Antropologia pedagogica - CeSMon – Centro di Studi Montessoriani

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Antropologia pedagogica
(1910)
Modernità
.
diun1operadimenticatadiMariaMontessori:
pedagogica
e contenuti
trattati
dall'antropologia
generale,
possa
comprendere
le auten-
illustrò in un manuale, dedicato
all'aggiornamento
degli insegnanti,
l'Antropologia
Pedagogica, opera rimasta quasi sconosciuta agli stessi
montessoriani e mai più ristampata(1).
Scorrendone le pagine, affiorano alcuni dei motivi di tale emarginazione,
probabilmente gli stessi che insidierebbero il tentativo di far risbocciare un
tale progetto nell'attualità. Eppure sarebbe cosa assai fattibile dal punto di
vista tecnico, data l'enorme banca-dati accumulata in quasi un secolo di ri+
razziiale
e culturale.
re ri'medio
allo scempio
che
il sistema
scolastico
infligge
alle
attitudini
natu-
rali del bambino, tentando di liberarlo attraverso una strategia articolata
che dovrebbe fronteggiare una pluralità di aggressioni.
turali di partenza. Pertanto l'opera ha lo scopo di valorizzare
la normalità
bambinosvan-
nelle scuole (p. 22) di apportare tutte quelle correzioni di tipo igienico, medico-sanitario, alimentare e culturale che possano aiutare il
taggiato
1)
"
a raggiungerla.
Dedicata ai suoi genitori e pubblicata da Francesco Vallardi, Milano senza data, è solitamente considerata del 1910. Tutte le pagine indicate nell'articolo e i corsivi sono tratti da
questo volume; le note sono redazionali.
Biblioteca Digitale Montessoriana (BDM) / Montessori Digital Library - Centre for Montessori Studies - University of Roma Tre
IL
QUADERNOMONTESSORIestate1995-75
Centro di Studi Montessoriani - Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica - Università Roma Tre
studi montessoriani
innovazione
produttiva
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Biblioteca Digitale Montessoriana (BDM) / Montessori Digital Library - Centre for Montessori Studies - University of Roma Tre
76-ILQUADERNOMONTESSORIestate1995
Centro di Studi Montessoriani - Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica - Università Roma Tre
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mentoseschededivalutazione,figuriamocicomedovevarisultareirritante
agli
accademici
suoi
contemporanei,
l'accorata
difesa
che
Maria
Montessori portava avanti del bambino proletario, che va d'inverno a piedi
nudi coperto di pochi cenci, che gela nella sua stamberga, ove non può
rie (p. 113). Fra l'altro aveva sottolineato che il bambino povero (2) è inferiore
nella statura, nel cranio, nel peso, nelle forze muscolari e intellettuali,' e le
malformazioni collegate a difetti di crescenza lo relegano in una inferiorità
estetica: cioè l'ambiente, il modo di vivere, la nutrizione possono modificare
anche la bellezza. L'uomo normale può portare in sè un germe di bellezza
Èalservizioditalecorrettaimpostazionedelrapportogenotipo-ambiente
germe non esplicarsi, poichè l'ambiente lo impedisce. La stessa bellezza
del corpo è dunque un privilegio di classe (p. 15).
passa
in rassegna
tutto lo sci bile all'epoca
disponibi-
lenelcampodellabiologiageneraleedell'antropologiafisica,dallabiolo-
che Maria Montessori
gia cellulare (p. 35) alle leggi dell'ereditarietà (Mendel p. 41 e seg.), de
Vries e altri (p. 40 e seg.), dall'embriologia comparata alla craniologia e all'antropometria con particolare riferimento alla statura, i cui dati vengono
dalla Montessori ritenuti di importanza primaria, in quanto rappresentano
l'indice della normale crescita del bambino (p. 44).
Nella speranza di consentire uno sviluppo normale della colonna vertebrale, lei si augurava che i banchi scolastici a~dass(8ro a far parte di musei derie (p. 103), catene
pericoloso
il parto
di una scuola
coercil~iva'(~1che procurano
(p. 271).
deviazioni
alla
.
EradunquesgraditalaDottoressaperchèmisuravagradidibarbarie.
Purtroppo
aver disatteso
al suo insegnamento
ha accresciuto
tale barbarie
continuando a danneggiare ilfragile scheletro dello scolaro in crescita, costringendolo, oltre che al banco, al peso esorbitante della cartella e oggi
2) Qui la Montessori ricorda gli studi di Alfredo Niceforo sulle "classi povere" (ved. anche p.
107 e seguenti)
giungeremo
a impedire
la deformazione
della
colonna
vertebra/e,
non
impediremo
però
la
mantenere a forza i fanciulli in una condizione che è per essi la prima condanna della vita
(I corsivi sono nel testo originale)
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ILQUADERNOMONTESSORIestate1995-77
Centro di Studi Montessoriani - Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica - Università Roma Tre
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che cambia qualcosa, lo cambia in peggio, sabotando le esigenze dialogiche degli utenti (vedasi la "riforma" dei moduli "organizzativi", la cui violenza ipocrita è stata più volte denunciata sul Quaderno Montesson) o le tor-
.
madre alla quale la preside ha impedito di alleviare le sofferenze della figlia
mente!
Purtroppo,
anche
se
il bambino
povero
è stato
elegantemente
trasformato
in "bambino a rischio", non per questo la sua condizione è migliorata. Non
gli è rimasta più neppure la strada, che la Montessori paradossalmente in-
teatro di crimini, di cui sempre più spesso è vittima
"Telefono azzurro" è impotente.
OUJando è acciuffato
da mercanti
di droga, di pros~ituZ:ione e di lisnuff"
consistente
nella vivisezione
e nella tortura a nnorte
stino delle pornocassette), è
ormail
troppo
e contro i quali anche
da trafficanti di organi,
(nefandezza
estrema,
per il mercato clande-
tmdi.
che provocavano tubercolosi e rachitismo, comprese la macrocefalia e le
scandalose plagiocefalia e scafocefalia (fig. 38 p. 166 e fig. 39 p. 167), il
quinamento
e da degrado
ambientale
ben più preoccupanti,
perchè
oppri-
radossi
della comunicazione
scolastica,
nei quali, con ottica sistemica,
possiamo riconoscere
quelli che la pragmatica
della comunicazione
umana
sivo attraverso
un incalzante
"processo"
di voti e di giudizi o peggio,
di
la Montessori l'aveva collegato con la valutazione degli ambienti di parten"Esistono intimi rapporti tra l'ambiente e il prodotto del-
za.(Ap.363scrive:
l'ambiente stesso"). Altrettanto paradossale
l'abbandono
va
considerato
il
fenomeno
del-
scolastico che espelle dalla scuola proprio coloro che più ne
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Centro di Studi Montessoriani - Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica - Università Roma Tre
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dello zainetto. Nuovo strumento di tortura nonostante le proteste di genitori,
alunni, ortopedici e fisiatri, contro di esso non è ancora stato preso alcun
serio provvedimento. L'ostinazione è tale, che in una recente trasmissione
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38
Allorquando un fanciullo presenta anomalie di carattere che non hanno
significato di ribellione a mezzi irrazionali di educazione, che non sono espressioni di lotta per la libertà, esso ci rappresenta l'effetto doloroso di un t'atto
patologico, o di un en'OJ'e sociale che ebbe funestamente
azione corrompitrice.
Ciò rivelerà la storia biografica:
In generale. il bambino catti1:o deye essere condotto dal 'iiledico: poichè
esso è quasi certamente un malato.
pedagogia
riparatrice
deve
però
abolire
in modo
assoluto
il castigo.
timore
dei castighi,
delle torture,
della morte non valgono a diminuire
minalità,
nè la manifestazione
imponente
dei sentimenti
umani.
tutte
le sue forme
di lavoro,
di yiabilità,
la cri-
ecc..
stigo non valgono a imFimere
o tanto meno a creare la bontà. L'uomo si conquista con la bontà, con la dolcezza: tra tutte le beatitudini,
quella di possedere la terra (cioè gli uomini) è data ai miti: beati mites, quoniaii! ipsi possidebunt
telTam.
Si sa che l'ipocrisia,
l'adulazione,
la seduzione
sono
forme
criminose
del-
della dolcezza; a nessuno ,'er'rebbé in mente di sedurre e di conqui;;tare ipocritamente, con la violenza. Perché il debole degli uomini, ciò a cui sono sen-
ad aumentare
le attività
far crescere
rigogliosamente
tare
con lo stimolo
umane.
a dare
un bambino,
la nutrizione
attività
ad un apatico,
è un eccitante
piacevole
e la vita.
Tanto
pitI tutta
e perfino a
:di dolcezza
la categoria
di de-
raddrizzare la personalità squilibrata?
Quelli che da noi vengono oppressi con
durezze e castighi, sono appunto coloro i pitI bisognosi di stimoli carezzeyoli.
Infatti solo l'uomo forte e l'eroe passano integri tra le persecuzioni; 'i deboli
ne restano affranti, decaduti o uccisi.
S~t1'su;n cO1'd(fe. Fate salire sempre, non deprimete mai.
delinquenti,
~la
che
a correggerli
cosa
dalle cattiye
sono le cattive
tendenze
tendenze
e a raddrizzarli
dell'animo?
Con
nel traviamento
una
frase
noi
vo-
effetti.
tanto sulla questione dei minorenni delinquenti una gran via per risalire alle
cause è data dal fattore patologico. Chi non sa per es. che la condorta, il sentimento di un individuo possono essere di sana pianta mutati da un veleno o
da un morbo? Entriamo di '"010 nel campo della patologia nervosa o mentale:
il primo sintomo della demen~a paJ'aliticà non è già il tremore, o l'alterazione
del linguaggio, o la sospensione di alcuni riflessi, o la debolezza muscolare. o
dicare
la profonda
turba
della
personalità
umana
coudannata
dal
fiero
morbo
era buon padre di famiglia diventa uno scapestrato,
spendereccio, giuocato!'e;
chi era correttissimo nel linguaggio e nella condotta sessuale diviene osceno e
turpe; chi era mite e dolce sposo si fa violento e aggressivo contro la moglie~
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antropologiche
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consentano
l'auspicata
redenzio-
direchel'indirizzoantropologico,sostituitooggiaquellopu-
ne.
("Introduzione",
un'alternativa
p. 24).
costruttiva
agli autoinganni (tuttora dominanti) della negativa
filosofica e rivelazione divina (p. 22).
Nonpotrannopiùesserelestesseduepedagogie:quellabiblicacontraria
dialettica fra speculazione
all'autentico
Cristianesimo,
condensata
nella
sentenza
di
Salomone
(il
Montessori,haacquisitodignitàscientificaeaccoglieilbambinocomecuccioloeinsiemecome"padre"dell'uomo..Laprimaponeapropriofondamentola"sfiduciaoriginaria"delDiodella
Doppio Vincolo ancestrale) secondo cui "Se non castigherete il fanciullo,
non potrete salvarlo" e l'altra, quella che, grazie al lavoro di Maria
Genesi (8.24) nei "pensieri del cuore umano, malvagi fin dalla fanciullezza":
giustificando
in tal modo qualunque
crimine "a scopo educativo",
tratta
bambino
come
un criminale potenziale e spesso ottiene che lo diventi.
Lasecondaconsideral'educazionedell'infanziacomeuna"missione"alla
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(...)Sesapremodiventarecomefanciulli,capaci-interminiantropologici-
alla libertà
di empatizzare con le esigenze infantili e di rispondervi con competenza
co-evolutiva, chissà che quelle sillabe non diventino l'articolazione di un
Antonia
Collaboratrice
della "Rivista di Studi Etno-Antropologici
e Sociologici
Bertocchi
(SEAS;" di Napoli,
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Centro di Studi Montessoriani - Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica - Università Roma Tre
conoscenze di cui ella disponeva erano adeguate alla prevenzione e alla
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