Principi di Economia I - Microeconomia Esame Giuseppe Vittucci Marzetti∗ Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca Corso di Laurea in Scienze dell’Organizzazione 7 Gennaio 2016 Istruzioni: L’esame dura 90 minuti. Scrivi in modo leggibile e conciso. Indica chiaramente all’inizio di ciascuna risposta la domanda/sezione a cui la risposta si riferisce. Ogni parte assegna da 0 (nessuna risposta o risposta completamente errata) ad un massimo di punti indicato a lato di ciascuna (risposta esatta e concisa) per un totale di max 30 punti. Puoi utilizzare solo i fogli protocollo consegnati durante lo svolgimento della prova. Al termine della prova devi riconsegnare tutti e solo i fogli ricevuti. Immediatamente dopo la consegna, su ciascun foglio protocollo scrivi in modo chiaro e leggibile a penna indelebile il tuo nome, cognome e numero di matricola. I fogli recanti una qualsiasi correzione o cancellazione nei dati identificativi dello studente non verranno valutati a meno di non richiederne l’immediata sostituzione. 1. Assumiamo che i benefici monetizzati (l’utilità monetaria) che attribuisci ai diversi livelli di consumo di bicchieri di vino siano quelli in tabella: Numero bicchieri 1 2 3 4 5 6 7 Totale 12 20 26 30 32 33 33 Utilità (in e) Medio Marginale Totale Costo (in e) Medio Marginale (a) (3 punti) Completa la tabella assumendo che, nel locale in cui vai, ogni bicchiere di vino costa 3 euro. Soluzione ∗ Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, Milano, MI 20126, Italy, E-mail: [email protected] 1 Numero bicchieri 1 2 3 4 5 6 7 Totale 12 20 26 30 32 33 33 Utilità (in e) Medio Marginale 12 12 10 8 8,67 6 7,5 4 6,4 2 5,5 1 4,71 0 Totale 3 6 9 12 15 18 21 Costo (in e) Medio Marginale 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 (b) (3 punti) Applicando il principio costi-benefici, calcola il numero di bicchieri ottimali e il tuo surplus in equilibrio. Soluzione In base al principio costi-benefici, è ottimale aumentare il consumo di bicchieri di vino fino a quando il costo marginale (sempre uguale e pari a 3 euro) è inferiore all’utilità marginale. Nel caso di specie è ottimale consumare 4 bicchieri di vino. Dal quinto bicchiere in poi l’utilità marginale è minore del costo marginale. Il surplus è pari alla differenza tra utilità e costi. Il surplus generato dal consumo di 4 bicchieri di vino è pari a 18 euro (= 30 − 12) (c) (2 punti) In base al principio costi-benefici, come cambierebbe la tua scelta se avessi già pagato 10 euro per un biglietto non rimborsabile e non cedibile per entrare nel locale? Come si chiamano i costi che hai sostenuto per il biglietto? Soluzione La mia scelta non cambierebbe, essendo i costi che ho sostenuto per entrare nel locale non recuperabili ed essendo già stati sostenuti. Si tratta di costi irrecuperabili, o affondati (sunk costs). (d) (3 punti) Se il locale fosse l’unico della zona in cui bere vino, al gestore ogni bicchiere di vino costasse 50 centesimi, inoltre il gestore conoscesse perfettamente la tua disponibilità a pagare per ciascun bicchiere di vino e non ci fosse possibilità di arbitraggio (non potessi scambiare vino con gli altri clienti del locale) – ricorressero cioè le condizioni per la discriminazione di prezzo di primo grado, o prezzi personalizzati –, il gestore fisserebbe lo stesso prezzo per i diversi bicchieri di vino? Se no, quale prezzo fisserebbe per i diversi bicchieri? Quanti bicchieri consumeresti? Quale sarebbe il tuo surplus in equilibrio? Soluzione Ricorrendo le condizioni per la discriminazione di prezzo di primo grado, il gestore mi venderebbe i diversi bicchieri a un prezzo pari alla mia disponibilità a pagare per ciascuno (pari all’utilità marginale), fino a quando questa fosse maggiore del costo marginale di produzione che sostiene (pari a 50 centesimi). Cosı̀, pagherei il primo bicchiere 12 euro, il secondo bicchiere 8 euro, il terzo bicchiere 6 euro, ecc. Il gestore mi venderebbe il sesto bicchiere a un euro, e lı̀ si fermerebbe, essendo io disposto a consumare il settimo solo gratis, ma dovendo lui comunque sostenere un costo di 50 centesimi. Principi di economia I Pag. 2 di 7 Scienze dell’Organizzazione In equilibrio quindi consumerei 6 bicchieri di vino, pagando 33 euro e ottenendo un surplus nullo. 2. Considera il mercato del caffé, assumendo curve di domanda e offerta lineari. (a) (4 punti) Mostra graficamente e discuti come varia l’equilibrio concorrenziale in caso di: i) forti aumenti nel prezzo del tè; ii) aspettative dei consumatori circa aumenti consistenti del prezzo del caffé nel futuro; iii) aumenti nei costi di produzione del caffé, per aumento delle imposte sui fertilizzanti; iv) aumento del numero dei venditori per l’entrata nel mercato nazionale di produttori esteri. Soluzione i-ii) L’aumento nel prezzo del tè (bene sostituto del caffé) e le aspettative dei consumatori circa aumenti consistenti del prezzo del caffé nel futuro generano entrambi un aumento della domanda di caffé. La curva di domanda di caffé si sposta verso destra e aumentano sia prezzo sia quantità di equilibrio del caffé. p S E’ p′ E p D’ D Q Q Q′ iii) L’imposta sui fertilizzanti, aumentando i costi dei produttori di caffé, fa spostare la curva di offerta verso sinistra. Il prezzo del caffé aumenta e la quantità scambiata sul mercato diminuisce. p S’ S E’ p′ E p D Q′ Q Q iv) L’aumento del numero dei venditori sposta la curva di offerta verso destra. Il prezzo del caffé diminuisce e la quantità scambiata sul mercato aumenta. Principi di economia I Pag. 3 di 7 Scienze dell’Organizzazione p S S’ E p E’ p′ D Q Q′ Q (b) (2 punti) Calcola l’elasticità puntuale della domanda di caffé al prezzo assumendo che, quando il prezzo del caffé passa da 1,5 a 2 dollari al Kg, la quantità complessivamente domandata di caffé annualmente sul mercato passa da 150 milioni di sacchi (un sacco corrisponde a circa 60 kg) a 120 milioni di sacchi. La domanda di caffé è elastica? Soluzione 120−150 × 100 20% ∆Qd ∆p 150 = ǫ=− d / = − 2−1,5 = 0, 6 Q p 33, 3̄% 1,5 × 100 La domanda di caffé è rigida (ǫ < 1). (c) (2 punti) Nel punto (b), la spesa complessiva annuale in caffé aumenta o diminuisce all’aumentare del prezzo? Se l’elasticità fosse stata (in valore assoluto) maggiore, la variazione della spesa sarebbe stata maggiore o minore? Soluzione Essendo la domanda rigida, la spesa complessiva a seguito dell’aumento di prezzo aumenta. Nel caso di specie, di fatto passa da 13.500 a 14.400 milioni di dollari l’anno. Se l’elasticità della domanda al prezzo fosse stata maggiore, l’aumento della spesa sarebbe stato minore. Con una curva di domanda elastica (ǫ > 1) la spesa complessiva sarebbe diminuita. 3. Considera il mercato di un bene caratterizzato da curve di domanda e offerta lineari. Assumi che nel punto di equilibrio la domanda sia elastica, anche se non perfettamente elastica, e l’offerta rigida, anche se non perfettamente rigida. (a) (2 punti) Mostra graficamente l’equilibrio di mercato concorrenziale e il surplus di consumatori e produttori. Definisci e discuti il surplus di consumatori e produttori Soluzione L’equilibrio concorrenziale è rappresentato dalla combinazione prezzo-quantità che eguaglia domanda e offerta (il punto E nella figura). Principi di economia I Pag. 4 di 7 Scienze dell’Organizzazione Il surplus dei consumatori (pari all’area AEp∗ in figura) è dato dalla differenza tra la disponibilità a pagare dei consumatori per il bene (AEQ∗ F ) e il costo effettivamente sostenuto (p∗ EQ∗ F ). Il surplus dei produttori (pari all’area p∗ EF in figura) è la differenza tra quanto è corrisposto al venditore per il bene (p∗ EQ∗ F ) e il costo da lui effettivamente sostenuto per la sua produzione/messa in vendita (EQ∗ F ). p S A E p∗ D F Q∗ Q (b) (3 punti) Mostra graficamente gli effetti sul surplus dei produttori e dei consumatori e sul benessere sociale di una norma statale volta a calmierare il prezzo del bene imponendo un prezzo massimo per il bene inferiore al prezzo di equilibrio concorrenziale. Discuti brevemente gli effetti della misura. Chi guadagna? Chi perde? Perché? Soluzione La politica di controllo del prezzo produce un eccesso di domanda per il bene calmierato (QD > QS ). La quantità di fatto scambiata sul mercato diventa quella offerta (QS ) minore della quantità scambiata nell’equilibrio concorrenziale (Q∗ ). Questo produce una perdita secca pari all’area BED, che riduce il benessere sociale, dato dalla somma del surplus di consumatori e produttori. Il surplus dei produttori si riduce, passando dall’area p∗ EF all’area pmax DF (la perdita è pari all’area p∗ EDpmax ). Parte di questa perdita costituisce di fatto un trasferimento di surplus dai produttori ai consumatori (p∗ CDpmax ). Il surplus dei consumatori aumenta, passando dall’area AEp∗ all’area ABDpmax : i consumatori perdono l’area BEC (la perdita secca dovuta al razionamento), ma guadagnano l’area p∗ CDpmax . Principi di economia I Pag. 5 di 7 Scienze dell’Organizzazione p S A B E p∗ C pmax D D QS F QD Q∗ Q (c) (2 punti) Come cambia la risposta al punto (b) nel caso in cui le curve di domanda e offerta sono tali che, nel punto di equilibrio concorrenziale, la domanda è rigida e l’offerta è elastica? Soluzione In tal caso il trasferimento di surplus dai produttori ai consumatori generato dalla politica (area p∗ CDpmax in figura) è relativamente contenuto, e comunque minore della perdita di surplus dei consumatori generata dal razionamento (BEC). Pur essendo pensata per favorire i consumatori, la politica di calmieraggio ha in tal caso l’effetto paradossale di ridurre, oltre al surplus dei produttori, anche quello dei consumatori, essendo l’area ABDpmax minore dell’aera AEp∗ . p A B S C p∗ pmax E D F D QS QD Q 4. (4 punti) Discuti brevemente la definizione di beni pubblici e la distinzione tra beni puri e impuri, fornendo degli esempi. Soluzione I beni pubblici in senso economico sono beni caratterizzati da: i) non rivalità nel consumo (il consumo da parte di un individuo non preclude la possibilità di consumo da parte degli altri); ii) non escludibilità (non è possibile escludere qualcuno dal consumo del bene). Classico esempio di bene pubblico è la difesa nazionale. Principi di economia I Pag. 6 di 7 Scienze dell’Organizzazione Alcuni beni sono non rivali nel consumo ma escludibili (cosiddetti beni di club, club goods) – es. quotidiani online a pagamento – , oppure non escludibili ma rivali nel consumo (risorse collettive, o commons) – es. foreste, risorse ittiche. Questi beni vengono denominati beni pubblici impuri, per distinguerli dai beni pubblici in senso proprio, o beni pubblici puri. Principi di economia I Pag. 7 di 7 Scienze dell’Organizzazione