I fondamenti di una religione venuta dall'Oriente di Martine De Sauto in “La Croix del 15 ottobre 2008 (nostra traduzione) L'islam si articola attorno a tre elementi fondanti: Allah Dio unico, Maometto suo messaggero e il Corano rivelato. La Sunna raccoglie i fatti e i gesti del Profeta. Maometto Si sanno poche cose su Maometto prima della rivelazione. Nasce nel 570-571, in senso alla potente tribù dei Quraysh che regnava alla Mecca. Suo padre muore alcune settimane dopo la sua nascita. Sua madre muore quando lui ha 6 anni; è allora affidato al nonno, poi allo zio Abû Talib nel 578. Questa esperienza di abbandono e di povertà lo ha segnato, e l'attenzione al povero assumerà nel Corano e nella tradizione islamica un valore religioso privilegiato. Abû Talib porterà suo nipote sulle piste carovaniere, cosa che gli permetterà di scoprire le grandi civiltà religiose dell'epoca. Maometto in seguito entra a servizio di una ricca vedova della Mecca, Khadija, che organizzava delle carovane verso la Siria. Diventato suo intendente, la sposa nel 600. Toccato dagli sconvolgimenti della società che generano ingiustizie e l'abbandono del povero, passa lunghi periodi di solitudine ascetica in una grotta del monte Hirâ, a qualche chilometro dalla Mecca. Nel corso di uno di questi ritiri egli riceve, nell'anno 610, la rivelazione di Dio attraverso l'angelo Gabriele. Maometto avrebbe in seguito comunicato versetti coranici in occasione di particolari avvenimenti della sua vita o della sua comunità, dal 610 alla sua morte nel 632. Per conservarli, le persone attorno a lui li memorizzano o li scrivono su pezzi di pelli o su scapole di cammello. Dopo la sua morte, i capi della comunità hanno raccolto questi testi sparsi, che saranno riuniti poi in un solo volume su iniziativa del 3° califfo Othman (644-656). Il Corano Il Corano (dalla radice qara'a che significa proclamare, recitare) è la parola stessa di Dio che il Profeta è stato incaricato di trasmettere. Per questo i musulmani designano anche Maometto come “Trasmettitore”, il “Messaggero” o anche “l'Avvertitore”. Il Corano è stato rivelato in lingua araba, il che conferisce a questa lingua un carattere sacro. Ha un valore “inimitabile”. Dato lo stretto legame tra Parola rivelata ed avvenimenti, uno studio del testo permette di distinguere almeno due periodi: quello della Mecca, in cui il Profeta comincia la sua predicazione, e quello di Medina, durante il quale l'islam si struttura come religione e società. Il primo tratta della giustizia sociale, dei fini ultimi e delle relazioni dell'uomo con il suo Creatore; è anche in queste sure che appare la continuità della predicazione di Maometto con quella dei profeti ebrei e cristiani. Il secondo periodo comporta molteplici prescrizioni che organizzano e regolano la vita della comunità di Medina, e riafferma con vigore l'unicità di Dio. Il carattere sacro legato alla materialità del testo coranico rende l'analisi critica difficile oggi. La ricerca esegetica è tuttavia progredita fra gli intellettuali musulmani, in particolare in Europa. La Sunna La Tradizione del Profeta – la Sunna – è, dopo il Corano, la seconda fonte della religione musulmana. Nel IX secolo i libri che la costituiscono nell'islam sunnita sono stati composti a partire da hadiths, brevi racconti delle parole, fatti e gesti del Profeta raccontati dai suoi primi compagni dopo la sua morte, trasmessi oralmente, poi raccolti a poco a poco per iscritto durante l'VIII secolo. I giuristi dell'islam attingono alla Sunna per elaborare delle norme di condotta esemplare, ma anche la legge ed il diritto che ne conseguono. Gli sciiti hanno elaborato un po' più tardivamente la loro propria Tradizione profetica, che si basa su di una selezione di hadiths. La loro Tradizione è meno sacralizzata che nel sunnismo. La sharìa La sharìa (la legge) è stata elaborata per organizzare l'esistenza musulmana personale e comunitaria. È basata sull'interpretazione del Corano e della Sunna. La sharìa è la Legge divina rivelata nel Corano, che le parole e i fatti del Profeta servono a precisare. Designa la via da seguire per rispettare la legge di Dio e sottomettersi ad essa, fino negli aspetti più concreti della vita. A partire da queste fonti, dei sapienti specializzati in diritto (fiqr) e raggruppati in differenti scuole hanno costituito un sistema giuridico coerente che copre cinque grandi ambiti: la dogmatica, gli obblighi rituali, il comportamento, la morale, la regolazione dei rapporti sociali. Lo sforzo di interpretazione dei testi religiosi (ijtihad) prosegue per permettere ai musulmani di vivere sottomessi a Dio nelle situazioni nuove. Benché l'islam non faccia differenza tra religione e Stato, poiché nulla è escluso dalla religione, un implicito principio di separazione dei poteri è stato ammesso fin dalle Omeyyades (661-750): i teologi distinguono l'ambito della fede e del culto da quello degli affari sociali e delle relazioni interpersonali, nel quale esiste una grande ampiezza di interpretazione.