FEDERAZIONE RUSSA Informazioni macroeconomiche Dopo un decennio di sviluppo tormentato cominciato nel 1991, la Russia è ancora in cerca di una economia di mercato moderna; ha però avviato un buon ritmo di sviluppo. Al contrario di quanto hanno fatto i suoi partners commerciali dell’Europa Centrale – che sono stati in grado di avviare rapidamente una buona crescita – la Russia ha avuto in una prima fase una economia in contrazione, in quanto le riforme sono state molto lente. La crisi ha avuto il suo culmine nell’agosto del 1998 quando il rublo è stato svalutato, il governo ha dichiarato di non potere fare fronte al pagamento dei debiti, mentre lo standard di vita della maggioranza della popolazione ha subito un forte deterioramento. L’economia ha invertito la tendenza nel 2000 grazie alla spinta del rublo forte e del surplus commerciale determinato dall’aumento dei prezzi del petrolio; questa ripresa, assieme alle riforme che nel frattempo il governo aveva introdotto, è riuscita a ridare fiducia nelle prospettive future dell’economia russa. Negli anni successivi, la situazione finanziaria è continuata a migliorare ed il surplus del bilancio dello stato ha raggiunto punte record, a fronte dell’aumento dei prezzi petroliferi; lo stato ha quindi progressivamente rimborsato tutti i debiti. Le imprese hanno migliorato nettamente la propria solvibilità ed hanno fatto un ritorno spettacolare sui mercati internazionali dei capitali; tuttavia il rischio di credito non è trascurabile, anche se più per ragioni politiche che finanziarie (come ha dimostrato il caso Yukos). La governance resta il punto debole del paese in quanto, sebbene siano stati fatti sforzi per rinnovare la legislazione ed il clima di legalità, sono ancora molti i casi di corruzione ed i ritardi nel funzionamento del sistema giuridico. Indici macroeconomici Punti forti - - La Russia dispone di un considerevole potenziale di materie prime e di risorse umane (specializzazione della manodopera); La riforma fiscale è uno degli elementi fondamentali della ripresa dei conti pubblici; Putin ha introdotto numerosi cambiamenti nella legislazione. Questo dinamismo nel progetto di riforma ha alimentato sia la fiducia delle istituzioni internazionali, sia dei cittadini; La ripresa dell’economia, insieme al rafforzamento del potere parlamentare e degli oligarchi, ha fornito stabilità politica che si è tradotta in comportamenti economici più efficienti rispetto al passato. Punti deboli - Il settore industriale è poco competitivo; questo spiega perché gli investimenti stranieri restano a livello modesto; - - - La volontà dello stato di esercitare un controllo crescente sul settore dell’energia, rappresenta un rischio per l’efficacia della politica economica; La fiducia degli investitori stranieri è ancora bassa, a causa delle incertezze riguardanti il diritto di proprietà ed i diritti dei creditori; L’economia, dominata dalle materie prime, è vulnerabile ai movimenti dei prezzi nei mercati mondiali. La produzione nazionale è condizionata dall’aumento del tasso di cambio reale. Indicatori tendenziali 2007 crescita 6,5 Tasso di reale (%) Inflazione (%) Tasso di disoccupazione (%) Bilancia Commerciale (miliardi di US$) Esportazioni Importazioni Saldo commerciale 2008 5,9 2009 4,8 2010 4,5 7,6 7,0 7,7 6,8 7,4 6,7 7,1 6,7 333,2 -208,3 124,9 339,6 -240,1 99,4 356,4 -278,9 77,5 387,1 -318,9 68,2 Grado di apertura ed interscambio L’interscambio commerciale dell’Italia con la Federazione Russa registra tradizionalmente un saldo negativo per il nostro Paese, che risulta prevalentemente un acquirente netto di prodotti energetici. Le esportazioni italiane verso la Russia sono dominate dall’abbigliamento, dai mobili, dai prodotti dell’industria meccanica e dalle calzature. I dati ufficiali devono, comunque, tenere conto di alcuni fenomeni particolari che tendono a sottostimare la posizione dell’Italia nel mercato russo. In primo luogo i dati statistici ufficiali non tengono conto delle importazioni di beni di consumo (abbigliamento, calzature, articoli per casa, piccoli elettrodomestici), da parte di privati che effettuano i cosiddetti «viaggi navetta» per acquistare piccole partite di beni. Occorre, inoltre, sottolineare che molte operazioni riguardanti le forniture di prodotti italiani avvengono attraverso intermediari commerciali di Paesi terzi e, di conseguenza, non sono registrate dalle dogane russe come importazioni provenienti dall’Italia (e dalle dogane italiane come esportazioni dirette in Russia). Per alcuni settori, quali la meccanica strumentale, l’abbigliamento e le calzature, risulta rilevante l’attività di intermediazione delle società di trading svizzere e austriache, mentre per i prodotti alimentari italiani, una buona parte delle forniture al mercato russo avviene attraverso società tedesche ed olandesi. Negli ultimi anni l’export italiano di mobili e complementi d’arredo in Russia è costantemente aumentato, tanto da indurre una nota testata giornalistica che “il mobile italiano entra sempre più nei desideri e nei consumi delle famiglie russe”. Il trend positivo è determinato, da una parte, dal programma di edilizia abitativa che è stato recentemente varato in Russia e, dall’altra, dalla crescente domanda di prodotti di qualità, a sua volta trainato dalla crescita dei redditi reali e dall’allargamento della classe media dal 12% al 35% della popolazione negli ultimi 5 anni.