Elaborato Progetto Borse di Studio Prof. Quirino Sestini e Dott. Bernardo Sestini Luca Mauri Istituto Giulio Natta, Bergamo Liceo delle Scienze Applicate INTRODUZIONE Ho scelto la birra come argomento di partenza per il mio approfondimento per l’Esame di Stato per due motivi: essendo secondo me una delle migliori bevande sono molto appassionato e mi piace degustare le diverse qualità birrarie, specialmente se si tratta di prodotti artigianali. Il secondo motivo di questa scelta è per un’altra mia passione, la chimica. Il collegamento tra questa disciplina scientifica e la birra non poteva mancare, infatti il processo di produzione di questa bevanda si basa su alcune importanti reazioni che caratterizzano il metabolismo cellulare. È interessante notare come la produzione industriale sfrutti tutt’ora metodi sulla base di quelli tradizionali ma differenti per quanto riguarda le apparecchiature ad alta tecnologia piuttosto che i rigorosi controlli di qualità effettuati durante e al termine del processo per ottenere un prodotto che rispetti determinati standard in grande quantità. Per concludere questo percorso ho deciso di collegare la birra a due materie umanistiche, italiano e storia, per approfondire le problematiche legate all’abuso di bevande alcoliche e per mostrare come essa si colleghi a uno dei fatti storici che hanno cambiato il corso degli eventi. 1 INDICE Introduzione…………………………………………………………………....pag 1 Mappa concettuale…………………………………………………………….pag 3 Capitolo 1: la birra 1.1: storia della birra..................................................................................pag 4 1.2: ingredienti…………………………………………………………………pag 5 1.3: sapore della birra…………………………………...……………………pag 7 1.4: processo di produzione……………………………...………………….pag 8 1.5: classificazione degli stili birrari……………………………………….…pag 9 1.6: come deve essere conservata e servita la birra……………………..pag 11 1.7: dosi giornaliere e problemi legati all’overdose di alcol………………pag 15 1.8: proprietà e benefici della birra…………………………………………pag 16 Capitolo 2: il metabolismo cellulare per la produzione della birra 2.1: metabolismo cellulare………………………………. …………………pag 17 2.2: carboidrati………………………………………………………………..pag 18 2.3: amilolisi…………………………………………………………………...pag 20 2.4: glicolisi……………………………………………………………………pag 21 2.5: fermentazione……………………………………………………………pag 24 Capitolo 3: la birra nella storia e nella cultura 3.1: il Putsch di Monaco: un colpo di Stato in birreria…………………….pag 26 3.2: il tema dell’alcol nella letteratura………………………………………pag 28 Bibliografia…………………………………………………………………….pag 29 Sitografia………………………………………………………………………pag 29 2 MAPPA CONCETTUALE Birra Metabolismo Cosa è il metabolismo Concetto di via metabolica Carboidrati Amilolisi Glicolisi Fermentazione Storia Ingredienti Produzione Sapore Stili Servire e conservare la birra Overdose di alcol Benefici della birra Eventi storici collegati alla birra Il Putsch di Monaco 3 Tema dell’alcol nella letteratura Concetto di Positivismo Naturalismo Francese Riferimento a “L’Assommoir”, Emile Zola Capitolo 1: la birra STORIA DELLA BIRRA Si stima che la produzione iniziò nel settimo millennio a.C, ma le prime testimonianze scritte risalgono alla seconda metà del quarto millennio a.C e provengono dalla Mesopotamia. Nella cultura mesopotamica, come in quella egizia la birra aveva significato religioso e veniva consumata durante i funerali per celebrare i defunti. Nell’Antico Egitto inoltre era usata come medicina, era somministrata ai neonati diluita con acqua e miele in caso di mancanza di latte materno e veniva prodotta in vere e proprie fabbriche. Nell’Europa mediterranea popoli come Romani, Greci ed Etruschi preferivano consumare vino anziché birra. La diffusione sul versante mediterraneo di quest’ultima fu favorito dai popoli nordici, come Teutoni e Celti, che popolavano rispettivamente la Germania, la Gallia (l’attuale Francia), e le Isole Britanniche (Gran Bretagna e Irlanda), e da personaggi come il governatore romano della Britannia (Gran Bretagna) Giulio Gneo Agricola, che nell’83 d.C tornò a Roma portandosi con se tre mastri birrai e facendo aprire il primo “pub” in tutta la penisola. La birra era chiamata dai romani “cervisia” o “cervesia”, un termine di origini celtiche, e dal nome latino deriva quello spagnolo, “cerveza”. Il primo salto di qualità riguardante la produzione della birra risale al Medioevo, quando era prodotta da suore e monaci per ammalati e pellegrini. Con la prima rivoluzione industriale (prima metà del 19esimo secolo) la birra iniziò a essere prodotta su larga scala, inoltre ci fu un secondo salto di qualità, segnato dall’utilizzo di densimetri e termometri recentemente sviluppati, che consentivano ai birrai maggiori controlli al prodotto e maggiori nozioni sul risultato finale. Anche i nuovi studi sui lieviti fu di primaria importanza perché consentì la produzione di birre a bassa fermentazione, tutt’ora le più diffuse a livello mondiale. 4 INGREDIENTI Cereali: vanno bene tutti i tipi di cereale, anche se il più comunemente utilizzato è l’orzo. Essi devono essere resi fermentescibili mediante cottura in alcuni casi altrimenti mediante maltatura. La maltatura è un processo mediante il quale le cariossidi (chicchi) di cereali vengono fatte germinare in acqua all’interno di appositi tini. Il rilascio di alcuni enzimi durante la germinazione fa sì che le lunghe catene polisaccaridiche vengano scomposte in carboidrati più semplici. Al termine di questo processo le cariossidi germinate vengono essiccate per ottenere il “malto verde”, che verrà successivamente tostato per ottenere il vero e proprio malto. A seconda del grado di tostatura del malto varierà il colore della birra: I malti tostati al minimo consentono di ottenere birre come le “lager” e le “pale” I malti neri (o “torrefatti”) ad alto livello di tostatura sono impiegati nella produzione di birre più scure come le “stout” Luppolo: vengono usati molti additivi per contrastare la dolcezza del malto e per dare sapori caratteristici alla birra. Quello principale è il luppolo, una pianta i cui fiori contengono luppolina, una sostanza composta da acidi amari e da oli essenziali (oli vegetali ricchi in essenze estratti mediante distillazione in corrente di vapore e spremitura a freddo). Esistono tre tipi di luppoli: Amari: hanno più acidi amari che oli essenziali Aromatici: hanno più oli essenziali che acidi amari Misti: hanno più o meno la stessa quantità di oli essenziali e acidi amari quindi hanno entrambe le caratteristiche meno accentuate Altri additivi aromatici: frutta, spezie e piante aromatiche. 5 Acqua: la birra è composta dall’85% al 92% di acqua, che spesso viene trattata prima dell’utilizzo. È importante che in essa siano disciolti sali minerali, i quali svolgono importanti funzioni durante la produzione. Tra di essi troviamo: Calcio per aumentare la separazione di malto e luppolo dando opacità e torbidezza, Rame, manganese e zinco per inibire la flocculazione (il formarsi a galla di “fiocchi”) dei lieviti Solfati per rinforzare l’amarezza del luppolo Cloruri per dare dolcezza Lieviti: organismi unicellulari appartenenti al regno dei funghi. Furono analizzati dal danese Hansen, che li distinse in lieviti ad alta e a bassa fermentazione e distinguono così le due maggiori categorie di birra. Lieviti ad alta fermentazione: agiscono tra i 12°C e i 24°C e sono utilizzati per produrre le birre “ale”. Lieviti a bassa fermentazione: agiscono tra i 7°C e i 13°C e vengono usati per produrre le birre “lager” (che in tedesco significa “magazzino”, dove la birra viene conservata al fresco). Alcune qualità birrarie tuttavia non sono prodotte con determinate specie di lieviti ma fermentano grazie ai lieviti presenti nell’aria. Ingredienti particolari: alcune birre non vengono prodotte come secondo la tradizione, ovvero partendo dal malto di cereali, ma sfruttano come ingredienti fermentescibili altri alimenti ricchi di amido, come le patate. 6 SAPORE DELLA BIRRA Tra gli ingredienti per produrre la birra abbiamo citato luppolo e additivi aromatici (frutta, spezie, erbe aromatiche, etc). Il luppolo è una pianta le cui infiorescenze femminili producono una resina composta da acidi amari e oli essenziali ed è utilizzato appunto per rendere amara la birra contrastando il dolce sapore del malto. Gli altri additivi aromatici invece contengono biomolecole, come esteri e aldeidi, variabili a seconda del grado di maturazione, che rendono la birra fruttata piuttosto che speziata. Essi sono noti come aromi primari. Esistono tuttavia tre tipi di aromi: primari: biomolecole come esteri e aldeidi contenute negli ingredienti secondari: biomolecole derivate dalla trasformazione di alcune molecole organiche contenute negli ingredienti durante processi come quello di fermentazione terziari: sono biomolecole derivate da un’ulteriore trasformazione avvenuta durante l’invecchiamento della bevanda 7 PROCESSO DI PRODUZIONE Maltificazione: le cariossidi dei cereali vengono selezionate e ripulite per poi essere messe in vasche di acqua per germinare per circa 4 giorni. Successivamente vengono trasferite in cassone di germinazione areati per una settimana per completare il processo. Ciò consente il rilascio di enzimi che trasformano l’amido in maltosio (C12H22O11). Il prodotto ottenuto viene essiccato diventando così “malto verde”. Essicazione (o torrefazione): il malto verde viene tostato e macinato. Ammostamento: il malto mescolato con acqua calda a circa 65°C-68°C e successivamente viene filtrato. Cottura: il mosto viene portato a ebollizione in vasche di rame e viene aggiunto il luppolo. Fermentazione primaria: i lieviti trasformano zuccheri e amminoacidi in anidride carbonica ed etanolo. I lieviti ad alta fermentazione appartengono alla famiglia Saccharomyces Cerevisiae agiscono tra i 12°C e i 24°C e sono utilizzati per produrre le birre “ale”. I lieviti a bassa fermentazione appartengono alle famiglie Saccharomyces Uvarum e Saccharomyces Carlsbergensis, agiscono tra i 7°C e i 13°C e vengono usati per produrre le birre “lager” (che in tedesco significa “magazzino”, dove la birra viene conservata al fresco). Alcune birre non sono prodotte con particolari specie di lievito ma sfruttano quelli presenti nell’aria (birre a fermentazione spontanea). Fermentazione secondaria: lasciando 4 o 5 settimane la birra a una temperatura tra 0°C e 2°C l’anidride carbonica viene saturata e i residui di lievito si depositano sul fondo. Pastorizzazione: la birra può essere pastorizzata (a circa 60°C) per eliminare alcuni microorganismi e aumentare la durata della conservazione. Se non viene pastorizzata è detta birra cruda. 8 CLASSIFICAZIONE DEGLI STILI BIRRARI Esistono numerose qualità di birra ma la principale classificazione consiste nella distinzione in base al tipo di fermentazione: alta, bassa e spontanea. Le classificazioni successive definiscono i vari stili birrari e le qualità di ogni stile birrario. 9 10 COME DEVE ESSERE CONSERVATA E SERVITA LA BIRRA Durante l’Età Vittoriana si diffusero i bicchieri in vetro che rapidamente sostituirono i boccali in peltro, inoltre la birra veniva servita da botti a temperatura ambiente mediante un rubinetto che funzionava a gravità. Crebbe quindi la necessità di una birra chiara e limpida da bere fresca. Si studiò un metodo che consentiva di conservare i barili in cantine più fresche e allo stesso tempo di spillare la birra mediante un sistema di rubinetti e pompe. Oggi non è più necessario conservare le botti in cantine grazie all’invenzione di sofisticati sistemi di refrigerazione. Per conservare al meglio la birra bisogna mantenerla al fresco a temperatura costante e al riparo dalla luce per evitare la proliferazione di batteri e il cambiamento di odore e sapore. Se è in bottiglia deve essere tenuta in verticale o orizzontalmente leggermente inclinata a seconda del tipo di tappo (rispettivamente a corona e in sughero). Se si trova in fusti da bar essi vanno riempiti con anidride carbonica al posto dell’aria per evitare l’ossidazione (o d’azoto nel caso di birre come le “stout” per evitare che diventino amare). Prima di servire la birra è necessario preparare il bicchiere alla spillatura: innanzitutto deve essere pulito senza brillantante (che rende liscia la superficie e impedisce la persistenza della schiuma) e lasciato sgocciolare su apposite griglie. Successivamente deve essere immerso in una vasca di acqua con sgrassatore provvista di scovolino per rimuovere le bolle di anidride carbonica (che renderebbero la birra più amara) e successivamente risciacquato in una vasca di acqua posta accanto alla vasca con sgrassatore. Il bicchiere viene ulteriormente sciacquato all’interno con acqua fredda erogata da un ugello per favorire la formazione di una schiuma persistente. Il passaggio successivo è la spillatura. La spillatura è un processo molto importante per gustarsi al meglio la birra e ogni stile birrario necessita di una determinata tecnica di spillatura per poi essere servita. I metodi principali sono 4: belga-olandese, inglese, irlandese e tedesco. 11 La tecnica belga-olandese prevede di versare la birra velocemente nel bicchiere con conseguente formazione e fuoriuscita di schiuma, che sarà tagliata a livello dell’orlo con una spatola e rimossa dai bordi mediante un’immersione in una vasca d’acqua Quella inglese consiste nel posizionare il bicchiere a 45° sotto la spina senza appoggiarlo a essa e facendo scendere la birra lentamente e senza dare colpi per evitare la formazione di schiuma. Il metodo irlandese consiste nel versare la birra nel bicchiere inclinato che verrà raddrizzato progressivamente riempiendolo fino a ¾. In questo passaggio è necessario tirare la leva per spillare la birra con anidride carbonica. Successivamente si aspetta che la schiuma si compatti in superficie e si riempie il bicchiere fino all’orlo spingendo in avanti per spillare la birra con azoto, un gas che non rende la birra frizzante e che consente la formazione di una schiuma compatta e persistente il cui spessore cala progressivamente man mano che si beve. Questo metodo è noto anche come spillatura a carbo-azoto perché sfrutta l’azoto oltre al tradizionale diossido di carbonio. 12 Secondo il metodo di spillatura tedesco bisogna posizionare il bicchiere sotto il rubinetto a 45° facendo scivolare la birra sulle pareti. Quando questa raggiunge il fondo raddrizzare il bicchiere. A questo punto si verifica un’abbondante schiumata che deve arrivare a coprire i 2/3 del bicchiere. Ora è necessario aspettare qualche minuto affinché la schiuma si compatti e raggiunga l’altezza di 3 o 4 dita. Si da quindi il secondo colpo con il bicchiere direttamente sotto il rubinetto e si verificherà quindi la seconda schiumata che sarà necessario lasciar compattare. Il terzo e ultimo colpo serve per la formazione del cappello di schiuma. Questa tecnica consente di eliminare dalla birra il gas in eccesso e di gustarla al meglio, ovvero poco frizzante. Se la spillatura è stata eseguita correttamente il cappello di schiuma rimane compatto, non si sgonfia e non trasborda. 13 Ogni birra per essere gustata al meglio deve essere servita a una determinata temperatura e in un particolare tipo di bicchiere. 14 DOSI GIORNALIERE E PROBLEMI LEGATI ALLL’OVERDOSE DI ALCOL La birra è una bevanda dalle molteplici proprietà benefiche quando essa viene consumata in modo responsabile entro una determinata quantità giornaliera: si tratta di dosi dette “unità alcoliche”. Un’unità alcolica corrisponde a 12g di etanolo che possono essere contenuti in un bicchiere da 125 ml di vino piuttosto che in uno di birra da 330ml, entrambi a media gradazione (circa 12° per il vino e circa 4,5° per la birra) o anche in un bicchierino da 40 ml di superalcolico a 40°. La quantità massima di alcol varia a seconda del sesso e dell’età: la dose massima consigliabile a un adulto di sesso maschile è di circa 25g (circa 2,1 U.A), a un individuo di sesso femminile di circa 15g (circa 1,25 U.A) mentre per un anziano la dose massima è di circa 1 U.A. L’overdose di alcol può causare malattie come ulcera, tumori, epatite alcolica, disturbi alla memoria, problemi cardiovascolari, depressione e può aumentare il rischio di infezioni. 15 PROPRIETÁ E BENEFICI DELLA BIRRA Se consumata correttamente la birra può avere numerosi effetti benefici sul nostro organismo: Effetti benefici sul cuore e sulla circolazione che riducono i rischi di malattie cardiovascolari Proprietà antiossidanti che riducono la presenza di radicali liberi (entità molecolari con un elettrone spaiato) prevenendo così il rischio di tumori e l’invecchiamento dei tessuti Effetti diuretici: la scarsa presenza di sodio e la generosa presenza di potassio e magnesio favoriscono un miglior funzionamento dei reni e riducono la possibilità di formazione dei calcoli renali Favorisce la diminuzione di colesterolo LDL e l’aumento dell’HDL Rispetto alle altre bevande alcoliche la birra contiene in genere meno zuccheri quindi l’apporto calorico è meno rilevante È utile nella produzione di cosmetici per la purificazione della pelle ed è ottima per schiarire il colore dei capelli. Per schiarire i capelli con la birra è però necessario creare una maschera con altri prodotti con proprietà nutritive (come oli vegetali e uova) perché il contenuto alcolico della birra tende a seccare il capello. 16 Capitolo 2: il metabolismo cellulare per la produzione della birra METABOLISMO CELLULARE La birra è una particolare bevanda prodotta tramite importanti reazioni chimiche che avvengono solo ed esclusivamente all’interno delle cellule e che consentono ad esse di sopravvivere. L’insieme di esse prende il nome di metabolismo. Il metabolismo è l’insieme delle reazioni di degradazione di sostanze nutrienti (catabolismo) e sintesi a partire da pochi precursori (anabolismo) mediante il quale la cellula, a partire da nutrienti, ricava energia chimica, sintetizza molecole utili alla cellula, macromolecole e polimeri (a partire dai precursori detti monomeri). Le reazioni chimiche del metabolismo non avvengono casualmente ma seguono delle sequenze precise dette vie metaboliche. Una via metabolica è una sequenza di reazioni catalizzate da specifici enzimi in cui il prodotto della prima reazione è il reagente della seconda, il prodotto di questa è il reagente della terza e così via fino al prodotto finale della via. Le molecole prodotte e utilizzate sono dette intermedi metabolici. Le vie metaboliche essendo catalizzate da enzimi specifici non sono reversibili quindi per ottenere il prodotto di partenza partendo da quello finale sono necessari enzimi diversi specializzati per quel genere di reazione. L’insieme delle vie metaboliche insieme al metabolismo terminale sono riassumibili secondo un semplice schema. Per la produzione birraria sono necessari due processi metabolici per far sì che la preparazione avvenga correttamente: l’amilolisi, ovvero la scissione delle macromolecole di amido in disaccaridi (maltosio) più semplici e facili da trasformare, e la fermentazione, che trasforma questi carboidrati semplici in alcoli e diossido di carbonio. Le molecole più importanti dunque sono i carboidrati, in particolare gli amidi, il maltosio e il glucosio. 17 CARBOIDRATI I carboidrati sono molecole organiche (presentano una catena carboniosa centrale) composte da tre soli elementi, carbonio, idrogeno e ossigeno e che svolgono essenzialmente tre funzioni: energetica, strutturale e riserva energetica. Essi possono essere classificati in tre categorie: Monosaccaridi: una sola molecola Oligosaccaridi: poche unità monosaccaridiche, per esempio disaccaridi e trisaccaridi Polisaccaridi: polimeri composti da una quantità variabile da decine a migliaia di monomeri I carboidrati composti da più unità monosaccaridiche possono essere distinti in due categorie a seconda della tipologia di monomeri che compongono la catena: omopolisaccaridi: composti da un solo tipo di monomero eteropolisaccaridi: monomeri di diversa tipologia I carboidrati presentano gruppi –OH e C=O e a seconda della posizione di quest’ultimo, terminale o centrale, sono detti rispettivamente aldosi o chetosi. Essi presentano spesso la stessa formula bruta (formula che fornisce solamente informazioni sulla natura e sulla quantità di atomi che compongono la molecola) ma diversa formula di struttura (isomeri) e questa proprietà definisce le proprietà della molecola. I principali carboidrati che ritroviamo durante la trasformazione dei cereali in birra sono gli amidi, il maltosio e il glucosio. il glucosio è un monosaccaride con formula bruta C6H12O6. In natura esistono tante molecole con la stessa formula grezza, come il fruttosio e il galattosio. Esistono due isomeri speculari del glucosio (proprietà nota come chiralità), D ed L glucosio, ma quello che ci interessa è quello destrogiro, l’ α-D-glucosio. Si tratta di un monosaccaride aldoso (gruppo C=O terminale), che in acqua assume la conformazione di un anello a sei vertici (esoso). 18 Il maltosio non è altro che un disaccaride ottenuto mediante l’unione di due molecole di α-D-glucosio con un legame 1,4 glicosidico. Carbonio 1 Carbonio 4 L’amido è il principale polisaccaride di riserva energetica vegetale. È composto da molecole α-D-glucosio così organizzate: il 20% di esse sono unite da legami 1,4 glicosidici e formano lunghe catene elicoidali formando così l’amilosio il restante 80% delle molecole di glucosio sono comunque legate tra loro mediante legami 1,4 glicosidici, ma formano catene più brevi che vanno a legarsi a quella centrale con legami 1,6 glicosidici formando ramificazioni, che si ripetono ogni 25-30 unità circa 19 AMILOLISI L’amilolisi è la via metabolica in cui si verificano le reazioni di scissione dell’ amido in molecole più semplici composte da due unità di glucosio. La reazione si divide in due parti, opportunamente catalizzate: nella prima fase il granulo di amido viene attaccato da enzimi appartenenti alle α-amilasi, che spezzano la catena in destrine (catene polisaccaridiche più o meno lunghe solubili in acqua) e successivamente esse vengono suddivise in molecole di maltosio dalle β-amilasi. Il processo amilolitico necessario alla produzione birraria avviene durante la maltatura: trattandosi della germinazione dei cereali l’embrione presente nei semi rilascia le amilasi al fine di ottenere maltosio a partire dall’amido presente nei cotiledoni. 20 GLICOLISI Nel processo produttivo della birra il ruolo chiave per terminare la preparazione è svolto dal processo metabolico di alcuni particolari funghi, i lieviti. Essi per ricavare energia chimica sotto forma di ATP svolgono prima l’idrolisi del maltosio per ottenere 2 molecole di glucosio e successivamente la glicolisi. La glicolisi è la via metabolica che consente di ottenere due molecole di ATP partendo da una molecola di glucosio (C6H12O6) e scomponendola e modificandola fino ad arrivare a due molecole di acido piruvico (o piruvato, CH3-CO-COOH). C6H12O6+2ADP+2Pi+2NAD+ →2C3H4O3+2ATP+2NADH+2H+ Questa via metabolica è composta da 10 passaggi e possiamo suddividerla in due sequenze da 5 tappe l’una, rispettivamente fase di preparazione e fase di recupero energetico. Ogni reazione è catalizzata da un enzima specifico e i vari enzimi necessari per la glicolisi appartengono alle famiglie transferasi, isomerasi, liasi e ossidoreduttasi. La prima fase sfrutta due molecole di ATP per rendere più reattiva quella di glucosio. In questa via prende parte anche il coenzima NAD+ che catalizza le reazioni di ossidoriduzione. Ottenendo due molecole di gliceraldeide 3-fosfato (G3P) a partire da una di glucosio e fosforilandole è quindi possibile produrre quattro molecole di ATP trasferendo i quattro gruppi fosfato su altrettante molecole di ADP. Avendo sfruttato due molecole di ATP per la fase di preparazione e avendone ottenute 4 dopo la fase di recupero energetico il bilancio energetico al termine della via metabolica della glicolisi è di due molecole di ATP in più rispetto al punto di partenza. I passaggi sono illustrati nelle pagine a seguire in due tabelle, la prima per quanto riguarda la fase di preparazione, la seconda invece il recupero energetico. 21 22 23 FERMENTAZIONE I lieviti sono organismi dotati di mitocondri, i quali sono organuli cellulari la cui funzione è svolgere la respirazione cellulare e alcune fasi del ciclo di Krebs. Per questi processi, la cui funzione è quella di produrre energia e ripristinare le molecole di NAD+ partendo da quelle di NADH+H+ derivanti dalla glicolisi, la cellula necessita di ossigeno proveniente dall’esterno. In presenza di esso l’organismo si trova in condizioni aerobie e può svolgere regolarmente queste funzioni, ma in condizioni di scarsa presenza o addirittura di mancanza di ossigeno viene a trovarsi in condizioni anaerobie e deve sfruttare un altro metodo per ripristinare le molecole di NAD+ necessarie per la glicolisi: la fermentazione. La fermentazione è il metodo mediante il quale i organismi anaerobi privi di mitocondri o alcuni come i lieviti e alcune particolari cellule muscolari in condizione di anaerobiosi, ripristinano il coenzima NAD+, indispensabile per la glicolisi, a partire dalla sua forma ridotta NADH+H+. Esistono più tipologie di questo processo e ognuna di esse può portare alla produzione di differenti molecole di scarto oltre a quelle di NAD+. Quelle più importanti sono quella lattica e quella alcolica, che portano rispettivamente alla trasformazione dell’acido piruvico derivante dalla glicolisi in acido lattico [CH3-CH(OH)-COOH], anidride carbonica e etanolo (CO2+CH3-CH2-OH). Ci concentriamo quindi sulla fermentazione alcolica, che è la più importante tra le tappe finali della produzione della birra. Essa avviene in due reazioni: nella prima l’enzima piruvato decarbossilasi (famiglia liasi) scinde la molecola di acido piruvico in acetaldeide (CH3-CHO) e diossido di carbonio. Nella seconda fase l’acetaldeide viene ridotta a etanolo (CH3-CH2-OH) e il NADH+H+ ossidato a NAD+ grazie all’azione dell’enzima alcol deidrogenasi (famiglia ossidoreduttasi). 24 Lo schema in figura rappresenta le vie metaboliche da cui i lieviti ricavano energia: esse possono essere viste come un anello in cui entra glucosio ed escono energia chimica e sostanze di scarto. Il coenzima NAD+ viene completamente rigenerato a ogni ciclo rendendo possibile la produzione di nuova ATP. 25 Capitolo 3: la birra nella storia e nella cultura IL PUTSCH DI MONACO: UN COLPO DI STATO IN BIRRERIA Il primo dopoguerra fu terribile per la Germania, in particolare l’anno 1923, in cui la Ruhr fu occupata dai francesi e l’inflazione era altissima. Nell’autunno di quell’anno in Baviera fu proclamato lo stato d’emergenza guidato da Gustav von Kahr (monarchico), Otto von Lossow (comandante dell’esercito) e da Seisser (capo della polizia locale). In quegli anni un giovane caporale di nome Adolf Hitler di origini austriache e reduce dal primo conflitto mondiale fu inviato dai servizi di intelligence a investigare sulle attività del Partito dei Lavoratori Tedeschi (DAP), composto da meno di 60 persone e nato nel 1920. Coinvolto in una riunione nello stesso anno, Hitler sfruttò le sue capacità oratorie facendo così grande impressione sui presenti, che lo invitarono a entrare nel partito. Nel 1921 ancora grazie alle sue capacità oratorie Hitler divenne dapprima la figura dominante del partito e successivamente il leader. Il nome del partito fu cambiato in Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP). Il Partito Nazionalsocialista nel 1923 accusò il governo di aver accettato condizioni umilianti per la Germania e di non reagire con forza all’occupazione da parte dei francesi. La tensione, già altissima, tra i membri del NSDAP e Berlino aumentò a causa del Primo ministro Stresemann, che ordinò di arrestare alcuni capi delle SA e di chiudere un giornale nazista per via delle accuse alla repubblica. I commissari del triumvirato, non eseguendo l’ordine, giustificarono un possibile intervento armato da parte del governo federale quindi Hitler capì che bisognava agire prima della perdita di coraggio dei triumviri e prima dell’intervento di Berlino. Secondo i piani di Hitler la Baviera sarebbe dovuta diventare la base per il rovesciamento dell’intera repubblica. Sospettando che i triumviri stessero per proclamare la separazione della Baviera dalla Repubblica Federale Tedesca durante un discorso la sera dell’8 novembre in una delle più grandi birrerie di Monaco, la Bürgerbräukeller, Hitler agì prima di essere scavalcato dai separatisti: durante il discorso di Kahr rivolto a un pubblico distratto fece circondare il locale dalle SA e fece irruzione entrando di colpo e sparando verso l’alto. Dopo aver gridato al pubblico che era iniziata la rivoluzione e che l’edificio era circondato da 600 uomini armati il Führer si ritirò coi triumviri costringendoli a collaborare con lui e garantendogli dei posti chiave nel governo della nuova Germania. Anche il generale Ludendorff fu coinvolto nel colpo di stato. Il pubblico e Hitler erano entusiasti. 26 Nella tarda serata l’assemblea si sciolse e i triumviri organizzarono la loro rivincita riprendendo il controllo della situazione la mattina seguente. I governanti della Baviera si dissociarono dal putsch e ordinarono lo scioglimento del partito nazista. Hitler, appoggiato da Ludendorff, reagì con una manifestazione da cui fuggì, ma solo due giorni dopo fu arrestato. Durante il processo iniziato il 24 febbraio il Führer sfruttò a fondo il banco degli imputati per diffondere la sua popolarità in tutto il Paese. Dopo il processo Ludendorff fu assolto mentre Hitler fu incarcerato per 5 anni, che diventarono soli 9 mesi per l’applicazione della condizionale. 27 IL TEMA DELL’ALCOL NELLA LETTERATURA La birra è una bevanda alcolica e per questa sua proprietà se assunta in quantità eccessive non solo può causare problemi come quelli precedentemente descritti ma può alterare l’attività mentale quindi può essere considerata a tutti gli effetti una sostanza stupefacente. L’effetto di questa droga purtroppo non si ferma solo all’alterazione dell’attività mentale ma causa dipendenza, ovvero la situazione in cui l’individuo è costretto ad assumere altre dosi di quella sostanza per soddisfazione, e tolleranza, vale a dire la condizione fisiologica in cui l’organismo sopporta dosi più elevate di una determinata sostanza tossica. L’alcol è sempre stato utilizzato come sostanza stupefacente ma più in particolare durante la seconda rivoluzione industriale, periodo in cui erano attivi intellettuali come i Naturalisti francesi, in particolare Emile Zola. Il Naturalismo francese è una corrente letteraria che si è sviluppata negli anni ’70 e ’80 del 19esimo secolo nel pieno retroterra culturale e filosofico del Positivismo, cioè la corrente di pensiero secondo la quale il reale sia un gioco di forze materiali, fisiche, chimiche e biologiche spiegabili solo scientificamente. L’intellettuale positivista inoltre è estremamente fiducioso nel progresso tecnologico e nelle scoperte scientifiche e rifiuta qualsiasi visione religiosa e metafisica. La letteratura naturalista è notevolmente influenzata dal positivismo, infatti gli scrittori di questa corrente letteraria trasformano il romanzo come uno strumento scientifico e si documentano minuziosamente e in modo diretto al fine di restituire al pubblico un resoconto di un’esperienza scientifica. Questi autori inoltre rivolsero maggiormente l’attenzione ai ceti inferiori, descrivendo gli aspetti più ripugnanti della loro condizione, come la violenza, la degradazione morale e l’alcolismo. Un chiaro esempio è dato dal romanzo “L’Assommoir” di Emile Zola, che narra di una giovane donna, Gervaise, che dopo essersi trasferita a Parigi e dopo essere stata abbandonata dall’amante conosce e sposa Coupeau, un operaio all’apparenza onesto e laborioso, che dopo un incidente sul lavoro si da al bere trascurando la famiglia. Anche la protagonista cade in preda dell’alcolismo e muore in miseria. In quest’opera, per esempio nel passaggio “L’alcol inonda Parigi”, questa problematica è descritta in modo molto accurato e rappresentano in modo fedele ciò che accadeva tra i ceti inferiori di quell’epoca. 28 BIBLIOGRAFIA James E.Brady, Fred Senese, Niccolò Taddei, Helen Kreuzer, Adrianne Massey, Dal carbonio al biotech. Chimica organica, biochimica e biotecnologie, Zanichelli, 2014 Gianni Gentile, Luigi Ronga, Anna Rossi, Millennium 3. Il Novecento e l’inizio del XXI secolo, Editrice La Scuola, 2012 Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria, L’attualità della letteratura. 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