Jean ANOUILH - Antigone Lo scenario è neutro, con tre porte simili

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Jean ANOUILH - Antigone
Lo scenario è neutro, con tre porte simili. All'aprirsi / all’alzarsi del sipario, tutti i
personaggi sono sul palco. Loro chiacchierano, lavorano a maglia, giocano a carte. / c’è
chi chacchiera, chi lavora a maglia, chi gioca a carte… Ora, si distacca e si fa avanti il
Prologo.
Il prologo : ecco, questi personaggi stanno per recitare la storia di Antigone. Antigone è
quella magrolina seduta là, e che non dice niente / se ne sta zitta zitta. Lei guarda
davanti a sé. Lei sta pensando. Sta pensando che tra poco sarà Antigone, che ad un
tratto nascerà/ sorgerà/ dalla magra ragazza mora e chiusa / taciturna/ che nessuno
prendeva sul serio nella famiglia, e poi si metterà.../per poi mettersi in piedi di fronte al
mondo/ per poi affrontare il mondo da sola in piedi, sola di fronte a Creonte, zuo zio, che
è il Re.
Lei pensa che sta per morire, che è giovane e che anche lei avrebbe amato vivere/ che
anche a lei sarebbe piaciuto vivere. Ma non c’è niente da fare. Lei si chiama Antigone e
dovrà pur recitare la propria parte fino alla fine. E da quando si è aperto il sipario, lei
sente di allontanarsi ad una velocità vertiginosa dalla sorella Ismena, che sta
chiacchierando e ridendo con un giovane ragazzo, [sente di allontanarsi] da tutti noi che
stiamo lì tranquilli a guardarla / ad osservarla, da noi che invece non abbiamo da morire
stasera.
Il giovane ragazzo con cui sta parlando la bionda, la felice e bella Ismena, è Emone, figlio
di Creonte. Ed è il fidanzato di Antigone. Tutto lo portava ad Ismena : il suo gusto per la
danza ed i giochi, il gusto per la felicità ed il successo, ed anche la sensualità, poiché
Ismena è molto / è assai/ più bella di Antigone. E poi una sera, una sera di ballo in cui
egli non aveva ballato se non con Ismena / in cui egli aveva ballato soltanto con
Ismena/, quella sera in cui Ismena era apparsa splendente nel suo vestito nuovo, lui è
andato a trovare Antigone che se ne stava a fantasticare in un angolo, proprio come in
questo momento, con le braccia che le cingevano le ginocchia / con le braccia cinte alle
ginocchia, e le ha chiesto di essere sua moglie. Nessuno ha mai capito perché. Antigone
ha alzato senza meravigliarsi / senza stupore/ i suoi occhi seri verso di lui e gli ha detto
« sì » con un sorrisetto triste… L’orchestra iniziava una nuova danza, Ismena si sbellicava
dalle risa laggiù in mezzo agli altri ragazzi ed ecco che adesso lui stava per diventare il
marito di Antigone/ sarebbe diventato il marito di Antigone. Lui non sapeva che non
sarebbe mai esistito un… / sapeva che non sarebbe mai dovuto esistere*[vedi sotto :
regola VERBI SERVILI] / che non ci avrebbe mai dovuto essere un…/ marito di
Antigone/ su questa terra e che questo titolo principesco gli dava soltanto il diritto di
morire.
Quell’uomo robusto, dai capelli canuti che medita là vicino al suo paggio è Creonte. Egli è
il re, ha delle rughe. E stanco. Gioca a quel gioco difficile/ al difficile gioco del condurre
gli uomini. Prima, ai tempi di Edipo, quando era soltanto il primo personaggio della corte,
gli piacevano la musica, le belle rilegature… / lui amava la musica, le belle rilegature (i
bei libri), e quel lungo gironzolare / le gironzolate/ tra i negozi di antiquariato / le
botteghe di antiquariato di Teba. Ma Edipo e i suoi figli sono morti. Lui ha abbandonato i
libri, i suoi oggetti, si è rimboccato le maniche ed ha preso il loro posto.
Rappel verbes serviles :
[CF Verbes serviles parag. 361 grammaire Nathan /
non ho potuto alzarmi/ non mi sono potuto alzare]
non hanno potuto essere puntuali (sono stati puntuali) /
Ausiliare dei verbi servili
I verbi SERVILI (sapere, dovere, potere) prendono l'ausiliare che richiede l'infinito
che li segue:
Ho dovuto studiare la lezione
Il verbo transitivo attivo "studiare" vuole avere, quindi si dirà: ho dovuto.
Sono potuto arrivare in tempo
Il verbo intransitivo "arrivare" vuole essere, quindi si dirà: sono potuto.
Quando il verbo servile è seguito da un verbo riflessivo si usa avere o essere a
seconda della posizione in cui si vuole mettere la particella pronominale:
- se la particella pronominale è unita all'infinito si usa avere
Ho potuto esprimermi liberamente
- se la particella pronominale precede il verbo servile si usa essere
Mi sono potuto esprimere liberamente
OCCHIO !!! verbo servile seguito da ESSERE= ausiliare AVERE (es. Non HO potuto
essere in orario alla lezione, non HO saputo essere gentile… ecc]
LESSICO :
A crepapelle= locuz.avv.: mangiare a —, manger à claquer (o à crever); ridere a —, rire comme un bossu, (o
des bossus o rire comme une baleine).
A squarciagola= squarciagola, a
locuz.avv. à tue-tête: gridare, cantare a —, crier, chanter à tue-tête // lo chiamava a —, il l'appellait à grands
cris.
Sbellicarsi = v.intr.pron.: — dalle risa, se tordre* de rire; (fam.) se bidonner, se marrer.
gironzolare
v. intr. flâner; (fam.) se balader: ho gironzolato tutto il giorno per la città, je me suis baladé en ville toute la
journée; — per i campi, errer à travers les champs; l'ho visto che gironzolava, je l'ai vu qui vadrouillait // smettila
di gironzolarmi intorno, arrête de tourniquer autour de moi.
Bighellonare= v. intr.flâner, traîner.
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