Rapporto III / 2001
Come preannunciato nei numeri precedenti di Congiuntura, con
alcuni trimestri di sfasamento, il rallentamento congiunturale
internazionale ha segnato anche l’economia cantonale e quella
delle provincie di confine. I primi segnali di una possibile inversione di tendenza sono stati la riduzione dell’attività industriale e
l’aumento del tasso di disoccupazione (in Ticino era in calo da ben
10 trimestri). Nel III/01, il PIL ticinese, come del resto quello di
Zurigo, presenta una crescita negativa. Il fatto - non economico che ha marcato questo trimestre è stato l’attacco alle torri gemelle di New York, che è avvenuto in una fase in cui l’economia USA
procedeva già a rilento. Un avvenimento tragico che ha segnato le
coscienze e ha avuto un impatto negativo anche sulla fiducia dei
consumatori. Ha influenzato indirettament le regioni da noi analizzate, attraverso un calo delle esportazioni. Per quanto riguarda
le previsioni per il IV/01, pensiamo si tratterà ancora di un trimestre difficile per i cantoni del Ticino e di Zurigo, soprattutto a
seguito delle conseguenze della chiusura del S.Gottardo e del fallimento di Swissair. Il BAK prevede che nel 2002 l’economia ticinese crescerà con tassi vicini al 1,5%, simili a quelli stimati per il
2001. Nel semestre in esame, il quadro congiunturale internazionale si presenta all’insegna del rallentamento economico generalizzato. Il PIL USA ha segnato -0.1%. L’economia della ZE ha
conosciuto una leggera crescita (+0.1%), mentre il Giappone, con
due trimestri consecutivi negativi, si trova tecnicamente in recessione. Spicca positivamente l’andamento della Svizzera, che si
trova in una posizione leggermente migliore rispetto alle altre aree
di riferimento. Per il 2002 l’OCSE prevede tassi di crescita medi
a livello internazionale inferiori a quelli del 2001. L’economia
dovrebbe risollevarsi a partire dal secondo semestre dell’anno.
ongiuntura
Contesto internazionale
Svizzera
Panorama Dall’autunno 2000 si assiste ad un andamento economico parallelo delle maggiori economie mondiali; segnatamente un rallentamento dei tassi di
crescita delle variabili macroeconomiche più significative e delle previsioni di crescita nell’ordine di +1/1,5%. Il fatto chiave che ha marcato il mondo nel corso del
III trimestre 2001, peraltro non economico, è l’attacco terroristico perpetrato alle
torri gemelle a New York e al Pentagono. E’ sicuramente il fatto più grave che sia
mai accaduto dalla crisi del Golfo, ed ha influito negativamente su una situazione
economica statunitense che presentava già segni di rallentamento da almeno
6 mesi. Una domanda è così rimbalzata ad ogni angolo del mondo: quanto potrà
influire questo fatto di sangue sulla propria economia? La ZE ha registrato un rallentamento della propria congiuntura, dimostrando di non essere indipendente
dalla locomotiva americana. La crescita della propria economia si è quasi fermata,
anche se la situazione occupazionale è ancora buona. Il Giappone presenta invece
una situazione economica alquanto disastrosa e con due trimestri di crescita negativa dimostra di essere in recessione.
Situazione relativamente migliore per la Svizzera, anche se la debole congiuntura
mondiale incide in modo meno importante sulla propria economia. Così, dopo solo
10 trimestri di crescita, ci ritroviamo nuovamente con tassi di crescita stagnanti.
Pil Crescita debole ma positiva per Svizzera e ZE. Primo trimestre negativo per gli USA e recessione annunciata per il Giappone.
Pil reale (var. trim destag.). Fonte: OCSE
3.0%
2.0%
1.0%
0.0%
-1.0%
-2.0%
CH
-3.0%
III/96
III/97
Disoccupazione
ZE
III/98
US
JP
III/99
III/00
III/01
al rialzo in tutte le aree considerate, per ragioni
congiunturali e stagionali.
Tasso di disoccupazione standardizzato. Fonte: OCSE
12.0%
10.0%
8.0%
6.0%
4.0%
2.0%
CH
0.0%
III/96
2
III/97
ZE
III/98
US
JP
III/99
III/00
III/01
La crescita economica svizzera, in questo
III/2001, ha segnato una battuta d’arresto.
Sebbene la situazione sia migliore di quella americana, europea e soprattutto giapponese, il forte rallentamento della crescita è una chiara avvisaglia del possibile
ritorno di un leggero fenomeno recessivo.
Il PIL è cresciuto modestamente (+0,1%)
grazie unicamente ai consumi privati.
L’occupazione è ancora cresciuta, ma il
tasso di disoccupazione fa segnare un
primo rialzo dopo 17 trimestri di ininterrotto calo. La riduzione degli scambi
internazionali e il rafforzamento del franco non fanno sperare nelle esportazioni
quale traino della crescita. Secondo alcuni Istituti l’economia dovrebbe ripartire su
ritmi più sostenuti nel 2002.
Nel III/01 il PIL svizzero, in termini
reali, è aumentato unicamente dello
+0,1%. Su base annua la crescita si è
dimezzata, facendo segnare un +0,8%.
Si sta così verificando il rallentamento
da noi previsto nel rapporto congiunturale scorso. Mantengono una tendenza
al rialzo solo i consumi delle economie
domestiche e le esportazioni di servizi.
Prosegue invece il rallentamento negli
investimenti ed in particolare in quelli
riguardanti i beni di equipaggiamento.
Stagnante l’investimento nelle costruzioni. Quasi tutti gli istituti hanno
provveduto a ritoccare verso il basso le
previsioni di crescita che, per l’anno in
corso, vanno da +1,2% (Crèa) a +1,9%
(KOF), contro una media del +2.3%
prevista a fine 2000.
Tasso leggermente al rialzo nel III/01 per
la Svizzera (dati destagionalizzati), che si
fissa a 1,81%. Va fatto notare come sia il
primo rialzo dopo 17 trimestri di costante calo. Infatti, il numero dei senza lavoro
è passato da 59’176 a 62’170. La disoccupazione più forte si riscontra sempre
nel canton Ginevra (+4,2%), mentre il
minimo lo si ha nel canton Appenzello
Interno (+0,3%). Contrariamente a quanto si era accennato e malgrado le prospettive si siano deteriorate, l’occupazione è
ancora cresciuta nel corso del trimestre. Il
totale degli occupati ha segnato +0,52%
rispetto al II/01. Nell’ultimo anno il
numero di attivi occupati é cresciuto di
+1,7%, e ciò è dovuto esclusivamente al
personale straniero. Il numero di svizzeri
è infatti rimasto stabile.
Zona Euro
USA
Giappone
Per certi aspetti, nella ZE abbiamo una
situazione analoga all’economia svizzera.
La crescita del PIL è stata molto modesta
(+0,1% nel III/01). Il motore della crescita è stato nuovamente il consumo privato,
mentre le esportazioni e gli investimenti
hanno registrato tassi negativi. Tra gli stati
a noi vicini, segnaliamo l’andamento economico della Germania (-0,1% rispetto al
III/01) e dell’Italia (+0,2%). Il tasso di
disoccupazione segna un’andamento stabile all’8,4%, ma la riduzione dell’attività
industriale lascia presagire ad un prossimo aumento. L’economia della ZE ha
risentito dell’aumento nel prezzo dei prodotti petroliferi, ma soprattutto ha subito il
rallentamento americano. L’OCSE prevede per il 2002 una crescita leggermente
inferiore a quella dell’anno in corso.
Negli Stati Uniti è successo ciò che
ormai più nessuno si aspettava: un
arresto della crescita economica
(-0,1% nel III/01). Gli attentati terroristici alle torri gemelle non sono
stati la causa del rallentamento economico in corso dall’aprile 2001, ma
ne hanno accentuato gli effetti,
minando la fiducia dei consumatori.
Quale risposta, lo Stato americano ha
implementato politiche pubbliche di
sostegno all’economia, quali maxitagli nelle tasse ed un aumento della
spesa pubblica. La Fed dal canto suo
è intervenuta tagliando i tassi 2 volte
anche nel III/01. La ripresa, secondo
le previsioni, non avverrà prima del
secondo semestre del 2002.
Dopo due trimestri di crescita negativa,
si può ora affermare che il Giappone è
tecnicamente in recessione (la seconda
in tre anni). Come avevamo previsto
nel rapporto scorso, il Giappone era
sinora stato mantenuto “in crescita artificialmente” con interventi governativi.
Ora il governo si è deciso a muovere i
primi lenti passi nella ristrutturazione
dell’economia con conseguenze,
soprattutto in una prima fase, che
potranno essere assai dolorose (aumento della disoccupazione e riduzione del
benessere). Infatti il tasso di disoccupazione segna un aumento da 3 trimestri
a questa parte. Le previsioni per il 2001
e per il 2002 (OCSE) lasciano trasparire una fase di recessione economica.
Il PIL della ZE, nel corso del III/2001,
è cresciuto nella stessa misura di quello svizzero (+0,1%). Ciò porta la crescita nell’ultimo anno a +1,3%.
Questo andamento, leggermente positivo, è dovuto unicamente all’andamento dei consumi (+0,2% quelli privati e +0,1% quelli pubblici), ed
hanno altresì permesso una riduzione
degli stocks. I consumi hanno anche
evitato una crescita negativa, prevista
invece da alcuni economisti. In diminuzione anche gli investimenti. L’OCSE prevede per il 2001 una crescita di
+1,6% e per il 2002, di +1,4%, contro
un +3,1% previsto l’anno scorso.
Negli Stati Uniti l’economia ha registrato una diminuzione del PIL pari a
-0,1% (-1,3% su base annua). Sebbene si
tratti di un calo trimestrale minimo, stupisce il fatto che sia potuto accadere.
Infatti, parecchi economisti di rilievo,
visto il boom dell’ultimo decennio dovuto alla New Economy, prevedevano la
fine dei cicli economici e dunque un’economia sempre in crescita. Ad evitare
un risultato ancora peggiore hanno contribuito i consumi privati (+0,3%).
Importante anche il sostegno dato dalla
spesa pubblica (+1,1%). Le esportazioni e
gli investimenti hanno invece subito un
netto calo. Per l’anno in corso l’OCSE ha
rivisto la crescita da +1,9% (espressa a giugno) a +1,1%, mentre per il 2002 le previsioni sono passate da +3,1% a +0,7%.
Con un calo del PIL reale dello -0,5%,
dopo un -1,2% nel II/01, il Giappone è
entrato in una fase recessiva. Tutti i
componenti del PIL presentano segni
negativi e ciò ha portato la riduzione
dello stesso, nell’ultimo anno, a ben
-2,2%. Il calo nei consumi privati e la
riduzione degli investimenti hanno fatto
diminuire la domanda interna del -1,7%.
Anche la produzione industriale è calata
e di riflesso si sono ridotte pure le scorte. Il valore dei lavori pubblici commissionati è leggermente aumentato rispetto al II/01, ma l’elevato rapporto debito
pubblico/PIL limita la politica interventista del governo. Secondo l’OCSE il
PIL nel 2001 dovrebbe segnare -0,7% e
nel 2002 -1%, contro un +1.9% inizialmente previsto per il 2001.
Andamento stabile della disoccupazione nella ZE, il cui valore si mantiene
sui livelli del trimestre precedente
(+8,4%). E’ da ben 4 anni che questo
tasso non subisce più alcun aumento ed
a fine settembre si contavano 11,4
milioni di disoccupati. Malgrado il
buon risultato, le differenze tra i paesi
sono considerevoli: Finlandia e Spagna
guidano la classifica con rispettivamente 9,2% e 13%, mentre agli ultimi
posti troviamo Olanda e Lussemburgo
(con tassi pari al 2,2% e 2,5%). Vista la
situazione congiunturale è molto probabile che il tasso si assesti verso l’alto. Nelle previsioni per il 2002 l’OCSE
prevede un tasso di disoccupazione
medio per la ZE del 8,9%.
Con un tasso di disoccupazione del 4,8%
gli USA fanno segnare il terzo rialzo trimestrale consecutivo. Ciò è dovuto essenzialmente al rallentamento dell’economia,
e non può ancora dirsi causa dei tragici
fatti dell’ 11 settembre. L’occupazione ha
fatto segnare una riduzione degli effettivi.
Il calo maggiore si è riscontrato nel settore secondario (manifatturiero: -1,74% nel
III/01). E’ risultato invece relativamente
stabile il settore terziario, con alcuni comparti che sono persino aumentati (servizi
+0,12%). Va sottolineato il contributo
dato dal governo, che denota un aumento
dell’occupazione del +0,73%. Siccome
l’economia rischia di cadere in recessione,
le prospettive per l’occupazione non sono
rosee ( per il 2002 l’OCSE prevede 6%).
La disoccupazione in questo III/01 ha
fatto segnare un ulteriore record negativo, posizionandosi su livelli mai raggiunti in Giappone (5,1%). Ciò è dovuto soprattutto alla contrazione della
domanda interna ed internazionale, con
conseguente riduzione della produzione
industriale. Questo fenomeno si è avuto
soprattutto nelle grandi aziende del settore tecnologico ed elettronico. Per
quanto concerne l’occupazione, l’andamento è stato stagnante. Il numero di
lavoratori regolari è diminuito e di conseguenza è aumentato il numero dei
posti di lavoro precari. Purtroppo, considerata la situazione economica attuale
e prevista, il trend al rialzo della disoccupazione è destinato a continuare.
3
Contesto internazionale
Svizzera
in diminuzione in Svizzera. In Giappone rallenta la deflazione.
Nella ZE e negli Stati Uniti diminuisce il ritmo dell’inflazione.
In questo III/01 si è assistito ad una
diminuzione dei prezzi al consumo
(-0,2%). Questa frenata dell’inflazione
è stata causata dalla diminuzione del
prezzo dei beni importati e pure dal calo
del prezzo del petrolio. La diminuzione
del prezzo del greggio ha influito positivamente anche sul prezzo dell’energia
e dell’alloggio e sul costo dei trasporti (1.2%). In calo marcato anche i prezzi di
abbigliamento e calzature. La riduzione
dei consumi interni ha pure giocato un
ruolo importante, contribuendo a ridurre la pressione sui prezzi. Il rincaro
annuo (+0.7%) si assesta così su un
valori modesti e coerenti con gli obiettivi della banca nazionale.
Prezzi
Tasso di variazione dei prezzi al consumo
(var. trim. annual.). Fonte: OCSE
6.0%
4.0%
2.0%
0.0%
-2.0%
CH
-4.0%
III/96
ZE
III/97
III/98
US
III/99
JP
III/00
III/01
Tassi d’interesse in generale diminuzione in tutte le aree considerate.
Tasso di interesse a breve termine (medie trim.)
Fonte: OCSE
8.0%
7.0%
6.0%
5.0%
4.0%
3.0%
2.0%
1.0%
0.0%
III/96
CH
ZE
III/97
US
III/98
JP
III/99
III/00
III/01
C
ambi Franco svizzero nuovamente considerato valuta-rifugio, si
rivaluta rispetto a tutte le principali valute. Dollaro in leggera perdita di
valore. Euro e Yen deboli.
Tassi di cambio (medie trim). Fonte: OCSE
1.80
1.60
1.40
1.20
1.00
0.80
0.60
III/96
4
SFr/US$
III/97
III/98
Euro/US$
III/99
Yen/US$
III/00
III/01
Nel trimestre in esame il tasso Libor
a tre mesi è sceso da 3,19% a 2,18%.
La BNS, onde mantenere il Libor
nella zona mediana del margine di
fluttuazione, ha proceduto ad un
primo ritocco verso il basso (17 settembre) del margine di fluttuazione.
Pochi giorni dopo (24 settembre) la
BNS ha proceduto ad un ulteriore
abbassamento (-0,5%) ed il margine
passa così a 1,75%-2,75%. Questa
seconda reazione della banca centrale è dovuta alla repentina rivalutazione del franco svizzero rispetto
all’Euro. Il calo del tasso di interesse
è anche risultato dalla politica espansiva della banca nazionale (M3:
+2,95 rispetto al III/00), attuata prevalentemente a fini congiunturali.
Dopo gli attacchi terroristici dello scorso
11 settembre, il franco svizzero è stato
nuovamente considerato una moneta
rifugio. Puntualmente, in periodi di grande incertezza, la valuta svizzera viene
ritenuta un safe heaven e gli ordini di
acquisto ne fanno aumentare il valore
rispetto alle valute estere più importanti.
In questo III/01 si è potuto osservare questo fenomeno nei confronti del dollaro
USA, dell’Euro e dello Yen giapponese.
Per l’acquisto di 1$ a fine trimestre erano
necessari 1,6927 SFr., contro 1,7509 Sfr.
inizialmente. Il valore di 1 Euro è sceso
da 1,5264 a 1,5209 Sfr.. A causa dei possibili impatti sull’economia reale, la BNS
ha reagito subito a questa situazione,
riducendo il margine di fluttuazione del
LIBOR di 25 punti base (24 settembre).
Zona Euro
USA
Giappone
Importante rallentamento dell’inflazione nella ZE, che è passata da 3,1% a
2,6% nel III/01. I timori del direttorio
della Banca Centrale Europea sono così
stati smentiti. Il rallentamento congiunturale, con conseguente riduzione dei
consumi, ha pure ridotto la pressione sui
prezzi. Come ogni altro indicatore
comunitario, anche questo è eterogeneo.
Infatti nei Paesi Bassi, in Portogallo ed
in Spagna l’inflazione è parecchio elevata (rispettivamente 5,3%, 4,2% e
4,1%). Si situano invece sotto la media
il Lussemburgo e la Francia (con 2,2% e
1,9%). Hanno contribuito al calo l’abbigliamento e le telecomunicazioni, mentre alloggio ed alimentari hanno spinto
l’inflazione verso l’alto.
Analogamente alle maggiori aree di
riferimento, anche l’inflazione USA ha
subito un rallentamento (+1% su base
annua, contro il +3,1% nel II/01),
dovuto soprattutto al rallentamento
nella domanda di beni di consumo. La
causa della riduzione dei consumi è
stata il raffreddamento congiunturale in
atto ed il calo del clima di fiducia dei
consumatori (condizionato pure in
modo negativo dai tragici eventi di settembre). Hanno contribuito in modo
importante soprattutto la riduzione del
comparto energia , che ha condizionato
in modo positivo anche il settore trasporti. Anche per il 2002 l’OCSE prevede un rincaro dei prezzi al consumo
modesto, pari a +1,2%.
Continua, in questo III/01, il fenomeno deflazionistico anche se con toni
minori del trimestre precedente
(-0,5% annuo, contro -1,5% nel
II/01). Da ben 11 trimestri in
Giappone non si assiste ad un rialzo
dei prezzi. Nell’ultimo anno il calo è
stato del -0,8%. Malgrado ciò i consumi rimangono deboli, frenati probabilmente anche da prospettive
occupazionali incerte. Va detto che il
fenomeno deflazionistico non colpisce unicamente i consumi, ma pure i
prezzi alla produzione, l’immobiliare
e i valori azionari. L’OCSE per il
2001 ha previsto una deflazione pari
all’ 1,6%, che nel 2002 dovrebbe
ridursi a 1,4%.
Continua il trend discendente dei
tassi di interesse anche nella ZE
(3,98% l’EURIBOR nel III/01).
Durante il trimestre la BCE ha operato ben 2 tagli sui tassi (dei 4 effettuati in tutta la sua storia). Ad un primo
taglio (31 agosto) per motivi congiunturali, ne ha fatto seguito un
secondo (18 settembre) in risposta
agli accadimenti dell’11 settembre.
La banca centrale ha ritenuto che
questa disgrazia avrebbe potuto
influenzare negativamente la fiducia
nell’area Euro e dunque deteriorare
le prospettive di crescita interna. Il
tasso di rifinanziamento delle operazioni principali è stato complessivamente ridotto di 75 punti base, posizionandosi al 3,75%.
Nel III/01 la Fed ha diminuito di un
ulteriore 0,75% il tasso di sconto. Il
governatore della Fed Greenspan è
già intervenuto ben 8 volte nel corso
del 2001 a ritoccare il tasso direttore,
che è passato dal 6,5% di inizio anno
al 3% attuale. Si tratta di una vera e
propria cura da cavallo, con l’obiettivo di rilanciare il ciclo economico.
Difficile valutare se e quanto la politica monetaria abbia successo. Infatti
gli attentati sono stati perpetrati proprio quando le misure di rilancio
avrebbero potuto avere un certo
effetto positivo. E’ prevedibile che
nel futuro la Fed proceda ad ulteriori
tagli e, come già avevamo preannunciato, il rischio di cadere nella trappola monetaria aumenta.
I tassi dei certificati di deposito giapponesi a tre mesi sono stabili a
0,04%. Con questi tassi vicini allo 0,
si osserva comunque una congiuntura apatica ad ogni impulso proveniente dalla politica monetaria.
Durante il III/01 si è assistito ad una
riduzione del tasso di sconto ufficiale
da 0,15% a 0,10% (19 settembre).
Tale intervento è però stato spinto da
un gesto di solidarietà per quanto
successo a New York, più che una
manovra monetaria. Inoltre la banca
centrale giapponese interviene mensilmente in modo importante ad allargare la base monetaria (M3: +10%
nel III/01 rispetto al III/00), senza
grandi successi.
L’Euro in questo III/01 ha perso valore nei confronti delle maggiori valute
(SFr., $ e Yen), registrando un picco
negativo nei giorni seguenti l’11 settembre. Continua il trend discendente del corso Euro/ SFr., che ha raggiunto valori pari a 65,75 Euro per
100 SFr. Nei confronti del dollaro,
l’Euro, ha pure subito una brusca
svalutazione nei giorni seguenti gli
attentati, anche se poi ha denotato un
buon recupero la settimana seguente
(nel III/01 erano necessari 1,1816
Euro per acquistare 1 $). Perdita di
valore anche nei confronti della valuta giapponese, che si è posizionata a
0,9509 Euro.
All’inizio del trimestre in esame il dollaro USA ha perso valore nei confronti
di tutte le valute più importanti. Questa
svalutazione, secondo alcuni analisti,
riflette correttamente l’andamento congiunturale americano. Il picco negativo
è stato però raggiunto nei giorni
seguenti gli attacchi terroristici alle
Twin Towers ed al Pentagono. In seguito, la valuta si è ripresa nei confronti
dell’Euro, finendo a 0,8455 per 1 Euro
(era 0,8772 nel II/01). Contro il franco,
il dollaro non ha saputo riguadagnare il
terreno perso. Infatti il franco è tradizionalmente una moneta-rifugio ed anche
in questo tragico frangente lo ha dimostrato. Erano così necessari 0,621 $ per
ottenere 1 SFr. (contro 0,557 $ per 1
SFr. nel trimestre precedente).
Nel III/01 lo Yen ha subito una leggera svalutazione soprattutto rispetto
al $ e all’Euro. Da segnalare l’intensa attività della banca centrale giapponese, che è intervenuta a più riprese sul mercato dei cambi in favore
del dollaro USA. Vista la precaria
situazione congiunturale in cui si
trova il paese del Sol Levante, le
autorità nipponiche intendono così
indebolire lo Yen, onde sostenere le
proprie esportazioni. Il cambio dello
Yen rispetto al $ è così passato da
1,226 Yen per $ a 1,2151. Rispetto al
franco svizzero abbiamo osservato
una relativa stabilità, con un cambio
pari a 0.7179 Yen per 1 SFr.
5
Contesto interregionale
Ticino
P
anorama Il III/2001 si chiude con risultati poco incoraggianti, confermando la tendenza al peggioramento che già si era delineata nel II/01. Non si
può parlare di recessione, ma l’economia mondiale da mesi in rallentamento,
come avevamo già previsto alcuni trimestri or sono, influenza ora anche il canton Ticino e le provincie di confine. Verso la fine del trimestre abbiamo avuto
gli eventi nefasti negli USA, che non mancheranno di espletare i loro effetti
anche nel prossimo trimestre e che contribuiranno a peggiorare la situazione per
alcuni settori particolari (alberghi, traffico aereo, industria di esportazione). La
crescita del PIL di tutte le regioni analizzate ha subito una battuta d’arresto. I
consumi si sono ridimensionati. La riduzione delle importazioni di alcuni grandi paesi (USA, Germania ed Italia) ha influito negativamente sulle industrie di
esportazione ticinesi, zurighesi e lombarde. La disoccupazione ha subìto un leggero rialzo stagionale, ma l’occupazione registra ancora tassi positivi. Le vicende negative accadute in Svizzera (S.Gottardo e Swissair) potrebbero ulteriormente influenzare negativamente l’andamento dei cantoni Ticino e Zurigo nel
corso del prossimo trimestre.
Pil
in generale riduzione per tutte le regioni analizzate.
Pil reale (var. ann e var. trim dest.). Fonte: OCSE
8.0%
TI
MI
TI
6.0%
4.0%
CO/VA
ZH
ZH
2.0%
0.0%
1996
-2.0%
1997
1998
tassi di variazione annuale
-4.0%
2.1%
1.8%
1.5%
1.2%
0.9%
0.6%
0.3%
0.0%
III/99
III/00
III/01 -0.3%
-0.6%
tassi di variazione trimestrale
-0.9%
-1.2%
Produzione in generale contrazione e peggioramento delle aspettative per
i prossimi periodi.
Aumento
Andamento affari (TI-ZH) e produzione industriale (CO/VA, MI)
Fonte: KOF, CAMCOM
Diminuzione
Stazionario
III/96
6
TI
III/97
CO/VA
III/98
MI
III/99
ZH
III/00
III/01
Il rallentamento congiunturale internazionale, in atto da almeno un paio di
trimestri, sta ora raggiungendo anche
il Ticino. Nel III/01 la crescita del PIL
si è fermata, quale conseguenza del
rallentamento dei consumi e delle
esportazioni (i due motori della crescita). Anche la disoccupazione ha ripreso a salire ed è ancora troppo presto
per affermare se questo aumento sia
dovuto unicamente a fenomeni stagionali. Sul fronte dell'occupazione giungono ancora notizie confortanti, ma il
settore produttivo denota segni di
cedimento. Per il 2001 si prevede un
tasso di crescita del +1,46%, ritmo al
quale dovrebbe crescere anche nel
2002 (+1.49%).
Il rallentamento in atto a livello internazionale estende ora i suoi effetti
negativi anche al Canton Ticino. Dopo
11 mesi di cifre positive il PIL ticinese, nel III/01, è regredito (-0,3%). A
determinare l'andamento negativo
sono state le esportazioni (sempre in
crescita ma con ritmi lenti) ed i deboli consumi. Il calo nel settore edilizio
conferma il fatto che pure gli investimenti effettuati nel settore immobiliare sono in calo. Il turismo ha avuto
complessivamente un andamento stagnante, con un calo soprattutto della
clientela estera. Il BAK, per l'anno in
corso, ha ridotto ulteriormente le previsioni di crescita, stimandole in
+1,46%, contro una previsione di inizio anno del +2%.
L'andamento generale degli affari
delle attività manifatturiere ha subito
una ulteriore battuta d'arresto (è in
costante diminuzione dall'inizio dell'anno). Il peggioramento è generalizzato e tocca tutti i settori.
Evidentemente, a seguito della riduzione degli ordini in entrata (da oltre
un anno le ordinazioni hanno uno sviluppo decrescente), gli imprenditori
hanno ridotto la loro produzione.
Considerate le previsioni, la situazione tenderà a protrarsi anche nei prossimi mesi. Ulteriore ribasso anche per
il settore delle costruzioni, in particolare nel comparto edilizia. Sensibile
miglioramento per il genio civile.
Como e Varese
Milano
Zurigo
Il clima congiunturale negativo raggiunge ora anche le Provincie di
Como e Varese. L'influsso del deterioramento congiunturale internazionale è riscontrabile sulla domanda
estera (e di riflesso sulla variabile
esportazioni), sulla domanda interna
(e dunque su consumi ed investimenti) e sul mercato del lavoro. La disoccupazione sembra aver invertito il suo
tend discendente almeno per la
Provincia di Como. Situazione occupazionale leggermente migliore nel
Varesotto. Per il prossimo trimestre
gli imprenditori prevedono un ulteriore riduzione della produzione, che
potrebbe ripercuotersi sul livello
occupazionale.
Neppure la Provincia di Milano, che
peraltro si è sempre distinta per il suo
dinamismo, può sfuggire all'andamento congiunturale internazionale.
Si ha così un trimestre negativo su
diversi fronti: i consumi, le esportazioni e la produzione industriale.
Malgrado ciò la disoccupazione fa
segnare una riduzione e l'occupazione, soprattutto nel terziario, cresce
ancora. Le prospettive per il prossimo trimestre sono tuttavia piuttosto
pessimistiche: secondo le percezioni
degli operatori industriali, dovrebbe
ridursi la domanda interna ed esterna,
la produzione industriale e di conseguenza l'occupazione.
Il rallentamento della crescita economica, in atto in questo cantone da
ormai 4 trimestri, si è accentuato
facendo registrare addirittura un
segno negativo. Il rallentamento dell'economia europea, ed in particolare
quella tedesca, ha influenzato l'economia zurighese attraverso una riduzione delle esportazioni.
Conseguentemente si è avuto una
riduzione della produzione, che
esporta buona parte del proprio output. I dati relativi all'occupazione
sono ancora in crescita, ma la disoccupazione ha registrato un'inversione
di tendenza, segnando un leggero
aumento dopo ben 13 trimestri di
calo.
Il PIL italiano, secondo i conti economici trimestrali, nel III/01 ha fatto
segnare una crescita di +0,2%;
+1,9% rispetto ad un anno fa. Per le
provincie non si dispone di dati stimati sul PIL ed è dunque giocoforza
estrapolarne l'andamento a posteriori
osservandone le sue componenti. Tra
le più importanti abbiamo i consumi,
che in questo trimestre hanno avuto
un andamento negativo. Pure le
esportazioni, altra componente determinante, hanno fatto registrare un
calo. Le importazioni sono diminuite,
ma non hanno impedito alla bilancia
commerciale di deteriorarsi. A fronte
di queste informazioni, pensiamo che
anche l'andamento del PIL non possa
essere stato di segno positivo.
Sebbene l'andamento del PIL milanese ricalchi quello delle provincie
adiacenti (CO/VA), pensiamo che
l'andamento sia stato leggermente
migliore. Infatti sembra, dai dati rilevati presso gli imprenditori, che i
consumi abbiano avuto un andamento sostanzialmente migliore delle
altre due provincie. La contrazione
delle esportazione è stata minima, ma
l'aumento delle importazioni ha
influito negativamente sulla bilancia
commerciale. L'industria lombarda
che produce beni di investimento ha
segnato un calo produttivo, e ciò
indica un calo degli investimenti.
Queste indicazioni ci spingono a stimare una crescita stagnante se non di
segno negativo.
Nel III/01 il canton Zurigo ha fatto
segnare un andamento uguale al
Ticino: il PIL ha subìto una riduzione
del 0,3% in termini reali. Questo risultato negativo è stato ottenuto malgrado il buon andamento dei consumi ed
è stato condizionato pesantemente dal
deterioramento della bilancia commerciale. Infatti, a fronte di un calo
delle esportazioni vi è stato un incremento importante delle importazioni.
La riduzione della produzione industriale implica, dopo un certo lasso di
tempo, una riduzione degli investimenti. Inoltre, l'attentato dell'11 settembre ha causato una riduzione dei
voli aerei ed influito negativamente
sul settore turistico e sui servizi legati
all'aereoporto zurighese.
Gli indicatori riguardanti la produzione comasca indicano una sostanziale stabilità del fatturato rispetto al
II/01, ma un calo importante rispetto
allo stesso trimestre dell'anno scorso.
Gli ordini interni sono in crescita
(+8,2%), ma sono compensati da un
calo di quelli esteri (-4,4%). Nella
Provincia di Varese si nota un andamento del fatturato per il settore
manifatturiero peggiore rispetto al
II/01 e pure gli ordinativi sono in
calo. Le prospettive degli imprenditori per il IV/01, visto il clima congiunturale negativo ed il portafoglio
ordini ridotto di oltre la metà rispetto
ad un anno fa (-56%), indicano un
ulteriore rallentamento produttivo.
Livello della produzione in forte contrazione nei confronti del trimestre
precedente (bisogna anche tener presente il calo produttivo dovuto al
periodo di ferie). Il fatturato è leggermente superiore all'anno precedente (+1,3%), ma di parecchio inferiore rispetto al II/01 (-9,5%). In questa fase non proprio brillante, il peggioramento dell'economia manifatturiera si riflette anche sugli altri indicatori, in particolare l'andamento del
mercato del lavoro. Per quanto concerne le prospettive future, gli
imprenditori si esprimono in modo
negativo relativamente alla domanda
interna e in modo positivo per la
domanda estera.
Un trimestre, quello in esame, in cui
l'industria manifatturiera ha ridotto
ulteriormente la propria produzione.
L'andamento degli affari, contraddistinto da una crescita costante dalla
metà del 1998, fa ora segnare il quarto trimestre di rallentamento consecutivo. Tutti i settori industriali denotano un andamento peggiore rispetto
al trimestre precedente, ma fra tutti
ha subìto un forte calo l'industria
della lavorazione dei metalli e quella
della fabbricazione di prodotti in
metallo. Tutti i comparti industriali
hanno delle aspettative negative per i
prossimi periodi. Sono in calo le giacenze di prodotti finiti, gli acquisti di
materie prime e di semilavorati.
7
Contesto interregionale
Ticino
C
onsumi Fase di ridimensionamento in Ticino. Miglioramento nelle
provincie lombarde. In controtendenza Zurigo, dove permane un buon
clima al consumo.
Aumento
Immatri. di vetture da turismo (var.trim. dest.)
Fonte: USTAT, ACI
Diminuzione
Stazionario
TI
III/96
CO/VA
III/97
III/98
MI
ZH
III/99
III/00
III/01
E
sportazioni Tengono relativamente bene in Ticino e nella Provincia
di Milano. Stagnante nel Canton Zurigo ed al ribasso nelle Provincie di
Como e Varese.
Esportazioni in valore (var. tirm. dest.). Fonte: USTAT, ISTAT
12.0%
9.0%
6.0%
3.0%
0.0%
-3.0%
-6.0%
TI
-9.0%
-12.0%
III/96
III/97
CO/VA
III/98
MI
ZH
III/99
III/00
III/01
Disoccupazione
Inversione di tendenza con aumento della disoccupazione in Ticino, Zurigo e nella Provincia di Como. Situazione migliore a
Varese e Milano.
Tasso di disoccupazione (medie trim).
Fonte: USTAT, ISTAT, Elab. IRE
9.0%
8.0%
7.0%
6.0%
5.0%
4.0%
3.0%
2.0%
1.0%
0.0%
III/96
8
TI
III/97
CO/VA
III/98
MI
III/99
ZH
III/00
III/01
Importante calo nell'immatricolazione di
auto nuove in Ticino nel III/01 (-3,8%,
dato destag.). Questo dato sta ad indicare
che anche il livello dei consumi sembra
sia in rallentamento, come avevamo previsto nel nostro ultimo rapporto congiunturale. Dalla statistica svizzera sulla cifra
d'affari del commercio al dettaglio si nota
come i consumi abbiano tenuto, ma siano
inferiori al 2000. Purtroppo questa statistica non fornisce dati regionali ed è dunque
impossibile un confronto a livello ticinese. Questo andamento dipende essenzialmente dal clima congiunturale sfavorevole (la riduzione nel clima di fiducia dei
consumatori lo indica chiaramente) ed a
poco è valsa la diminuzione dei prezzi al
consumo riscontrata nel III/01.
Dopo un trimestre al ribasso possiamo di nuovo osservare una crescita
delle esportazioni ticinesi, che nel
III/01 hanno fatto segnare +2% (dati
destag.). Questa performance è persino migliore del risultato svizzero (6,04%) ed evidenzia la particolare
tenuta attuale delle industrie di esportazione ticinesi. Vista la riduzione
delle importazioni dei principali mercati verso i quali fluiscono le merci
ticinesi (Italia e Germania), è pensabile che nel IV/01 si riscontrino delle
cifre negative. Nel trimestre in esame
l'aumento delle importazioni è stato
inferiore alle esportazioni e ciò ha
permesso di ottenere un importante
eccedenza commerciale (+104 mio
nel III/01).
Dopo ben 10 trimestri in calo, osserviamo un'inversione di tendenza del tasso di
disoccupazione (2,79% contro il 2,67%
nel II/01), . Il numero di disoccupati,
dopo aver registrato un effettivo minimo
record di 3035 unità nel mese di giugno
(pari al 2,2%), ha ricominciato a salire. In
parte questo aumento è dovuto a fattori
stagionali (vedi l'aumento del ramo alberghi e ristoranti), ma una causa importante potrebbe anche essere il raffreddamento congiunturale. Sul fronte dell'occupazione si riscontrano ancora dati positivi,
con un aumento importante nel terziario
(+1,7% rispetto al III/00) ed uno più limitato nell'industria (+0,9% contro un
+4,1% nel trimestre scorso).
Como e Varese
Milano
Zurigo
Al momento dell'elaborazione del
commento congiunturale, non sono
ancora pervenute le cifre riguardanti
l'immatricolazione di auto nuove
nelle Provincie di Como e Varese.
Dalle indagini delle Camere di
Commercio presso gli imprenditori si
registra una diminuzione della
domanda interna, con un -1,12%
rispetto all'anno precedente (fatturato: CO -2,5%, VA +1,2%). Anche le
aspettative inerenti i consumi nel
prossimo trimestre segnano una riduzione per entrambe le provincie.
Anche per questa provincia non si
dispone ancora dei dati riguardanti le
immatricolazione di auto nuove.
In questo III/01 i consumi privati per
l'Italia intera non hanno fatto segnare
incrementi (0%). Per la Provincia di
Milano, dall'indagine trimestrale presso le aziende, si può estrapolare una
leggera flessione del fatturato interno
cresciuto del +2,2%. Le prospettive
del semestre scorso riguardante la
domanda interna prevedevano una
riduzione dei consumi, ma nel III/01
abbiamo avuto ancora un tasso positivo. Per il prossimo trimestre, visto il
clima congiunturale internazionale,
pensiamo che la prevista ulteriore riduzione di questa variabile sia corretta.
Nel Canton Zurigo si registra una
tendenza inversa al mercato ticinese:
nell'ultimo trimestre le immatricolazioni di auto nuove hanno conosciuto
un aumento. Questo dato risulta essere in sintonia con le stime sui consumi privati in Svizzera, che nel III/01
sono stati l'unica variabile macroeconomica che ha veramente contribuito
al sostegno del ciclo congiunturale.
Questo andamento positivo è stato
sostenuto pure dalla diminuzione dei
prezzi; l'indice dei prezzi del Canton
Zurigo ha segnato -0,11% nel III/01.
Il valore delle merci esportate dalle
provincie nel III/01 ha subìto una
diminuzione del -5,01%. A questo
risultato negativo hanno contribuito
in egual misura entrambe le provincie. Le importazioni si sono ridotte
considerevolmente nel Comasco, stabilizzando il surplus commerciale su
livelli pari al II/01. Nella Provincia di
Varese le importazioni sono invece
aumentate sensibilmente. La riduzione dei traffici commerciali internazionali penalizza in modo importante
queste provincie, che tradizionalmente esportano buona parte della
loro produzione. Questo andamento
conferma le attese degli imprenditori
espresse il trimestre scorso.
Leggera diminuzione delle merci
esportate in questo III/01 (-1,16%).
E' la provincia che più si avvicina
all'andamento commerciale ticinese,
anche se la crescita delle esportazioni rimane negativa da ormai 4 trimestri. A marcare una diminuzione è
stata soprattutto la domanda proveniente dalla ZE, a conferma del fatto
che questa non ha saputo mantenere
le aspettative di locomotiva economica. Le importazioni sono cresciute (a
conferma della tenuta dei consumi)
in modo modesto, ma hanno comunque contribuito a far lievitare il disavanzo commerciale.
La bilancia commerciale del Canton
Zurigo in questo III/01 si è deteriorata. Il disavanzo è quasi raddoppiato
passando da 4,2 a 7,9 mia di franchi.
Ciò è dovuto a due ragioni: in primo
luogo è il terzo trimestre consecutivo
in cui si riscontra un calo delle esportazioni (-2,97%). Secondariamente il
buon clima al consumo ha contribuito
a far lievitare fortemente il valore
delle
importazioni
(+47,5%).
L'attuale debolezza commerciale dei
partner commerciali zurighesi (ZE
ma soprattutto Germania) contribuisce in modo determinante al rallentamento del PIL di questo cantone.
La fase di rallentamento congiunturale,
unitamente al clima di sfiducia dovuta ai
tragici fatti dell'11 settembre, hanno
influenzato parzialmente anche il mercato del lavoro della Regione
Lombardia. Il tasso di disoccupazione
lombardo è cresciuto dal 3,4% al 3,7%.
Per la Provincia di Como siamo probabilmente di fronte ad un'inversione di
tendenza, con un aumento del numero di
disoccupati di 1016 unità (pari al +6%).
Aumento importante pure delle imprese
che hanno fatto capo alla Cassa
Integrazione (+35% rispetto al trimestre
precedente). Situazione inversa nella
provincia varesina, con una certa stabilità sul fronte occupazionale ed una
riduzione degli interventi della Cassa
Integrazione.
Il quadro complessivo degli indicatori
di questo mercato è alquanto contradditorio. I disoccupati (iscritti ai Centri
per l'impiego) mostrano una continuità nel trend decrescente per gli ultimi quattro trimestri; rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso il dato si
situa su posizioni del 13,7% inferiori.
Per quanto riguarda gli occupati, l'indagine Istat mostra un +1,5% (rispetto
al III/00). La crescita dell'occupazione
ha interessato in modo particolare il
settore
terziario
(+4,5%).
L'occupazione è diminuita invece in
modo importante nell'industria (1,5%) e ciò come riflesso diretto del
calo della produzione industriale.
Il trimestre in esame è stato caratterizzato da una frenata del trend positivo.
La disoccupazione è leggermente
aumentata passando dal 1,67% a
1,76%. La statistica dell'impiego
denota ancora un buon dinamismo e
lascia trasparire solo minimamente il
rallentamento
economico.
L'occupazione è ancora cresciuta
(+1%), anche se il risultato è dovuto
soprattutto al terziario (+1,4%). Il settore secondario, più legato alle esportazioni e dunque maggiormente soggetto al rallentamento degli scambi
internazionali, ha registrato invece
una debole flessione (-0,4%).
9
Descrizione dati.
Dati relativi al contesto internazionale e
nazionale.
La fonte principale è l’OCSE. I dati sono inoltre integrati con le informazioni fornite dai differenti istituti di statistica nazionale. Le serie
presentate nelle tabelle così come i commenti
si riferiscono, salvo indicazioni differenti a
dati destagionalizzati (ad esclusione del tasso
di cambio e del tasso d’interesse). Le variazioni (serie PIL, prezzi), dove non indicato esplicitamente, sono rispetto al trimestre precedente. Per il tasso di disoccupazione, d’interesse e
di cambio, si sono usati i valori medi nel trimestre. Di ciascuna serie in tabella si fornisce
una breve descrizione:
PIL: tasso di variazione trimestrale del PIL
calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati
reali e destagionalizzati.
Disoccupazione: tasso di disoccupazione standardizzato valore medio trimestrale.
Prezzi: tasso di variazione dei prezzi calcolato
rispetto al trimestre precedente. Dati annualizzati e destagionalizzati.
Tassi d’interesse: tasso d’interesse a corto termine (media trimestrale). Per la Svizzera è il
tasso sugli Euro-depositi a 3 mesi, per gli Stati
Uniti e il Giappone è il tasso sui certificati di
deposito e per i paesi della zona Euro è
l’EURIBOR a 3 mesi.
Dati relativi al contesto regionale.
Le serie presentano un livello di difformità
maggiore, anche se è possibile il confronto
interregionale. Per quanto concerne l’evoluzione del PIL è disponibile solo il dato aggiornato relativo al Cantone Ticino e al Cantone
Zurigo (fonte BAK). Per il contesto italiano, si
presenta la serie disponibile con gli incrementi annui (ISTAT). L’indicatore sulla produzione
industriale (fonte KOF per il versante svizzero
e fonte UNIONCAMERE per il versante italiano) pur fornendo un dato qualitativo, presenta una buona confrontabilità. L’andamento
dei consumi é stato realizzato a partire da dati
sull’immatricolazione di nuove autovetture. Il
dato sul tasso di disoccupazione presenta una
certa disomogeneità poiché in Svizzera e in
Italia si utilizzano differenti metodologie.
Tuttavia un confronto sulle tendenze è più che
accettabile. Si è previsto, a partire dai prossimi
numeri, di procedere a “standardizzazione”. Si
fornisce di ciascuna serie in tabella una breve
descrizione:
PIL: tasso di variazione trimestrale del PIL
calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati
reali e destagionalizzati.
Industria: tasso di variazione della produzione
Produzione: Dato trimestrale, variazioni
rispetto al periodo precedente (indicatore qualitativo).
Consumi: Immatricolazione di nuove autovetture. Dato trimestrale, destagionalizzato (indicatore qualitativo)
Esportazioni: tasso di variazione trimestrale
delle esportazioni calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati reali e destagionalizzati.
Disoccupazione: tasso di disoccupazione,
valore medio trimestrale.
Impiego: nuova statistica federale dell’impiego (STATIM) a partire dal II/2000.
Sigle:
CH
ZE
US
JP
TI
ZH
CO
VA
MI
SFr
US$
Y
M1
M2
M3
Svizzera
Zona Euro
Stati Uniti
Giappone
Cantone Ticino
Cantone Zurigo
Provincia di Como
Provincia di Varese
Provincia di Milano
Franco svizzero
Dollaro USA
Yen giapponese
Euro
massa monetaria composta da
banco note e “moneta” detenute in valuta nazionale dal pubblico, da depositi a vista detenuti in valuta nazionale nelle
banche e in Posta dai residenti
M1 + depositi di risparmio
(esclusi i fondi di previdenza del
II e III pilastro)
M2 + depositi a termine
Responsabile: Siegfried Alberton
Redazione rapporto: Flaminio Cadlini
Forniture statistiche, dati relativi alla Svizzera,
Cantone Ticino, Cantone Zurigo: USTAT,
BAK, KOF.
Forniture statistiche, dati relativi alla provincia
di Milano, Como e Varese: UNIONCAMERE,
ISTAT, ACI.
Per ulteriori informazioni:
Flaminio Cadlini
e-mail: [email protected]
tel: +41 91 912 46 61
fax: +41 91 912 46 62
Abbonamento: Fr. 80.--, annui.
11
Università
della
Svizzera
italiana
Facoltà
di scienze
economiche
Istituto
di ricerche
economiche
IRE
CODE, Centro per l’osservazione delle dinamiche economiche
via Maderno 24, 6900 Lugano
tel. 41-91 912 46 61 / Fax 41-91 912 46 62
mail: [email protected]
web: http/www.lu.unisi.ch/CODE