-antagonisti; rapidità di azione elevata (inferiore a 0,5 secondi); riducono la durata del potenziale di azione Ic Calcio-antagonisti; bassa rapidità di azione (10-20 secondi); primariamente rallentano la conduzione II Beta-bloccanti Esempi Chinidina, procainamide, disopiramide Mexiletina, fenitoina, lidocaina Flecainide, propafenone Propranololo, metoprololo, carvedilolo, timololo, esmololo III Principalmente bloccanti i canali del potassio; prolungano la ripola- Sotalolo (anche alfa-bloccante), amiodarorizzazione ne, dofetilide, dronedarone IV Principalmente bloccanti i canali lenti del calcio; prolungano la ripo- Diltiazem, verapamil, nifedipina larizzazione V Vari (inibizione nodale) Adenosina, digossina, solfato di magnesio Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 23 Tabella 5. Criteri di Brugada per la classificazione delle tachiaritmie a complessi larghi Reperti elettrocardiografici 1. Complesso RS assente in tutte le derivazioni precordiali 2. Complesso RS presente e intervallo tra R ed S >100 msec in una derivazione precordiale 3. Dissociazione atrioventricolare Criterio soddisfatto? Sì: tachicardia ventricolare presente, trattare in maniera appropriata No: Passare a 2 Sì: tachicardia ventricolare presente, trattare in maniera appropriata No: Passare a 3 Sì: tachicardia ventricolare presente, trattare in maniera appropriata No: Passare a 4 4. Criteri morfologici per tachicardia ventri- Sì: tachicardia ventricolare presente, trattare in maniera appropriata colare presenti alle derivazioni precordiali No: diagnosi di esclusione di tachicardia sopraventricolare con via di conduzione aberrante V1, V2 e V6 Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 28 presa tra le possibilità diagnostiche, in particolare nei pazienti in condizioni emodinamiche instabili. Per la diagnosi ed il trattamento di tachicardie indifferenziate regolari con complessi QRS larghi la somministrazione di adenosina risulta sicura ed efficace.27 Nei casi in cui il ritmo sottostante è una TSV condotta con aberranza, la somministrazione di adenosina ottiene un rallentamento della frequenza cardiaca o la conversione a ritmo sinusale. In presenza di una tachicardia ventricolare la frequenza cardiaca non viene in genere modificata, ed occorre somministrare procainamide, amiodarone o sotalolo.17 Se il paziente si mantiene in condizioni instabili occorre procedere alla cardioversione. I criteri di Brugada (Tabella 5) possono essere utili per distinguere, con una sensibilità superiore al 96%, tra una TSV condotta con aberranza ed una tachicardia ventricolare.28 Trattamento a lungo termine Se la frequenza e la gravità degli episodi di TSV sono sufficientemente elevate da rendere necessario un trattamento cronico, le opzioni terapeutiche di- sponibili comprendono il trattamento farmacologico (Tabella 3) o l’ablazione con catetere.17,18 Non esistono studi randomizzati e controllati di confronto tra questi due approcci, e la scelta del trattamento va pertanto impostata in base alle preferenze espresse dal paziente. Trattamento farmacologico. Nei casi in cui gli episodi di TSV sono infrequenti ma durano più di un’ora può essere efficace il cosiddetto approccio “della pillola in tasca”. In questi casi il paziente si autosomministra, al bisogno, calcio-antagonisti non-diidropiridinici, beta-bloccanti o antiaritmici (Tabelle 317,18 e 423); l’efficacia dell’intervento risulta compresa tra 30% e 60%.29 Uno studio ha dimostrato che la somministrazione episodica di diltiazem (120 mg) più propanololo (80 mg) o di flecainide da sola (3 mg/kg di peso) ottiene una significativa diminuzione del numero di visite presso un reparto di pronto soccorso.30 Per quanto riguarda i pazienti con episodi più frequenti, dati limitati suggeriscono che i calcio-antagonisti non-diidropiridinici o i beta-bloccanti possono modificare la conduzione attraverso il nodo 6 - settembre 2016 - Minuti MINUTI 224_Layout 1 01/09/16 10:20 Pagina 14 Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze): Indicazioni per la pratica clinica Indicazione clinica Livello di Referenze evidenza bibliografiche In pazienti emodinamicamente stabili la manovra di Valsalva può essere efficace nel porre termine a una TSV B 21 Per porre termine acutamente a una TSV è efficace la somministrazione per via endovenosa di adeB 17, 24 nosina, verapamil e diltiazem I beta-bloccanti (metoprololo, atenololo, propranololo, esmololo) sono efficaci nel porre termine C 17 acutamente a una TSV L’adenosina può essere utilizzata per la diagnosi e il trattamento di una tachicardia indifferenziata B 27 con complessi larghi I criteri di Brugada sono sensibili e specifici per distinguere tra una TSV con conduzione aberrante C 28 e una tachicardia ventricolare In pazienti con TSV infrequenti è efficace l’approccio “della pillola in tasca” B 30 L’ablazione mediante catetere rappresenta in genere un trattamento sicuro ed efficace di TSV B 31, 32 TSV = tachicardia sopraventricolare A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml AV, e ridurre il numero e la durata degli episodi di TSV da rientro del nodo AV.18 Gli antiaritmici di classe Ic flecainide e propafenone deprimono la conduzione dell’impulso attraverso una via accessoria (tachicardia sopraventricolare reciprocante) e nella maggior parte dei pazienti possono sopprimere gli episodi. Gli stessi farmaci possono essere utilizzati anche nei pazienti con tachicardia atriale. Gli antiaritmici di classe Ia chinidina, procainamide e disopiramide vengono utilizzati meno frequentemente, a causa della loro efficacia modesta, nonché per gli effetti collaterali e pro-aritmici. Gli antiaritmici di classe III amiodarone, sotalolo e difetilide sono efficaci ma possono causare effetti collaterali, e vanno somministrati con il consulto di un cardiologo. Ablazione mediante catetere. L’ablazione mediante catetere rappresenta un’efficace opzione terapeutica di prima scelta in molti pazienti con tachicardia reciprocante AV o con tachicardia da rientro del nodo AV.18,31,32 La tachicardia atriale può essere trattata mediante ablazione con catetere nei casi in cui viene identificato un focus aritmico. In termini generali, l’ablazione viene proposta a pazienti con TSV recidivanti malgrado un trattamento farmacologico, oppure a pazienti che non intendono assumere cronicamente farmaci. L’ablazione mediante catetere rappresenta il trattamento standard per i bambini meno piccoli con TSV sintomatica, mentre la terapia farmacologica rappresenta il trattamento di scelta nei neonati e nei bambini più piccoli.6 I cateteri vengono inseriti attraverso un vaso femorale, e somministrano energia elettrica a radio7 - settembre 2016 - Minuti frequenza per l’ablazione di una regione focale di importanza critica nella genesi dell’aritmia. L’ablazione mediante catetere presenta una percentuale di successi pari al 95%, con tassi di recidive inferiori al 5% ed un tasso di blocchi cardiaci inferiore all’1%.33-36 Benché siano relativamente infrequenti, i blocchi cardiaci rappresentano una complicanza grave, in particolare nei pazienti giovani con TSV non di gravità tale da metterne in pericolo la sopravvivenza. Ciò ha accentuato l’interesse per procedure alternative, caratterizzate da un migliore profilo di sicurezza, come ad esempio la crioablazione. Uno studio ha descritto tassi di successo immediato elevati, pari a 96,8% ed a 98,4%, rispettivamente, per la crioablazione e per l’ablazione mediante catetere a radiofrequenza; i tassi di recidiva della tachicardia da rientro AV sono risultati tuttavia più elevati nei pazienti sottoposti a crioablazione (9,9%) rispetto quelli trattati con ablazione mediante catetere a radiofrequenza (4,4%). Blocchi AV permanenti non sono stati descritti nei pazienti sottoposti a crioablazione, mentre sono stati descritti nello 0,4% dei pazienti trattati con ablazione mediante catetere a radiofrequenza.31 Un altro studio ha descritto un tasso di recidive di TSV pari al 6% in seguito a crioablazione.32 I bassi tassi di recidive dopo ablazione con catetere a radiofrequenza rendono tale intervento preferibile alla crioablazione nei soggetti adulti, mentre i tassi leggermente più bassi di blocchi AV associati all’intervento rendono la crioablazione più indicata nei pazienti più giovani.37 Sono state descritte anche altre rare complicanze, come fistole arterio-venose femorali e trombosi venose profonde.38 Sono in fase di svi- MINUTI 224_Layout 1 01/09/16 10:20 Pagina 15 luppo sistemi di navigazione magnetica da utilizzare per l’ablazione, volti a ridurre l’esposizione a radiazioni; non è stato tuttavia finora possibile dimostrare un’efficacia superiore di tali metodi rispetto agli approcci attualmente disponibili.39 A causa del rischio di indurre una fibrillazione ventricolare, i pazienti con sindrome di Wolff-Parkinson-White non possono essere trattati cronicamente con farmaci che bloccano il nodo AV; i pazienti sintomatici devono essere pertanto sottoposti ad ablazione con catetere.18 L’approccio terapeutico migliore nei pazienti asintomatici non è invece chiaro, in considerazione del basso rischio di aritmie e di morte improvvisa; secondo una recente metaanalisi tale rischio sarebbe simile a quello associato all’ablazione.40 Fonti dei dati: È stata condotta una ricerca bibliografica su PubMed utilizzando le parole chiave supraventricular tachycardia, paroxysmal supraventricular tachycardia, atrial premature complexes, Valsalva maneuver, Wolff-Parkinson-White syndrome. La ricerca ha compreso meta-analisi, studi clinici e reviews, nonché solo articoli scritti in lingua inglese riguardanti soggetti umani. Sono state condotte ricerche anche sui database Cochrane, National Guideline Clearinghouse, Essential Evidence Plus, UpToDate. Date di esecuzione delle ricerche: ottobre 2014, gennaio ed agosto 2015. L’autore La Dr.ssa Margaret R. Helton è Professor presso il Department of Family Medicine, School of Medicine, University of South Carolina at Chapel Hill (Stati Uniti). Bibliografia 1. Colucci RA, Silver MJ, Shubrook J. Common types of supraventricular tachycardia: diagnosis and management. Am Fam Physician. 2010; 82(8):942-952. 2. Delacrétaz E. Clinical practice. Supraventricular tachycardia. N Engl J Med. 2006;354(10):1039-1051. 3. Orejarena LA, Vidaillet H Jr, DeStefano F, et al. Paroxysmal supraventricular tachycardia in the general population. J Am Coll Cardiol. 1998; 31(1):150-157. 4. Porter MJ, Morton JB, Denman R, et al. 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Quali sono i sintomi specifici (es. sincope, pre-sincope, capogiri con accelerazione della frequenza cardiaca, dispnea, palpitazioni)? Qual è la durata dei sintomi? Quali sono i fattori che potenzialmente innescano l’evento (es. assunzione di caffeina, deprivazione del sonno, condizioni di stress)? Esiste un’anamnesi patologica cardiaca positiva? Esiste una storia di procedure cardiache invasive? Possibile implicazione clinica Sintomi comparsi durante i primi anni dell’infanzia suggeriscono una TSV Un’ischemia coronarica insorta durante attività fisica può determinare alterazioni ventricolari Una tachicardia sinusale ha inizio e si interrompe gradualmente Qualsiasi associazione tra questi sintomi suggerisce una TSV, in particolare in pazienti affetti dalla sindrome di WolffParkinson-White La TSV ha inizio e termine rapidamente (secondi) Un aumento della scarica simpatica può indurre una tachicardia sinusale Sintomi o aritmie comparsi dopo un infarto miocardico o un’ischemia suggeriscono un’origine ventricolare Una storia di cardiopatie ischemiche è compatibile con alterazioni a livello ventricolare TSV = tachicardia sopraventricolare. Modificata su autorizzazione da Colucci RA, Silver MJ, Shubrook J. Common types of supraventricular tachycardia: diagnosis and management. Am Fam Physician. 2010; 82(8): 945 eTabella B. Esame obiettivo e valutazione diagnostica di pazienti potenzialmente affetti da una tachicardia sopraventricolare Valutazione Esame obiettivo focalizzato Sistema o esame Cardiovascolare Possibile reperto Soffio Significato clinico Patologia valvolare responsabile di scompenso cardiaco o tachicardia Sfregamento pericardico Pericardite responsabile di tachicardia Terzo tono cardiaco Scompenso cardiaco responsabile di tachicardia Onde giganti (“a colpo di can- Possibile tachicardia da rientro del nodo atrionone”) ventricolare o tachicardia ventricolare Respiratorio Rantoli crepitanti Scompenso cardiaco responsabile di tachicardia Endocrino Ghiandola tiroidea ingrandita o Ipertiroidismo o tiroidite responsabili di tadolente alla palpazione chicardia Valutazioni Segni vitali Instabilità emodinamica o malat- Induzione di tachiaritmie ambulatoriali tia febbrile Pressione arteriosa in orto- Alterazioni del sistema nervoso Induzione di tachiaritmie statismo autonomo o disidratazione Elettrocardiogramma Pre-eccitazione Sindrome di Wolff-Parkinson-White Complessi QRS larghi vs. stretti TSV vs. tachicardia ventricolare Onde Q Ischemia responsabile di tachicardia ventricolare Altri reperti Tipo di TSV (Figura 1) Esami Emocromo completo Anemia o infezioni Tutti possono indurre a tachiaritmie ematochimici Livelli ormone stimolante Inibizione da ipertiroidismo la tiroide Esami ematochimici di base Alterazioni elettrolitiche Peptide natriuretico di tipo B Scompenso cardiaco congestizio Livelli enzimi cardiaci Infarto o ischemia del miocardio Altri esami Radiografia del torace Cardiomegalia Scompenso cardiaco congestizio o cardiomiopatia diagnostici Valutazione mediante ECG Ritmo aberrante di cattura, fre- Tipo di tachiaritmia Holter o event recorder quenza, durata TSV = tachicardia sopraventricolare. Modificata su autorizzazione da Colucci RA, Silver MJ, Shubrook J. Common types of supraventricular tachycardia: diagnosis and management. Am Fam Physician. 2010; 82(8): 945 10 - settembre 2016 - Minuti