Nutraceutici &
Cosmeceutici
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l
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Newsletter d
La scienza incerta
Diete e controdiete
C
hi segue sulla stampa i suggerimenti dei medici, i dietologi in particolare,
in materia di cibo si accorge che non sempre è possibile ricavare una
linea certa, ma che semmai ci si trova spesso di fronte ad indicazioni
contradditorie. Vediamo un esempio, descritto sul fascicolo del 27 aprile 2010
di Scientific American. La prestigiosa rivista ricorda che negli ultimi 30 anni le
indicazioni del Governo Americano in materia di zuccheri e grassi invitavano
a diminuire il consumo di grassi animali. Cosa che il popolo americano ha
puntualmente eseguito. A distanza di trent’anni, tuttavia, il tasso di crescita
dell’obesità è più che raddoppiato, quello del diabete è triplicato, le malattie
cardiache continuano ad essere il pericolo più grave. A fronte di questa
situazione, sono stati attivati studi che hanno dimostrato che si era,
semplicemente, sbagliato il bersaglio. Gli americani avevano preso l’abitudine
di sostituire i grassi con gli zuccheri, i quali avevano la proprietà di attivavare la
diffusione di obesità, diabete e patologie cardiache. Altre incertezze
riguardano il ruolo del colesterolo, e le interazioni
con i grassi, soprattutto in un contesto che
vede un robusto aumento delle aspettative
di vita. Come a dire un sistema in piena
evoluzione, con aumento di malattie
degenerative, da un lato, e di conseguenze
sull’aspetto esterno dovute alla lenta ed
inesorabile “ossidazione” dell’organismo.
I
n tutto questo la chimica, che
fornisce una chiave di lettura
importante sul ruolo dell’ossigeno
nell’invecchiamento: l’ossigeno
esercita un effetto negativo sugli
organismi, in quanto il sistema di
respirazione favorisce la formazione
di perossidi, donde la opportunità
di controbattere questi effetti
immettendo antiossidanti.
U
n clima di incertezza, che può
essere mitigato da una corretta
informazione. Donde questa
newsletter, che avvalendosi di esperti capaci di
divulgare i fatti scientifici potrà fornire al lettore elementi
di riflessione e risposte alle sue domande.
Luciano Caglioti
Pro-rettore - Università “La Sapienza”di Roma
In questo numero:
La scienza incerta
Diete e controdiete
Luciano Caglioti
Rimozione enzimatica dell’acrilamide
dai prodotti da forno o fritti
Thomas E. Nilsson
Idratazione cutanea: le conoscenze
scientifiche oggi
Frédéric Bonté, Emmanuelle Noblesse,
Milene Juan, Marc Dumas
Che cosa e’ un ingrediente naturale?
Una indagine fra i membri del board
editoriale di HPC today
Florian Weighardt
Nutraceutica marina. Glucosamina
ed Omega-3, nuovi trends
Colin J. Barrow
Il ruolo epatoprotettivo del te verde
nella Epatopatia steatosica non
alcolica
Hea Jin Park E Richard S. Bruno
Il risk assessment nei coloranti usati nei
cosmetic second le direttive UE
Thomas Platzek, Renate Kraetke
L’angolo del legale
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Nutraceutici & Cosmeceutici,
Edizioni Tekno
Newsletter
Scienze Srl
del
- Nr
Benessere
1 Anno 2010
- Nr 1/Settembre 2010
1
Rimozione enzimatica
dell’acrilamide
dai prodotti da forno o fritti
THOMAS E. NILSSON
Novozymes A/S Krogshoejvej 36, Bagsvaerd, 2880, Denmark
L’acrilamide è un composto mutageno
e cancerogeno, con tossicità sistemica
ma preferenziale per il sistema nervoso
sia centrale che periferico e quello
riproduttivo. La formazione di acrilamide
puo’ avvenire durante la cottura in forno
o la frittura di cibi contenenti amido
(biscotti, crackers, patatine fritte, ecc.).
La formazione della molecola avviene
ad alte temperature
in seguito alla
reazione fra le molecole di
zuccheri riducenti e l’asparagina. Una
serie di reazioni a cascata porta al rilascio
di acrilamide derivata dalla catena
laterale dell’aminoacido asparagina. La
serie di reazioni che porta alla formazione
di questa molecola e’ la stessa che dona
le caratteristiche organolettiche (colore
e sapore) e di consistenza ai cibi ricchi in
amido da forno o fritti.
L’acrilamide rappresenta un serio
rischio per la salute come evidenziato
da studi condotti su topo o ratto dalla
“International Agency for Research
on Cancer” (IARC). Altri studi condotti
dalla WHO (World Health Organisation Organizzazione mondiale per la sanita’),
dalla FDA (Food and Drug Administration
– Amministrazione per il cibo ed i
medicinali) americana nonche’ da altri
organismi nazionali ed internazionali,
sul consumo alimentare in diversi paesi
del mondo hanno evidenziato che
l’esposizione giornaliera all’acrilamide
e’ di 0.3-0.8 microgrammi/kg di peso
corporeo per di. A parita’ di prodotto
alimentare da forno, la produzione
spontanea di acrilamide puo’ variare
significativamente a seconda di fattori
quali gli ingredienti utilizzati, temperatura
o tempo di cottura. Pertanto risulta essere
2
difficile rilasciare delle raccomandazioni
precise per l’alimentazione individuale.
A tal proposito la WHO congiuntamente
con la FAO e la FDA hanno
raccomandato una dieta bilanciata
ricca in frutta e verdura. In aggiunta
a cio’, questi enti internazionali hanno
anche raccomandato di ridurre i tempi
di cottura in forno o di frittura di questi
cibi. Dati precisi sull’esposizione umana
all’acrilamide per via alimentare sono
ancora allo stato di studio. Al momento ci
sono vari studi nazionali ed internazionali
che debbono anche tenere conto
delle differenti abitudini alimentari
nonche’ delle differenti
modalita’ di
preparazione
del cibo in
diverse realta’
geografiche. Il
rapporto dello
studio triennale
HEATOX (Heatgenerated
Food Toxicants – sostanze tossiche
alimentari generate da calore)
dell’Unione Europea, recentemente
conclusosi, evidenzia che la presenza di
acrilamide nel cibo puo’ rappresentare
un concreto rischio tossicologico per
la salute umana. In aggiunta a cio’, si
evidenzia anche che pur essendoci
delle modalita’ in gradi di ridurre la
formazione di acrilamide, non e’ possibile
eliminare del tutto questa molecola dalle
preparazioni alimentari. Le metodologia
per la riduzione dell’acrilamide nei cibi
da forno o fritti e’ raccolta in una serie di
raccomandazioni della “Confederation
of the Food and Drink Industries of the
EU” (CIAA – Confederazione delle
Industrie per gli Alimenti e le Bevande
dell’UE). Recentemente, fra gli altri
metodi, e’ stato descritto l’utilizzo
dell’enzima Asparaginasi per la riduzione
dell’acrilamide naturalmente prodotta in
questa classe di cibi.
Le ricerche sino ad ora condotte per
la riduzione dell’acrilamide nei prodotti
da forno o fritti derivati da ingredienti
ricchi in amido, si sono basati sulla
ottimizzazione delle condizioni di
cottura, cambiando le composizioni
nei ricettari nonche’ sostituendo gli
stessi ingredienti di base. Nel caso delle
patate fritte, per esempio, la ricerca
si e’ concentrata sulla riduzione degli
zuccheri riducenti. Questo include anche
la selezione di varieta’ di patate con
ridotto contenuto di zuccheri riducenti
sia scegliendo fra le varieta’ esistenti che
selezionando nuove varieta’ botaniche.
Un altro campo di studio risiede nella
ottimizzazione delle temperature
di cottura, nell’addizionamento di
aminoacidi, nella ricerche sulle tecniche
di frittura, ecc. Nel caso dei cereali, sono
state messe a punto delle modifiche
di ricetta e di processamento del cibo
che includono la riduzione dei tempi e
della temperatura di cottura, la riduzione
del pH, la sostituzione dello sciroppo di
zuccheri invertiti con una soluzione di
saccarosio e la scelta del tipo di lievito
artificiale. Purtroppo questa metodologia
e’ troppo costosa per poter essere
utilizzata a livello industriale. Oltre a cio’ le
metodologie descritte innanzi influenzano
anche la formazione di quei prodotti di
reazione desiderati e responsabili delle
caratteristiche organolettiche tipiche
dei prodotti da forno o fritti. L’acrilamide
si forma nel complesso di reazioni che
producono il caratteristico colore dorato,
il caratteristico sapore di prodotti da
forno o fritti nonche’ la loro classica
croccantezza dovuta alla loro crosta.
Una soluzione efficace per la riduzione
dell’acrilamide nei cibi dovrebbe essere
efficiente e al contempo non alterare
le caratteristiche organolettiche e la
consistenza dei cibi in questione.
L’utilizzo di un enzima, l’Asparaginasi,
rappresenta una validissima alternativa
per la riduzione della presenza di
acrilamide pur non modificando le
altre caratteristiche del cibo. Questo
enzima ha come attivita’ specifica la
degradazione dell’asparagina in acido
aspartico. Con questa reazione specifica,
depletando specificamente uno dei
reagenti responsabili della produzione
di acrilamide, è possibile ottenere una
riduzione del c.a. 90% della acrilamide
nei cibi da forno o fritti senza assistere
ad una variazione delle caratteristiche
organolettiche, di aspetto e di
consistenza di questi prodotti.
Articolo originale: THOMAS E. NILSSON,
“Less acrylamide, same delicious food.
Enzyme reduces health concerns”
Agro Food Industry Hi-tech, Vol 19, pp.
28-29 (2008). http://agro-food-industry.
teknoscienze.com/pdf/NILSSON%20
AGRO2-2008.pdf
Nutraceutici & Cosmeceutici, Newsletter del Benessere - Nr 1/Settembre 2010
Idratazione cutanea:
le conoscenze scientifiche oggi
FRÉDÉRIC BONTÉ, EMMANUELLE NOBLESSE, MILENE JUAN, MARC DUMAS
LVMH Recherche, 185 avenue de Verdun Saint Jean de Braye, 45800, France
La pelle è un elemento essenziale per la
salute e rappresenta la nostra immagine
verso il mondo. La sua idratazione
costituisce un elemento fondamentale per
la salute, la bellezza e il mantenimento di
uno stato ottimale di benessere.
All’acqua presente è infatti affidato un
ruolo di barriera contro gli agenti esterni,
di stimolo e mantenimento dell’omeostasi
dei processi cellulari e infine di ruolo-chiave
nel conferire alla cute un aspetto liscio,
morbido, elastico, tipico della giovinezza.
Ma quali sono gli elementi che
contribuiscono all’idratazione cutanea?
Le sostanze idratanti
Sono una serie di sostanze chimiche ad
elevata igroscopicità, tra queste il Natural
Moisturizing Factor (NMF) noto da anni
alla cosmetologia funzionale e presente
nello strato corneo, in concentrazione di
circa il 20/30% dell’estratto secco totale. E’
soprattutto costituito da aminoacidi, PCa
(pirrolidoncarbossilati) e acido urocanico
(un filtro solare naturale) derivanti dalla
proteolisi completa della filaggrina,
insieme a quantità minori di lattati, urea ed
elettroliti, sostanze ad elevata igroscopicità,
in grado di assicurare una presenza
costante di acqua negli strati cutanei più
superficiali. A questi si accompagnano
i lipidi che costituiscono una barriera
lamellare contro l’eccessiva perdita di
acqua o TEWL (trans epidermal water loss),
un parametro importante per valutare,
anche strumentalmente, i danni cutanei
indotti dall’invecchiamento, da detersioni
troppo aggressive e da squilibri funzionali.
Tali lipidi intercellulari sono una miscela
equimolare di ceramidi (45/50% in peso),
colesterolo (20/25%),acidi grassi liberi
(10/15%), colesterolo solfato e lipidi non
polari (in piccole quantità), organizzati
in strati lamellari a struttura cristallina con
le molecole di acqua legate, attraverso
legami di idrogeno, alle teste polari
presenti. L’apporto esterno dei lipidi di
barriera, in rapporto fisiologicamente
idoneo é in grado di esercitare una
efficace azione di riparazione della barriera
cellulare epidermica, contrariamente alle
sostanze apolari, quali il petrolatum che
forma un film idrofobico sulla superficie,
con un effetto puramente occlusivo.
Si conoscono altri meccanismi di
idratazione che agiscono sia a livello
cellulare che extracellulare. Tra le molecole
endogene va ricordato il glicerolo, noto
idratante cosmetico, la cui carenza induce
secchezza cutanea; questa può essere
efficacemente contrastata da applicazioni
topiche di emulsioni che ne contengano
quantità non troppo elevate.Una ulteriore
sostanza endogena fortemente idratante
è l’acido jaluronico, una macromolecola
polisaccaridica presente soprattutto
nel derma, cui conferisce idratazione,
elasticità e morbidezza (accompagnata
da collageno ed elastina) ma che è
stata recentemente scoperta, sia pure
in quantità ridotta, anche negli spazi
extracellulari dell’epidermide dove regola
la differenziazione dei cheratinociti. Lo
xilosio è un altro zucchero, componente
dei glicosoaminoglicani GAG che sviluppa
azione idratante endogena e stimola la
sintesi di acido jaluronico.
Le scoperte recenti
La ricerca scientifica ha portato negli
ultimi anni a conoscere sempre di più i
complessi meccanismi biochimici cutanei,
aprendo nuove interessanti vie di studio
e di trattamenti topici. Tra le ricerche
più avanzate è di particolare rilevanza
l’assegnazione del Premio Nobel per
la chimica 2003, allo statunitense Peter
Agre per i suoi studi sulle proteine di
transmembrana, definite aquaporine.
Tali studi hanno portato un importante
approccio conoscitivo e di trattamento
verso l’intero equilibrio e trasporto idrico
che avviene nel corpo umano (e nei
mammiferi in generale). Le aquaporine
sono infatti dei veri “canali cellulari”
che organizzano e veicolano il flusso di
acqua (e di piccole concentrazioni di
soluti quali il glicerolo e l’urea) tra la base
dell’epidermide e lo strato corneo di
superficie.
Le aquaporine (se ne conoscono 13)
sono diffuse nel corpo umano, in parecchi
tessuti e organi: dai reni, al cervello, alla
pelle dove giocano un ruolo-chiave nella
mobilizzazione e nel successivo fissaggio
dell’acqua. In particolare l’aquaporina
AQP3 provvede a realizzare un circuito
breve tra la base dell’epidermide e
lo strato corneo, ai fini di mantenerne
costante il contenuto idrico, AQP3 è altresì
permeabile a glicerolo e urea e al loro
trasporto, se sciolti in piccola quantità
nell’acqua.
Poiché una caratteristica della cute
senescente è la disidratazione, si è
investigato il ruolo dell’AQP3 con il passare
degli anni e si è osservato come, già verso
i 40 anni, c’è una significativa diminuzione
della presenza di aquaporine, soprattutto
in seguito ai danni da esposizione solare
cronica, evidenziati nelle aree cutanee
fotoesposte.
Una ulteriore conferma scientifica
nell’interesse delle aquaporine verso
la prevenzione dell’invecchiamento
cutaneo, è la scoperta del ruolo di AQP3
verso i fibroblasti, dove sembra siano
implicate nella stimolazione dell’ EGF e
probabilmente partecipano al processo
di rinnovamento cellulare. Altri studi sono
in atto per valutarne altri possibili ruoli
fisiologici a livello cellulare.
Si è recentemente scoperto, nel processo
di idratazione cutanea, il ruolo della
giunzione tra strato corneo e strato
granuloso (definita giunzione corneo
epidermica) e delle TJ (Tight junction)
proteine che intervengono nel controllo
della permeabilità cutanea e della
diffusione di acqua negli spazi intercellulari.
Il Futuro
Con la scoperte delle aquaporine e
delle TJ nella cute umana, gli ultimi anni
hanno dato un importante impulso
scientifico alle possibilità di aumentare e
mantenere il livello di idratazione cutaneo.
Scoperte che rappresentano una tappa
importante per la cosmetologia funzionale,
perché permettono di riparare i danni
che il foto e il crono invecchiamento
apportano alla pelle, riducendo in modo
significativo i flussi dinamici dell’acqua con
conseguente gravi forme di disidratazione
e rallentamento delle funzioni cellulari.
Nei prossimi anni si studierà più a fondo il
ruolo dell’acqua nell’organizzazione delle
proteine, la sua interazione con i nutrienti
cutanei, il coinvolgimento nei processi
anti-ossidazione e di riparazione dei danni
indotti dall’invecchiamento, con l’obiettivo
di conoscere la fisiologia cutanea
individuale legata all’idratazione per
arrivare a migliorare la salute, la bellezza e il
benessere della nostra pelle.
Articolo originale: FRÉDÉRIC BONTÉ,
EMMANUELLE NOBLESSE, MILENE JUAN,
MARC DUMAS, “Skin hydratation Recent scientific advances” HPC today,
Vol 4/2009, pp. 10-12 (2009) http://hpctoday.teknoscienze.com/pdf/bonté_
HPC4.pdf
Nutraceutici & Cosmeceutici - Newsletter del Benessere - Nr 1 Settembre 2010
3
Che cosa e’ un ingrediente
naturale? Una indagine fra i
membri del board editoriale
di HPC today
FLORIAN WEIGHARDT
Teknoscienze Srl
Definire un ingrediente naturale sembra
cosa semplice. Ogni giorno i media e la
pubblicita’ ci dicono che gli ingredienti
naturali sono piu’ salutari, piu’ sostenibili,
migliorano il benessere fisico, sono piu’
“delicati”, non hanno effetti secondari,
ecc. Tutto questo e’ vero? Se si analizza
dal punto di vista scientifico il concetto
di ingrediente naturale e quelli correlati
di “biologico” oppure “verde”, la
situazione diviene decisamente meno
chiara. Allo scopo di indagare meglio
questo concetto abbiamo sottoposto
una semplice domanda ai membri
del board editoriale scientifico della
rivista: “secondo voi, che cosa e’ un
ingrediente naturale?”.
Le risposte fornite dai membri del board
si sono potute classificare in quattro
categorie principali: 1. Definizioni
tecniche del concetto di ingrediente
naturale; 2. Efficacia e sicurezza; 3.
Sostenibilita’ della filiera produttiva;
4. Uso ed abuso del concetto di
“ingrediente naturale”. La definizione
di naturale che e’ stata data e’ quella
di sostanza estratta da un organismo
vivente con sistemi non inquinanti (es.
acqua/vapore, distillazione, ecc.) e
che non subisce ulteriori trasformazioni
chimiche. Naturale non implica
automaticamente che si tratti di un
prodotto “biologico”. Capitolo a parte
merita il discorso sull’efficacia e sulla
sicurezza, due capitoli che meritano un
serio approfondimento. Naturale non
significa necessariamente sicuro, come
non significa piu’ efficace. Riguardo la
sostenibilita’ emerge il concetto che un
ingrediente naturale e’ sostanzialmente
inutile se la sua produzione risulta
essere piu’ inquinante oppure dannosa
per gli ecosistemi rispetto a quella
della controparte di sintesi. Infine
dall’indagine e’ emersa una seria
preoccupazione per gli usi ed abusi
del concetto di ingrediente naturale.
Purtroppo l’opinione pubblica diffusa
pensa che cio’ che e’ “naturale” sia
sempre positivo e sicuro e che cio’ che
e’ “artificiale” sia sempre pericoloso.
Una credenza dannosa e pericolosa
questa, che va sradicata con una
migliore informazione basata su dati
scientifici.
Articolo originale: Florian Weighardt,
“What is a natural Ingredient? A
survey among the members of The
International Scientific Advisory Board
4
of HPC Today” HPC today, Vol 2010/1
(supplement), pp. VIII-X (2010). http://
hpc-today.teknoscienze.com/pdf/
WEIGHARDT_Natural_ingr.PDF
for established ingredients” Agro Food
Industry Hi-tech, Vol 21, pp. 36-41 (2010).
http://agro-food-industry.teknoscienze.
com/pdf/barrow_AF2_2010.PDF
Nutraceutica marina.
Glucosamina ed Omega-3,
nuovi trends
Il ruolo epatoprotettivo del
te verde nella Epatopatia
steatosica non alcolica
COLIN J. BARROW
Deakin University
Faculty of Science and Technology
Geelong, Victoria 3217, Australia
La glucosamina e gli Omega-3 a lunga
catena lipidica sono due dei nutraceutici
marini maggiormente consumati. Questi
ingredienti, gia’ in uso da parecchi anni,
stanno assumendo un ruolo sempre piu’
importante in cibi e bevande funzionali
anche grazie a nuove tecniche di
stabilizzazione di queste molecole.
La glucosamina viene utilizzata
primariamente come supplemento
dietetico nella prevenzione dell’artrosi.
Anche se non ci sono evidenze cliniche
definitive sulla reale efficacia della
glucosamina, diversi studi danno delle
indicazioni in tal senso. Riguardo gli
Omega-3, vi sono diversi studi clinici
in letteratura che ne hanno stabilito
gli effetti in campo cardiovascolare
in particolare, oltre a tutta una serie
di benefici per la salute. Sino ad ora
queste molecole sono state estratte
principalmente da sorgenti di origine
marina e quindi relativamente costose.
Ultimamente sono state identificate
diverse sorgenti vegetali alternative
dalle quali purificare queste molecole.
La glucosamina e’ derivata dalla
chitina, componente dell’esoscheletro
dei crostacei, ma anche della parete
cellulare di funghi del genere Aspergillus,
Penicillum o Mucor. Gli omega-3,
invece sono derivati principalmente
da oli di pesce. Sorgenti alternative
recentemente sviluppate sono
rappresentate da organismi unicellulari
geneticamente modificati oppure
altamente selezionati dopo mutagenesi
(lieviti principalmente) con un
metabolismo modificato che consente
la produzione di omega-3 in condizioni di
coltura (fermentazione). Un’altra nuova
sorgente per omega-3 e’ rappresentata
da nuove piante geneticamente
modificate (p.es. soia) che consentono
la produzione di questi lipidi. Lo sviluppo
di nuove fonti per la produzione mirata di
queste molecole consentira’ una sempre
maggiore diffusione di alimenti funzionali
addizionati con esse.
Articolo originale: COLIN J. BARROW
“Marine nutraceuticals: glucosamine
and omega-3 fatty acids. New trends
HEA JIN PARK, RICHARD S. BRUNO
University of Connecticut
Department of Nutritional Sciences
Storrs, CT 06269-4017, USA
La epatopatia steatosica non alcolica
consiste in una costellazione di patologie
epatiche asintomatiche che aumentano
la probabilita’ di patologie correlate
al fegato ed il rischio di mortalita’. Lo
sviluppo della epatopatia steatosica
non alcolica viene correlata con
l’obesita’ e con la resistenza all’insulina
che causa un eccessivo accumolo di
di lipidi a livello epatico ed aumentano
la vulnerabilita’ del fegato verso insulti
epatotossici come stress ossidativo e
risposta infiammatoria. Una serie sempre
maggiore di evidenze dimostra che
il te verde, verosimilmente grazie alla
catechine in esso contenutevi, esercita
una azione ipolipemica, antiossidante
nonche’ anti infiammatoria. Diversi
studi epidemiologici hanno dimostrato
che il tè verde – e le catechine –
riducono la mortalita’ dovuta a cause
cardiovascolari nonche’ l’insorgenza
di patologie epatiche. In aggiunta a
ciò le catechine sono anche note per
l’effetto sulla riduzione dell’assorbimento
di lipidi. Queste caratteristiche rendono
il te verde un candidato ideale per
la produzione di cibi funzionali per
la prevenzione ed il management di
questo tipo di patologia. Il tè verde e’
prodotto da foglie della pianta del tè
che vengono trattate con vapore ed
immediatamente essiccate dopo la
raccolta. Questo trattamento inibisce
la fermentazione enzimatica che
normalmente si ha nelle altre varieta’
di te semifermenteti o fermentati. Il
trattamento che subisce il tè verde
inibisce la polifenolo ossidasi, che
normalmente ossida le catechine – il
processo ossidativo e’ responsabile del
colore scuro delle varie varieta’ di tè. Di
conseguenza il tè verde ha circa quattro
volte piu’ catechine delle altre varieta’
di tè.
Articolo originale: HEA JIN PARK e
RICHARD S. BRUNO Hepatoprotective
activities of green tea in non-alcoholic
fatty liver disease AgroFood industry
hi-tech, Vol 21, pp. 37-40 (2010). http://
agro-food-industry.teknoscienze.com/
pdf/bruno_AF1_2010.PDF
Nutraceutici & Cosmeceutici, Newsletter del Benessere - Nr 1/Settembre 2010
Il risk assessment nei
coloranti usati nei
cosmetic second le
direttive UE
THOMAS PLATZEK, RENATE KRAETKE
Federal Institute for Risk Assessment
Berlin, D-14191
Germany
In EU i coloranti per la cosmetica
comprendono sia le sostanze
coloranti che le tinture per
capelli basate sull’ossidazione.
Il risk assessment per queste
sostanze e’ dettato dalle linee
guida del Comitato Scientifico
per la Sicurezza dei Consumatori
(SCCS), e comprende sia dati sulle
caratteristiche chimico fisiche
delle sostanze utilizzate che dati
di natura tossicologica ottenuti
essenzialmente seguendo le linee
guida dell’OECD. In aggiunta
a cio’, bisogna tenere conto
che in base al 7° Emendamento
della Direttiva Cosmetica ed al
nuovo Regolamento Comunitario
sui cosmetici, entrato in vigore
a dicembre, e’ stato introdotto
il divieto di utilizzo di sistemi di
testing su animali di laboratorio.
D’ora in poi il testing dovra’ essere
effettuato utilizzando metodi
alternativi a quelli su animali che si
basano su colture cellulari (in-vitro)
nonche’ su sistemi computazionali
(in-silico) oltre a metodi ex-vivo
che si servono di tessuti espiantati
da animali. Il testing per il risk
assessment tipicamente consiste
di: test per la tossicita’ acuta, test
di irritazione cutanea ed oculare,
test di sensibilizzazione cutanea,
test di assorbimento cutaneo,
test di tossicita’ da dose ripetuta,
studi tossico-cinetici, studi di foto
attivazione, test per la tossicita’
riproduttiva e test per genotossicita’,
mutagenesi e cancerogenesi.
L’articolo degli autori descrive
diversi casi pratici di applicazione di
questi test: 1. Lo studio di coloranti
azo- che vengono degradati a
amine aromatiche cancerogene, 2.
La determinazione della tossicita’
di coloranti a base di p-fenilene
diamina, 3. La contaminazione da
4-aminibifenile, 4. Il risk assessment
di prodotti di reazione di coloranti
per capelli.
Articolo originale: THOMAS PLATZEK,
RENATE KRAETKE “Risk assessment
of colourants used in cosmetics in
the EU” HPC today, Vol. 2009/4,
pp. 26-32 (2009) http://hpc-today.
teknoscienze.com/pdf/platzek_
HPC4.pdf
e
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L’ango
Il risparmio sulla
spesa sanitaria e
farmaceutica si basa
su rilevanti tagli
Si possono prospettare
altre innovative forme
di risparmio?
Una soluzione innovativa è stata decisa in Inghilterra ed ha avuto l’avallo
della Corte di Giustizia Europea. La vicenda è interessante per la sua
particolarità. La Associazione delle Industrie Farmaceutiche Inglesi ha
promosso una causa contro l’Agenzia nazionale regolatoria dei farmaci
e dei prodotti sanitari a causa dell’originale introduzione di incentivi
finanziari ai medici ed ai fornitori, diretti alla prescrizione di medicinali
specificamente designati.
Secondo la direttiva comunitaria n. 2001/83, modificata dalla direttiva n.
2004/27 contenente il codice comunitario dei medicinali per uso umano,
“nell’ambito della promozione dei medicinali è vietato concedere,
offrire o promettere alle persone autorizzate a prescriverli o a fornirli,
premi, vantaggi pecuniari o in natura, salvo che questi siano di valore
trascurabile o rientrino nella prassi corrente”.
L’Agenzia regolatoria inglese ha invece escluso l’applicazione di questa
cogente normativa per le pubbliche autorità che erogano servizi sanitari.
Queste dunque possono incentivare economicamente i medici ed i
farmacisti a privilegiare la prescrizione di taluni medicinali appartenenti
alla medesima classe terapeutica, ma che non contengono lo stesso
principio attivo.
L’applicazione discriminatoria di regole diverse, a seconda che il
prestatore persegua o meno un obbiettivo commerciale, il pregiudizio
al mercato interno dell’Unione Europea, nonché a quello preminente
del diritto alla cura migliore per i pazienti, non sono stati tenuti in
considerazione dalla Corte di Giustizia Europea. Con la recente sentenza
del 22 aprile 2010, resa nel procedimento C-62/09 su istanza della
Associazione delle Industrie Farmaceutiche Inglesi, la Corte ha deciso
che nulla osta ad un regime di incentivi finanziari istituiti dalle autorità
nazionali per ridurre le spese sanitarie e dirette a favorire la prescrizione di
medicinali specificamente
designati contenenti un
principio attivo diverso da
quello che sarebbe stato
prescritto in assenza di
incentivi.
In tempi di crisi saltano
anche i valori fondamentali.
Non c’è da stare allegri.
Avv. Gioia Vaccari
Le azienze interessate a pubblicare il proprio profilo
o la descrizione di un prodotto possono rivolgersi a:
Florian Weighardt - fl[email protected]
Nutraceutici & Cosmeceutici, Newsletter del Benessere - Nr 1/Settembre 2010
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Volete pubblicare una vostra news?
e-mail: [email protected]
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ResConcept® Sun: Stabilità,
funzionalità, valenza sensoriale,
innovazione
Res Pharma s.r.l. da oltre 30 anni
produce e distribuisce materie
prime per l’industria cosmetica, con
soluzioni d’avanguardia sia per le
applicazioni classiche che per quelle
più innovative. Un impegno scientifico
realizzato grazie ai suoi laboratori
di analisi e sviluppo di prodotto e di
processo, a cui si
è recentemente
aggiunto il
reparto di biologia
cellulare per
la ricerca e le prove di valutazione
in vitro. Tra le ultime innovazioni:
ResConcept® Sun Plus e HP, emulsioni
fluide O/A ad elevata micronizzazione
e costanza reologica anche in
diluizioni elevate (a freddo), che
permettono di ottenere l’intera scala
di protezione solare (SPF da 10 a 50+),
con utilizzo anche in sistemi “pump” e
per l’imbibizione di “wet wipes”.
Lycia Skin per le cuti più sensibili
Artsana Group viene fondata
a Como nel 1946 da Pietro
Catelli, per produrre e vendere
aghi ipodermici, termometri e
siringhe. Nel 1958, insieme con
il primogenito Enrico (Chicco)
nasce il famoso marchio con
questo nome, diretto a soddisfare
tutte le esigenze dei bambini.
Successivamente sarà creata
Lycia, una linea di prodotti per la
cura del corpo dedicati al mondo
femminile.
E’ su queste tre anime: Baby (con
il marchio Chicco), Salute (tra
cui PIC, Control, Serenity e altri
ancora), Cosmetics (Lycia) che
Artsana è diventata una realtà
internazionale, con sedi in tutto
il mondo, gestita tuttora dalla
famiglia Catelli.
L’attenzione ai problemi della
vita quotidiana non è cambiata
e oggi, in Farmacia, è presente
Lycia Skin Control per le cuti più
sensibili. Lycia Skin Control offre
soluzioni rigorose e sicure per
risolvere i problemi quotidiani delle
pelli più reattive, contribuendo,
attraverso la ricerca scientifica,
al benessere e all’armonia della
persona.
Artsana Group
Test in vitro
alternativi –
sicurezza e
funzionalita’ per
i prodotti ad uso
topico
Sicurezza di impiego
significa innocuità
ma può anche voler
significare corretta
funzionalità rispetto all’efficacia
vantata. MICRONA, oltre ad
utilizzare i modelli tridimensionali di
epidermide di derivazione umana
per eseguire i test convalidati, ha
messo a punto nel suo Sito di saggio
di Tossicologia e Funzionalità in
Vitro alcuni test di valutazione della
funzionalità. Tali test non solo offrono
l’alternativa in vitro scientificamente
più valida ai test su animali perché
sono quelli che maggiormente si
avvicinano come risposta a quelli
eseguiti sull’uomo, ma costituiscono
anche, per le loro caratteristiche
etiche ed ecologiche, un valido
supporto per la presentazione dei
prodotti. I modelli di cute disponibili
permettono di sperimentare la
funzionalità e la tollerabilità cutanea
di prodotti destinati al viso, al corpo,
al cuoio capelluto, alla prima
infanzia, alla zona perioculare e alle
mucose.
Carren intergatore alimentare
contro le forme artrosiche
ICI Rende S.r.l. è una società
farmaceutica italiana, fondata
nel 1944. Nel corso degli anni
ha sempre più sottolineato il
suo interesse verso la ricerca di
preparati per il benessere oltre
che per la salute dell’uomo. Nei
suoi laboratori sono stati studiati
dispositivi medici e integratori
alimentari nel campo della
ginecologia e della ortopedia.
Tra gli ultimi successi: Carren un
supplemento fisiologico, di rapida
e sicura efficacia, per il
trattamento delle
forme artrosiche.
Carren (20 bustine
da 4,6 g) è un
Integratore
alimentare
di ultima
generazione
che contiene,
in concentrazioni ottimali e
sinergiche: Condroitin solfato,
Glucosamina, Metil Sulfonil Metano,
Boswellia, Vit. C, Vit. E, Vit. B6.
Istituto chimico internazionale dr.
Giuseppe Rende s.r.l.
Idrastin® Siero – RPF® srl
L’Idrastin® Siero nasce per contrastare
efficacemente l’invecchiamento
cutaneo prevenendo l’insorgere di
inestetismi. Promuove una decisa
azione rassodante incrementando
il tono della cute e migliorandone
la microcircolazione, soprattutto
nelle parti più delicate. Le
benefiche proprietà di questo
nuovo dermocosmetico funzionale
sono dovute ad un mix di principi
attivi (Ginseng,
Vitamina A,
X-Solve®, Rusco,
Vitamina E,
Alfa Bisabololo)
ad azione
antiossidante
e modulatrici
della circolazione. Inoltre la
particolare struttura dell’Idrastin® Siero
lo rende particolarmente “leggero”, di
facile assorbimento e con una texture
estremamente gradevole e vellutata.
Formulato e commercializzato dalla
RPF®, in vendita nelle farmacie.
Urisen M/S
Disturbo fastidioso e invalidante, le cistiti
sono le infezioni batteriche più frequenti
nella popolazione femminile, per le
peculiari caratteristiche anatomiche
del loro apparato urinario, ma possono
riguardare anche gli uomini dove si
associano spesso a prostatite batterica.
Un rimedio naturale ed efficace è
rappresentato da Urisen S, integratore
alimentare sviluppato da Syrio per
favorire la corretta funzionalità del
sistema urinario in caso di cistiti acute.
La sua formulazione sfrutta la sinergia
d’azione dei suoi principi vegetali –
Vitamina C, Cranberry, Uva Ursina,
Gramigna -, inibendo l’adesione
dei batteri alle pareti della vescica
e svolgendo un’azione diuretica e
acidificante delle urine, con ulteriore
effetto antibatterico. Per la profilassi
delle cistiti recidivanti Syrio ha realizzato
Urisen M, integratore alimentare che al
Cranberry, alla Vitamina C, all’Acido
Citrico e all’Asparago unisce i benefici
di un’integrazione probiotica a base
di Lactobacillus Acidophilus per la sua
documentata capacità di riequilibrare la
flora batterica intestinale, contrastando
così la possibile insorgenza di disturbi
delle vie genito-urinarie, solitamente
causati dalla migrazione nelle
basse vie urinarie di batteri
intestinali patogeni.
Nutraceutici & Cosmeceutici, Newsletter del Benessere - Nr 1/Settembre 2010
Notizie utili
Contattate Roberta Soresina:
tel: +39-02-26809375
Meno sale nel consumo quotidiano:
gli innovativi ingredienti della
Biorigin
Un recente studio pubblicato nella
prestigiosa rivista New England
Journal of Medicine, attesta che
una riduzione pari ad 1 grammo
nel consumo giornaliero di sale
puo’ prevenire l’incidenza di c.a.
10.000-23.000 infarti, 18.000-35 000
attacchi cardiaci e 15.000-23.000
casi di morte in genere. Biorigin
Ingredients presenta le sue soluzioni
di ingredienti naturali che rendono
possible la
riduzione
della
quantita’ di
sale presenti nei prodotti finiti. Le
sue linee di estratti di lievito Bionis
insieme alla linea Bioenhance
danno un sapore omogeneo ed
aumentano l’intensita’ del sapore
salato senza la neccessita’ di
aumentare il dosaggio di sale.
www.biorigin.net
La prima associazione che connette
la dermatologia con la cosmetologia
AIDECO (Associazione Italiana di
DErmatologia e COsmetologia)
Due discipline che appaiono così
diverse dimostrano in realtà molti
punti di contatto: una corretta
sinergia tra Dermatologia e
Cosmetologia può produrre risultati
soddisfacenti in termini di progresso
ed innovazione per la salute ed
il benessere della pelle e dei suoi
annessi. Nata nel 2007 AIDECO é
un’associazione di natura scientifica
la cui finalità primaria
è di far dialogare il
mondo dermatologico
e cosmetologico
attraverso la
divulgazione e l’aggiornamento di
discipline ed argomenti associati
al benessere della pelle. Aperta a
tutti coloro che sono interessati ad
un percorso culturale, formativo
e di aggiornamento nell’ambito
del settore dermo-cosmetologico
AIDECO organizza a Roma il 25 e
26 novembre 2010, il III Convegno
Nazionale: sulle nuove frontiere della
medicina e della cosmetologia come
strumenti per migliorare la qualità
della vita. Per ulteriori informazioni
consultare il sito:
www.aideco.org
Roquette introduce una nuova
generazione di proteine da pisello
Roquette ha introdotto sul mercato
una nuova famiglia di proteine del
pisello: NUTRALYS® S85F. La grande
novita’ di questo prodotto risiede
nella sua sapidita’. La compagnia,
grazie ad una innovativa
procedura estrattiva e’ riuscita
a ridurre al minimo le peculiari
caratteristiche organolettiche
solitamente
associate alle
proteine di
origine vegetale.
Questo prodotto
innovativo offre
nuove prospettive
di sviluppo di nuovi
prodotti di origine vegetale, in
particolare nel settore dei prodotti
derivativi dal latte, dei prodotti
dietetici o dei prodotti per il
dimagrimento. Grazie alle sue
caratteristiche di ridotto impatto
organolettico NUTRALYS® S85F
puo’ essere incluso in dosaggi piu’
elevati del normale nel prodotto
finito.
www.roquette-food.com
Inclusione del prodotto carnipure™
l-carnitine nella nuova formulazione
multivitaminica e multiminerale
anavite™ della gaspari
Anavite™ rappresenta tre supplementi
in uno: Un supplemento che aumenta
la vasodilatazione ed
il consumo di ossigeno
da parte dei muscoli,
incrementa la densita’
relativa di recettori per gli
androgeni e massimizza la
performance aerobica ed
anaerobica nella pratica
sportiva. L’addizione di
Carnipure™ in Anavite™
migliora il complesso multivitaminico
e multiminerale fornendo al’industria
un notevole prodotto per la
supplementazione nutrizionale.
www.lonza.com
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