Scarica il quindicinale Russia 24 nr.265

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N. 265 - 5 GIUGNO 2016
I “piccoli” imprenditori russi in
crisi sono pronti a ridurre sia i
prezzi di merci e servizi, sia i
volumi di produzione.
Rinunciare al business e
vendere le proprie attività
rimane per loro l’alternativa
ultima.
p.6
Il rapporto tra Italia e Russia va
oltre le sanzioni imposte dalla
UE e nel futuro, tra le
esportazioni che potranno
riprendere a crescere nel
medio termine, e le nuove
opportunità di investimento
per le imprese italiane, le
relazioni tra i due Paesi sono
destinate a rafforzarsi.
p.8
La rassegna delle informazioni
statistiche e delle previsioni
sull’economia della Russia e
della CSI.
p. 13
Investimenti e collaborazioni
industriali.
p. 15
Proposte commerciali.
p. 16
Le fiere internazionali in Russia
e nella CSI.
p. 17
Russia: le risorse per una ripresa
economica non mancano
I
l 25 maggio al Cremlino si è
tenuta la riunione del Consiglio
Economico, in presenza del
presidente della Federazione Russa,
Vladimir Putin, con lo scopo
principale di delineare una serie di
risorse affidabili per la crescita
economica del Paese. Come ha
annunciat o Andrej Belousov,
consigliere del presidente russo, “in
una prospettiva a medio termine, è
assolutamente realistico pensare che
la Russia raggiungerà un tasso di
crescita pari al 4% del PIL”.
20 - 21 OTTOBRE 2016
PALAZZO DELLA
GRANGUARDIA
Secondo Belousov, la maggior parte
degli esperti russi e dei membri del
governo ritiene che un simile tasso di
crescita potrà essere raggiunto dopo
il 2018, ma qualcuno crede che
accadrà anche prima.
Una crescita del 4% aggiungerebbe,
senza contare l’inflazione, più di
3.000 miliardi di rubli al PIL, mentre
300-400 miliardi di rubli andrebbero
ad accrescere il bilancio federale,
ossia più di quanto possa garantire
continua a pagina 2
“INSIEME PER UN NUOVO DIALOGO
POLITICO E UNA VISIONE
INNOVATIVA DELLE RELAZIONI
ECONOMICHE”
pagina 5
Gli investimenti come chiave
della crescita economica russa
 La chiave per una crescita
economica stabile potrà essere
l’aumento degli investimenti. In
assenza di cambiamenti strutturali
nell’economia, una politica
monetaria eccessivamente blanda
potrebbe condurre ad una
stagnazione, di pari passo con un
tasso di inflazione elevato. Con una
politica monetaria rigida, e in
assenza di cambiamenti
nell’economia, vi sarebbe comunque
stagnazione, ma il tasso di inflazione
sarebbe ridotto.
servizio a pagina 3


dalla prima pagina
l’intero piano anti-crisi del
governo per il 2016. “Questi
soldi sono indispensabili
soprattutto per modernizzare le
infrastrutture e per la sfera
sociale. Senza fondi aggiuntivi
l’infrastruttura sociale
decadrebbe e crescerebbe il
malcontento”, ha sottolineato
Belousov.
Il governo ha già ridotto le
spese al limite e nel 2016 un
ulteriore taglio è impensabile.
Inoltre, in una prospettiva a
medio termine, tagliare le spese
non risolve la crisi. La seconda
opzione, che prevedrebbe un
aumento delle tasse fino al
2018, non verrà presa in
considerazione, poiché nella
situazione attuale aumentare le
tasse significherebbe privare di
fondi l’economia.
Le previsioni di base del
gov erno a nn unc ia no un
rallentamento del calo del Pil
pari allo 0,2% nel 2016 e una
crescita del 2,2% nel 2019.
Secondo le stime del Ministero
dello Sviluppo Economico, la
crescita del Pil accelererà nel
2019 del 4,5 per cento. Il
Ministero delle Finanze nello
scenario inerziale stima una
crescita dell’1-1,3% su base
annua per 15 anni, in assenza di
riforme o di un aumento dei
prezzi del petrolio.
Belousov è convinto che le
risorse per una crescita
economica in Russia ci siano: le
aziende hanno accumulato
buoni profitti e bisogna pensare
a come motivarle ad investirli.
Anche con stimoli di bilancio è
possibile spronare la crescita
economica. La presidenza sta
valutando l’idea di ripristinare
delle agevolazioni per gli
investimenti (abbuonando una
tantum le spese sostenute per
attrezzature e ricerca scientifica)
di cui beneficerebbero non solo
le nuove imprese, ma anche
quelle già attive.
Già l’estate scorsa il presidente
Putin aveva affidato al governo
il compito di analizzare la
questione delle agevolazioni
fiscali per le aziende sulle
somme di capitale investite per
la modernizzazione. Contro tale
iniziativa è intervenuto il
Ministero delle Finanze.
Naturalmente i rischi ci sono,
ma le agevolazioni sugli
investimenti porterebbero a un
aumento del profitto e, quindi,
ad un rincaro dell’imposta sul
reddito entro il 2025.
Allo stesso modo è possibile
rafforzare il programma di
finanziamento per i progetti e
sostenere maggiormente le
esportazioni. Inoltre, è
necessario ridurre gli oneri
fiscali delle aziende,
modificando la legge sulla
bancarotta.
Molti esperti russi ritengono che
basterebbe far uscire le piccole
imprese dall’ombra per ottenere
un’ulteriore crescita di 2-3 punti
percentuali; c’è bisogno di soldi
a basso costo e non
necessariamente di emissione,
quali, ad esempio, garanzie
statali sotto forma di
obbligazione per ridurre i tassi
di interesse. Inoltre, la Banca
Centrale russa potrebbe
chiedere dei prestiti sul mercato
e versare soldi nell’economia a
tassi agevolati.
Si raggiungerebbe una crescita
economica annua pari al 4%,
ma per farlo è necessario
incrementare la quota degli
investimenti nel PIL, portandola
dall’attuale 17-18% fino ad
almeno il 30 per cento. Riuscirvi
solo grazie al bilancio è poco
realistico. Sono necessari degli
investimenti a favore di un
aumento della produttività del
lavoro.
Non solo gli esperti russi, ma
anche la Banca Europea per la
ricostruzione e lo sviluppo
(BERS) ritiene che l’economia
del Paese inizierà a crescere nel
prossimo anno e mezzo.
Lo ha annunciato il presidente
della BERS Suma Chakrabarti.
Anche il Fondo Monetario
Internazionale (FMI) aveva
espresso una simile previsione.
Nel frattempo l’economia russa
“sopravvive ai tempi duri”,
dovuti soprattutto alle attuali
sanzioni occidentali e al crollo
del prezzo del petrolio.
Analogamente, soffrono le
economie dei Paesi dell’Asia
Centrale, dell’Europa Orientale
e del Caucaso.
Come ha dichiarato Suma
Chakrabarti “stiamo valutando
con il governo russo e con il
settore privato la situazione
dell’economia russa e l’impatto
che può avere sugli altri Paesi”.
Con il rallentamento del tasso di
inflazione, dal 17% a marzo del
2015 fino al 7,3% nel mese di
aprile di quest’anno, la maggior
parte degli economisti e delle
2
istituzioni internazionali
attribuisce
l’evidente
rallentamento del declino
economico russo all’emergere di
una tendenza verso una lenta
ma costante fuoriuscita dalla
zona negativa.
Anche la Commissione Europea
(CE) si aspetta dati positivi dai
ritmi di crescita del PIL russo,
sempre non prima del 2017. In
quel momento la crescita
economica della Federazione
potrebbe eguagliare l’1,5%,
dopo un calo dell’1,9% previsto
per il 2016, si legge nella
relazione primaverile della CE. Il
FMI prevede una sterzata della
Il Cremlino
investimenti
Gli analisti della Banca
Centrale Russa ritengono che i
tassi di interesse elevati non
danneggeranno il settore reale
dell’economia. Lo ha dichiarato
il primo vice Governatore della
Banca, Dmitrij Tulin. Per quanto
concerne i fattori di crescita
dell’economia russa, Tulin ha
constatato che, in una
prospettiva a lungo termine, né
l’aumento dell’export, né una
maggiore capacità d’acquisto
della popolazione sono fattori
fondamentali per una crescita
economica stabile.
“La chiave per una crescita
economica stabile potrà essere
l’aumento degli investimenti. In
ass enz a d i ca mbi am ent i
strutturali nell’economia, la
nostra politica monetaria
eccessivamente blanda
potrebbe condurre ad una
stagnazione, di pari passo con
situazione economica del Paese
nel 2017. Le ragioni per
l’attuale stallo, emerse nella
relazione semestrale, sono
analoghe a quelle citate dalla
BERS: i bassi prezzi del petrolio
e le sanzioni occidentali.
Le sanzioni come fattore di
pressione sull’economia russa
sono citate anche nella
relazione del Ministero dello
Sviluppo Economico, ma
nessuno alimenta false
speranze: l’ente considera le
restrizioni all’accesso delle
aziende russe al mercato
internazionale dei capitali e
l’embargo alimentare per tutto
va
a
il periodo di previsione.
Tuttavia, ora, la cosa più
importante per il bilancio
federale, che per il secondo
anno consecutivo cerca di
sbarazzarsi del deficit, non è la
revoca delle sanzioni, ma un
aumento dei prezzi del petrolio,
quanto meno lieve. Dopo tutto,
le restrizioni imposte dai paesi
occidentali contro la Russia di
per sé non sono state cosìrigide
da non potervisi adattare nel
corso degli ultimi due anni.
Pertanto, un modello di crescita
basato sugli investimenti in
Russia è possibile.
caccia
un tasso di inflazione elevato.
Con una politica monetaria
rigida, e in assenza di
cambiamenti nell’economia, vi
sarebbe
comunque
stagnazione, ma
il
tasso
di
inf lazi on e
sarebbe ridotto.
Non vale la pena
ingigantire
la
nostra capacità di
inf luire
su ll a
c r e s c i t a
economica
reale”,
ha
sottolineato
Tulin.
In
aggiunta,
alcuni giorni fa la
Banca Centrale
ha elencato i
principali rischi di
c r e s c i t a
inflazionistica.
degli
Il primo riguarda le aspettative
inflazionistiche,
che,
probabilmente, contribuiranno
in maniera importante
all’inflazione.
3
“L’inflazione non potrà fissarsi
stabilmente ad un livello del 4%
senza un calo delle aspettative
inflazionistiche. Il successo per il
raggiungimento del target di
inflazione può rivelarsi minimo e
a breve termine, se non
accompagnato da un calo delle
suddette aspettative”, ha
dichiarato Igor Dmitriev, capo
del dipartimento della politica
monetaria e creditizia della
Banca Centrale.
Il secondo fattore è l’incertezza
sull’andamento del tasso di
cambio del rublo rispetto alle
valute mondiali.
“L’inflazione potrebbe
facilmente impennare dopo un
andamento dei tassi di cambio
sfavorevole, ma potrebbe anche
calare lentamente”, ha
dichiarato Dmitriev.
Tra gli altri fattori, gli esperti
russi annoverano le questioni
relative ai rischi di bilancio, così
come l’elevata quota dei
prodotti alimentari nel paniere
di consumo.
Nonostante tutto ciò , il
regolatore non intende
effettuare operazioni sul
mercato dei cambi per
ricostituire i fondi sovrani fino a
quando il bilancio non sarà in
pareggio, aggiunge Tulin.
“Ciò sarà opportuno solo
quando verranno consolidati i
progetti di bilancio, quando il
livello delle entrate e delle uscite
sarà legato al prezzo del
petrolio. Al momento solo noi
abbiamo un piano su come
ridurre l’influenza che la
congiuntura dei prezzi mondiali
del petrolio esercita sul tasso di
cambio reale del rublo. Finché il
bilancio non si stabilizza, il
regolatore non intende
condurre alcuna operazione sul
mercato valutario per
incrementare i fondi sovrani”,
ha annunciato Tulin.
Molte discussioni tra la Banca
Centrale e il Ministero dello
Sviluppo Economico sono legate
al
“Programma
di
finanziamento per i progetti”.
Entrambe le parti ritengono che
debba essere ottimizzato: è
indispensabile far sì che
vengano finanziati solo i
progetti più spendibili e nei
settori prioritari.
Secondo Tulin, ora il debito
delle banche in relazione a
questo strumento è di 86
miliardi di rubli.
“Non si può dire che questo
strumento non sia partito. Tutti
questi strumenti richiedono
ulteriori regolazioni. Non
appena si aprirà una finestra di
opportunità per attrarre risorse
ad un tasso al di sotto del tasso
di riferimento per 3 anni, le
banche cercheranno di attirare
soldi”, ha dichiarato Tulin. “Le
banche che attirano tale
finanziamento migliorano da
subito i propri indicatori in base
agli standard internazionali di
rendicontazione, pertanto,
ovviamente, tutti mirano a tale
opportunità”, ha aggiunto il
primo vice Governatore della
Banca Centrale.
Secondo Tulin, le banche
stanno finanziando progetti
“semplici” grazie al suddetto
programma, anche se
avrebbero potuto farlo alle
condizioni di mercato. Nel
2015, 42 progetti di
investimento, del valore di
347,3 miliardi di rubli, sono stati
selezionati nell’ambito del
Programma di finanziamento
per i progetti (l’ammontare del
credito richiesto è pari a 235,5
miliardi di rubli). Il 22 aprile, per
il finanziamento dei progetti
selezionati dalle banche
autorizzate, sono stati concessi
88,56 miliardi di rubli di credito,
82,84 miliardi di rubli dei quali
sono stati rifinanziati dalla
Banca Centrale russa (l’intero
budget della Banca Centrale
ammonta a 100 miliardi di rubli
e il regolatore ha già dichiarato
che non intende aumentarlo).
Nel bilancio del 2016 è stato
fissato il limite sulle garanzie
statali al livello del 2015, pari a
60 miliardi di rubli (che
consente di emettere prestiti
per un totale di 240 miliardi di
rubli), ma la selezione dei
progetti per la partecipazione al
programma nel 2016 non è
stata effettuata, a causa della
mancata decisione da parte
della Banca Centrale circa un
aumento del limite sul
programma.
Il Ministero dello Sviluppo
Economico nota che, sotto il
regime di sanzioni e con la
chiusura del mercato dei capitali
estero, per le maggiori banche
ru s s e i l pr o gr a m m a di
finanziamento per i progetti
rimane uno dei meccanismi
validi per la realizzazione di
progetti di investimento nei
settori prioritari.
Banca Intesa Russia, la
sussidiaria del gruppo Intesa
Sanpaolo, per molti anni si è
concentrata sul finanziamento
delle piccole e medie imprese
del Paese. Anche oggi Banca
Intesa Russia conserva la sua
posizione di leader nel mercato
russo del credito alle piccole e
medie imprese, collocandosi
intorno al quinto posto fra le
banche del Paese per il volume
di credito erogato alle Pmi.
Assieme al finanziamento delle
piccole e medie imprese, la
Banca ha da alcuni anni
sviluppato un qualificato centro
di competenze per l’assistenza
alla clientela Corporate, alla
quale propone una gamma
completa di soluzioni
commerciali e finanziarie.
Nel più recente rating della
rivista Forbes, Banca Intesa
Russia è entrata nel top-5 delle
banche più sicure, solide e
affidabili della Federazione
Russa.
4
5
Le Pmi russe si adattano alle nuove
condizioni di mercato
 I “piccoli” imprenditori russi
in crisi sono pronti a ridurre sia i
prezzi di merci e servizi, sia i
volumi di produzione.
Rinunciare al business e vendere
le proprie attività rimane per
loro l’alternativa ultima.
Le tendenze relative agli umori
delle piccole imprese nel 2016
emergono da un’indagine
condotta dagli esperti
dell’Organizzazione pubblica
russa per le piccole e medie
imprese “Opora Rossii”.
Come testimoniano i risultati
del sondaggio, inseriti nel
monitoraggio anti-crisi, tra le
nuove tendenze si registra un
rafforzamento
della
concorrenza per emergere sul
m erc ato . I l 6 1, 6 % de i
rispondenti ha constatato “una
forte concorrenza” nei propri
settori. Nei primi 3 mesi del
2016 un aumento della
concorrenza è stato notato dal
43,4 per cento. Lo scorso anno
tale indicatore ammontava solo
al 34 per cento. L’inasprimento
de l le r iva l ità è d ov ut o
all’ingente riduzione delle spese
di consumo da parte della
popolazione. Tuttavia, se i
mercati continueranno a
restringersi, tale crescita
diventerà un problema.
Il monitoraggio ha inoltre
mostrato come per le piccole
imprese attive da tempo – dalle
industrie produttive, alle
imprese commerciali o
informatiche - nell’ultimo mese
sia diventato prioritario variare
l’assortimento di beni e servizi.
Per il 28% sarà prioritario
reindirizzare il proprio business,
mentre per il 22% ridurre il
personale. Per un confronto con
l’indagine dello scorso anno, tali
indicatori ammontavano
rispettivamente al 29, 24 e 25
per cento.
In generale, il sondaggio ha
rilevato tre problemi “scottanti”
per le piccole imprese: il calo
della
domanda
sulla
produzione, la svalutazione del
rublo e il deficit di finanze. Così,
negli ultimi mesi, il 38,1% dei
rispondenti ha cercato di
chiedere in banca prestiti
finalizzati allo sviluppo, ma circa
la metà è stata respinta senza
motivo. Nel 34% dei casi le
banche non hanno spiegato ai
clienti le motivazioni del rifiuto.
Nel 14,7% dei casi le imprese
stesse erano “colpevoli” per
non essere state in grado di
fornire alla banca un pegno o
una garanzia di estinzione del
debito; il 42,4% nota un
aumento dei tassi di interesse
sui crediti negli ultimi 3 mesi,
che in media si aggirano
attorno al 15,4 per cento.
A preoccupare maggiormente i
piccoli imprenditori nelle
condizioni economiche correnti
è l’ a ggr av ars i d el l oro
indebitamento, che stanno
cercando di contenere. Quasi il
40% dei piccoli imprenditori,
tra gennaio e marzo 2016, si è
trovato ad affrontare difficoltà
di questo tipo. Solo il 7,6% è
riuscito a ridurre i propri debiti,
mentre per il 33,9% il ritardo
nei pagamenti è aumentato
ulteriormente.
Gli indebitamenti più critici per
gli affari delle piccole e medie
imprese sono quelli nei
confronti dei fornitori e del
fisco. Al terzo posto, in fatto di
“paure”, vi sono i ritardi nel
pagamento dei salari.
Per quanto riguarda i salari dei
dipendenti delle piccole e medie
imprese, il 36% dei datori di
lavoro ha dovuto ridurli, il che
supera del 7% l’indicatore dello
scorso anno. Solo il 7% ha
notificato un aumento dei
salari, ossia il 3% in meno
rispetto all’anno passato.
Tuttavia, i dipendenti
rimangono ai loro posti di
lavoro, mentre i proprietari delle
piccole aziende tentano di
Fonte: Elaborazione Russia24 su dati Rosstat
6
ottenere una proroga sul
pagamento delle tasse.
Ma nonostante i criteri,
elaborati e confermati, per i
quali gli ispettori fiscali
avrebbero la facoltà di
conc ed er e pr or ogh e s ui
pagamenti alle imprese
impoverite, ciò non avviene
quasi mai. Pertanto, più di un
terzo degli imprenditori ha
ridotto il numero dei
dipendenti, mentre solo il 9% si
è arrischiato ad assumere
personale.
Alla fine di maggio 2016, il
Ministero dello Sviluppo
Economico della Federazione
Russa ha distribuito alle regioni
del Paese dei sussidi federali dal
valore di 9,6 miliardi di rubli a
sostegno delle imprese.
Hanno partecipato al concorso
85 soggetti della Federazione
Russa, e sono state prese in
considerazione 613 richieste di
partecipazione per una somma
di 18,9 miliardi di rubli. Tale
cifra supera più del doppio il
volume dei finanziamenti
stabilito dal sotto-programma
“Sviluppo delle piccole e medie
imprese”, così come quello del
programma statale “Sviluppo
economico ed economia
innovativa”.
Al termine della selezione, la
commissione del concorso ha
deciso di stanziare 9,6 miliardi
di rubli per sostenere il bilancio
dei soggetti della Federazione
Russa con lo scopo di sostenere
le attività di finanziamento
statale a sostegno delle piccole
e medie imprese.
Russia si prepara a prorogare embargo
alimentare contro Ue fino a fine 2017
La Russia conta di prorogare
fino a fine 2017 l’embargo sui
prodotti
alimentari
d’importazione dai Paesi
occidentali per la crisi ucraina.
Lo ha detto il premier Dmitrij
Medvedev, mentre la Ue si
appresta a discutere, non senza
d i f f i c o l t à ,
u n
ridimensionamento delle
sanzioni a Mosca. “Ho ordinato
che siano preparate proposte
per un prolungamento delle
misure di ritorsione non per un
anno ma fino alla fine del
2017” ha detto Medvedev.
Queste “misure di ritorsione”
vietano da agosto 2014
l’importazione della maggior
parte dei prodotti alimentari dei
paesi
occidentali,
principalmente della Ue, che
sanzionano la Russia per
l’annessione della Crimea e il
sostegno a separatisti dell’est
dell’Ucraina. Prorogate una
prima volta l’estate scorsa,
scadono ad agosto e hanno
colpito duramente gli agricoltori
europei.
Questo mese i Paesi europei
devono discutere un’eventuale
proroga delle sanzioni contro
Mosca, che colpiscono banche,
difesa ed energia e scadono a
luglio. Finora le sanzioni sono
state rinnovate ogni sei mesi e
la settimana scorsa il capo della
diplomazia Ue Federica
Mogh eri ni h a d etto di
attendersi una nuova proroga.
Ma il ministro degli Esteri
tedesco
Frank-Walter
Steinmeier ha ammesso questa
settimana l’esistenza di una
“resistenza nella Ue” sulla
proroga. “Sarà più difficile
dell’anno scorso trovare una
posizione comune sulla
questione”, ha detto all’agenzia
stampa BNS.
7
Sempre più capillare la presenza
economica italiana nelle regioni russe
Il rapporto tra Italia e Russia va
oltre le sanzioni imposte a
Mosca dall’Unione europea e
nel futuro, tra le esportazioni
che potranno riprendere a
crescere nel medio termine, e le
nuove opportunità di
investimento per le imprese
italiane, le relazioni tra i due
Paesi sono dest inat e a
rafforzarsi.
È quanto è emerso dal Quarto
seminario eurasiatico,
organizzato dall’Associazione
Conoscere Eurasia, Forum
Economico internazionale di
San Pietroburgo e Roscongress
in collaborazione con Intesa
Sanpaolo, Banca Intesa Russia e
lo Studio legale Gianni Origoni
Grippo Cappelli & Partners. E
per tutti i partecipanti adesso
l’appuntamento è quello al
Forum economico di San
Pietroburgo (Spief, 16-18
giugno prossimi).
“Le sanzioni contro la Russia
non frenano l’Unione
economica eurasiatica che
avanza verso Est e Medio
Oriente alla ricerca di nuovi
mercati di sbocco, contribuendo
a definire una nuova mappa
geo economica.
E se le ripetute tensioni con il
Paese-motore del mercato
eurasiatico frenano le
esportazioni italiane e quelle
europee, i cinque Stati
dell’Unione, non solo
proseguono velocemente verso
riforme comuni all’insegna di
una maggiore competitività, ma
incassano accordi commerciali
strategici e funzionali alla
crescita con i principali partner
globali come Cina, India, Israele
e Iran”, ha sottolineato il
presidente dell’Associazione
Conoscere Eurasia e di Banca
Intesa Russia, Antonio Fallico.
Sul fronte dei dati,
l’interscambio 2015 tra Italia e
Unione economica eurasiatica
(Uee: Russia, Bielorussia,
Kazakistan, Armenia e
Kirghizistan) ha ceduto il 18,3%
rispetto all’anno precedente,
fermandosi a 25,1 miliardi di
euro.
A
contribuire
negativamente sia il calo delle
importazioni (-15,9%), ma
soprattutto delle esportazioni
italiane che hanno sfiorato gli
8,4 miliardi di euro, in flessione
del 22,7 per cento. Un dato,
questo, trascinato al ribasso dal
sistema sanzionatorio contro la
Russia e dalle conseguenti
contro sanzioni. Secondo i dati
Istat elaborati da Conoscere
Eurasia, infatti, nel 2015 le
esportazioni italiane verso
Mosca hanno perso quasi 2,4
miliardi di euro sull’anno
precedente, bloccandosi a 7,1
miliardi di euro (-25,2%).
Un trend che potrebbe invertirsi
nel medio periodo, secondo
Gregorio De Felice, direttore del
Centro studi di Intesa Sanpaolo:
“Dopo il crollo del 2015, il
prezzo del petrolio dovrebbe
intraprendere una lenta risalita,
migliorando le prospettive di
medio-lungo termine dell’export
italiano, fortemente sensibile
allo stato di salute del settore
energetico russo - ha detto –. La
ripresa della domanda russa nel
medio termine dovrebbe
favorire soprattutto i produttori
italiani di beni di consumo,
come moda e prodotti destinati
alla casa. Buone prospettive
anche per i produttori di beni di
investimento, se la crisi attuale
stimolerà una diversificazione
dell’economia, e di farmaci,
viste le attese d’ingresso della
Russia tra i primi 10 mercati
mondiali nel 2018”.
In attesa di questa parziale
ripresa e “che l’Europa cambi
passo politico rimuovendo
queste misure deleterie per
l’economia globale - ha
proseguito il professor Fallico
parlando delle sanzioni a Mosca
- vi è la necessità di riprendere
8
al più presto un confronto
costruttivo con la Russia,
motore principale dell’Uee”. In
questo senso va visto
l’appuntamento del prossimo
Forum
economico
internazionale di San
Pietroburgo (16-18 giugno) in
cui “l’Italia, Paese ospite
d’onore al Forum, avrà un ruolo
da protagonista nel riavvio delle
relazioni e potrebbe diventare
una voce autorevole anche in
Europa”.
Della stessa opinione
l’ambasciatore d’Italia a Mosca
Cesare Maria Ragaglini secondo
cui “la fiducia delle imprese
italiane in Russia non è mai
venuta meno perché hanno una
visione strategica di lungo
termine”. L’Italia deve puntare a
entrare nella corsa “alla
diversificazione dell’industria
russa” in cui “le imprese italiane
possono svolgere un ruolo
importante” e il Forum di San
Pietroburgo “sarà un’ottima
occasione di incontro”.
Per l’ambasciatore russo in
Italia, Serghej Razov, il Forum
del prossimo 16-18 giugno a
San Pietroburgo “porterà a una
grande
spinta
nella
cooperazione” tra i Paesi
dell’Unione Euroasiatica, la
Russia in primis, e l’Europa e
l’Italia e sarà “occasione di
sviluppo reciproco” perché
Mosca “ci tiene ad avere un
rapporto costruttivo con l’Italia
e il futuro delle nostre relazioni
potrà soddisfare gli interessi di
entrambi”.
“La Federazione Russa sta
attuando una riforma
importante della sua politica
economica e industriale,
facendo sforzi nel campo
dell’innovazione e avviando
programmi, come l’import
substitution, che aprono un
orizzonte di collaborazione
importante per il sistema
economico fiorentino”. Così il
sindaco di Firenze, Dario
Nardella, intervenuto al secondo
seminario italo russo
organizzato il 27 maggio scorso
a Firenze dall’Associazione
Conoscere Eurasia. “I dati sulla
performance economica
regionale dell’ultimo trimestre
2015 ci infondono un concreto
ottimismo – ha proseguito il
primo cittadino –. Firenze corre
al doppio della velocità italiana,
con le imprese fiorentine che,
tra ottobre e dicembre, sono
cresciute del 7,2% rispetto al
3,8% della media italiana. Un
contesto di crescita a cui
l’export ha contribuito in modo
sostanziale, e che vede la Russia
al terzo posto tra i Paesi
trainanti per i nostri prodotti a
livello globale. Il sistema
economico regionale, a partire
dalla meccanica, dalla moda (la
pelletteria in particolare), dalla
farmaceutica e dalle eccellenze
agroalimentari, a iniziare dal
vino, - ha concluso Nardella –
possono rappresentare un
valore aggiunto per il mondo
economico e imprenditoriale
russo, con cui possiamo e
dobbiamo trovare un terreno
comune di dialogo e di soluzioni
operative di sviluppo”.
Fallico (Conoscere Eurasia):
Russia apprezza Italia perché
voce fuori dal coro su sanzioni
Si chiama “L’Italia in Russia” e
sarà l’esposizione dedicata al
Paese ospite d’onore del Forum
economico internazionale di
San Pietroburgo (Spief, 16-18
giugno).
Organizzato
dall’Associazione Conoscere
Eurasia – da 2 anni unica
regione partner del Forum russo
– e in collaborazione con
l’Ambasciata italiana a Mosca, il
padiglione italiano realizzato da
Fiera Milano Congressi e
Nolostand del Gruppo Fiera
Milano su una superficie di
1.500 mq, ospiterà nella 3
giorni di vertice economico le
principali imprese del Paese.
Cinque i cluster rappresentativi
del made in Italy e di maggiore
attrattiva per la domanda russa
e non solo: meccanica-alta
tecnologia, energia, agroindustria, infrastrutture e
finanza. Al Forum di San
Pietroburgo, cui parteciperà la
delegazione italiana guidata dal
premier Renzi che il 17 giugno
incontrerà il presidente Putin,
sono già accreditati circa 10mila
rappresentanti delle economie
mondiali, tra cui capi di Stato,
ministri e manager delle più
grandi
compagnie
internazionali. Per il presidente
dell’Associazione Conoscere
Eurasia, Antonio Fallico: “È la
prima volta che Roscongress,
organizzatore del Forum, indica
un Paese ospite d’onore e non è
certo un caso che la scelta sia
ricaduta sull’Italia: imprese e
Governo italiano sono infatti da
sempre vicini e complementari
alla Russia, ma soprattutto
hanno rappresentato una voce
fuori dal coro sulle sanzioni, che
ritengono essere inutili e
dannose. In un contesto
geopolitico difficile vogliamo
per questo pensare che la
preferenza accordata al nostro
Paese vada nell’ottica di
distensione del clima
internazionale. “L’Italia in
Russia” sarà una piattaforma di
business finalizzata anche alla
stipula di accordi strategici
bilaterali tra le principali imprese
italiane e russe; un
riconoscimento importante,
frutto d e l l a p artn er s hi p
strategica avviata 2 anni fa con
9
Roscongress che ci vede
impegnati
assieme
nell’organizzazione di numerosi
seminari ed eventi in Italia e
all’estero, non ultimo il Forum
Eurasiatico a Verona”.
Tra gli eventi in programma nel
padiglione “L’Italia in Russia”, la
tavola rotonda del 17 giugno
(ore 9.45) a cui interverrà il
premier Matteo Renzi
(accompagnato da alcuni
ministri italiani). Tra gli
interventi, oltre al saluto del
presidente dell’Associazione
Conoscere Eurasia, Antonio
Fallico e dell’Ambasciatore
dell’Italia in Russia, Cesare
Maria Ragaglini, anche quelli
dei rappresent ant i delle
principali aziende italiane e
russe: Rosneft, Intesa Sanpaolo,
Finmeccanica, Pirelli, Rostech;
Fondazione
Russa
di
Investimenti diretti, Sace, VTB,
Gazprom, ENI, Novatek, Enel,
Unione degli industriali e
imprenditori russi, Barilla e
Federalimentare.
Le aziende italiane che vorranno
partecipare al Forum economico
internazionale di San
Pietroburgo potranno iscriversi
direttamente sui siti dello Spief
o di Conoscere Eurasia
(www.forumspb.com; http://
www.conoscereeurasia.it/spief2016;
[email protected]).
La Russia riparte dalla provincia,
o almeno da quella provincia
dove sanzioni e crisi non
sembrano aver arrecato alcun
serio danno. Si è svolto il 27
maggio scorso nella città di
Vladimir il Forum Economico
con un titolo ambizioso “Tempo
di essere leader” ma soprattutto
con un parterre di ospiti di
lusso, a partire dal ministro delle
Finanze, Anton Siluanov, che
anche quest’anno ha aperto la
sezione plenaria. Inoltre, hanno
partecipato al Forum due “big”
dell’economia russa: il sempre
più gettonato Aleksej Kudrin, ex
vicepremier ed ex ministro delle
Finanze e attualmente stratega
del Cremlino per il futuro del
Paese e Gherman Gref, attuale
numero uno della maggiore
banca russa, la Sberbank ed ex
ministro dello sviluppo
economico.
Sia Kudrin che Gref sono
entrambi pietroburghesi e in
genere sono di casa nella
“Davos russa”, ossia in un altro
Forum: il principale per la
Federazione, quello di San
Pietroburgo che si svolgerà nel
periodo 16-18 giugno e che per
la prima volta vedrà un Paese
ospite con il suo padiglione ad
hoc: l’Italia con Casa Italia,
spazio organizzato dalla
Associazione Conoscere Eurasia.
E la presenza italiana del
business è stata notevole nella
piccola, ma storica, città di
Vladimir (anticamente fu
capitale della Russia). Tra i
partner del Forum di Vladimir
c’è stata infatti la Ferrero che in
questa regione può contare su
una significativa fabbrica che
nei giorni scorsi ha compiuto
otto anni. Un altro player
italiano presente a Vladimir è
stato il Gruppo Marcegaglia.
Entrambi i gruppi hanno
continuato la loro attività sul
posto, nonostante il complicato
periodo di sanzioni occidentali
ed embargo russo.
Secondo la governatrice della
regione di Vladimir, Svetlana
Orlova: “La Russia non si
spaventa con le sanzioni. Tutti
vogliono stare con la Russia”,
ha aggiunto la Orlova. “La
regione di Vladimir è una di
quelle regioni senza materie
prime: abbiamo dunque dovuto
creare un modello di sviluppo
differente. E abbiamo
dimostrato che questo modello
funziona e possiamo offrirlo
come esempio anche per altre
regioni russe”.
Ma quali sono le parole
d’ordine per il 2016? Il
presidente russo Vladimir Putin
ha invitato in un telegramma di
saluto a concentrarsi sulla
“Questione attuale dello
sviluppo delle Pmi in Russia”.
Secondo Siluanov “le finanze di
Vladimir sono in buone mani e
la crisi non tocca regioni come
Vladimir”.
La regione in effetti, nonostante
l’attuale crisi economica, non ha
patito significativamente. Anzi
negli ultimi tre anni c’è stato un
vero boom edilizio e la
costruzione di oltre due milioni
di metri quadrati di abitazioni
ha superato un tasso di crescita
registrato nell’ormai lontano
periodo sovietico. Riconosciuta
è anche la qualità della
produzione locale: il 90%
10
dell’export della regione è
costituito da prodotti con valore
aggiunto. Il prodotto interno
lordo regionale vede un 30%
costituto dalla produzione
industriale e un 27,2% tocca il
settore della ricerca scientifica.
Una
storia
insomma
assolutamente diversa da quello
che è il solito leitmotiv russo,
costituito da greggio e poco
più.
In Russia Ferrero continua ad
andare a rete e, crisi o non crisi
“se guardiamo il piano
strategico da qui a cinque anni
siamo in crescita”. Così in
un’intervista ad Askanews ha
dichiarato Mauro Padovani,
direttore della fabbrica che il
gruppo di Alba fondò nella città
russa di Vladimir otto anni fa.
Nel maggio del 2016 Nutella &
Co. hanno festeggiato un
compleanno importante nella
regione situata a 156 chilometri
ad Est di Mosca, che in poco
tempo è diventata un punto di
riferimento per il settore
alimentare della Russia.
Ferrero con la sua fabbrica
“serve la Russia e alcuni Stati
limitrofi come il Kazakistan”, ha
spiegato Padovani. “È
prevalentemente indirizzata a
un mercato locale. L’80% di
quanto produciamo è destinato
alla Russia. Il resto è per gli altri
Paesi, ma sempre all’interno di
questa area”.
Il momento in Russia non è dei
più felici, si parla molto di crisi e
di diminuita capacità di acquisto
dei cittadini. Tuttavia le
prospettive per il gruppo sono
comunque ottime, ed è “un
momento di consolidamento
anche per la fabbrica”. Mentre
“i progetti ci sono e restano.
Sono solo un po’ posticipati,
aspettando il periodo di ripresa”
nazionale. Il manager spiega
anche che “in questo frangente
la fabbrica si concentra su
questioni di qualità ed efficienza
a 360 gradi. Se parliamo di
energia ci siamo concentrati
molto nel rendere efficienti i
processi
di
consumo
energetico” soprattutto per
rispettare gli standard ai quali
l’intero gruppo aderisce, per la
conservazione del pianeta e la
riduzione delle emissioni di gas
serra. Lo scopo della fabbrica
Ferrero di Vladimir è ridurre il
consumo di risorse energetiche
il prossimo anno fino al 5% per
una tonnellata di prodotto.
L’idea più fortunata sul mercato
russo “in questo momento è il
Kinder Sorpresa. Non vengo dal
marketing, ma è chiaro che la
sorpresa in un momento di crisi
è un prodotto di impulso.
L’effetto novità, l’effetto
comunicativo e l’effetto di gioia,
comunque a livello familiare è
ancora una formula vincente”.
Ma anche un classico per il
mercato russo come Raffaello
“è in salute”.
La produzione locale per Ferrero
soddisfa più del 60% delle
vendite sul mercato russo, con
una reputazione ampiamente
oltre la media. Anzi, è
sicuramente arrivata anche a
Mosca, e non solo, la notizia
che Ferrero nel ranking
mondiale delle società con buon
nome, è la prima tra quelle
alimentari, distanziando
nettamente anche Nestlé.
Ferrero, inoltre è anche la prima
in classifica fra le imprese
italiane. Più in generale, il
Gruppo, di cui Giovanni Ferrero
è amministratore delegato, ha
chiuso l’esercizio con un
fatturato consolidato pari a
9.54 miliardi di euro, in crescita
del 13,4% rispetto al periodo
precedente, che aveva chiuso
con un fatturato consolidato
pari a 8.41 miliardi di euro.
Ceramica. L’azienda emiliana ha
acquisito uno stabilimento
produttivo a pochi chilometri da
Mosca, che servirà i mercati
orientali
Se ogni medaglia ha due facce,
anche la debolezza del rublo
che negli ultimi due anni ha
contribuito a penalizzare le
esportazioni di made in Italy,
può giocare a favore delle
aziende italiane.
È il caso di Laminam, azienda di
Fiorano Modenese specializzata
nella produzione di lastre in
ceramica di grande formato e
minimo spessore. L’azienda, che
realizza all’estero circa il 75%
del proprio fatturato e registra
una quota di esportazioni in
costante aumento, ha deciso di
scommettere ancora sulla Russia
ma, soprattutto, di utilizzare
questo Paese come hub
produttivo e logistico per
raggiungere i vicini mercati
dell’ex Urss e, soprattutto,
l’Asia. Per questo ha acquisito
recentemente il 67% di
Laminam Rus, diventando
proprietaria di uno stabilimento
produttivo di Balabanovo, a
circa 100 chilometri da Mosca,
situato in un’area industriale
11
strategica, dal punto di vista
logistico e delle infrastrutture,
per servire l’intera area ex
sovietica e i mercati orientali.
“Stiamo allestendo gli impianti
per poter avviare entro fine
anno la produzione delle nostre
lastre 1.000X3.000 millimetri,
con spessore 3 e 5 millimetri –
spiega l’amministratore
delegato Alberto Selmi –. In
questo momento produrre in
Russia è molto conveniente e
abbiamo le tecnologie per fare
quasi tutto il nostro catalogo,
tranne le lastre più grandi”.
Queste saranno appannaggio di
un altro nuovo stabilimento,
quello di Borgotaro (in provincia
di Parma), che dovrebbe entrare
in funzione a fine estate.
Due importanti investimenti a
distanza di pochi mesi, che
impegneranno Laminam per
almeno due anni con un
investimento complessivo di
circa
40
milioni
e
consentiranno, una volta a
regime, di triplicare la capacità
produttiva dell’azienda.
“Questo è sicuramente un buon
momento per investire nel
nostro sviluppo – spiega Selmi –
: abbiamo chiuso il 2015 con
una crescita del 25% e nei primi
quattro mesi del 2016
l’incremento è stato del 30 per
cento. A questi ritmi,
prevediamo di raggiungere i 70
milioni per fine anno”. Il merito,
spiega ancora Selmi, è di un
prodotto fortemente innovativo
per il quale il mercato è ancora
in larga parte da costruire: per
questo l’amministratore
delegato considera Laminam
ancora una “start up”, sebbene
sia stata fondata ormai 15 anni
fa. E per questo l’azienda non
ha risentito della crisi degli
ultimi anni, registrando sempre
vendite in aumento. Anche sul
fronte dell’occupazione
Laminam registra numeri in
crescita: ai 200 dipendenti
attualmente operativi nel
Modenese, si aggiungerà un
centinaio circa di lavoratori a
Borgotaro. Mentre lo
stabilimento russo, una volta a
regime, conterà circa 80
dipendenti.
L’Ambasciatore d’Italia in
Russia, Cesare Ragaglini, ha
partecipato il 23 maggio scorso
a una conferenza stampa ai
Magazzini
GUM
di
presentazione della tournée del
Teatro alla Scala che avrà luogo
dal 10 al 16 settembre presso il
Teatro Bolshoi di Mosca
nell’ambito del “Festival dei
ciliegi”. La tournée prevede un
programma incentrato attorno
alle opere e alla musica di
Giuseppe Verdi, con le
esecuzioni della Messa da
Requiem e del concerto
sinfonico e la rappresentazione
dell’opera “Simon Boccanegra”.
Nel corso dell’evento è stata
annunciata anche la partnership
tra gli storici Magazzini
moscoviti e il Teatro Bolshoi, di
cui la tournée de La Scala
rappresenterà il primo concreto
esempio.
“L’arrivo de La Scala al Bolshoi il
prossimo settembre ha tutti i
presupposti per divenire, grazie
alla qualità e al numero delle
rappresentazioni, uno dei
momenti più alti di questa
cinquantennale tradizione di
collaborazione tra i due teatri e
probabilmente il più rilevante
dell’ultimo ventennio. Siamo
lieti di aver contribuito a questa
virtuosa “triangolazione” tra La
Scala, Bolshoi e Bosco dei
Ciliegi”, ha dichiarato
l’Ambasciatore Ragaglini.
“I miei più vivi e calorosi
ringraziamenti
vanno
innanzitutto al Presidente di
Bosco dei Ciliegi e del GUM
Michail Kusnirovich. Sono stati
soprattutto il suo amore per
l’Italia e la sua passione per la
musica a rendere possibile il
ritorno del Teatro alla Scala in
Russia al massimo livello. E un
sentito grazie anche al Direttore
Generale del Bolshoi Vladimir
Urin e al Sovrintendente della
Scala Alexander Pereira, che
non hanno esitato un attimo a
trovare l’accordo per questo
grande appuntamento musicale
che ci attende tra pochi mesi.
Un autunno che vedrà l’Italia
come non mai al centro della
scena culturale moscovita,
perché inaugureremo anche al
Museo Pushkin una mostra di
straordinario valore artistico
dedicata a Raffaello”, ha
proseguito l’Ambasciatore
d’Italia.
12
La rassegna delle informazioni statistiche e
delle previsioni sull’economia della Russia
Nel mese di aprile, rispetto allo
stesso periodo dello scorso
anno, la produzione industriale
nella Federazione Russa è
cresciuta dello 0,5%, dopo un
calo dello 0,5% nel mese di
marzo, un aumento dell’1% nel
mese di febbraio, un calo del
2,7% a gennaio e un calo del
4,5% a dicembre 2015. La
produzione industriale in Russia,
nel periodo gennaio-aprile
2016, è diminuita dello 0,1%
rispetto a gennaio-aprile 2015.
I dati relativi all’industria sono in
linea con le aspettative degli
economisti. Gli analisti
prevedevano anche una crescita
dello 0,5% della produzione
industriale nel mese di aprile.
Ad aprile 2015, la produzione
industriale era crollata del 4,5
per cento.
Con l’eccezione di fattori
stagionali e di calendario, la
produzione industriale ad aprile
2016 non è variata rispetto al
mese precedente, dopo una
crescita dello 0,3% nel mese di
marzo.
Nel campo dell’estrazione
mineraria, nel periodo gennaioaprile è aumentato del 3,1% il
volume di produzione, mentre
nelle industrie manifatturiere è
calato dell’1,8 per cento. La
produzione e la distribuzione di
energia elettrica, gas e acqua
hanno registrato un calo dello
0,4 per cento.
Nel complesso, per la fine del
2016, gli analisti prevedono una
crescita della produzione
industriale pari allo 0,4 per
cento.
Il Ministero dello Sviluppo
Economico nel nuovo scenario
di base del 2016 prevede un
andamento di crescita pari a
zero nel settore industriale.
Nel periodo gennaio-aprile, la
produzione di carne e frattaglie
è aumentata del 13,5% rispetto
a gennaio-aprile dello scorso
anno, ammontando a 792 mila
tonnellate.
La produzione di pollame è
cresciuta del 6,2%, fino a 1,5
milioni di tonnellate.
In 4 mesi sono state prodotte
470 mila tonnellate di insaccati,
ossia il 4% in meno rispetto
all’anno precedente.
La produzione di olio di girasole
non raffinato è calata del 5,1%,
fino a 1,3 milioni di tonnellate.
La produzione di pesce e
prodotti ittici è diminuita
dell’1,5% fino a 1,4 milioni di
tonnellate.
La produzione di grano
saraceno è aumentata del
15,5%, fino a 127 mila
tonnellate.
Sono stati prodotti 1,9 milioni di
tonnellate di latte, ossia l’1,6%
in più rispetto al periodo
gennaio-aprile dello scorso
anno.
La produzione di formaggio è
aumentata del 3,5%, fino a 185
mila tonnellate (compresi tutti i
prodotti caseari).
Tra gennaio e aprile del 2016 la
produzione di autovetture in
Russia è calata del 25,1%,
rispetto al periodo analogo
dello scorso anno, ossia fino a
345 mila automobili.
Nel mese di aprile, rispetto ad
aprile 2015, la produzione è
crollata del 21,7%, rispetto al
3,2% del mese precedente.
La produzione di autobus tra
gennaio e aprile è scesa del
3,7%, fino a 9,3 mila unità.
La produzione di autocarri è
aumentata del 10% in 4 mesi,
ammontando a 37,9 mila
vetture.
L’inflazione in Russia, ad aprile
2016, ha registrato uno 0,4%,
secondo il Servizio federale di
statistica nazionale (Rosstat).
L’inflazione ha rallentato dopo
essere cresciuta dello 0,5% a
marzo, dello 0,6% a febbraio e
dell’1% nel mese di gennaio.
Dall’inizio dell’anno, i prezzi al
consumo sono aumentati del
2,5 per cento.
Nel mese di aprile 2015,
l’inflazione era pari allo 0,5%, e
in 4 mesi aveva raggiunto il 7,9
per cento.
Il mese scorso i prezzi alimentari
al consumo sono aumentati
dello 0,4%, quelli dei prodotti
non alimentari dello 0,6%, le
tariffe dei servizi dello 0,3 per
cento.
In termini annuali, l’inflazione è
rimasta al livello di marzo, pari
al 7,3 per cento.
Lo scorso aprile, il tasso annuo
di inflazione era pari al 16,4 per
cento.
In un mese, l’indice dei prezzi al
consumo era pari al 100,5% a
Mosca (102,7% da inizio anno)
e al 100,4% a San Pietroburgo
(103,1% da inizio anno).
L’inflazione si è rivelata al di
sotto delle stime degli analisti,
13
che avevano previsto un
aumento dei prezzi pari allo 0,6
per cento. Gli esperti si
aspettavano che, su base
annua, l’inflazione avrebbe
subito un’accelerazione fino al
7,4 per cento. Gli analisti
prevedevano una crescita più
significativa dei prezzi al
consumo, sullo sfondo di una
bassa inflazione nel mese di
aprile dello scorso anno.
Il consensus forecast
sull’inflazione nel 2016 è già
sceso al 7,4% (ammontava al
7,6% nei sondaggi di un mese
fa), indicatore che è ancora al di
sopra delle previsioni del
Ministero dello Sviluppo
Economico, pari al 6,5%, e
della Banca Centrale, pari al 6-7
per cento.
Il calo della domanda sul
carburante obbliga le imprese
petrolifere a r idurre le
estrazioni. Alla fine dell’anno, il
calo dei volumi per la
lavorazione
potrebbe
ammontare al 10 per cento.
Inoltre, secondo le valutazioni
degli esperti, in Russia
potrebbero chiudersi, in
generale, tutte le fabbriche
inefficienti ed obsolete
appartenenti al settore della
trasformazione delle materie
prime.
I rappresentanti delle aziende
petrolifere annunciano sempre
più spesso la possibilità di
ridurre i volumi destinati alla
trasformazione. Esse, infatti,
non sono soddisfatte del prezzo
odierno della benzina,
accompagnato da un calo della
domanda.
Secondo un’analisi delle aziende
del settore petrolifero, già alla
fine del 2015 era stato
registrato in Russia un calo della
domanda sui carburanti.
Nel 2015, la domanda è calata
dell’1,3%, mentre la crescita
media annua è stata del 3,3% a
partire dal 2004. All’inizio
dell’anno le aziende petrolifere,
per via del calo della domanda,
hanno ridotto i volumi per la
trasformazione, aumentando
invece le esportazioni: a
gennaio 2016 si è registrato un
calo del 6,1% della produzione
di benzina in Russia, rispetto a
gennaio del 2015. Nel periodo
gennaio-febbraio 2016 la
produzione è scesa del 3,6%
rispetto allo stesso periodo dello
scorso anno.
Inoltre, dal 1 gennaio 2016, è
aumentato il carico fiscale: il
tasso di accisa sulla benzina
“Euro-5” è aumentato fino a
7,53 mila rubli per tonnellata,
contro i 5,53 mila rubli per
tonnellata del 2015, e per la
benzina non corrispondente alla
quinta classe, si registra un
aumento fino a 10,5 mila rubli
per tonnellata, contro i 7,3 mila
rubli per tonnellata nel 2015.
Rosstat (il Servizio federale di
statistica nazionale) ha condotto
una valutazione preliminare,
sulla base delle informazioni
disponibili, dell’andamento del
prodotto interno lordo nel
primo trimestre di quest’anno.
Secondo le stime preliminari, il
PIL della Russia, nel primo
trimestre del 2016, è sceso
dell’1,2% rispetto
al
periodo
analogo
del
2015. Il declino
del PIL russo ha
iniziato
a
rallentare dopo
un calo del 3,8%
nel
quarto
t r imestre
del
2015.
La
contrazione
dell’economia nel
terzo
trimestre
aveva eguagliato
il 3,7%, il 4,5%
nel
secondo
trimestre e il 2,8% nel primo
trimestre.
In precedenza si era detto che
l’economia russa era crollata del
3,7% nel 2015. Il volume del
PIL russo lo scorso anno
ammontava, ai prezzi attuali, a
80 trilioni e 804,3 miliardi di
rubli. I dati di Rosstat si sono
rivelati migliori dei calcoli
preliminari del Ministero dello
Sviluppo Economico e della
Banca Centrale russa.
Il Ministero dello Sviluppo
Economico aveva stimato un
calo del PIL russo dell’1,4% per
il primo trimestre; la Banca
Centrale, invece, prevedeva un
calo del 2 per cento.
Nel primo trime stre di
quest’anno si è osservato un
ulteriore adattamento
dell’economia russa al regime
delle sanzioni e al nuovo livello
di prezzi del petrolio e degli
idrocarburi. Il declino
dell’economia ha assunto un
ritmo moderato.
Secondo il nuovo cosiddetto
“scenario di riferimento” del
Ministero dello Sviluppo
Economico, il calo del PIL nel
2016 sarà dello 0,2 per cento.
14
Investimenti e collaborazioni industriali

La società russa “Soligalich
Konservzavod” della regione di
Kostroma (città di Soligalich),
l’azienda leader della
produzione di generi alimentari,
cerca in Italia un partner che sia
interessato a collaborare nel
settore di raccolta, di
conservazione e di esportazione
dalla Russia di bacche e di
funghi selvatici. Bacche e funghi
vengono raccolti nei territori
ecologici della regione russa di
Kostroma.
Contatti:
Tel/Fax: +7 (495) 787-66-42
E-mail: [email protected]
Internet: http://jamprom.ru/

La società “May” della città
russa di Cheljabinsk (Urali) cerca
in Italia un partner finanziario e
tecnologico, che sia interessato
a lanciare in Russia una
produzione di formaggi italiani
(mozzarella e altri). La società
russa offre capannoni
industriali, attrezzature,
urbanizzazioni e manodopera.
Contatti:
Tel: +7 (919) 354-06-15
E-mail: [email protected]

La società russa della regione di
Penza “ASN Group” cerca in
Italia dei partner e/o investitori
per lanciare in Russia due
progetti ad elevato tasso di
rendimento finanziario. La
società russa dispone di terreni
e vuole costruire uno
stabilimento per il riciclaggio
industriale di rifiuti solidi urbani
e uno stabilimento per la
produzione di farina di carne e
di ossa. La realizzazione di
questi progetti è patrocinata
dalle autorità locali.
Contatti:
Tel: +7 (915) 086-92-58
E-mail: [email protected]

La società russa “Konditer
Profi” della città di Ekaterinburg
(Urali) è produttore leader di
dolci di vario tipo (caramelle,
candy, soufflés, marmellate,
cioccolatini). La società russa
cerca in Italia un partner
commerciale/industriale per
organizzare le esportazioni dei
prodotti russi verso l’Europa e
gli altri mercati globali, nonché
per avviare in Russia la
produzione dei dolci nuovi e
insoliti per il mercato russo. La
società russa è anche
interessata ad avviare la
cooperazione con i produttori
dei dolci italiani che vogliono
esportare i propri prodotti verso
la Russia. La società russa piò
offrire agli eventuali partner
italiani alto livello di servizio, di
supporto di marketing, la
ricerca di importatori, ecc.
Contatti:
Tel: +7 (9222) 93-07-67
E-mail:
[email protected]
Internet: www.konditerprofi.ru

15
Proposte commerciali

La società russa “Polimer
Resurs” di Mosca cerca in Italia
dei fornitori di scarti di vario
tipo di materiali polimerici, in
primo luogo di pellicola stretch.
I prodotti in vendita devono
essere puliti e imballati in pacchi
da 200 chili ciascuno.
Contatti:
Tel: +7 (495) 643-30-99
E-mail: [email protected]
Internet: www.вторсырье-м.рф

La società “Angri” della città di
Bratsk (Siberia) cerca in Italia
degli importatori di legname di
alta qualità. La società russa
può offrire ai potenziali partner
italiani dei segati, dei legno in
tronchi di larice siberiano, noto
per le sue qualità di resistenza ai
fattori negativi, come muffa. La
società russa può produrre del
legname in base alle specifiche
richieste tecniche dei clienti. La
società russa invita i potenziali
partner italiani a visitare gli
stabilimenti in Russia.
Contatti:
Tel: +7 (968) 622-98-80
E-mail: [email protected]
Internet: www.sibwoodbratsk.com

La società russa “Metalbrand
Urals” della regione di
Cheljabinsk cerca importatori di
acciaio di vario tipo: laminati,
anche di spessori elevati, acciaio
in cerchi, altri tipi di prodotti.
Sono disponibili le leghe di
acciaio di vario tipo, anche per
fabbisogni produttivi specifici.
Contatti:
E-mail: [email protected]

La società russa “Matrasoff” di
San Pietroburgo cerca in italia
dei partner commerciali che
siano interessati a importare dei
materassi ecologici, imbottiti di
ovatta di cotone al 100%
naturale. La società russa
produce i materassi in base ai
più rigidi standard di qualità,
elaborati ancora ai tempi
sovietici (GOST). La società russa
opera con successo sin dal 1998
e attualmente offre una
garanzia di 5 anni per tutti i
prodotti.
Contatti:
Tel: +7 (812) 493-85-12
E-mail: [email protected]
Internet:
www.matrasivatniespb.ru
E-mail: [email protected]
Internet: www.z-magnum.ru

La fabbrica metalmeccanica
“Germes” produce ed esporta
delle macchine per il taglio al
plasma e al gas dei laminati di
m et al l i ( ac ci a i o, acc i a io
inossidabile, leghe di acciaio,
metalli non ferrosi. Le macchine
utilizzano
il
sistema
computerizzato originale russo
“Siberia” e sono in grado di
tagliare metalli fino a 40 mm. di
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
La
società
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“Magnum” (Udmurtia) produce
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autonomi di energia elettrica
diesel che devono funzionare in
condizioni climatiche estreme
da -45° a +45° centigradi.
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Tel: +7 (800) 250-83-55

16
Fiere internazionali a Mosca nel 2017

Fiera di calzature e di prodotti in
pelle.
16-19.01.2017

Fiera dei prodotti tessili per l’uso
industriale.
20-22.02.2017

Fiera di sistemi di laser, di
tecnica ottica e di elettronica.
28.02-03.03.2017

Fiera di macchinar i, di
tecnologie e di materie prime
per l’industria della plastica.
24-27.01.2017

Fiera di abbigliamento di moda
per bambini e per adolescenti.
Abbigliamento per le future
mamme.
20-23.02.2017

Fiera di materiali compositi.
28.02-02.03.2017

Fiera di macchinari e di
tecnologie per l’imballaggio e la
confezione.
24-27.01.2017

Fiera dei materiali
costruzione.
24-27.01.2017
da

Fiera di generi alimentari, di
bevande, di tecnologie per
l’industria agroalimentare.
06-10.02.2017

Fiera dell’industria
globale.
20-22.02.2017
tessile

Fiera di abbigliamento di moda,
stagione primavera.
20-23.02.2017

Fiera di macchinari e di
tecnologie per l’industria
leggera.
20-22.02.2017

Fiera
di
sistemi
climatizzazione.
28.02-03.03.2017
di

Fiera di vernici, con sezioni
“preparazione di superfici”,
protezione anticorrosione.
28.02-03.03.2017

Fiera
dell’industria
petrolchimica: prodotti di
poliuretano.
28.02-02.03.2017

Fiera delle tecnologie e dei
macchinari per il commercio
automatico (Vending).
28.02-02.03.2017

Fiera di case di campagna
(legno e altri materiali
ecologici).
09-12.03.2017

Fiera di sistemi elettronici di
sicurezza, sistemi antiincendio,
allarme.
13-16.03.2017
continua a pagina 18
17

Fiera di tecnologie e di
macchinari per la produzione
del pane.
13-16.03.2017

Forum internazionale
software medico.
21-23.03.2017
di

Fier a dell’industria della
costruzione edilizia, del design
degli interni.
04-07.04.2017

Fiera di tecnologie per i sistemi
informatici
e
di
telecomunicazioni.
25-28.04.2017

For um internazionale di
software per le strutture
mediche.
11-13.04.2017

Fiera di sistemi di navigazione.
25-28.04.2017

Fiera di calzature, di prodotti di
pelle, stagione primavera.
21-24.03.2017

Fiera internazionale di sistemi di
controllo e di monitoraggio.
12-14.04.2017

Fiera dell’industria turistica.
22-25.03.2017

Fiera di attrezzature e di
tecnologie moderne per
l’industria gaspetrolifera.
17-20.04.2017

Fiera degli immobili all’estero:
MPIRES - Moscow’s Premier
International Real Estate Show
2017
24-25.03.2017

Fiera di tecnologie per la
produzione di gomma, di
prodotti di gomma e di caucciù.
17-20.04.2017

Fiera di sistemi moderni di
trasporti e di logistica.
25-28.04.2017

Fiera di immobili commerciali in
Russia e nel mondo.
25-27.04.2017
Tel: +7 (499) 795-37-99
Fax: +7 (495) 605-60-75
E-mail: [email protected]
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d’Informazione)
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