highlights sace risk index scheda paese rating, business climate

SCHEDA PAESE
A cura dell’Ufficio Studi di SACE
INDIA
Capitale: New Delhi
Popolazione (2012): 1.220,8 milioni
PIL nominale PPP (2012): 4.874 USD miliardi
SACE RISK INDEX
Rischio di
mancato
pagamento da:
Controparte sovrana
40/100
Banca
50/100
Grande impresa
50/100
Pmi
56/100
Rischio
politico-normativo
Restrizioni sul trasferimento
dei capitali
50/100
Esproprio
53/100
Violazioni contrattuali
64/100
Rischio di
violenza politica
63/100
HIGHLIGHTS
Contesto politico. Il primo ministro Singh, della coalizione di centro-sinistra UPA, è alla guida del governo dal 2004. Il
rallentamento dell’economia e gli scandali connessi a casi di corruzione hanno contribuito a ridurre la popolarità del governo. In attesa delle elezioni politiche che si terranno a maggio 2014, emerge la figura di Narendra Modhi, leader molto
popolare del principale partito di opposizione BJP e attualmente governatore del ricco stato del Gujarat. I rapporti con il
Pakistan, storicamente difficili, potrebbero vedere un miglioramento dopo la vittoria di Nawaz Sharif, nuovo premier pakistano da maggio 2013.
Contesto economico. L’anno fiscale 2012/13 si è chiuso con un rallentamento della crescita del PIL (+3,3%), tra le peggiori performance degli ultimi 10 anni. Le criticità dei conti pubblici sono relative all’elevato deficit pubblico e all’inflazione. L’implementazione delle riforme strutturali annunciate dal governo a settembre 2012 procede con lentezza a causa
di alcuni stalli politici. La domanda domestica continua a rappresentare il principale supporto alla crescita economica,
soprattutto in termini di consumi e investimenti privati.
Contesto finanziario. Il sistema bancario indiano è costituito da 80 banche commerciali, 200 banche agricole regionali e
350 cooperative agricole. Il settore è dominato dalle banche del settore pubblico (il 70% degli asset sono, infatti, in mano
allo stato e il credito al settore privato rappresenta solo il 40% del PIL). La performance è positiva: il livello dei NPL è
contenuto ma ha segnato una crescita nell’ultimo anno, complice il rallentamento dell’economia e l’elevata esposizione
del settore bancario verso le imprese statali poco performanti operanti in settori critici, come il trasporto aereo e l’energia.
Contesto operativo. Il sistema legale è basato sulla Common Law inglese e i processi si svolgono in modo imparziale,
anche se l’elevato numero di arretrati ne compromette l’efficienza. Burocrazia e, soprattutto, corruzione sono i principali
ostacoli per gli investitori esteri. Le riforme annunciate dal governo dovrebbero favorire l’intervento di capitale straniero
in settori quali il multibrand retail, il settore aeronautico e quello finanziario/assicurativo. La sicurezza è minata da gruppi
di rivendicazione locale di matrice islamica, dal separatismo in Kashmir, dalle tensioni con il Pakistan e dall’organizzazione terroristica di matrice maoista Naxalite.
RATING, BUSINESS CLIMATE, KEY FIGURES
Indicatori di rischio
Rating
OCSE
3
S&P’s
BBB-
Indicatori di Business Climate
Doing Business 2013
Index of Economic Freedom 2013
Corruption Perceptions Index 2012
Moody’s
Baa3
Fitch
BBB-
Attuale
132° su 185
119° su 181
94° su 174
Precedente
132° su 183
123° su 179
95° su 183
2010/11
2011/12
2012/13
3,3(s)
2013/14
(p)
6,3
2014/15
(p)
7,0
PIL (variazione % reale)
10,5
6,4
Inflazione media annua (%)
Saldo Bilancio pubblico/PIL (%)
Bilancia dei pagamenti
Esportazioni ($ mld)
Importazioni ($ mld)
Saldo transazioni correnti/PIL (%)
Debito estero totale ($ mld)
Debito estero totale/PIL (%)
Riserve valutarie lorde ($ mld)
Riserve valutarie lorde (mesi import.)
Fonte: EIU, giugno 2013
12,0
-4,8
8,9
-5,7
9,3
-5,3(s)
9,4
-5,0
7,2
-4,5
225,9
-357,7
-3,1
290,4
17,1
297,7
8,1
307,2
-475,3
-3,3
334,3
17,8
297,9
6,5
298,4
343,5
407,1
-500,4
-564,4
-643,9
-4,9(s)
-3,9
-3,2
337,3(s)
320,3
342,6
17,8
14,5
13,2
297,8
301,7
301,8
6,2
5,6
4,9
(s): stime; (p): previsioni
COMPOSIZIONE DEL PIL (2012)
Agricoltura
13,7%
Industria non
manifatturiera
11,8%
Servizi
59,3%
Manifattura
15,2%
RAPPORTI CON L’ESTERO:
INVESTIMENTI, OPPORTUNITA’ E INTERSCAMBIO
Bilancia dei pagamenti. La rupia debole e la solida domanda domestica, in particolare le importazioni di prodotti energetici,
hanno contribuito all’aumento del deficit di parte corrente. A causa dello stallo politico che ha frenato l’implementazione delle
riforme annunciate, l’India ha sperimentato nel 2012 una riduzione dell’afflusso di capitali esteri. Le riserve in valuta forte
sono comunque consistenti, sostenute dalle rimesse dei lavoratori indiani all’estero.
Settori di opportunità. Il settore dei servizi, in particolare quelli di IT e di Outsourcing, rappresenta da sempre un elemento
di forza del Paese. Considerata la dimensione del mercato e una certa propensione al consumo da parte della popolazione locale, emergono opportunità nel comparto dei beni di consumo. L’arredo-design rappresenta un mercato promettente, come dimostrato dal recente ingresso di Ikea nel Paese. Le infrastrutture, in particolare strade e ferrovie, necessitano di un ammodernamento e ampliamento per sostenere la crescita del traffico soprattutto nelle maggiori aree urbane.
SALDO TRANSAZIONI CORRENTI
INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI
0
0
40
-10
-20
2,5
30
-2
mld US$
-50
-3
%
-60
-4
-70
2
25
-40
20
1,5
%
-30
mld US$
3
35
-1
15
1
10
-80
-5
-6
2010
2011
2012
Saldo transazioni correnti
2013(p)
0,5
5
-90
-100
0
2014(p)
0
2009
Saldo transazioni correnti / PIL
2010
2011
2012
2013(p) 2014(p)
IDE (in USD mld)
IDE (% del PIL)
(s) stime; (p) previsioni
(s) stime; (p) previsioni
Fonte: EIU, UNCTAD
Fonte: EIU
Commercio e presenza italiana. L’Italia è il 5° partner commerciale dell’India tra i Paesi UE, dopo Germania, Belgio,
Gran Bretagna e Francia. Le esportazioni italiane in India hanno segnato, nel 2012, una contrazione del 10% , così come le
importazioni dall’India si sono ridotte di circa il 21%. La meccanica strumentale rappresenta il settore principale per l’export italiano, mentre i prodotti tessili e del comparto moda sono i beni più importati dall’India, pari a circa 1/3 del totale
delle importazioni. Si può stimare un numero totale di circa 400 entità legali e stabilimenti italiani in India, distribuiti soprattutto nei poli industriali di Delhi-Gurgaon-Noida e di Mumbai-Pune. I servizi (principalmente trasporti, consulenza,
servizi finanziari) e la componentistica auto rappresentano i settori nei quali si concentrano gli investimenti italiani in India.
Tra i grandi gruppi italiani presenti in India si segnalano: Fiat, Ferrero, Perfetti Van Melle, Lavazza, Piaggio, Prysmian,
Maire Tecnimont, Techint, Luxottica, Assicurazioni Generali, Danieli, Brembo, Finmeccanica, StMicroelectronis.
ESPORTAZIONI IN INDIA PER SETTORI (2012,%)
altro
17,0%
INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON INDIA (2002-2012), € milioni
6.000
4.780
5.000
moda
4,0%
4.000
gomma, plastica,
materiali da
costruzione
4,3%
meccanica
strumentale
43,2%
3.429
3.388
3.090
2.976 2.995
3.000
2.000
3.823 3.736
3.387
3.751
3.349
2.904
2.735
2.201 2.166
2.027
1.682
1.679
1.587
1.273
1.097
1.034
1.000
app. elettrici
4,8%
0
2002
autoveicoli e altri
mezzi di trasporto
5,1%
prod. chimici
9,0%
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
-2.000
metallurgia e prod.
in metallo
12,5%
SACE IN INDIA
Condizioni di assicurabilità
Rischio sovrano:
Rischio bancario:
Rischio privato:
Volturabilità polizza SACE
2003
-1.000
CONTATTI
Senza condizioni
Senza condizioni
Senza condizioni
si
Servizio clienti:
- [email protected]
Ufficio stampa: tel. + 39 06 6736888 - [email protected]
COUNTRY RISK UPDATES
Agosto 2013
Raghuram Rajan, ex-capo economista del FMI, è stato nominato nuovo governatore della Banca centrale con un mandato di 3 anni. La nomina riflette le preoccupazioni sull’indebolimento della valuta locale, la rupia, che ha perso circa
l'11% del valore nei confronti del dollaro nei primi sei mesi del 2013 e più del 39% negli ultimi due anni, la peggiore performance tra le valute asiatiche. La debolezza della rupia è da ricondurre al calo delle esportazioni (deficit delle partite correnti
pari a circa il 5% del PIL), all'elevata inflazione (pari a circa l’11% a giugno 2013), e alla deflusso dei capitali esteri .
Agosto 2013
Continua il deprezzamento della valuta indiana: la rupia ha perso in un solo giorno il 3,8% del valore rispetto al dollaro
USA (la peggiore performance dal 1995), mentre la caduta dall’inizio dell’anno è ormai prossima al 20%. Il recente peggioramento è legato ai timori di un aumento dei prezzi del petrolio in caso di un eventuale intervento militare in Siria. L’India,
infatti, importa circa l’80% del proprio fabbisogno petrolifero e un rincaro del greggio porrebbe ulteriore pressione sulla
bilancia dei pagamenti.
Giugno 2013
Fitch ha rivisto al rialzo l’outlook sul rating sovrano dell'India, portandolo da negativo a stabile. La correzione indica
la fiducia nella capacità del governo di raggiungere il target di disavanzo di bilancio al 4,8% del PIL nel 2013 (vs -5,3% del
PIL dell’anno precedente). L’indice dei prezzi all'ingrosso, utilizzato come indicatore dell’inflazione, continua a contrarsi:
ad aprile 2013 si è attestato al 4,8% (vs 6% di marzo 2013) e le stime per maggio non prevedono un incremento. La Reserve
Bank of India potrebbe, quindi, avere spazio per una riduzione di 25 punti base del tasso di interesse, funzionale al rilancio
della crescita economica.
Maggio 2013
Il governo ha dato il via libera all’ingresso di Ikea nel paese, il cui settore retail vale circa USD 500 miliardi, portando a
termine un percorso burocratico durato diversi anni. Il piano d’investimento della società svedese, del valore di circa USD 2
miliardi (il maggior investimento diretto estero nel settore retail), prevede l’apertura di 10 punti vendita nei prossimi 10
anni. E’ un passo importante che potrebbe avere effetti positivi sul sentiment degli investitori esteri in un paese dove la regolamentazione degli IDE prevede ancora un tetto del 51% alla proprietà straniera nel settore retail multibrand, mentre nel
monomarca è già possibile per gli stranieri possedere il 100% del capitale.
Marzo 2013
Presentato il budget per l’anno fiscale 2013/2014, volto a sostenere la crescita, ridurre il rapporto deficit/PIL al 4,8%
(5,2% nel 2012) e potenziare i programmi sociali in vista delle elezioni del 2014. Le principali agenzie di rating hanno accolto positivamente il budget, avvertendo però che alcuni obiettivi, in particolare su crescita, ricavi e spesa, sono difficili da
raggiungere. Inoltre, esistono rischi di esecuzione e permane la vulnerabilità dei conti pubblici in caso di una crescita inferiore alle attese.