N. 265 - 5 GIUGNO 2016 I “piccoli” imprenditori russi in crisi sono pronti a ridurre sia i prezzi di merci e servizi, sia i volumi di produzione. Rinunciare al business e vendere le proprie attività rimane per loro l’alternativa ultima. p.6 Il rapporto tra Italia e Russia va oltre le sanzioni imposte dalla UE e nel futuro, tra le esportazioni che potranno riprendere a crescere nel medio termine, e le nuove opportunità di investimento per le imprese italiane, le relazioni tra i due Paesi sono destinate a rafforzarsi. p.8 La rassegna delle informazioni statistiche e delle previsioni sull’economia della Russia e della CSI. p. 13 Investimenti e collaborazioni industriali. p. 15 Proposte commerciali. p. 16 Le fiere internazionali in Russia e nella CSI. p. 17 Russia: le risorse per una ripresa economica non mancano I l 25 maggio al Cremlino si è tenuta la riunione del Consiglio Economico, in presenza del presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, con lo scopo principale di delineare una serie di risorse affidabili per la crescita economica del Paese. Come ha annunciat o Andrej Belousov, consigliere del presidente russo, “in una prospettiva a medio termine, è assolutamente realistico pensare che la Russia raggiungerà un tasso di crescita pari al 4% del PIL”. 20 - 21 OTTOBRE 2016 PALAZZO DELLA GRANGUARDIA Secondo Belousov, la maggior parte degli esperti russi e dei membri del governo ritiene che un simile tasso di crescita potrà essere raggiunto dopo il 2018, ma qualcuno crede che accadrà anche prima. Una crescita del 4% aggiungerebbe, senza contare l’inflazione, più di 3.000 miliardi di rubli al PIL, mentre 300-400 miliardi di rubli andrebbero ad accrescere il bilancio federale, ossia più di quanto possa garantire continua a pagina 2 “INSIEME PER UN NUOVO DIALOGO POLITICO E UNA VISIONE INNOVATIVA DELLE RELAZIONI ECONOMICHE” pagina 5 Gli investimenti come chiave della crescita economica russa La chiave per una crescita economica stabile potrà essere l’aumento degli investimenti. In assenza di cambiamenti strutturali nell’economia, una politica monetaria eccessivamente blanda potrebbe condurre ad una stagnazione, di pari passo con un tasso di inflazione elevato. Con una politica monetaria rigida, e in assenza di cambiamenti nell’economia, vi sarebbe comunque stagnazione, ma il tasso di inflazione sarebbe ridotto. servizio a pagina 3 dalla prima pagina l’intero piano anti-crisi del governo per il 2016. “Questi soldi sono indispensabili soprattutto per modernizzare le infrastrutture e per la sfera sociale. Senza fondi aggiuntivi l’infrastruttura sociale decadrebbe e crescerebbe il malcontento”, ha sottolineato Belousov. Il governo ha già ridotto le spese al limite e nel 2016 un ulteriore taglio è impensabile. Inoltre, in una prospettiva a medio termine, tagliare le spese non risolve la crisi. La seconda opzione, che prevedrebbe un aumento delle tasse fino al 2018, non verrà presa in considerazione, poiché nella situazione attuale aumentare le tasse significherebbe privare di fondi l’economia. Le previsioni di base del gov erno a nn unc ia no un rallentamento del calo del Pil pari allo 0,2% nel 2016 e una crescita del 2,2% nel 2019. Secondo le stime del Ministero dello Sviluppo Economico, la crescita del Pil accelererà nel 2019 del 4,5 per cento. Il Ministero delle Finanze nello scenario inerziale stima una crescita dell’1-1,3% su base annua per 15 anni, in assenza di riforme o di un aumento dei prezzi del petrolio. Belousov è convinto che le risorse per una crescita economica in Russia ci siano: le aziende hanno accumulato buoni profitti e bisogna pensare a come motivarle ad investirli. Anche con stimoli di bilancio è possibile spronare la crescita economica. La presidenza sta valutando l’idea di ripristinare delle agevolazioni per gli investimenti (abbuonando una tantum le spese sostenute per attrezzature e ricerca scientifica) di cui beneficerebbero non solo le nuove imprese, ma anche quelle già attive. Già l’estate scorsa il presidente Putin aveva affidato al governo il compito di analizzare la questione delle agevolazioni fiscali per le aziende sulle somme di capitale investite per la modernizzazione. Contro tale iniziativa è intervenuto il Ministero delle Finanze. Naturalmente i rischi ci sono, ma le agevolazioni sugli investimenti porterebbero a un aumento del profitto e, quindi, ad un rincaro dell’imposta sul reddito entro il 2025. Allo stesso modo è possibile rafforzare il programma di finanziamento per i progetti e sostenere maggiormente le esportazioni. Inoltre, è necessario ridurre gli oneri fiscali delle aziende, modificando la legge sulla bancarotta. Molti esperti russi ritengono che basterebbe far uscire le piccole imprese dall’ombra per ottenere un’ulteriore crescita di 2-3 punti percentuali; c’è bisogno di soldi a basso costo e non necessariamente di emissione, quali, ad esempio, garanzie statali sotto forma di obbligazione per ridurre i tassi di interesse. Inoltre, la Banca Centrale russa potrebbe chiedere dei prestiti sul mercato e versare soldi nell’economia a tassi agevolati. Si raggiungerebbe una crescita economica annua pari al 4%, ma per farlo è necessario incrementare la quota degli investimenti nel PIL, portandola dall’attuale 17-18% fino ad almeno il 30 per cento. Riuscirvi solo grazie al bilancio è poco realistico. Sono necessari degli investimenti a favore di un aumento della produttività del lavoro. Non solo gli esperti russi, ma anche la Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ritiene che l’economia del Paese inizierà a crescere nel prossimo anno e mezzo. Lo ha annunciato il presidente della BERS Suma Chakrabarti. Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) aveva espresso una simile previsione. Nel frattempo l’economia russa “sopravvive ai tempi duri”, dovuti soprattutto alle attuali sanzioni occidentali e al crollo del prezzo del petrolio. Analogamente, soffrono le economie dei Paesi dell’Asia Centrale, dell’Europa Orientale e del Caucaso. Come ha dichiarato Suma Chakrabarti “stiamo valutando con il governo russo e con il settore privato la situazione dell’economia russa e l’impatto che può avere sugli altri Paesi”. Con il rallentamento del tasso di inflazione, dal 17% a marzo del 2015 fino al 7,3% nel mese di aprile di quest’anno, la maggior parte degli economisti e delle 2 istituzioni internazionali attribuisce l’evidente rallentamento del declino economico russo all’emergere di una tendenza verso una lenta ma costante fuoriuscita dalla zona negativa. Anche la Commissione Europea (CE) si aspetta dati positivi dai ritmi di crescita del PIL russo, sempre non prima del 2017. In quel momento la crescita economica della Federazione potrebbe eguagliare l’1,5%, dopo un calo dell’1,9% previsto per il 2016, si legge nella relazione primaverile della CE. Il FMI prevede una sterzata della Il Cremlino investimenti Gli analisti della Banca Centrale Russa ritengono che i tassi di interesse elevati non danneggeranno il settore reale dell’economia. Lo ha dichiarato il primo vice Governatore della Banca, Dmitrij Tulin. Per quanto concerne i fattori di crescita dell’economia russa, Tulin ha constatato che, in una prospettiva a lungo termine, né l’aumento dell’export, né una maggiore capacità d’acquisto della popolazione sono fattori fondamentali per una crescita economica stabile. “La chiave per una crescita economica stabile potrà essere l’aumento degli investimenti. In ass enz a d i ca mbi am ent i strutturali nell’economia, la nostra politica monetaria eccessivamente blanda potrebbe condurre ad una stagnazione, di pari passo con situazione economica del Paese nel 2017. Le ragioni per l’attuale stallo, emerse nella relazione semestrale, sono analoghe a quelle citate dalla BERS: i bassi prezzi del petrolio e le sanzioni occidentali. Le sanzioni come fattore di pressione sull’economia russa sono citate anche nella relazione del Ministero dello Sviluppo Economico, ma nessuno alimenta false speranze: l’ente considera le restrizioni all’accesso delle aziende russe al mercato internazionale dei capitali e l’embargo alimentare per tutto va a il periodo di previsione. Tuttavia, ora, la cosa più importante per il bilancio federale, che per il secondo anno consecutivo cerca di sbarazzarsi del deficit, non è la revoca delle sanzioni, ma un aumento dei prezzi del petrolio, quanto meno lieve. Dopo tutto, le restrizioni imposte dai paesi occidentali contro la Russia di per sé non sono state cosìrigide da non potervisi adattare nel corso degli ultimi due anni. Pertanto, un modello di crescita basato sugli investimenti in Russia è possibile. caccia un tasso di inflazione elevato. Con una politica monetaria rigida, e in assenza di cambiamenti nell’economia, vi sarebbe comunque stagnazione, ma il tasso di inf lazi on e sarebbe ridotto. Non vale la pena ingigantire la nostra capacità di inf luire su ll a c r e s c i t a economica reale”, ha sottolineato Tulin. In aggiunta, alcuni giorni fa la Banca Centrale ha elencato i principali rischi di c r e s c i t a inflazionistica. degli Il primo riguarda le aspettative inflazionistiche, che, probabilmente, contribuiranno in maniera importante all’inflazione. 3 “L’inflazione non potrà fissarsi stabilmente ad un livello del 4% senza un calo delle aspettative inflazionistiche. Il successo per il raggiungimento del target di inflazione può rivelarsi minimo e a breve termine, se non accompagnato da un calo delle suddette aspettative”, ha dichiarato Igor Dmitriev, capo del dipartimento della politica monetaria e creditizia della Banca Centrale. Il secondo fattore è l’incertezza sull’andamento del tasso di cambio del rublo rispetto alle valute mondiali. “L’inflazione potrebbe facilmente impennare dopo un andamento dei tassi di cambio sfavorevole, ma potrebbe anche calare lentamente”, ha dichiarato Dmitriev. Tra gli altri fattori, gli esperti russi annoverano le questioni relative ai rischi di bilancio, così come l’elevata quota dei prodotti alimentari nel paniere di consumo. Nonostante tutto ciò , il regolatore non intende effettuare operazioni sul mercato dei cambi per ricostituire i fondi sovrani fino a quando il bilancio non sarà in pareggio, aggiunge Tulin. “Ciò sarà opportuno solo quando verranno consolidati i progetti di bilancio, quando il livello delle entrate e delle uscite sarà legato al prezzo del petrolio. Al momento solo noi abbiamo un piano su come ridurre l’influenza che la congiuntura dei prezzi mondiali del petrolio esercita sul tasso di cambio reale del rublo. Finché il bilancio non si stabilizza, il regolatore non intende condurre alcuna operazione sul mercato valutario per incrementare i fondi sovrani”, ha annunciato Tulin. Molte discussioni tra la Banca Centrale e il Ministero dello Sviluppo Economico sono legate al “Programma di finanziamento per i progetti”. Entrambe le parti ritengono che debba essere ottimizzato: è indispensabile far sì che vengano finanziati solo i progetti più spendibili e nei settori prioritari. Secondo Tulin, ora il debito delle banche in relazione a questo strumento è di 86 miliardi di rubli. “Non si può dire che questo strumento non sia partito. Tutti questi strumenti richiedono ulteriori regolazioni. Non appena si aprirà una finestra di opportunità per attrarre risorse ad un tasso al di sotto del tasso di riferimento per 3 anni, le banche cercheranno di attirare soldi”, ha dichiarato Tulin. “Le banche che attirano tale finanziamento migliorano da subito i propri indicatori in base agli standard internazionali di rendicontazione, pertanto, ovviamente, tutti mirano a tale opportunità”, ha aggiunto il primo vice Governatore della Banca Centrale. Secondo Tulin, le banche stanno finanziando progetti “semplici” grazie al suddetto programma, anche se avrebbero potuto farlo alle condizioni di mercato. Nel 2015, 42 progetti di investimento, del valore di 347,3 miliardi di rubli, sono stati selezionati nell’ambito del Programma di finanziamento per i progetti (l’ammontare del credito richiesto è pari a 235,5 miliardi di rubli). Il 22 aprile, per il finanziamento dei progetti selezionati dalle banche autorizzate, sono stati concessi 88,56 miliardi di rubli di credito, 82,84 miliardi di rubli dei quali sono stati rifinanziati dalla Banca Centrale russa (l’intero budget della Banca Centrale ammonta a 100 miliardi di rubli e il regolatore ha già dichiarato che non intende aumentarlo). Nel bilancio del 2016 è stato fissato il limite sulle garanzie statali al livello del 2015, pari a 60 miliardi di rubli (che consente di emettere prestiti per un totale di 240 miliardi di rubli), ma la selezione dei progetti per la partecipazione al programma nel 2016 non è stata effettuata, a causa della mancata decisione da parte della Banca Centrale circa un aumento del limite sul programma. Il Ministero dello Sviluppo Economico nota che, sotto il regime di sanzioni e con la chiusura del mercato dei capitali estero, per le maggiori banche ru s s e i l pr o gr a m m a di finanziamento per i progetti rimane uno dei meccanismi validi per la realizzazione di progetti di investimento nei settori prioritari. Banca Intesa Russia, la sussidiaria del gruppo Intesa Sanpaolo, per molti anni si è concentrata sul finanziamento delle piccole e medie imprese del Paese. Anche oggi Banca Intesa Russia conserva la sua posizione di leader nel mercato russo del credito alle piccole e medie imprese, collocandosi intorno al quinto posto fra le banche del Paese per il volume di credito erogato alle Pmi. Assieme al finanziamento delle piccole e medie imprese, la Banca ha da alcuni anni sviluppato un qualificato centro di competenze per l’assistenza alla clientela Corporate, alla quale propone una gamma completa di soluzioni commerciali e finanziarie. Nel più recente rating della rivista Forbes, Banca Intesa Russia è entrata nel top-5 delle banche più sicure, solide e affidabili della Federazione Russa. 4 5 Le Pmi russe si adattano alle nuove condizioni di mercato I “piccoli” imprenditori russi in crisi sono pronti a ridurre sia i prezzi di merci e servizi, sia i volumi di produzione. Rinunciare al business e vendere le proprie attività rimane per loro l’alternativa ultima. Le tendenze relative agli umori delle piccole imprese nel 2016 emergono da un’indagine condotta dagli esperti dell’Organizzazione pubblica russa per le piccole e medie imprese “Opora Rossii”. Come testimoniano i risultati del sondaggio, inseriti nel monitoraggio anti-crisi, tra le nuove tendenze si registra un rafforzamento della concorrenza per emergere sul m erc ato . I l 6 1, 6 % de i rispondenti ha constatato “una forte concorrenza” nei propri settori. Nei primi 3 mesi del 2016 un aumento della concorrenza è stato notato dal 43,4 per cento. Lo scorso anno tale indicatore ammontava solo al 34 per cento. L’inasprimento de l le r iva l ità è d ov ut o all’ingente riduzione delle spese di consumo da parte della popolazione. Tuttavia, se i mercati continueranno a restringersi, tale crescita diventerà un problema. Il monitoraggio ha inoltre mostrato come per le piccole imprese attive da tempo – dalle industrie produttive, alle imprese commerciali o informatiche - nell’ultimo mese sia diventato prioritario variare l’assortimento di beni e servizi. Per il 28% sarà prioritario reindirizzare il proprio business, mentre per il 22% ridurre il personale. Per un confronto con l’indagine dello scorso anno, tali indicatori ammontavano rispettivamente al 29, 24 e 25 per cento. In generale, il sondaggio ha rilevato tre problemi “scottanti” per le piccole imprese: il calo della domanda sulla produzione, la svalutazione del rublo e il deficit di finanze. Così, negli ultimi mesi, il 38,1% dei rispondenti ha cercato di chiedere in banca prestiti finalizzati allo sviluppo, ma circa la metà è stata respinta senza motivo. Nel 34% dei casi le banche non hanno spiegato ai clienti le motivazioni del rifiuto. Nel 14,7% dei casi le imprese stesse erano “colpevoli” per non essere state in grado di fornire alla banca un pegno o una garanzia di estinzione del debito; il 42,4% nota un aumento dei tassi di interesse sui crediti negli ultimi 3 mesi, che in media si aggirano attorno al 15,4 per cento. A preoccupare maggiormente i piccoli imprenditori nelle condizioni economiche correnti è l’ a ggr av ars i d el l oro indebitamento, che stanno cercando di contenere. Quasi il 40% dei piccoli imprenditori, tra gennaio e marzo 2016, si è trovato ad affrontare difficoltà di questo tipo. Solo il 7,6% è riuscito a ridurre i propri debiti, mentre per il 33,9% il ritardo nei pagamenti è aumentato ulteriormente. Gli indebitamenti più critici per gli affari delle piccole e medie imprese sono quelli nei confronti dei fornitori e del fisco. Al terzo posto, in fatto di “paure”, vi sono i ritardi nel pagamento dei salari. Per quanto riguarda i salari dei dipendenti delle piccole e medie imprese, il 36% dei datori di lavoro ha dovuto ridurli, il che supera del 7% l’indicatore dello scorso anno. Solo il 7% ha notificato un aumento dei salari, ossia il 3% in meno rispetto all’anno passato. Tuttavia, i dipendenti rimangono ai loro posti di lavoro, mentre i proprietari delle piccole aziende tentano di Fonte: Elaborazione Russia24 su dati Rosstat 6 ottenere una proroga sul pagamento delle tasse. Ma nonostante i criteri, elaborati e confermati, per i quali gli ispettori fiscali avrebbero la facoltà di conc ed er e pr or ogh e s ui pagamenti alle imprese impoverite, ciò non avviene quasi mai. Pertanto, più di un terzo degli imprenditori ha ridotto il numero dei dipendenti, mentre solo il 9% si è arrischiato ad assumere personale. Alla fine di maggio 2016, il Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione Russa ha distribuito alle regioni del Paese dei sussidi federali dal valore di 9,6 miliardi di rubli a sostegno delle imprese. Hanno partecipato al concorso 85 soggetti della Federazione Russa, e sono state prese in considerazione 613 richieste di partecipazione per una somma di 18,9 miliardi di rubli. Tale cifra supera più del doppio il volume dei finanziamenti stabilito dal sotto-programma “Sviluppo delle piccole e medie imprese”, così come quello del programma statale “Sviluppo economico ed economia innovativa”. Al termine della selezione, la commissione del concorso ha deciso di stanziare 9,6 miliardi di rubli per sostenere il bilancio dei soggetti della Federazione Russa con lo scopo di sostenere le attività di finanziamento statale a sostegno delle piccole e medie imprese. Russia si prepara a prorogare embargo alimentare contro Ue fino a fine 2017 La Russia conta di prorogare fino a fine 2017 l’embargo sui prodotti alimentari d’importazione dai Paesi occidentali per la crisi ucraina. Lo ha detto il premier Dmitrij Medvedev, mentre la Ue si appresta a discutere, non senza d i f f i c o l t à , u n ridimensionamento delle sanzioni a Mosca. “Ho ordinato che siano preparate proposte per un prolungamento delle misure di ritorsione non per un anno ma fino alla fine del 2017” ha detto Medvedev. Queste “misure di ritorsione” vietano da agosto 2014 l’importazione della maggior parte dei prodotti alimentari dei paesi occidentali, principalmente della Ue, che sanzionano la Russia per l’annessione della Crimea e il sostegno a separatisti dell’est dell’Ucraina. Prorogate una prima volta l’estate scorsa, scadono ad agosto e hanno colpito duramente gli agricoltori europei. Questo mese i Paesi europei devono discutere un’eventuale proroga delle sanzioni contro Mosca, che colpiscono banche, difesa ed energia e scadono a luglio. Finora le sanzioni sono state rinnovate ogni sei mesi e la settimana scorsa il capo della diplomazia Ue Federica Mogh eri ni h a d etto di attendersi una nuova proroga. Ma il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha ammesso questa settimana l’esistenza di una “resistenza nella Ue” sulla proroga. “Sarà più difficile dell’anno scorso trovare una posizione comune sulla questione”, ha detto all’agenzia stampa BNS. 7 Sempre più capillare la presenza economica italiana nelle regioni russe Il rapporto tra Italia e Russia va oltre le sanzioni imposte a Mosca dall’Unione europea e nel futuro, tra le esportazioni che potranno riprendere a crescere nel medio termine, e le nuove opportunità di investimento per le imprese italiane, le relazioni tra i due Paesi sono dest inat e a rafforzarsi. È quanto è emerso dal Quarto seminario eurasiatico, organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia, Forum Economico internazionale di San Pietroburgo e Roscongress in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e lo Studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners. E per tutti i partecipanti adesso l’appuntamento è quello al Forum economico di San Pietroburgo (Spief, 16-18 giugno prossimi). “Le sanzioni contro la Russia non frenano l’Unione economica eurasiatica che avanza verso Est e Medio Oriente alla ricerca di nuovi mercati di sbocco, contribuendo a definire una nuova mappa geo economica. E se le ripetute tensioni con il Paese-motore del mercato eurasiatico frenano le esportazioni italiane e quelle europee, i cinque Stati dell’Unione, non solo proseguono velocemente verso riforme comuni all’insegna di una maggiore competitività, ma incassano accordi commerciali strategici e funzionali alla crescita con i principali partner globali come Cina, India, Israele e Iran”, ha sottolineato il presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico. Sul fronte dei dati, l’interscambio 2015 tra Italia e Unione economica eurasiatica (Uee: Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan) ha ceduto il 18,3% rispetto all’anno precedente, fermandosi a 25,1 miliardi di euro. A contribuire negativamente sia il calo delle importazioni (-15,9%), ma soprattutto delle esportazioni italiane che hanno sfiorato gli 8,4 miliardi di euro, in flessione del 22,7 per cento. Un dato, questo, trascinato al ribasso dal sistema sanzionatorio contro la Russia e dalle conseguenti contro sanzioni. Secondo i dati Istat elaborati da Conoscere Eurasia, infatti, nel 2015 le esportazioni italiane verso Mosca hanno perso quasi 2,4 miliardi di euro sull’anno precedente, bloccandosi a 7,1 miliardi di euro (-25,2%). Un trend che potrebbe invertirsi nel medio periodo, secondo Gregorio De Felice, direttore del Centro studi di Intesa Sanpaolo: “Dopo il crollo del 2015, il prezzo del petrolio dovrebbe intraprendere una lenta risalita, migliorando le prospettive di medio-lungo termine dell’export italiano, fortemente sensibile allo stato di salute del settore energetico russo - ha detto –. La ripresa della domanda russa nel medio termine dovrebbe favorire soprattutto i produttori italiani di beni di consumo, come moda e prodotti destinati alla casa. Buone prospettive anche per i produttori di beni di investimento, se la crisi attuale stimolerà una diversificazione dell’economia, e di farmaci, viste le attese d’ingresso della Russia tra i primi 10 mercati mondiali nel 2018”. In attesa di questa parziale ripresa e “che l’Europa cambi passo politico rimuovendo queste misure deleterie per l’economia globale - ha proseguito il professor Fallico parlando delle sanzioni a Mosca - vi è la necessità di riprendere 8 al più presto un confronto costruttivo con la Russia, motore principale dell’Uee”. In questo senso va visto l’appuntamento del prossimo Forum economico internazionale di San Pietroburgo (16-18 giugno) in cui “l’Italia, Paese ospite d’onore al Forum, avrà un ruolo da protagonista nel riavvio delle relazioni e potrebbe diventare una voce autorevole anche in Europa”. Della stessa opinione l’ambasciatore d’Italia a Mosca Cesare Maria Ragaglini secondo cui “la fiducia delle imprese italiane in Russia non è mai venuta meno perché hanno una visione strategica di lungo termine”. L’Italia deve puntare a entrare nella corsa “alla diversificazione dell’industria russa” in cui “le imprese italiane possono svolgere un ruolo importante” e il Forum di San Pietroburgo “sarà un’ottima occasione di incontro”. Per l’ambasciatore russo in Italia, Serghej Razov, il Forum del prossimo 16-18 giugno a San Pietroburgo “porterà a una grande spinta nella cooperazione” tra i Paesi dell’Unione Euroasiatica, la Russia in primis, e l’Europa e l’Italia e sarà “occasione di sviluppo reciproco” perché Mosca “ci tiene ad avere un rapporto costruttivo con l’Italia e il futuro delle nostre relazioni potrà soddisfare gli interessi di entrambi”. “La Federazione Russa sta attuando una riforma importante della sua politica economica e industriale, facendo sforzi nel campo dell’innovazione e avviando programmi, come l’import substitution, che aprono un orizzonte di collaborazione importante per il sistema economico fiorentino”. Così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenuto al secondo seminario italo russo organizzato il 27 maggio scorso a Firenze dall’Associazione Conoscere Eurasia. “I dati sulla performance economica regionale dell’ultimo trimestre 2015 ci infondono un concreto ottimismo – ha proseguito il primo cittadino –. Firenze corre al doppio della velocità italiana, con le imprese fiorentine che, tra ottobre e dicembre, sono cresciute del 7,2% rispetto al 3,8% della media italiana. Un contesto di crescita a cui l’export ha contribuito in modo sostanziale, e che vede la Russia al terzo posto tra i Paesi trainanti per i nostri prodotti a livello globale. Il sistema economico regionale, a partire dalla meccanica, dalla moda (la pelletteria in particolare), dalla farmaceutica e dalle eccellenze agroalimentari, a iniziare dal vino, - ha concluso Nardella – possono rappresentare un valore aggiunto per il mondo economico e imprenditoriale russo, con cui possiamo e dobbiamo trovare un terreno comune di dialogo e di soluzioni operative di sviluppo”. Fallico (Conoscere Eurasia): Russia apprezza Italia perché voce fuori dal coro su sanzioni Si chiama “L’Italia in Russia” e sarà l’esposizione dedicata al Paese ospite d’onore del Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief, 16-18 giugno). Organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia – da 2 anni unica regione partner del Forum russo – e in collaborazione con l’Ambasciata italiana a Mosca, il padiglione italiano realizzato da Fiera Milano Congressi e Nolostand del Gruppo Fiera Milano su una superficie di 1.500 mq, ospiterà nella 3 giorni di vertice economico le principali imprese del Paese. Cinque i cluster rappresentativi del made in Italy e di maggiore attrattiva per la domanda russa e non solo: meccanica-alta tecnologia, energia, agroindustria, infrastrutture e finanza. Al Forum di San Pietroburgo, cui parteciperà la delegazione italiana guidata dal premier Renzi che il 17 giugno incontrerà il presidente Putin, sono già accreditati circa 10mila rappresentanti delle economie mondiali, tra cui capi di Stato, ministri e manager delle più grandi compagnie internazionali. Per il presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico: “È la prima volta che Roscongress, organizzatore del Forum, indica un Paese ospite d’onore e non è certo un caso che la scelta sia ricaduta sull’Italia: imprese e Governo italiano sono infatti da sempre vicini e complementari alla Russia, ma soprattutto hanno rappresentato una voce fuori dal coro sulle sanzioni, che ritengono essere inutili e dannose. In un contesto geopolitico difficile vogliamo per questo pensare che la preferenza accordata al nostro Paese vada nell’ottica di distensione del clima internazionale. “L’Italia in Russia” sarà una piattaforma di business finalizzata anche alla stipula di accordi strategici bilaterali tra le principali imprese italiane e russe; un riconoscimento importante, frutto d e l l a p artn er s hi p strategica avviata 2 anni fa con 9 Roscongress che ci vede impegnati assieme nell’organizzazione di numerosi seminari ed eventi in Italia e all’estero, non ultimo il Forum Eurasiatico a Verona”. Tra gli eventi in programma nel padiglione “L’Italia in Russia”, la tavola rotonda del 17 giugno (ore 9.45) a cui interverrà il premier Matteo Renzi (accompagnato da alcuni ministri italiani). Tra gli interventi, oltre al saluto del presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico e dell’Ambasciatore dell’Italia in Russia, Cesare Maria Ragaglini, anche quelli dei rappresent ant i delle principali aziende italiane e russe: Rosneft, Intesa Sanpaolo, Finmeccanica, Pirelli, Rostech; Fondazione Russa di Investimenti diretti, Sace, VTB, Gazprom, ENI, Novatek, Enel, Unione degli industriali e imprenditori russi, Barilla e Federalimentare. Le aziende italiane che vorranno partecipare al Forum economico internazionale di San Pietroburgo potranno iscriversi direttamente sui siti dello Spief o di Conoscere Eurasia (www.forumspb.com; http:// www.conoscereeurasia.it/spief2016; [email protected]). La Russia riparte dalla provincia, o almeno da quella provincia dove sanzioni e crisi non sembrano aver arrecato alcun serio danno. Si è svolto il 27 maggio scorso nella città di Vladimir il Forum Economico con un titolo ambizioso “Tempo di essere leader” ma soprattutto con un parterre di ospiti di lusso, a partire dal ministro delle Finanze, Anton Siluanov, che anche quest’anno ha aperto la sezione plenaria. Inoltre, hanno partecipato al Forum due “big” dell’economia russa: il sempre più gettonato Aleksej Kudrin, ex vicepremier ed ex ministro delle Finanze e attualmente stratega del Cremlino per il futuro del Paese e Gherman Gref, attuale numero uno della maggiore banca russa, la Sberbank ed ex ministro dello sviluppo economico. Sia Kudrin che Gref sono entrambi pietroburghesi e in genere sono di casa nella “Davos russa”, ossia in un altro Forum: il principale per la Federazione, quello di San Pietroburgo che si svolgerà nel periodo 16-18 giugno e che per la prima volta vedrà un Paese ospite con il suo padiglione ad hoc: l’Italia con Casa Italia, spazio organizzato dalla Associazione Conoscere Eurasia. E la presenza italiana del business è stata notevole nella piccola, ma storica, città di Vladimir (anticamente fu capitale della Russia). Tra i partner del Forum di Vladimir c’è stata infatti la Ferrero che in questa regione può contare su una significativa fabbrica che nei giorni scorsi ha compiuto otto anni. Un altro player italiano presente a Vladimir è stato il Gruppo Marcegaglia. Entrambi i gruppi hanno continuato la loro attività sul posto, nonostante il complicato periodo di sanzioni occidentali ed embargo russo. Secondo la governatrice della regione di Vladimir, Svetlana Orlova: “La Russia non si spaventa con le sanzioni. Tutti vogliono stare con la Russia”, ha aggiunto la Orlova. “La regione di Vladimir è una di quelle regioni senza materie prime: abbiamo dunque dovuto creare un modello di sviluppo differente. E abbiamo dimostrato che questo modello funziona e possiamo offrirlo come esempio anche per altre regioni russe”. Ma quali sono le parole d’ordine per il 2016? Il presidente russo Vladimir Putin ha invitato in un telegramma di saluto a concentrarsi sulla “Questione attuale dello sviluppo delle Pmi in Russia”. Secondo Siluanov “le finanze di Vladimir sono in buone mani e la crisi non tocca regioni come Vladimir”. La regione in effetti, nonostante l’attuale crisi economica, non ha patito significativamente. Anzi negli ultimi tre anni c’è stato un vero boom edilizio e la costruzione di oltre due milioni di metri quadrati di abitazioni ha superato un tasso di crescita registrato nell’ormai lontano periodo sovietico. Riconosciuta è anche la qualità della produzione locale: il 90% 10 dell’export della regione è costituito da prodotti con valore aggiunto. Il prodotto interno lordo regionale vede un 30% costituto dalla produzione industriale e un 27,2% tocca il settore della ricerca scientifica. Una storia insomma assolutamente diversa da quello che è il solito leitmotiv russo, costituito da greggio e poco più. In Russia Ferrero continua ad andare a rete e, crisi o non crisi “se guardiamo il piano strategico da qui a cinque anni siamo in crescita”. Così in un’intervista ad Askanews ha dichiarato Mauro Padovani, direttore della fabbrica che il gruppo di Alba fondò nella città russa di Vladimir otto anni fa. Nel maggio del 2016 Nutella & Co. hanno festeggiato un compleanno importante nella regione situata a 156 chilometri ad Est di Mosca, che in poco tempo è diventata un punto di riferimento per il settore alimentare della Russia. Ferrero con la sua fabbrica “serve la Russia e alcuni Stati limitrofi come il Kazakistan”, ha spiegato Padovani. “È prevalentemente indirizzata a un mercato locale. L’80% di quanto produciamo è destinato alla Russia. Il resto è per gli altri Paesi, ma sempre all’interno di questa area”. Il momento in Russia non è dei più felici, si parla molto di crisi e di diminuita capacità di acquisto dei cittadini. Tuttavia le prospettive per il gruppo sono comunque ottime, ed è “un momento di consolidamento anche per la fabbrica”. Mentre “i progetti ci sono e restano. Sono solo un po’ posticipati, aspettando il periodo di ripresa” nazionale. Il manager spiega anche che “in questo frangente la fabbrica si concentra su questioni di qualità ed efficienza a 360 gradi. Se parliamo di energia ci siamo concentrati molto nel rendere efficienti i processi di consumo energetico” soprattutto per rispettare gli standard ai quali l’intero gruppo aderisce, per la conservazione del pianeta e la riduzione delle emissioni di gas serra. Lo scopo della fabbrica Ferrero di Vladimir è ridurre il consumo di risorse energetiche il prossimo anno fino al 5% per una tonnellata di prodotto. L’idea più fortunata sul mercato russo “in questo momento è il Kinder Sorpresa. Non vengo dal marketing, ma è chiaro che la sorpresa in un momento di crisi è un prodotto di impulso. L’effetto novità, l’effetto comunicativo e l’effetto di gioia, comunque a livello familiare è ancora una formula vincente”. Ma anche un classico per il mercato russo come Raffaello “è in salute”. La produzione locale per Ferrero soddisfa più del 60% delle vendite sul mercato russo, con una reputazione ampiamente oltre la media. Anzi, è sicuramente arrivata anche a Mosca, e non solo, la notizia che Ferrero nel ranking mondiale delle società con buon nome, è la prima tra quelle alimentari, distanziando nettamente anche Nestlé. Ferrero, inoltre è anche la prima in classifica fra le imprese italiane. Più in generale, il Gruppo, di cui Giovanni Ferrero è amministratore delegato, ha chiuso l’esercizio con un fatturato consolidato pari a 9.54 miliardi di euro, in crescita del 13,4% rispetto al periodo precedente, che aveva chiuso con un fatturato consolidato pari a 8.41 miliardi di euro. Ceramica. L’azienda emiliana ha acquisito uno stabilimento produttivo a pochi chilometri da Mosca, che servirà i mercati orientali Se ogni medaglia ha due facce, anche la debolezza del rublo che negli ultimi due anni ha contribuito a penalizzare le esportazioni di made in Italy, può giocare a favore delle aziende italiane. È il caso di Laminam, azienda di Fiorano Modenese specializzata nella produzione di lastre in ceramica di grande formato e minimo spessore. L’azienda, che realizza all’estero circa il 75% del proprio fatturato e registra una quota di esportazioni in costante aumento, ha deciso di scommettere ancora sulla Russia ma, soprattutto, di utilizzare questo Paese come hub produttivo e logistico per raggiungere i vicini mercati dell’ex Urss e, soprattutto, l’Asia. Per questo ha acquisito recentemente il 67% di Laminam Rus, diventando proprietaria di uno stabilimento produttivo di Balabanovo, a circa 100 chilometri da Mosca, situato in un’area industriale 11 strategica, dal punto di vista logistico e delle infrastrutture, per servire l’intera area ex sovietica e i mercati orientali. “Stiamo allestendo gli impianti per poter avviare entro fine anno la produzione delle nostre lastre 1.000X3.000 millimetri, con spessore 3 e 5 millimetri – spiega l’amministratore delegato Alberto Selmi –. In questo momento produrre in Russia è molto conveniente e abbiamo le tecnologie per fare quasi tutto il nostro catalogo, tranne le lastre più grandi”. Queste saranno appannaggio di un altro nuovo stabilimento, quello di Borgotaro (in provincia di Parma), che dovrebbe entrare in funzione a fine estate. Due importanti investimenti a distanza di pochi mesi, che impegneranno Laminam per almeno due anni con un investimento complessivo di circa 40 milioni e consentiranno, una volta a regime, di triplicare la capacità produttiva dell’azienda. “Questo è sicuramente un buon momento per investire nel nostro sviluppo – spiega Selmi – : abbiamo chiuso il 2015 con una crescita del 25% e nei primi quattro mesi del 2016 l’incremento è stato del 30 per cento. A questi ritmi, prevediamo di raggiungere i 70 milioni per fine anno”. Il merito, spiega ancora Selmi, è di un prodotto fortemente innovativo per il quale il mercato è ancora in larga parte da costruire: per questo l’amministratore delegato considera Laminam ancora una “start up”, sebbene sia stata fondata ormai 15 anni fa. E per questo l’azienda non ha risentito della crisi degli ultimi anni, registrando sempre vendite in aumento. Anche sul fronte dell’occupazione Laminam registra numeri in crescita: ai 200 dipendenti attualmente operativi nel Modenese, si aggiungerà un centinaio circa di lavoratori a Borgotaro. Mentre lo stabilimento russo, una volta a regime, conterà circa 80 dipendenti. L’Ambasciatore d’Italia in Russia, Cesare Ragaglini, ha partecipato il 23 maggio scorso a una conferenza stampa ai Magazzini GUM di presentazione della tournée del Teatro alla Scala che avrà luogo dal 10 al 16 settembre presso il Teatro Bolshoi di Mosca nell’ambito del “Festival dei ciliegi”. La tournée prevede un programma incentrato attorno alle opere e alla musica di Giuseppe Verdi, con le esecuzioni della Messa da Requiem e del concerto sinfonico e la rappresentazione dell’opera “Simon Boccanegra”. Nel corso dell’evento è stata annunciata anche la partnership tra gli storici Magazzini moscoviti e il Teatro Bolshoi, di cui la tournée de La Scala rappresenterà il primo concreto esempio. “L’arrivo de La Scala al Bolshoi il prossimo settembre ha tutti i presupposti per divenire, grazie alla qualità e al numero delle rappresentazioni, uno dei momenti più alti di questa cinquantennale tradizione di collaborazione tra i due teatri e probabilmente il più rilevante dell’ultimo ventennio. Siamo lieti di aver contribuito a questa virtuosa “triangolazione” tra La Scala, Bolshoi e Bosco dei Ciliegi”, ha dichiarato l’Ambasciatore Ragaglini. “I miei più vivi e calorosi ringraziamenti vanno innanzitutto al Presidente di Bosco dei Ciliegi e del GUM Michail Kusnirovich. Sono stati soprattutto il suo amore per l’Italia e la sua passione per la musica a rendere possibile il ritorno del Teatro alla Scala in Russia al massimo livello. E un sentito grazie anche al Direttore Generale del Bolshoi Vladimir Urin e al Sovrintendente della Scala Alexander Pereira, che non hanno esitato un attimo a trovare l’accordo per questo grande appuntamento musicale che ci attende tra pochi mesi. Un autunno che vedrà l’Italia come non mai al centro della scena culturale moscovita, perché inaugureremo anche al Museo Pushkin una mostra di straordinario valore artistico dedicata a Raffaello”, ha proseguito l’Ambasciatore d’Italia. 12 La rassegna delle informazioni statistiche e delle previsioni sull’economia della Russia Nel mese di aprile, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la produzione industriale nella Federazione Russa è cresciuta dello 0,5%, dopo un calo dello 0,5% nel mese di marzo, un aumento dell’1% nel mese di febbraio, un calo del 2,7% a gennaio e un calo del 4,5% a dicembre 2015. La produzione industriale in Russia, nel periodo gennaio-aprile 2016, è diminuita dello 0,1% rispetto a gennaio-aprile 2015. I dati relativi all’industria sono in linea con le aspettative degli economisti. Gli analisti prevedevano anche una crescita dello 0,5% della produzione industriale nel mese di aprile. Ad aprile 2015, la produzione industriale era crollata del 4,5 per cento. Con l’eccezione di fattori stagionali e di calendario, la produzione industriale ad aprile 2016 non è variata rispetto al mese precedente, dopo una crescita dello 0,3% nel mese di marzo. Nel campo dell’estrazione mineraria, nel periodo gennaioaprile è aumentato del 3,1% il volume di produzione, mentre nelle industrie manifatturiere è calato dell’1,8 per cento. La produzione e la distribuzione di energia elettrica, gas e acqua hanno registrato un calo dello 0,4 per cento. Nel complesso, per la fine del 2016, gli analisti prevedono una crescita della produzione industriale pari allo 0,4 per cento. Il Ministero dello Sviluppo Economico nel nuovo scenario di base del 2016 prevede un andamento di crescita pari a zero nel settore industriale. Nel periodo gennaio-aprile, la produzione di carne e frattaglie è aumentata del 13,5% rispetto a gennaio-aprile dello scorso anno, ammontando a 792 mila tonnellate. La produzione di pollame è cresciuta del 6,2%, fino a 1,5 milioni di tonnellate. In 4 mesi sono state prodotte 470 mila tonnellate di insaccati, ossia il 4% in meno rispetto all’anno precedente. La produzione di olio di girasole non raffinato è calata del 5,1%, fino a 1,3 milioni di tonnellate. La produzione di pesce e prodotti ittici è diminuita dell’1,5% fino a 1,4 milioni di tonnellate. La produzione di grano saraceno è aumentata del 15,5%, fino a 127 mila tonnellate. Sono stati prodotti 1,9 milioni di tonnellate di latte, ossia l’1,6% in più rispetto al periodo gennaio-aprile dello scorso anno. La produzione di formaggio è aumentata del 3,5%, fino a 185 mila tonnellate (compresi tutti i prodotti caseari). Tra gennaio e aprile del 2016 la produzione di autovetture in Russia è calata del 25,1%, rispetto al periodo analogo dello scorso anno, ossia fino a 345 mila automobili. Nel mese di aprile, rispetto ad aprile 2015, la produzione è crollata del 21,7%, rispetto al 3,2% del mese precedente. La produzione di autobus tra gennaio e aprile è scesa del 3,7%, fino a 9,3 mila unità. La produzione di autocarri è aumentata del 10% in 4 mesi, ammontando a 37,9 mila vetture. L’inflazione in Russia, ad aprile 2016, ha registrato uno 0,4%, secondo il Servizio federale di statistica nazionale (Rosstat). L’inflazione ha rallentato dopo essere cresciuta dello 0,5% a marzo, dello 0,6% a febbraio e dell’1% nel mese di gennaio. Dall’inizio dell’anno, i prezzi al consumo sono aumentati del 2,5 per cento. Nel mese di aprile 2015, l’inflazione era pari allo 0,5%, e in 4 mesi aveva raggiunto il 7,9 per cento. Il mese scorso i prezzi alimentari al consumo sono aumentati dello 0,4%, quelli dei prodotti non alimentari dello 0,6%, le tariffe dei servizi dello 0,3 per cento. In termini annuali, l’inflazione è rimasta al livello di marzo, pari al 7,3 per cento. Lo scorso aprile, il tasso annuo di inflazione era pari al 16,4 per cento. In un mese, l’indice dei prezzi al consumo era pari al 100,5% a Mosca (102,7% da inizio anno) e al 100,4% a San Pietroburgo (103,1% da inizio anno). L’inflazione si è rivelata al di sotto delle stime degli analisti, 13 che avevano previsto un aumento dei prezzi pari allo 0,6 per cento. Gli esperti si aspettavano che, su base annua, l’inflazione avrebbe subito un’accelerazione fino al 7,4 per cento. Gli analisti prevedevano una crescita più significativa dei prezzi al consumo, sullo sfondo di una bassa inflazione nel mese di aprile dello scorso anno. Il consensus forecast sull’inflazione nel 2016 è già sceso al 7,4% (ammontava al 7,6% nei sondaggi di un mese fa), indicatore che è ancora al di sopra delle previsioni del Ministero dello Sviluppo Economico, pari al 6,5%, e della Banca Centrale, pari al 6-7 per cento. Il calo della domanda sul carburante obbliga le imprese petrolifere a r idurre le estrazioni. Alla fine dell’anno, il calo dei volumi per la lavorazione potrebbe ammontare al 10 per cento. Inoltre, secondo le valutazioni degli esperti, in Russia potrebbero chiudersi, in generale, tutte le fabbriche inefficienti ed obsolete appartenenti al settore della trasformazione delle materie prime. I rappresentanti delle aziende petrolifere annunciano sempre più spesso la possibilità di ridurre i volumi destinati alla trasformazione. Esse, infatti, non sono soddisfatte del prezzo odierno della benzina, accompagnato da un calo della domanda. Secondo un’analisi delle aziende del settore petrolifero, già alla fine del 2015 era stato registrato in Russia un calo della domanda sui carburanti. Nel 2015, la domanda è calata dell’1,3%, mentre la crescita media annua è stata del 3,3% a partire dal 2004. All’inizio dell’anno le aziende petrolifere, per via del calo della domanda, hanno ridotto i volumi per la trasformazione, aumentando invece le esportazioni: a gennaio 2016 si è registrato un calo del 6,1% della produzione di benzina in Russia, rispetto a gennaio del 2015. Nel periodo gennaio-febbraio 2016 la produzione è scesa del 3,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, dal 1 gennaio 2016, è aumentato il carico fiscale: il tasso di accisa sulla benzina “Euro-5” è aumentato fino a 7,53 mila rubli per tonnellata, contro i 5,53 mila rubli per tonnellata del 2015, e per la benzina non corrispondente alla quinta classe, si registra un aumento fino a 10,5 mila rubli per tonnellata, contro i 7,3 mila rubli per tonnellata nel 2015. Rosstat (il Servizio federale di statistica nazionale) ha condotto una valutazione preliminare, sulla base delle informazioni disponibili, dell’andamento del prodotto interno lordo nel primo trimestre di quest’anno. Secondo le stime preliminari, il PIL della Russia, nel primo trimestre del 2016, è sceso dell’1,2% rispetto al periodo analogo del 2015. Il declino del PIL russo ha iniziato a rallentare dopo un calo del 3,8% nel quarto t r imestre del 2015. La contrazione dell’economia nel terzo trimestre aveva eguagliato il 3,7%, il 4,5% nel secondo trimestre e il 2,8% nel primo trimestre. In precedenza si era detto che l’economia russa era crollata del 3,7% nel 2015. Il volume del PIL russo lo scorso anno ammontava, ai prezzi attuali, a 80 trilioni e 804,3 miliardi di rubli. I dati di Rosstat si sono rivelati migliori dei calcoli preliminari del Ministero dello Sviluppo Economico e della Banca Centrale russa. Il Ministero dello Sviluppo Economico aveva stimato un calo del PIL russo dell’1,4% per il primo trimestre; la Banca Centrale, invece, prevedeva un calo del 2 per cento. Nel primo trime stre di quest’anno si è osservato un ulteriore adattamento dell’economia russa al regime delle sanzioni e al nuovo livello di prezzi del petrolio e degli idrocarburi. Il declino dell’economia ha assunto un ritmo moderato. Secondo il nuovo cosiddetto “scenario di riferimento” del Ministero dello Sviluppo Economico, il calo del PIL nel 2016 sarà dello 0,2 per cento. 14 Investimenti e collaborazioni industriali La società russa “Soligalich Konservzavod” della regione di Kostroma (città di Soligalich), l’azienda leader della produzione di generi alimentari, cerca in Italia un partner che sia interessato a collaborare nel settore di raccolta, di conservazione e di esportazione dalla Russia di bacche e di funghi selvatici. Bacche e funghi vengono raccolti nei territori ecologici della regione russa di Kostroma. Contatti: Tel/Fax: +7 (495) 787-66-42 E-mail: [email protected] Internet: http://jamprom.ru/ La società “May” della città russa di Cheljabinsk (Urali) cerca in Italia un partner finanziario e tecnologico, che sia interessato a lanciare in Russia una produzione di formaggi italiani (mozzarella e altri). La società russa offre capannoni industriali, attrezzature, urbanizzazioni e manodopera. Contatti: Tel: +7 (919) 354-06-15 E-mail: [email protected] La società russa della regione di Penza “ASN Group” cerca in Italia dei partner e/o investitori per lanciare in Russia due progetti ad elevato tasso di rendimento finanziario. La società russa dispone di terreni e vuole costruire uno stabilimento per il riciclaggio industriale di rifiuti solidi urbani e uno stabilimento per la produzione di farina di carne e di ossa. La realizzazione di questi progetti è patrocinata dalle autorità locali. Contatti: Tel: +7 (915) 086-92-58 E-mail: [email protected] La società russa “Konditer Profi” della città di Ekaterinburg (Urali) è produttore leader di dolci di vario tipo (caramelle, candy, soufflés, marmellate, cioccolatini). La società russa cerca in Italia un partner commerciale/industriale per organizzare le esportazioni dei prodotti russi verso l’Europa e gli altri mercati globali, nonché per avviare in Russia la produzione dei dolci nuovi e insoliti per il mercato russo. La società russa è anche interessata ad avviare la cooperazione con i produttori dei dolci italiani che vogliono esportare i propri prodotti verso la Russia. La società russa piò offrire agli eventuali partner italiani alto livello di servizio, di supporto di marketing, la ricerca di importatori, ecc. Contatti: Tel: +7 (9222) 93-07-67 E-mail: [email protected] Internet: www.konditerprofi.ru 15 Proposte commerciali La società russa “Polimer Resurs” di Mosca cerca in Italia dei fornitori di scarti di vario tipo di materiali polimerici, in primo luogo di pellicola stretch. I prodotti in vendita devono essere puliti e imballati in pacchi da 200 chili ciascuno. Contatti: Tel: +7 (495) 643-30-99 E-mail: [email protected] Internet: www.вторсырье-м.рф La società “Angri” della città di Bratsk (Siberia) cerca in Italia degli importatori di legname di alta qualità. La società russa può offrire ai potenziali partner italiani dei segati, dei legno in tronchi di larice siberiano, noto per le sue qualità di resistenza ai fattori negativi, come muffa. La società russa può produrre del legname in base alle specifiche richieste tecniche dei clienti. La società russa invita i potenziali partner italiani a visitare gli stabilimenti in Russia. Contatti: Tel: +7 (968) 622-98-80 E-mail: [email protected] Internet: www.sibwoodbratsk.com La società russa “Metalbrand Urals” della regione di Cheljabinsk cerca importatori di acciaio di vario tipo: laminati, anche di spessori elevati, acciaio in cerchi, altri tipi di prodotti. Sono disponibili le leghe di acciaio di vario tipo, anche per fabbisogni produttivi specifici. Contatti: E-mail: [email protected] La società russa “Matrasoff” di San Pietroburgo cerca in italia dei partner commerciali che siano interessati a importare dei materassi ecologici, imbottiti di ovatta di cotone al 100% naturale. La società russa produce i materassi in base ai più rigidi standard di qualità, elaborati ancora ai tempi sovietici (GOST). La società russa opera con successo sin dal 1998 e attualmente offre una garanzia di 5 anni per tutti i prodotti. Contatti: Tel: +7 (812) 493-85-12 E-mail: [email protected] Internet: www.matrasivatniespb.ru E-mail: [email protected] Internet: www.z-magnum.ru La fabbrica metalmeccanica “Germes” produce ed esporta delle macchine per il taglio al plasma e al gas dei laminati di m et al l i ( ac ci a i o, acc i a io inossidabile, leghe di acciaio, metalli non ferrosi. Le macchine utilizzano il sistema computerizzato originale russo “Siberia” e sono in grado di tagliare metalli fino a 40 mm. di spessore (plasma) e 100 mm. di spessore (gas). Prezzo franco magazzino a partire da 13.000 Euro. Contatti: Tel: +7 (978) 763-61-45 E - m a i l : k o m r a d [email protected] Internet: www.cnc-plasma.ru La società russa “Magnum” (Udmurtia) produce e vende dei sistemi di alimentazione, destinati all’utilizzo assieme ai generatori autonomi di energia elettrica diesel che devono funzionare in condizioni climatiche estreme da -45° a +45° centigradi. Contatti: Tel: +7 (800) 250-83-55 16 Fiere internazionali a Mosca nel 2017 Fiera di calzature e di prodotti in pelle. 16-19.01.2017 Fiera dei prodotti tessili per l’uso industriale. 20-22.02.2017 Fiera di sistemi di laser, di tecnica ottica e di elettronica. 28.02-03.03.2017 Fiera di macchinar i, di tecnologie e di materie prime per l’industria della plastica. 24-27.01.2017 Fiera di abbigliamento di moda per bambini e per adolescenti. Abbigliamento per le future mamme. 20-23.02.2017 Fiera di materiali compositi. 28.02-02.03.2017 Fiera di macchinari e di tecnologie per l’imballaggio e la confezione. 24-27.01.2017 Fiera dei materiali costruzione. 24-27.01.2017 da Fiera di generi alimentari, di bevande, di tecnologie per l’industria agroalimentare. 06-10.02.2017 Fiera dell’industria globale. 20-22.02.2017 tessile Fiera di abbigliamento di moda, stagione primavera. 20-23.02.2017 Fiera di macchinari e di tecnologie per l’industria leggera. 20-22.02.2017 Fiera di sistemi climatizzazione. 28.02-03.03.2017 di Fiera di vernici, con sezioni “preparazione di superfici”, protezione anticorrosione. 28.02-03.03.2017 Fiera dell’industria petrolchimica: prodotti di poliuretano. 28.02-02.03.2017 Fiera delle tecnologie e dei macchinari per il commercio automatico (Vending). 28.02-02.03.2017 Fiera di case di campagna (legno e altri materiali ecologici). 09-12.03.2017 Fiera di sistemi elettronici di sicurezza, sistemi antiincendio, allarme. 13-16.03.2017 continua a pagina 18 17 Fiera di tecnologie e di macchinari per la produzione del pane. 13-16.03.2017 Forum internazionale software medico. 21-23.03.2017 di Fier a dell’industria della costruzione edilizia, del design degli interni. 04-07.04.2017 Fiera di tecnologie per i sistemi informatici e di telecomunicazioni. 25-28.04.2017 For um internazionale di software per le strutture mediche. 11-13.04.2017 Fiera di sistemi di navigazione. 25-28.04.2017 Fiera di calzature, di prodotti di pelle, stagione primavera. 21-24.03.2017 Fiera internazionale di sistemi di controllo e di monitoraggio. 12-14.04.2017 Fiera dell’industria turistica. 22-25.03.2017 Fiera di attrezzature e di tecnologie moderne per l’industria gaspetrolifera. 17-20.04.2017 Fiera degli immobili all’estero: MPIRES - Moscow’s Premier International Real Estate Show 2017 24-25.03.2017 Fiera di tecnologie per la produzione di gomma, di prodotti di gomma e di caucciù. 17-20.04.2017 Fiera di sistemi moderni di trasporti e di logistica. 25-28.04.2017 Fiera di immobili commerciali in Russia e nel mondo. 25-27.04.2017 Tel: +7 (499) 795-37-99 Fax: +7 (495) 605-60-75 E-mail: [email protected] Proprietario ed Editore: Il Sole 24 ORE S.p.A. 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