Università degli Studi di Messina Dipartimento di Scienze Pediatriche Mediche e Chirurgiche UOC di Genetica ed Immunologia Pediatrica Direttore Prof. Carmelo Salpietro UOS di Cardiologia Pediatrica Direttore: Maria Pia Calabrò TACHICARDIA SOPRAVENTRICOLARE IN ETÀ PEDIATRICA Privitera C, Randazzo A, Manuri L, D’Amico G, Alterio T, Centorrino R, Costa A, Bruno L, De Luca F, Calabrò MP Definizione Il termine tachicardia indica una frequenza cardiaca superiore a quella “normale” per l’età. FREQUENZA CARDIACA NORMALE IN ETÀ PEDIATRICA riposo (veglia) riposo (sonno) sforzo (pianto,febbre) 0- 3 mesi 10- 190 80-180 fino a 200 3 mesi- 2 aa 80- 150 70-120 fino a 200 2- 10 anni 75- 110 60-90 fino a 180 > 10 anni 55- 90 50-90 fino a 180 Sintomatologia e segni clinici Poiché il neonato, a differenza del bambino e dell’adulto, non sa riferire sintomi soggettivi quali palpitazioni o lipotimie, le tachicardie possono essere asintomatiche e di riscontro causale durante la visita pediatrica quando venga rilevata una frequenza cardiaca (FC) insolitamente elevata. Il neonato tollera molto bene valori di FC anche superiori a 250/m’ purché questi non si protraggano per molte ore; infatti dopo 12-24 ore il progressivo deterioramento emodinamico porta alla comparsa di sintomi e segni clinici dello scompenso cardiaco. I sintomi e segni clinici dello scompenso cardiaco nel neonato sono: • Tachipnea, respiro irregolare, fasi di apnea • Rifiuto del poppatoio • Cute pallida, grigiastra, fredda, umida • Polso piccolo • Rantoli • Toni di intensità ridotta • Vomito • Epatomegalia • Oligo/anuria È bene fare un attento esame obiettivo cardiaco valutando: Intensità del primo e del secondo tono Validità e ritmicità dei toni cardiaci Presenza di soffi patologici Polsi radiali e femorali Pressione arteriosa Eventuale presenza di onde giugulari di “cannone” (rapido sollevarsi delle pareti delle vene giugulari ovvero guizzi ben visibili al collo soprattutto nella fossa sopraclaveare) Diagnosi differenziale Tachicardie sopraventricolari Tachicardie ventricolari È ovvio che tramite il tracciato elettrocardiografico viene fatta la diagnosi differenziale delle varie tachicardie, tuttavia, in assenza di ECG, alcuni elementi clinici possono orientare verso una forma ventricolare, in particolare la presenza dei segni di dissociazione atrio-ventricolare (A-V), condizione in cui gli atri e i ventricoli si attivano indipendentemente gli uni dagli altri in virtù di due segnapassi, uno che controlla gli atri (nodo seno-atriale) e l’altro i ventricoli (il focus ectopico ventricolare). Tali segni clinici di dissociazione A-V sono: a) I tono di intensità variabile b) Polso radiale di ampiezza variabile c) Pressione arteriosa sistemica variabile d) Onde giugulari di “cannone” Tutti questi segni si spiegano perché i rapporti tra la contrazione atriale e quella ventricolare sono mutevoli. Infatti, essendo l’attività ventricolare indipendente da quella atriale, la contrazione degli a atri può cadere prima di quella ventricolare, contemporaneamente o anche dopo di essa. Un altro elemento utile ai fini della diagnosi differenziale è il dato anamnestico sull’inizio e l’eventuale fine della tachicardia. Un inizio e una cessazione graduale sono indicativi di tachicardia sinusale (vedi dopo), mentre un inizio e una cessazione improvvisi indicano una tachicardia parossistica. Tachicardie sopraventricolari In generale si caratterizzano per la presenza di QRS stretti (in assenza di conduzione aberrante o blocco di branca preesistente). Distinguiamo: Tachicardia sinusale Solitamente è espressione della risposta fisiologica del nodo del seno a svariati stimoli che determinano una esaltata attività del sistema nervoso simpatico (febbre, sforzo fisico, emozione, pianto, anemia, farmaci, tireopatie, dolore, ipossia, sepsi, ipovolemia, etc). La tachicardia ha un inizio e cessazione graduale. Il quadro elettrocardiografico mostra onde P che precedono complessi QRS regolari per morfologia e durata. La frequenza è elevata per l’età ma raramente >220 bpm. La terapia è eziologica. Tachicardia sinusale Possibili cause “non cardiologiche” di tachicardia: Ipossia Ipovolemia Ipertermia Iper-ipokaliemia Tamponamento cardiaco Pneumotorace iperteso Tromboembolia Dolore Ipertiroidismo Tossici/farmaci In assenza di onde P (o se le onde P non precedono regolarmente il QRS) e il QRS è stretto (<0,10 sec), possiamo essere di fronte ad una tachicardia parossistica sopraventricolare: Tachicardia da rientro A-V (TRAV) Rappresenta circa l’80% delle tachicardie parossistiche del neonato ed è legata alla presenza di una via accessoria. La maggior parte dei neonati con tachicardia parossistica a QRS stretti presenta, al ripristino del ritmo sinusale un quadro di preeccitazione ventricolare. La sindrome di Wolf-Parkinson-White che è caratterizzata da PR corto, onda delta, QRS largo a ritmo sinusale (preeccitazione ventricolare) ed anamnesi di episodi recidivanti di tachicardia parossistica; essa ha una incidenza del 1.5-2 per mille nati vivi e nel 20-30 % dei casi si associa ad una cardiopatia congenita, soprattutto l’anomalia di Ebstein. Tachicardia da rientro A-V Preeccitazione ventricolare Tachicardia da rientro nodale (TRNAV), il cui presupposto elettrofisiologico è la “dissociazione longitudinale del nodo A-V” che consente, in determinate circostanze, l’attivazione di un circuito di rientro nodale. Tachicardia atriale ectopica (TA) Anche se in età neonatale la TRAV è la forma più comune, bisogna tenere presente la possibilità di una TRNAV o di una TA. La diagnosi differenziale è fondata su diversi elementi, il più importante dei quali è l’intervallo tra i complessi QRS e l’onda P: - Se la P precede di poco il QRS TA - Se la P coincide con il QRS TRNAV - Se la P segue il QRS con un intervallo non brevissimo TRAV Altre tachicardie ancora più rare in età pediatrica sono: Tachicardia reciprocante da via accessoria lenta (tipo Coumel), tachicardia che presenta un andamento ripetitivo, con parossismi tachicardici più o meno lunghi alternati a fasi di ritmo sinusale durante la giornata. Per questo motivo può essere causa di “tachicardiomiopatia”. Tachicardia giunzionale automatica Flutter atriale Fibrillazione atriale. Terapia Il trattamento nella tachicardia parossistica sopraventricolare prevede innanzitutto il tentativo di interruzione mediante manovre vagali: Nel I anno di vita e soprattutto nel periodo neonatale è utile il diving reflex che si può eseguire in due modi: a) Applicando sul volto del neonato, in modo da coprire naso e bocca, un contenitore di goma (guanto chirurgico) riempito di acqua ghiacciata. La durata della manovra non deve superare i 15 sec e deve essere eseguita sotto costante monitoraggio cardiaco. (fig1) b) Immergendo il volto del piccolo paziente in una bacinella di acqua ghiacciata per circa 1015 secondi, dopo avergli tappato la bocca e il naso. Nel neonato lattante DIVING REFLEX Fig 1 Sacchetto con acqua e ghiaccio su bocca e naso per 20-30 secondi Il diving reflex è più efficace nelle forma di tachicardia parossistica sopraventricolare da rientro di recente insorgenza. È utile anche per la diagnosi differenziale: - Tachicardia sinusale Se graduale rallentamento ella frequenza cardiaca seguito da un progressivo ritorno al valore iniziale - Tachicardia atriale o flutter atriale a conduzione 2:1 Se improvviso rallentamento della frequenza cardiaca con immediato ritorno al valore iniziale al termine della manovra - Tachicardia parossistica da rientro Se interruzione del circuito con ripristino del ritmo sinusale anche se in taluni casi il diving reflex non provoca alcun effetto. Le manovre vagali non influenzano minimamente le tachicardie ventricolari perché i ventricoli non hanno una ricca innervazione vagale, a differenza del nodo seno-atriale e atrio-ventricolare. Si raccomanda di evitare la compressione dei bulbi oculari nei primi mesi di vita perché può danneggiare l’organo della vista. Altre manovre vagali, ma generalmente inefficaci sotto i tre anni, sono : a) Massaggio del seno carotideo (fig2) b) Manovra di Valsalva (nel bambino collaborante fare soffiare energicamente in una cannuccia) c) Riflesso del vomito d) Compressione contro resistenza dell’addome (a paziente sdraiato) Massaggio del seno carotideo, nel bambino più grande (> 2 anni) Fig 2 I caso di insuccesso con le manovre vagali, bisogna reperire accesso venoso e procedere con la terapia farmacologica: a) Adenosina (0.5 mg/kg ev), agente muscarinico, ad emivita brevissima (<30 sec) che produce una forte e fugacissima azione vagale. Ha una efficacia del 100% nella TRNAV. Deve essere somministrata in bolo rapidissimo e può essere ripetuto dopo pochi minuti. Può provocare un rash cutaneo da vasodilatazione improvvisa e, alla comparsa del ritmo sinusale, si può osservare una fugace bradicardia sinusale o ritmo giunzionale. b) In caso di inefficacia dell’adenosina sono utili il propafenone o la fleicainide (farmaci della classe 1C) alla dose di 1 mg/kg ev. Sono efficaci nei casi in cui il circuito di rientro sia sostenuto da una via accessoria. Non vanno utilizzati in pazienti con cardiopatia organica o scompenso cardiaco perché possono deprimere ulteriormente la funzione ventricolare. c) Nei neonati con tachicardia parossistica sopraventricolaree sintomi o segni di tahicardiomiopatia che non hanno risposto alle manovre vagali o all’adenosina può essere utile l’amiodarone (5 mg/kg ev) eventualmente associato alla digossina. In questi casi, tuttavia, sarebbe da preferire la stimolazione elettrica trans esofagea (SATE) particolarmente utile per convertire le tachicardie da rientro. d) Nei pazienti con precarie condizioni emodinamiche nei quali sia necessario l’immediato ripristino del ritmo sinusale, è indicata la cardioversione elettrica e) L’ablazione transcatetere, in età pediatrica è da riservare solo ai casi non controllabili farmacologicamente poiché le lesioni indotte dalla radiofrequenza tendono nel tempo ad espandersi con l’accrescimento del cuore dando il rischio di creare un substrato aritmogeno. FLOW CHART RIEPILOGATIVA BIBLIOGRAFIA Calabrò MP, Cerrito M, Luzza F, Oreto G. Supraventricular tachycardia in infants: epidemiology and clinical management. Dipartimento di Scienze Pediatriche Mediche e Chirurgiche, Università di Messina, Università di Messina, Messina, Italy. DAVID J. FOX, ALEXANDER TISCHENKO, ANDREWD. KAHN, MD, ALLAN C. SKANES, MD, LORNEJ. GULA, RAYMONDK. YEE, FRCPC; GEORGE J. 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