Parrocchia S. Gregorio Barbarigo - Milano - Anno pastorale 2013/2014 Secondo Ciclo di Catechesi per gli Adulti (gennaio 2014) IL MATRIMONIO CONTEMPORANEO 5. La legge naturale. 1. QUESTIONE SESSUALE E CRISI DI CIVILTÀ Il rilievo fondamentale che la questione sessuale ha in ordine alla comprensione della situazione di crisi in cui si trova l’universo civile, e delle sue ragioni, non è riconosciuta dalle forme correnti del sapere riflesso del nostro tempo; in particolare, non è riconosciuta nelle forme di quel sapere che appaiono più affermate a livello confronto pubblico. La questione sessuale è discussa certo, ma subito e solo nell’ottica troppo angusta dell’individuo e dei suoi diritti. Che i rapporti tra i generi conoscano nell’esperienza civile contemporanea un mutamento rapido e anche traumatico, è subito evidente. La circostanza è attestata in forme clamorose dal movimento femminista; è attestata però anche, in forma meno clamorosa ma non meno importante, dalla denuncia sempre più diffusamente formulata di una crisi di identità del maschile (latenza dei padri, femminilizzazione della loro figura parentale). Il rilievo totalizzante di tale crisi, e cioè il valore obiettivo che essa assume di indicatore di una crisi più generale della cultura tutta, non è invece riconosciuto. La questione sessuale, come tendenzialmente tutte le questioni agitate nel vivace e confuso dibattito pubblico dei nostri giorni, è tendenzialmente regionalizzata; è staccata cioè da quello sfondo sintetico, entro il quale soltanto in realtà essa può essere intesa. Manca d’essere riconosciuto il rilievo originario e determinante che la polarità sessuale obiettivamente assume per rapporto alla qualità complessiva della cultura, delle forme simboliche dunque del rapporto sociale. I fattori che alimentano la crisi odierna del rapporto tra i generi sono di diversa qualità. a) Sono anche, e anzi sono prima di tutto, fattori di carattere ‘materiale’, legati cioè alle forme della praticha della relazione sociale nella società contemporanea: urbana, mercantile, industriale, cosmopolita, caratterizzata da spiccata mobilità, dalla dominanza della comunicazione a distanza, rispettivamente dalla dominanza dell’immagine - per segnalare allusivamente soltanto alcuni tra gli aspetti più rilevanti. b) E sono fattori, attinenti cioè ai significati, legati alla qualità delle rappresentazioni mediante le quali è articolata la percezione significativa del reale. Possiamo elencare quei pregiudizi antropologici caratteristici della cultura oggi corrente, che impediscono di riconoscere la valenza radicale che la relazione sessuale assume per rapporto alla più generale questione della civiltà contemporanea. - Il tema della ‘differenza’ nel femminismo - «Antropologia delle facoltà» e suoi difetti - La questione di un’antropologia storica - Differenza e identità - Natura e cultura - Fede e cultura 2. IL RIFERIMENTO ALLA LEGGE NATURALE Fermiamoci in particolare sul problema del rapporto tra questione sessuale e legge naturale, riprendendo, molto schematicamente, alcuni temi già sviluppati. 2.1. Il rapporto uomo-donna: * la preoccupazione morale del passato era fondamentalmente quella di definire i confini tra lecito e illecito * le trasformazioni sociali moderne e post-moderne incidono sul modo di interpretare e vivere il rapporto * gli orientamenti fondamentali del messaggio biblico non si identificano con una cultura. 2.2. Trasformazioni sociali e rapporto uomo-donna. Il tema del rapporto uomo-donna va collocato nel suo contesto attuale, sullo sfondo culturale della nostra società postmoderna. Le trasformazioni sociali toccano i modelli di interpretazione, e la realizzazione pratica del rapporto. Siamo passati da un regime di economia familiare ad un regime di economia industriale nel quale la famiglia è soltanto unità di consumo e non di produzione. Sono connesse a questo fatto alcune importanti mutazioni sociali. ● Il rapporto uomo-donna diventa “privato”: Siccome i rapporti produttivi sono quelli che contano, che incidono sulla struttura sociale, il rapporto uomo-donna tende ad essere considerato “faccenda privata”, con conseguenze positive e negative. + Emergono aspetti personali, affettivi, liberi - La vita matrimoniale e familiare diventa marginale e precaria rispetto agli altri momenti della vita sociale (soprattutto negativa è la marginalità nella formazione del minore). ● Un'altra mutazione sociale è la emancipazione della donna e la promiscuità (incide sui modelli di comportamento e sugli ideali riguardanti il rapporto tra i due sessi), con conseguenze positive e negative. + Realizzazione, partecipazione, conoscenza, risorsa - Pubblicità, moda, letteratura sfruttano l’immagine della donna, il rapporto facile, irresponsabile. L’esperienza sessuale viene “demitizzata”, ossia “banalizzata”. 2.3. Le accuse alla “morale sessuale tradizionale”. ● Viene contestata la diffidenza nei confronti del rapporto sessuale (l’atto sessuale è collegato all’idea di impuro: l’aspetto psicologico del rapporto è ridotto al piacere erotico; e la diffidenza nei confronti del piacere [in particolare erotico] è sistematica; l’atto sessuale sarebbe allora giustificato solo come funzione riproduttiva). È l’accusa di puritanesimo. Il puritanesimo ha la sua origine nel razionalismo greco (che mette in conflitto piacere e ragione), ma è stato fatto proprio anche da una certa tradizione cristiana (e tuttavia c’è anche un sospetto legittimo nel confronti dell’attrazione u/d: è il sospetto nei confronti di quella attrattiva che si esercita al di fuori di un incontro personale). Ribadiamo queste precise valutazioni. * La Bibbia non è puritana: a fondamento del comportamento esigente nel rapporto uomo-donna non sta un giudizio negativo sul piacere, ma una concezione esigente del vincolo matrimoniale. * Combattere il puritanesimo non significa abolire ogni norma (che la ragione o la fedeltà interpersonale esigono). L’amore non è gioco irresponsabile (così cade nella banalizzazione e nella perversione); non è per conoscersi meglio. L’incontro che attrae è principio di un legame esigente nel quale è coinvolta l’intera esistenza: l’eros avrà bisogno di disciplina, di autocontrollo, di norme morali, se la storia dovrà mantenere la promessa. ● Viene contestato il riferimento ad una legge naturale. È l’accusa di naturalismo. La valutazione morale (bene o male) di un comportamento non può fare a meno del riferimento ad una “legge naturale” o ad una “norma morale” iscritta nell’essere stesso dell’ uomo. Il riferimento a questa norma morale originaria è contestato soprattutto con due fondamentali argomenti. * Ciò che una volta era naturale (legato ad una cultura) oggi non è più. Ma naturale non è la norma di comportamento che si realizza di fatto (era naturale non perché facevano tutti così); naturale è la norma di comportamento che corrisponde ad una vocazione (anche se di essa l’uomo prende coscienza solo progressivamente: per esempio si può fare riferimento alla schiavitù, al sacrificio propiziatorio, alla poligamia). * L’uomo non deve essere servo dei processi biologici che regolano il rapporto u/d; deve esserne padrone. Certamente bisogna superare l’interpretazione della sessualità come funzione biologica ordinata alla procreazione; essa va considerata nella prospettiva del rapporto personale tra l’uomo e la donna, e tra loro e gli eventuali figli. La nostra idea di legge naturale non fa riferimento ai processi biologici; fa invece riferimento al rapporto personale, un rapporto cioè espressione della persona e mediato dal linguaggio del corpo (che non può essere ridotto ad un semplice strumento di cui scoprire le leggi). Per riferimento al rapporto personale vanno cercati criteri di bene e di male (il corpo è il linguaggio che mette in rapporto). ● Viene contestata l’egemonia dell’uomo sulla donna. È l’accusa di patriarcalismo. Si nega che questa egemonia sia “naturale”. Noi diciamo che la distinzione uomo-donna non è inventata; che il rapporto non deve essere gerarchico; che l’ organizzazione è contingente.