Ottrobre 2009 numero 4 - Fondazione IRCCS

Agire
NT
Ottobre 2009
Anno 2 - numero 4
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
Poste Italiane s.p.a.
Spedizione in Abbonamento Postale
70%-DCB Milano
Periodico
dell’Istituto Nazionale
per lo Studio e la Cura
dei Tumori di Milano
Proiettare nel futuro un grande passato e un autorevole presente
Antonio Colombo
a nomina alla Presidenza della FonL
dazione IRCCS Istituto Nazionale dei
Tumori, una delle più prestigiose istituzioni che ha come finalità primaria
il promuovere contemporaneamente
prevenzione, cura e ricerca in campo
oncologico, è, per me che vengo dal
mondo delle imprese, un grande onore, ma anche una grande sfida.
La necessaria, continua ricerca dell’ottimizzazione delle risorse a disposizione (in primo luogo umane, ma anche finanziarie, tecnologiche ed immobiliari),
per definizione limitate, si misura con la
massimizzazione di un bene, la salute,
che ha differenti criteri di valutazione,
non sempre facilmente misurabili.
Un primo criterio fa riferimento al numero complessivo di prestazioni effettuate in un determinato periodo, che
riguarda non solo la cura di una o più
determinate patologie e complicanze,
ma anche il più generale stato di benessere psico-fisico delle persone assistite. Un secondo criterio impone di
valutare i benefici di medio-lungo periodo, che lo sviluppo della ricerca può
apportare, sia in termini di prevenzione,
sia di innovazione delle cure, al benes-
In continua
crescita
la produzione
scientifica
della Fondazione
IRCCS
Istituto Nazionale
dei Tumori
(valore medio triennale
dell’Impact Factor
nel periodo 2003-2008)
Assistenza domiciliare e cure palliative
Più servizi sul territorio per i malati oncologici
a Giunta della Regione Lombardia,
L
dal 2008, ha avviato su tutto il territo-
l mandato che il Presidente della
Regione Lombardia, On.Roberto
Formigoni, ha voluto assegnarmi,
nominandomi alla Direzione Generale
della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori, è, per me, fonte di
grande motivazione. Interpreto il mio
incarico con la volontà di continuare a
mantenere alto e, perché no, ulteriormente elevare il prestigio di una delle
più importanti strutture oncologiche
del Paese e che gode di un grande
credito a livello internazionale.
E’, dunque, necessario migliorare l’at-
pegnate complessivamente 32 Strutture
Sanitarie, pubbliche e private accreditate,
che coprono quasi tutto il territorio regionale. Il modello organizzativo prevede la
segnalazione medica o richiesta spontanea alla ASL di riferimento a cui segue un
colloquio di valutazione che fa scattare:
l’attivazione del servizio entro 72 ore dalla domanda; la definizione settimanale
del piano di assistenza; la disponibilità/
reperibilità del servizio 24 ore al giorno
per 365 giorni all’anno; la dispensazione o ricettazione diretta dei farmaci ; la
dispensazione diretta di ausili e presidi;
l’esecuzione a domicilio di prestazioni
come, per esempio, prelievi, paracentesi, trasfusioni; la definizione di canali preferenziali di accesso a consulenze specialistiche ospedaliere; il ricorso diretto a
servizi diagnostici ospedalieri.
Tutto ciò, con l’aiuto insostituibile delle
Associazioni di Volontariato ed in stretto
rapporto con i Medici di Medicina Generale, viene assicurato dalla presenza di
un’équipe multidisciplinare (medico, infermiere, psicologo, assistente sociale,
etc) che integra le diverse competenze
venendo incontro, con ancora maggior
attenzione e adeguatezza, alle necessità familiari e psicologiche del paziente
oncologico.
Luciano Bresciani
segue a pag. 9
Assessore alla Sanità della Regione Lombardia
rio regionale il percorso sperimentale di
Ospedalizzazione Domiciliare Cure Palliative Oncologiche che rappresenta un
ampliamento sostanziale dell’offerta di
cure, da un decennio assicurata in hospice o nelle strutture ospedaliere di cure
palliative. Dall’agosto 2009, sono state
date ulteriori nuove autorizzazioni ed il
servizio sperimentale, ad oggi, vede im-
Per un grande gioco
di squadra
segue a pag. 4
SOMMARIO
Il Progetto Tevere donne
pag. 2
Una nuova chance per battere
il tumore al polmone
pag. 3
I giovani tornano a fumare
pag. 5
La missione: "Dal letto, al laboratorio, al letto" pag. 6
Importanti risultati della ricerca INT
sul funzionamento dei telometri
pag. 6
Vado a farmi la chemio e torno
pag. 8
Una guerra da vincere
pag. 9
Viaggio tra chi sostiene l'INT
pag.10
Congresso per il Cancer Control a Cernobbio pag 11
I
Gerolamo Corno
NEWS DALL'INT
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
AAA Cercasi 16.000 donne per verificare la possibilità di prevenire
il tumore alla mammella e malattie cardiovascolari
a Fondazione IRCCS Istituto NazioL
nale dei Tumori e l’Istituto Regina Elena
di Roma, a cui si affiancherà in una
fase successiva l’Istituto Europeo di
Oncologia, hanno lanciato un progetto
denominato Tevere che si prefigge di
arruolare 16.000 donne sane, non
affette da patologie oncologiche e cardiovascolari, per verificare l’efficacia
preventiva di un vecchio farmaco antidiabetico, la metformina, assieme ad
una corretta alimentazione, nel contrasto del cancro alla mammella e di
malattie cardiache e ictus cerebrale.
“Il primo obiettivo del progetto - spiega
Franco Berrino, Direttore del Dipartimento di Medicina Predittiva e per la
Prevenzione della Fondazione INT - è di
studiare l’effetto della metformina, che
verrà somministrata per 5 anni, sull’insorgenza dei tumori al seno.
Lo studio sarà condotto con la collaborazione di donne a più elevato rischio
tumore per età (dovranno essere in
menopausa, tra i 50 e i 74 anni) e presenza di componenti di sindrome
metabolica, una condizione predisponente al diabete di tipo 2. Dovranno
prendere quotidianamente due pillole,
che per metà delle partecipanti, scelte
in modo rigorosamente casuale, conterranno metformina, e per metà saranno senza farmaco (placebo)”.
“Il secondo obiettivo dello studio – continua Paola Muti, Direttore Scientifico
dell’Istituto Regina Elena di Roma, – è di
valutare l’effetto della metformina sulla
insorgere di malattie cardiovascolari
nelle donne, includendo in questa definizione malattie cardiache e ictus cerebrale. Poiché la patologia cardiovascolare rappresenta la causa principale di
morte nelle donne e poiché sia il tumore al seno e sia le malattie cardiovascolari condividono nel diabete di tipo
2 un fattore di rischio importante, lo
studio proposto include le malattie
cardiovascolari come secondo obiettivo di prevenzione. In questo caso,
l’ipotesi di studio è che le donne a cui
sarà somministrata metformina osserveranno una minore frequenza di
malattie cardiovascolari rispetto alle
donne che faranno uso del placebo
durante i cinque anni di conduzione
dello studio”.
Il tumore alla mammella
I precedenti studi DIANA
li studi DIANA (Dieta e Androgeni)
G
condotti all’Istituto Nazionale dei Tumori
di Milano con la collaborazione di centinaia di donne (e di pazienti) volontarie,
hanno dimostrato che la sindrome
metabolica può regredire modificando
la dieta. Anche l’esercizio fisico, influenzando i livelli ormonali, riduce il rischio
di ammalarsi e l’incidenza di recidive.
Lo studio DIANA-1 (1997) ha dimostrato, con la collaborazione di 104
signore milanesi in menopausa, sane,
ma ad alto rischio perché avevano
livelli alti di testosterone nel sangue,
che una dieta basata sulla tradizione
mediterranea e macrobiotica è in
grado di migliorare significativamente il
quadro ormonale e metabolico ad alto
rischio di cancro al seno.
Lo studio DIANA-2 (1999) ha confermato questi risultati con la collaborazio-
ne di 110 signore che erano già state
operate di cancro al seno, mostrando
anche che quelle che erano riuscite a
ridurre i livelli ormonali a rischio hanno
poi avuto meno recidive.
Lo studio DIANA-3 (2003), con la collaborazione di 90 ragazze seguite tutti i
giorni per un anno, ha dimostrato la
possibilità di ridurre alcuni parametri di
rischio (la glicemia e il fattore di crescita
insulinosimile di tipo 1) anche in età
premenopausale.
I risultati di questi studi hanno convinto
la comunità scientifica della solidità
dell’ipotesi che lo stile di vita condizioni
significativamente non solo il rischio di
ammalarsi di tumore alla mammella, ma
anche il rischio di recidive, e quindi
dell’opportunità di saggiare l’ipotesi in
grandi studi sperimentali con la collaborazione di migliaia di donne.
38.000 donne si ammalano ogni anno
di carcinoma della mammella in Italia.
Dieci anni fa, nel 1999, erano 34.000,
nel 1989 erano 28.000, nel 1979 erano
18.000. L’aumento è in gran parte dovuto all’aumento della speranza di vita
della popolazione femminile, ma anche
il rischio di ammalarsi sta ancora crescendo (www.tumori.net) .
La mortalità invece diminuisce.
Oggi muoiono di tumore al seno poco
più di 7.000 donne all’anno, meno di
quante ne morivano 30 anni fa, e la
probabilità di guarigione continua ad
aumentare, perché la diagnosi è sempre più precoce e le cure sempre più
efficaci, ma i costi sono drammatici. Il
costo di un caso di carcinoma mammario per il Servizio Sanitario Nazionale
si aggira sui 40.000 Euro, che moltiplicato per i 40.000 casi attesi nei prossimi anni, corrisponde a un miliardo e
mezzo di Euro all’anno.
Possono aderire al Progetto Tevere donne:
in menopausa da almeno 12 mesi, tra i 50 e i 74 anni
con giro vita ≥ 85 cm
che non abbiano mai avuto tumori maligni (eccetto basaliomi cutanei), né
carcinomi in situ della mammella
2
che abbiano effettuato una mammografia in data non antecedente a 6 mesi
dal momento in cui chiedono di entrare nel progetto
che non soffrano di insufficienza renale, epatica o cardiaca
Tel. 02 2390 2868
[email protected]
www.istitutotumori.mi.it
Agire
NT
no studio multidisciplinare, condotU
to in collaborazione tra diverse Unita’
(Genomica Tumorale, Chemioterapia e
Farmacologia antitumorale preclinica,
Chirurgia Toracica, Statistica e Biometria)
della Fondazione IRCCS Istituto
Nazionale dei Tumori e coordinato da
Gabriella Sozzi, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Proceedings of the National
Academy of Sciences of the U.S.A.
(http://www.pnas.org), ha dimostrato
che nei tumori polmonari esiste una
sottopopolazione di cellule che possiede caratteristiche di staminalità. Queste
cellule sono identificabili per l’espressione del marcatore CD133 ed hanno un
potenziale di rigenerazione del tumore
molto superiore rispetto alle altre cellule
che compongono il tumore stesso.
“Recenti ricerche – spiega Giulia
Bertolini, la giovane ricercatrice
responsabile dello studio – hanno evidenziato come non tutte le cellule che
compongono un tumore abbiano le
stesse capacità tumorigeniche.
Similmente a quanto accade nei tessuti normali dove specifiche cellule, le
cellule staminali, grazie al loro alto
potenziale rigenerativo sono responsabili del mantenimento dell’integrità e
della funzione tessutale, cosi è stato
ipotizzato che anche nei tumori esista
una sottopopolazione di cellule con
elevata capacità di mantenere ed eventualmente riformare il tumore stesso”.
Lo studio molecolare delle caratteristiche delle cellule identificabili per
l’espressione del marcatore CD133 ha
evidenziato inoltre un particolare profilo
di espressione genica che si avvicina a
quello delle cellule staminali, con elevata espressione di geni che ne favoriscono la sopravvivenza e l’autorinnovamento. Le cellule CD133 positive
esprimono inoltre alti livelli di geni coinvolti nell’eliminazione di sostanze estranee e nella mobilità, risultando quindi
potenzialmente resistenti al trattamento coi farmaci tradizionali e coinvolte
nei processi di disseminazione del
tumore. Ad indicare come queste
caratteristiche possano influenzare
anche l’andamento clinico della patologia tumorale polmonare, nello stesso
studio si é inoltre osservato che la presenza di cellule CD133 positive é un
indicatore di una prognosi sfavorevole
in pazienti con tumore polmonare.
“Una nuova chance per battere il tumore al polmone”
uesto studio – sostiene Gabriella
Q
Sozzi, Responsabile all’INT dell’Unità
di Citogenetica molecolare – pone le
basi per una analisi più razionale delle cause dello scarso successo delle
cure disponibili per il cancro polmonare, che rappresenta oggi la principale
causa di mortalità per tumore.
Le ipotesi da cui siamo partiti sono state confermate da studi su modelli che
hanno utilizzato frammenti tumorali prelevati da pazienti sottoposti a chirurgia
per tumore polmonare. Il trattamento
di questi tumori con un comune farmaco chemioterapico, benché in grado
di ridurre la massa tumorale, é risultato inefficace nell’eliminare le cellule
CD133 positive che potevano quindi
dare nuovamente origine al tumore”.
Lo studio è stato realizzato grazie alla
stretta collaborazione tra le Unita’ di
Genomica Tumorale e di Chemioterapia e Farmacologia antitumorale preclinica del Dipartimento Sperimentale che
ha permesso lo sviluppo di importanti
modelli per studiare in vivo la risposta
individuale dei tumori dei pazienti ai
trattamenti farmacologici.
Nell'aprile scorso Gabriella Sozzi era
stata a San Diego, California, ospite
dell'American Thoracic Society dove
aveva illustrato un nuovo passo avanti
condotto nel suo laboratorio, ricordando che la ricerca sui tumori polmonari
era stata avviata già a partire dal 1990
e nel 1996 aveva portato ad individuare le anomalie di un gene, presenti
nell'80% dei casi di tumore al polmone, denominato ‘FHIT’.
D: Una ricerca che, dunque, viene
da lontano….
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Identificate le cellule
responsabili della malignità
del tumore polmonare
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Gabriella Sozzi
dell’Istituto dei tumori di Milano
R: “Sì, ma sono, normalmente, i tempi della ricerca. Il percorso è proseguito grazie a
piccoli e importanti passi che hanno condotto a una nuova frontiera, decisamente
spostata sulla medicina molecolare”.
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21-04-2009 18:04:59
D: Che ha consentito?
R: “Di brevettare un test molecolare per
diagnosi e prognosi del cancro polmonare. Si agisce sul sangue e in particolare sul plasma dove quantifichiamo i livelli
di Dna circolante. I pazienti con questo
tumore hanno infatti valori di Dna 8 volte
più alti di chi non soffre della patologia.
Il Dna plasmatico si innalza negli stadi
iniziali della malattia e consente di individuare quelle forme di tumore più aggressive che potrebbero essere curate
in modo più appropriato. Oltre al fatto
che la possibilità di individuare e studiare le cellule responsabili del mantenimento del tumore apre ora la strada per
lo studio di nuove terapie mirate selettivamente alla loro eliminazione”.
DUE RICONOSCIMENTI ALL'INT:
A misura di donna
Per l’assistenza domiciliare
Bollino rosa anche nel 2009. Dieci ospedali
a misura di donna. Sono dieci gli ospedali milanesi che hanno ottenuto tre ‘bollini
rosa’, speciali riconoscimenti assegnati
ai poli sanitari che offrono i migliori servizi
mirati alle patologie delle donne. Il premio,
promosso dall'Associazione Onda, è andato, a Milano, oltre che alla Fondazione
Istituto Nazionale dei Tumori e alla Fondazone Policlinico Mangiagalli, alle Aziende
Ospedaliere San Paolo, San Carlo, Sacco,
Buzzi, Niguarda, Fatebenefratelli, al San
Raffaele e all’ Istituto Europeo di Oncologia. Una guida che riporta i poli d'eccellenza sarà distribuita nelle 424 farmacie della
provincia di Milano.
La Joint Commission International, l'ente
statunitense che accredita le strutture sanitarie e ne accerta la qualità, ha deciso di
assegnare a sette ospedali milanesi la prima certificazione europea di un percorso di
cura per l'assistenza domiciliare ai pazienti
oncologici terminali. I sette ospedali sono:
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei
Tumori, Istituti Clinici di Perfezionamento,
Fatebenefratelli, Niguarda Cà Granda, San
Carlo, San Paolo, Sacco. I riconoscimenti
sono stati cosegnati durante una cerimonia
dal Presidente della Regione Lombardia,
Roberto Formigoni e da quello della Joint
Commission, Anne Ronney.
3
NEWS DALL'INT
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
Un farmaco antitumorale, già individuato
dai ricercatori INT, attivo anche per i tumori delle ovaie
N
el 2007 Lancet Oncology aveva
pubblicato uno studio coordinato dai
ricercatori della Fondazione INT, in collaborazione con i centri di Boston,
Londra, Lione e Parigi, in cui veniva
evidenziata la spiccata attività antitumorale nei confronti di alcuni tumori
delle parti molli (vedi box) di una molecola, la trabectedina, ricavata dall’ascidia, un mollusco marino che vive nei
Caraibi.
Un nuovo studio, coordinato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario
Negri’, a cui ha partecipato anche la
Fondazione INT, ha ora dimostrato che
il farmaco antitumorale a base di trabectedina, prodotto da un’azienda
spagnola, funziona anche nel contrasto del tumore alle ovaie ed, in particolare, sulle recidive.
L’utilizzo terapeutico anche in questa
Borsa di studio
Lilt-Estée Lauder
a Gaia Roversi (INT)
Gaia Roversi, ricercatrice presso
l’unità di Genetica Medica, ha ricevuto la borsa di studio ‘Nastro
Rosa Estée Lauder’ nell'ambito
della campagna promossa dalla
Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) per la prevenzione del
tumore al seno.
Su100 donne colpite dalla malattia il 5-10% ha una predisposizione ereditaria ad ammalarsi.
L'obiettivo è cercare di fare in modo
che il destino di queste donne non
sia segnato.
Attraverso un lavoro di équipe, che
consiste innanzitutto nella raccolta
e analisi dei dati delle donne che
arrivano in consulenza genetica
con il sospetto di essere a rischio
ereditario, sono stati finora raccolti i dati riguardanti quasi tremila
famiglie. In particolare le ricerche
mirano a definire stime di rischio di
malattia personalizzate, identificazione dei fattori di rischio/protettivi, caratteristiche biologiche dei
tumori ereditari, studio dei possibili farmaci preventivi, risposta
ai diversi chemioterapici, impatto
psicologico e sociale dei test genetici predittivi.
4
direzione ha ricevuto nei giorni scorsi
l’autorizzazione da parte dell'Agenzia
europea del farmaco (Emea).
La trabectedina agisce legandosi al
Dna e alterando l'espressione di alcuni
geni importanti per lo sviluppo del
tumore, che nel 40 per cento delle
pazienti si riduce della metà e nelle
altre arresta la sua crescita. Viene somministrata assieme a un altro chemioterapico – la antraciclina liposomiale – già
usata per trattare le recidive.
La nuova terapia non è risolutiva, ma
ritarda di diversi mesi la ricomparsa della
malattia rispetto all'antraciclina da sola.
La trabectedina, inoltre, agisce in
modo abbastanza selettivo sulle cellule malate, e questo fa sì che gli effetti
collaterali siano modesti.
I sarcomi
dei tessuti molli
I sarcomi dei tessuti molli nell’adulto sono forme tumorali che
compaiono quando le cellule
maligne si formano all’interno di
un tessuto molle dell’organismo,
indipendentemente dalla sede.
Tali tessuti sono i muscoli, i tessuti connettivi, i vasi sanguigni o
linfatici, i nervi, i legamenti ed il
tessuto adiposo. Solo la biopsia
permette di scoprire di quale tipo
di sarcoma si tratta e da quale
tessuto ha avuto origine.
Metà dei sarcomi si forma a livello degli arti superiori o inferiori, gli altri possono interessare il
tronco, la testa, il collo gli organi
interni o il retro peritoneo, ovvero la parte posteriore della cavità
addominale ricca di tessuto adiposo e connettivo
Info: [email protected]
Proiettare nel futuro un grande passato e un autorevole presente
segue da pag. 1
sere più generale della popolazione. Si tratta, in altre parole, di realizzare un non
facile equilibrio tra esigenze diverse, ma altrettanto importanti, che chiama in causa l’individuazione di priorità, l’organizzazione del lavoro e, non ultime, le singole,
legittime aspettative, legate però da un comune obiettivo: fornire più salute.
Tutto ciò assume ancor più grande rilievo perché la storia dell’Oncologia italiana
si identifica spesso con la storia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, oggi
Fondazione. Alcune delle svolte epocali a livello mondiale, della lotta contro quello
che è ancora il ‘male del secolo’, infatti, sono state, e tuttora sono, spesso segnate da studi e da innovazioni terapeutiche di grande rilevanza messe a punto nei
laboratori e nei reparti di Via Venezian.
La proiezione nel futuro di un grande passato e di un autorevole presente, anche
in campo internazionale, passa, in primo luogo, attraverso la costante ricerca della
valorizzazione delle diverse professionalità e competenze che lavorano, con grande
abnegazione, in Istituto, talvolta in difficili condizioni logistiche, e in molti casi, soprattutto nel campo della ricerca, anche di incertezza economica. Si tratta di problemi a
cui l’Istituto, assieme alla Regione Lombardia, a partire dal progetto del nuovo polo
pubblico di ricerca e cura che sorgerà a Vialba, ha cominciato a fornire soluzioni.
Ma la sfida, a cui mi sento personalmente chiamato, assieme al Consiglio di Amministrazione, è il pieno dispiegamento delle potenzialità insite nello strumento
giuridico della Fondazione.
Uno strumento che può contribuire ad allentare le rigidità operative proprie delle
istituzioni governate dal diritto amministrativo, a partire dalla lunghezza dei tempi
che intercorrono tra l’assunzione e l’attuazione di una determinata decisione. Uno
strumento che, oltre a consentire di valorizzare meglio i risultati dell’attività complessiva dell’Istituto anche in termini economici, può dare un grande impulso a ricercare un miglior rapporto di comunità con il territorio, a partire dalla relazione con
il mondo del volontariato, dando così concretezza al concetto di sussidiarietà.
Tutte le istituzioni, però, camminano sulle gambe, guidate dalla testa, degli uomini e delle donne che con vari ruoli e funzioni vi partecipano ed il loro successo
dipende in ultima analisi dallo spirito di squadra che le anima. Alla cui intensità è,
dunque, legato anche l’esito della nostra avventura collettiva.
Antonio Colombo
Presidente
Agire
NT
I giovani tornano a fumare
A
l recente Congresso AIOM tenutosi a Milano è emerso un dato preoccupante. Nonostante i continui progressi scientifici nella diagnosi precoce
e nella cura, si registra un fallimento in
chiave di prevenzione. Soprattutto tra
i giovani ed in particolare per quanto
riguarda il fumo. Campagne di informazione a partire dalle scuole e divieto
di fumo nei locali pubblici e sui posti
di lavoro sembrano non funzionare. I
maschi sono addirittura sorpassati in
percentuale dalle giovani fumatrici. Pochi anni fa era il contrario. I messaggi
promozionali delle industrie del tabacco sembrano avere la meglio su quelli
preventivi.
A Roberto Boffi, Pneumologo, Direttore del Centro Antifumo della Fondazione INT e autore con Donatella Barus del manuale su come smettere di
fumare ‘Spegnila!’ (Rizzoli Ed.) chiedia-
mo: che cosa non ha funzionato?
"E' vero, in Italia, oggi purtroppo fuma
almeno un milione e mezzo di ragazzi
dai 15 ai 24 anni, e tre italiani su dieci
hanno acceso la loro prima sigaretta
quando ne avevano meno di 15. Si
calcola che fumino circa quattro undicenni e quattordici tredicenni su cento. Nelle scuole superiori fuma il 33
per cento dei quindicenni e il 40 per
cento degli studenti degli ultimi anni.
In alcune scuole superiori i presidi
hanno addirittura dovuto arrendersi a
predisporre aree fumatori. Proprio in
un momento in cui si moltiplicano e si
divulgano sempre più le conoscenze
scientifiche sui rischi per la salute correlati al fumo, attivo e passivo, assistiamo ad una vera epidemia di tabagismo
tra i giovanissimi e le giovanissime, la
più ampia mai conosciuta nel mondo
occidentale industrializzato, i cui dram-
matici effetti e i danni si vedranno nel
corso dei prossimi decenni."
Che cosa occorre fare, oltre ad intensificare quello che si sta già facendo?
"Un giovane fumatore su tre vorrebbe smettere, ma non sa come fare.
E appena ad uno su dieci è capitato
nell’ultimo anno che il proprio medico
gli suggerisse spontaneamente di dire
basta alle sigarette. Se invece un pacchetto di sigarette costasse almeno 5
euro, il 15 per cento dei ragazzi tra i
15 e i 24 anni smetterebbe di fumare
e il 40 per cento ridurrebbe. Inoltre alla
stragrande maggioranza degli adulti
non è mai capitato purtroppo di vedere
un tabaccaio che si rifiuta di vendere
le sigarette ad un ragazzino o che gli
chiede un documento per verificare
che non abbia più di 16 anni."
Ambulatorio per i danni da fumo: dalle 11 alle 16 tel. 02.2390/2307 - 2461
I componenti degli organismi
dirigenti della Fondazione
IRCCS Istituto Nazionale dei
Tumori
Consiglio di Amministrazione
Presidente:
Antonio Colombo
Consiglieri:
Annamaria Bernardini De Pace
Alberto Garocchio
Alberto Guglielmo
Robert Mazzucconi
Fabio Minoli Rota
Ornella Piloni
Una guida a vignette della Fondazione Facchetti
La Fondazione Giacinto Facchetti per lo studio e la cura dei tumori, diretta
dal Prof. Emilio Bajetta, direttore di Oncologia Medica della fondazione
INT, ha recentemente presentato ‘Metti il cancro in fuorigioco!’, il primo
progetto mai realizzato in Italia per spiegare la prevenzione nelle scuole e
sui campi di calcio, grazie all’Inter e al Comune di Milano.
Una guida a vignette per smentire i luoghi comuni sugli stili di vita viene
diffusa nelle scuole secondarie di secondo grado e negli Inter club, dove
sono previsti incontri di sensibilizzazione. Inoltre ha realizzato un video
contro le credenze più diffuse fra gli adolescenti in tema di tumori.
Il 24 ottobre, in occasione di Inter-Catania, a San Siro si è tenuta una serata di sensibilizzazione sugli spalti.
Direttore Generale
Gerolamo Corno
Direttore Scientifico
Marco A. Pierotti
Direttore Sanitario
Francesco Reitano
Direttore Amministrativo
Gian Augusto Novelli
5
FOCUS RICERCA
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
I risultati 2008 dell’attività scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori
La missione: “Dal letto, al laboratorio, al letto”
Nel 2008 conseguiti 2.250 punti di ‘Impact Factor’, che misura la qualità globale della produzione scientifica
l 2008 ha visto il conseguimento di
I2.250
punti di Impact Factor (erano
stati 1.503 nel 2007 e 1.686 nel 2006),
lo strumento con cui a livello internazionale si misura la qualità globale della
produzione scientifica. Un dato che
andrebbe però meglio misurato, visti i
tempi di pubblicazione dei risultati delle
ricerche sulle diverse riviste scientifiche,
su una cadenza triennale, da cui meglio
si evidenzia l’alto livello e la continuità
della nostra ricerca. Nel triennio 20062008 la media è stata di 1.813 punti di
Impact Factor contro i 1.583 del triennio 2005-2007.
Il significativo balzo in avanti è stato
ottenuto a fronte di una riduzione dei
finanziamenti per la cosiddetta Ricerca
Corrente (RC) finanziata dal Ministero
della Salute ed alla crescita dei finanziamenti privati e pubblici, aggiudicati in
competizione con altri enti, passati nello
stesso periodo da 6,85 a 8,64 milioni di
euro (fig. 1). Gli studi clinici spontanei,
cioè generati dai ricercatori dell’Istituto
senza essere sponsorizzati dall’industria farmaceutica, che misurano la
capacità progettuale innovativa degli
sperimentatori clinici di un Ente, sono
inoltre passati dal 18 al 32% del totale
degli studi attivati (fig. 2). Un ruolo
imprescindibile nel sostegno alla ricerca
della Fondazione INT è svolto da tanti
soggetti privati, tra cui l’Airc, la Lilt, l’Associazione Bianca Garavaglia e la
Fondazione Cariplo.
Marco Pierotti, Direttore Scientifico
della Fondazione, introducendo la
‘Giornata della Ricerca’, ha ricordato
che, in passato: “L’Istituto Nazionale
6
Competenze annuali dei finanziamenti
dei progetti di ricerca
dei Tumori ha prodotto cure innovative
che hanno cambiato, a livello mondiale, la cura ed il decorso di alcune tra le
più importanti patologie tumorali (tra
questi: il cancro della mammella ed i
linfomi di Hodgkin) e che questo ancora continua con i ‘criteri di Milano’ per
il trapianto di fegato, recentemente
rivisti dall’équipe guidata dal dott.
Vincenzo Mazzaferro e con un protocollo terapeutico innovativo (‘Strategia
di Milano’ ) per la cura del medulloblastoma, un tumore dell’età pediatrica
scarsamente curabile prima di questa
innovazione. Fino a pochi anni fa la
possibilità di guarigione era inferiore al
40%. Oggi grazie ad una tecnica radioterapica originale unita ad una chemioterapia intensiva modulata, la possibilità di guarigione è salita ad oltre il 70%,
con un periodo di osservazione superiore agli 8 anni”.
“Il nostro Istituto – ha aggiunto Pierotti
– è stato tra i primi ad avere attuato, per
Studi clinici approvati
2006-2008
ora a livello sperimentale su una forma
di tumore gastrointestinale (GIST), un
percorso innovativo multiprofessionale
e multidimensionale, dove il profilo
molecolare del tumore viene utilizzato
per definire un bersaglio verso cui indirizzare molecole costruite ad hoc.
E’ una sorta di circolo virtuoso cui partecipano chirurghi, anatomopatologi
affiancati da biologi molecolari e strutturalisti assieme ad oncologi medici
responsabili delle terapie.
Un approccio che aggiunge una nuova
dimensione a quello tradizionale: una
simulazione computerizzata delle interazioni farmaco/bersaglio. Tutto ciò consentirà, in prospettiva, di disporre di un
metodo di screening virtuale computerizzato con cui con metodiche proprie
della Nanomedicina, selezionare il farmaco giusto, alla dose giusta per il
paziente giusto che è l’obiettivo primario della medicina personalizzata”.
L’INT e la ricerca internazionale
Nel corso della 'Giornata della Ricerca'
della Fondazione premiati 3 giovani ricercatori
La Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori,
a livello internazionale, oltre a partecipare a numerosi
studi multicentrici, attualmente ha la responsabilità,
con Marco Pierotti, della Presidenza dell’OECI, l’Organizzazione degli Istituti Oncologici Europei, e partecipa, unico Centro italiano, al consorzio WIN, Consorzio per lo sviluppo della medicina personalizzata per
la cura dei tumori a cui partecipano Istituti europei,
americani, canadesi e cinesi.
Dr. Giovanni Beretta, Struttura Complessa di Chemioterapia e farmacologia antitumorale preclinica (direttore,
dr. Franco Zunino)
Dr.ssa Michela Casanova, Struttura Complessa di Pediatria (direttore, dr.ssa Maura Massimino)
Dr. Paolo Bossi, Struttura Semplice Trattamento Medico Tumori della Testa e del Collo (responsabile, dr.ssa
Lisa Licitra)
Agire
NT
Il Nobel per la medicina 2009 alla ricerca sui telomeri
Importanti risultati anche della ricerca INT
sul funzionamento dei telomeri
lisabeth Blackburn, Carol GreiE
der e Jack Szostak hanno ottenuto il
Nobel per la medicina 2009 per le loro
scoperte sui telomeri, cioè su quelle
porzioni di Dna che stanno all'estremità dei cromosomi.
I tre scienziati hanno scoperto che i telomeri sono organizzati in sequenze di
Dna semplici e ripetute e che l'enzima
specializzato per la loro replicazione è
la telomerasi. Quest'ultimo produce il
Dna che forma i cromosomi: una sequenza di informazione genetica che si
ripete più e più volte senza controllare
la produzione di nessuna proteina.
E' una funzione importante, quella
svolta da queste strutture, e la ricerca
sulle possibili conseguenze è appena
all'inizio, ma è già chiaro che riuscire a
controllare la crescita di queste strutture non solo potrebbe essere importante per contrastare l'invecchiamento,
ma potrebbe avere conseguenze importanti sia nella terapia dei tumori sia
nell'uso delle cellule staminali.
Si tratta di un campo di ricerca sul
quale la Fondazione IRCCS Istituto
Nazionale dei Tumori, è fortemente impegnata con importanti risultati.
Un gruppo di suoi ricercatori, infatti,
studiando il funzionamento dei telomeri, ha scoperto che alcune proteine,
legandosi ad altre, sono in grado di
contrastare l’invecchiamento cellulare
e lo sviluppo di tumori.
“Questo lavoro – sostengono Domenico Delia e Giacomo Buscemi, due
degli autori dello studio pubblicato su
Current Biology – aggiunge un altro
tassello al legame, ormai sempre più
stretto, tra i danni al DNA, la risposta
cellulare a questi danni e la senescenza cellulare. Suggerisce, inoltre, nuovi
modelli molecolari per eventi chiave
nell’invecchiamento cellulare e nella
senescenza indotta da oncogeni, che
possono rappresentare una fondamentale barriera che viene imposta
alla cellule precancerose. Barriera che,
solo se viene inattivata, consente la
progressione tumorale”.
I ricercatori dell’Istituto Nazionale dei
Tumori hanno dimostrato che per
fare questo le proteine che ricoprono
e proteggono i telomeri, e tra queste,
in particolare, la proteina TRF2, sono
in grado di legare la proteina chinasi
Chk2 e reprimerne l’attivazione ed in
particolare di inibire la sua capacità di
indurre senescenza cellulare.
“La resistenza a suicidarsi (apoptosi) della cellula tumorale a seguito di
danni al suo DNA – concludono i due
ricercatori – è un po’ considerato il tallone di Achille delle terapie antineoplastiche che agiscono attraverso questa
via. Tuttavia l’approfondimento della
conoscenza di questi meccanismi,
come esemplificato da questo lavoro,
potrebbe portare a nuove terapie che
rovesciano queste proprietà della cellula tumorale facendole diventare il loro
tallone di Achille”.
Una borsa di studio sul
rapporto traffico–leucemie
L’Associazione Lorenzo Perrone
ha finanziato una borsa di studio
dell’Istituto Nazionale dei Tumori di
Milano. Grazie al contributo dell’Associazione un giovane laureato lavorerà presso l’Istituto nel 2010 e
si occuperà dell’aggiornamento e
dell’ampliamento di uno studio sulla relazione tra leucemia infantile e
traffico veicolare.
Si tratta di uno studio pubblicato dalla struttura di Epidemiologia
dell’Istituto dei Tumori nel 2003 che
ha messo in evidenza un significativo
aumento del rischio di ammalarsi di
leucemia per i bambini che risiedono
vicino alle arterie di grande traffico. Il
precedente studio analizzava, con il
metodo caso – controllo, tutti i casi
di leucemia infantile che si sono verificati nell’area coperta dal Registro
Tumori di Varese dal 1978 al 1997.
Ora sarà possibile ampliare lo studio prendendo in esame tutti nuovi
casi che si sono verificati nella stessa area fino al 2006, ed estendere così l’analisi
del rischio ad un
arco temporale di
circa trent’anni.
I progetti speciali finanziati con il 5‰ della dichiarazione dei redditi
anno 2006 sono:
Il trattamento personalizzato dei sarcomi.
Lo sviluppo in medicina nucleare di radiofarmaci per la diagnosi e per nuovi trattamenti mirati sul tumore.
Nuovi biomarcatori per rendere più mirate le cure del carcinoma della mammella.
Un approccio multidisciplinare al carcinoma epatico.
Unità integrata per lo sviluppo translazionale di nuovi farmaci e/o nuovi approcci
terapeutici in tumori solidi.
Hanno lo scopo di valorizzare la progettualità del personale clinico-scientifico di INT.
E’ stata data una precisa priorità a quei progetti altamente rilevanti in un contesto
clinico. Infatti, i 5 progetti finanziati partono da una significativa domanda clinica o da
un bisogno di nuova conoscenza, ma sempre legato ad un problema clinico, e sono
articolati su durata pluriennale. I progetti pervenuti in risposta al Bando sono stati 21;
tutti sottoposti alla valutazione di revisori, di fama internazionale, identificati sia nei 3
esperti esterni del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione (Prof. Riccardo Dalla Favera, Herbert Irving Comprehensive Cancer Center Columbia University; Prof.
Pier Mannuccio Mannucci, Università degli Studi, Milano; Prof. Gian Carlo Roviaro,
Università degli Studi, Milano) sia tra i Direttori di comprehensive cancer center europei
afferenti a OECI.
7
LIBRI
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
Vado a farmi la chemio e torno…
La (bella e coraggiosa) storia di Paolino Crespi raccontata in un libro e sul suo blog
P
aolo ha appena finito la seconda media, nell’estate del 2008 è in campeg-
gio con gli amici quando si accorge
che qualcosa non va, il suo ginocchio
sinistro è gonfio. Quando rientra a casa
gli esami lo mettono di fronte all’ultima
cosa che si sarebbe aspettato: ha un
osteosarcoma… Cento casi all’anno
in Italia: “Ma proprio a me?” Da quel
momento cambia tutto: niente basket,
niente computer (perché in ospedale
non ci si può connettere), niente uscite
con gli amici. Paolo capisce di dover
mettere in campo una risorsa che non
gli manca: un po’ di sfrontatezza; il coraggio di affrontare la ‘sfiga’ tra impegni e distrazioni.
Una lotta che Paolo decide di raccontare prima in un blog: http://ilpaolino.
blog.tiscali.it e poi in un libro. Quattordici cicli di chemioterapia, quattro interventi chirurgici, sfilze di esami e terapie
di riabilitazione sono narrati, da questo
quattordicenne costretto a maturare
troppo in fretta, in presa diretta e con
incredibile leggerezza di sguardo.
La vita d’ospedale (le sveglie all’alba, i
deprimenti menù prosciutto-purè), l’antidoto del gioco (le bische clandestine
coi compagni di stanza, le sgommate
in carrozzina, gli scherzi dei clown).
L’antidoto più potente, però, è la sua
incredibile volontà di non lasciarsi sopraffare dalla malattia e non rinunciare mai ai propri sogni: vuole diventare
un grande chef e lavorare sulle navi da
crociera. Insieme alla capacità di andare incontro ai giorni con il sorriso sulle
labbra.
http://ilpaolino.blog.tiscali.it/
Dicembre 2008: La voglia di vincere:
..mi mancano solo 9 cicli di chemio
e ... sul gradino più alto ci sarò io!
Finalmente riesco a scrivere qualche
cosa, perché lì all'istituto non riuscivo
ad entrare nel blog. Vi porto OTTIME
notizie, perché dall'esame istologico
risultano dati eccezionali. Più del 90%
delle cellule tumorali, sono state annientate definitivamente.
I dottori hanno detto che questo risultato è un caso molto confortante.
Ed è per questo che sono felicissimo,
perché ora mi mancano solo 9 cicli di
chemio e ... sul gradino più alto ci sarò
io! Quest'anno però, probabilmente,
dovrò passare il Natale e il Capodanno
in ospedale ... uffi che pizza!!! …… In
camera con me, questa volta ho conosciuto Francesco, un ragazzo di 11
anni, della provincia di Varese. Sfortunato come me, forse più di me, perché ammalato di un tumore benigno
al cervello, che lo ha reso cieco 3 anni
fa e adesso lo sta immobilizzando a
letto senza parlare. Ho provato molta
tristezza nel vederlo in quello stato perché soffriva.
Il successo del blog
(Dicembre 2008)
Questa mattina, sveglia alle 7.00, per
recarmi all'ospedale di Tradate dove mi
8
aspetta, con siringa, laccio emostatico
e provette, Albertina, la mia infermiera
preferita. Non è la prima volta che mi
‘buca’ per un prelievo di sangue per
i soliti controlli ematici. Sono tornato
a casa dove mi aspettava Francesca,
mia cugina. In tarda mattinata ho fatto
un'oretta di geografia con la prof. Bianchi. Ma è nel pomeriggio che succede
il fattaccio ... In effetti qualche giorno
fa sono stato intervistato dalla mamma
di un mio compagno, che fa la giornalista e scrive per diversi giornali. Varese
News, un giornale online, ha pubblicato la mia storia. Improvvisamente il
blog ha cominciato a brulicare come
un formicaio. Il contavisite, impazzito,
segnalava numeri a 2 cifre…….Mi è
stato detto che il blog è carino ed è una
buona idea che potrebbe essere utilizzata anche da altri ragazzi che hanno
dei problemi come me. Mi godo con
orgoglio questa giornata speciale.
Settembre 2009:
L’uscita del libro e del ‘port’
Sono passati molti giorni dall'ultimo
mio post ... mi sono capitate moltissime cose. Dopo l'uscita del libro, il 9
settembre, sono diventato ‘molto popolare’. Hanno scritto di me su molti
giornali: Oggi, Il Corriere della Sera,
Varese News, La Prealpina, Repub-
blica, addirittura sono stato ricercato dal piccolo schermo. Sono stato
contattato anche dal general Manager, Antonello Riva del basket Veroli.
L'impressione è che sono diventato,
mio malgrado, una specie di celebrità ......... Sarà stata anche una coincidenza, ma il 9 di settembre è stato
il giorno ricco di eventi: l'uscita del libro in tutte le librerie, l'uscita puntuale
della rivista Oggi per la pubblicità e ...
‘l'uscita’ del port dal mio corpo.
Eh si, quella mattina, del 9 settembre,
neanche a farlo apposta io ero all'INT
per un piccolo intervento chirurgico
per estrarre quel corpo ‘contundente’
che mi ha accompagnato per un anno
intero, il tempo necessario per le cure
chemio-terapiche.
Per un anno intero mi sono sempre
domandato che diavoleria mi avessero impiantato ed è per questo che ho
preteso me la consegnassero al termine dell'intervento.
Un piccolo aggeggio di metallo con
un tubetto bianco che vi risparmio di
vedere ... Conserverò il mio port gelosamente e consiglio a tutti di provare a giocare, i numeri scritti sul retro,
al lotto ... naturalmente se qualcuno
di voi dovesse vincere ... mi spetta il
50% dei diritti ... ahahah ...
Una guerra da vincere
La storia dell’Oncologia raccontata dai protagonisti, di ieri e di oggi,
delle tante battaglie contro il cancro condotte in via Venezian,
nel nuovo libro curato da Gianni Bonadonna
T
ante storie che ne compongono,
incastrandosi, una sola di cui sono
state scritte solo le prime pagine. E’
la grande storia dell’Istituto Tumori di
Milano, oggi Fondazione, un fiore
all’occhiello della medicina non solo
italiana, nato dalla mente, dal cuore e
dalla caparbietà di un protagonista
della scena scientifica e politica come
il Professor Pietro Bucalossi, che
riunì attorno a sé un nucleo di giovani
promettenti ed entusiasti che instaurarono rapporti con i maggiori centri
di studio mondiali ed ebbero il coraggio e l’intelligenza di sperimentare,
affrontando sfide sempre nuove.
Tra questi il Dottor Gianni Bonadonna, che di questa grande storia
ha tirato le fila con il libro da lui ideato,
voluto, coordinato e realizzato ‘Una
guerra da vincere’, presto in libreria
per i tipi delle Edizioni Guerini ed
Associati. Si tratta di un lavoro che
si aggancia al passato per guardare
al futuro. Vi hanno contribuito medici
e stretti collaboratori di Bonadonna,
come Pinuccia Valagussa, che
ripercorrono esperienze personali e,
soprattutto, fanno il punto sulle ultime
frontiere della guerra al tumore.
E’ un libro che sa unire al rigore scientifico anche risvolti umani e riflessioni
che vanno al di là degli aspetti strettamente medici.
Gli autori, i protagonisti di ieri e di oggi
delle battaglie contro il cancro combattute in via Venezian, dimostrano di
saperci fare pure con la penna. Dalle
pagine affiorano episodi ora toccanti
ora curiosi e, in particolare, le persone: malati anzitutto, con le loro paure
e le loro speranze. Un rapporto spesso difficile ma che, sottolineano i medici, non va affatto trascurato.
Sono storie fatte di successi senza
celebrazioni e di sconfitte senza
abbattimento. La parola d’ordine non
scritta dell’Istituto Tumori di Milano è:
andare avanti, poiché dopo un traguardo ce n’è subito un altro e non ci
si può fermare. Mentre si applicano le
tecniche di oggi, nelle corsie e nei
laboratori si studiano già quelle di
domani in stretta collaborazione con
centri di vari Paesi.
Insieme a parti rievocative, il libro dà
spazio, anzi il maggior spazio, all’evoluzione delle tecniche chirurgiche ed
operatorie, ai farmaci d’avanguardia,
alle metodologie d’ispezione che si
stanno facendo strada o sono ancora
in embrione perché la sfida non
ammette pause.
In ricordo di Giuseppe De Palo
Giuseppe De Palo è stato un oncologo vero. Voglio ricordarlo anzitutto così, ancor prima che come
grande clinico, cioè come un medico che al suo lavoro ha sempre
dedicato tutto se stesso, sacrificando anche il poco tempo libero per
preparare lezioni, scrivere articoli e
libri scientifici, partecipare a convegni a cui contribuire seriamente con
i risultati dei nostri studi. Un entusiasmo ed una passione che non
aveva mai perso.
De Palo fece parte del ristretto
gruppo, con Gabriella Della Torre,
microscopista elettronica, Franco
Rilke e Silvana Pilotti, patologi, che
per primo al mondo individuò al mi-
croscopio elettronico, le particelle
virali definite di Papova virus nei nuclei di cellule di condilomi, cioè lesioni dovute al Papillomavirus, della
cervice uterina.
Una scoperta che, era il 1978, proiettò l’Istituto Nazionale Tumori di
Milano al centro dell’interesse dei
ricercatori internazionali e da cui
sono poi partiti gli studi che hanno
portato al Nobel il prof. Harald zur
Hausen, con il quale l’Istituto mantiene tuttora contatti. Il suo nome e
il suo lavoro rimarranno nella nostra
storia e nella vita di tante persone
e famiglie.
Gianni Bonadonna
Agire
NT
Per un grande
gioco di squadra
segue da pag. 1
tività gestionale e dare continuità agli investimenti, potenziando ed alimentando così
il felice connubio tra clinica e ricerca, che
rappresenta uno dei pilastri portanti di questo storico Istituto. Tutto ciò nella prospettiva, esaltante, del trasferimento dell’Istituto
nella 'Città della Salute e della Ricerca', il
nuovo polo sanitario e scientifico che costituirà una punta di diamante del panorama
sanitario italiano e internazionale.
E’ mia ferma intenzione interpretare queste
responsabilità con il massimo impegno e
con l’obiettivo primario di rafforzare, nei circuiti clinici e gestionali di questa prestigiosa
Fondazione, l’orgoglio e il senso di appartenenza che deriva dalla consapevolezza
dell’eccellenza delle prestazioni sanitarie e
degli eclatanti risultati di ricerca conseguiti
e messi a disposizione dei nostri cittadini.
L’Istituto Nazionale dei Tumori non è un
Ospedale della Città di Milano o della sola
Lombardia. Direi che esso travalica ogni
limite geografico: è l’Istituto della gente,
gente che qui soffre, ma spera e, sempre
più spesso, guarisce.
Ed è per questa gente che io e la mia direzione strategica, confortati e orientati dagli
indirizzi del Presidente e del Consiglio di
Amministrazione lavoreremo senza risparmiarci, con il solo fine di migliorare la qualità, già alta, dell’assistenza resa ai pazienti.
Per questo occorre una forte sinergia tra
le attività di prevenzione, di cura e di ricerca, intrecciate, a loro volta, con le funzioni
amministrative, tecnologiche e formative.
La logica del 'miglioramento continuo',
già fortemente radicata, deve impadronirsi
di ogni settore e angolo dell’Istituto fino a
costituire un patto di alleanza e di lealtà tra
le varie professionalità. Penso, quindi, sia
necessario favorire il 'pensiero collettivo'
creando maggiore comprensione e collaborazione tra i diversi ruoli dell’organizzazione.
In tal senso, la valorizzazione delle risorse
umane diventa la priorità delle priorità. Certo gli aspetti da esplorare e le soluzioni da
individuare, per continuare a svolgere un
ruolo di avanguardia e di eccellenza, sono
diverse, ( risorse professionali, economiche
ed organizzative ) ma non partiamo sicuramente da zero. Negli 80 anni della sua
storia l’Istituto Nazionale dei Tumori ha raggiunto i suoi celebrati traguardi, sapendo
sempre combinare tradizione ed innovazione, aprendo così orizzonti e prospettive
significative nella cura dei tumori. E’ quello
che, assieme, dovremo continuare a fare,
orgogliosi del passato, senza timori nell’affrontare i cambiamenti del futuro.
Gerolamo Corno
Direttore Generale
9
VIAGGIO TRA chi sostiene l'int
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
SALUTE DONNA
da 15 anni
a fianco dell’INT
nella prevenzione
www.salutedonnaweb.it
SALUTE DONNA nasce nel
1995 per inizaitiva della sua
attuale Presidente Annamaria
Mancuso ed ha sede presso
l’Istituto Nazionale dei Tumori.
L’Associazione opera non solo
in Lombardia (con 11 ambulatori
di prevenzione che effettuano
visite senologiche ed esame
della cute), ma anche in Piemonte,
Lazio, Abruzzo, Calabria, Sicilia,
Sardegna.
SALUTE DONNA sostiene da
sempre le finalità ed i progetti di
ricerca scientifica dell’INT, con
borse di studio e strumentazioni
offerte negli anni ai dipartimenti
di Senologia, Chirurgia Plastica,
Radiologia, Chemioterapia, con
l’organizzazione di convegni
aperti alla popolazione ed al personale sanitario sui temi di maggiore interesse.
L’Associazione sostiene, inoltre,
il dipartimento di Epidemiologia
con la convinzione che una corretta alimentazione possa aiutare a prevenire le recidive nelle
donne operate al seno.
A t t r a v e r s o l a L i n e a Ve rd e
SALUTE DONNA 800 223 295
collabora con la segreteria del
PROGETTO DIANA per l’organizzazione dei corsi di cucina
naturale.
La Linea Verde è inoltre attiva
negli accompagnamenti e disbrigo pratiche per persone in difficoltà dell’hinterland milanese e
di altre città italiane.
Da ultimo attraverso il sito www.
salutedonnaweb.it promuove la
divulgazione degli ‘appuntamenti con la prevenzione, con il Prof.
Franco Berrino’ che hanno luogo
ogni primo mercoledì del mese
in aula magna dell’Istituto Tumori.
10
IL FONDO DI GIò
M io figlio Giovanni è stato curato
dal suo tumore cerebrale anche qui
all’INT, dove ho portato la risonanza della
sua ‘pallina’ – come la chiamava lui – ed
ho ricevuto consulenza medica decisiva.
A dir la verità, quando la Dottoressa
Maura Massimino ha visto le immagini, di ‘palline’ accanto alla prima ce
n’erano altre due, e ciò nonostante
l’operazione e la radio, e qualche chemio non proprio ben tollerata. Era l’inizio della ricaduta.
Tengo caro nella mente il volto rassicurante della Dottoressa, e le sue
parole ben scandite e decise, pur a
commento di quella risonanza che a
me pareva drammatica: “Ho visto tumori ben più grandi di questo. Mi dica
invece COME STA suo figlio”.
Quel che ho provato all’udire quelle parole è difficile da spiegare, in sostanza
posso dire di aver toccato il cielo con
un dito. Quel che importava era COME
STAVA Gio – e lui stava benone –, era
inverno, eravamo appena stati a sciare
con il papà e la sua sorellina minore;
quel che importava era
che noi quella sua ‘pallina’, pur con qualche
‘briciola’ in più accanto,
potevamo continuare a
tenerla sotto controllo;
quel che importava era
che di cose, e di cure, da fare ce n’erano ancora tante.
E di cose, di cure, Giovanni ne ha poi
effettivamente fatte tante: per sé, per
noi sua famiglia ed amici; semplicemente per l’amore più vero per la vita
stessa, che ha sempre assaporato
Un bimbo
durante
l'annuale
Marcia di Gio
pienamente, proprio perché è sempre
stato abbastanza bene.
Perché bene, di cancro, si può vivere,
si può stare. Quel cielo che quel primo
pomeriggio d’inverno avevo toccato
con un dito è il luogo in cui Gio si trova
ora, perché chi ci lascia lo fa solo fisicamente.
L’arcobaleno che ha disegnato pochissimo prima di andarsene rappresenta quella Fiducia più autentica e pura
che, grazie anche alla qualità delle cure
somministrategli, non l’ ha mai abbandonato, non mi ha mai abbandonata,
può non abbandonare mai ed essere
mantenuta viva a rafforzare
l’opera incessante e valorosa
dei nostri medici e dei nostri
ricercatori.
Perché se Gio ed altri bimbe
e bimbi, e ragazze e ragazzi,
hanno perso la guerra pur
vincendone tutte le battaglie, altri possono vincerla anche per loro.
Ed alcuni la vincono, anche beneficiando del progresso che la scienza medica fa grazie alla ricerca…….
Francesca, mamma di Gio
Il Fondo di Gio per la ricerca sui tumori cerebrali ONLUS
Tel. 0403401927, 335225676, e-mail: [email protected] www.ilfondodigio.
Borsa di Studio sulle Nanotecnologie
Associazione Bianca Garavaglia
L’Associazione Bianca Garavaglia indice un avviso pubblico per l'assegnazione di una borsa di studio a un giovane laureato che desideri approfondire
la sua preparazione in uno dei settori più innovativi dell'Oncologia Sperimentale, l’applicazione delle nanotecnologie nella ricerca oncologica, attraverso
la formazione per un periodo minimo di 2 anni presso i Laboratori del prof.
Mauro Ferrari, Direttore del Department of Nanomedicine, School of Medicine, The University of Texas Health Science Center a Houston, e di proseguire nella formazione e nell’applicazione dell’esperienza acquisita per un
periodo di almeno altri 2 anni presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale
dei Tumori di Milano. Info: www.abianca.org
Agire
NT
Dall'8 all'11 Novembre 2009, a Villa Erba - Cernobbio (CO)
Terzo Congresso Mondiale per il Cancer Control (ICCC-3)
Il congresso è organizzato dalla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei
Tumori, in collaborazione con la canadese International Cancer Control
Association (ICCA), il decisivo sostegno delle Regione Lombardia ed il patrocinio del Ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali, del Ministero degli Esteri, della Commissione
Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
N
ei prossimi anni l’Africa, l’Asia e il
Sudamerica saranno interessati da una
epidemia di nuovi casi di tumore: si stima che nel 2020 il 70% di nuovi casi
di tumore nel mondo insorgeranno nei
paesi in via di sviluppo, in paesi dove
non vi sono organizzazioni sanitarie
capaci di confrontarsi con la malattia.
Durante i 4 giorni a Cernobbio, dove è
prevista la partecipazione di delegati di
70 Paesi, saranno affrontati con il contributo delle grandi organizzazioni internazionali e di volontariato per la promozione della salute, i più importanti
temi per il controllo del cancro, come
la prevenzione primaria, i programmi
di screening, i processi organizzativi,
la terapia del dolore e la gestione dei
malati terminali, le linee guida di tipo
clinico, e la modalità per la collaborazione tra clinici, ricercatori, pazienti e
volontari per la gestione della malattia
e le sue sequele.
In occasione del congresso è stata
preparata una Monografia edita dalla
rivista Tumori alla quale hanno partecipato decine di autori di 30 diversi paesi
che offre uno spaccato delle attività di
controllo della malattia nel mondo ai
giorni nostri.
Obiettivo principale del Congresso è la
promozione di cooperazioni internazio-
Il cancro e l’Africa
Si stima che nel mondo muoiano
di cancro circa 8 milioni di persone
l’anno. L’Organizzazione Mondiale
della Sanità stima che alla fine del
prossimo decennio insorgeranno
nel mondo 16 milioni di nuovi casi
e di cui il 70% nelle nazioni in via di
sviluppo. Nel 2020, degli 8,8 milioni
di nuovi casi, più di un milione occorreranno nelle regioni dell’Africa
sub-sahariana.
La malattia oncologica e’ diventata
un problema globale ed è una emergenza nei Paesi in via di sviluppo.
Nel continente africano la diffusione
della malattia si presenta in modo
drammatico per l’arretratezza economica e strutturale di molti paesi
e perché i sistemi sanitari sono indirizzati alle storiche gravi malattie
dell’area (malnutrizione, diarrea,
malattie infettive). Per questa situazione in Africa il cancro si presenta
in forme avanzate e gravissime ormai
sconosciute agli occidentali.
Il cancro è una malattia frequente
nelle età mature e avanzate. La positiva diffusione della crescita economica ha offerto a molti paesi africani un vita media oltre i 50 anni e
purtroppo ciò comporta un maggior
rischio di malattia. In Africa si stanno
rapidamente diffondendo stili di vita
a rischio: fumo, alcool, cattiva alimentazione, esposizione ambientale
e professionale a sostanze cancerogene. Gli studiosi prevedono che la
collaborazione con i paesi africani
sia indirizzata allo sviluppo di scuole
oncologiche con attenzione alla formazione per la prevenzione primaria,
allo sviluppo di reti di sorveglianza
della epidemia attraverso la costituzione di registri tumori e allo sviluppo
del controllo della malattia nella fase
terminale.
nali ed intercontinentali per il controllo
del cancro. Il logo del congresso ricorda gli anelli delle Olimpiadi e i 5 colori
dei 5 continenti.
In particolare il congresso promuoverà collaborazioni tra i paesi del Medio
Oriente e del Mediterraneo, tra i paesi
dell’America Centrale e del Sud America, e sarà data grande enfasi per
l’avvio di collaborazioni tra Europa ed
Africa ed i delegati saranno invitati a
firmare un appello ai leader politici dei
due continenti perché il cancro sia incluso nella Agenda delle collaborazioni
internazionali.
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
Agire
INT
Periodico della Fondazione IRCCS
dell’Istituto Nazionale dei Tumori
20133 Milano, via Venezian 1
tel. 02 23 90 24 86
http//www.istitutotumori.mi.it
[email protected]
Numero 4/09 - Periodicità trimestrale
Autorizzazione Tribunale - N. 592 del 23.09.1998
Direttore responsabile: Antonio Colombo
Comitato di redazione
Gerolamo Corno - Gian Augusto Novelli
Marco A. Pierotti - Francesco Reitano
Coordinamento Editoriale
Enrica Alessi - Roberto Mazza - Sergio Vicario
Segreteria di redazione: Katy Mennillo
Editore: Metafora srl
Via Catania, 8 20133 Milano - tel. 02 71 04 00 91
Design: Cabrini Associati srl - Milano
Stampa
Cattaneo Paolo Grafiche s.r.l. Oggiono - Lecco
Finito di stampare ottobre 2009
11
SuperFlash. La carta che si crede una banca.
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