Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Informazioni ­ a.a. 2012­2013 Laboratorio (stanza 2037 II piano edificio U1) lezioni introduttive + 12 giornate: 9 esperienze + 2 recuperi 1 recupero a meta' corso + prova intermedia 1 recupero alla fine del corso CALENDARIO LABORATORIO 7 Marzo 9:30­11:30 Lezioni Introduttive ­ aula U2­02 8 Marzo 9:30­11:30 Lezioni Introduttive ­ aula U2­02 14 Marzo 8:30­10:30 Lezioni introduttive ­ aula U2­02 + 10:30­17:30 Laboratorio Turno A ­ Esperienza C1 15 Marzo 8:30­10:30 Lezioni introduttive ­ aula U2­02 + 10:30­17:30 Laboratorio Turno B ­ Esperienza C1 21 Marzo 8:30­17:30 Laboratorio Turno A ­ Esperienza C2 22 Marzo 8:30­17:30 Laboratorio Turno B ­ Esperienza C2 Il resto del calendario sara’ comunicato al piu’ presto. Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Informazioni ­ a.a. 2012­2013 Iscrizione e frequenza sono OBBLIGATORI La frequenza è certificata da firme (di entrata e di uscita) raccolte sul registro. Sito web del laboratorio http://moby.mib.infn.it/~labdida/doku.php?id=laboratorio_ii_fisica:home AVVISI ● calendario esami e ● materiale didattico ● schede delle esperienze ● schede tecniche della strumentazione ● link utili ● Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Informazioni ­ a.a. 2012­2013 Organizzazione 2 Turni (stesso numero di gruppi) max. 3 studenti per gruppo calendario esperienze (escluse le prime due) sul sito web (assieme alla definizione dei gruppi) MATERIALE quaderno di laboratorio (dati, risultati delle esperienze: grafici, fit valutazioni grandezze e loro errore) ● se possibile un PC per gruppo (utilizzando ROOT o pacchetti simili per l'analisi dati) ● in alternativa calcolatrice e carta millimetrata ● QUESTE LEZIONI: Esperienze di Elettromagnetismo (settimana prossima Ottica) 1 2 3 esperienze circuiti in Corrente Continua esperienze circuiti in Corrente Alternata misura elettromagnetica della velocita' della luce Testi di riferimento il vostro libro di Fisica II le Dispense di M. Gervasi scaricabili dal sito altro materiale scaricabile dal sito: ­ funzionamento dell'oscilloscopio ­ il Teorema di Fourier materiale a disposizione in laboratorio: ­ manuali degli strumenti Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo ­ elettrostatica 1­ legge di Coulomb F = 2 ­ campo elettrico 1 4πε0 q1 q2 r2 F= q E la forza che agisce su una carica q e' proporzionale alla carica stessa 3 ­ principio di sovrapposizione 4 ­ lavoro forza elettrica non dipende dal cammino la forza è di tipo conservativo si puo' definire il potenziale L (A→B) = q x (VA­VB) il potenziale è definito relativamente a un punto di riferimento Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – i conduttori 1 – un conduttore è un materiale che possiede un certo numero di elettroni capaci di muoversi “liberamente” 2 ­ all'interno di un conduttore isolato il campo elettrico è sempre nullo quando un conduttore è posto in un campo elettrico le cariche al suo interno si ridristibuiscono, muovendosi per effetto del campo elettrico esterno, in modo tale da annullare il campo risultante interno ­ + ­ + ­ + ­ + ­ + 3 – se ai capi di un conduttore “filiforme” viene mantenuta, con un opportuno dispositivo, una differenza di potenziale (ddp) costante, le cariche all'interno del conduttore si spostano per portarsi verso il punto a potenziale minore dando luogo ad una corrente Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – la corrente I = intensita' di corrente [Ampere] = quantita' di carica che attraversa una sezione del conduttore nell'unità di tempo Leggi di Ohm – conduttori “ohmici” I legge di Ohm: definisce la resistenza V = I R II legge di Ohm: la resistenza R = ρ l S S l ρ = resistività del conduttore l = lunghezza S = sezione resistore Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Resistori commerciali I resistori a valore resistivo fisso per applicazioni nei circuiti elettronici si presentano nella versione più comune come piccoli cilindri con due terminali metallici chiamati reofori. I valori di resistenza e tolleranza sono codificati mediante bande colorate mentre nei resistori con potenze superiori ai 2 W il valore è indicato per esteso. L'elemento resistivo è realizzato depositando sulla superficie del cilindro uno strato di lega metallica, ossidi metallici o carbone, successivamente inciso a laser con andamento elicoidale per ottenere il valore voluto. Questo tipo di lavorazione conferisce al resistore una componente induttiva, ininfluente in applicazioni a bassa frequenza ma di disturbo alle frequenze elevate. Per applicazioni in alta frequenza sono preferiti i resistori antinduttivi, realizzati comprimendo una miscela di polveri composite e resine, a formare un cilindro con dimensioni simili ai resistori a strato (o i resistori SMD, vedi più avanti). http://it.wikipedia.org/wiki/Resistore Note: ● La resistenza nominale di un resistore commerciale e' definita entro un determinato errore percentuale (la tolleranza che nei ns. ~10%). La misura fatta in laboratorio e' generalmente piu' precisa Attraverso un resistore non si puo' fare scorrere una corrente grande a piacere: la potenza dissipata per effetto Joule surriscalda e fa bruciare la resistenza che PUZZA !!!. ● Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – la f.e.m. I + ­ un generatore è un dispositivo capace di mantenere una d.d.p. non nulla ai capi di un conduttore – questa d.d.p. nasce per effetto di un campo non elettrostatico (detto campo elettro­motore) ed è detta forza elettro­motrice (f.e.m.) la f.e.m. è la d.d.p. che il generatore fornisce a “circuito aperto”, questa differisce dalla d.d.p. ai capi del generatore a “circuito chiuso” perché un generatore è caratterizzato da una resistenza interna – piccola ma non nulla R I f.e.m. = I r + I R Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno r Richiami di elettromagnetismo – i Principi di Kirchhoff I Principio ­­> conservazione della carica I4 la somma algebrica delle intensità di corrente nei rami facenti capo allo stesso nodo è nulla. Σ Ii = 0 I5 I1 I3 I2 II Principio ­­> ogni punto si trova sempre ad un potenziale definito la somma algebrica delle tensioni lungo una linea chiusa (con il segno appropriato in funzione del verso di percorrenza della maglia stessa) è pari a zero, ovvero la somma delle cadute di potenziale e' pari alla f.e.m. Applicata. Σ Vi = f.e.m. Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – la resistenza equivalente I 1­ combinazione di resistenze in serie R1 R2 R3 R4 applico le leggi di Kirchoff: la corrente che scorre attraverso le resistenze è la stessa V = R I (Vi = caduta di potenziale sulla resistenzaRi ) i i R5 la somma delle singole cadute di potenziale è uguale alla caduta di ponteziale sulla serie V = Σ Vi = Σ Ri I posso definire una resistenza equivalente tale per cui a parità di potenziale applicato vi scorre la stessa corrente che nella serie Req = Ri ­ la resistenza risultante è sempre maggiore del valore di ciascuna resistenza ­ resistenze molto piccole rispetto alle altre possono essere trascurate Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – la resistenza equivalente R1 2­ combinazione di resistenze in serie I applico le leggi di Kirchoff: la ddp ai capi delle resistenze è la stessa V = Ri Ii la somma delle correnti è uguale alla corrente totale I = Σ Ιi = V/Ri R2 R3 R4 V posso definire una resistenza equivalente tale per cui a parità di potenziale applicato vi scorre la stessa corrente che nella serie 1/ Req =1/ Ri ­la resistenza risultante è sempre minore del valore di ciascuna resistenza ­ resistenze molto grandi rispetto alle altre possono essere trascurate Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Strumenti di Misura: il multimetro digitale Il multimetro digitale può essere utilizzato per la misura di varie grandezze elettriche. Esso è provvisto di selettore: per cambiare la grandezza da misurare; per cambiare il fondo scala di misura; display digitale: per la lettura del valore misurato connettori di ingresso e cavetti: per collegare lo strumento all'elemento su cui fare la misura. Grandezze fondamentali che si misurano sono correnti (CC e AC), differenze di potenziale (CC e AC) resistenza elettrica, a volte anche capacità. N.B. la convenzione è utilizzare cavetti neri verso il polo negativo e rossi per il positivo. Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Strumenti di Misura: il multimetro digitale ­ funzionamento come voltmetro I RV Il multimetro utilizzato come voltmetro va connesso ai punti tra i quali si vuole misurare la d.d.p. Esso risulta essere così disposto in parallelo al ramo da testare. Il voltmentro inserito in un circuito in corrente continua si comporta come una resistenza: la sua resistenza interna RV è molto grande (~ 1 – 10 MOhm). Questo consente di non alterare le caratteristiche del circuito in esame (nel ramo del voltmetro passa poca corrente), almeno fintanto che la resistenza equivalente del ramo da testare è molto minore della resistenza interna del voltmetro. Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Strumenti di Misura: il multimetro digitale ­ funzionamento come amperometro I RA Il multimetro utilizzato come voltmetro va connesso in modo che sia attraversato dalla corrente da misurare. Esso risulta essere così disposto in serie al ramo da testare. L'amperometro inserito in un circuito in corrente continua si comporta come una resistenza: la sua resistenza di interna RA che, per costruzione è molto piccola (~ 1 – 10 Ohm). Questo consente di non alterare le caratteristiche del circuito in esame, almeno fintanto che la resistenza equivalente del ramo da testare è molto maggiore della resistenza interna del voltmetro. Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Misura di resistenze: metodo Volt­Amperometrico Il metodo Volt­Amperometrico consiste nel misurare la resistenza di un elemento (o la resitenza equivalente di una parte di un circuito) attraverso la misura della corrente I e della d.d.p. V. Occorre quindi disporre il voltmetro in parallelo al ramo da misurare e l'amperometro in serie. Un generatore deve essere utilizzato per l'alimentazione della corrente. La combinazione delle due quantità misurate, tramite la legge di Ohm, fornisce la resistenza incognita: R = V/I Lo schema migliore di connessione di voltmetro ed amperometro dipende dal valore della resistenza da misurare R. Occorre infatti assicurarsi che la tensione V misurata sia esattamente la d.d.p. ai capi di R e che la corrente I misurata sia quella che scorre attraverso R. Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Metodo volt­amperometrico: resistenze piccole Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Metodo volt­amperometrico: resistenze grandi Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Fare una misura ... qualche suggerimento 1­ domandatevi cosa dovete misurare, disegnate il circuito che volete costruire segnando esplicitamente tutti gli elementi (incluse quindi la resistenza interna degli strumenti) 2­ costruite il circuito riducendo al minimo il numero di cavetti e fili elettrici utilizzati 3­ scegliete quali parametri misurare e risolvete il circuito in funzione di tali parametri 4­ scegliete opportunamente gli strumenti di misura tenendo conto delle loro caratteristiche (resistenza interna, range, sensibilità ...) in modo da sfruttarli al meglio 5­ verificate se l'errore di inserzione dello strumento è effettivamente trascurabile (lo potete fare “sulla carta” ma in alcuni casi anche sperimentalmente) 6­ se avete dubbi sul funzionamento di uno strumento ... utilizzate il manuale ! Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Fare una misura ... qualche suggerimento 7­ cifre significative: 4.9285733455 +/­ 0.13534764792 SBAGLIATO e ILLEGGIBILE !!! 4.9 +/­ 0.1 CORRETTO E LEGGIBILE !! (N. B. Excel consente di scegliere di scegliere il numero di cifre significative con cui visualizzare i numeri) 8­ statistica e teoria degli errori: * propagazione degli errori * regressione lineare * test del chi quadro * compatibilita' tra due grandezze misurate Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Note: la misura del potenziale il potenziale elettrico è definito a meno di una costante, va tutto bene se misuro sempre cadute di potenziale (d.d.p.) tra due punti, ma se voglio definire il potenziale devo definire una sistema di riferimento a cosa associo il potenziale V = 0 ? il riferimento usualmente è la “terra” indicata con i simboli tramite il loro cavo di alimentazione gli strumenti sono collegati alla “messa a terra” dell'impianto elettrico dell'edificio, questo in generale consente di avere un punto di riferimento equipotenziale fisso la terra ideale è un conduttore (come tale equipotenziale) che non varia il suo potenziale quando assorbe delle cariche elettriche ... deve perciò essere un conduttore a capacità alta Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Prima Esperienza: C1 – Parte Prima R Rg ~ V R A Rg ~ A V Verifica della legge di Ohm: costruzione della caratteristica corrente­tensione Avrete a disposizione due multimetri con sensibilita' differenti, valutate quale sia meglio utilizzare per la misura di I e quale per la misura di V Come determinate gli errori di misura su I e su V ? vanno tenuti in conto anche gli effetti dovuti alla resistenza interna di voltmetro e amperometro ? Scopo dell'esperienza e': Verificare se vale la legge di Ohm e stimare il valore della resistenza (test di ipotesi: si riportino in grafico i valori misurati di I e V e si faccia un fit, utilizzando il test del chiquadro ...) In caso affermativo ottenere una stima del valore della resistenza con il suo errore Stimare le resistenze interne di amperometro e voltmetro Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Pima Esperienza: C1 – Parte Seconda R Rg ~ Vin Rload Vout Studio del comportamento di un partitore resistivo Scopo dell'esperienza è studiare come varia la tensione in uscita quando viene variato il carico Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Pima Esperienza: C1 – Parte Terza Misura della caratteristica tensione­corrente di un componente non Ohmico: il diodo Quando è polarizzato direttamente il diodo mostra una caratteristica I(V) data da: I =I 0 (e (qV / gkT ) −1) q = carica elettrone (1.6 10­19 Coulomb) k = costante di Botzmann (1.38 10­23 J/K) g = è una costante dipendente dal tipo di diodo (adimensionale e dell'ordine dell'unita') T è la temperatura del diodo (K) A temperatura ambiente (300 K) il prodotto q/kT ~ 38.6 V­1. Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Pima Esperienza: C1 – Parte Terza Rg V ~ A Misura della caratteristica tensione­corrente di un componente non Ohmico: il diodo Scopo dell'esperienza e': costruire la caratteristica tensione­corrente in polarizzazione diretta di un diodo e misurare g Note: 1) Prima di alimentare il diodo verificate di averlo montato correttamente !!! (anodo=polo positivo catodo=polo negativo) 2) Per tensioni sufficientemente alte (quanto ???) la relazione è approssimabile a: I =I 0 e(qV / gkT) perciò passando ai logaritmi si può effettuare un fit con il metodo dei minimi quadrati. Attenzione però agli errori su V ed I. Si provi ad effettuare il fit con ROOT definendo un TGraphErrors e utilizzando la relazione completa o quella approssimata. Attenzione a come scrivete la relazione da fittare: un esponenziale diverge facilmente ! Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Capacità e Induttanze – Risposta ai transienti Richiami di elettromagnetismo – la capacità in un conduttore isolato il rapporto tra carica e potenziale è costante, questo rapporto è una proprietà del conduttore detta capacità C = Q/V (dove si è assunto per convenzione V=0 all'infinito) la capacità di misura in Farad = Coulomb/Volt N.B. 1Farad è una capacità enorme !!! il condensatore è un sistema di due conduttori affacciati tra cui si abbia induzione completa in questo caso si ha C = Q /∆V dove ∆V e' la d.d.p. tra le armature V Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – i condensatori condensatore piano condensatore cilindrico “infinito” condensatore cilindrico finito C = ε0 S/d C = ε0 S/d = 2πε0 S/(R2/R1) C = 2πε0 l/(ln(R2/R1) condensatori in parallelo condensatori in serie Ceq = Ci Ceq = ( 1/Ci )­1 Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Carica e scarica di un condensatore il condensatore viene collegato al generatore p.es una pila, il condensatore si carica finché le sue armature non si sono portate allo stesso potenziale del generatore poi interrompe il passaggio della corrente. In ogni istante vale: V0= IR + Q/C Q = ∫ I dt V0= dQ/dt R + Q/C dQ / (CV0­ Q) = dt /(RC) τ = RC costante di tempo del circuito Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno ddp ai capi condensatore V Carica di un condensatore V0 VR A VA­VB 1.2 C 1 B VC 0.8 V0 tensione batteria 0.6 0.4 VR= I R 0.2 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 qui viene chiuso il circuito: la tensione VA­VBsi porta al valore V0 passa corrente nel circuito, la corrente è proporzionale a VR e si porta esponenzialmente a 0 Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Scarica di un condensatore 1.5 V0 VA­VB 1 VC 0.5 0 VR= I R ­0.5 ­1 ­1.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 qui viene aperto il circuito – il condensatore si scarica, la d.d.p. ai suoi capi si porta a 0 – la corrente circola in senso inverso Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Carica e scarica consecutive VC 1.5 VA­VB 1 A VC VR B 0.5 0 ­0.5 VR= I R ­1 di fronte a un transiente veloce il condensatore si comporta come un cortocircuito ­1.5 (lascia passare la corrente), poi quando raggiunge la carica completa si comporta 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 come un circuito aperto (blocca la corrente) che succede se si apre il circuito prima che il condensatore sia ~completamente carico ? e se invece di aprire e chiudere il cricuito si inverte la polarità ? Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – l'induttanza la variazione nel tempo del campo magnetico “concatenato” con un circuito dà origine a una f.e.m. secondo la legge f.e.m. = ­ dΦ(B)/dt la corrente che circola in un circuito dà origine essa stessa ad un campo magnetico, e la variazione nel tempo della corrente dà origine a una variazione del flusso del campo magnetico quindi se esiste un flusso concatenato con il circuito esiste una f.e.m. auot­ indotta f.e.m. = ­ dΦ(B)/dt = ­ dΦ(B)/dI dI/dt = ­ L dI/dt l'induttanza è una caratteristica intrinseca di un componente elettronico così come di un circuito, si misura in Henry = V s / A Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – le induttanze tipicamente è un filo avvolto piu' volte attorno ad un nucleo centrale ... quindi questo componente è caratterizzato dal suo valore di L ma anche di R !!! induttanze in parallelo induttanze in serie Leq = Σ Li Leq = ( Σ 1/Li )­1 Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Induttanza di un solenoide Solenoide infinito: L = N N = numero spire = permeabilità magnetica = r la permeabilità magnetica misura l'effetto che ha la presenza di materia sul campo magnetico prodotto dalla corrente ( è il valore assunto in vuoto) in aria ~ per l'ariar in aria per l'ariar se riempio il mio solenoide con un materiale opportuno (che abbia r posso aumentare molto il valore di L a parità di dimensioni fisiche (per i materiali magnetici r–e più Esistono molti effetti di non idealità in un'induttanza reale (come quelle che trovate in laboratorio): intanto l'induttanza ha sempre associata una resistenza (che varia quando si utilizzano segnali ad alta frequenza), poi si possono avere effetti di saturazione, isteresi .... Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno ddp ai capi induttanza V Carica e scarica di un'induttanza VR l'induttanza viene collegata al generatore p.es una pila, quindi passa corrente. Il passaggio della corrente produce nell'induttanza una f.e.m. che contrasta la f.e.m. del generatore, quindi inizialmente l'induttanza tende a impedire il passaggio della corrente nel circuito. A B V0 tensione batteria V0= IR + L dI/dt τ = L/R costante di tempo del circuito L Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Carica e scarica di un'induttanza VR= I R VA­VB VR= I R VL VL VA­VB di fronte a un transiente veloce l'induttanza si comporta come un circuito aperto (blocca la corrente), poi quando raggiunge la carica completa si comporta come un circuito chiuso (fa passare la corrente) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Circuito RLC per analogia con l'oscillatore armonico smorzato si può scrivere scopo delle esperienze sara' determinare i parametri caratteristici del circuito γ = R / (2L) ω 02 = 1/(LC) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno SOTTOSMORZAMENTO γ < ω 0 => R < 2 √ L/C La soluzione e' del tipo: γ = R / (2L) ω 02 = 1/(LC) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno ricordando che: a sin x+ b cos x= A sin(x+) si ottiene: VR ∝ e­t sin(t) è la frequenza di oscillazione che si può ricavare dalla distanza tra massimi e minimi si può ricavare osservando ch l'ampiezza di massimi e minimi scala con e­t Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno SOVRASMORZAMENTO γ > ω 0 => R > 2 √ L/C La soluzione e' del tipo: = R / (2L) 02 = 1/(LC) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno SMORZAMENTO CRITICO γ = ω 0 => R = 2 √ L/C La soluzione e' del tipo: γ = R / (2L) ω 02 = 1/(LC) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Segnali e strumenti in Corrente Alternata Strumenti di Laboratorio: il Multimetro in AC Quando si misurano ddp o correnti variabili nel tempo gli strumenti si usano in modo differente. Per un segnale sinusoidale, p.es. di tensione, si definiscono: V = V0 sin (t) Vpp = 2 V0 Veff = V0 / √ 2 questa è il valore quadratico medio ottenuto integrando la sinusoide sul periodo, è il valore che restituisce il multimetro I multimetri effettuano delle medie temporali (va portato il selettore in corrispondenza di AC e non più di DC) restituento i “valori efficaci” per intensità di corrente e tensione. MA SOPRA UNA CERTA FREQUENZA I MULTIMETRI NON MISURANO PIU' Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Strumenti di Laboratorio: il Generatore di Funzioni il generatore di funzioni produce una tensione variabile nel tempo forma, temporizzazione, ampiezza e offset del segnale possono essere programmate Rg ~ Circuito equivalente per un generatore di funzioni il segnale in uscita e' fornito tra pin centrale e armatura esterna del BNC l'armatura esterna è connessa alla massa (quindi il segnale è sempre una ddp rispetto a massa) !! l'impedenza di uscita (la resistenza interna Rg) è – per i ns. strumenti – 50 o 600 Ohm a seconda dello strumento sul display è segnata l'uscita a circuito aperto o quella che si avrebbe quando il generatore fosse chiuso su un carico da 50 Ohm Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Strumenti di Laboratorio: il Generatore di Funzioni questo è uno strumento che produce una tensione alternata con diverse possibili forme d'onda tensione l'onda quadrata emula un circuito che si apre e si chiude su una batteria V 0 V0 V(t) = T 0 tempo ==> carica e scarica dei circuiti RC, RL e RLC si produrranno in laboratorio utilizzando un generatore di funzioni sul generatore potete scegliere Ampiezza V0 dell'onda e Frequenza : T = 1/(2) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Strumenti di Laboratorio: il Generatore di Funzioni questo è uno strumento che produce una tensione alternata con diverse possibili forme d'onda, V(t) la sinusoide: V0 V(t) = V0 sin(t) T sul generatore potete scegliere Ampiezza (V0) dell'onda e Frequenza: T = 1/ = 1/(2) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno t Strumenti di Laboratorio: il Cavo Coassiale il generatore di funzioni e l'oscilloscopio utilizzano cavi di connessione di tipo coassiale l'esterno del cavo (la calza di rame che avvolge il filo centrale) viene messo in collegamento con la “terra” dello strumento (in questo modo un cavo è un consendatore cilindrico) Cp questi cavi sono comunemente chiamati BNC i cavi che usiamo in laboratorio sono RG58, essi sono caratterizzati da una capacità verso massa pari a ~ 100pF/m, Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Strumenti di Laboratorio: l'Oscilloscopio l'oscilloscopio misura tensioni in funzione del tempo e le visualizza su un display ROSC COSC Circuito equivalente di un oscilloscopio per i ns. oscilloscopi ROSC ~ 1 MOhm estremi di lettura della tensione: uno è sempre a massa !!!! COSC ~ 20 pF Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – segnali in corrente alternata quando un circuito è sottoposto a una d.d.p. sinusoidale cosa succede ? sia V = V0 cos (ωt) la ddp ai capi di R, C o L calcoliamo la corrente: per la resistenza si ha V(t) = R I(t) la legge di Ohm la soluzione è V0 cos (ωt) = R I(t) I(t) = I0 cos (ωt) con V0 = R I0 ­­> la corrente ha andamento sinusoidale con la stessa frequenza del segnale in ingresso ­­> l'ampiezza dei segnali di tensione e corrente segue “formalmente” la legge di Ohm Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – segnali in corrente alternata per la capacità si ha V(t) = Q(t)/C V0 cos (ωt) = 1/C * ∫ I(t) dt la soluzione deve essere sinusoidale con la stessa frequenza cioè della forma I0 cos (ωt­φ) derivando si ottiene ­ ω V0 sin(ωt) = 1/C I0 cos (ωt­φ) si ottiene che V0 = 1/(ωC) I0 φ = ­ π/2 ­­> la corrente ha andamento sinusoidale con la stessa frequenza del segnale in ingresso ­­> l'ampiezza dei segnali di tensione e corrente segue “formalmente” la legge di Ohm con una costante di proporzionalità 1/(ωC) ­­> corrente e tensione ai capi di una capacità sono sfasate di ­ /2 Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – segnali in corrente alternata per l'induttanza si ha V(t) = L dI(t)/dt V0 cos (ωt) = L dI/dt la soluzione deve essere sinusoidale con la stessa frequenza cioè della forma I0 cos (ωt ­ φ) si ottiene che V0 = ωL I0 = + /2 ­­> la corrente ha andamento sinusoidale con la stessa frequenza del segnale in ingresso ­­> l'ampiezza dei segnali di tensione e corrente segue “formalmente” la legge di Ohm con una costante di proporzionalità ωL ­­­> corrente e tensione ai capi di un'induttanza sono sfasate di π/2 Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – segnali in corrente alternata Ne concludiamo che quando un circuito è sottoposto a una tensione sinusoidale del tipo: V = V0 cos (ωt) la corrente ha anch'essa un andamento sinusoidale della forma I = I cos (ωt ­ φ) 0 Questa affermazione vale per qualsiasi circuito composto da R, C ed L (resistenze, capacità e induttanze). Si veda p.es. la risoluzione dei circuiti RC, RL ed RLC. Inoltre la relazione tra le ampiezze dei segnali di tensione e corrente (I0 e V0) è lineare, come nel caso della legge di Ohm. per la resistenza V0 = R I0 per la capacità si ha V0 = 1/(ωC) I0 per l'induttanza si ha V0 = (ωL) I0 Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – segnali in corrente alternata avendo a che fare solo con resistenze, capacità e induttanze vale sempre che a una d.d.p. sinusoidale corrisponde una corrente sinusoidale della stessa frequenza risulta utile e pratico utilizzare il formalismo complesso segnale eccitante V = V0 cos (ωt) soluzione generica I = I0 cos (ωt - φ) V = V0 e [i ( t)] I = I0 e [i ( t­ )] dove le quantità che hanno senso fisico sono la parte reale di ciascuna espressione si introduce l'impedenza complessa Z = R + i X (X è la reattanza) o – nella rappresentazione di Eulero: Z = |Z| e i atan(X/R) dove |Z|= √ R2+X2 è il modulo dell'impedenza Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Numeri complessi dato un numero complesso z=x+iy posso rappresentarlo su un piano cartesiano identificandolo con un punto di oordinate (x, y) passando alle coordinate polari il punto è identificabile come (r, ) dove r = √ x2+y2 nella notazione di Eulero il numero complesso è identificato da r (cos +i sin ) = r e i e i Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – segnali in corrente alternata si verifica allora che vale formalmente (per le parti reali) la legge di Ohm V = I Z nella rappresentazione di Eulero posso eguagliare moduli e fasi: V0 = I0 |Z| = atan (X/R) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Richiami di elettromagnetismo – segnali in corrente alternata per la resistenza |Z| = R φ = 0 per la capacità Z = 1/(iωC) = ­i /(ωC) = 1/(ωC) e i(­/2) |Z|= 1/ωC φ = ­/2 per l'induttanza Z= i ωL = (ωL) e i /2 |Z|= ωL φ = /2 le soluzioni dell'eq complessa portano al corretto risultato (in termini di I0 e φ) e si preserva il formalismo utilizzato per le CC Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Funzioni sinusoidali e numeri complessi segnale eccitante: V = V0 cos (ωt) V = V0 e i ( t) soluzione generale: I = I0 cos (ωt - φ) I = I0 e [i ( t+f)] dimostrazione per la capacità V0 e i ( t) = Z I0 e [i ( t­ )] V0 e i ( t) = i/( C) I0 e [i ( t­ )] sostituendo i = e i /2 V0 e i ( t) = 1/( C) I0 e [i ( t­ )] eguagliando il modulo del numero complesso e la fase si ottiene: V0 = I0 /( C) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno φ = - π/2 Richiami di elettromagnetismo – segnali in corrente alternata Formalmente valgono le leggi di Kirchoff, e le leggi di composizione delle impedenze in serie e in parallelo: impedenze in serie Zeq = Zi impedenze in parallelo Zeq = ( 1/Zi )­1 Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Misura impedenze si usa segnale sinusoidale varianto la frequenza si misura tensione e ddp ai capi di Z si ricava |Z| dal rapporto di ampiezza tensione/corrente |Z| = V0/I0 ­ le ampiezze sono valutate con l'oscilloscopio usando (quando possibile) la funzione MEASURE ­ la ddp ai capi di Z si ottiene utilizzando la funzione MATH dell'oscilloscopio si ricava dallo sfasamento tra corrente e tensione ai capi di Z ­ lo sfasamento si misura misurando lo spostamento dei massimi tra corrente e ddp Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Misura impedenze |Z| (analogamente si fa un grafico della fase in fz. di se Z = Capacità V0/I0 !Z! = 1/(C) fit – calcolo della pendenza da cui ricavare C se Z = Induttanza |Z| = √ R + (L) fit – calcolo della pendenza da cui ricavare RL e L 2 L 2 (V0/I0)2 RL2 (nel linearizzre la relazione propagare correttamente gli errori) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Perchè ci interessano tanto i segnali sinusoidali ? (o meglio il come risponde un circuito ad un segnale sinusoidale) Teorema di Fourier: una funzione f(t) periodica di periodo T = 1/2 può essere rappresentata dalla somma di esponenziali immaginari: f(t) = Cn exp(int) n = n 2 Cn = (1/T) ∫0T f(t) exp(­iωnt) dt quindi ~ se io so come si comporta il mio circuito quando è sottoposto a una corrente sinusoidale posso sapere come si comporta nei confronti di una qualsiasi funzione periodica i coefficienti Cnmisurano in qualche modo il peso di ciascuna sinusoide nella costruzione della funzione f(t) N.B i coefficienti Cnsono numeri complessi, quindi le sinusoidi che vangono sommate hanno una componente di fase) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Perchè ci interessano tanto i segnali sinusoidali ? (o meglio il come risponde un circuito ad un segnale sinusoidale) un'onda quadra è quindi la somma di un certo numero di funzioni sinusoidali qui l'approssimazione di un'onda quatra attraverso i primi 4 termini della sua espansione di Fourier Applicativo per far vedere come le varie armoniche compongano i segnali http://www.physics.wisc.edu/instructional/phys109/fourier/ Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Funzione di trasferimento di un circuito Identifichiamo in un circuito: il segnale di ingresso Vin(t) (nel nostro caso la d.d.p. fornita dal generatore di funzioni) il segnale in uscita Vout(t) (la tensione letta ai capi di un qualche componente del circuito) p.es. o in generale Z2 Rg ~ Vin(t) Z1 Vin(t) Vout(t) Vout(t) (il segnale in uscita generalmente non e' univocamente identificato, p.es. in un circuito RLC si puo' prelevare ai capi di uno dei 3 componenti o della serie di alcuni di essi) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Funzione di trasferimento di un circuito Se il segnale di ingresso è sinusoidale, e gli elementi del circuito sono R, C ed L allora anche il segnale in uscita è sinusoidale e ha la stessa frequenza, si ha cioè che Vin (t, ) = V0­in e (it) Vout (t, )= V0­out e (it­) La fz. di trasferimento H(i) è una funzione complessa definita da: |H()| = V0­out / V0­in φ (ω) = fase di Vout rispetto a Vin per cui Vout (t, ) = V0­in |H()| e (it­) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Funzione di trasferimento di un circuito RC ... conti alla lavagna Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Funzione di trasferimento di un circuito RLC ... conti alla lavagna = R / (2L) 02 = 1/(LC) Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno Oscilloscopio ha impedenza di ingresso molto “alta” ( ~ 1 MOhm come il voltmetro, per non alterare la misura) che risulta messa in parallelo a una capacità (“piccola” ~ 20 pF) in ingresso accetta un segnale portato da un cavo coassiale: effettuando il collegamento tra il vostro circuito e l'oscilloscopio mettete a massa il punto del circuito a cui è collegato l'esterno (la calza) del cavo coassiale cavo BNC di collegamento ROSC COSC circuito da testare Ccavo oscilloscopio Corso di laurea in Fisica – Laboratorio di Fisica – II anno