Rapporto III / 2001 Come preannunciato nei numeri precedenti di Congiuntura, con alcuni trimestri di sfasamento, il rallentamento congiunturale internazionale ha segnato anche l’economia cantonale e quella delle provincie di confine. I primi segnali di una possibile inversione di tendenza sono stati la riduzione dell’attività industriale e l’aumento del tasso di disoccupazione (in Ticino era in calo da ben 10 trimestri). Nel III/01, il PIL ticinese, come del resto quello di Zurigo, presenta una crescita negativa. Il fatto - non economico che ha marcato questo trimestre è stato l’attacco alle torri gemelle di New York, che è avvenuto in una fase in cui l’economia USA procedeva già a rilento. Un avvenimento tragico che ha segnato le coscienze e ha avuto un impatto negativo anche sulla fiducia dei consumatori. Ha influenzato indirettament le regioni da noi analizzate, attraverso un calo delle esportazioni. Per quanto riguarda le previsioni per il IV/01, pensiamo si tratterà ancora di un trimestre difficile per i cantoni del Ticino e di Zurigo, soprattutto a seguito delle conseguenze della chiusura del S.Gottardo e del fallimento di Swissair. Il BAK prevede che nel 2002 l’economia ticinese crescerà con tassi vicini al 1,5%, simili a quelli stimati per il 2001. Nel semestre in esame, il quadro congiunturale internazionale si presenta all’insegna del rallentamento economico generalizzato. Il PIL USA ha segnato -0.1%. L’economia della ZE ha conosciuto una leggera crescita (+0.1%), mentre il Giappone, con due trimestri consecutivi negativi, si trova tecnicamente in recessione. Spicca positivamente l’andamento della Svizzera, che si trova in una posizione leggermente migliore rispetto alle altre aree di riferimento. Per il 2002 l’OCSE prevede tassi di crescita medi a livello internazionale inferiori a quelli del 2001. L’economia dovrebbe risollevarsi a partire dal secondo semestre dell’anno. ongiuntura Contesto internazionale Svizzera Panorama Dall’autunno 2000 si assiste ad un andamento economico parallelo delle maggiori economie mondiali; segnatamente un rallentamento dei tassi di crescita delle variabili macroeconomiche più significative e delle previsioni di crescita nell’ordine di +1/1,5%. Il fatto chiave che ha marcato il mondo nel corso del III trimestre 2001, peraltro non economico, è l’attacco terroristico perpetrato alle torri gemelle a New York e al Pentagono. E’ sicuramente il fatto più grave che sia mai accaduto dalla crisi del Golfo, ed ha influito negativamente su una situazione economica statunitense che presentava già segni di rallentamento da almeno 6 mesi. Una domanda è così rimbalzata ad ogni angolo del mondo: quanto potrà influire questo fatto di sangue sulla propria economia? La ZE ha registrato un rallentamento della propria congiuntura, dimostrando di non essere indipendente dalla locomotiva americana. La crescita della propria economia si è quasi fermata, anche se la situazione occupazionale è ancora buona. Il Giappone presenta invece una situazione economica alquanto disastrosa e con due trimestri di crescita negativa dimostra di essere in recessione. Situazione relativamente migliore per la Svizzera, anche se la debole congiuntura mondiale incide in modo meno importante sulla propria economia. Così, dopo solo 10 trimestri di crescita, ci ritroviamo nuovamente con tassi di crescita stagnanti. Pil Crescita debole ma positiva per Svizzera e ZE. Primo trimestre negativo per gli USA e recessione annunciata per il Giappone. Pil reale (var. trim destag.). Fonte: OCSE 3.0% 2.0% 1.0% 0.0% -1.0% -2.0% CH -3.0% III/96 III/97 Disoccupazione ZE III/98 US JP III/99 III/00 III/01 al rialzo in tutte le aree considerate, per ragioni congiunturali e stagionali. Tasso di disoccupazione standardizzato. Fonte: OCSE 12.0% 10.0% 8.0% 6.0% 4.0% 2.0% CH 0.0% III/96 2 III/97 ZE III/98 US JP III/99 III/00 III/01 La crescita economica svizzera, in questo III/2001, ha segnato una battuta d’arresto. Sebbene la situazione sia migliore di quella americana, europea e soprattutto giapponese, il forte rallentamento della crescita è una chiara avvisaglia del possibile ritorno di un leggero fenomeno recessivo. Il PIL è cresciuto modestamente (+0,1%) grazie unicamente ai consumi privati. L’occupazione è ancora cresciuta, ma il tasso di disoccupazione fa segnare un primo rialzo dopo 17 trimestri di ininterrotto calo. La riduzione degli scambi internazionali e il rafforzamento del franco non fanno sperare nelle esportazioni quale traino della crescita. Secondo alcuni Istituti l’economia dovrebbe ripartire su ritmi più sostenuti nel 2002. Nel III/01 il PIL svizzero, in termini reali, è aumentato unicamente dello +0,1%. Su base annua la crescita si è dimezzata, facendo segnare un +0,8%. Si sta così verificando il rallentamento da noi previsto nel rapporto congiunturale scorso. Mantengono una tendenza al rialzo solo i consumi delle economie domestiche e le esportazioni di servizi. Prosegue invece il rallentamento negli investimenti ed in particolare in quelli riguardanti i beni di equipaggiamento. Stagnante l’investimento nelle costruzioni. Quasi tutti gli istituti hanno provveduto a ritoccare verso il basso le previsioni di crescita che, per l’anno in corso, vanno da +1,2% (Crèa) a +1,9% (KOF), contro una media del +2.3% prevista a fine 2000. Tasso leggermente al rialzo nel III/01 per la Svizzera (dati destagionalizzati), che si fissa a 1,81%. Va fatto notare come sia il primo rialzo dopo 17 trimestri di costante calo. Infatti, il numero dei senza lavoro è passato da 59’176 a 62’170. La disoccupazione più forte si riscontra sempre nel canton Ginevra (+4,2%), mentre il minimo lo si ha nel canton Appenzello Interno (+0,3%). Contrariamente a quanto si era accennato e malgrado le prospettive si siano deteriorate, l’occupazione è ancora cresciuta nel corso del trimestre. Il totale degli occupati ha segnato +0,52% rispetto al II/01. Nell’ultimo anno il numero di attivi occupati é cresciuto di +1,7%, e ciò è dovuto esclusivamente al personale straniero. Il numero di svizzeri è infatti rimasto stabile. Zona Euro USA Giappone Per certi aspetti, nella ZE abbiamo una situazione analoga all’economia svizzera. La crescita del PIL è stata molto modesta (+0,1% nel III/01). Il motore della crescita è stato nuovamente il consumo privato, mentre le esportazioni e gli investimenti hanno registrato tassi negativi. Tra gli stati a noi vicini, segnaliamo l’andamento economico della Germania (-0,1% rispetto al III/01) e dell’Italia (+0,2%). Il tasso di disoccupazione segna un’andamento stabile all’8,4%, ma la riduzione dell’attività industriale lascia presagire ad un prossimo aumento. L’economia della ZE ha risentito dell’aumento nel prezzo dei prodotti petroliferi, ma soprattutto ha subito il rallentamento americano. L’OCSE prevede per il 2002 una crescita leggermente inferiore a quella dell’anno in corso. Negli Stati Uniti è successo ciò che ormai più nessuno si aspettava: un arresto della crescita economica (-0,1% nel III/01). Gli attentati terroristici alle torri gemelle non sono stati la causa del rallentamento economico in corso dall’aprile 2001, ma ne hanno accentuato gli effetti, minando la fiducia dei consumatori. Quale risposta, lo Stato americano ha implementato politiche pubbliche di sostegno all’economia, quali maxitagli nelle tasse ed un aumento della spesa pubblica. La Fed dal canto suo è intervenuta tagliando i tassi 2 volte anche nel III/01. La ripresa, secondo le previsioni, non avverrà prima del secondo semestre del 2002. Dopo due trimestri di crescita negativa, si può ora affermare che il Giappone è tecnicamente in recessione (la seconda in tre anni). Come avevamo previsto nel rapporto scorso, il Giappone era sinora stato mantenuto “in crescita artificialmente” con interventi governativi. Ora il governo si è deciso a muovere i primi lenti passi nella ristrutturazione dell’economia con conseguenze, soprattutto in una prima fase, che potranno essere assai dolorose (aumento della disoccupazione e riduzione del benessere). Infatti il tasso di disoccupazione segna un aumento da 3 trimestri a questa parte. Le previsioni per il 2001 e per il 2002 (OCSE) lasciano trasparire una fase di recessione economica. Il PIL della ZE, nel corso del III/2001, è cresciuto nella stessa misura di quello svizzero (+0,1%). Ciò porta la crescita nell’ultimo anno a +1,3%. Questo andamento, leggermente positivo, è dovuto unicamente all’andamento dei consumi (+0,2% quelli privati e +0,1% quelli pubblici), ed hanno altresì permesso una riduzione degli stocks. I consumi hanno anche evitato una crescita negativa, prevista invece da alcuni economisti. In diminuzione anche gli investimenti. L’OCSE prevede per il 2001 una crescita di +1,6% e per il 2002, di +1,4%, contro un +3,1% previsto l’anno scorso. Negli Stati Uniti l’economia ha registrato una diminuzione del PIL pari a -0,1% (-1,3% su base annua). Sebbene si tratti di un calo trimestrale minimo, stupisce il fatto che sia potuto accadere. Infatti, parecchi economisti di rilievo, visto il boom dell’ultimo decennio dovuto alla New Economy, prevedevano la fine dei cicli economici e dunque un’economia sempre in crescita. Ad evitare un risultato ancora peggiore hanno contribuito i consumi privati (+0,3%). Importante anche il sostegno dato dalla spesa pubblica (+1,1%). Le esportazioni e gli investimenti hanno invece subito un netto calo. Per l’anno in corso l’OCSE ha rivisto la crescita da +1,9% (espressa a giugno) a +1,1%, mentre per il 2002 le previsioni sono passate da +3,1% a +0,7%. Con un calo del PIL reale dello -0,5%, dopo un -1,2% nel II/01, il Giappone è entrato in una fase recessiva. Tutti i componenti del PIL presentano segni negativi e ciò ha portato la riduzione dello stesso, nell’ultimo anno, a ben -2,2%. Il calo nei consumi privati e la riduzione degli investimenti hanno fatto diminuire la domanda interna del -1,7%. Anche la produzione industriale è calata e di riflesso si sono ridotte pure le scorte. Il valore dei lavori pubblici commissionati è leggermente aumentato rispetto al II/01, ma l’elevato rapporto debito pubblico/PIL limita la politica interventista del governo. Secondo l’OCSE il PIL nel 2001 dovrebbe segnare -0,7% e nel 2002 -1%, contro un +1.9% inizialmente previsto per il 2001. Andamento stabile della disoccupazione nella ZE, il cui valore si mantiene sui livelli del trimestre precedente (+8,4%). E’ da ben 4 anni che questo tasso non subisce più alcun aumento ed a fine settembre si contavano 11,4 milioni di disoccupati. Malgrado il buon risultato, le differenze tra i paesi sono considerevoli: Finlandia e Spagna guidano la classifica con rispettivamente 9,2% e 13%, mentre agli ultimi posti troviamo Olanda e Lussemburgo (con tassi pari al 2,2% e 2,5%). Vista la situazione congiunturale è molto probabile che il tasso si assesti verso l’alto. Nelle previsioni per il 2002 l’OCSE prevede un tasso di disoccupazione medio per la ZE del 8,9%. Con un tasso di disoccupazione del 4,8% gli USA fanno segnare il terzo rialzo trimestrale consecutivo. Ciò è dovuto essenzialmente al rallentamento dell’economia, e non può ancora dirsi causa dei tragici fatti dell’ 11 settembre. L’occupazione ha fatto segnare una riduzione degli effettivi. Il calo maggiore si è riscontrato nel settore secondario (manifatturiero: -1,74% nel III/01). E’ risultato invece relativamente stabile il settore terziario, con alcuni comparti che sono persino aumentati (servizi +0,12%). Va sottolineato il contributo dato dal governo, che denota un aumento dell’occupazione del +0,73%. Siccome l’economia rischia di cadere in recessione, le prospettive per l’occupazione non sono rosee ( per il 2002 l’OCSE prevede 6%). La disoccupazione in questo III/01 ha fatto segnare un ulteriore record negativo, posizionandosi su livelli mai raggiunti in Giappone (5,1%). Ciò è dovuto soprattutto alla contrazione della domanda interna ed internazionale, con conseguente riduzione della produzione industriale. Questo fenomeno si è avuto soprattutto nelle grandi aziende del settore tecnologico ed elettronico. Per quanto concerne l’occupazione, l’andamento è stato stagnante. Il numero di lavoratori regolari è diminuito e di conseguenza è aumentato il numero dei posti di lavoro precari. Purtroppo, considerata la situazione economica attuale e prevista, il trend al rialzo della disoccupazione è destinato a continuare. 3 Contesto internazionale Svizzera in diminuzione in Svizzera. In Giappone rallenta la deflazione. Nella ZE e negli Stati Uniti diminuisce il ritmo dell’inflazione. In questo III/01 si è assistito ad una diminuzione dei prezzi al consumo (-0,2%). Questa frenata dell’inflazione è stata causata dalla diminuzione del prezzo dei beni importati e pure dal calo del prezzo del petrolio. La diminuzione del prezzo del greggio ha influito positivamente anche sul prezzo dell’energia e dell’alloggio e sul costo dei trasporti (1.2%). In calo marcato anche i prezzi di abbigliamento e calzature. La riduzione dei consumi interni ha pure giocato un ruolo importante, contribuendo a ridurre la pressione sui prezzi. Il rincaro annuo (+0.7%) si assesta così su un valori modesti e coerenti con gli obiettivi della banca nazionale. Prezzi Tasso di variazione dei prezzi al consumo (var. trim. annual.). Fonte: OCSE 6.0% 4.0% 2.0% 0.0% -2.0% CH -4.0% III/96 ZE III/97 III/98 US III/99 JP III/00 III/01 Tassi d’interesse in generale diminuzione in tutte le aree considerate. Tasso di interesse a breve termine (medie trim.) Fonte: OCSE 8.0% 7.0% 6.0% 5.0% 4.0% 3.0% 2.0% 1.0% 0.0% III/96 CH ZE III/97 US III/98 JP III/99 III/00 III/01 C ambi Franco svizzero nuovamente considerato valuta-rifugio, si rivaluta rispetto a tutte le principali valute. Dollaro in leggera perdita di valore. Euro e Yen deboli. Tassi di cambio (medie trim). Fonte: OCSE 1.80 1.60 1.40 1.20 1.00 0.80 0.60 III/96 4 SFr/US$ III/97 III/98 Euro/US$ III/99 Yen/US$ III/00 III/01 Nel trimestre in esame il tasso Libor a tre mesi è sceso da 3,19% a 2,18%. La BNS, onde mantenere il Libor nella zona mediana del margine di fluttuazione, ha proceduto ad un primo ritocco verso il basso (17 settembre) del margine di fluttuazione. Pochi giorni dopo (24 settembre) la BNS ha proceduto ad un ulteriore abbassamento (-0,5%) ed il margine passa così a 1,75%-2,75%. Questa seconda reazione della banca centrale è dovuta alla repentina rivalutazione del franco svizzero rispetto all’Euro. Il calo del tasso di interesse è anche risultato dalla politica espansiva della banca nazionale (M3: +2,95 rispetto al III/00), attuata prevalentemente a fini congiunturali. Dopo gli attacchi terroristici dello scorso 11 settembre, il franco svizzero è stato nuovamente considerato una moneta rifugio. Puntualmente, in periodi di grande incertezza, la valuta svizzera viene ritenuta un safe heaven e gli ordini di acquisto ne fanno aumentare il valore rispetto alle valute estere più importanti. In questo III/01 si è potuto osservare questo fenomeno nei confronti del dollaro USA, dell’Euro e dello Yen giapponese. Per l’acquisto di 1$ a fine trimestre erano necessari 1,6927 SFr., contro 1,7509 Sfr. inizialmente. Il valore di 1 Euro è sceso da 1,5264 a 1,5209 Sfr.. A causa dei possibili impatti sull’economia reale, la BNS ha reagito subito a questa situazione, riducendo il margine di fluttuazione del LIBOR di 25 punti base (24 settembre). Zona Euro USA Giappone Importante rallentamento dell’inflazione nella ZE, che è passata da 3,1% a 2,6% nel III/01. I timori del direttorio della Banca Centrale Europea sono così stati smentiti. Il rallentamento congiunturale, con conseguente riduzione dei consumi, ha pure ridotto la pressione sui prezzi. Come ogni altro indicatore comunitario, anche questo è eterogeneo. Infatti nei Paesi Bassi, in Portogallo ed in Spagna l’inflazione è parecchio elevata (rispettivamente 5,3%, 4,2% e 4,1%). Si situano invece sotto la media il Lussemburgo e la Francia (con 2,2% e 1,9%). Hanno contribuito al calo l’abbigliamento e le telecomunicazioni, mentre alloggio ed alimentari hanno spinto l’inflazione verso l’alto. Analogamente alle maggiori aree di riferimento, anche l’inflazione USA ha subito un rallentamento (+1% su base annua, contro il +3,1% nel II/01), dovuto soprattutto al rallentamento nella domanda di beni di consumo. La causa della riduzione dei consumi è stata il raffreddamento congiunturale in atto ed il calo del clima di fiducia dei consumatori (condizionato pure in modo negativo dai tragici eventi di settembre). Hanno contribuito in modo importante soprattutto la riduzione del comparto energia , che ha condizionato in modo positivo anche il settore trasporti. Anche per il 2002 l’OCSE prevede un rincaro dei prezzi al consumo modesto, pari a +1,2%. Continua, in questo III/01, il fenomeno deflazionistico anche se con toni minori del trimestre precedente (-0,5% annuo, contro -1,5% nel II/01). Da ben 11 trimestri in Giappone non si assiste ad un rialzo dei prezzi. Nell’ultimo anno il calo è stato del -0,8%. Malgrado ciò i consumi rimangono deboli, frenati probabilmente anche da prospettive occupazionali incerte. Va detto che il fenomeno deflazionistico non colpisce unicamente i consumi, ma pure i prezzi alla produzione, l’immobiliare e i valori azionari. L’OCSE per il 2001 ha previsto una deflazione pari all’ 1,6%, che nel 2002 dovrebbe ridursi a 1,4%. Continua il trend discendente dei tassi di interesse anche nella ZE (3,98% l’EURIBOR nel III/01). Durante il trimestre la BCE ha operato ben 2 tagli sui tassi (dei 4 effettuati in tutta la sua storia). Ad un primo taglio (31 agosto) per motivi congiunturali, ne ha fatto seguito un secondo (18 settembre) in risposta agli accadimenti dell’11 settembre. La banca centrale ha ritenuto che questa disgrazia avrebbe potuto influenzare negativamente la fiducia nell’area Euro e dunque deteriorare le prospettive di crescita interna. Il tasso di rifinanziamento delle operazioni principali è stato complessivamente ridotto di 75 punti base, posizionandosi al 3,75%. Nel III/01 la Fed ha diminuito di un ulteriore 0,75% il tasso di sconto. Il governatore della Fed Greenspan è già intervenuto ben 8 volte nel corso del 2001 a ritoccare il tasso direttore, che è passato dal 6,5% di inizio anno al 3% attuale. Si tratta di una vera e propria cura da cavallo, con l’obiettivo di rilanciare il ciclo economico. Difficile valutare se e quanto la politica monetaria abbia successo. Infatti gli attentati sono stati perpetrati proprio quando le misure di rilancio avrebbero potuto avere un certo effetto positivo. E’ prevedibile che nel futuro la Fed proceda ad ulteriori tagli e, come già avevamo preannunciato, il rischio di cadere nella trappola monetaria aumenta. I tassi dei certificati di deposito giapponesi a tre mesi sono stabili a 0,04%. Con questi tassi vicini allo 0, si osserva comunque una congiuntura apatica ad ogni impulso proveniente dalla politica monetaria. Durante il III/01 si è assistito ad una riduzione del tasso di sconto ufficiale da 0,15% a 0,10% (19 settembre). Tale intervento è però stato spinto da un gesto di solidarietà per quanto successo a New York, più che una manovra monetaria. Inoltre la banca centrale giapponese interviene mensilmente in modo importante ad allargare la base monetaria (M3: +10% nel III/01 rispetto al III/00), senza grandi successi. L’Euro in questo III/01 ha perso valore nei confronti delle maggiori valute (SFr., $ e Yen), registrando un picco negativo nei giorni seguenti l’11 settembre. Continua il trend discendente del corso Euro/ SFr., che ha raggiunto valori pari a 65,75 Euro per 100 SFr. Nei confronti del dollaro, l’Euro, ha pure subito una brusca svalutazione nei giorni seguenti gli attentati, anche se poi ha denotato un buon recupero la settimana seguente (nel III/01 erano necessari 1,1816 Euro per acquistare 1 $). Perdita di valore anche nei confronti della valuta giapponese, che si è posizionata a 0,9509 Euro. All’inizio del trimestre in esame il dollaro USA ha perso valore nei confronti di tutte le valute più importanti. Questa svalutazione, secondo alcuni analisti, riflette correttamente l’andamento congiunturale americano. Il picco negativo è stato però raggiunto nei giorni seguenti gli attacchi terroristici alle Twin Towers ed al Pentagono. In seguito, la valuta si è ripresa nei confronti dell’Euro, finendo a 0,8455 per 1 Euro (era 0,8772 nel II/01). Contro il franco, il dollaro non ha saputo riguadagnare il terreno perso. Infatti il franco è tradizionalmente una moneta-rifugio ed anche in questo tragico frangente lo ha dimostrato. Erano così necessari 0,621 $ per ottenere 1 SFr. (contro 0,557 $ per 1 SFr. nel trimestre precedente). Nel III/01 lo Yen ha subito una leggera svalutazione soprattutto rispetto al $ e all’Euro. Da segnalare l’intensa attività della banca centrale giapponese, che è intervenuta a più riprese sul mercato dei cambi in favore del dollaro USA. Vista la precaria situazione congiunturale in cui si trova il paese del Sol Levante, le autorità nipponiche intendono così indebolire lo Yen, onde sostenere le proprie esportazioni. Il cambio dello Yen rispetto al $ è così passato da 1,226 Yen per $ a 1,2151. Rispetto al franco svizzero abbiamo osservato una relativa stabilità, con un cambio pari a 0.7179 Yen per 1 SFr. 5 Contesto interregionale Ticino P anorama Il III/2001 si chiude con risultati poco incoraggianti, confermando la tendenza al peggioramento che già si era delineata nel II/01. Non si può parlare di recessione, ma l’economia mondiale da mesi in rallentamento, come avevamo già previsto alcuni trimestri or sono, influenza ora anche il canton Ticino e le provincie di confine. Verso la fine del trimestre abbiamo avuto gli eventi nefasti negli USA, che non mancheranno di espletare i loro effetti anche nel prossimo trimestre e che contribuiranno a peggiorare la situazione per alcuni settori particolari (alberghi, traffico aereo, industria di esportazione). La crescita del PIL di tutte le regioni analizzate ha subito una battuta d’arresto. I consumi si sono ridimensionati. La riduzione delle importazioni di alcuni grandi paesi (USA, Germania ed Italia) ha influito negativamente sulle industrie di esportazione ticinesi, zurighesi e lombarde. La disoccupazione ha subìto un leggero rialzo stagionale, ma l’occupazione registra ancora tassi positivi. Le vicende negative accadute in Svizzera (S.Gottardo e Swissair) potrebbero ulteriormente influenzare negativamente l’andamento dei cantoni Ticino e Zurigo nel corso del prossimo trimestre. Pil in generale riduzione per tutte le regioni analizzate. Pil reale (var. ann e var. trim dest.). Fonte: OCSE 8.0% TI MI TI 6.0% 4.0% CO/VA ZH ZH 2.0% 0.0% 1996 -2.0% 1997 1998 tassi di variazione annuale -4.0% 2.1% 1.8% 1.5% 1.2% 0.9% 0.6% 0.3% 0.0% III/99 III/00 III/01 -0.3% -0.6% tassi di variazione trimestrale -0.9% -1.2% Produzione in generale contrazione e peggioramento delle aspettative per i prossimi periodi. Aumento Andamento affari (TI-ZH) e produzione industriale (CO/VA, MI) Fonte: KOF, CAMCOM Diminuzione Stazionario III/96 6 TI III/97 CO/VA III/98 MI III/99 ZH III/00 III/01 Il rallentamento congiunturale internazionale, in atto da almeno un paio di trimestri, sta ora raggiungendo anche il Ticino. Nel III/01 la crescita del PIL si è fermata, quale conseguenza del rallentamento dei consumi e delle esportazioni (i due motori della crescita). Anche la disoccupazione ha ripreso a salire ed è ancora troppo presto per affermare se questo aumento sia dovuto unicamente a fenomeni stagionali. Sul fronte dell'occupazione giungono ancora notizie confortanti, ma il settore produttivo denota segni di cedimento. Per il 2001 si prevede un tasso di crescita del +1,46%, ritmo al quale dovrebbe crescere anche nel 2002 (+1.49%). Il rallentamento in atto a livello internazionale estende ora i suoi effetti negativi anche al Canton Ticino. Dopo 11 mesi di cifre positive il PIL ticinese, nel III/01, è regredito (-0,3%). A determinare l'andamento negativo sono state le esportazioni (sempre in crescita ma con ritmi lenti) ed i deboli consumi. Il calo nel settore edilizio conferma il fatto che pure gli investimenti effettuati nel settore immobiliare sono in calo. Il turismo ha avuto complessivamente un andamento stagnante, con un calo soprattutto della clientela estera. Il BAK, per l'anno in corso, ha ridotto ulteriormente le previsioni di crescita, stimandole in +1,46%, contro una previsione di inizio anno del +2%. L'andamento generale degli affari delle attività manifatturiere ha subito una ulteriore battuta d'arresto (è in costante diminuzione dall'inizio dell'anno). Il peggioramento è generalizzato e tocca tutti i settori. Evidentemente, a seguito della riduzione degli ordini in entrata (da oltre un anno le ordinazioni hanno uno sviluppo decrescente), gli imprenditori hanno ridotto la loro produzione. Considerate le previsioni, la situazione tenderà a protrarsi anche nei prossimi mesi. Ulteriore ribasso anche per il settore delle costruzioni, in particolare nel comparto edilizia. Sensibile miglioramento per il genio civile. Como e Varese Milano Zurigo Il clima congiunturale negativo raggiunge ora anche le Provincie di Como e Varese. L'influsso del deterioramento congiunturale internazionale è riscontrabile sulla domanda estera (e di riflesso sulla variabile esportazioni), sulla domanda interna (e dunque su consumi ed investimenti) e sul mercato del lavoro. La disoccupazione sembra aver invertito il suo tend discendente almeno per la Provincia di Como. Situazione occupazionale leggermente migliore nel Varesotto. Per il prossimo trimestre gli imprenditori prevedono un ulteriore riduzione della produzione, che potrebbe ripercuotersi sul livello occupazionale. Neppure la Provincia di Milano, che peraltro si è sempre distinta per il suo dinamismo, può sfuggire all'andamento congiunturale internazionale. Si ha così un trimestre negativo su diversi fronti: i consumi, le esportazioni e la produzione industriale. Malgrado ciò la disoccupazione fa segnare una riduzione e l'occupazione, soprattutto nel terziario, cresce ancora. Le prospettive per il prossimo trimestre sono tuttavia piuttosto pessimistiche: secondo le percezioni degli operatori industriali, dovrebbe ridursi la domanda interna ed esterna, la produzione industriale e di conseguenza l'occupazione. Il rallentamento della crescita economica, in atto in questo cantone da ormai 4 trimestri, si è accentuato facendo registrare addirittura un segno negativo. Il rallentamento dell'economia europea, ed in particolare quella tedesca, ha influenzato l'economia zurighese attraverso una riduzione delle esportazioni. Conseguentemente si è avuto una riduzione della produzione, che esporta buona parte del proprio output. I dati relativi all'occupazione sono ancora in crescita, ma la disoccupazione ha registrato un'inversione di tendenza, segnando un leggero aumento dopo ben 13 trimestri di calo. Il PIL italiano, secondo i conti economici trimestrali, nel III/01 ha fatto segnare una crescita di +0,2%; +1,9% rispetto ad un anno fa. Per le provincie non si dispone di dati stimati sul PIL ed è dunque giocoforza estrapolarne l'andamento a posteriori osservandone le sue componenti. Tra le più importanti abbiamo i consumi, che in questo trimestre hanno avuto un andamento negativo. Pure le esportazioni, altra componente determinante, hanno fatto registrare un calo. Le importazioni sono diminuite, ma non hanno impedito alla bilancia commerciale di deteriorarsi. A fronte di queste informazioni, pensiamo che anche l'andamento del PIL non possa essere stato di segno positivo. Sebbene l'andamento del PIL milanese ricalchi quello delle provincie adiacenti (CO/VA), pensiamo che l'andamento sia stato leggermente migliore. Infatti sembra, dai dati rilevati presso gli imprenditori, che i consumi abbiano avuto un andamento sostanzialmente migliore delle altre due provincie. La contrazione delle esportazione è stata minima, ma l'aumento delle importazioni ha influito negativamente sulla bilancia commerciale. L'industria lombarda che produce beni di investimento ha segnato un calo produttivo, e ciò indica un calo degli investimenti. Queste indicazioni ci spingono a stimare una crescita stagnante se non di segno negativo. Nel III/01 il canton Zurigo ha fatto segnare un andamento uguale al Ticino: il PIL ha subìto una riduzione del 0,3% in termini reali. Questo risultato negativo è stato ottenuto malgrado il buon andamento dei consumi ed è stato condizionato pesantemente dal deterioramento della bilancia commerciale. Infatti, a fronte di un calo delle esportazioni vi è stato un incremento importante delle importazioni. La riduzione della produzione industriale implica, dopo un certo lasso di tempo, una riduzione degli investimenti. Inoltre, l'attentato dell'11 settembre ha causato una riduzione dei voli aerei ed influito negativamente sul settore turistico e sui servizi legati all'aereoporto zurighese. Gli indicatori riguardanti la produzione comasca indicano una sostanziale stabilità del fatturato rispetto al II/01, ma un calo importante rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso. Gli ordini interni sono in crescita (+8,2%), ma sono compensati da un calo di quelli esteri (-4,4%). Nella Provincia di Varese si nota un andamento del fatturato per il settore manifatturiero peggiore rispetto al II/01 e pure gli ordinativi sono in calo. Le prospettive degli imprenditori per il IV/01, visto il clima congiunturale negativo ed il portafoglio ordini ridotto di oltre la metà rispetto ad un anno fa (-56%), indicano un ulteriore rallentamento produttivo. Livello della produzione in forte contrazione nei confronti del trimestre precedente (bisogna anche tener presente il calo produttivo dovuto al periodo di ferie). Il fatturato è leggermente superiore all'anno precedente (+1,3%), ma di parecchio inferiore rispetto al II/01 (-9,5%). In questa fase non proprio brillante, il peggioramento dell'economia manifatturiera si riflette anche sugli altri indicatori, in particolare l'andamento del mercato del lavoro. Per quanto concerne le prospettive future, gli imprenditori si esprimono in modo negativo relativamente alla domanda interna e in modo positivo per la domanda estera. Un trimestre, quello in esame, in cui l'industria manifatturiera ha ridotto ulteriormente la propria produzione. L'andamento degli affari, contraddistinto da una crescita costante dalla metà del 1998, fa ora segnare il quarto trimestre di rallentamento consecutivo. Tutti i settori industriali denotano un andamento peggiore rispetto al trimestre precedente, ma fra tutti ha subìto un forte calo l'industria della lavorazione dei metalli e quella della fabbricazione di prodotti in metallo. Tutti i comparti industriali hanno delle aspettative negative per i prossimi periodi. Sono in calo le giacenze di prodotti finiti, gli acquisti di materie prime e di semilavorati. 7 Contesto interregionale Ticino C onsumi Fase di ridimensionamento in Ticino. Miglioramento nelle provincie lombarde. In controtendenza Zurigo, dove permane un buon clima al consumo. Aumento Immatri. di vetture da turismo (var.trim. dest.) Fonte: USTAT, ACI Diminuzione Stazionario TI III/96 CO/VA III/97 III/98 MI ZH III/99 III/00 III/01 E sportazioni Tengono relativamente bene in Ticino e nella Provincia di Milano. Stagnante nel Canton Zurigo ed al ribasso nelle Provincie di Como e Varese. Esportazioni in valore (var. tirm. dest.). Fonte: USTAT, ISTAT 12.0% 9.0% 6.0% 3.0% 0.0% -3.0% -6.0% TI -9.0% -12.0% III/96 III/97 CO/VA III/98 MI ZH III/99 III/00 III/01 Disoccupazione Inversione di tendenza con aumento della disoccupazione in Ticino, Zurigo e nella Provincia di Como. Situazione migliore a Varese e Milano. Tasso di disoccupazione (medie trim). Fonte: USTAT, ISTAT, Elab. IRE 9.0% 8.0% 7.0% 6.0% 5.0% 4.0% 3.0% 2.0% 1.0% 0.0% III/96 8 TI III/97 CO/VA III/98 MI III/99 ZH III/00 III/01 Importante calo nell'immatricolazione di auto nuove in Ticino nel III/01 (-3,8%, dato destag.). Questo dato sta ad indicare che anche il livello dei consumi sembra sia in rallentamento, come avevamo previsto nel nostro ultimo rapporto congiunturale. Dalla statistica svizzera sulla cifra d'affari del commercio al dettaglio si nota come i consumi abbiano tenuto, ma siano inferiori al 2000. Purtroppo questa statistica non fornisce dati regionali ed è dunque impossibile un confronto a livello ticinese. Questo andamento dipende essenzialmente dal clima congiunturale sfavorevole (la riduzione nel clima di fiducia dei consumatori lo indica chiaramente) ed a poco è valsa la diminuzione dei prezzi al consumo riscontrata nel III/01. Dopo un trimestre al ribasso possiamo di nuovo osservare una crescita delle esportazioni ticinesi, che nel III/01 hanno fatto segnare +2% (dati destag.). Questa performance è persino migliore del risultato svizzero (6,04%) ed evidenzia la particolare tenuta attuale delle industrie di esportazione ticinesi. Vista la riduzione delle importazioni dei principali mercati verso i quali fluiscono le merci ticinesi (Italia e Germania), è pensabile che nel IV/01 si riscontrino delle cifre negative. Nel trimestre in esame l'aumento delle importazioni è stato inferiore alle esportazioni e ciò ha permesso di ottenere un importante eccedenza commerciale (+104 mio nel III/01). Dopo ben 10 trimestri in calo, osserviamo un'inversione di tendenza del tasso di disoccupazione (2,79% contro il 2,67% nel II/01), . Il numero di disoccupati, dopo aver registrato un effettivo minimo record di 3035 unità nel mese di giugno (pari al 2,2%), ha ricominciato a salire. In parte questo aumento è dovuto a fattori stagionali (vedi l'aumento del ramo alberghi e ristoranti), ma una causa importante potrebbe anche essere il raffreddamento congiunturale. Sul fronte dell'occupazione si riscontrano ancora dati positivi, con un aumento importante nel terziario (+1,7% rispetto al III/00) ed uno più limitato nell'industria (+0,9% contro un +4,1% nel trimestre scorso). Como e Varese Milano Zurigo Al momento dell'elaborazione del commento congiunturale, non sono ancora pervenute le cifre riguardanti l'immatricolazione di auto nuove nelle Provincie di Como e Varese. Dalle indagini delle Camere di Commercio presso gli imprenditori si registra una diminuzione della domanda interna, con un -1,12% rispetto all'anno precedente (fatturato: CO -2,5%, VA +1,2%). Anche le aspettative inerenti i consumi nel prossimo trimestre segnano una riduzione per entrambe le provincie. Anche per questa provincia non si dispone ancora dei dati riguardanti le immatricolazione di auto nuove. In questo III/01 i consumi privati per l'Italia intera non hanno fatto segnare incrementi (0%). Per la Provincia di Milano, dall'indagine trimestrale presso le aziende, si può estrapolare una leggera flessione del fatturato interno cresciuto del +2,2%. Le prospettive del semestre scorso riguardante la domanda interna prevedevano una riduzione dei consumi, ma nel III/01 abbiamo avuto ancora un tasso positivo. Per il prossimo trimestre, visto il clima congiunturale internazionale, pensiamo che la prevista ulteriore riduzione di questa variabile sia corretta. Nel Canton Zurigo si registra una tendenza inversa al mercato ticinese: nell'ultimo trimestre le immatricolazioni di auto nuove hanno conosciuto un aumento. Questo dato risulta essere in sintonia con le stime sui consumi privati in Svizzera, che nel III/01 sono stati l'unica variabile macroeconomica che ha veramente contribuito al sostegno del ciclo congiunturale. Questo andamento positivo è stato sostenuto pure dalla diminuzione dei prezzi; l'indice dei prezzi del Canton Zurigo ha segnato -0,11% nel III/01. Il valore delle merci esportate dalle provincie nel III/01 ha subìto una diminuzione del -5,01%. A questo risultato negativo hanno contribuito in egual misura entrambe le provincie. Le importazioni si sono ridotte considerevolmente nel Comasco, stabilizzando il surplus commerciale su livelli pari al II/01. Nella Provincia di Varese le importazioni sono invece aumentate sensibilmente. La riduzione dei traffici commerciali internazionali penalizza in modo importante queste provincie, che tradizionalmente esportano buona parte della loro produzione. Questo andamento conferma le attese degli imprenditori espresse il trimestre scorso. Leggera diminuzione delle merci esportate in questo III/01 (-1,16%). E' la provincia che più si avvicina all'andamento commerciale ticinese, anche se la crescita delle esportazioni rimane negativa da ormai 4 trimestri. A marcare una diminuzione è stata soprattutto la domanda proveniente dalla ZE, a conferma del fatto che questa non ha saputo mantenere le aspettative di locomotiva economica. Le importazioni sono cresciute (a conferma della tenuta dei consumi) in modo modesto, ma hanno comunque contribuito a far lievitare il disavanzo commerciale. La bilancia commerciale del Canton Zurigo in questo III/01 si è deteriorata. Il disavanzo è quasi raddoppiato passando da 4,2 a 7,9 mia di franchi. Ciò è dovuto a due ragioni: in primo luogo è il terzo trimestre consecutivo in cui si riscontra un calo delle esportazioni (-2,97%). Secondariamente il buon clima al consumo ha contribuito a far lievitare fortemente il valore delle importazioni (+47,5%). L'attuale debolezza commerciale dei partner commerciali zurighesi (ZE ma soprattutto Germania) contribuisce in modo determinante al rallentamento del PIL di questo cantone. La fase di rallentamento congiunturale, unitamente al clima di sfiducia dovuta ai tragici fatti dell'11 settembre, hanno influenzato parzialmente anche il mercato del lavoro della Regione Lombardia. Il tasso di disoccupazione lombardo è cresciuto dal 3,4% al 3,7%. Per la Provincia di Como siamo probabilmente di fronte ad un'inversione di tendenza, con un aumento del numero di disoccupati di 1016 unità (pari al +6%). Aumento importante pure delle imprese che hanno fatto capo alla Cassa Integrazione (+35% rispetto al trimestre precedente). Situazione inversa nella provincia varesina, con una certa stabilità sul fronte occupazionale ed una riduzione degli interventi della Cassa Integrazione. Il quadro complessivo degli indicatori di questo mercato è alquanto contradditorio. I disoccupati (iscritti ai Centri per l'impiego) mostrano una continuità nel trend decrescente per gli ultimi quattro trimestri; rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso il dato si situa su posizioni del 13,7% inferiori. Per quanto riguarda gli occupati, l'indagine Istat mostra un +1,5% (rispetto al III/00). La crescita dell'occupazione ha interessato in modo particolare il settore terziario (+4,5%). L'occupazione è diminuita invece in modo importante nell'industria (1,5%) e ciò come riflesso diretto del calo della produzione industriale. Il trimestre in esame è stato caratterizzato da una frenata del trend positivo. La disoccupazione è leggermente aumentata passando dal 1,67% a 1,76%. La statistica dell'impiego denota ancora un buon dinamismo e lascia trasparire solo minimamente il rallentamento economico. L'occupazione è ancora cresciuta (+1%), anche se il risultato è dovuto soprattutto al terziario (+1,4%). Il settore secondario, più legato alle esportazioni e dunque maggiormente soggetto al rallentamento degli scambi internazionali, ha registrato invece una debole flessione (-0,4%). 9 Descrizione dati. Dati relativi al contesto internazionale e nazionale. La fonte principale è l’OCSE. I dati sono inoltre integrati con le informazioni fornite dai differenti istituti di statistica nazionale. Le serie presentate nelle tabelle così come i commenti si riferiscono, salvo indicazioni differenti a dati destagionalizzati (ad esclusione del tasso di cambio e del tasso d’interesse). Le variazioni (serie PIL, prezzi), dove non indicato esplicitamente, sono rispetto al trimestre precedente. Per il tasso di disoccupazione, d’interesse e di cambio, si sono usati i valori medi nel trimestre. Di ciascuna serie in tabella si fornisce una breve descrizione: PIL: tasso di variazione trimestrale del PIL calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati reali e destagionalizzati. Disoccupazione: tasso di disoccupazione standardizzato valore medio trimestrale. Prezzi: tasso di variazione dei prezzi calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati annualizzati e destagionalizzati. Tassi d’interesse: tasso d’interesse a corto termine (media trimestrale). Per la Svizzera è il tasso sugli Euro-depositi a 3 mesi, per gli Stati Uniti e il Giappone è il tasso sui certificati di deposito e per i paesi della zona Euro è l’EURIBOR a 3 mesi. Dati relativi al contesto regionale. Le serie presentano un livello di difformità maggiore, anche se è possibile il confronto interregionale. Per quanto concerne l’evoluzione del PIL è disponibile solo il dato aggiornato relativo al Cantone Ticino e al Cantone Zurigo (fonte BAK). Per il contesto italiano, si presenta la serie disponibile con gli incrementi annui (ISTAT). L’indicatore sulla produzione industriale (fonte KOF per il versante svizzero e fonte UNIONCAMERE per il versante italiano) pur fornendo un dato qualitativo, presenta una buona confrontabilità. L’andamento dei consumi é stato realizzato a partire da dati sull’immatricolazione di nuove autovetture. Il dato sul tasso di disoccupazione presenta una certa disomogeneità poiché in Svizzera e in Italia si utilizzano differenti metodologie. Tuttavia un confronto sulle tendenze è più che accettabile. Si è previsto, a partire dai prossimi numeri, di procedere a “standardizzazione”. Si fornisce di ciascuna serie in tabella una breve descrizione: PIL: tasso di variazione trimestrale del PIL calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati reali e destagionalizzati. Industria: tasso di variazione della produzione Produzione: Dato trimestrale, variazioni rispetto al periodo precedente (indicatore qualitativo). Consumi: Immatricolazione di nuove autovetture. Dato trimestrale, destagionalizzato (indicatore qualitativo) Esportazioni: tasso di variazione trimestrale delle esportazioni calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati reali e destagionalizzati. Disoccupazione: tasso di disoccupazione, valore medio trimestrale. Impiego: nuova statistica federale dell’impiego (STATIM) a partire dal II/2000. Sigle: CH ZE US JP TI ZH CO VA MI SFr US$ Y M1 M2 M3 Svizzera Zona Euro Stati Uniti Giappone Cantone Ticino Cantone Zurigo Provincia di Como Provincia di Varese Provincia di Milano Franco svizzero Dollaro USA Yen giapponese Euro massa monetaria composta da banco note e “moneta” detenute in valuta nazionale dal pubblico, da depositi a vista detenuti in valuta nazionale nelle banche e in Posta dai residenti M1 + depositi di risparmio (esclusi i fondi di previdenza del II e III pilastro) M2 + depositi a termine Responsabile: Siegfried Alberton Redazione rapporto: Flaminio Cadlini Forniture statistiche, dati relativi alla Svizzera, Cantone Ticino, Cantone Zurigo: USTAT, BAK, KOF. Forniture statistiche, dati relativi alla provincia di Milano, Como e Varese: UNIONCAMERE, ISTAT, ACI. Per ulteriori informazioni: Flaminio Cadlini e-mail: [email protected] tel: +41 91 912 46 61 fax: +41 91 912 46 62 Abbonamento: Fr. 80.--, annui. 11 Università della Svizzera italiana Facoltà di scienze economiche Istituto di ricerche economiche IRE CODE, Centro per l’osservazione delle dinamiche economiche via Maderno 24, 6900 Lugano tel. 41-91 912 46 61 / Fax 41-91 912 46 62 mail: [email protected] web: http/www.lu.unisi.ch/CODE