OS_Rivista_Aprile - Obiettivo Sicurezza

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LA SALUTE
a cura di Pompeo Pindozzi
L’arresto
cardiaco
Anche i vigili
del fuoco
impegnati contro
l’arresto cardiaco.
Intervento salvavita
con i defibrillatori
La morte improvvisa non è prevenibile perché non ci sono sistemi per
identificare i pazienti a rischio, ad eccezione di quelli che hanno già subito
un infar to o un arresto cardiaco o che sono ad alto rischio per insufficienza cardiaca. Ciò è un peccato perché queste persone non possono
beneficiare degli impor tanti progressi ottenuti nel campo del trattamento delle aritmie e dell’ischemia miocardia acuta.
Le uniche possibilità di ridurre il fenomeno della morte improvvisa sono
per tanto rappresentate dalla diffusione dei defibrillatori automatici sul
territorio, dalla maggior efficienza dei servizi di emergenza (118) e dalla
prevenzione del fenomeno attraverso i check-up dei medici di famiglia.
Come funziona il defibrillatore
I defibrillatori automatici esterni sono più piccoli di una 24 ore, pesano circa
due chili e sono molto facili da usare. Ecco le operazioni da compiere:
1. mettere in funzione l’apparecchio
2. applicare i due elettrodi al petto del paziente
3. premere il pulsante per provocare una scarica elettrica.
L’apparecchio può essere usato da chiunque, senza dover prendere
alcuna decisione di tipo medico in quanto emette chiare indicazioni
acustiche e solo in presenza di una fibrillazione ventricolare potenzialmente letale, provoca la scarica elettrica dall'intensità modulata
necessaria a interrompere la fibrillazione.
Le probabilità di salvare il paziente sono tanto più elevate quanto più
breve è l'intervallo tra l’inizio dell'arresto cardiaco e la defibrillazione.
Per aumentare le probabilità di sopravvivenza è dunque necessario
aumentare la disponibilità e facilitare l’accesso ai defibrillatori automatici
e semiautomatici sul territorio. Sarebbe inoltre auspicabile l’identificazione preventiva dei pazienti a rischio, in modo tale da sottoporli ad
impianto di defibrillatori impiantabili.
Il rischio e le cause di morte improvvisa
La morte improvvisa colpisce in Italia più di 50.000 persone l'anno con
un tasso d'incidenza che si aggira sui 3 casi ogni 2.000 abitanti.
Chi è più a rischio
La popolazione a più elevato rischio di morte improvvisa è rappresentata
da chi ha già subito una grave patologia cardiovascolare: sopravvissuti ad
arresto cardiaco, infartuati, scompensati. Per queste persone esistono
alcuni provvedimenti preventivi. La maggior parte delle morti improvvise,
però, interessa una popolazione a minor rischio e oggi purtroppo non
vi sono modi per identificare coloro che hanno elevate probabilità di un
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obiettivo sicurezza
LA SALUTE
L’arresto
cardiaco
La morte
improvvisa cardiaca
può colpire
individui
di qualunque età
Le tachiaritmie
ventricolari
decesso improvviso sia tra la popolazione generale che in quella ad
elevato rischio cardiovascolare che non ha subito un infar to o uno
scompenso cardiaco.
Morte improvvisa ed età
La morte improvvisa cardiaca può colpire individui di qualunque età, ma
nell’arco della vita cambiano però le cause del fenomeno. Oltre i 40 anni
la causa di gran lunga più frequente è rappresentata dalla malattia
coronarica.
In età pediatrica e nel giovane prevalgono le malattie del muscolo
cardiaco e alcune malattie “elettriche” geneticamente determinate.
Aritmie e morte improvvisa da arresto cardiaco
Talora si verifìcano dei ritmi cardiaci anormali, estremamente rapidi, che
vengono chiamate tachiaritmie. I segnali elettrici possono originare dai
ventricoli invece che dal pacemaker naturale, il nodo seno-atriale,
determinando un tipo di aritmia definita tachicardia ventricolare (TV),
che può causare una forte accelerazione del battito cardiaco.
L’accelerazione cardiaca determina una riduzione della capacità di
pompa cardiaca, in quanto il muscolo cardiaco non ha tempo sufficiente
per riempirsi di sangue; se questa condizione persiste si possono avere
deficit di ossigenazione a livello del cer vello e possono verificarsi
svenimenti, malori, ver tigini, visione alterata sino alla perdita di
coscienza e all’arresto cardiaco.
Un altro tipo di aritmia è la fibrillazione ventricolare (FV) che può
originare in diversi punti dei ventricoli. In questo caso il battito cardiaco
è estremamente accelerato, sino a 300 battiti al minuto (invece dei
normali 70 di media) e le contrazioni cardiache non sono più efficaci
(le camere cardiache invece di contrarsi “vibrano”); questa condizione
determina un arresto cardiaco. Sia la TV che ha causato perdita di
conoscenza che la FV, se non interrotte in brevissimo tempo, determinano
danni irreversibili ai tessuti cerebrali e mor te.
Le tachiaritmie ventricolari si possono verifìcare in individui di tutte le
età. Si verificano più frequentemente in cardiopatici, ma si possono
presentare anche in persone apparentemente sane. Talora la TV può
trasformarsi in FV.
Per evitare o interrompere le tachiaritmie possono essere usati farmaci
o procedure chirurgiche; in molti casi può essere utilizzato il defibrillatore
impiantabile (ICD). Il defibrillatore eroga energia elettrica al cuore per
rallentarlo o interrompere l'aritmia e riportare un ritmo normale.
Gli ICD vengono solitamente impiantati per trattare aritmie cardiache
troppo rapide, ma la maggior parte dei sistemi è in grado di trattare
anche ritmi lenti (bradicardie).
La diagnosi precoce delle aritmie potenzialmente fatali
Molte persone soffrono di aritmie pericolose. Non è sempre facile arrivare
alla diagnosi delle aritmie ventricolari. E’ possibile utilizzare inizialmente
l'elettrocardiogramma ma solitamente sono necessari ulteriori test per
determinare la causa o i possibili trattamenti di TV o FV. Lo studio
elettrofisiologico, registrazione dell'attività elettrica cardiaca endocavitaria
effettuata in ospedale dall’elettrofìsiologo che posiziona dei cateteri a
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obiettivo sicurezza
LA SALUTE
L’arresto
cardiaco
livello del cuore tramite i quali registra i segnali elettrici cardiaci normali
e la reazione agli impulsi indotti, può essere estremamente utile.
Le cause di morte
improvvisa
L’aiuto
dei defibrillatori
Cardiomiopatia
ipertrofica
La morte improvvisa nei giovani
Vi sono quattro malattie che sono alla base della maggior parte dei casi
di morte improvvisa in età pediatrica e nel giovane:
1. la sindrome del QT lungo
2. la sindrome di Brugada
3. la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro
4. la cardiomiopatia ipertrofica
Nella sindrome del QT lungo la mutazione di una proteina costitutiva
dei canali che regolano il passaggio degli elettroliti attraverso la membrana
cellulare rende il paziente vulnerabile alla fibrillazione ventricolare con
conseguente morte improvvisa, in pieno benessere. Questa entità è
responsabile probabilmente della metà dei casi di mor te improvvisa
del lattante. Un ecocardiogramma eseguito precocemente, nella
prima settimana di vita, è in grado di identificare i bambini a rischio
e può quindi orientare le misure preventive.
In un’altra malattia, la sindrome di Brugada, il rischio di morte improvvisa
aritmica (in pieno benessere) si manifesta in genere più tardivamente.
Esistono strette analogie genetiche fra questa malattia e la sindrome del
QT lungo. Se il portatore della sindrome di Brugada ha già sviluppato
una chiara evidenza di aritmie esiste l’indicazione all’impianto (chirurgico)
di un pace-maker in grado di riconoscere l’aritmia e di interromperla
automaticamente, il cosiddetto defibrillatore automatico. E’ quindi utile
mettere a disposizione, nell’ambiente familiare o lavorativo delle persone
a rischio dei defibrillatori “intelligenti” (in questo caso esterni), cioè
automatici e/o semiautomatici, da utilizzare al momento dell’arresto
cardiaco.
La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro (ARVD) è causata da
un’alterazione genetica del miocardio, il tessuto muscolare del cuore. E’
dovuta a un processo di degenerazione del miocardio del ventricolo
destro: in seguito alla morte delle cellule muscolari del cuore, il tessuto
muscolare viene sostituito da tessuto adiposo e connettivo. Il processo
è progressivo e perciò nel corso del tempo l’area interessata dalla
malattia aumenta, fino a coinvolgere tutta la parete del ventricolo
destro che col tempo si assottiglia. L’ARVD può essere asintomatica per
lungo tempo. Il primo campanello di allarme è rappresentato dalla
comparsa di aritmie (battiti irregolari) e senso di fatica. A volte le aritmie
sono particolarmente gravi e possono essere fatali: spesso i casi di
morte improvvisa di giovani atleti sono causati da ARVD, diagnosticata
purtroppo solo in seguito all’esame autoptico.
La cardiomiopatia ipertrofica interessa in Italia un elevato numero di
pazienti compreso fra 56.000 e 112.000. Comporta principalmente
l'eccessivo ingrossamento del muscolo cardiaco in seguito alla presenza
di pressione arteriosa elevata (ipertensione) o di un prolungato ed
intenso allenamento sportivo. Tuttavia nella cardiomiopatia ipertrofica
l’ingrossamento del muscolo avviene senza una causa apparente; esso
può essere presente fin dalla nascita o dall’adolescenza.
Fonte Intermedia - Società italiana di cardiologia
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